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Sequestrati chioschi abusivi sul litorale di Strongoli Marina.

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Strongoli (KR). 10 marzo 2014

Sequestrati chioschi abusivi sul litorale di Strongoli Marina.

Nella mattinata odierna, si è conclusa un’operazione finalizzata alla repressione del fenomeno dell’abusivismo edilizio svolta congiuntamente dai Carabinieri della Stazione di Strongoli e dai Finanzieri della Sezione Operativa Navale di Crotone, con il sequestro di 4 lidi balneari ed un’abitazione privata, tutti insistenti sul demanio marittimo della costa di Strongoli Marina.
I proprietari degli immobili dovranno rispondere di “occupazione abusiva di spazio demaniale”, di “aver eseguito opere in assenza di autorizzazione paesaggistica” e di “deturpamento di bellezze naturali”.
Gli inquirenti, che avevano già avviato un’attività di verifica nei confronti di alcuni immobili insistenti, a stagione balneare ormai conclusa, sul demanio marittimo e nella fascia di rispetto di quest’ultimo, avendo constatato che alcuni di essi erano privi di autorizzazione ad occupare il suolo demaniale, nonché di autorizzazione paesaggistica necessaria poiché ricadenti in aerea tutela, nella mattinata di oggi hanno proceduto all’attività di accesso, operando i sequestri ed irrogando sanzioni amministrative a carico di altri due titolari di chioschi che, tardivamente, rispettavano l’autorizzazione loro concessa, liberando l’area demaniale dagli immobili.

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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Performance di successo per "Plurale Femminile". Popul'Art si esibisce, innova e stupisce

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Cinquefrondi (Reggio Calabria) – Una culla di idee, entusiasmo, tanta sensibilità ed unire talenti si può. Sono questi gli ingredienti di una ricetta che finora si è dimostrata vincente coniugando arte ed attenzione al sociale, soprattutto giovanile. Ne ha dato prova, ancora una volta, il centro aggregativo Popul’Art attraverso la rappresentazione artistica denominata “Plurale Femminile”. Un fermento di iniziative unito alla voglia di fare per rinvigorire un humus culturale per troppo tempo inaridito dai preconcetti disseminati, per giunta, su un terreno abbastanza scivoloso come quello della parità di genere sono stati la molla propulsiva alla realizzazione del progetto riprodotto presso la gremitissima sala-teatro della scuola media statale di Cinquefrondi, location affatto casuale ma assolutamente intenzionale scelta per impiantare fermamente il messaggio del rispetto verso l’universo femminile soprattutto nelle giovani generazioni che vanno formando la neo-società civile. Ed è stato proprio sfruttando l’occasione della ricorrenza in favore delle donne che i ragazzi del centro hanno messo in campo una serie di rappresentazioni tendenti a ribaltare, emancipandola, la figura che fa capo all’altra metà del cielo. «Il nostro intendimento – ha evidenziato la presidente della cooperativa Kalamè incubatore di Popul’Art, Paola Papasidero – è stato quello di ripercorrere a ritroso storico la percezione della donna nelle varie epoche per sottolinearne le contraddizioni oltre che i vari condizionamenti culturali ma allo stesso tempo superare quegli stereotipi retrivi per restituire l’emancipazione sociale alla figura femminile che le spetta nella società». Un impegno importante che ha occupato praticamente tutti i ragazzi attivi in Popul’Art i quali hanno peraltro in parte autogestito una porzione di performance - quelle canore e dei balletti - mentre per la parte della rappresentazione scenico-teatrale sono stati diretti da un meticoloso Angelo Siciliano. Altre significative installazioni quelle collocate all’ingresso dell’istituto, con una mostra fotografica - curata da Peppe Agostino e Paola Papasidero – nella quale sono state riprodotte in imitazione fotografica soprattutto figure di donne notissime ritratte in quadri od immagini famose ed un interessante lavoro di videoarte con riflessi meditativi proposto da Alessandra Montalto. La manifestazione, patrocinata dalla Provincia ha potuto contare sulla presenza oltreché dello stesso presidente Giuseppe Raffa e del consigliere Giuseppe Longo, cinquefrondese doc, anche di un’ampia rappresentanza dell’assemblea cittadina con in testa il vicesindaco Anselmo Scappatura e dei consiglieri comunali Anna Maria Macrì, Angelo Macedonio, Michele Conia, Flavio Loria, Michele Galimi e della segretaria della locale Camera del Lavoro, Michela Tripodi.  

Giuseppe Campisi


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Università. A Milano sette colloqui sulla scienza per scoprire il futuro della ricerca

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Tajani–Cattaneo: ”Bisogna  riportare la ricerca al centro dell’interesse del Paese, sono più di 1.000 i progetti di ricerca realizzati da atenei o istituti milanesi, per un indotto di circa 300 milioni di euro sulla città”

Milano, 10 marzo 2014 – Quali le nuove frontiere delle cure con le cellule staminali? Come si migliorano le terapie oncologiche? Le biotecnologie sono il vero futuro della medicina? Si può invecchiare meglio? A queste e altre domande cercherà di rispondere “Colloqui per la Scienza A Milano” il ciclo di incontri, dal 13 marzo al 19 giugno, per coinvolgere e far scoprire ai cittadini le nuove frontiere della ricerca a Milano e in Italia. A presentare questa mattina, a Palazzo Marino, il programma dei dibattiti l’assessore alla Politiche per il Lavoro, Università e Ricerca Cristina Tajani insieme alla Senatrice Elena Cattaneo dell’Università degli Studi di Milano, realizzato dal Comune di Milano in collaborazione con la Fondazione Beat Leukemia.

“Mettere la ricerca scientifica al centro del dibattito pubblico – ha spiegato l’assessore all’Università e Ricerca Cristina Tajani– è importante poiché centri di ricerca, istituti, università e fondazioni private sono un rilevante fattore di traino economico e occupazionale per tutto il territorio milanese. Sono più di 1.000 i progetti di ricerca realizzati da atenei o istituti milanesi, per un indotto di circa 300 milioni di euro sulla città. Oltre 20 mila quelli nazionali finanziati dall’Unione Europea. Per Milano una posizione di eccellenza che pone gli atenei, gli ospedali e i centri di ricerca milanesi in prima fila sul fronte della ricerca internazionale”.

“La scienza è di tutti, non è patrimonio dei singoli ricercatori ma è patrimonio della collettività, un bene pubblico da tutelare, valorizzare e da raccontare. Mi piace l’idea di pensare alla Milano della Scienza. La nostra città è densa di attività in campo scientifico, nell’ambito delle cellule staminali, malattie oncologiche, neurobiologia e molto altro. Sono convinta che una politica mossa dalla logica e sollecitata dalla cultura possa incidere positivamente anche a livello territoriale”così ha proseguito la Senatrice Elena Cattaneo

Ricco il cartellone dei sette incontri proposto da “Colloqui per la Scienza A Milano” che metterà a confronto le migliori esperienza tra professori universitari, imprenditori, ricercatori, medici e istituzioni nel campo della ricerca nazionale e internazionale.

Il 13 marzo, come apertura dei lavori, si parlerà a Palazzo Marino di “Staminali e medicina rigenerativa” con i contributi, tra gli altri, del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dell’onorevole Lia Quartapelle e dell’assessore Cristina Tajani con la moderazione della Senatrice Elena Cattaneo. Giovedì 27 marzo, a Palazzo Reale, Sergio Dompè introdurrà l’incontro su “Studiare per contrastare il cancro” con i contributi di specialisti dei principali centri di ricerca oncologica milanesi: IEO, Humanitas, Mario Negri e Istituto Nazionale dei Tumori. Il 10 aprile sarà il Museo civico di Storia naturale ad ospitare il terzo incontro sulle “biotecnologie e nuove frontiere della medicina”.

L’8 maggio, a Palazzo Reale, Diana Bracco, AD del Bracco Group, introdurrà il dibattito su “Malattie neurodegenerative e invecchiamento” confrontandosi con i maggiori esperti nel campo della neurologia e geriatria dell’Ospedale San Raffaele e dell’Istituto Carlo Besta. Giovedì 22 maggio al Museo di Storia naturale saranno protagonisti “I farmaci e le frontiere della farmacologia” con Elena Zambon, presidente Zambon Group e medici impegnati nella ricerca di nuovi approcci farmacologici. Il 5 giugno sempre Palazzo Reale vedrà il confronto con l’ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia su “Staminali e cordone ombelicale”, le applicazioni cliniche e le banche pubbliche per la conservazione delle cellule.

