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PALERMO: OPERAZIONE CONGIUNTA CARABINIERI E POLIZIA DI STATO: ARRESTATO RAPINATORE SERIALE. ORA TOCCA AI COMPLICI DELLA RAPINA IN DANNO DEL BANCO DI SICILIA DI ALTAVILLA MILICIA (PA).

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LEGIONE CARABINIERI SICILIA

Comando Provinciale di Palermo

 

POLIZIA DI STATO

Questura di Palermo

 
PALERMO: OPERAZIONE CONGIUNTA CARABINIERI E POLIZIA DI STATO: ARRESTATO RAPINATORE SERIALE. ORA TOCCA AI COMPLICI DELLA RAPINA IN DANNO DEL BANCO DI SICILIA DI ALTAVILLA MILICIA (PA).

 

Stamani il Nucleo Investigativo dei Carabinieri e la Squadra Mobile di Palermo Sezione V, hanno tratto in arresto MINEO Dionisio,palermitano 23enne, volto noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti specifici, accusato di rapina aggravata in concorso in danno di un istituto di credito della provincia.

I fatti risalgono al 13 febbraio 2013 quando, alle 15:00 circa, tre soggetti, uno dei quali travisato, accedevano all’interno dell’agenzia del Banco di Sicilia di Altavilla Milicia, con il chiaro intento di perpetrare una rapina.

Due dei malfattori scavalcavano il bancone, spingendo da parte un cliente intento ad effettuare un’operazione e spostando con violenza l’impiegato dell’unica cassa, frugando nei cassetti aperti ed intimandogli di aprire quelli chiusi a chiave.

Il terzo rapinatore rimaneva all’interno del salone di cassa, con il compito di gestire eventuali reazioni dei clienti, fra i quali una giovane coppia con una bambina di quattro anni, tranquillizzandoli sul fatto che, se non avessero opposto resistenza, non gli sarebbe stato fatto del male. Quest’ultimo, sfruttando la sua esperienza criminale, individuava fra gli impiegati il direttore e, dopo averlo afferrato per un braccio, gli intimava di aprire la cassaforte.

Una volta appurato che la cassaforte non poteva essere aperta in quanto temporizzata, i tre malfattori si impossessavano dei contanti custoditi nei cassetti (circa 2.000 dollari americani e pochi euro) e si dileguavano velocemente, facendo perdere le loro tracce.

Le indagini, svolte nell’immediatezza dei fatti dai Carabinieri della Stazione di Altavilla Milicia, consentivano di acquisire le descrizioni dei rapinatori e permettevano di ricostruire la dinamica dell’evento delittuoso. La successiva e più approfondita comparazione degli elementi raccolti nel corso delle prime indagini, hanno consentito agli investigatori della squadra antirapina dei Carabinieri e della Squadra Mobile, di identificare MINEO Dionisio, nel rapinatore  che si era occupato di tenere a bada la clientela e che poi aveva minacciato il direttore. L’identificazione è stata possibile grazie al confronto della descrizione fornita dalle vittime con le foto segnaletiche di pregiudicati in possesso agli investigatori ed anche dal confronto del modus operandi del MINEO, simile ad altre rapine da lui commesse.

L’Autorità Giudiziaria, concordando quindi con i risultati delle investigazioni, tenendo conto della spiccata pericolosità sociale del MINEO Dionisio, nonostante la sua giovane età, disponeva la misura cautelare in carcere.

L’arrestato, è stato associato presso la Casa Circondariale di Palermo all’Ucciardone.

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Squadra Mobile di Palermo continuano, al fine di identificare gli altri due giovani complici della rapina.

Palermo, 27 febbraio 2014

 




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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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Melito Porto Salvo assediata dalla spazzatura (diossina) e dall'amianto (polveri sottili)

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Inceneritori fai da te a cielo aperto sulla pubblica via e diossina a perdere. Come se non bastasse la distesa di ondulati all’amianto (Eternit), che ricopre i tetti della cittadina di Tiberio Evoli, Pietro Panuccio e Bruno Spatolisano, che producono micidiali polveri sottili, tumori e leucemie; con buona pace di tutti i responsabili, sindaci, assessori, consiglieri, pezzi della società civile, commissari ecc.; le antenne radiotelevisive e telefoniche; le discariche pubbliche e controllate, private ed incontrollabili, anonime e clandestine
MELITO PORTO SALVO,(RC) LA SPAZZATURA AUMENTA A VISTA D’OCCHIO E PURTROPPO ANCHE GL’INCENDI, CHE SPRIGIONANO DIOSSINA, UNO DEI PIÙ TERRIBILI CANCEROGENI, CAUSA DI TUMORI E LEUCEMIE
Domenico Salvatore

Sono anni ed anni che li preghiamo in ginocchio, li scongiuriamo, li imploriamo, li supplichiamo di non bruciare la spazzatura dentro i cassonetti ed anche quella esterna. Inceneritori a cielo aperto, privati. Un buco nell’acqua. Dentro, ci sono le medicine scadute, la plastica, il vetro, la carta, i cibi scaduti, i residui biologici e tutto il resto. Una bomba ecologica, che bruciando sprigiona la famigerata diossina. È davvero incredibile la faciloneria di certi incoscienti ed irresponsabili, ma non chiamateli killers urbani, che mettono a repentaglio la propria salute, se non la stessa vita e quella dei loro stessi parenti amici e conoscenti. Ma i piromani, non ci ascoltano. Se la ridono sotto i baffi. Vanno a ruota libera ed a briglia sciolta. Senza freni morali, né inibizioni. Intanto, la gente muore e finisce al cimitero a turn-over. Città, sempre più piccole; cimiteri, sempre più grandi. C’è poi, un altro “nemico pubblico numero uno”: l’amianto; non fa dormire sonni tranquilli agli ambientalisti ed ai salutisti. Abbiamo fatto il giro della città e non c’è angolo di Melito, che sia libero dalle grinfie dell’amianto. La sindrome di Stoccolma, ha colpito qualcheduno, che ignorando i pericoli ed i danni, li aveva installati. Comunque, l’amianto in Italia è divenuto fuori legge dal 1992. I commissari fanno finta di non capire o di non sentire. Ce l’hanno proprio davanti la distesa ondulata. Anzi dietro, sulla Via Roma. 

Uno spiffero di letale polvere sottile, potrebbe colpire anche i loro polmoni, se non prendessero le dovute precauzioni. E stavolta, non possono rispondere come Rhett Butler a Rossella O’Hara…”Francamente me ne infischio”, nella scena finale di “Via col vento”. Cassonetti in fiamme, ma non siamo a Melito di Napoli. Siamo a Melito di Reggio Calabria. Ci telefona un cittadino della Via Sbarre (Via Nazionale):”Stanotte c’è stato il solito ripugnante incendio della spazzatura e ci sono state raffiche di esplosioni sotto il mio balcone. La diossina s’è infilata sotto il mio balcone e non ho potuto prender sonno per il puzzo nauseabondo e disgustoso; un olezzo schifoso e rivoltante, che ha bombardato le fosse nasali, sino a giorno fatto. Ha preso fuoco anche una cabina dei telefoni, andata completamente distrutta, da cui provenivano miasmi, fetori e tanfi irrespirabili. Si rischia la salute, se non la vita. Questi, sono …teppisti dei sogni. Ma non quelli di “Piccolo Fiore”…”Piccolo fiore/dove vai/perche' vai in giro/per il mondo/se ti fermassi/solo un momento/ti accorgeresti/che c'e qualcuno/qualcuno che/ti vuole amare/e non ha paura..dell'amore/come tu sai/si puo' soffrire/e qualche volta/si puo' anche morire/come io per te,…/”. Le raffiche erano le bottigliette, che esplodevano, i cartoni, le bombolette spray, le medicine scadute ecc. Quando ha preso fuoco la cabina sembrava di assistere ai giochi di fuoco della Madonna. Quando poi sono intervenuti i pompieri gli odori nauseanti sono aumentati. Ma i VV del FF non hanno colpa alcuna, ovviamente. Hanno compiuto soltanto il loro dovere.

Non aveva tutti i torti Toto Cutugno a cantare Nonno Silvio e la vendemmia e decantare il verde, l’ossigeno e la natura della campagna…”Voglio andare a vivere in campagna/ voglio la rugiada che mi bagna/ ma vivo qui in citta, e non mi piace più/ in questo traffico bestiale/ la solitudine ti assale e ti butta giù/ che bella la mia gioventù/ Voglio ritornare alla campagna/ voglio zappar la terra e fare legna/ ma vivo qui in citta, che fretta sta tribù/ non si può più comunicare/ qui non si può più respirare il cielo non è più blu/ e io non mi diverto più/…”. Ma anche il divino, leggendario Beniamino Gigli, in “Se vuoi goder la vita”…” Una casetta in campagna,/un orticello, una vigna./Qui chi vi nasce vi regna/non cerca e non sogna la grande cittá./Un dolce suon di zampogna/che tanto batte nel cuore./Se vuoi goder la vita/mondo color di rosa,/quest’aria deliziosa/non é l’aria della cittá./Svegliati con il gallo,/specchiati nel ruscello,/bacia la tua compagna/che t’accompagna col somarello./Ogni figliolo è un fiore nato sulla collina,/baciane una dozzina. Oh! Che felicitá./…”. Si muore, O.K.,trapasso biologico, legge di natura, muore chi nasce come diceva Giacomo Leopardi, ma qui, sono decine e decine di decessi per tumore, leucemia, problemi circolatori connessi ecc. Piano piano si formano le centinaia e poi, le migliaia.

