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Incontri su "Cinema e Resistenza": "L'Agnese va a morire" del regista Giuliano Montaldo

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COMUNICATO   STAMPA

 

Incontri su "Cinema e Resistenza": "L'Agnese va a morire"

del regista Giuliano Montaldo

 

Proseguono gli incontri, organizzati dall'A.N.P.I. di Reggio Calabria, sul tema "Cinema e Resistenza", in preparazione delle iniziative che saranno realizzate in occasione del 69° anniversario del 25 aprile, Festa della Liberazione.

Giovedì 20 marzo, alle ore 20.30, presso la sala riunioni ANPI-ATHENA teatro di via XXIV maggio, toccherà al film di Giuliano Montaldo, "L'Agnese va a morire", fornire gli elementi per una discussione sulla partecipazione delle donne alla Resistenza.

Il film, tratto dal romanzo (1949) di Renata Viganò: ucciso dai tedeschi il marito comunista, contadina analfabeta partecipa alla lotta partigiana, emancipandosi anche come donna. È il 1° (e l'unico) film italiano sulla Resistenza che ha per protagonista una donna. Dignitosamente illustrativo, privilegia gli intenti informativi su quelli celebrativi e ha un salto di qualità nella parte finale, grazie a un'ottima Thulin e alla fotogenia delle valli di Comacchio.

 

Reggio Calabria 18 marzo 2014

 


               

 




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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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Rossano: cessa di vivere la mamma dell'On. Caputo

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Informazione & Comunicazione

Rossano: cessa di vivere la mamma dell'On. Caputo

Un grave lutto ha colpito la famiglia Caputo nella tarda mattinata di oggi. E' venuta a mancare  Assunta Morfù, 92 anni, madre dell'0n. Giuseppe Caputo, già sindaco della città di Rossano ed attuale presidente della I commissione affari istituzionali della Regione Calabria. Le condizioni della donna si sono aggravate in queste ultime ore, fino a giungere al decesso. Si è spenta poco prima delle 13.  Accanto a lei c'erano tutti i familiari, i figli, i nipoti, il medico di fiducia. Numerosi messaggi di cordoglio e solidarietà sono stati espressi al Presidente Caputo, al figlio Guglielmo, attuale vice sindaco della città di Rossano. La camera ardente è stata allestita nell'appartamento di Via Sibari. I funerali si celebreranno domani in Rossano, presso la parrocchia Maria Madre della Chiesa, ore 17.



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Rosanna Carteri Il fascino di una voce

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ROSANNA CARTERI

Il fascino di una voce

 

Ridotto del Teatro Regio di Parma

venerdì 21 maggio 2014, ore 17.30, ingresso libero

 

Il soprano Rosanna Carteri torna al Teatro Regio di Parma. Un ritorno che si annuncia carico di emozione, venerdì 21 marzo alle ore 17.30 al Ridotto del Teatro Regio, con ingresso libero.

 

L’artista amata e cara al mondo della lirica ha dominato gli anni Cinquanta, alternandosi nei successi a Maria Callas e Renata Tebaldi nei maggiori teatri di tutto il mondo ove ha interpretato, da protagonista, Mozart, Bizet, Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti e molti altri, portando in scena, nel corso dei suoi diciassette anni di carriera, circa dieci prime mondiali. Un percorso di successi e d’affetto che la lega anche al Teatro Regio di Parma, ove ha cantato La traviata, Manon e ove diede l’addio alle scene a 36 anni, dopo la sua ultima interpretazione in Otello, scegliendo di dedicarsi alla famiglia.

 

Carlo Fontana, Armando Torno e Giuseppe Martini dialogheranno con Rosanna Carteri nell’incontro nel corso del quale saranno proposti brani delle sue interpretazioni più celebri e sarà presentato il libro che ne ripercorre la carriera Rosanna Carteri Il fascino di una voce (Paolo Padoan, Marsilio, 2013).

 

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma, Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A, 43121 Parma

tel. 0521 203999 - biglietteria@teatroregioparma.org - www.teatroregioparma.it


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ROMA: "IL GALATA TORNA A CASA" - Barca: Successo di visite alla National Gallery di Washington, oltre 700 mila presenze in tre mesi

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IL GALATA TORNA A CASA

La Statua del ‘Galata morente’ esposto per tre mesi a Washington ritorna nei Musei Capitolini

Barca: Successo di visite alla National Gallery, oltre 700 mila presenze in tre mesi.

Favorire sempre di più gli scambi culturali internazionali

 

Domani, alle ore 12.30, l’Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Flavia Barca e il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce, accoglieranno presso i Musei Capitolini il “Galata Morente” di ritorno dalla National Gallery of Art di Washington. E’ stato esposto all’interno della famosa “Rotunda” presso il museo americano dal 10 dicembre scorso.

Il prestito di altissimo valore è stato reso possibile grazie ad uno scambio tra Istituzioni all’interno del progetto Dream of Rome che ha portato a Roma, come unica tappa europea all’ Ara Pacis la mostra “Gemme dell’Impressionismo-Dipinti della National Gallery of Art di Washington” .

“Sono stati 700 mila i visitatori del Galata a Washington. Un vero successo di pubblico che dimostra il valore di questi scambi internazionali che vanno sempre di più favoriti e promossi - ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Flavia Barca - Il prestito temporaneo del Galata, voglio ricordare, ha permesso di ospitare al Museo dell’Ara Pacis una settantina di capolavori provenienti dal nucleo fondante della National Gallery di Washington nell’unica tappa europea della mostra “Gemme dell’Impressionismo”, che ha prodotto anche un rilevantissimo aumento di introiti per la Sovrintendenza e quasi 120.000 visitatori. Roma, attraverso queste operazioni, si afferma sempre di più Capitale della cultura e della bellezza”.

NOTA PER I GIORNALISTI

Tre mesi fa abbiamo mostrato le operazioni di imballaggio di una grande opera d’arte come il Galata. Gli operatori televisivi e i fotografi potranno seguire stavolta anche l’arrivo dell’opera in Piazza del Campidoglio ed, in seguito, la ricollocazione della statua al1 piano del palazzo Nuovo dei Musei Capitolini.

Il Galata

La statua del Galata morente è una delle opere più celebri e visitate delle collezioni dei Musei Capitolini. Rinvenuta a Roma nell’area di Villa Ludovisi, presso Via Veneto, probabilmente tra il 1621 e il 1623, la scultura fu acquistata nel 1737 da Papa Clemente XII per il Museo Capitolino (il Palazzo Nuovo).

L’opera era parte di un ciclo decorativo che comprendeva anche la statua del Galata suicida oggi conservata al Museo Nazionale Romano– Palazzo Altemps, posto all’interno del santuario di Athena a Pergamo per commemorare la vittoria del re di Pergamo sui Galli.

Gli studiosi a tutt’oggi discutono se si tratti degli originali o se le statue siano state elaborate, in età romana, sulla base dei modelli di età ellenistica (III secolo a.C.)

La statua indossa un collare tipico dei guerrieri celti. La sua espressione è colta nell’attimo che precede immediatamente il suo momento finale, il volto contratto nella sofferenza dovuta alla ferita mortale al petto. La scultura incarna il coraggio nella sconfitta, l’autocontrollo al cospetto della morte, una profonda e commovente celebrazione dello spirito umano.