Giovedì 19 giugno l’ultimo incontro a Palazzo Marino per parlare delle “Eccellenze e nuove opportunità per l’industria e la ricerca a Milano” con il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini insieme a Umberto Veronesi e Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda per fare il punto sull’innovazione, la ricerca e le biotecnologie quali motori di sviluppo economico e opportunità occupazionali.

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Sovranità nazionale e identità linguistica: da Dante al giurista Alfredo Rocco di Micol Bruni

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Sovranità nazionale e identità linguistica:

da Dante al giurista Alfredo Rocco

 

di Micol Bruni

 

 

La lingua è un bene culturale di una Nazione chiamata Patria? Siamo in punto di diritto, ma il diritto di uno Stato ad identificarsi come Nazione passa inevitabilmente attraverso la difesa, la valorizzazione e la conoscenza, nei “tempi di un vocabolario sommerso” che attraversa le diverse età delle società, di una eredità, che oltre gli elementi antropologici e storici, che è data dalla lingua.

La lingua ha sempre avuto la funzione di focalizzarsi come identità. Le lingue, sommerse o meno, formano la lingua che ha una comunicazione valoriale e una partecipazione nei processi che sono stati storici, sono modelli contemporanei, sono realtà che si formano in un linguaggio che diventerà linguaggio comune.

Ma il rapporto tra Storia e Nazione, oltre ad una visione, ripeto strettamente antropologica e storica, crea un legame che si centralizza nella “istituzione” di una lingua che viene definita ufficiale.

In tal senso è da considerarsi un bene culturale, in quanto è patrimonio identitario, ma è un bene culturale come principio fondante in un articolato intrecciarsi di atti e di fatti che conducono, appunto, ad un impatto comunicativo.

La lingua è, dunque, un processo valorizzante anche in una chiave di lettura che pone come ragione di un principio di appartenenza un territorio. La lingua, infatti, è un territorio. Ed essendo tale è una realtà politica in cui il senso geografico assomma le voci diversificanti per definirle in una comune attrazione.

Da Dante a Manzoni l’identità italiana si è sottoposta a costanti verifiche della ragione. La lingua di Dante non è quella di Manzoni, per il semplice fatto che si è consumata una visione geo-politica dei tessuti storici e antropologici, che si sono incastrati nel comunicare del popoli. Un  tale comunicare è diventato un mosaico di civiltà.

Se Dante resta un punto di riferimento, riferimento mutevole nei fatti e nelle geografie, Manzoni ha ceduto, quotidianamente, ai processi cangianti della parola come essenzialità di diritto. Il “De Monarchia”, scritto e letto in latino, trova la sua chiave interpretativa, anche in una dialettica politica, ne “Il Principe” di Machiavelli.

La ragione della storia diventa l’assimilabile processo tra lingua e storia in una dimensione in cui la ragione dell’affermazione di una identità è ragione dell’identità in progress.

Il bene culturale, applicato come patrimonio identitario della lingua, diventa ragione del diritto identitario. Il limite tra la lingua come espressione di un vocabolario e la lingua come ragione di diritto di una Nazione non può viversi se non dentro la vera giurisprudenza di una “proprietà”, mai contesa ma sempre condivisa, tra il concetto di popolo e il concetto di Patria nella fusione di una idea di Nazione.

Mi sembra che occorre ritornare su tali questioni che non riguardano più la mera analisi testuale, in letteratura, che va da un mal letto Dante e un cattivo digestivo alla Calvino (la cui leggerezza e il suo sentiero dei ragni leggeri ha portato macerie linguistiche), e in giurisprudenza da Cicerone al giurista Alfredo Rocco e in filosofia da Seneca a Gentile.

La lingua non è solo uno strumento. È l’azione con la quale si identifica una Patria. Si continua a leggere male Dante e a proporlo peggio con l’obsoleta analisi del testo. Cosa è l’analisi del testo in una società multilinguistica come la nostra? Come è possibile applicare il “codice” del “De Monarchia” se non si passa attraverso il Machiavelli della realtà linguistica anche attraverso moduli politici? E allora è giusto considerare la lingua un bene culturale, ma il bene culturale è un patrimonio e il patrimonio è il pater che si lega costantemente al figlio.

La lingua va salvata ma non vanno temuti le “anarchie” linguistiche della cultura contemporanea. Soltanto non avendo timore, Dante potrà parlare del suo tempo con il suo linguaggio da profeta veggente. Tutto ciò è necessario soprattutto se si considera la lingua come la vera ragione del diritto di una Nazione. Ma tra diritto della ragione e ragione del diritto la lingua è la vera e unica Istituzione di una sovranità nazionale.

 




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BARLETTA: DUE FERMI DEI CARABINIERI PER L'OMICIDIO DEL ROMENO TROVATO IN UNA FOGNA IL 6 MARZO SCORSO

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BARLETTA: DUE FERMI DEI CARABINIERI PER L’OMICIDIO DEL ROMENO TROVATO IN UNA FOGNA IL 6 MARZO SCORSO.

 

 

I Carabinieri della Compagnia di Barletta e del Nucleo Investigativo di Bari hanno eseguito due fermi d’indiziato di delitto a carico di due tunisini, di 55 e 37 anni, senza fissa dimora, individuati come possibili autori dell’omicidio del 27enne romeno Popa Petru Marinel, il cui corpo è stato trovato lo scorso 6 marzo nella rete fognaria adiacente alla SS 170 Barletta-Andria.

I primi riscontri medico legali hanno permesso di ricostruire la probabile dinamica della morte del ragazzo, il cui corpo, reso quasi irriconoscibile dai diversi giorni di permanenza nella fogna, risulterebbe colpito da più coltellate.

I sospetti si sono da subito addensati su due conoscenti della vittima, tunisini senza fissa dimora che vivevano in una baracca non lontana da luogo del ritrovamento del corpo. Sentiti dai carabinieri e dal Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta, hanno fornito dichiarazioni contrastanti. Determinanti anche le dichiarazioni dell’ex ragazza della vittima che ha ricostruito gli ultimi momenti di vita del giovane romeno, il quale avrebbe avuto una violenta discussione con i due tunisini, forse per contendersi una baracca dove passare la notte.

 

 




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PALERMO: SORPRESO A SPACCIARE A "CRUILLAS", ADDOSSO AVEVA UN APPUNTO CON NOMI E ALIAS DI PRESUNTI ACQUIRENTI E DEBITORI. PUSHER ARRESTATO DAI CARABINIERI.

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PALERMO: SORPRESO A SPACCIARE A “CRUILLAS”, ADDOSSO AVEVA UN APPUNTO CON NOMI E ALIAS DI PRESUNTI ACQUIRENTI E DEBITORI. PUSHER ARRESTATO DAI CARABINIERI.

 

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione Resuttana Colli nel corso di un servizio antidroga organizzato tra i quartieri della periferia cittadina, traevano in arresto LOMBARDO Carmelo, 24enne palermitano, disoccupato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La pattuglia stava transitando in via Brunelleschi, quando notava nei pressi di un esercizio commerciale, due giovani intenti a parlare tra loro. I due alla vista dell’auto dei Carabinieri si davano a precipitosa fuga in direzioni opposte. Nell’immediatezza, un militare scendeva dall’autovettura di servizio, inseguendo uno dei due giovani e bloccandolo in prossimità della vicina via Barisano da Trani, mentre, l’altro riusciva a far perdere le proprie tracce dirigendosi verso in Viale Michelangelo.

Il fermato veniva identificato in LOMBARDO Carmelo, 24enne palermitano, che a seguito di perquisizione personale veniva trovato in possesso, di un cofanetto in ferro con all’interno sei dosi di sostanza stupefacente del tipo “hashish” e la somma contante di € 65. Inoltre, in una delle tasche del giubbotto, i militari dell’Arma, rinvenivano un foglio di carta, con scritto a mano una serie di nomi di persone e un numero accanto. Tra questi, alcuni erano cancellati, altri invece ancora ben visibili, una sorta di “foglio mastro”. Si desume che, verosimilmente, questi nominativi e alias, siano i presunti “clienti e/o debitori” del LOMBARDO.

Nello specifico:

ü40 Carlo.-----------//

ü20 Vicè.-----------//

ü5 Maurizio.-----------//

ü5 Fiore.-----------//

üToni 5.-----------//

üGennaro 10.-----------//

üBalatone 5.-----------//

üAndrea 5.-----------//

üManuele 5.-----------//

L’interessato, pertanto accompagnato in Caserma per le procedure di rito, sulla scorta delle  indagini dei Carabinieri svolta nella flagranza del reato di spaccio, LOMBARDO Carmelo su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, in attesa di processo.