 Non sempre è colpa dei …capri espiatori, se non comodi alibi degli esperimenti nucleari o di altro tipo nell’atollo di Mururoa, nel Deserto del Sahara, nelle profondità marine o nei cieli, dentro l’atmosfera. A parte i disastri ambientali e le catastrofi ecologiche, tipo: la diossina di Seveso; la centrale atomica di Fukushima dopo maremoto e terremoto; sull’altare del progresso sfrenato; dell’accecata ossessione per la crescita; del culto dell’atomo; dello sviluppo a tutti i costi, se non …’insostenibile’. Per non parlare della “Sindrome di Minamata”. Una sindrome neurologica, causata da avvelenamento da mercurio, che provoca atassia (progressiva perdita del coordinamento muscolare); parestesia (alterazione della sensibilità degli arti, i particolare la perdita del senso del tatto a livello topico); indebolimento del campo visivo, perdita dell’udito, difficoltà ad articolare le parole, disordine mentale. Paresi. Morte. Nel 1956 gli sversamenti di acque reflue contaminate al mercurio dell’industria chimica Chisso Corporation, hanno prodotto uno dei peggiori disastri ambientali che la storia ricordi.  O la catastrofi del Golfo Persico e del Golfo del Messico…Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, affiliata alla British Petroleum è stato uno sversamento massiccio di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. 

Lo sversamento, fonte Wikipedia, è iniziato il 20 aprile 2010 ed è terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio che ancora galleggiano sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino. È il disastro ambientale più grave della storia americana. Disastri ambientali negli USA, in Gran Bretagna e Francia, in Cina, Pakistan, Corea ecc. che danneggiano la catena alimentare connessa con l’uso del pesce; che finisce sulla nostra tavola. Tutto questo mentre la polemica sulla centrale a carbone di Saline, ancora non accenna a placarsi. Melito Porto Salvo a rischio salute? Ma non è solo l’Eternit o le antenne telefoniche e radiotelevisive, che converrebbe spostare a monte con un progetto complessivo. Ci sono le discariche legali o abusive, ma anche quelle anonime o nascoste. Homo homini lupus. Machissenefrega della salute?!?!?!Prima il denaro. Pecunia, non olet. Poi c’è la spending review che congela le spese. Comprese quelle, per lo smantellamento dei tetti, smaltimento e bonifica dell’ amianto. Ma, di che stiamo parlando? 

Domenico Salvatore

 

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Rapporto Green Economy 2013 "Un green new deal per l'Italia"

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Fondazione per lo sviluppo sostenibile e ENEA presentano il Rapporto Green Economy 2013

UN GREEN NEW DEAL PER L’ITALIA

 

E’ stato presentato oggi all’ENEA il Rapporto sulla Green Economy 2013: “Un Green New Deal per l’Italia”, curato dallaFondazione per lo Sviluppo Sostenibilee dall’ENEA, e giunto alla sua seconda edizione.

 

Giovanni Lelli, Commissario ENEA, introducendo i lavori ha dichiarato: “La Green Economy può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica, con ricadute di lungo periodo che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente al rilancio dell’industria e dell’occupazione. Una formidabile spinta propulsiva ad un New Deal legato alla Green Economy può venire da una nuova pianificazione urbana che faccia dell’eco-innovazione tecnologica e sistemica il fulcro della trasformazione delle nostre città per offrire una migliore qualità della vita ai cittadini ed un più sostenibile utilizzo delle risorse energetiche e non energetiche. Si tratta di un’opportunità per la nostra industria nazionale che porterà vantaggi e competitività  quanto più sarà in grado di affrontare la sfida tecnologica della trasformazione sostenibile dei propri processi e prodotti. Con l’eco-innovazione si possono trasformare le aree urbane rendendole centri di risultati economici sostenibili e, al contempo, luoghi ideali per la crescita civile dei cittadini.”

 

La prima parte del Rapporto affronta il panorama internazionale, partendo da un excursus storico-economico che, dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri, e fornisce un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall’UNEP e dall’OCSE, le prospettive per l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili.

 

"Anche il Rapporto 2014 , dedicato al Green New Deal - ha dichiarato Edo Ronchi Presidente dellaFondazione per lo Sviluppo Sostenibile - ha fornito analisi e studi a supporto degli Stati Generali della green economy italiana. Durante una delle recessioni forse più lunghe e difficili degli ultimi decenni, investire per innovare, differenziare e convertire prodotti e processi produttivi in chiave sempre più green potrebbe essere una strada per rilanciare il nostro sviluppo. Un forte impulso in questa direzione può venire da concrete iniziative che possono partire , o essere rafforzate, dalle nostre città " 

 

La seconda parte del Rapporto, focalizzandosi sulla realtà italiana, analizza proprio il nuovo ruolo che le città possono avere come volano per uno sviluppo sostenibile. In Italia il 68 per cento della popolazione vive in un ambiente urbano, dove si produce in media il 75 per cento dei rifiuti, e le abitazioni consumano dal 30 e al 60 % in più di energia rispetto alla media UE.

Tale concentrazione abitativa accresce i problemi ambientali, come l’inarrestabile cementificazione con insediamenti distribuiti in maniera frammentata e disordinata sul territorio, e che continua ad occupare aree libere, spesso agricole, al ritmo di 343 metri quadrati all’anno per ciascun italiano.

 

Un Green New Deal che parte dalle città può costituire un quadro di riferimento unitario per interventi coordinati ed integrati a livello sociale, ambientale ed economico. I settori principali per tale approccio, trattati nel Rapporto  sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica, la riduzione del consumo di materiali ed il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, i rapporti tra l’ambiente urbano e quello agricolo, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la riqualificazione delle aree degradate e l’impiego di tecniche e tecnologie tipiche dell’ICT.

 

Il Rapporto si avvale della prefazione di Simon Upton, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’ OCSE, e di Tim Jackson, docente di Sviluppo sostenibile presso l’Università del Surrey.

 

Roma 27 febbraio 2014


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Luigi Palamara
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Riforma Catasto, danno Immediato - Benefici futuri ? Per il settore nessuno. Per l'economia in generale non preventivabili, anzi incerti e dubbi. Assoedilizia

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Approvata definitivamente la delega per la riforma catastale


Riforma Catasto - Danno Immediato -  Benefici futuri ? Per il settore nessuno. Per l'economia generale non preventivabili, anzi incerti e dubbi.



Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:

« Danno immediato perche', pendendo, come spada di Damocle  sulla testa degli investitori del risparmio nei beni immobili, l'idea di questa riforma, che dara' luogo ad un innalzamento repentino delle basi impositive delle diverse imposte accompagnato da misure correttive di dubbia e difficoltosa attuazione, ne mina la fiducia, producendo da subito un disastroso effetto deterrente e dissuasivo.

 Benefici futuri per il settore, nessuno. Per l'economia generale non preventivabili, anzi incerti e dubbi.

Perche' gli immobili che gia' pagano le tasse, fra qualche anno le pagheranno ancor maggiormente; ma l'economia generale del Paese ne uscira' molto probabilmente con le ossa rotte; e cosi di conseguenza anche il fisco italiano risultera' perdente.

C'e' infatti il rischio che questa riforma, modificando radicalmente e repentinamente i criteri di determinazione dei valori catastali imponibili, inneschi a livello nazionale un incontrollabile ed ingovernabile processo di lievitazione dell'imposizione tributaria sugli immobili, tale da generare il tracollo definitivo del settore. »

       A s s o e d i l i z i a
Property Ownwers' Association Milan Italy



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Firmato Protocollo città d'arte

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VALORIZZARE LE CITTA’ D’ARTE SICILIANE
SIGLATO IL PROTOCOLLO D’INTESA


Palermo, 27 febbraio 2014 - L’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Mariarita Sgarlata, e il Segretario generale dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, Ledo Prato, hanno firmato oggi il  Protocollo d’intesa per la valorizzazione delle città d’arte della Sicilia alla presenza di Francesco Giambrone, Orazio Licandro, Alessio Lo Giudice, Maurizio Masone e Cettina Raudino, Assessori alla Cultura delle città di Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento e Noto. 
L’Associazione delle Città d’Arte e Cultura (CIDAC), che associa le principali città d’arte del nostro Paese, ha condotto, insieme al Ministero per i beni culturali e il turismo, un’articolata politica di valorizzazione del patrimonio culturale, dei centri storici, dei musei e delle aree archeologiche. Fino ad ora la Sicilia, e le sue città d’arte, erano rimaste escluse per via della competenza in materia affidata alla Regione. Da oggi, grazie alla firma del Protocollo d’intesa, l’attività di valorizzazione delle città d’arte sarà estesa alla Sicilia, a partire da Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Noto e Ragusa (associate al CIDAC), con criteri e modalità originali non contemplati nel resto dell’Italia. Si tratta di un passo avanti importante che connette la Sicilia con il resto del Paese sul piano della promozione delle città d’arte, attivando politiche e progetti costruiti con la partecipazione attiva della Regione Siciliana e delle città coinvolte, in funzione di una strategia di sistema e di un potenziamento dell’offerta culturale.  

Siamo di fronte a scelte decisive per uno scenario di nuove opportunità, come ha ben evidenziato l’Assessore Sgarlata, ad apertura della conferenza stampa: “nell’imminenza della programmazione europea 2014-2020, assistiamo tutti ad un’accelerazione sul tema delle politiche culturali. La crisi che stiamo vivendo ci costringe, mai come prima, ad essere concreti e a favorire azioni che facilitino la partecipazione culturale attiva come fattore di benessere e coesione sociale nonché traino per l’imprenditoria creativa giovanile”. “Azioni che possono avere effetti sul territorio - prosegue l’Assessore - e che devono intrecciarsi in modo innovativo con le dimensioni più varie della vita economica e sociale, che ci aiutino ad agganciare gli assi della prossima programmazione europea, in sinergia con le Università siciliane e gli enti di ricerca, in grado di coinvolgere soggetti pubblici e soggetti privati, profit e no profit. Questo Protocollo va inteso, quindi, non come un fine ma come un mezzo, come una piattaforme comune e condivisa per le città siciliane d’arte e cultura già associate - Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Ragusa e Noto – e per quelle che potranno associarsi nel tempo per concertare politiche di valorizzazione, sia nel breve ma soprattutto nel medio e lungo periodo; nel breve con la legge Destinazione Italia (art. 13, comma 24) riservato alle città entro i 150.000 abitanti, nel medio e lungo periodo per il nuovo ciclo 2014-2020. Particolare importanza riveste l’articolo 9 del protocollo, piani strategici di sviluppo culturale, perché impegna gli amministratori locali e la Regione a definire strategie e obiettivi comuni”.