  

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Luigi Palamara
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CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA

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Comune di Bologna


CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL SINDACO
VIRGINIO MEROLA
Si  trasmette  il  testo dell'intervento tenuto dal Sindaco Virginio Merola
nel  corso  del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Marco Biagi,
nel dodicesimo anniversario della sua uccisione.

"Il  19  marzo  di  12  anni  fa,  le Brigate Rosse uccisero brutalmente il
professor  Marco  Biagi.  Fu  un  gesto  vile,  dettato  da  una  ideologia
inaccettabile  che  sconvolse  la  nostra  città  e l'intero Paese. Da quel
giorno  siamo  tutti  orfani.  Siamo  orfani di un padre di famiglia, di un
eccellente  e stimato professore, riconosciuto in tutto il mondo per le sue
qualità  e  per il suo lavoro. Siamo orfani di un esempio di impegno civile
per  tutti  noi,  in  primo  luogo  per noi amministratori locali. Ma siamo
soprattutto  orfani  di  un esempio di coraggio. Il coraggio che tutti oggi
riconosciamo come l'ingrediente determinante per fare le riforme necessarie
a cominciare da quelle del mercato del lavoro.

Perciò  ricordare  oggi  per  noi  non  è  solo un dovere istituzionale che
abbiamo  nei  confronti  della  famiglia  di  Marco, della nostra società e
della   comunità   bolognese,  per  ribadire   a  chi  vorrebbe  uno  Stato
autoritario,  dove  l'ordine  delle cose è sovvertito da atti di violenza e
sopraffazione,  che  non  ci  stancheremo  mai  di  reclamare  uno Stato di
diritto,  civile  e democratico, fondato saldamente sui valori della nostra
Costituzione, che pone tra i propri principi fondamentali l'uguaglianza tra
le  persone, senza distinzione alcuna, ed il rispetto delle idee altrui, la
libertà e la fratellanza.

La  memoria,  e  le  tante iniziative che si susseguono per ricordare Marco
Biagi,  è il modo che abbiamo per essere consapevoli che dobbiamo ritrovare
la  forza  e  il coraggio di combattere per i nostri diritti e e le riforme
necessarie  per  affermarli.  Marco Biagi ha pagato duramente, con la vita,
per  il  proprio  impegno  pubblico contro la precarietà e la condizione di
insopportabile  diseguaglianza  che ancora oggi colpisce la nostra società,
in  particolare le nostre giovani generazioni. Parlò apertamente di diritto
dei  disoccupati,  cercando in ogni modo di regolamentare quell'area grigia
costituita  dall'assenza  del lavoro o, peggio, da un lavoro precario senza
tutele.  Individuò le ingiustizie del nostro ordinamento del lavoro e portò
avanti  battaglie  prima di tutto etiche. Infatti tra l'individualismo e lo
statalismo  ci  ha insegnato che c'è da salvaguardare la persona, l'idea di
una  libertà  responsabile  che  non  può continuare ad essere negata nella
ricerca  di  un lavoro o nell'esercizio di un lavoro conquistato. In questo
momento  storico  il  pensiero  di  Biagi  è  sempre  più attuale perché il
perdurare   della  crisi  impone  un  ragionamento  su  come  riaprire  una
prospettiva  di  lavoro per i nostri giovani. A tale proposito credo che le
riforme  che  il Governo ha annunciato esprima quella necessità di coraggio
che  serve  per  dare subito risposte concrete. Perché una democrazia  solo
dialogante  rischia  l'inconcludenza,  mentre  il  confronto deve servire a
rafforzare una democrazia che decide.

Marco  Biagi  aveva  la  consapevolezza  che, in particolare per le giovani
generazioni,  bisognasse  introdurre   regole  per  evitare la precarietà e
garantire  percorsi  certi  e tutelati di ingresso nel mondo del lavoro. La
prospettiva  di  costruire  un contratto unico per il mondo del lavoro e di
introdurre  un  trattamento di disoccupazione universale capace di superare
le  discriminizioni e le esclusioni oggi perduranti è la prospettiva su cui
lavorare.  Nel  2008  il tasso di disoccupazione nella nostra provincia era
del  2,2%.  Nel  2012 questo dato è salito al 6,9%. Più grave la situazione
per i giovani dai 25 ai 34 anni, per i quali la disoccupazione è salita dal
2,2%  del  2008  all'8,1%  del  2012.  Anche  se  con percentuali inferiori
rispetto  a  quelle  nazionali, anche  la nostra comunità metropolitana sul
tema  del  lavoro  e  della  disoccupazione  vive  una della sue sofferenze
maggiori,   oggi   abbiamo  tutti,  istituzioni,  mondo  della  formazione,
lavoratori  ed  imprese,  la necessità  di agire insieme per dare un futuro
migliore  ai nostri giovani e chiederci, ad esempio, se la nostra realtà in
tema  di rinnovate relazioni sindacali tra imprese e lavoratori non sia già
pronta  per  un salto di qualità nella democrazia economica, per quella che
da   anni    le   più   avanzate  realtà  europee  definiscono  cogestione,
codeterminazione    e  partecipazione  dei  lavoratori  alle  politiche  di
sviluppo delle imprese.

Per  Biagi  nel  mondo  del  lavoro italiano c'era un “disperato bisogno di
Europa". E proprio guardando all'Europa il professore credeva possibile per
il  nostro  Paese un cambiamento in senso positivo dell’impianto sociale ed
economico,  che  non rispondeva più, e non risponde tuttora, alla crescente
sfida  economica  internazionale  e  ai  nuovi  bisogni sociali che essa ha
generato.  Le  promesse  fondative  dell'Europa, la pace, che oggi torna di
attualità  anche in relazione alle vicende della Crimea e i diritti sociali
che  trovarono  risposta  nella costruzione del welfare oggi debbono essere
rinnovate  per  consolidarsi  nel futuro comune dell'Europa. C'è un destino
comune  da perseguire tra la nostra Repubblica e l'Europa. E c'è un destino
comune  da  rafforzare  tra  le imprese e i lavoratori  che deve fare perno
sulla  costruzione  di  una  maggiore  libertà  e  pari  opportunità per le
persone,  in  particolare  i  giovani  che  cercano lavoro e che attorno al
lavoro vogliono costruire il loro progetto di vita.
Lo dobbiamo a Marco Biagi, lo dobbiamo ai nostri figli".

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CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL PROFESSOR GIAN GUIDO BALANDI

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Comune di Bologna


CONSIGLIO COMUNALE IN RICORDO DI MARCO BIAGI, L'INTERVENTO DEL PROFESSOR
GIAN GUIDO BALANDI
Si   trasmette  l'intervento  tenuto  da  Gian  Guido  Balandi,  professore
ordinario  di  diritto  del lavoro all'Università di Ferrara, nel corso del
Consiglio  comunale  straordinario  dedicato al ricordo di Marco Biagi, nel
dodicesimo anniversario della sua uccisione.

"Signor   Sindaco,   Signora   Presidente  el  Consiglio, comunale, Signore
consigliere  e  signori  consiglieri,  cara  Marina,  cara Francesca Biagi,
autorità , gentili ospiti.