La sostanza stupefacente sequestrata, sarà inviata al L.A.S.S. del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, al fine di stabilire l’esatto principio attivo della stessa.

Palermo, 11 marzo 2014

 




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ISTRUZIONE - Scuole tagliate, illegittimo per Tar e CdS dimensionamento operato da Regioni in ultimi due anni

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ISTRUZIONE – Scuole tagliate, illegittimo per Tar e CdS il dimensionamento operato dalle Regioni negli ultimi due anni

Queste le motivazioni dei giudici che bocciano i tagli attuati per il 66,5% al Sud e nelle Isole, dove è più alto il tasso di dispersione scolastica (solo nel 2012 cancellate in maniera illegittima 1.567 sedi autonome): attuazione di una norma incostituzionale (Legge 111/2011) e contro il parere contrario delle consulte provinciali. Dovevano invece essere rispettati i criteri del D.P.R. 233/98. Annullati anche a fine primo quadrimestre i decreti d’individuazione dei dirigenti scolastici-dsga e del personale sovrannumerario, nonché l’assegnazione dei codici meccanografici.

Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario organizzativo Confedir) lo aveva denunciato nel settembre 2012 e nel gennaio 2013, scrivendo anche di suo pugno ai Governatori. Ma invano. Poi, nell’ottobre 2013 aveva chiesto modifiche al decreto legge sulla scuola. Ora l’ultima parola passa sempre più ai tribunali. 

ISTRUZIONE – Scuole tagliate, illegittimo per Tar e CdS il dimensionamento operato dalle Regioni negli ultimi due anni

 

Queste le motivazioni dei giudici che bocciano i tagli attuati per il 66,5% al Sud e nelle Isole, dove è più alto il tasso di dispersione scolastica (solo nel 2012 cancellate in maniera illegittima 1.567 sedi autonome): attuazione di una norma incostituzionale (Legge 111/2011) e contro il parere contrario delle consulte provinciali. Dovevano invece essere rispettati i criteri del D.P.R. 233/98. Annullati anche a fine primo quadrimestre i decreti d’individuazione dei dirigenti scolastici-dsga e del personale sovrannumerario, nonché l’assegnazione dei codici meccanografici.

 

Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario organizzativo Confedir) lo aveva denunciato nel settembre 2012 e nel gennaio 2013, scrivendo anche di suo pugno ai Governatori. Ma invano. Poi, nell’ottobre 2013 aveva chiesto modifiche al decreto legge sulla scuola. Ora l’ultima parola passa sempre più ai tribunali.

 

I tagli alle scuole avviati a partire dal 2000 e culminati con la Legge Tremonti-Gelmini 111/2011 hanno ridotto drasticamente la qualità dell’offerta formativa italiana, penalizzando in particolare le sedi del Sud e delle Isole dove il fenomeno della dispersione scolastica rimane a livello di emergenza massima. Secondo uno studio dell’Anief, in tredici anni si è passati dal rapporto 1 a 5 al rapporto 1 a 7 tra sedi direzionali e plessi decentrati o istituti accorpati. Con il 66,5% dei tagli delle scuole autonome che è avvenuto al Sud-Isole, dove è proprio più alto il tasso di abbandono dei banchi.

 

La ‘mazzata’ finale al progetto di cancellazione di plessi e scuole autonome è arrivata nell’ultimo biennio. Solo nel 2012 sono stati cancellati in maniera illegittima 1.567 sedi amministrative (scuole autonome) di circoli didattici, istituti comprensivi e medie, mentre per l’ultimo anno dovrebbero rimanere scoperte 595 scuole, specie tra le superiori, affidate in reggenza (legge 128/13). Scomparso un posto su quattro tra dirigenti scolastici e dsga. E ora i tribunali cominciano a dare regione sempre più ai ricorrenti, famiglie e personale docente e Ata, in assenza di risposte coerenti e legittime dei Governatori. Sono già diverse le sentenze del Tar Sardegna, del Consiglio di Stato, del Tar Lazio e ora potrebbe arrivare anche quella del Tar Molise.

 

Nell’a.s. 2013/2014 con il D.M. 573/2013 sono stati assegnati 8.047 dirigenti e Dsga per dirigere e amministrare 57.216 plessi scolastici, ma la rete delle scuole autonome è stata decisa ancora una volta dalle Regioni sulla base di una legge (111/11) che è stata dichiarata in parte incostituzionale nel dimensionamento delle scuole elementari e medie (art. 19, c.4) e in parte rimane valida soltanto per l’a.s. corrente per le reggenze delle scuole superiori (art. 19, c. 5).

 

Per sapere a quante scuole è stata tolta l’autonomia (ma non alle RSU che sono rimaste in deroga nei luoghi di lavoro) basta confrontare i dati del D.M. 51/2011 quando furono assegnati 10.211 dirigenti e Dsga, nonostante la riduzione di 610 unità rispetto alla quota assegnata con il D.M. 285/2000. Così si è elevato il numero delle scuole da gestire da parte dei dirigenti, con evidenti ricadute sulla gestione del personale e dell’utenza. E l’area che ha pagato più di tutti nel Paese, è stata ancora una volta quella del Sud e delle due Isole maggiori, Sicilia e Sardegna, dove si sono tagliate due scuole autonome su tre nonostante gli alti e allarmanti numeri sulla dispersione scolastica.

 

Secondo il Servizio Statistico del Miur, che nel 2013 ha attuato un focus sulla dispersione, “dal punto di vista geografico (Graf.6), il “rischio di abbandono” è prevalentemente diffuso nelle aree del Mezzogiorno, in cui sono maggiormente diffuse situazioni di disagio economico e sociale. La distribuzione regionale individua, per la scuola secondaria di I grado, nella Sicilia (con lo 0,47% degli iscritti), nella Sardegna (con lo 0,41%) e nella Campania (con lo 0,36%) le regioni dove il fenomeno dell’abbandono scolastico è più evidente, seguite dalla Puglia (0,29%) e dalla Calabria (0,19%). Analogamente nella scuola secondaria di II grado elevate percentuali di alunni “a rischio di abbandono” sono presenti nelle regioni meridionali, prime fra tutte la Sardegna (con il 2,64% degli iscritti a inizio anno), seguita dalla Sicilia (con l’1,6%) e dalla Campania (con l’1,36%).

 

Per l’Anief, a questo punto è doveroso ricorrere qualora si ritengano violati i criteri per l’assegnazione dell’autonomia disposti dal D.P.R. 233/98 (scuole da 500 a 900 alunni, con deroghe a 400 su territorio per un terzo montano, 300 per territorio montano e piccole isole). Per info, scrivere a dimensionamento@anief.net. È possibile aderire al ricorso, anche se a seguito della mobilità si viene dichiarati sovrannumerari su scuola che non dovrebbe essere dimensionata. In questo caso bisogna scrivere a titoli.mobilita@anief.net.

 

Per approfondimenti:

 

Servizio statistico MIUR: Focus sulla dispersione scolastica (2013)

 

Scarica la tabella sulle scuole tagliate negli ultimi due anni

 

11 marzo 2014    

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Tilde Minasi (NCD), su vicenda consigliere Naccari

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Reggio Calabria 11 marzo 2014 - Apprendiamo dalla stampa che è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini al consigliere regionale del PD Demetrio Naccari Carlizzi in merito l'inchiesta scaturita a seguito della vicenda inerente il concorso da dirigente medico che ha visto vincitrice proprio la moglie dello stesso nel periodo in cui Naccari ricopriva l'incarico di assessore regionale, durante la Giunta Loiero. 

Sulle circostanze, sul modus operandi dell'esponente di Palazzo Campanella, su tutti gli sviluppi del caso, non è assolutamente nostra intenzione soffermarci, né tantomeno giudicare, dal momento che questo è compito primario della Magistratura ed è nostra consuetudine mantenere saldi i principi di garantismo cui ci siamo da sempre appellati e che, quindi, devono essere legittimamente applicati anche in quest'occasione. 

L'unico, ma certo non meno importante aspetto che però sarebbe opportuno mettere in risalto, riguarda prettamente l'atteggiamento che il consigliere ha mantenuto durante gli ultimi anni. 

Comportamenti attraverso i quali ha assunto pubblicamente, e praticamente in ogni occasione propizia, il ruolo di "moralizzatore", intervenendo con enfasi su qualsivoglia azione intrapresa dai suoi antagonisti politici, quasi fosse stato l'unico depositario di moralità ed etica e quindi in grado, in virtù di queste sue indiscutibili qualità, di poter accusare e screditare da un pulpito "privilegiato": polemiche e dichiarazioni esternate anche in maniera strumentale e, a volte, persino con una condotta poco consona al confronto ed alla dialettica politico - istituzionale. In virtù di quanto accaduto, quindi, riteniamo sarebbe opportuno, per il consigliere Naccari, dismettere la maschera di pubblico censore dal momento che, come abbiamo appurato, chiunque (e lui per primo visto che la questione oggi lo riguarda personalmente) potrebbe incappare in errori e ritrovarsi coinvolto in vicende giudiziarie. 