Nel presentare il Protocollo d’intesa il Segretario generale dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura Ledo Prato ha messo in evidenza la necessità di approfittare di questo strumento per favorire il processo verso la creazione di un sistema integrato fra offerta culturale e turistica, concertata fra tutti i soggetti coinvolti - senza distinzione di proprietà - “perché”, dice Prato “al turista non interessa sapere se va a visitare un museo civico, regionale o diocesano” – con lo scopo di aumentare la visibilità, purtroppo ancora scarsa, che hanno le pur numerose città siciliane (61 su 185 città d’arte). Questa concertazione potrebbe consentire anche una adeguata calendarizzazione degli eventi, evitando la dispersione delle risorse in troppe - e spesso non adeguatamente fruite – manifestazioni: basti pensare, ricorda il Segretario, che “la Fondazione Venezia, nella sua ricerca Le mostre al tempo della crisi, ha appena censito 8460 mostre in tutta Italia fino a dicembre 2013, alcune delle quali aperte per una settimana o con pochissimi visitatori”. Il Protocollo può diventare, inoltre, uno strumento utile a mettere in moto un “meccanismo virtuoso in grado di attingere a varie linee economiche di finanziamento, come quella di Destinazione Italia, 500 milioni di euro rivolte alle città entro i 150.000 abitanti”.
Dopo Ledo Prato è stata la volta degli Assessori alla Cultura firmatari del Protocollo. 
Francesco Giambrone, Assessore al Comune di Palermo, ammette come sia arrivato il momento, per le città siciliane di assecondare la richiesta, da parte dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, di creare “quella sinergia fra tutte le istituzioni territoriali che finora è mancata, frutto del buon senso e della ragionevolezza”, importante per le città di Palermo, Monreale e Cefalù soprattutto alla luce della candidatura dell’itinerario bizantino-arabo-normanno all’UNESCO.

La medesima possibilità di cooperare in sinergia per rafforzarsi nelle strategie culturali è stata evidenziata da Cettina Raudino, Assessore al Comune di Noto: “da soli non riusciamo ad andare lontano; dobbiamo stringerci e dimostrare grande senso di responsabilità”.
Dello stesso avviso anche l’Assessore di Siracusa Alessio Lo Giudice che ha voluto ricordare le due candidature a Capitale Europea della Cultura di Palermo e Siracusa come un momento di grande progettualità che “ci ha consentito di presentarci come città vive, entrate in circuiti relazionali che possono avere effetti diretti nel reperimento di risorse e fondi. La costituzione del Distretto del Sud Est, del coordinamento dei Siti Unesco, di quest’ultimo protocollo consente la realizzazione di un’offerta compatta all’interno del network delle nostre città d’arte, dal momento che l’attrattività di un territorio è alimentata dalla capacità di fare sistema. Speriamo - conclude Lo Giudice - che i nostri sforzi possano produrre un piano integrato dell’offerta culturale siciliana”. 
“Le prospettive di questo progetto” interviene l’Assessore di Catania Orazio Licando “sono sovralocali: è questa la fase in cui bisogna vincere un irresponsabile campanilismo e contrastare la crisi economica, politica, morale e culturale. La nuova politica culturale, a Catania, ha già prodotto un incremento del 30% di visitatori e incassi grazie all’apertura con orario continuato dei musei civici e ad un fitto calendario di manifestazioni che dimostrano l’impegno e la partecipazione anche dei cittadini”.

Maurizio Masone, Assessore di Agrigento, ha chiuso la conferenza stampa, prima della firma del Protocollo: “Non si possono condurre vite separate sul territorio. Cultura e turismo sono la chiave, la prospettiva dei prossimi decenni. I prossimi finanziamenti si vinceranno se la Sicilia fa sistema”.


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Condanna penale per chi utilizza un nickname fasullo per molestare in chat il vicino di casa

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Condanna penale per chi utilizza un nickname fasullo per molestare in chat il vicino di casa.Ricorre il reato di sostituzione di persona di cui all’articolo 494 del codice penale

 

Può essere condannato penalmente ai sensi dell’articolo494 del codice penale colui che utilizza l’utenza telefonica con uno pseudonimo collegato a un nome di fantasia per molestare un'altra persona.

Per la Cassazione penale, infatti, integra il reato di sostituzione di persona la condotta di chi utilizzando un nickname che rimanda al nominativo di una persona inesistente, occulta la sua identità per molestare, tramite messaggi in chat, alcuni destinatari inseriti nella sua “black list”.

A stabilirlo la sentenza n. 9391 pubblicata ieri 26 febbraio che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” porta all’attenzione del pubblico per invitare a fare attenzione ed evitare che un comportamento ricorrente da quando si sono diffuse chat, messaggerie istantanee e social network sia ripetuto per le conseguenze spesso sottovalutate che possono macchiare la propria fedina penale.

I giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte, hanno infatti, rigettato il ricorso di un’imputata già condannata dalla Corte d’appello di Palermo per il reato di cui all’articolo 494 del codice penale per avere, al fine di commettere reato di molestia e disturbo alle persone, indotto in errore una persona, utilizzando un nickname di fantasia.

Il giudice dell’appello aveva evidenziato come lo pseudonimo virtuale fosse intestato a una società di intrattenimento telefonico presso cui aveva lavorato l’imputata nel periodo contestato e rinviava a generalità fittizie.

Era stato provato oltre ogni ragionevole dubbio, peraltro, che l’autrice dei messaggi e degli annunci molesti fosse stata la condannata, non avendo alcun rilievo l’assenza di qualsiasi motivo di risentimento nei confronti della famiglia molestata dedotta dalla difesa, come dimostrato dal memoriale in atti a firma della ricorrente «da cui si rileva come fosse legata da rapporti tutt’altro che amichevoli con la famiglia da molestare, vicini di casa destinatari e vittime della condotta criminosa, inseriti al primo posto in un elenco di nemici».

I giudici di legittimità ritengono, quindi valide le conclusioni del giudice del merito. Il primo motivo è inammissibile perché deduce questioni di merito circa la valutazione del materiale probatorio operata dalla Corte di merito, «che ha valorizzato, per un verso, le risultanze che hanno condotto a identificare nella ricorrente, che era solita utilizzare le generalità fittizie e il nickname, l’autrice degli annunci molesti e, per altro verso, l’atteggiamento non amichevole nei confronti dei vicini di casa desumibile dal loro inserimento al primo posto nella “black list” nel memoriale a firma dell’imputata. La valutazione della Corte di merito è, dunque, coerente «rispetto ai dati probatori richiamati e sulla base di una linea argomentativa immune da cadute di consequenzialità logica, in quanto espressione di un apprezzamento dei vari indizi analitico e correttamente collocato nel quadro di una loro valutazione globale».

 




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MANCUSO INCONTRA I SINDACI DEL REVENTINO E CHIARISCE I MOTIVI DELLA MOMENTANEA CHIUSURA DELL'UCCP

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ASP CATANZARO: IL DG MANCUSO INCONTRA I SINDACI DEL REVENTINO E  CHIARISCE I MOTIVI DELLA MOMENTANEA CHIUSURA DELL’UCCP