I  deliranti  criminali  che  dodici  anni  orsono hanno ucciso Marco Biagi
pretendevano con quel delitto efferato di fermare le idee e le proposte che
Marco veniva elaborando in materia di regolazione del mondo del lavoro. Per
lo  studio  e poi per la trasformazione di quelle regole Marco era vissuto,
ma  non  solo per questo: era un uomo equilibrato che sapeva distribuire il
suo  interesse  e  la sua passione su un’ampia tastiera.   Così, ho sempre,
nel mio privato ricordo come in pubbliche occasioni, preferito rievocare la
vita di Marco e non la sua morte.

Credo   così   di  interpretare  laicamente  l’invocazione  della  liturgia
cattolica alla requie dei defunti, e allora annoterò subito che la distanza
tra di noi in materia di religione – lui praticante e io non credente – era
sovente  anche  occasione  di  ironica  e leggera derisione reciproca, come
quella  volta  che – scendendo a rotta di collo il ghiacciaio di Freshfield
alle  falde  della  Presanella  sotto  l’ infuriare di un temporale e tra i
fulmini  che schioccavano provocando il pungente odore di ozono – accusava,
Marco,  il  mio ateismo di averlo trascinato all’ inferno: “senti che puzza
di zolfo …” e ridevamo anche per tenere a bada una certa apprensione. Vent’
anni  dopo sono tornato su quella cima – quel giorno eravamo stati respinti
a  poche  decine  di  metri dalla conquista – proprio nel ricordo di Marco,
consegnato  ad  una  piccola  targa che spero ancora resista, lassù, legata
alla croce di vetta.

La montagna, allora.  Una decina d’ anni dopo l’ inizio della nostra comune
appartenenza  al  gruppo che si riuniva attorno a Federico Mancini e che si
nutriva  della  sua  sapienza  giuridica e della sua straordinaria umanità,
quando i figli primogeniti erano piccoli, avvenne di trascorrere un paio di
vacanze estive insieme in montagna, tra le Dolomiti e l’Alpe centrale.
Marco  era  già  un  montanaro provetto – usava vantarsi del già conseguito
stemma d’oro dei venticinque anni di socio del Club Alpino Italiano, stemma
che  io  ho  raggiunto ben più tardi – io non ero che un appassionato, poco
più che  neofita.
Non  c’è  altra esperienza condivisa che, come l’andare in montagna, con il
silenzio,  il ritmo del corpo che si traspone nello spirito, il contemplare
con umiltà la natura, il misurare le proprie forze, si rifletta nel modo di
essere  di  una relazione, imprimendovi alcuni almeno dei propri caratteri.
E  così  tra Marco e me  ha continuato ad esistere, anche anni dopo, quando
il  suo  vero grande amore sportivo era divenuta la bicicletta, questa zona
di  silenziosa  condivisione.  Quando  poi  avvenne che si sfiorasse anche,
insieme, il pericolo grave, nell’episodio che ho ricordato sopra, allora la
silenziosa condivisione assumeva anche caratteri di un baldanzoso amarcord.

La  bicicletta. Quando vincemmo il concorso a cattedra – due, Marco e io di
una   “banda  dei  quattro”  che  comprendeva  Luigi  Mariucci  e  Marcello
Pedrazzoli, allievi tutti di Mancini - Marco si regalò la Bianchi di colore
verdino  della quale era tanto orgoglioso: “i fili dei freni corrono dentro
alla  struttura”  mi segnalò: credo che allora fosse una grande novità. Con
la  bicicletta  si  muoveva  in  città  –  come  in  quella tragica sera -,
partecipava  ad  esclusive  comitive  politico-professional-competitive, ma
batteva  anche  da  solo  gli  Appennini,  e  almeno una volta all’anno, in
estate,  veniva  a  trovarmi  a  Loiano.  A Pasqua del 2002, nel turbamento
ancora  cocente  di quella assurda morte, trovandomi nel luogo dove eravamo
stati  insieme  per  quella  che era stata quasi l’ultima volta, scrissi di
getto alcune righe, che furono poi pubblicate nella rivista dell’Università
di  Ferrara,  dove  Marco aveva insegnato per un biennio tra gli anni ’70 e
’80.

«Caro Marco
nel sole di agosto
sghembo tra gli alberi
dalla finestra del mio studio
non udrò più sulla ghiaia, irregolare
il ticchettio di quelle tue assurde scarpe
più alte davanti che dietro.
“Babbo, c’ è Marco” “Ciao Lucia.
Buongiorno Signora”
“Oh, Professore, come sta ?”
“Vieni Marchino, accomodati”
E le gambe muscolose e glabre
e le cosce fasciate dai ridicoli
quasi osceni per aderenza pantaloncini da ciclista.
E la maglia sudata (“come un porco” aggiungevi con il tuo riso breve)
“Solo acqua ?” “Solo acqua”
E poi i miei racconti di montagna
E il tuo piccolo rimpianto: l’ Adriatico,
al massimo la bicicletta sulle colline di Romagna;
e i malanni dei genitori.
La guida in montagna è sempre Silvano:
il ricordo ridendo di come la scampammo bella,
quella volta in Presanella.
“E il diritto del lavoro, come sta ?”
“Ha davanti un passaggio duro:
il federalismo può cambiare molto le carte.
Vedremo ad ottobre”
“Ti leggo spesso: la tua Europa non mi convince del tutto.
Ne ho parlato a lungo”
“Con i tuoi amici inglesi e francesi, conservatori come te ?”
“Forse anche un poco di più;
ne parlerò con gli studenti, nel corso autunnale;
loro vi capiranno, voi innovatori !”
S’ è fatto tardi, e il pranzo domenicale non transige;
ti accompagno alla bici: “Occhio alla discesa !”
Un’ ultima risata sicura, e sparisci alla curva dello stradello,
tra i pini e i castagni.»

Il pranzo domenicale in famiglia.  Marco mostrava di vivere la famiglia con
una  seria  compostezza che si distingueva dall’esibito disincanto di altri
di  noi.   Marina,  Francesco,  Lorenzo,  ma  anche i genitori e la sorella
Francesca davano l’ impressione di solidi pilastri che con lui costituivano
un  tutt’insieme  di grande robustezza.  Ma anche su questi si poteva – con
leggerezza  e  autoironia – scherzare: così quando nell’estate del 1982, in
attesa  dei  due rispettivi primogeniti, Francesco nacque qualche settimana
prima  di  Vittoria,  me  lo comunicò ridacchiando “qui sono arrivato prima
io!!”

Quando,   il   19   marzo   2004,  Giorgio  Ghezzi  volle  ricordare  Marco
<raccogliendoci  in  silenzio,  pronunciando  taluno  di  noi, solo qualche
parola  e rifuggendo così dalla consueta liturgia accademica>, richiamai la
consuetudine di Marco di recarsi alla partita con il figliolo Lorenzo, così
mi  aveva  raccontato (vantando anche una qualche discendenza diretta dalla
nota passione calcistica del nostro Maestro Federico, abbonato alla tribuna
del Bologna) e gli dedicai questi struggenti versi di Roberto Roversi

Il giocatore di calcio
pensa all’amico che non c’è;
Può contare sulle dita
i giorni della vita e intorno
il circo dei leoni, le voci si perdono
è il momento di una attesa
nessuna rondine indica speranza
le ombre inducono ad una precipitosa ritirata.
Il nemico all’erta segue le orme della fuga.
Il giocatore di calcio dice
il pallone non finisce
in mare.  Si nasconde fra le nubi.

