I 'padroni di casa', passati in vantaggio, con una rete favolosa del fuoriclasse Favasuli, falso difensore di fascia destra, proprio nel momento di maggiore possesso palla dei pianigiani, non hanno saputo chiudere il match con l'1-2, confermando l'elevato …"tasso di mangiamento". Nella ripresa il fantasista Paviglianiti e lo stesso Favasuli, hanno avuto la palla del K.O. ma non sono riusciti a gonfiare la rete avversaria, in svariati frangenti. Nonostante l'inferiorità numerica, regalata su un piatto d'argento con guanti e livrea. Comunque, l'efficiente e funzionale modulo di gioco messo in vetrina da mister Demetrio Brancati, ha dato esito positivo
CONDOFURI E LAUREANA SI DIVIDONO SALOMONICAMENTE LA POSTA IN PALIO, SUL NEUTRO DI MELITO PORTO SALVO, MA NESSUNO DEI DUE RIMANE CONTENTO & SODDISFATTO
Gli ospiti ben messi sul tappetino verde da un geniale Giuseppe Perna, mostro sacro della Palmese di qualche anno fa, ottimo allenatore, hanno disputato un grosso match al "Saverio Spinella" e sarebbero potuti tornare sulle rive del Mesima con il bottino pieno dei tre punti in palio, se i bombers non avessero tardato ad asciugare le polveri bagnate. Tarzan Romeo, che sulla liane vola meglio di Johnny Weissmüller, ci ha messo del suo, senza l'aiutino di Cheeta. L'uomoragno pianigiano è stato decisivo in almeno tre circostanze
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (rc)- Quando serve il pareggino, tutti lo vogliono e nessuno lo disprezza. Vedi i gironi di Coppa. Beato chi lo prende. Beato chi s'oo fa… er sofà? Altrimenti…Un pareggio? Il geniale Alberto Sordi sibilerebbe…"Pussa via brutta bertuccia machi t'havvvvistooomaiii, machittteconosceee, all'anima de li mortacci tuaaa, te possino caricà, te possino cecàaa, anvedi sto burinoooo….". Vade retro! Nel parterre vellutato del Marosimone, l'allenatore, Giuseppe Perna ed il presidente, Andrea Prossamariti, sembrano contenti e soddisfatti o rimborsati del gioco messo in vetrina dai ragazzi, in format esterno, ma assolutamente no del risultato:"Eravamo consapevoli della rabbia del Condofuri che, va detto, non è la squadra che la classifica "dice". Anzi. Tuttavia, questo pareggio, non serve a nessuno dei due…Siamo andati sotto per una prodezza di Favasuli, ma una volta agguantato il pareggio, senza fiatoni e affanni, né tachicardia, abbiamo continuato a macinare il nostro gioco pulito, ordinato e sciolto, secondo il nostro standard. Abbiamo così costruito le palle-goal per il ribaltone. Ci è mancata la carezzina della dea bendata, che non guasta mai". Antonio Chilà, passato da allenatore-direttore sportivo a presidente dopo le dimissioni di Carmelo Iaria, è sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda:"Dovevamo vincere questa partita. Abbiamo costruito le palle-goal, se non ho visto un'altra partita, nonostante l'inferiorità numerica, per nostra ingenuità. E l'infortunio al ginocchio occorso a Nucera M, transitato dal Pronto Soccorso dell'ospedale.Il pareggio interno, data la classifica non proprio esaltante, non era il nostro obiettivo. Rispettiamo la forte e quotata Laureanese, ma a noi serviva la vittoria. Peccato! Le cose ci vanno male. Aspettavamo i tre punti a tavolino per la partita con la Bianchese per responsabilità oggettiva a termini di regolamento e Statuto federale, invece la montagna… ha partorito il topolino. Ripetizione della gara, nonostante il DASPO e la multa, che non fanno né morale, né classifica.". Il trainer Demetrio Brancati è più realista:"Abbiamo incontrato una delle squadre più quotate del campionato. Per alcuni tratti, l'abbiamo messa sotto, giocando al pallone. Siamo stati penalizzati da due episodi o tre, ma ora, dobbiamo pensare alla trasferta di Cittanova, oramai lanciata verso la conquista della Promozione. L'impresa è da Argonauti, ma non partiamo battuti in partenza. Ce la giocheremo". Par di capire, che vi sia un quarto desiderio espresso al Genio della Lampada di