(ASP) – Catanzaro, 27 febbraio 2014 – Il Direttore generale dell’Asp di Lamezia Terme, Dott. Gerardo Mancuso ha incontrato questa mattina i sindaci dei Comuni del Reventino, per  spiegare i motivi che hanno portato alla sospensione delle attività dell’UCCP, Unità complessa di cure primarie, del medesimo distretto sanitario, dopo che si erano verificate alcune procedure irregolari nella gestione delle attività.
Il Dott. Mancuso, affiancato dal Dott. Giovanni Paladino, Direttore del Distretto del Lametino e del Reventino, ha riferito ai sindaci: “Abbiamo dovuto necessariamente notificare alle autorità giudiziarie quello che è accaduto e, per i reati d’ufficio, mettere in atto delle attività che sono sospensione, verifica e poi determinazione. Esattamente questo abbiamo fatto, perché non si può pensare che L’UCCP sia la seconda repubblica, cioè la seconda azienda sanitaria della provincia di Catanzaro, perché ci sono fatti delicati che attengono alla sicurezza assistenziale che sono in capo all'Azienda e solo all'Azienda. Quindi ovviamente io non potevo non prendere provvedimenti. In questa storia i sindaci sono assolutamente fuori perché hanno aderito ad una iniziativa che avevano condiviso con me, quindi sono in buona fede, hanno agito nell'interesse dei cittadini desiderosi di offrire un nuovo servizio di prossimità'. Questo stato di cose mi ha fatto ovviamente prendere una decisione che è quella di attivare immediatamente l’indagine, notiziare la Procura e sospendere le attività. Io credo che sia stata una procedura di buon senso, significa che un amministratore che vuole vederci chiaro deve per forza agire in questo modo. Questo non significa che aboliamo l’UCCP del Reventino, questo significa che dopo aver risolto le questioni, e io penso che nel mese di marzo si risolveranno, riapriremo di nuovo l’UCCP e però con un assetto organizzativo diverso, perché, consentitemi la franchezza, non si può tollerare che si ricada nello stesso errore del passato. Non si capisce perché le altre UCCP funzionano in maniera meravigliosa, quella di Lamezia ha già fatto registrare risultati importanti, abbiamo dei dati statistici per poter affermare che si sono ridotti i ricoveri impropri, si sono ridotti i codici bianchi, sulle altre contiamo di avere lo stesso risultato, mentre sul quella del Reventino si sono avuta tanti problemi. Da parte mia vi è la estrema disponibilità a risolvere rapidamente le questioni e riaprire l’UCCP, però con una organizzazione puntuale, perché quello che è accaduto è un fatto molto grave. ““Avere i sindaci qui è un grande onore – ha tra l’altro dichiarato Mancuso - con i quali mi sono sempre confrontato anche in momenti particolarmente critici e che insieme abbiamo superato. Si apre l’UCCP compatibilmente con gli accertamenti che sono in corso. L’UCCP si fonda su un principio, che le attività vengano concentrate su un solo luogo fisico, e non sul territorio. Sui punti prelievo noi abbiamo intenzione di far partire un nuovo servizio territoriale, che consentirà di avere in ogni paese un punto prelievo nell’arco di 4-5 mesi, con una frequenza settimanale o mensile, e proprio per venire incontro delle persone non autosufficienti, così assicuriamo questo e anche un altro servizio, quello della telecardiologia, cioè nella guardia medica o in un ufficio comunale noi faremo un punto dove di può registrare un elettrocardiogramma e avere la risposta immediata di un cardiologo. Servizi che cercheremo di capillarizzare il più possibile”.
I sindaci dei Comuni di Carlopoli, Conflenti, Decollatura, Martirano, Martirano Lombardo, Motta S. Lucia, S. Mango D’Aquino e Soveria Mannelli, hanno ringraziato il Direttore generale per aver convocato questo incontro chiarificatore, manifestando la propria disponibilità a collaborare con l’Azienda sanitaria per ripristinare la normalità e far ripartire le attività dell’UCCP, nel rispetto del contratto siglato.
Il sindaco di S. Mango d’Aquino, Chieffallo, nel rivolgersi al Dott. Mancuso ha affermato “Ti ringraziamo a nome di tutti i sindaci per la tempestiva convocazione che tende a chiarire questi aspetti che tu hai ben messo in evidenza. Il lavoro improbo a cui tu sei preposto e che stai svolgendo con grande attenzione in un mare magnum che è questo della sanità, pieno di mille contraddizioni, lo stai svolgendo con grandissimo zelo e grande intelligenza e partecipazione”.
Nel suo intervento il sindaco di Decollatura, Cardamone ha detto: “Grazie direttore, capisco che sono stata quella che ha fatto più rumore, però per noi a Decollatura questa sanità territoriale è partita così bene che è stato un fulmine a ciel sereno aver saputo che non c’era più. Logisticamente è eccezionale che ci sia il poliambulatorio dell’Asp, il cittadino, tra l’altro la media della popolazione anziana è di 65 anni. C’è stata una partecipazione, una condivisione altissima, finalmente anche la Calabria ha fatto un progetto buono. Però così sono state penalizzate le fasce deboli della popolazione. È giusto che l’autorità giudiziaria faccia il suo corso e chiarisca ciò che è avvenuto. Ci sono varie forme: dal commissariamento alle sostituzioni, ma non sospendere il servizio. C’è una condivisione istituzionale e si possono superare certe problematiche amministrative e giudiziarie”.
“Vi devo ringraziare tutti per gli interventi – dice ancora il Direttore generale dell’Asp - per quello che avete detto e anche perché mi avete dato una chiave di lettura sul perché l’UCCP del Reventino non è partita in maniera adeguata. Uno dei motivi è perché è stata presentata come un servizio territoriale, e così non è. l’UCCP si fonda sul luogo fisico dove concentrare una serie di attività, quindi non ci possono essere attività al di fuori di quel luogo fisico, a meno che non siano attività autorizzate per sicurezza dall’Asp. Se c’è un attore che in questa situazione non ha avuto nessuna responsabilità sono i sindaci, desiderosi di dare servizi ai territori".

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Luigi Palamara
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Edilizia scolastica. Al via la collaborazione Comune-Federlegno per progettare le prime scuole in legno

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Rozza: “L’Amministrazione apre alla bioedilizia: edifici ecocompatibili, antisismici e costruzioni più veloci”

Milano, 27 febbraio 2014 – Milano sceglie la bioedilizia, con la progettazione e la costruzione delle prime scuole in legno. Prende il via oggi la collaborazione tra il Comune e FederlegnoArredo con un accordo firmato dal sindaco Giuliano Pisapia e dall’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza. Obiettivo: introdurre nell’edilizia comunale un modello di edifici diffuso in particolare nel nord Europa, che garantisce quattro vantaggi: velocità di costruzione, sismo-resistenza, risparmio energetico e sostenibilità economica. Da parte di Federlegno è previsto un supporto tecnico, a titolo gratuito, nella progettazione delle prime opere di edilizia scolastica in città.

“L’accordo sottoscritto oggi nasce dalla volontà di sperimentare nuove idee e nuove opportunità in un settore importante come quello dell’edilizia scolastica, garantendo al tempo stesso i più alti standard qualitativi e funzionali. Nei prossimi anni potremo dare ai nostri bambini scuole più sicure, antincendio, antisismiche, più rispettose dell’ambiente e, perché no, anche più belle realizzate in tempi più brevi”, dichiara il sindaco Giuliano Pisapia.

“Milano oggi compie una scelta di campo per la bioedilizia con una joint venture pubblico-privato che ci consente di fare un investimento per il futuro. Con questo accordo di collaborazione, i tecnici dei Lavori pubblici acquisiranno il know how per l’edilizia in legno, con benefici per l'ambiente e tempi di realizzazione più rapidi. Inizieremo con le scuole, ma vogliamo arrivare anche all’edilizia abitativa”, afferma l’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza.

Diversi i vantaggi delle scuole in legno rispetto a quelle tradizionali costruite in laterizi e cemento. In primo luogo i tempi di realizzazione, drasticamente ridotti: secondo uno studio dei tecnici del Comune, ad esempio, la costruzione di un edificio in legno di 15 classi richiederebbe 8 mesi contro i quasi due anni di una scuola tradizionale. Altro vantaggio, la maggiore funzionalità: è possibile infatti modificare rapidamente la composizione delle aule e la stessa organizzazione degli ambienti interni.

Anche sotto il profilo ambientale ci sono evidenti benefici: ogni metro cubo di legno utilizzato in sostituzione di un altro materiale da costruzione è in grado di immagazzinare 0,9 tonnellate di CO2, un risultato che si ottiene anche quando è impiegato per costruire un edificio. Inoltre il legno è un materiale isolante al punto da garantire, nell’edilizia scolastica, un risparmio sul piano energetico di circa il 40 per cento rispetto alle strutture tradizionali.

I primi progetti di bioedilizia saranno inseriti nel bilancio di previsione del 2014: in particolare sarà ricostruita la scuola di via Viscontini. Qualora arrivassero i fondi per l’edilizia scolastica del governo, la priorità è per le 27 scuole costruite negli anni ‘70-’80 con prefabbricati di durata trentennale che, ormai, devono essere sostituiti.

“È con piacere che sottoscriviamo un accordo con l’amministrazione comunale per incrementare la diffusione di edifici a struttura in legno a uso scolastico, per dare servizi alla città risparmiando risorse e creando spazi sicuri. Anche alla luce del piano scuole annunciato dal premier incaricato Matteo Renzi:  un programma straordinario  per l’edilizia scolastica. Grazie alla lungimiranza del Comune, a Milano istituzioni e tessuto imprenditoriale giocano d’anticipo. Con  l’impegno dell’ufficio tecnico dell’Area Legno della federazione, che affianca quotidianamente le imprese per risolvere le criticità che possono emergere sia con la committenza privata che pubblica”, dichiara il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero.  

Il legno, dunque, come soluzione per vivere meglio e per garantire un futuro migliore alle giovani generazioni. Utilizzato in larga misura in Nord Europa e Nord America per gli edifici pubblici e privati, da alcuni anni trova anche in Italia applicazioni sempre più frequenti. Per Milano è l’occasione di rinnovare il patrimonio di edilizia scolastica, in parte obsoleto, anche in vista di Expo 2015.

"Da sempre lavoriamo per promuovere la tipologia costruttiva in legno, evidenziandone le peculiarità in termini di sismo-resistenza, risparmio energetico, e sostenibilità. Ad oggi gli edifici a struttura di legno rappresentano l’eccellenza costruttiva delle imprese italiane, anche alla luce dell’esperienza positiva fatta nei momenti della ricostruzione post sisma in Emilia”, commenta Emanuele Orsini, presidente di Assolegno, l’associazione di FederlegnoArredo che raccoglie le più importanti imprese italiane specializzate in edilizia in legno.

In allegato il rendering e alcune immagini della scuola in legno di Finale Emilia realizzata con la collaborazione di FederlegnoArredo 


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La Polizia di Stato di Reggio Calabria unitamente alla Capitaneria di Porto hanno tratto in arresto un cittadino francese resosi responsabile del furto di una barca a Vela

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La Polizia di Stato di Reggio Calabria unitamente alla Capitaneria di Porto hanno tratto in arresto un cittadino francese resosi responsabile del furto di una barca a Vela

Nel dettaglio: 

durante la mattinata di ieri 27 febbraio 2014, personale della Squadra Nautica e dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima incardinate nell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria, veniva avvisato, da personale di servizio di vigilanza all’interno della “Darsena” - Porto di Reggio Calabria che, presumibilmente durante la precedente notte, era stata rubata una importante imbarcazione del valore di oltre 100.000 euro. 

Immediatamente e senza alcuna soluzione di continuità, venivano presi contatti con il V° Reparto Volo della Polizia di Stato e con la Direzione Marittima - Guardia Costiera di Reggio Calabria, per coordinare l’immediata ricerca del natante. 

L’immediata attività investigativa sviluppata, consentiva di indirizzare le ricerche verso il settore a sud del Porto di Reggio Calabria, con un raggio di ricerca esteso per 60 miglia nautiche, considerando che la tipologia di imbarcazione rubata poteva mantenere al massimo una velocità di crociera pari a 7 nodi (miglia/ora). 

Alcuni documenti rinvenuti facevano presuppore che il malfattore avesse intrapreso la rotta verso il nord Africa.