La  montagna,  la  bicicletta,  la  famiglia:  tre  frammenti  che mi piace
immaginare  scomporsi  e  ricomporsi  come in un luminoso caleidoscopio: in
fondo  così è la vita di una persona nella sua straordinaria e sempre unica
varietà.
Quando,  anni  dopo le escursioni, il formarsi delle famiglie e le vittorie
concorsuali,  giunti  insomma  alla piena maturità – almeno anagrafica - si
insinuò  tra di noi il dissenso scientifico – che per la nostra scienza, il
diritto  del  lavoro,  vuol  dire  dissenso  di  politica del diritto –, la
montagna  continuò a restare, come dire?,  il sorridente avvio di un pacato
dialogare,   che  dalle  cime poteva poi discendere nella pianura inquieta,
turbata,  angustiante  del  “che  fare”,  senza perdere il suo carattere di
serena  trasparenza,  come  un  mattino  presto, ancora semibuio, fuori dal
rifugio, all’attacco di  un ghiacciaio".

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Presentato a Sydney il nuovo video clip di Antonio Grosso e Le Muse dedicato a tutti gli emigranti

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Prosegue senza sosta il Tour Australiano tra concerti e successi. 

Pronta la tappa di Melbourne

 

E’ iniziato da qualche giorno, ma sta riscuotendo già un grande successo il tour internazionale in Australia (Sydney - Melbourne - Adelaide - Perth), di Antonio Grosso e le Muse del Mediterraneo. Una traversata dall’altra parte del mondo, qui sotto i nostri piedi, li sentiamo vibrare con la loro musica travolgente e appassionata di terra di Calabria. Una tournée voluta dalle associazioni dei “Deliesi nel mondo” e dal produttore Giuseppe Marasco. Ci emoziona vederli insieme ai nostri corregionali trapiantati in Australia. Un tour ricco di entusiasmo per il giovane gruppo ormai consolidatosi negli anni per l’insolita formazione al femminile. Primo concerto è stato eseguito a Sidney al Club Marconi, circa 600 persone hanno ballato e cantato al ritmo popolare delle Muse, alle prove tanti curiosi hanno assistito e per un po’ si sono sentiti ancora nel bar sotto casa del loro paese in Calabria, a bere una birra ascoltando, stavolta dal vivo, una sana e coinvolgente tarantella!

 

In occasione del primo concerto è stato presentato in anteprima internazionale il nuovo video clip della famosa cover di Rino Gaetano “E cantava le canzoni”in omaggio ai tanti emigranti in giro per il mondo dall'Australia al Canada, dagli Stati Uniti alla Germania... un fiume di connazionali e calabresi partiti dalla loro terra in cerca di fortuna ma con il cuore pieno di ricordi e attaccamento alle proprie origini. Nel video ci sono varie citazioni dei territori meta di emigrazione sulle note di una canzone che in modo particolare gli italiani adorano e ricordano.

“E cantava le canzoni” è infatti il brano di Rino Gaetano (artista scomparso prematuramente e di origini crotonesi) pubblicato nel 1978 (quando nessun componente del gruppo era nato) che racconta “l’emigrante” e lo stesso autore, uno sguardo al Sud come ritorno alle radici, ai ricordi, agli affetti. L’emigrante, il produttore e il mercenario che hanno in comune il fatto di lasciare il sud e che per sentirne meno lalontananza si affidano alle canzoni, ai ritmi e al ricordo del mare. L’obiettivo era ricordare un grande artista ma partendo dalle basi della musicalità del gruppo di Antonio Grosso, elaborando il ritmo e rendendolo un elemento pulsante del brano.

Un’alchimia tra suoni e immagini che fa trovare in questo brano dopo 30 anni le chiare essenze della musica etnopop che pesca nella tradizione calabrese, la finezza interpretativa di un gruppo di ragazze giovani e il calore di un sud tra musica e passione (il video è online su youtube e sul sito ufficiale www.antoniogrossoelemuse.com).

 

Domenica 16 all’ombra dell’Opera House di Sidney, nel cuore della città sulla baiaentrato a far parte dei Patrimoni dell'Umanità sotto l'egida dell'UNESCO, al celebre caffè Rossini,locale italiano storico della città, un unplugged di 60 minuti ha attirato una gran folla di australiani e turisti, che nella via più passeggiata della città hanno bloccato il traffico cittadino danzando musedoc!

 

Il tour va vanti, e grazie alla grande disponibilità e accoglienza di tutte le famiglie di calabresi, prosegue per Melbourne questa bella avventura. Il concerto è previsto per sabato 22 presso il Calabria Club, e già sono tanti i segnali che ne preannunciano il successo.In città i ragazzi hanno inoltre avuto l’occasione di incontrare gli allievi della Melbourne School of Tarantella con un piccolo stage nella loro scuola, è stato bello trovare non solo persone di origini italiane ma anche e soprattutto australiani doc.

 

“I ragazzi viaggiano senza sosta nella grande Australia, e quando mi vedono con il mio organetto che porto sempre dietro – ci dice il maestro Antonio Grosso – anche un piccolo spostamento in aereo o macchina, di famiglia in famiglia da una via all’altra si trasforma il un piccolo concerto con variazioni sul tema e compiacimento dei frugali e inaspettati spettatori”.

 

Le prossime tappe Adelaide e Perth… amici d’Australia le muse sono arrivate, seguite il loro diario su www.facebook.com/antoniogrossoelemuse

 

 

 


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Reggio Calabria, 20 marzo ore 21.00 EQUINOZIO DI PRIMAVERA AL PLANETARIO

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Prossima attività organizzata dal Planetario provinciale Pythagoras:

Giovedì 20 Marzo 2014, ore 21.00 - Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria

La magia del nuovo inizio: l’equinozio di primavera

“I Calendari e la data della Pasqua

Giovedì 20 Marzo 2014, ore 21.00

Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria

La magia del nuovo inizio: l’equinozio di primavera

“I Calendari e la data della Pasqua

Prof. Fabrizio Mazzucconi

Astronomo Osservatorio Astronomico di Arcetri

Società Astronomica Italiana

 

Come è ormai tradizione, il Planetario provinciale Pythagoras festeggia l’arrivo della primavera proponendo al grande pubblico la conferenza del dottore Fabrizio Mazzucconi, astronomo dell’Osservatorio di Arcetri, Firenze.

Il tema dell’incontro sarà: “I Calendari e la data della Pasqua”.

La primavera astronomica ha inizio con l'equinozio, che quest’anno cadeil 20 Marzo alleore 16:57 di Tempo Universale (ore 17.57 ora solare dell’ Europa centrale).

Il fenomeno, generalmente riconosciuto soltanto dagli addetti ai lavori, è noto al pubblico come “il momento dell'anno in cui il giorno e la notte sono uguali” e l’inizio viene riferito al 21 di Marzo.

Oggi sappiamo che la data dell'Equinozio non è fissa ed è compresa tra il 19 e il 21 di Marzo.

È interessante notare che nel XIX e nel XX secolo si è verificato sempre il 20 o il 21 marzo, mentre per 15 volte è caduto il 19 nella seconda metà del XVII secolo e 5 volte alla fine del XVIII; e ciò accadrà di nuovo solo il 19 marzo del 2044! C’è poi da ricordare che nel XXI secolo si è verificato il 21 marzo nel 2003 e nel 2007, e che la cosa non si ripeterà più fino all’equinozio del 21 marzo 2102.