Tilde Minasi

Consigliere Regionale NCD



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Clotilde Minasi





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San Ferdinando, 3 arresti per estorsione.

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In data odierna, i Carabinieri della Stazione di San Ferdinando (Reggio Calabria), coordinati dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, e su disposizione della Procura Ordinaria di Palmi (Dott.ssa Giulia MASCI), hanno eseguito tre ordinanze di applicazione di misura cautelare (arresti domiciliari ed obbligo di presentazione alla P.G.) nei confronti di MAZZOTTA Angela cl.’64, CORICA Benito Salvatore cl.’78 e LOMBARDO Michele cl.’74, tutti di Taurianova e tutti pregiudicati per reati contro la persona ed il patrimonio.
A seguito di articolata attività di indagine, che ha preso le mosse da un sinistro stradale avvenuto nel gennaio del 2012 a Taurianova, si è accertato che gli odierni indagati si sono resi responsabili di diversi episodi estorsivi consumati nei confronti di un avvocato di San Ferdinando e di alcuni suoi clienti, in relazione ad un risarcimento di danni riguardante l’anzidetto sinistro stradale.
Nella fattispecie, la Mazzotta, vantando forti e consolidati legami familiari con la nota ‘ndrina dei “MAMMOLITI” di Castellace di Oppido Mamertina (RC), con la collaborazione del compagno Lombardo e con la connivenza ed il fattivo supporto del Corica, nell’estate del 2012 inducevano il legale ed i relativi clienti a consegnare loro una somma in danaro di circa 5.000,00 euro, in maniera indebita ed a seguito di numerose e gravi minacce sfociate anche in gravissime intimidazione alla loro incolumità fisica.
I destinatari del provvedimento alle prime luci dell’alba sono stati sorpresi in Taurianova, presso il loro domicilio e, subito dopo delle accurate perquisizioni, sono stati sottoposti alle rispettive misure cautelari.
L’odierna operazione, condotta in maniera esemplare dai Carabinieri della Stazione di San Ferdinando sotto l’egida della Procura di Palmi, è l’ennesima risposta dello Stato che tende a creare un concreto argine nei confronti di un reato odioso e quanto mai attuale, come quello delle estorsioni, operazione che rimarca l’importanza della denuncia da parte dei soggetti sottoposti ad estorsione.




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Locri, il Segretario Nazionale UGL-TLC incontra il Sindaco

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Toccati i temi del lavoro e dell’incremento occupazione nella Locride
Si è tenuto questa mattina presso il Palazzo di Città un incontro tra il Sindaco di Locri, dott. Giovanni Calabrese, e il Segretario Nazionale UGL-TLC, Stefano Conti, che ha visitato alcune realtà aziendali presenti nel nostro territorio. Per questo motivo, il rappresentante nazionale, ha voluto far visita al Sindaco in un incontro di cortesia, al quale ha preso parte anche Domenico Provenzano, Segretario Regionale UGL-TLC. 
Si è parlato di lavoro, di prospettive future, di importanti possibilità occupazionali in questo territorio difficile, che conta ancora, purtroppo, poche realtà presenti nel mondo delle Telecomunicazioni. Di sicuro un buon esempio arriva – come indicato da Stefano Conti – sicuramente dalla “Call&Call Lokroi”, successivamente visitata dal Segretario Nazionale, che ha voluto sottolineare il proprio impegno verso il polo locrese:«Sono molte le potenzialità in questo territorio; sarà importante investire sulla banda larga, che deve essere portata nella Locride. Grazie a questo, anche Call & Call Lokroi, come altre realtà delle TLC, potrebbero divenire un punto di riferimento strategico per questo territorio, tenendo anche in considerazione tutto l’indotto che si verrebbe a creare attorno a queste realtà produttive. Ciò porterebbe, ovviamente, occasioni di lavoro per i giovani della Locride. Di certo bisogna investire per puntare alla crescita ancora maggiore di questa realtà. Per questo motivo chiederò un incontro al dott. Costamagna affinché venga ufficialmente riconosciuto Locri come sito strategico della propria azienda, provando, anche nel breve periodo, ad incrementare l’occupazione. Oltretutto, le aziende come la Call & Call dovrebbero essere premiate a livello nazionale per il semplice motivo che, dal un lato, non hanno utilizzato espedienti attraverso la delocalizzazione strutturale, e dell’altro sono andati ad investire in territori difficili come la Locride. »
Un incontro comunque rilevante, che mette davanti agli occhi di esponenti nazionali, in questo caso di un sindacato importante, le difficoltà che questo territorio vive quotidianamente, così come le problematiche legate al lavoro. In tal senso, riuscire a non spegnere i riflettori sulla Locride e tenere vivo l’interesse verso di esse in ambito nazionale, può sicuramente portare benefici, ma anche importanti prospettive di una futura crescita occupazionale.
Locri (Reggio Calabria), 11.03.2014

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Luigi Palamara
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Archistar straniere e cultura italiana - Tomaso Montanari "Fatto Quotidiano"- Achille Colombo Clerici

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Colombo Clerici:
“ Nel nostro Paese la debolezza della politica impedisce la formazione e la crescita di una generazione nuova di architetti italiani in grado di lasciare significative e diffuse impronte nelle nostre citta'; ma soprattutto soffoca la stessa sopravvivenza dell’identità culturale italiana, fatta anche di piccole opere, di artigianato, di mestieri, di arti, di tradizioni.

Non è solo l’economia che e' in recessione, dopo un ristagno ventennale,  ma l’anima stessa dell’Italia che sta scomparendo”.

 Così il Presidente di Assoedilizia risponde a Tomaso Montanari, allievo di Settis, che in un articolo su "Il fatto quotidiano" denuncia quelli che ritiene obbrobri architettonici presenti e futuri, dal Ponte di Calatrava a Venezia, al contenitore dell’Ara Pacis, dal Maxxi di Roma al Crescent di Salerno.

Ma perché – si chiede Montanari - specialmente in Italia, gli edifici progettati dalle cosiddette archistar sono diventati il simbolo di un'architettura insostenibile, nel più ampio ventaglio semantico della parola?

 

Ribatte, ampliando la portata della riflessione, Colombo Clerici, che prende proprio il caso delle archistars straniere quale emblema della crisi italiana: « Una questione rilevante si pone: esiste una generazione di architetti italiani in grado di esprimere una cultura architettonica e socio-urbanistica propria del nostro Paese?

In altri termini: è la mancanza di tale cultura a causare la assenza dalla ribalta degli architetti italiani o viceversa la cultura permane, ma gli architetti italiani non sono chiamati a rappresentarla?

 

Ed in questo caso, c'e' da chiedersi se la mancata formazione di una generazione di architetti, in grado di interpretare lo spirito dei tempi, trasfondendo in modo diffuso nell'architettura i valori e la cultura della nostra societa' (nel bene o nel male durante il periodo fascista gli architetti lasciarono nelle nostre citta' l'impronta del loro tempo così pure nel dopoguerra, come testimonia la Torre Velasca di Milano ), pur nel contesto del più generale fenomeno della globalizzazione, sia  la conseguenza della debolezza della nostra politica e conseguentemente della politica culturale delle amministrazioni centrale e locali.
 

Insomma, per l'incapacita' della politica di far crescere un milieu di architetti italiani ( abbiamo qualche illustre eccezione ) dobbiamo assistere agli interventi sul nostro territorio, nelle nostre citta' e sui monumenti, di architetti stranieri  il cui merito, talvolta, è   quello di appartenere al "Circus" delle archistars che si riconoscono e si premiano tra loro ?
 

Sulla stessa linea Montanari: « Oggi i rappresentanti politici della comunità non hanno quasi mai, né la cultura, né la sollecitudine sociale necessarie per intavolare un vero dialogo con le star che ingaggiano: le quali, dal canto loro, non sono quasi mai (e Piano è un'eccezione positiva) interessate alla sfida di un limite sociale.
Come ha scritto Vittorio Gregotti, "il nesso tra pratica artistica e politica in quanto dottrina del dialogo sociale sembra essersi dissolto".