Ciò valutato, l’elicottero del V° Reparto Volo veniva informato del settore di ricerca, ed alle ore 10.00 il veicolo con sigla radio “Poli 112”, decollava iniziando la perlustrazione. 

Alle ore 10.15, l’unità ricercata veniva individuata  nel “punto nave” avente le seguenti coordinate 37:54.6 N; 015:40.2 E. 
Immediatamente l’equipaggio della Squadra Nautica a bordo dell’unità denominata “P.S. 1243” e l’equipaggio dell’unità C.P. con denominazione “801”, mollavano gli ormeggi e si dirigevano sul punto dell’avvistamento localizzato a circa 3 miglia nautiche al largo di Saline Joniche (RC). 

Alle ore 10.45, l’imbarcazione rubata, veniva abbordata e il personale salito a bordo, con l’osservanza di tutte le norme di sicurezza, immobilizzava e traeva in arresto un cittadino francese occupante della barca, che non opponeva alcuna resistenza. 

Dopo un’accurata perquisizione della barca per verificare se vi fossero altre persone nascoste e/o armi, l’arrestato veniva trasbordato sull’unità 1243 della Polizia di Stato, mentre l’imbarcazione oggetto del furto veniva trainata dall’unità 801 della Capitaneria di Porto. 

Il personale rimasto in porto, durante tali fasi provvedeva a rintracciare, avvisare ed invitare in ufficio il proprietario del mezzo nautico che sporgeva denuncia di furto. 

Il cittadino francese BENZIANI Farid nato a Roubaix (Francia) classe ’78,veniva tratto in arresto per il delitto di cui all’art. 624 c.p. nell’ipotesi aggravata di cui all’art 625 c.7 c.p. per essersi impossessato dell’imbarcazione a vela modello ELAN 333 con motore ausiliario, Nominativo “KIKA”, esposta alla pubblica fede in quanto ormeggiata nella darsena del Porto di Reggio Calabria fin dal precedente 16 febbraio.

Ignote le ragioni sottese all’insano gesto mentre l’arrestato, con l’ausilio di un interprete di madrelingua francese, forniva fantasiose ricostruzioni dell’accaduto ora al vaglio degli inquirenti.

Un’azione sinergica di salvaguardia della sicurezza della navigazione con gli attori in campo pronti a fornire contributi precisi, dettagliati e concreti.

Reggio Calabria 28.02.2014


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La "mission impossible" di Matteo Renzi

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Sono stupito e spaventato della grande ondata di critiche che si è abbattuta su Matteo Renzi. Ha cominciato Eugenio Scalfari che qualche settimana fa aveva scritto una sorta di endorsement in favore del nuovo segretario del PD, subito corretto con un irritato articolo di condanna che ricordava la polemica contro il peggior Berlusconi. Al momento della investitura di Napolitano, Scalfari sembrava essersi arreso di fronte alla necessità, per ricadere poi  in un giudizio che assomigliava più ad un pregiudizio, che non ad un ragionamento.

Alcune critiche sono giustificate, altre sono inevitabili, ma il tono acceso ed il disprezzo non si capiscono.     Le critiche sia di sinistra, sia da destra sono, con una certa incoerenza rivolte a dati di costume: la giovinezza, la sfacciataggine, l’inesperienza, l’accento fiorentino (la favella toscana, ch'è sí sciocca nel manzonismo de gli stenterelli ), le mani in tasca, l’i-pad, la fretta, la velocità, i sogni.

Ma come è possibile? Non erano queste le qualità della giovane generazione? Non era quello che sapeva parlare al cuore delle persone del suo partito? Non era il documentatissimo studioso dei fenomeni sociali e politici della Leopolda?

L’accusa più pesante? Renzi sarebbe antidemocratico. Un carattere autoreferenziale potrebbe anche averlo, ma ricordiamoci che solo un anno fa ha perduto delle elezioni primarie, ha fatto doverosamente un passo indietro (e perfino uno dei discorsi politici più belli degli ultimi trenta anni),e si è rimesso a fare il Sindaco come doveva. Infine l’accusa più devastante e fratricida: quella di essere un piccolo Berlusconi che per un’incoercibile simpatia si è alleato con Berlusconi.

Ma il precedente governo non era basato su un accordo con Berlusconi, voluto e certificato da Napolitano? Ma la speranza ambiziosa di una nuova legge elettorale non auspicava un accordo anche con le opposizioni per realizzarsi? Perché quello che sembrava necessario dieci mesi fa è oggi diventata una nefandezza morale?

Fra i tanti rimproveri il più giustificato sembra essere quello di aver pugnalato Letta. Credo che tutti siamo rimasti un po’ colpiti da quella serie drammatica di eventi: l’annuncio della riunione della direzione del PD, il colloquio con Napolitano, l’approvazione della svolta a grande maggioranza del PD, l’investitura di Napolitano, la più rapida conclusione della formazione di governo e della fiducia, che la storia repubblicana ricordi. È stato tutto facile, fatale, veloce, da sembrare persino brutale.

(Io stesso ho narrato, di aver scritto un articolo sulle ragioni per le quali Renzi non avrebbe fatto cadere il governo Letta e di averlo dovuto buttare, superato dagli eventi!)

Noi tutti ci siamo chiesti se questa fretta era nel carattere di Renzi o nel giudizio di Napolitano, o semplicemente nelle cose. Non c’è dubbio che il passaggio era prevedibile, e forse necessario, dopo l’accordo con Berlusconi sulla legge elettorale. Era la stessa legge elettorale che il Ministro Quagliarello rimaneggiava da mesi dichiarando apertamente che non aveva nessuna intenzione di portarla a termine, che si imponeva per necessità. Forse non è azzardato dire che è stato il mancato zelo a fare la legge elettorale che in realtà ha pugnalato Letta.

Infine, più stupefacente di tutte, la opposizione della minoranza del PD. Civati ondeggia fra voto di fiducia e scissione. Fassina annuncia il comportamento tipico dei partecipanti al gioco “Affari tuoi”, quello di andare “pacco per pacco”, né più né meno di quello che annuncia la Lega. L’incontro fra Bersani e Letta che doverosamente si recano a votare, che sarebbe stato un’icona della disciplina repubblicana, diventa un simbolo della libertà conculcata, a causa di disgraziate, insopportabili, maledette e fascistissime primarie.

A questo punto  succede in tutti qualcosa di straordinario. Scalfari scrive: “Speriamo che Renzi ce la faccia, per il bene dell’Italia”; Bersani dice con generosità: “Aiutiamolo, ne ha bisogno!”; tutti gli oppositori dicono: “E’ l’ultima risorsa. Dopo di lui c’è Grillo!”. Ma come è possibile? Se questo è vero ed io credo che lo sia, come mai c’è un’ondata così foriera di sciagure, che trova Renzi insopportabile?

Ieri si è tenuta a Roma, al solito ed indispensabile Istituto Sturzo, una riunione affollata e commossa a causa degli avvenimenti che ho cercato di descrivere . Il tema sembra letterario, filologico, archeologico eppure è un tema scottante: quello riassunto dalla famosa questione centro-sinistra o centro sinistra (senza trattino).

Ricorderò per i disattenti che, nella gestazione dell’Ulivo, ci furono due correnti di pensiero, di per sé non molto distanti, ma per forza di cose distanti negli obiettivi futuri. La questione era se il centro sinistra fosse una nuova formazione politica o se invece fosse un’alleanza fra due gruppi, due identità che si alleavano su un programma politico di attualità, rimanendo divise. Appunto: il centro-sinistra (col trattino).

Follini nell’esporre il problema ricorda una definizione del centro che fu di Cossiga: “Distinto dalla sinistra e distante dalla destra”. Nello stesso tempo ricorda la difficoltà del centro di collaborare con una sinistra assediata da quello che Lenin chiamava “la malattia infantile dell’estremismo”. L’Italia, paese antico, conservatore per necessità storica, paralizzato dalle pur tuttavia splendide sedimentazioni delle sue troppe culture,  si muove solo con il connubio (come lo chiamò Cavour) del centro avveduto e riformatore con la sinistra colloquiante e progressiva.

Fu l’arma di Cavour, fu la soluzione post-risorgimentale di De Pretis, fu il tentativo riformista di Giolitti (a cui non mancò il soccorso dei redivivi cattolici), fu il Centro-sinistra, la grande operazione politica della prima Repubblica, condotta in porto da Rumor, fu il grande tentativo di Moro che Rodano aveva chiamato con fantasia “compromesso storico”. Tutti i periodi di crescita e di avanzamento sono nati con questo metodo. Tutte le catastrofi italiane sono nate dal fallimento di questo metodo.

Il fallimento è sempre provocato dalla natura “padrona” di una destra con la mentalità degli eserciti d’occupazione stranieri  che per secoli governarono l’Italia, che può vincere solo per il terrore causato da un sinistra terrorista.   

Quando centro riformista e sinistra di governo non trovano l’accordo, emergono i  Crispi, con la catastrofe di Adua, i nazionalisti con la guerra di Tripoli, i fascisti con la loro violenza paramilitare. Il processo di sviluppo italiano promosso dal Centrosinistra fu interrotto con l’assassinio di Moro, a cui seguì una lunga malattia incurata ed incurabile, a cui non bastò la rivoluzione del 1992. Al fallimento del centro-sinistra che si chiamò Ulivo, succedettero Berlusconi e la sua catastrofe economica. La storia ama ripetersi.

A Renzi si chiede una “mission impossible”: fare un sinistra-centro in un periodo in cui non esiste più il centro, per il cedimento dei cattolici sedotti dalla destra. Ciononostante Renzi ce la deve fare, con i suoi meriti e con i suoi difetti.