Al di là di queste disquisizioni astronomiche la primavera è la stagione della rinascita e presso moltissime culture essa viene associata ai concetti di fertilità, resurrezione e inizio.

Anche il calcolo della data della Pasqua è legata al’inizio della primavera.

Nel 325 il primo Concilio di Nicea stabilì che la solennità della Pasqua di Resurrezione dovesse essere celebrata nella domenica seguente il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera.

Tutte le antiche tradizioni offrono una serie di miti legati alla primavera, miti al cui centro risiede l'idea del sacrificio a cui succede la rinascita.

Se l’equinozio d’autunno, infatti, segna l’inizio del periodo dell’anno in cui le notti divengono più lunghe dei giorni, quello di primavera indica viceversa l’inizio del periodo dell’anno in cui le ore di luce superano quelle di buio.

A partire infatti dal giorno successivo al verificarsi dell’equinozio di primavera il periodo di illuminazione diurna supera la durata delle notti; un crescere delle ore di luce che toccherà il massimo il giorno del solstizio d'estate, il 21 Giugno.

Il giorno dell’equinozio di primavera segna, inoltre, per un osservatore ipotetico posto al polo nord, la nascita del giorno polare che si protrarrà per i 6 mesi successivi, tramontando infatti quando si giungerà all'equinozio d'autunno. La situazione opposta si verifica al Polo Sud.

Questi sono soltanto alcuni degli argomenti che saranno trattati sotto la cupola del Planetario Provinciale.

La serata si concluderà con l’osservazione del cielo al planetario e con i telescopi a cura degli Esperti del Planetario.

 


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Luigi Palamara
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Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria "Il viaggio di Cassini verso Saturno"

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Mercoledì 19 marzo 2014, ore 21,00

Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria

“Il viaggio di Cassini verso Saturno”

Prof. Fabrizio Mazzucconi

Astronomo-Osservatorio Astronomico di Arcetri

Società Astronomica Italiana

Carl Sagan nel 1990, dopo che giunse sulla Terra la prima foto della Terra, scattata dai confini del sistema solare, a sei miliardi di km, dalla sonda Voyager 1, disse: “Quel puntino è qui. Quel puntino è casa. Quel puntino è noi. Su di esso, tutti coloro che ami, tutte le persone che conosci, tutti quelli di cui hai mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, ha vissuto qui la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì. Su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole”.

Il 19 luglio 2013 la sonda Cassini che si trovava a 1,44 miliardi di km dalla Terra e a 1,2 milioni di km da Saturno ci ha rinviato una immagine del nostro Pianeta: “Ancora un puntino!”

Domani, mercoledì 19 marzo, alle ore 21.00 il dott. Fabrizio Mazzucconi, Astronomo dell’Osservatorio di Arcetri esporrà il viaggio della sonda Cassini verso Saturno.

La sonda Cassini è la più grande navicella interplanetaria mai costruita. In più di diciassette anni dedicati all’esplorazione di Saturno e della sua luna Titano, la CASSINI-HUYGENS ha già rivoluzionato le nostre conoscenze sul sesto pianeta del Sistema Solare. L’obiettivo della missione era, ed è ancora, far luce sui tanti misteri irrisolti su Saturno: cosa alimenta la fornace all’interno del Pianeta? quale è l’origine degli Anelli? quante sono le Lune? qual è la sorgente di metano di cui l’atmosfera di Titano è così ricca? ci sono altri oceani su questa grande Luna? Grazie alla perfetta performance di tutti gli strumenti, è stato possibile fare centinaia di scoperte sull'atmosfera di Saturno, sugli anelli e su altre lune.

L’osservazione della Luna Titano ha aperto uno squarcio di conoscenza su quella che poteva essere la Terra prima dell’evolversi della vita. Si è scoperto per esempio che i laghi, i fiumi e la pioggia di Titano, sono composti di metano ed etano, e le temperature raggiungono i -143 gradi Celsius. Lanciata il 15 ottobre del 1997 da Cape Canaveral la sonda concluderà la sua missione nel 2017. Per evitare la contaminazione delle sue lune, tra cui Titano e Encelado la sonda Cassini verrà guidata lentamente ad affondare nel gigante gassoso.


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Reggio Calabria, giornata inaugurale della Scuola di Democrazia Partecipata "DemocraticaMente"

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Reggio Calabria, 19.03.2014 - Venerdì 21 marzo, alle ore 17,30,  nella sala “Federica Monteleone” di Palazzo Campanella, si aprirà la giornata inaugurale della Scuola di Democrazia Partecipata “DemocraticaMente”, organizzata dall’Associazione Culturale “Reggio Domani” con il patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria e della presidenza del Consiglio Regionale. La cerimonia di avvio sarà caratterizzata dalla ‘lectio magistralis’ sul tema: ‘Tra diritto ed etica’, del prof. Tito Lucrezio Rizzo, consigliere titolare dell’Organo centrale di sicurezza presso il segretariato generale della Presidenza della Repubblica, cui seguiranno gli interventi del consigliere regionale Tilde Minasi e di Ombretta Florio, presidente dell’associazione ‘Reggio Domani’. 

I percorsi generali della Scuola - che proseguirà dal 4 aprile a fine giugno - si svilupperanno su argomenti quali: ‘Progettazione sociale’; ‘Teoria e tecniche della comunicazione pubblica’; ‘Psicologia di comunità’; ‘Etica politica’; ‘Sociologia politica’; ‘Economia politica’; ‘Teoria e storia della democrazia’, per una durata complessiva di 90 ore, a conclusione dei quali è prevista l'acquisizione di un attestato di partecipazione e di crediti formativi per le diverse professioni coinvolte, grazie anche all'organizzazione di laboratori, verifiche periodiche e prove finali. Le attività didattiche frontali, inoltre, ospitate nelle aule dell'Università Mediterranea, si terranno nei pomeriggi di venerdì da professori e ricercatori universitari di ruolo, nonché da qualificati esperti di settore, provenienti da diverse realtà dell’intero territorio nazionale.

I partner di “DemocraticaMente”, oltre il Digiec, sono la Camera di Commercio di Reggio Calabria, l'Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria, l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Locali di Reggio Calabria, l'Ordine degli Psicologi della Calabria e l'Anolf (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere).

L'iniziativa è programmata con l'avallo degli Ordini Professionali degli Avvocati, dei Commercialisti e degli Psicologici. L’appuntamento, inoltre, prevede l’attribuzione di 24 crediti formativi per gli avvocati, e 15 per i commercialisti. Agli iscritti dell'associazione universitaria Digiec  (Dipartimento di giurisprudenza e di Economia dell’università Mediterranea), saranno riconosciuti 4 crediti.

“E' importante che un'istituzione quale il Consiglio Regionale della Calabria, grazie alla sensibilità del presidente Francesco Talarico – afferma Tilde Miasi – sostenga un'iniziativa che prevede un percorso formativo improntato al concetto di democrazia partecipata.  Il messaggio che si vuole trasferire, infatti, si riassume nella necessità che il cittadino si senta realmente parte attiva dei processi decisionali con un interesse tangibile per la vita civile della propria comunità. Per finalizzare tale esigenza, quindi – sottolinea Tilde Minasi - è fondamentale migliorare ed approfondire il bagaglio di conoscenza di professionisti e giovani studenti universitari in un contesto che si avvale di accademici ed esperti che operano in diverse realtà del territorio nazionale. Ritengo, infatti, che il supporto e la promozione di ogni forma di democrazia sia una delle strade percorribili per superare quella distanza tra cittadini e istituzioni che sta caratterizzando la recente fase storica del nostro Paese”.
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Reggio Calabria: Provincia, venerdì l'incontro "Luci e ombre della chirurgia estetica". Ospite il prof. Gasparotti

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“Luci e ombre della chirurgia estetica”

Venerdì l’incontro nella sala conferenze della Provincia di Reggio Calabria. Ospite il professor Marco Gasparotti autore del libro “Che faccio, mi rifaccio?”