Aladino ("salita"in prima categoria; ristrutturazione del campo sportivo; salvezza, senza passare dai play-out) e poi…Si sono rivisti i tifosi del Condofuri al "Saverio Spinella". C'è tanta fame di pallone. Per anni ed anni il Condofuri, che fu di Peppe Moschella, di Francesco Jaria (anche 'Melitese'), dell'ingegnere Vincenzo Nucera, di Carmelo Iaria auto (Folgore), è rimasto ai margini, ma poi il richiamo della 'foresta'è stato più forte, irresistibile. Inizialmente la società è stata guidata da un altro Carmelo Iaria (assicurazioni), ma poi ha gettato la spugna. La scelta del successore è caduta su Antonio Chilà, giocatore degli anni passati, allenatore, direttore sportivo e presidente. Un dejà vu del gioco del calcio. Il Condofuri, può recriminare a giusta ragione per una serie di torti subiti. La dea bendata gli ha girato le spalle. Meriterebbe almeno sei o sette punti ancora, persi per strada in maniera a dir poco 'rocambolesca'. Ma piangere sul latte versato è puro tempo perso. Come i cartellini gialli e rossi regalati agli avversari. Non risolvono il problema. Anzi lo aggravano. Serve, rimboccarsi le maniche, palla avanti e pedalare. Il Condofuri è una bella squadra. Buone individualità che s'innestano nel collettivo, come tessere nel mosaico. Dev'essere più cinico e determinato, se non concentrato. Contro il forte e quotato Laureana, anzi Laureanese, dopo la zampata di 'Zanna Bianca' Favasuli, ha avuto le occasioni giuste per 'chiudere' il match, ma le stangate di Paviglianiti (e dello stesso Favasuli), hanno fatto la barba al palo, shampo, sapone, frizione e capelli. Non solo ma ironia della sorte, hanno rischiato il 'contropelo'. La formazione pianigiana, ben disposta sulla scacchiera dal mago di Hamelin, Peppe Perna, ha avuto tutto il tempo di smaltire la sbornia del duro colpo ricevuto e di ricaricare le batterie. Si udivano bene dalla tribuna gli urli del trainer, che ha insegnato ai suoi ragazzi, evitando il corso accelerato di training autogeno, a gestire bene lo stress, l'ansia e le emozioni. Simili agli acuti di Luciano Pavarotti quando al teatrro 'alla Scala' di Milano, cantava le arie della "Turandot", tipo,'Nessun dorma'. Al quarto d'ora della ripresa, il risultato era tornato in perfetto equilibrio. Il dinosauro Minniti, a cui nessuna colpa può essere attribuita sulla volèee velenosa di Cuppari, che ha 'toccato' terra, a fil di palo, ha calato la saracinesca. Mentre la muta di pit-bull, rott weiler, mastini e doberman (Favasuli, Nicolò, Nucera M, Larnè, e Nucera A.) 'ringhiavano' peggio di Gattuso. Lo stesso facevano Romeo, Mazzotta, Garcea, Fida, Careri e Furfaro). Non per questo venivano meno le souspences ed i brividi. Mafrici, Brancati, Follia, Paviglianiti e Modafferi attaccavano per linea orizzontali; Soscara, Cannatà,Gentile, Pancano e Fioriti per linea verticali. Le frequenti scariche di adrenalina, facevano impennare l'astina di mercurio come il Machu Picchu. Più di uno, ha rischiato di vedersi saltare il tappo della valvola mitralica, a causa della fibrillazione atrio-ventricolare. Missili terra-aria della classe Cruise e Pershing, si alternavano ai colpi di bazooka e di lanciagranate. I due trainers non sapevano che farsene del pareggio…"Francamente me ne infischio", disse Rhett Butler a Rossella O'Hara in "Via col vento". Volevano la vittoria per alimentare le possibilità di ingresso garantito nella griglia dei play-off gli uni e la salvezza assicurata senza passare sotto le forche caudine dei play-out, gli altri; una Geenna infernale, dove c'è pianto e stridore di denti. Ma il Condofuri si sente stritolare dal troppo stretto abito di Cenerentola. Brividi lungo la schiena e momenti thrilling e mozzafiato; gelidi, quanto le folate siberiane provenienti dal dirimpettaio Etna, imparruccato sino alle basse quote; se non simili a quelli degli spettatori, che hanno visionato la pellicola"Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo". Le