Bartolo Ciccardini


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"La bellezza ci salverà". Incontro sulla bellezza di Reggio Calabria

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Dostoevskij nel suo celebre romanzo L’idiota, scriveva “la bellezza salverà il mondo”, questo concetto viene espresso più volte dal principe Miskin protagonista del romanzo che non pronuncia mai questa frase direttamente, ma ogni volta gli interlocutori la riferiscono per sentito dire: “è vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?”
Per chi non avesse letto il romanzo, il protagonista è un principe che appare sin da subito buono, troppo buono, un salvatore, e quindi la bellezza viene associata al bene, ancora oggi spesso accade così, di conseguenza se bellezza è uguale al bene, il brutto è uguale al male. Ma sarà vero che la bellezza possa salvare il mondo?
Si augurano di sì e sono convinti che ciò possa accadere, i ragazzi dell’associazione culturale “Start Out”, che ieri pomeriggio presso la Sala Conferenza del palazzo della Provincia di Reggio Calabria, hanno organizzato una conferenza-dibattito dal titolo “La bellezza ci salverà. Oltre il degrado per una Reggio bella e possibile”. «La bellezza ci salverà è un’affermazione», come ha spiegato Franco Arcidiaco «io avrei messo un punto interrogativo, ma i giovani non hanno voluto, perché sono convinti sia così, quindi vuole essere un segno di speranza» ed ha poi aggiunto «ho avuto più volte l’opportunità di andar via, ma non sono mai riuscito a staccarmi definitivamente da questa terra che è la mia terra». Arcidiaco ha anche citato una dichiarazione dell’attuale Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia che per molti anni ha militato a Reggio ottenendo numerosi risultati contro la criminalità organizzata reggina, Roberto Pennisi che parlando di Reggio disse: “Sino a quando questa città avrà l’aspetto esteriore di un centro abitato appena sottoposto a bombardamento, e non si capirà che ciò è stato voluto ed è voluto dalla ‘ndrangheta proprio perché anche guardandosi intorno il cittadino non avesse la sensazione di essere tale, né sentisse alcuno stimolo per diventarlo, ancora una volta dovremo ripetere di aver fallito”. Oggi per fortuna ci sono molti giovani che amano la loro terra e che non voglio andarsene, ma vogliono cambiarla. 
Il tema del dibattito appare mai attuale come adesso dato il degrado in cui versa la nostra città: non solo a causa dei cumuli di spazzatura che troviamo per le strade, ma anche e soprattutto per le numerose abitazioni non finite e per le opere pubbliche non compiute e lasciate al degrado. 
Numeroso il pubblico presente che ha ascoltato con partecipazione i numerosi interventi. A coordinare i lavori, Franco Arcidiaco, editore della Città del Sole edizioni e Gaetano Giandoriggio, segretario dell’associazione “Start Out”. 
Ad aprire l’incontro un video tratto dal film “I cento passi”: «non ci vuole niente a distruggere la bellezza, bisogna aiutare la gente a riconoscerla, a difenderla» dice Peppino Impastato. Ed è vero: i reggini non si rendono conto della bellezza della loro città, perché danno per scontato il panorama che hanno sullo Stretto di Messina, ma nulla deve essere dato per scontato, soprattutto nella nostra città dove tutti sono pronti a distruggere anziché costruire. 
Ad intervenire il professore del dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Daniele Colistra, il quale ha dichiarato «il terremoto del 1908 ha distrutto la città, nei cento anni che si sono susseguiti non sono stati apportati miglioramenti, anzi viviamo ancora come se fosse un continuo terremoto». 
A parlare anche la professoressa Francesca Saffioti, che insegna filosofia e storia al liceo di Locri e che presso Architettura dell’Università Mediterranea, insegna Estetica, la quale ha dichiarato «la salvezza è legata etimologicamente all’incontrarsi, è una potenzialità e le città che si affacciano sul Mediterraneo rispecchiano l’intreccio dell’incontro tra spazio privato e spazio pubblico» ed ha poi proseguito «mitologicamente la bellezza è figlia della povertà, è necessario ritrovare la bellezza laddove è residuale, la nostra città è piena di ricchezze, la bellezza è anche comportamento etico che implica la condivisione con gli altri, non è un canone è una relazione». 
Marcello Sestito professore di Composizione architettonica presso il Dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea, ha affermato che «sì la bellezza ci salverà. Ma chi salverà il bello? Chi produce il bello».
L’artista reggino Umberto Lo Presti, che ha tenuto una mostra in questi giorni presso il Palazzo della Provincia, ha fatto presente che anche se ci sono numerosi mostri architettonici, si possono utilizzare diversamente, rendere belli «Messina, è stata oggetto di ricostruzione dal degrado, attraverso la street art». La street art, arte di strada o arte urbana, è arte che si manifesta in luoghi pubblici con le tecniche più disparate, sembra un buon modo per abbellire le nostre città. 
Si è parlato anche delle recenti dichiarazioni di Gian Antonio Stella al Festival di Sanremo «ha ragione Monsignor Giancarlo Bregantini che è stato vescovo di Locri a lungo che dice che un ragazzo che cresce in un posto brutto è più facile che cresca brutto, le mafie hanno bisogno del brutto, del degrado, dell’immondizia, perché se tu vivi in un posto che già è un orrore dal punto di vista paesaggistico senti meno l’orrore del degrado anche morale, etico, il degrado estetico deve essere accompagnato, riscattarlo vuol dire riscattare tutte e due le cose». Diverse le opinioni da parte dei presenti, ma c’è da dire che il problema principale dei reggini è che quando qualcuno tocca la nostra terra, ci arrabbiamo, ma noi possiamo criticarla, possiamo parlare male, possiamo distruggerla.
Presente anche Tonino Perna, attuale assessore alla cultura di Messina, originario di Reggio Calabria, professore di Sociologia economica presso l’Università di Messina e di Istituzioni di economia presso Architettura dell’Università Mediterranea, che Arcidiaco ha definito «specialista in missioni impossibili». Perna ha dichiarato «noi abbiamo fatto di tutto per distruggere i nostri luoghi, Reggio è l’unica città dove vi è questo senso del non finito, ma bisogna capire che si può migliorare un posto. Si può ripartire con un piano di riqualificazione anche dove vi è degrado».
I giovani ci credono, per questo motivo forse sarebbe necessario che i cittadini reggini, iniziassero ad essere più sensibili, a non abbandonarsi al degrado, ma ad agire, magari iniziando a finire le abitazioni non finite, a non gettare le carte per terra, a raccogliere gli escrementi dei propri cani, forse c’è bisogno di sensibilizzare la cittadinanza al culto della bellezza. È vero che la politica per certi versi è assente, ma laddove non arriva la politica, il cittadino può arrivarci da solo, la nostra città ha molte potenzialità, ma sembra che il cittadino reggino, faccia di tutto per oscurarle.


Valentina Raffa


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Attrattivita' delle citta' italiane legata anche alla varieta' ed alla ricchezza dell'offerta artigianale - Artigianato bene da tutelare e difendere.

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L'attrattivita' delle citta' italiane e' legata anche alla varieta' ed alla ricchezza dell'offerta artigianale.

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  Salvaguardia negozi, artigianato, tradizioni

Le piccole e piccolissime imprese – negozi, laboratori, botteghe di artigianato – rappresentano non solo il più importante settore di produzione e occupazione della Lombardia e del Paese, ma anche il mezzo di mantenimento di una tradizione di mestieri trasmessi da padre a figlio, da anziano a giovane,  e quindi di cultura, fonte di attrattività per gli stranieri. 

Non crediamo che i milioni di visitatori attesi per Expo esauriranno il loro interesse con la visita agli orti e facendo il giro in barca sulla, ridotta, via d’acqua.

Intenderanno soprattutto ammirare l’enorme patrimonio artistico-museale-monumentale e accorrere nei punti vendita della produzione artigianale, dalla moda agli alimenti,  disseminati nei cento e cento negozi delle nostre città, che ancora resistono alla macchina stritolatrice dei super e degli ipermercati.

E’ quindi nell’interesse generale opporsi a un sistema burocratico e ottuso che penalizza le piccole attività e non favorisce l'attivita' artigianal-commerciale legata alla logica dell'economia della famiglia.

Dalle miriadi di permessi necessari per aprire un’attività commerciale alle penalizzazioni degli operatori tributari dei quali, se pure è accettabile ed anzi auspicabile un sempre maggior impegno contro l’evasione, diventa difficile capire certe logiche.

Ma non solo.

Si registra una crisi in particolare per i settori ristorazione, moda e turismo.

Nel 2013 si e' avuto un saldo negativo di 30.000 esercizi, con la perdita di almeno 90mila posti di lavoro.

Per crearsi un posto di lavoro i giovani diventano imprenditori.   

Però durano poco: dopo 3 anni si e' chiuso il 30% delle imprese del commercio, il 40% nel turismo.

Secondo l’Istat, nel 2013 la riduzione delle vendite a valore è stata la più grave da quando è disponibile l'indice.

Considerando i dati al netto dell'inflazione, per quanto riguarda i consumi commercializzabili, il 2013 appare negativo almeno quanto il 2012, che fu l'anno del record storico del crollo dei consumi nel Paese.

E' la combinazione di questi due dati consecutivi che fa del passato biennio lo spartiacque tra la grande crisi, che speriamo stia finendo, e un periodo di faticosa risalita che può essere messa da subito in discussione dall'assenza di provvedimenti incisivi sul fronte fiscale .

E' assolutamente prioritario intraprendere un'azione di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese utilizzando una frazione rilevante delle risorse derivanti, tanto dalla lotta all'evasione, quanto dalla riduzione dei costi e degli sprechi nella pubblica amministrazione, per il taglio delle aliquote dell'Irpef. 