 

La sala conferenze della Provincia di Reggio Calabria ospiterà, venerdì 21 marzo con inizio alle ore 17.30, l’evento dal titolo “Luci ed ombre della chirurgia estetica”. L’incontro che sarà moderato dalla giornalista Rai, Laura Cason, è patrocinato dall’Ente intermedio e avrà come ospite d’eccezione il noto chirurgo, Marco Gasparotti. Quest’ultimo è anche autore del libro, edito da Sperling e Kupfer, “Che faccio, mi rifaccio?”, in cui sono racchiuse tante vicende umane e i lati meno conosciuti della chirurgia estetica.

Nel corso del dibattito, che avrà una dimensione divulgativa, verrà posto l’accento sull’importanza della chirurgia quale strumento in grado di ridare nuovamente dignità ad un viso o ad un corpo rovinati profondamente da un male o da un incidente. Il tutto nella convinzione che l’estetica non è il raggiungimento della perfezione ma la creazione di uno stato d’animo.

 

Reggio Calabria, 19 marzo 2014 

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Milano, 14 aprile DARIO FO LU SANTO JULLARE FRANCESCO Teatro Arcimboldi

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TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI

MILANO

14 aprile 2014 – ore 21.00

 

DARIO FO

LU SANTO JULLÀRE FRANCESCO

scritto e interpretato da Dario Fo

produzione Compagnia Teatrale Fo Rame
organizzazione Itineraria Teatro
con il patrocinio del Comune di Milano

L’intero incasso della serata sarà devoluto a sostegno del progetto di “Slow Food for Africa”

 

Dario Fo torna a teatro con Lu Santo Jullàre Françesco: il memorabile lavoro sulla vita del Santo d’Assisi, realizzato 15 anni fa e ora riscritto in una nuova versione per l’allestimento milanese.

La storia medievale, i miti e le leggende si intrecciano all’attualità e alla storia contemporanea, grazie alla maestria giullaresca di uno straordinario Dario Fo.

 

I protagonisti de Lu Santu Jullàre Francesco sono i personaggi dell’Italia medievale: dai semplici ai Cardinali e addirittura ai Papi.

La realtà storica  e le leggende popolari si mescolano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita del santo umbro: la richiesta di approvazione della Regola a Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, la malattia agli occhi.

Rileggendo leggende popolari, testi canonici del Trecento e documenti emersi negli ultimi tre secoli Dario Fo elabora un’immagine non agiografica di San Francesco: spogliato dal mito, ritroviamo un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico. Un eretico di fatto, la cui storia è tornata alla ribalta ai giorni nostri con la salita al soglio di Pietro del nuovo pontefice.

 

 

Della giullarata Francesco conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava l’andamento del sermone. Sappiamo pure che cantava, recitava e di tutto “lo suo corpo fasea parola” come testimonia un cronista del suo tempo; nei suoi sermoni suscitava divertimento ma anche commozione fra i presenti che lo ascoltavano.

Dario Fo

 

 

 

 

 

 

SLOW FOOD FOR AFRICA

L’intero incasso della serata sarà devoluto al progetto di Slow Food volto a realizzare 10.000 orti in Africa al fine di promuovere il diritto alla sovranità alimentare delle comunità locali.

Slow Food sta creando una rete di giovani che lavorano per salvare la straordinaria biodiversità dell’Africa, per valorizzare i saperi e le gastronomie tradizionali, per promuovere l’agricoltura familiare e di piccola scala. I 10.000 orti sono lo strumento concreto per realizzare questo sogno

www.fondazioneslowfood.it/it/262/slow-food-africa

 

 

 

 

 

 

 

 

INFO E PRENOTAZIONI

LU SANTO JULLÀRE FRANCESCO

14 APRILE 2014 – ore 21.00

TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI – viale dell’Innovazione, 20  - Milano

 

PREZZI
Intero: 20,00 €*

Ridotto >65 anni e <25 anni: 15,00 €*

*prevendita 1,50 euro

 

BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro degli Arcimboldi - Viale dell'Innovazione, 20 – Milano

tel. 02 64 11 42 212/214

Da lunedì a venerdì dalle 14.00 alle 18.00 orario continuato 

I biglietti sono in vendita su www.ticketone.it

 

 

 

LU SANTO JULLÀRE FRANCESCO

scritto e interpretato da Dario Fo

assistente alla regia Fabrizio De Giovanni

con la collaborazione di Jessica Borroni, Michela Casiere,

Chiara Porro, Luca Vittorio Toffolon

direttore di scena Maria Chiara Di Marco

macchinista Eliel Ferreira

produzione Compagnia Teatrale Fo Rame
organizzazione Itineraria Teatro


 

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Luigi Palamara
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Scandalo al Comune di Catanzaro, Molinari e Barbanti (M5S): "Ecco la degenerazione del sistema! Contro la subcultura della clientela, serve l'impegno di tutti i cittadini."

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ROMA – Gli amici degli amici dettano itempi alle amministrazioni pubbliche calabresi dove il clientelismo spadroneggia e la democrazia è solo un termine accademico da tenere a mente per convegni culturali ovvero alle scadenze elettorali per raccogliere il consenso malato che si è seminato. Nella realtà le “cose” si muovono aggirando le legalità e tradendo la fiducia degli elettori: l’osservanza della legge invece di soddisfare un primario requisito morale, costituisce un mero dato formale. Lo scandalo che ha investito il Comune di Catanzaro, dove la Digos ha messo in luce un sistema di potere retto su un’ignobile subcultura della clientela e del piacere personale (grottescamente comprendente il mercimonio sessuale), mostra la punta dell’iceberg: la corruzione dilagante a tutti i livelli, iniziando dal classico dell’assegnazione degli appalti senza gara d’appalto.
E pensareche questo caso è uscito fuori grazie ad un’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, sulle firme false utilizzate nella passata tornata elettorale, mentre ora potrebbero trovarsi seriamente nei guai tutti i protagonisti di questa sordida vicenda: dipendenti comunali, politici, avvocati e giornalisti.
Definiretutto ciò un semplice “malcostume” – come ha fatto l’assessore Lomonaco – è offensivo verso l'intelligenza dei calabresi che non si vogliono rassegnare a questo degrado quotidiano ma, soprattutto, equivale a confessare una laida quanto pericolosa visione della politica, che abbandona la sua vocazione ideale per il benessere della comunità, assumendo una dimensione di inauditosquallore.
Come M5S nonci stancheremo mai di chiedere ai cittadini di chiedere conto dell’operato dei politici; allo stato attuale, è l’unico modo per evitare le degenerazioni del sistema partitico sul quale si fonda un sistema marcio che vive, nasce ed evolve anche grazie ad una certa rassegnazione noncurante della cittadinanza. Senza cadere nel giustizialismo di chi vuole chiudere i recinti quando i buoi sono scappati, vogliamo vedere dove porterà l'inchiesta. Occorre puntare alla costituzione di una coscienza politica attiva e propositiva, che guardi ai fatti e alle idee e non agli interessi di parte fonte di potere personalistico.
Abbiamochiesto, interessati dai nostri attivisti del MeetUp Non solo Catanzaro, un incontro al Prefetto, accordato per il prossimo 24 marzo. L'istituzione, nella sua qualità di garante della legalità, deve vagliare l'avvio di un'indagine amministrativa e l'adozione di ogni atto (anche di rimozione e/o sospensione) dovuto per gli amministratori coinvolti nello “scandalo”: occorre prendere ogni misura diretta a ripristinare il buon nome del capoluogo di regione nonché il corretto, imparziale e trasparente funzionamento degli uffici comunali.