Ed è un paradosso che la progettazione della città non sia più un fatto politico: perché politica viene da polis, ed è cioè l'arte di costruire la città, la comunità dei cittadini. Certo, tutto questo ha invece molto a che fare con la politica deteriore, e con le amministrazioni corrotte e incapaci: ma non è una grande consolazione ».

 Conclude Colombo Clerici:

“Ed anche le opere commissionate dai privati seguono la stessa sorte, a rimorchio delle opere pubbliche: per via della atavica propensione degli italiani al conformismo.


Il problema investe l'intera categoria professionale soprattutto perche', a seguito del processo di concentrazione della capacita' di operare a livello edilizio-urbanistico nelle mani di grossi gruppi, che trovano senz'altro molto comodo rivolgersi al grande nome straniero, in grado di far superare ogni diatriba domestica, gli architetti italiani saranno sempre più ridotti a progettare sottotetti, villette e ristrutturazioni di appartamenti .»



Foto : Achille Colombo Clerici con Philippe Daverio

       A s s o e d i l i z i a
                   e
      Istituto Europa Asia
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Reggio Calabria, consegnate le borse le studio in memoria di Domenico e Chiara

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In memoria di Domenico e Chiara

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora

(La morte non è niente di Henry Scott Holland)

 

Consegnate le borse di studio “Amici di Domenico e Chiara”

alla reggina Ilenia Adore, alla famiglia di una giovane scomparsa prematuramente,

ai bresciani Elisa Bandiera e Simone Belleri

 

Ancora gremita, a distanza di un anno, la sala conferenza della Provincia di Reggio Calabria in occasione della cerimonia delle borse di studio “Amici di Domenico e Chiara”. L’appuntamento con la memoria dei due giovani reggini, Domenico Tortorici e Chiara Matalone, uccisi a Brescia nella notte tra il 3 ed il 4 marzo di due anni fa, insieme alla madre di lei, Francesca Alleruzzo, e a Vito Macadino, torna a due anni da quella maledetta notte e ad uno dalla presentazione del libro “Domenico e Chiara, amore e dolore di padre. Brescia, 4/3/2012 (Città del Sole Edizioni), a firma del padre di Domenico, Benedetto Tortorici detto Nuccio, con la partecipazione anche del papà di Chiara, Dino Matalone. Il libro si chiude con il racconto a fumetti della storia di amore tra Domenico e Chiara a cura di Umberto Giampà, presente all’incontro. Un progetto cui ha aderito anche il circolo culturale Rhegium Julii di Reggio Calabria, e cui hanno contribuito l’Associazione “Nuova Solidarietà” e l’Avis, sezioni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

I sorrisi gioiosi e dell’amore tra Domenico e Chiara hanno rivissuto nel segno della commozione ma anche dell’impegno con la mostra dei lavori realizzati dagli studenti degli istituti ITIS “Panella Vallauri” e ITE “Piria” di Reggio Calabria, in cui si sono diplomati rispettivamente diplomati Domenico e Chiara, e dell’Istituto Comprensivo Est 2 di Brescia che calorosamente, presso la Casa delle Associazioni, ha accolto Nuccio Tortorici ed i curatori del libro, Domenico Malara e Anna Foti, in occasione della presentazione in Lombardia lo scorso maggio. Quel calore e quel coinvolgimento, manifestati da Elena Palladino della Casa delle Associazioni, dal vicario della scuola Beatrice Spallinger, dalle docenti Erminia Caruso, Antonella Calabrò, Chiara Calabrò, Emanuela Mariani e Patrizia Panada, sono rimasti intatti ed i docenti tutti, in particolare ancora Erminia Caruso e Sergio Corbelli, hanno fatto sentire la loro vicinanza, contribuendo a tessere una relazione tra i loro alunni e l’associazione “Amici di Domenico e Chiara”, anche in questa occasione.

 

Accorati gli interventi di Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla Cultura ed alla Legalità, socio onorario dell’associazione “Amici di Domenico e Chiara”, del dirigente scolastico dell’ITIS “Panella Vallauri” Anna Nucera, di Patrizia Praticò, in rappresentanza del dirigente dell’Ite “Raffaele Piria” Ugo Neri. L’incontro è stato impreziosito dalle letture dell’attore Gigi Miseferi e dai brani eseguiti da Francesco Bruzzese, voce e chitarra della Veleno Ligabue Tribute Band, cantautore caro ai due giovani.

 

 

 

 

Nuccio Tortorici, padre di Domenico, e Dino Matalone, padre di Chiara, hanno riservato parole di ringraziamento per le tante persone che hanno reso possibile la consegna di queste borse di studio, realizzate con i contributi di quanti hanno acquistato il libro e aderito alle iniziative di raccolta fondi promossi dall’associazione, come il concerto di Brunori Sas la scorsa estate. “Per noi è importante ricordare anche se i nostri figli non torneranno più”, dice Nuccio Tortorici e Dino Matalone si unisce affermando che “è necessario che voi giovani comprendiate e pratichiate il rispetto dell’altro,  denunciando chi vi opprime con un amore malato”.

 

 

Poesie, temi, disegni, fotografie e video per denunciare il femminicidio. Una riflessione articolata è stata sollecitata dagli studenti che hanno partecipato ai laboratori, tra i quali hanno ricevuto una segnalazione di merito per l’ITIS “Panella Vallauri” Gianluca Calabrò (tema), Marco Ventura (video), Martina Ramiro (tema) e per l’ITE “Piria” di Reggio Calabria Sabrina Foti e Isabella Puntorieri (cortometraggio), Denise Oneatà (foto) e Faouk Chouaib (disegno) e la classe III L della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Est 2 di Brescia.

Un ringraziamento speciale anche a tutti gli altri studenti che hanno partecipato con un lavoro esposto o proiettato: per l’Ite “Piria di Reggio Calabria Claudio Asciutto, Alessia Caridi, Angela Casile, Davide Crea, Laura D’Ascola, Jeysel Jhaika Kalalo, Riccardo Mammì, Vanessa Morabito, Orazio Siclari, Alessandro Toscano, Margherita Toscano, Paolo Vadalà, Mssad Wissal, le classi IV H e III E; per l’Itis “Panella – Vallauri” Silvana Barreca, Alessio Calarco, Antonino Nato.

 

Le quattro borse di studio, piccoli contributi per progetti futuri, sono stati assegnati all’ITIS “Panella Vallauri”, impegnato nel pregevole sostegno alla famiglia in forte difficoltà di una studentessa quindicenne, morta recentemente per un attacco di asma. Grande gioia nel volto di Ilenia Adore che per l’ITE “Piria” di Reggio Calabria ha ricevuto la borsa di studio destinata all’istituto in cui si è diplomata Chiara. Le borse di studio sono arrivate anche a Brescia, attraversando questo ponte di solidarietà e memoria. I destinatari sono stati i meritevoli e volenterosi studenti Simone Belleri ed Elisa Bandera della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Est 2 di Brescia.

 

 

 

 

Reggio Calabria, 11 marzo 2014                                                                              

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Reggio Calabria - Convegno Gender

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                                                      Reggio Calabria, 10 marzo 2014

 

            Il prossimo venerdì 14 marzo 2014 presso l’Auditorium “Luigi Orione” della Parrocchia di Sant’Antonio in Reggio Calabria, si svolgerà il Convegno “Maschio o femmina: una realtà o una scelta? Le teorie gender e l’attacco alla famiglia…quale futuro?”.

Relatore d’Eccellenza sarà il professore Massimo Gandolfini, ordinario di Neurologia e Neurochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, perito della Consulta Medica della Congregazione Vaticana per le cause dei Santi, Vicepresidente di “Scienza & Vita” e presidente dell’Associazione Lombarda dei Medici Cattolici.

Il Convegno, fortemente voluto da S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini che presenzierà all’evento, è promosso dall’Ufficio Diocesano Famiglia in collaborazione con l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose.

La teoria del genere è il nuovo pensiero al quale fanno chiaramente riferimento l’ONU e le sue varie agenzie, in particolare l’OMS, l’UNESCO e la Commissione su Popolazione e Sviluppo. Essa è inoltre diventata il quadro di pensiero della Commissione di Bruxelles, del Parlamento Europeo e dei vari paesi membri dell’Unione Europea, ispirando i legislatori di quei paesi che creano numerosissime leggi concernenti la ridefinizione della coppia, del matrimonio, della filiazione e dei rapporti tra uomini e donne segnatamente in nome del concetto di parità e degli orientamenti sessuali. 