 
Foto: Achille Colombo Clerici pres. Istituto Europa Asia

     Istituto Europa Asia
    Europe Asia Institute



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COSENZA.CARABINIERI.SGOMINATA BANDA DI RAPINATRICI RUMENE; NARCOTIZZAVANO ANZIANI E SI IMPOSSESSAVANO DEI LORO AVERI

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“COSENZA: SGOMINATA BANDA DI RAPINATRICI RUMENE: NARCOTIZZAVANO ANZIANI E SI IMPOSSESSAVANO DEI LORO AVERI”

Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Stazione Carabinieri di Cosenza Principale hanno eseguito, su disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza, un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di LACATUS Rodica, rumena, classe 1971, pregiudicata e un Fermo di indiziato di delitto a carico di CIURAR Elena Geta, classe 1978, rumena, pregiudicata, per il reato di rapina aggravata. Una terza complice, individuata e gravata da analogo provvedimento restrittivo, si è resa irreperibile.
Le indagini, avviate nel mese di gennaio di quest’anno, hanno posto fine a una serie di inquietanti situazioni: rapine ai danni di anziani, i quali venivano derubati anche dei propri abiti e abbandonati per strada, in stato di incoscienza, il tutto “sapientemente” architettato da un gruppo di donne.
  Il modus operandi era sempre lo stesso: dapprima, avvicinare le vittime, accuratamente selezionate tra uomini di una certa età, disponibili a trascorrere qualche momento di intimità, in cambio di piccoli regali. Dopo aver ottenuto la fiducia dell’uomo, con l’aiuto di una complice, la ragazza invitava la vittima di turno in una zona defilata, offrendole da bere una bevanda, al cui interno erano state aggiunte sostanze narcotizzanti; mentre l’uomo perdeva di colpo conoscenza, le ragazze lo “ripulivano” di quanto in suo possesso: orologi, denaro contante, bracciali, catenine, cellulari, carte di credito…per poi abbandonarlo. 
Nel corso della medesima operazione, personale della Polizia di Stato di Cosenza ha, inoltre, proceduto all’arresto di una quarta donna, anch’essa gravata da analogo provvedimento restrittivo in ragione dei medesimi fatti: ROSTAS FRAGA ANA, rumena, classe 1987, pregiudicata.
Le indagini sono state coordinate dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Cosenza, Dott. Antonio Bruno TRIDICO e Dott. Salvatore DI MAIO, diretti dal Procuratore Capo, Cons. Dario GRANIERI.
Le donne, al termine delle formalità di rito, sono state tradotte presso la casa circondariale di Castrovillari. 
   

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Presentato il circolo NCD "Giovane Reggio", tanta la voglia di mettersi in gioco

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Giovedì 27 febbraio 2014, presso i locali del Cafè Noir di via Tommaso Campanella in Reggio Calabria ed alla presenza di un folto numero di partecipanti, ha avuto luogo la presentazione ufficiale del Circolo NCD “Giovane Reggio”.

 

Il Circolo NCD “Giovane Reggio” abbraccia in pieno i valori del Nuovo Centrodestra e desidera mettersi in gioco, concretamente ed in prima persona, in un momento storico così delicato per la nostra Città ed il nostro Paese. Il Circolo nasce da un’idea coraggiosa e propositiva. L’idea di alcuni ragazze e ragazzi che, uniti dagli stessi valori e dalla stessa passione, hanno deciso di mettere in campo le loro competenze e la loro professionalità al servizio della collettività, del bene comune. I soci fondatori del movimento politico, tutti accomunati dalla giovane età, rappresentano vari settori ed interessi. Tra loro, infatti, troviamo studenti, impiegati, liberi professionisti, esponenti del terzo settore.

 

Nel corso dell’evento, il Circolo ha presentato il proprio Consiglio Direttivo, così composto:

 

·         Presidente: Dott. Nicolino D’Ascoli;

·         Vicepresidente: Dott. Domenico Francesco Meduri;

·         Segretario: Sig. Gaetano D’Agostino;

·         Tesoriere: Dott. Saverio Antonio Valentino;

·         Responsabile della comunicazione: Dott. VincenzoRomeo;

·         Responsabile eventi e manifestazioni: Sig. Giovanni Capria;

·         Responsabile Politiche “Rosa”: Sig.ra Angela Corda;

·         Responsabile adesioni e tesseramenti: Sig. Giuseppe Giordano.

 

In qualità di soci fondatori, inoltre, fanno parte del circolo NCD “Giovane Reggio”: Sig. Francesco Nucera, Sig.ra Alessia Scarfò, Sig.ra Alessia Fiume, Sig.ra Aurora Capria.

 

I ragazzi hanno le idee chiare e, difatti, hanno già presentato la loro prima iniziativa per la città di Reggio Calabria: la riqualificazione della Villa Comunale, vero e proprio patrimonio da troppo tempo abbandonato ad uno stato di degrado che non le appartiene quando, invece, ben potrebbe rappresentare un “salotto all’aria aperta, pronto ad accogliere la popolazione reggina e ad offrirle un punto di ritrovo e di aggregazione come pochi ve ne sono in città e che le ultime generazioni non hanno avuto il piacere di vivere allo stesso modo in cui è stato vissuto dalla Reggio dei decenni passati.


 

                     I soci fondatori


Dott. Vincenzo Romeo, Responsabile della Comunicazione per il Circolo "Giovane Reggio"



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Palmi: completati i lavori di riqualificazione del mercato coperto

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Questa mattina sono stati completati i lavori di riqualificazione del Mercato Coperto: in particolare la struttura è ora dotata di servizi igienici a norma, compreso il servizio per i disabili, sono state abbattute le barriere architettoniche, tutti i locali adibiti alla vendita dei prodotti del settore alimentare sono stati adeguati alla normativa europea, predisponendo tra l’altro i canali di scolo per i banchi dedicati alla vendita del pescato e ripristinando gli intonaci e la piastrellatura.
Anche gli esterni sono stati, in parte, riqualificati, provvedendo anche a mettere in sicurezza la palma posta all’ingresso dell’area mercatale.
A breve seguirà la verifica di conformità dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Successivamente si procederà al monitoraggio dei box assegnati, dei box disponibili da assegnare previo bando pubblico e dei posteggi per la vendita di prodotti ittici.
Soddisfazione è stata espressa dal Sindaco Giovanni Barone che ha ringraziato “gli uffici competenti per l’assoluta rapidità nella risoluzione di una criticità che, alla luce del particolare contesto socio-economico, richiedeva efficienza ed attenzione. Si è trattato di una operazione silenziosa ma importante”.
L’Assessore alle Attività Produttive ed al Commercio Giuseppe Isola ha inteso ringraziare, in particolare, “i commercianti che hanno compreso le ragioni dell’Ente comunale, cooperando e collaborando al superamento dei disagi che giocoforza di sono creati nei confronti dell’intera cittadinanza. Oggi disponiamo, finalmente, di un mercato coperto a norma ed accogliente.”.


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SCUOLA - Troppi alunni lasciano i banchi prima dei 16 anni, siamo terzultimi in Europa

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SCUOLA – Troppi alunni lasciano i banchi prima dei 16 anni, siamo terzultimi in Europa: grave errore ridurre di un anno le superiori

In Sardegna e Sicilia è record: abbandona troppo presto un ragazzo su quattro (il 25%), mentre la media europea è del 12,8% e in diversi paesi dell’Est si arriva anche al 5%.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): si continua a perpetrare la stessa politica che negli ultimi sei anni ha fatto ridurre il tempo scuola dei nostri alunni di un sesto. Se il Governo Renzi vuole puntare sul rilancio dell’istruzione non segua l’apertura del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, alla cancellazione dell’ultimo anno della secondaria di secondo grado. Le vere armi per combattere la dispersione sono l’elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni e il rilancio dell’alternanza scuola-lavoro.

SCUOLA – Troppi alunni lasciano i banchi prima dei 16 anni, siamo terzultimi in Europa: grave errore ridurre di un anno le superiori

 

In Sardegna e Sicilia è record: abbandona troppo presto un ragazzo su quattro (il 25%), mentre la media europea è del 12,8% e in diversi paesi dell’Est si arriva anche al 5%.

 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): si continua a perpetrare la stessa politica che negli ultimi sei anni ha fatto ridurre il tempo scuola dei nostri alunni di un sesto. Se il Governo Renzi vuole puntare sul rilancio dell’istruzione non segua l’apertura del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, alla cancellazione dell’ultimo anno della secondaria di secondo grado. Le vere armi per combattere la dispersione sono l’elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni e il rilancio dell’alternanza scuola-lavoro.

 

In Italia la dispersione scolastica si conferma a livelli altissimi: anche se tra il 2004 e il 2012 il fenomeno si è ridotto, ad oggi la quota di giovani che interrompe precocemente gli studi rimane del 17,6 per cento, il 20,5 tra i ragazzi e il 14,5 tra le ragazze. Tanto è vero che siamo terzultimi in Europa. A sostenerlo, attraverso un dettagliato report, realizzato su dati Istat, è oggi la rivista specializzata Orizzonte Scuola. Che si sofferma sul gap a livello nazionale tra Nord e Sud, con Sardegna e Sicilia a guidare la classifica degli abbandoni prematuri con percentuali vicine al 25%.

 

Per comprendere il grave ritardo rispetto all’Europa, basta dire che nel 2012 il valore medio dell’indicatore nell’Ue27 si è attestato al 12,8%. Con alcuni Paesi dell’Est, come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia, che vantano quote particolarmente virtuose: addirittura attorno al 5 per cento. Inoltre, con quali prospettive l’Italia si avvicina al 2020, quando, secondo le indicazioni di Bruxelles, la dispersione scolastica massima di ogni Paese dovrebbe essere del 10%?

 

Preso atto di questo ritardo particolarmente grave, Anief-Confedir reputa illogico che il nuovo corso del Miur, attraverso le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha parlato di “modello internazionale” da importare, sia orientato a ridurre di un anno il percorso formativo della scuola superiore: trasformare l’attuale sperimentazione, oggi concessa a nove istituti, in una organizzazione da far adottare all’intera filiera scolastica sarebbe un errore imperdonabile. Anche perché occorre ricordare che la stessa sperimentazione è viziata dal mancato via libera, indispensabile per le norme vigenti, del Cnpi. Il quale, nel frattempo, è stato anche fatto illegittimamente decadere.