 
Francesco Molinari – M5S
Cittadino eletto al Senato

Sebastiano Barbanti – M5S 
Cittadino eletto alla Camera

RAI SPORT1: DEDICATO A... MILANO-SANREMO CON IL MALTEMPO

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La Milano-Sanremo e i suoi eroi. Corridori che hanno sfidato il maltempo e le intemperie nella centenaria storia della classicissima. Giovedì 20 marzo, alle 21.00 su RaiSport 1 (canale 57 DTT), "Dedicato a…" ripercorrerà tutte le edizioni della Sanremo che si sono disputate sotto pioggia o neve. Straordinario il documento filmato dell'edizione del 1930 vinta da Michele Mara. Il capitolo più corposo sarà sulla Milano-Sanremo del 2013 che venne interrotta causa una improvvisa bufera di neve. Immagini inedite dalle ammiraglie testimonieranno quella giornata. Alcuni corridori si ritirarono semicongelati. Uno di questi, Manuel Belletti, racconterà la sua odissea. In studio con Auro Bulbarelli ci saranno Mauro Vegni (il direttore di gara che prese la decisione di fermare la Sanremo a Ovada), il CT della Nazionale Davide Cassani, il team manager della Cannondale Roberto Amadio e Beppe Conti.

RAI3: GAZEBO, MUSICA E TANTA ATTUALITA'

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Appuntamento giovedì 20 marzo alle 23.15 in diretta su Rai3 con la puntata ampia di Gazebo, ricca di ospiti musicali e di tanta attualità. Molte le video inchieste raccolte da Diego Bianchi durante la giornata e commentate in studio dal giornalista Marco Damilano e dalle vignette di Marco D'Ambrosio - Makkox. L’inviato speciale Mirko Matteucci-Missouri 4 stazionerà ancora sotto le stanze di Matteo Renzi a Palazzo Chigi per spiare i suoi movimenti. Come di consueto musica live con Roberto Angelini e Giovanni di Cosimo, mentre gli ospiti di domani

RAI: A CARTOON ON THE BAY L'ANTEPRIMA DI SPACE DOGS MOON ADVENTURES

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La Russia, paese ospite di Cartoons on the Bay 2014 arriverà a Venezia con un regalo speciale. Quattro anni dopo la loro prima avventura, infatti, tornano sul grande schermo Belka e Strelka, meglio noti come gli Space Dogs. Cartoons on the Bay ospiterà l’anteprima internazionale di Space Dogs: Moon Adventures. Diretto da Alexander Khramtsov, Inna Evlannikova, Vadim Sotskov, il film racconta le avventure dei due coraggiosi cagnolini, i primi esseri viventi a conquistare lo spazio, che si trovano questa volta a fronteggiare una minaccia spaziale che li porterà fino sulla Luna per difendere il nostro pianeta. Seguito del fortunato Space Dogs (2010), il film si aggiunge al già ricco programma di anteprime cinematografiche di Cartoons on the Bay di quest’anno. Cartoons on the Bay, Festival dell’animazione televisiva e crossmediale, è organizzato da Rai con il contributo di Rai Fiction e Rai Ragazzi. La diciassettesima edizione si terrà a Venezia dal 10 al 12 aprile 2014.

RAI2: OSPITI DEL MUSICHIONE IRENE GRANDI E RAPHAEL GUALAZZI

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Irene Grandi e Raphael Gualazzi si sfidano nella terza puntata de “Il Musichione”, il programma condotto e firmato da Elio e le Storie Tese, in onda giovedì 20 marzo alle 23:20 su Rai2 I due cantanti si affrontano per ottenere il miglior punteggio nel gioco tra le domande a risposta multipla, le manche, le prove pratiche e il “giocone” finale. Ospiti di questa puntata anche il cantautore Filippo Graziani, figlio dell’indimenticabile Ivan, e in gara nella sezione giovani al recente Festival di Sanremo, e il comico ed illusionista Raul Cremona. Protagonista dell’intervista di Rocco Tanica è Valentino Rossi.

RAI1: UN BAMBINO CONTESO PER DON MATTEO

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Nuovo doppio appuntamento con la fiction "Don Matteo 9", in onda su Rai1 giovedì 20 marzo alle 21.10. Nel primo episodio dal titolo Un bambino conteso, due genitori in via di separazione, si contendono l’affidamento del figlio, il piccolo Paolo e a farne le spese è lo stesso Don Matteo che viene addirittura aggredito proprio all’interno della sua parrocchia, tanto da dover essere ricoverato in ospedale. Inutile dire che il Maresciallo Cecchini si sente in colpa per l’accaduto, per non aver rispettato un voto fatto a Sant’Antonio. La sola colpa di Don Matteo è stata quella di aver ospitato Paolo, anche se l’aggressione resta avvolta nel mistero e le indagini portano tutte verso il padre del bambino. Il secondo episodio intitolato Mio figlio, è direttamente legato al precedente, perché al centro della vicenda c’è ancora una volta il bambino conteso dai due genitori, che viene definitivamente affidato a Don Matteo. Nel frattempo un omicidio sconvolge la quiete di Spoleto però, e un giovane viene trovato morto in una cava: il parroco ben presto scopre che il ragazzo assassinato era contrario da sempre, assieme a suo padre, alla passione per la danza del fratello minore.

Reggio Calabria - Museo: Mattia Preti e Frangipane

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Reggio Calabria, 20 marzo 2014

 

Il 26 marzo inaugurazione della Mostra del San Luca di Mattia Preti al Museo diocesano con carteggi inediti di Alfonso Frangipane

 

In occasione delle Celebrazioni per il  IV centenario della  nascita  di  Mattia  Preti 1613 – 2013 il Museo diocesano promuove la Mostra del dipinto San Luca dipinge la Madonna e Gesù Bambino, rarissima opera datata e firmata del Cavalier calabrese, gentilmente concessa dai Frati  Francescani Minori di Malta.

L’inaugurazione avrà luogo presso la Chiesa degli Ottimati mercoledì 26 marzo alle h 17 per poi proseguire nei locali del Museo ove la pregevole tela del Preti resterà esposta fino al 28 aprile.

Interverranno, tra gli altri,  S.E. mons. Giuseppe Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Vanessa Frazier, Ambasciatore di Malta in Italia, Giuseppe Raffa, Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria, Paolo Martino, Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici, Padre Arturo Saliba, Provinciale dei Frati Francescani Minori di Malta, Maria Teresa Sorrenti, funzionario della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Calabria, Sante Guido e Giuseppe Mantella, i due restauratori cui si deve il Progetto scientifico dell’evento.