Che cosa dice la teoria del genere? Essa presuppone che il sesso biologico vada dissociato dalla sua dimensione culturale, ossia dall’identità di genere, che si declina al maschile o al femminile e persino in un genere neutro nel quale si fa rientrare ogni orientamento sessuale, al fine di meglio affermare l’uguaglianza tra gli uomini e le donne e di promuovere le diverse “identità” sessuali. Dunque il genere maschile o femminile non si iscriverebbe più nella continuità del sesso biologico poiché essa non gli è propria, ma sarebbe semplicemente la conseguenza di una costruzione culturale e sociale.

Don Simone Gatto, che insieme ai coniugi Giumbo dirige l’Ufficio Diocesano Famiglia, afferma: “la promozione di questo Convegno può diventare l’occasione per riflettere, assieme alle realtà giovanili diocesane, sull’importanza di una chiara identità sessuale che corrisponda ad una visione naturale dell’uomo e della donna ed alla dimensione genitoriale che appartiene propriamente alle coppie etero”. Chiaramente il mondo della famiglia è chiamato, in prima battuta, ad approfondire tematiche di questo tipo: in gioco c’è l’educazione e il futuro dei propri figli, oggi fortemente influenzati da mentalità figlie della teoria del Gender.

“In un momento in cui la missione educativa della famiglia è fortemente discussa e ridimensionata”, continua don Simone, “riflettere su tematiche di questo tipo aiuta a maturare la consapevolezza che il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell’umanità. Per questo la Chiesa sente il bisogno di far giungere la sua voce ed offrire il suo aiuto a quanti, già conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, cercano di viverlo fedelmente, crescendo nella ricerca della Verità a volte ingiustamente impedita in nome di una falsa idea di libertà e di progetto familiare”.

Il Convegno del prossimo 14 marzo sarà dunque una occasione propizia, e decisamente rara nel contesto della città di Reggio, in cui soffermarsi a riflettere sul proprio modo di intendere e vivere la realtà familiare e genitoriale. 

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Reggio Calabria: MANIFESTAZIONE mercoledì 12 Marzo

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Manifestazione che i Giovani del Nuovo Centro Destra di Reggio Calabria terranno domani MERCOLEDI' 12 MARZO alle ore 17 e 30 a piazza Italia.

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DEMENZA, PROGETTO DEL CENTRO REGIONALE DI NEUROGENETICA

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ASP CATANZARO: DEMENZA, PROGETTO DEL CENTRO REGIONALE DI NEUROGENETICA PER UN MODELLO ORGANIZZATIVO DA ESTENDERE IN RETE A TUTTA LA REGIONE

(ASP) - Catanzaro, 11 marzo 2014 - Si è svolta a Lamezia Terme una giornata di approfondimento sul progetto associato agli Obiettivi di Piano per la demenza, relativamente alle quote assegnate nel 2011, alla quale hanno partecipato il Direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Gerardo Mancuso, il Dott. Giacomino Brancati, direttore del Dipartimento dell’area LEA dell’Assessorato regionale alla Salute e la Prof.ssa Amalia Bruni, responsabile del Centro Regionale di Neurogenetica, dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme.
Gli Obiettivi di Piano, da realizzare nei limiti e in coerenza con i programmati livelli di assistenza, sono finalizzati ad attuare la garanzia costituzionale del diritto alla salute e degli altri diritti sociali e civili in ambito sanitario. All’interno di tali obiettivi, ne vengono individuati alcuni considerati strategici e prioritari sui quali far convergere, in accordo con le Regioni, una quota vincolata del Fondo sanitario regionale, secondo quanto previsto dalla Legge 662/96 e dalla successiva Legge 133/2008.
Gli studi rivelano che le forme ereditarie di demenza geneticamente determinate sono molto più frequenti in Calabria rispetto ad altre regioni italiane. Nell’anno 2009, al fine di assicurare adeguate risposte a questa emergenza, la Direzione Strategica dell’Asp di Catanzaro ha deliberato la costituzione di un Gruppo Operativo Interdipartimentale Permanente (GOIP) sulla demenza, costituito da esperti del settore di diversa formazione professionale. Sono stati individuati gli obiettivi del progetto, i contenuti, la metodologia e le linee strategiche, ed è stato elaborato un percorso assistenziale declinabile in tutto il territorio dell’Asp di Catanzaro. Il Centro Regionale di Neurogenetica, dotato di supporti e tecnologie informatiche avanzate, di un laboratorio di genetica molecolare e di professionalità specializzate nella ricerca genealogica e informatica, ha coordinato il gruppo GOIP e costituisce il naturale punto di riferimento delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) dislocate sul territorio calabrese.
Il progetto sul quale si è sviluppato l’incontro consiste nell’estendere alle altre Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere della Calabria, dunque in tutta la regione, un modello organizzativo che ha come riferimento la trasposizione di quanto fatto nell’Asp di Catanzaro, con il progetto Obiettivi di Piano 2010. L’obiettivo principale è quello di migliorare i percorsi socio-assistenziali delle persone affette da demenza. Tale obiettivo può essere perseguibile attraverso una nuova organizzazione che preveda la trasformazione delle Unità di Valutazione Alzheimer in Centri di Valutazione Demenza (CVD) e la loro integrazione in una rete attraverso il coordinamento esercitato da un Gruppo Operativo Multidisciplinare, costituito da neurologo, geriatra, psichiatra, psicologo, assistente sociale. Il CVD, almeno uno per ogni distretto sanitario, rappresenta il punto di riferimento locale cui indirizzare la persona con sospetto declino delle funzioni cognitive. A tale struttura il paziente può giungere su indirizzo del Medico di Medicina generale o del Centro di Salute mentale o dell’Unità di valutazione multidimensionale.
Il CVD nasce, dunque, dall’evoluzione delle UVA e ne rappresenta la risultante della riqualificazione e del potenziamento. In questo modo si dovrebbe garantire una ottimizzazione delle risorse, un miglioramento della qualità delle prestazioni, una amplificazione delle risposte assistenziali.
Per il Dott. Mancuso il tema della giornata di studio, alla quale hanno partecipato i componenti di ogni singolo gruppo costituitosi nelle Aziende Sanitarie Provinciali e Aziende Ospedaliere calabresi, “nasce da una valutazione che l’Azienda ha fatto qualche tempo fa sulla base di considerazioni di ordine scientifico ma anche stimando l’impatto sulla popolazione della demenza, che in Calabria ha una prevalenza nell’ordine del 5%, seconda soltanto alle malattie cronico-degenerative e condivide il secondo posto insieme alle malattie cardiache e alle malattie metaboliche”. Il Direttore generale dell’Asp ha inoltre spiegato che “l’aspettativa di vita della popolazione delle società industrializzate è in continuo aumento, si dice che chi nasce oggi ha una aspettativa di vita di 100 anni e l’età è direttamente legata alla demenza, man mano che aumenta cresce anche l’incidenza della patologia”.
“E’ una giornata importantissima – ha affermato la Prof.ssa Bruni promotrice del progetto - perché oggi lanciamo gli Obiettivi di Piano per la demenza relativamente alla loro costruzione nell’ambito della Regione Calabria. La costituzione dei gruppi nelle Aziende sanitarie provinciali e nelle Aziende ospedaliere  è finalizzata a creare una squadra che opera in tutta la regione, persone vogliose e motivate per camminare in un campo che fino ad ora è stato profondamente disattenzionato”. “Questo Piano – ha ancora affermato rivolgendosi ai presenti - riguardava solamente l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, e adesso queste acquisizioni, queste conquiste reali che abbiamo ottenuto lavorando sull’ASP di Catanzaro, potranno essere ribaltate, con il vostro aiuto e soprattutto con il vostro interesse nell’ambito della regione intera”. “La demenza – ha spiegato la Prof.ssa Bruni - rappresenta l’esito di malattie diverse ad andamento progressivo che comportano, già in fase iniziale, deficit cognitivi e comportamentali. Nella sua evoluzione si associa ad un alto grado di compromissione funzionale con conseguenze significative non solo per il paziente ma anche per le famiglie, su cui grava un enorme carico assistenziale. Di fronte a malattie croniche e irreversibili, come le demenze, solo un giusto atteggiamento di iniziativa può consentire ai sistemi sanitari di mettere in atto provvedimenti mirati, finalizzati alla gestione del paziente nel suo complesso e di dare risposte alle famiglie nelle diverse fasi della malattia. La cura della persona, più che della malattia, diventa prioritaria: occorre contestualizzare l’assistenza in rapporto ad esigenze variabili nel tempo, assicurando risposte che solo un sistema duttile ed adeguatamente preparato può dare”.
Per il Dott. Brancati “dal punto di vista regionale è importante garantire il collegamento tra obiettivi di Piano e il programma operativo 2013/2015, elaborato con i sub commissari, un Piano sanitario per lo svolgimento di attività di recupero rimaste in sospeso con il Piano di rientro che in realtà prevede uno sviluppo a 360 gradi in diverse aree del servizio sanitario regionale, aree specialmente di maggior criticità nello svolgimento della rete, uno strumento  che dirà come noi ci dobbiamo meglio organizzare per dare risposte ai cittadini che hanno diritto di usufruire dei livelli essenziali di assistenza”. “L’altra cosa importante – dice ancora il direttore del Dipartimento dell’area LEA - è quando i progetti, da attività di una singola unità operativa collocata in un’azienda, diventano progetti in rete, allargati alle realtà di altre aziende, sia per garantire l’equità di accesso ai servizi da parte di tutti i cittadini calabresi. “Questo del far rete – conclude Brancati - con tutti gli operatori e tutte le Aziende, diventa poi il vero meccanismo di innovazione nelle attività che si propongono, i progetti che si sperimentano nelle attività assistenziali sono quelli che funzionano con le attività in rete e che non sono poi oggetto di un attività solitaria, se pur lodevole dal punto di vista tecnico, scientifico, assistenziale.”