 

Come già rilevato più volte dal sindacato e ribadito nel corso della conferenza Spendere meno, spendere meglio”, a seguito dei tagli draconiani adottati in Italia negli ultimi sei anni l’orario scolastico dei nostri alunni è stato ridotto di un sesto. Con il risultato che oggi l’Italia detiene il triste primato di proporre un’offerta formativa di 4.455 ore studio nell’istruzione primaria (rispetto alle 4.717 dell’Ocse) e 2.970 in quella superiore di primo grado (rispetto alle 3.034 sempre dell’Ocse), con un tasso di Neet tra i 15 e i 29 anni del 23,2% rispetto al 15,8% dell’Ocse.

 

L’alto tasso di abbandono scolastico che permane nel nostro Paese– commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è la dimostrazione che diminuendo il tempo scuola non si migliora affatto la formazione scolastica. Se il Governo vuole veramente puntare sul rilancio della scuola e ridurre la disoccupazione, che ha raggiunto il 12,9% con un milione di posti persi dal 2008, porti l’obbligo formativo da 16 a 18 anni. E investa finalmente sull’alternanza scuola-lavoro: su stage e tirocini occorre una seria riforma, in modo da costituire dei poli formativi alternativi ai licei”.

 

È avvilente pensare– continua Pacifico – che invece di puntare su questi investimenti, si continui a pensare di ridurre di un anno il percorso della scuola superiore: si tratta di un’operazione anti-pedagogica che non farebbe altro che incrementare la dispersione scolastica. Il tutto per agevolare, è inutile negarlo, il cinico piano ministeriale di soppressione di 40mila cattedre e 50mila posti complessivi: un’operazione che già il Governo Monti aveva quantificato in un risparmio nazionale pari a 1.380 milioni di euro. Producendo su larga scala– conclude il rappresentante Anief-Confedir – quella contestazione che in questi giorni stanno conducendo i docenti di Filosofia, ma anche di Latino e Greco, a cui si vorrebbero già sottrarre le ore di insegnamento”.

 

28 febbraio 2014                                                                  

                                   

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INEDITO Del poeta Antoni Garçia. La tua bellezza è il mio disamore

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INEDITO  Del poeta Antoni Garçia.

Sarà parte integrante del saggio di Pierfranco Bruni su "Antoni Garçia. Poesia, esilio e amore" -

 

 

 

La tua bellezza è il mio disamore

 

Se a dirti addio sono i miei occhi

non osservarli nell’apparenza

e neppure sfogliando i petali del deserto

capiresti soltanto ciò che vedi

nell’istante in cui hai catturato una piega

del mio tempo.

A dirti addio

è il mio amore che ti ho portato

con la dolcezza di una farfalla

e se domandi alla mia voce

una sola parola

non ci sarà rassegnazione

ma semplicemente disamore.

La tua bellezza non tocca più

la mia via

perché sono altro

e sono anche oltre

amore mio

e tu

nonostante

la mia pazienza

sei distanza.

E se tanto ti ho dato

nulla mi riprendo

semplicemente

hai giocato male

la tua partita.

 

(Antoni Garçia)




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Reggio Calabria, Nuova Carboneria Italiana: fermiamo i roghi di spazzatura.

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FERMIAMO I ROGHI DI SPAZZATURA . 

La Nuova Carboneria Italiana, con la collaborazione della costituenda Associazione 

Diversamente Abili Calabria, che sarà parte integrante della stessa, sensibile alle 

numerose sollecitazioni provenienti dalla cittadinanza che segue con attenzione le 

iniziative del Movimento, esprime, attraverso il presente, il proprio dissenso alla 

situazione invivibile che si verifica ultimamente nella città di Reggio Calabria e nella 

Calabria tutta quale conseguenza del continuo accumularsi di spazzatura per le 

strade delle città 

La città colma di tonnellate di spazzatura ormai da troppo tempo, ha suscitato e 

suscita quotidianamente nei cittadini una reazione di intolleranza nei confronti del 

disservizio cui sono sottoposti loro malgrado . 

Rabbia e sconforto prevalgono sulla ragione, e si manifestano attraverso molteplici 

roghi di spazzatura, senza la coscienza dei danni ambientali e biologici che ciò 

comporta. L’ordine dei medici ha dichiarato lo stato di emergenza sanitario, in 

quanto la spazzatura è un veicolo di infezioni le più disparate e, tra le più 

immediate, quelle respiratorie . Ma i danni più gravi sono causati dalla diossina, 

prodotta dagli stessi roghi. Se è certamente giusto dichiarare l’emergenza sanitaria, 

lo è ancor di più informare i cittadini sui danni che si possono causare, 

sensibilizzando le coscienze di chi oggi, accendendo i roghi, pare convinto di avere 

reso un buon servizio alla zona interessata. La diossina è una sostanza inquinante, 

organica e persistente, che si accumula nell’organismo degli animali e in quello 

dell’uomo attraverso molteplici vie. Con il trasporto del vento si deposita nell’acqua 

e nell’erba, entrando nella catena alimentare di ciascuno. Si insedia all’interno del 

nucleo cellulare agendo sulla divisione cellulare e sulla differenziazione. Ciò significa 

che la diossina provoca tumori, tra i quali il linfomi non hodgkin, leucemie acute, 

mieloma multiplo, tumori mammari, tumori epatici, cancro dell’intestino e sarcomi. 

Inoltre, accelera l’evoluzione del tumore già in sito. Agisce sul sistema riproduttivo, 

alterando la fertilità e provocando la nascita di bambini malformati. In passato, una 

situazione identica è stata vissuta a Seveso dove sui cittadini si sono accertati 

diversi casi di acne pustolosa grave , “la cloracne”. Se per svegliare le coscienze di 

chi oggi accende i roghi serve un’informazione volutamente forte, ci rendiamo 

disponibili. Ne consegue che l’azione del rogo doloso, oggettivamente condannabile, 

non deve né può far ricadere le conseguenze sulla salute di chi, coscientemente, si 

astiene da tali azioni. L’utilizzo di mascherine è un consiglio utile per cautelarsi dalle 

probabili infezioni. Notiamo inoltre che durante la raccolta di quel minimo 


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REGGIO CALABRIA. Francese ruba una barca a vela ma viene bloccato in mare da Polstato e Guardia costiera

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REGGIO CALABRIA. Un cittadino francese ha rubato una barca a vela di 33 metri del valore di 100 mila euro dalla darsena del porto, ma è stato individuato poco dopo al largo di Saline Joniche da un elicottero della polizia e bloccato da due motovedette, una della polizia ed una della Guardia costiera. Il protagonista Farid Benziani, 36 anni, di Roubaix, è stato arrestato in flagranza di reato e deve rispondere di furto aggravato. Ieri mattinata, personale della Squadra nautica e dell’Ufficio di polizia di frontiera marittima incardinate nell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, diretto dal vice questore aggiunto Giuseppe Giliberti, è stato informato da personale di servizio di vigilanza all’interno della Darsena del porto che, presumibilmente durante la precedente notte, era stata rubata una importante imbarcazione a vela. Immediatamente e senza alcuna soluzione di continuità, sono stati coinvolti il V Reparto volo della polizia di Stato, al comando del primo dirigente Antonio Molinaro e la Direzione marittima - Guardia costiera, diretta dal capitano di vascello Gaetano Martinez che ha coordinato l’immediata ricerca del natante.

Ciccariello, Giliberti, Molinaro, Raffa, Foti
L’immediata attività investigativa sviluppata, ha consentito di indirizzare le ricerche verso il settore a sud del porto, con un raggio di ricerca esteso per 60 miglia nautiche, considerando che la tipologia di imbarcazione rubata poteva mantenere al massimo una velocità di crociera pari a 7 nodi (miglia/ora). Alcuni documenti rinvenuti hanno fatto presupporre che il malfattore avesse intrapreso la rotta verso il nord Africa. Ciò valutato, il V Reparto volo è stato informato del settore di ricerca, e alle ore 10 un nuovissimo elicottero AgustaWestland AW139, precisamente il “Poli 112”, dotato di tecnologie e avionica di ultimissima generazione, è decollato dalla base di Ravagnese e ha iniziato la perlustrazione. Alle ore 10.15, l’unità ricercata è stata intercettata nel “punto nave” avente le seguenti coordinate 37:54.6 N; 015:40.2 E.
 
Immediatamente l’equipaggio della Squadra nautica a bordo dell’unità denominata “PS 1243” e l’equipaggio della motovedetta “CP 801” della Guardia costiera, hanno mollato gli ormeggi e si sono diretti sul punto dell’avvistamento localizzato a circa 3 miglia nautiche al largo di Saline Joniche. Alle ore 10.45, l’imbarcazione rubata, è stata abbordata e il personale salito a bordo, osservando di tutte le norme di sicurezza, ha immobilizzato e tratto in arresto il cittadino francese, il quale non ha opposto alcuna resistenza. Dopo un’accurata perquisizione della barca per verificare se vi fossero altre persone nascoste e/o armi, l’arrestato è stato trasbordato sull’unità 1243 della Polstato, mentre l’imbarcazione oggetto del furto è stata trainata dalla motovedetta CP 801. Il personale rimasto in porto, ha rintracciato il proprietario della barca a vela che ha sporto denuncia di furto. Al momento sono ignote le ragioni che hanno indotto Farid Benziani a rubare l’imbarcazione. Il cittadino francese, con l’ausilio di un interprete di madrelingua, fornito fantasiose ricostruzioni dell’accaduto ora al vaglio degli inquirenti. Quella portata a termine dalla Polstato e dalla Guardia costiera è un’azione sinergica di salvaguardia della sicurezza della navigazione che ha visto gli attori in campo pronti a fornire contributi precisi, dettagliati, concreti e altamente professionali. I particolari della brillante operazione sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sala “Nicola Calipari” della Questura cui hanno il primo dirigente Antonio Molinaro, il capitano di fregata Demetrio Raffa, il vice questore aggiunto Giuseppe Giliberti, il tenente di vascello Francesco Foti e il commissario capo Anna Maria Ciccariello.

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