squadra ora sono più lunghe, si spalancano prateriaGli atleti hanno speso quasi tutta la birra che avevano in corpo. E quando…"Arrivano i nostriiii!", c'è solo tempo per giocarsi gli ultimi scampoli di partita. Qualche poeta o chançonnier si sveglia dal letargo e si chiede…"Che anno è /Che giorno è/ Questo è il tempo di vivere con te/ Le mie mani come vedi non tremano più/ E ho nell'anima/ In fondo all'anima cieli immensi/ E immenso amore/ E poi ancora ancora amore amor per te/ Fiumi azzurri e colline e praterie/ Dove corrono dolcissime le mie malinconie/ L'universo trova spazio dentro me/…. Sono attimi di smarrimento, in cui può accadere di tutto, di più. Mentre i calci d'angolo, le punizioni e le rimesse laterali, mare magnum, se non montepremi degli 'episodi', che possono decidere le partite, si susseguono in quantità industriale. Non succede più nulla, perché i Teseo, che dovevano matare il Minotauro ed uscire col filo di Arianna, si son persi nel labirinto di Cnosso. La vittoria è rimasta un sogno nel cassetto. Anche perché l'enigmatico signor Minio di Catanzaro, non ha mai abboccato alle pantomime, moine, farse, sceneggiate napoletane, smancerie, svenevolezze, smorfie e scene madri, che non sono mancate, come in ogni partita, perché è nella natura dell'uomo recitare a soggetto o a copione. Non era facile per la giacchetta nera, individuare i mariuoli, che seminavano zizzania per trarlo in inganno e fargli perdere la bussola. Ế andato in onda pure, qualche spezzone di wrestling con Batista, John Cena, Big Show, Rey Mysterio, Eddie Guerrero, Randy Orton, Kurt Angle…. Ma quando Minio, ha cominciato a sventolare cartellini gialli e rossi, a raffica, il fuoco delle vene si è trasformato in globuli, bianchi, globuli rossi, piastrine e plasma. La vecchia tisana della nonna, funziona ancora. Era per intenderci una partita da prendere con le molle. Cavare le castagne dal fuoco con la zampa di gatto, non era facile come bere un bicchier d'acqua. Nonostante il signor Minio, avesse indossato gli stivali della sette leghe. Sempre presente sull'azione, ha corso come Usain Bolt, lungo l'asse maggiore del campo. In prima categoria (seconda e terza)l'arbitro, corre da solo; e deve avere il coraggio della 'Tigre della Malesia', per uscire illeso dalla "fossa dei leoni", che tuttavia aveva un compagno di linea come Gomez De Gomera. In prima categoria ci sono ancora certi stuntman da Premio Oscar, sempre pronti ad arrampicarsi sugli specchi. Specialmente coloro che si allenano una volta alla settimana, se vada bene; ed alla domenica, sono dolori per gli arbitri, i compagni stessi e l'allenatore, vittima designata delle bizze e dei capricci dei monelli. Gli skin heads e gli hooligans, per natura loto punzecchiano l'arbitro, foss' anche Pierluigi Collina o Massimo Cumbo, ma non perdonano i fedifraghi che si fanno buttare fuori per "niente". E non sono solo i frustrati, complessati, inibiti e repressi. Ma non sono teneri, nemmeno con i recidivi del cartellino canario. Sconvolgono l'assetto tattico e tecnico della squadra, con una facilità ed irresponsabilità a dir poco disarmante. E fanno perdere le partite e le posizioni in classifica alla squadra del cuore. In conclusione ci sembra di poter dire che il Condofuri si stia comportando bene. Nonostante i torti subiti e la sfortuna. Anche oggi, ha disputato la sua onesta partita, a tratti tutta passione ed impeto, se non sturm und drang. La Laureanese, nouvelle vague che si rinnova, sta mettendo in vetrina un collettivo che raccoglie in giro per la Calabria, unanimi consensi. Parziale gratificazione per i sacrifici degli appassionati e competenti dirigenti. Non solo Andrea Prossamariti, Pino Chindamo e Giuseppe Perna. Un dream-team, che pratica un calcio champagne, a tratti trascendentale. Tornare in Promozione per rinverdire i vecchi allori, non dovrebbe essere impresa pazzesca. Abbiamo conosciuto la vecchia formazione, classe, grinta