Il San Luca dipinge la Madonna e Gesù Bambinoè un capolavoro di Mattia Preti, realizzato nel 1671 per un altare della chiesa di San Francesco di Assisi a La Valletta. L’opera giunge a Reggio dopo esser stata esposta presso l’Accademia di San Luca a Roma, nel Palazzo arcivescovile di Crotone e al Marca di Catanzaro, ma nel Museo diocesano reggino all’esposizione del dipinto si affiancherà l’allestimento di un’inedita Sezione documentaria, a cura di Alessia De Pasquale: documenti e volumi esposti, appartenenti all’Archivio Privato Frangipane, illustreranno alcuni passaggi significativi dei pionieristici studi che l’insigne studioso calabrese condusse ai primi del Novecento su Mattia Preti. Due volumi settecenteschi, un’antica copia del De Dominici ed una raccolta di documenti sulla nobiltà di Taverna sono la fonte da cui Frangipane trasse i primi orientamenti per l’indagine sulla vita e le opere dell’artista, sulla famiglia e le origini nella cittadina natale.  Alcune lettere esposte documenteranno il suo impegno per la tutela e il restauro delle opere di Preti in Calabria, gli scambi di informazioni con importanti critici italiani come Roberto Longhi, per la conoscenza delle opere meridionali dell’artista, e con Ugo Ojetti, per l’organizzazione di una mostra pretiana a Firenze. In considerazione dell’attenzione che la Mostra presta alla figura di Alfonso Frangipane mons. Antonino Denisi, decano del Capitolo della Cattedrale, nell’occasione ha donato al Museo diocesano la Collezione completa della rivista “Brutium”, nella ristampa anastatica in 6 volumi curata da Iiriti Editore nel 2010: si tratta di un’opera di elevato pregio e interesse che riunisce per la prima volta in maniera completa dal 1922 al 1969 i numeri della prestigiosa Rivista fondata da Alfonso Frangipane.

Tra gli eventi in programma in occasione della Mostra un Convegno dal titolo Mattia Preti e Alfonso Frangipane, promosso dal Museo diocesano e dal Liceo artistico “Preti-Frangipane” di Reggio Calabria, concluderà sabato 29 marzo alle h 10 le Giornate pretiane: tra i relatori, Giorgio Leone, Direttore della Galleria Nazionale di Palazzo Corsini a Roma, e Giuseppe Mantella, restauratore del corpus maltese delle opere di Mattia Preti.

Alla Mostra ha riconosciuto il suo Patrocinio la Delegazione reggina del FAI, cui si deve la formazione di alcuni studenti del Liceo artistico “Preti-Frangipane” in qualità di guide per scuole e gruppi in visita al Museo nel periodo della Mostra.

La Mostra al Museo diocesano è resa possibile grazie al supporto della Delegazione di Reggio Calabria del Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Ordine Militare di Malta e al contributo del Delegato Gran Priorale di Reggio Calabria, in memoria del padre Barone Ing. Giovanni Nesci di Santagata. Sponsor per l’allestimento illuminotecnico del dipinto è Artemide.

Nell’occasione il Museo diocesano garantirà un orario di apertura prolungato: dal lunedì al sabato h 9-13 e  martedì e venerdì h 16-19 (esclusi festivi). Per informazioni si contattino i Servizi educativi museali al n° 3387554386 o si visiti il sito www.museodiocesanoreggiocalabria.it

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SCUOLA - Gli insegnanti guadagnano meno degli operai, il Ministro Giannini dovrebbe saperlo

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Anief reputa inappropriato l’invito rivolto dal Ministro dell’Istruzione ai sindacati a non salvaguardare più il minimo stipendiale per tutti: ma lo sa che il blocco del contratto, lo stop and go sugli scatti, la sospensione dell’assegno di vacanza contrattuale hanno posizionato lo stipendio degli insegnanti addirittura 4 punti percentuali sotto l’inflazione? Lo sa come si fa a vivere con neanche 1.300 euro al mese?

SCUOLA – Gli insegnanti guadagnano meno degli operai, il Ministro Giannini dovrebbe saperlo

 

Anief reputa inappropriato l’invito rivolto dal Ministro dell’Istruzione ai sindacati a non salvaguardare più il minimo stipendiale per tutti: ma lo sa che il blocco del contratto, lo stop and go sugli scatti, la sospensione dell’assegno di vacanza contrattuale hanno posizionato lo stipendio degli insegnanti addirittura 4 punti percentuali sotto l’inflazione? Lo sa come si fa a vivere con neanche 1.300 euro al mese?

 

Anziché perdere tempo a ricordare ai sindacati, come ha fatto oggi, che non devono più “salvaguardare il minimo garantito per tutti”, ma impegnarsi per valorizzare solo “chi lavora meglio”, il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini farebbe bene ad andare a leggersi quanto guadagna nel 2014 un insegnante della scuola pubblica italiana: in media non arriva a 1.300 euro, meno di un operaio. Il blocco del contratto, lo stop and go sugli scatti, la sospensione dell’assegno di vacanza contrattuale hanno infatti posizionato lo stipendio degli insegnanti addirittura 4 punti percentuali sotto il livello dell’inflazione.

 

Il Ministro Giannini forse non sa, o fa finta di non sapere, che in Europa i docenti percepiscono lo stipendio più basso dopo la Grecia, con quasi 8mila euro in meno a fine carriera rispetto alla media di tutto il vecchio Continente. E sono maltrattati anche rispetto agli dipendenti pubblici: dall’ultimo ‘Conto annuale’, realizzato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato risulta che il personale scolastico è posizionato un punto percentuale rispetto alla media degli altri comparti della PA.

 

Comparti che, ricordiamo sempre al Ministro, sono già in grave ritardo rispetto alla crescita dell’inflazione: mentre il premier Renzi promette ‘oboli’ da 80 euro per mezzo milione di docenti e gli Ata che percepiscono meno di 1.500 euro al mese, l’Istat emette un indice generale delle retribuzioni contrattuali orarie disponibile con incrementi tendenziali sopra la media solo per il settore privato (+1,9%), in particolare nei settori dell’agricoltura (+3,4%), dell’industria (+2,1%) e dei servizi privati (+1,6%). Mentre in tutti i comparti della pubblica amministrazione si continuano a registrare variazioni nulle.

 

L’Anief può essere anche d’accordo con il Ministro Giannini quando dice che occorre "valorizzare le singole persone", ma prima di questa operazione c’è da attuare un’opera di allineamento dello stipendio del personale scolastico al costo reale della vita. “La nostra Costituzione– ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – prevede il lavoro come fondamento del Paese: pertanto, le istituzioni e la politica devono garantire uno stipendio dignitoso. Trovando le risorse adeguate: il prossimo rinnovo contrattuale del comparto Scuola diventa quindi il banco di prova per capire se questo Esecutivo è in grado di fornire tale prerogativa. Se il Ministro non lo comprende o non è d’accordo, allora faccia pure un passo indietro”.

 

Per approfondimenti:

Gap stipendio rispetto ai privati sempre maggiore: non servono ‘oboli’ ma lo sblocco del contratto

 

Scatti stipendiali: ha fatto bene il Governo ma ora trovi 2.600 euro di arretrati a dipendente

 

20 marzo 2014                          

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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