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Milano: Domani Consiglio comunale

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Il Consiglio comunale si riunisce domani, mercoledì 12 marzo, alle ore 16.30.                                                                        
Il programma prevede: la delibera sul Regolamento Comunale delle Commissioni Mensa e della relativa Rappresentanza Cittadina, la delibera, di iniziativa consigliare, sulla modifica dello Statuto del Comune di Milano e la delibera sul Regolamento per la disciplina delle “Feste di Quartiere”

Prevista anche la discussione della delibera relativa alla cessione di diritti volumetrici comunali ed area fondiaria riguardante le aree comprese tra i viali Pasubio, Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, Piazza Baiamonti e della proposta del nuovo Regolamento Edilizio. 

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MAFIA:CANTONE E GRATTERI, AGENZIA BENI CONFISCATI HA FALLITO

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ROMA, 11 marzo 2014 - L'agenzia per i beni confiscati alla mafia è stata «un grande fallimento». Lo hanno sottolineato i magistrati Raffaele Cantone e Nicola Gratteri, intervenendo a un incontro organizzato dall'Arel. «Partiva da intenzioni positive e non va buttata», ha sottolineato Cantone. Più duro Gratteri: «L'Agenzia così com'è non serve. Bisogna fare una rivoluzione: Caruso è una brava persona, ma è stato programmato per fare il prefetto», ha detto a proposito del direttore dell'Agenzia, prefetto Giuseppe Caruso.

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RUN : PRESENTATA FESTA DEL MEDITERRANEO -

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RUN : PRESENTATA FESTA DEL MEDITERRANEO – PREVISTO CONFRONTO CON ROBERTO REGGI     DURANTE LA TRE GIORNI PRESENTI TOCCI,BRUNO BOSSIO,ARLACCHI,PIRILLO,MAGORNO,LEVA  E RACITI                                                

Si è svolta presso la sede del Consiglio Degli Studenti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, nel cuore della cittadella universitaria una conferenza stampa indetta dalla Rete Universitaria Nazionale e l’Associazione Atena Mediterranea per presentare la II Edizione della Festa del Mediterraneo.
L’appuntamento nazionale che coinvolgerà studenti provenienti da tutti gli atenei d’Italia si svolgerà nella suggestiva cornice di  Melia di Scilla presso la struttura alberghiera del Villaggio del Pino e si svilupperà in una tre giorni di confronto e discussione sul tema delle Riforme nel nostro paese.
A presentare l’evento Francesco Laganà Consigliere di Amministrazione della Mediterranea, Antonio Modafferi della Direzione Nazionale della Run, Rocco Bevacqua Rappresentante Ardis della Mediterranea, Chiara Marafioti del coordinamento provinciale della Run e Antonio Sgroi Vice Presidente dell’Associazione Atena.
L’appuntamento avrà inizio venerdì 14 Marzo e si concluderà domenica mattina con la presentazione di un documento di idee che verranno elaborate con tutte le rappresentanze studentesche provenienti dai vari atenei d’Italia e che saranno consegnate nelle mani di Roberto Reggi, Sottosegretario di Stato all’Istruzione che venerdì stesso sarà presente a Melia di Scilla per un dibattito confronto con tutti  gli studenti accorsi da tutta Italia.
All’appuntamento che avrà la prestigiosa figura di Melania Salazar quale Responsabile Scientifica dell’intero meeting  si confronteranno tra i più importanti rappresentati del mondo delle istituzioni locali e nazionali e dell’Università.
Durante la  tre giorni di formazione e confronto si discuterà di Europa, Giustizia, Lavoro ma soprattutto di Università.
A moderare i vari dibattiti saranno presenti le prestigiose firme di Tommaso Labate del Corriere della Sera e Gregorio Corigliano del Corriere della Calabria.
Prenderanno parte ai vari incontri  che hanno già registrato il pienone tra le varie presenze accreditate  previste dagli atenei della Calabria e dal resto del paese  Pino Arlacchi, Mario Pirillo, Walter Tocci, Enza Bruno Bossio , Fausto Raciti , Danilo Leva, Pinone Morabito, Eduardo Lamberti Castronuovo, Giacomo Mancini, Domenico Nicolò, Francesco Manganaro , Katya Malara oltre altri vari rappresentati del mondo delle istituzioni e dell’Università.
Antonino Castorina – tra gli organizzatori dell’appuntamento – esprime reale soddisfazione rispetto a come la Rete Universitaria Nazionale in Calabria per il secondo anno ospita e promuove un appuntamento di formazione di portata nazionale ma soprattutto un momento di ragionamento volto a caratterizzare  con la rappresentanza studentesca e le varie associazioni le scelte di governo sul tema dell’istruzione e della ricerca.
La tre giorni di  formazione - afferma  Vincenzo Franco nelle sue vesti di Presidente dell’Associazione Atena-  ripercorre il lavoro che con i movimenti studenteschi stiamo conducendo da anni per un sistema del sapere pubblico e di qualità e si candida a fare breccia  nella  compagine di governo nazionale per  migliorare lo stato delle cose.
E’ Francesco Laganà – Consigliere di Amministrazione della Mediterranea – a concludere la conferenza stampa esprimendo  viva soddisfazione per le innumerevoli adesioni ricevute e ringraziando il lavoro meticoloso che da un mese a questa parte ha svolto l’associazione per la realizzazione di questo importante appuntamento.
Laganà -  si è voluto soffermare nei ringraziamenti partendo dal  sostegno reale e la stima verso il  Rettore della Mediterranea  Prof. Pasquale Catanoso,  sempre disponibile con la comunità studentesca, il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo per la sua disponibilità e serietà rispetto al sostegno a tutte le iniziative che come giovani impegnati nell’Università abbiamo realizzato ma soprattutto all’Avv Pinone Morabito per la sua professionalità e qualità umana ma soprattutto per il supporto che in ogni momento da a tutto il gruppo studentesco che rappresentiamo con la generosità di un padre politico che crede realmente in un ricambio generazionale fatto di qualità e competenze.



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Cinquefrondi, Galimi dirompente: «Alle prossime comunali con il listone»