e mordente, che faceva tremare le vene dei polsi alle più quotate squadre calabresi, ma questa qui è tosta e sa il fatto suo. Ci sono anche i "galletti di primo canto" prodotti della nidiata, che hanno già sviluppato artigli, speroni, alucce e cresta ondeggiante. Nessuno società oramai può permettersi il lusso di spendere e spandere. Questi son tempi di vacche magre, spighe vuote, austerity, depauperismo e di settimo buco nella cintura. Altro che spending review.Vade retro stipendio, gettone di presenza, premio partita, polizza assicurativa, indennità per vittoria finale od altra rendita vitalizia. Si torna all'antica. Chi vuole, giochi per la bandiera del paese, municipio e campanile, se non pennacchio. Per divertirsi e tenere in esercizio i muscoli ed il corpo. Mens sana in corpore sano, ancora funziona. Il settore giovanile serve per svolgere promozione sociale, morale, culturale e fisica, ma soprattutto per ammortizzare i costi della gestione. Ogni squadra ha la possibilità di crearsi in loco il parco giocatori, senza doverso sottoporre a salassi insostenibili e non più integrati da fondi vari, Comune, Provincia, Regione, privato cittadino, oramai oberato da tasse, imposte e balzelli stressanti a tutto spiano; si rischia 'veramente' l'inappetenza, insonnia, emicrania, tachicardia, epatite, gastrite, colite e…sinusite. Stefano Archinà, ha svolto un lavoro davvero eccezionale. Riesce a tirar fuori il fior fiore degli arbitri, motivati, allenati, competenti e professionali. Questo a nostro avviso può fare strada, perché non solo conosce il regolamento, ma specialmente lo applica. Soprattutto perché, abbia coraggio da vendere, carattere e personalità. Sa dosare il dialogo costruttivo con le panchine e con i calciatori in campo. Rispetta il ruolo della stampa. I nostri lettori di sempre, sanno che in passato abbiamo avuto un durissimo braccio di ferro, se non rapporti tempestosi con gli arbitri e con i commissari vari. Almeno, con una parte di essi. Con i piccoli corrispondenti, che sono la vera anima del giornale erano intransigenti ed intolleranti. Non volevano nessuno dentro il campo. Si rifiutavano di darci le formazioni ufficiali, che erano quelle che facevano testo. Non era raro, che il giornalista, fosse costretto a seguire le partite sotto la neve, col vento e con la pioggia. Non sempre era incomprensione, equivoco, incomunicabilità. Spesso c'era prevaricazione, prepotenza, tracotanza, ma anche ignoranza. Poi però, con l'avvento del professore Nino Cosentino e di Saverio Mirarchi, alla direzione della Lega Calcio-FIGC le cose sono migliorate. Sebbene il ducetto, che si veste d'autorità, non manchi mai da nessuna parte. Tuttavia, anche il presidente dell'AIA calabrese, Stefano Mirarchi ed i suoi più stretti collaboratori, hanno svolto selezioni intelligenti, puntando sull'atletica e sulla teoria, ma anche sulla psicologìa, sull'aggiornamento, sugli stages
Il tabellino di Dosa
Condofuri-Laureanese 1-1 (domenica 23 febbraio 2014, a Melito Porto Salvo)
CONDOFURI:Minniti 7, Favasuli 10, Nicolò 8, Nucera M. 8 Larnè 8, Nucera A. 8, Mafrici B 8, Brancati 8, Follìa 9, Paviglianiti 10, Modafferi 9
In panchina: Paone, Altomonte, Mafrici C., Neri
Sostituzioni: Piacentini, Rodà, Nucera F.
Allenatore, Demetrio Brancati 8
Presidente, Chilà Antonio 9
Laureanese: Romeo 8, Mazzotta 8, Garcea 8, Fida 8, Careri 9, Furfaro 8, Soscara 8, Cannatà 9, Gentile 8, Pancano 10, Fioriti 9
In panchina, Mandaglio, Ocello, Làmari Davide, Làmari Mattia, Fùruli
Sostituzioni, Barreca, Cuppari
Allenatore, Giuseppe Perna 8
Presidente, Andrea Prossamariti 9
Marcatori, 5 s.t. Favasuli, 15 s.t. Cuppari
Arbitro, Nicola Minio di Catanzaro, 10
Note, ammoniti, Favasuli, Larnè, Mafrici B, Nucera F. per il Condofuri; Careri, Cannatà per la Laureanese. Espulso, Piacentini del Condofuri
Angoli 5-10, rimesse laterali 14-16, punizioni 13-15
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