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Cinquefrondi (Reggio Calabria) – Michele Galimi tenta lo scatto in avanti e tira fuori dal cilindro della sua consolidata esperienza politica una proposta dirompente: quella di offrire una lista unica ai cittadini di Cinquefrondi in vista delle prossime comunali del 2015. Un’idea shock, impensabile ai più fino a poco tempo addietro ma che ha il sapore del rilancio a doppia cifra sul tavolo delle proposte politiche per riprendere in mano «tutti assieme Cinquefrondi – ci dice – perché credo che nessuno da solo possa risollevare Cinquefrondi». La riproposizione in piccolo di quel modello governance di unità nazionale tanto caro a Napolitano. Una sorta di governo di salute pubblica cittadina, con dentro tutti «o se non altro, chi ci sta’. In questi anni ho potuto rilevare che non sono le grandi questioni a dividere le varie forze politiche in campo. Semmai, paradossalmente, le piccole cose dell’amministrazione spicciola e quotidiana su cui si può certamente trovare una mediazione. Allora, la proposta a cui stiamo lavorando è quella di invertire la tendenza e creare un momento di rottura anche con le logiche di contrapposizione del passato. Come? Sedendo attorno ad un tavolo tutti i leaders politici della città per siglare dapprima un armistizio, per sancire la pacificazione sociale dei cittadini, e poi ragionare seriamente su quattro o cinque punti chiave su cui far convergere il consenso per poter puntare ad una lista unitaria con la quale governare la città per i cinque anni successivi, per poter dare una svolta ed una chance ad un paese che è già precipitato nel baratro dell’isolamento sociale e culturale, lontano mille miglia dalle prospettive di benessere e sviluppo che questa amministrazione aveva intenzionalmente promesso ma che non ha nei fatti realizzato pur ponendosi come gli outsider nuovi e coesi della nuova dirigenza municipale». Ed è subito chiaro che un’operazione del genere non sarebbe facile farla digerire ad una platea politica che per anni ha abituato gli stessi cittadini a contrapporsi politicamente come i guelfi coi ghibellini, che ha finanche premeditatamente spaccato al loro interno interi gruppi familiari, condotto un velenoso dissenso sotto traccia mai sopito ma anzi quasi pronto all’uso in spasmodica attesa della successiva tornata elettorale. Ma ora, dunque, le rinnovate parole d’ordine per Michele Galimi sembrano esser quelle di svelenire il clima, ritrovare ed apprezzare l’identità cinquefrondese e collaborare tutti assieme per il rinnovamento del paese. Più facile a dirsi che a farsi e Galimi ne è pienamente consapevole: «noi – riprende - faremo le nostre proposte ed ascolteremo quelle degli altri. La nostra intenzione è quella di offrire progetti e non preconcetti per trovare un’intesa. Funzionerà? Può darsi. E se qualcuno vorrà far fallire questa proposta di distensione dovrà assumersene politicamente e pubblicamente anche le responsabilità. E dovrà poi spiegarlo ai cittadini. Nessuno – ribadisce – ha la ricetta prodigiosa per modificare da solo lo status quo di Cinquefrondi, ed io “guru” della politica qui non ne vedo. Allora mi domando perché farsi la guerra inutilmente? Non varrebbe la pena trovare sinergie in ciò che unisce più che rotture in ciò che divide? Non sarebbe forse un segnale forte da politica matura per l’intera cittadinanza?» Certo è che raccogliere la sfida è impresa assai ardua e Michele Galimi questo lo ha messo in conto. «Veda, il problema non è quello di vincere le elezioni per poi essere inconcludenti. Bisogna un po’ smetterla con l’essere culturalmente provinciali. Intanto perché ancora siamo abbastanza lontani dalle votazioni e poi perché tutti dovremmo avere a cuore il bene del paese». Allora la curiosità di capire meglio ci spinge a domandare se questa sia l’ennesima finissima strategia per cercare un’estesa alleanza in ragione di un timore recondito dovuto ad una sorta di pre-ansia da possibile sconfitta elettorale che potrebbe aleggiare come un avvoltoio sulla testa di qualche esponente di partito oppure, al contrario, una mossa per depotenziare le legittime aspettative politiche di qualche corrente o movimento che si temono più di altri altre oppure ancora ricreare in laboratorio il sogno della “grande ammucchiata”. La risposta non tarda a venire: «attenzione, qui nessuno sta mettendo le mani avanti. Voglio precisare che noi siamo una realtà con quasi settanta iscritti e tutt’oggi stiamo ricevendo graditi consensi trasversali ed oserei dire finanche inaspettati. Peraltro il mio dovere come segretario è quello di far crescere il partito e non di appiattirmi su altrui posizioni. Il mio sguardo politico però, per forma mentis, è a largo spettro. E ciò a cui penso non è la grande ammucchiata quale sommatoria inutile di voti. Semmai sarebbe una prova di carattere che obbligherebbe tutti a mettere da parte l’orgoglio in vista di un bene più grande. Ma poi sia chiaro io, che non sono uno sprovveduto, ho anche pronto il mio “piano B” che prevede il dispiegamento della nostra squadra. E parlo di squadra, non semplicemente di  candidati, perché io l’alleanza vera ho intenzione di farla con la gente». Inutile dire che al cronista la prurigine di saperne di più lo spinge a bersagliare di domande l’intervistato segretario Pd soprattutto per quanto concerne nomi, incarichi, progetti e/o percentuali di riuscita dell’ambizioso “piano A” ricevendone risposte ermetiche, quasi borderline con il dire e non dire, forse abbottonate al punto da non scoprirsi troppo. Ma alla fine Michele Galimi decide di abbassare un po’ la guardia e rivelarci qualcosa in più: «per quanto mi riguarda sono a disposizione della squadra. Non è tempo di pensare ad incarichi o, come qualcun altro ha fatto, baccagliare facendo sapere di avere la giunta già pronta in tasca prima di conoscere il responso delle urne. Una cosa la dico: se dovesse toccare a noi il compito, correndo da soli, di governare Cinquefrondi vorremo valorizzare e responsabilizzare anche persone valide di altre compagini politiche». Sempre ammesso che queste persone – tutto ponderato – di queste “attenzioni” siano disposte a farsene consapevolmente carico, accettandone oneri ed onori, aggiungiamo noi.

Giuseppe Campisi

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Vado Ligure, disposto il sequestro della centrale a carbon

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“Vado Ligure, disposto il sequestro della centrale a carbone”,  questa la notizia diffusa nella giornata di ieri, dai tutti gli organi d’informazione e tra i titoli di apertura dei principali telegiornali nazionali.

l gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto dunque la richiesta della Procura di sequestrare la centrale elettrica alimentata a carbone di Tirreno Power, imponendo lo spegnimento delle unità alimentate con il combustibile fossile.

L'ordinanza, con cui è stato deciso lo stop, parla di nesso di causalità tra le emissioni, le morti  premature e l’aumento delle patologie. La prova del disastro ambientale doloso, con conseguenza sulla salute dei cittadini, starebbe nella rarefazione dei licheni e nell'aumento delle malattie riscontrate nell’area in cui sorge la centrale.


La Procura di Savona aveva da tempo aperto due filoni d’inchiesta, uno per disastro ambientale e uno per omicidio colposo.  Per il procuratore Granero, le emissioni della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007, "tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012"

Si legge sul giornale La Stampa: “…A gravare sulla responsabilità della centrale riguardo al disastro ambientale e al danno sulla salute dei cittadini ci sarebbe la posizione in cui è stata collocata una centralina, quella per il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni, la cosiddetta `Sme´ che doveva controllare i limiti di inquinamento imposti dall’Aia, che la voleva collocata in un `camino´. L’azienda aveva proposto una diversa collocazione su cui ha trovato il consenso del Ministero dell’Ambiente…”


Consensi e garanzie, rassicurazioni e promesse. Basta tornare indietro nel tempo,  fino al momento in cui la centrale a carbone Tirreno Power era solo un progetto che veniva proposto al territorio, per trovare a Vado Ligure la stessa campagna di disinformazione che in questi anni la SEI-Repower ha messo in piedi nel basso ionio reggino. Opportunità lavorative e nuovi scenari di sviluppo,  rifacimenti di infrastrutture e nuove opere per il benessere della collettività, tra  rassicurazioni e garanzie sul fatto che il carbone non avrebbe mai fatto male a nessuno perché gli impianti erano all’avanguardia, gioielli della tecnologia.  Forse a Vado Ligure era ancora prematuro spingersi ad affermare (come ha fatto la SEI-Repower a Saline Joniche) che la centrale avrebbe addirittura migliorato la qualità dell’ambiente.

Quello che è certo, è che la centrale Tirreno Power aveva ricevuto l’ok da tutti i Ministeri competenti, compreso quello dell’Ambiente.  Ciò che è agghiacciante è che SEI-Repower ha sempre sponsorizzando la centrale di Saline portando, tra le altre, quale esempio di convivenza pacifica, senza danni alla salute e all’ambiente, proprio la centrale di Vado Ligure.

Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti.  

E intanto:

A Saline Joniche,  SEI-Repower vuole ancora costruire una centrale a carbone, come ha fatto Tirreno Power.

A Saline Joniche,  SEI-Repower continua ad acquisire autorizzazioni per completare il suo iter, come ha fatto Tirreno Power.

A Saline Joniche,  SEI-Repower ha fatto tutti i test per garantire la salute dei cittadini, come ha fatto Tirreno Power.

A Vado Ligure la centrale a carbone ha causato, secondo la Procura di Savona,  442 morti nel giro di 7 anni, a Saline Joniche cosa succederà?

Il Coordinamento Associazioni Area Grecanica, gioiendo insieme ai comitati liguri che in tutti questi anni hanno lottato per questo primo grande risultato, continuerà a difendere il proprio territorio affinché quanto successo  non si ripeta. Troppo alto il prezzo pagato dalla popolazione di Vado e Quiliano, a cui va tutta la nostra vicinanza.

 

Coordinamento Associazioni Area Grecanica


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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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