Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
MNews.IT | Stadio Online, le notizie sportive | Giochi Gratis | Calabria 24Ore .IT | NewsOn24.IT
TOUR PROPAGANDISTICO DEL PRESIDENTE NELLE PROVINCE DEL LAZIO. MA NONC’E’ NULLA DI CUI GIOIRE
“Svolta nella sanità, risolti i problemi della Regione Lazio. Non più liste d’attesa, stop al sovraffollamento nei pronti soccorsi, Case della Salute in dirittura d’arrivo, deficit azzerato, risollevati i distretti industriali in crisi, pioggia di fondi Ue per il territorio. Potrebbe essere una notizia clamorosa ma è soltanto una nostra provocazione, considerato che oggi è il primo aprile”. La butta sull’ironia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, commentando le ultime uscite del presidente Zingaretti nelle province del Lazio. “Vorremmo che invece del tour propagandistico ricco delle solite promesse, di nastri tagliati in strutture con i cantieri ancora in corso, di presunti successi propagandati, il presidente si recasse negli sportelli dei Cup delle Asl regionali, nei pronti soccorsi sovraffollati all’inverosimile, nei reparti privi dei posti letto per ricoverare anche i casi urgenti, tra i lavoratori in lotta davanti ai cancelli delle fabbriche chiuse in tutto il territorio, sui siti destinati a diventare tante piccole discariche al posto di Malagrotta. Fare propaganda è facile, portare risultati reali è un po’ più complesso pertanto, Nicola Zingaretti – incalza Michel Maritato – farebbe meglio ad affrontare i problemi con decisione, piuttosto che galleggiare nel compiacimento delle proprie illusioni. Un presidente ancora sotto botta del tavolo ministeriale, a cui non riesce a imporre la propria volontà, nel rispetto dei bisogni dei cittadini – chiosa Maritato – ha poco di cui vantarsi, pensi piuttosto a mettere d’accordo medici di famiglia e ospedalieri, lavoratori precari e garantiti, operai in lotta e imprenditori che fuggono all’estero, cittadini imbufaliti con il pericolo di discarica sotto casa. Queste sono le vere sfide, altro che il tour autoreferenziale”.
Roma, 01 Aprile 2014Il Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, pubblicato dall’Aran in queste ore, conferma quanto il mestiere dell’insegnante abbia perso prestigio e valore sociale: dal 2001 anche il settore privato è andato meglio, con le buste paga del manifatturiero che hanno sovrastato il costo della vita di ben 15 punti; chi lavora per la formazione e la crescita dei nostri giovani è invece andato sotto di 2 punti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): quella dei nostri insegnanti è la categoria più maltrattata d’Europa. Non stiamo parlando dei 100.000 euro lordi annui dei colleghi del Lussemburgo o delle 50.000 sterline degli inglesi: dal 2007 per colpa del blocco dei contratti nella PA lo stipendio medio di quelli italiani (meno di 30.000 euro lordi) è sceso di ulteriori mille euro. E se il Governo riuscirà nell’intento, già dichiarato, di cancellare gli scatti d’anzianità andrà sempre peggio. L’ultima speranza è la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
ISTRUZIONE – Nella scuola gli stipendi più bassi di tutti i comparti: in 12 anni l’inflazione ha corso di più
Il Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, pubblicato dall’Aran in queste ore, conferma quanto il mestiere dell’insegnante abbia perso prestigio e valore sociale: dal 2001 anche il settore privato è andato meglio, con le buste paga del manifatturiero che hanno sovrastato il costo della vita di ben 15 punti; chi lavora per la formazione e la crescita dei nostri giovani è invece andato sotto di 2 punti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): quella dei nostri insegnanti è la categoria più maltrattata d’Europa. Non stiamo parlando dei 100.000 euro lordi annui dei colleghi del Lussemburgo o delle 50.000 sterline degli inglesi: dal 2007 per colpa del blocco dei contratti nella PA lo stipendio medio di quelli italiani (meno di 30.000 euro lordi) è sceso di ulteriori mille euro. E se il Governo riuscirà nell’intento, già dichiarato, di cancellare gli scatti d’anzianità andrà sempre peggio. L’ultima speranza è la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
Non solo sul breve, ma anche sul lungo periodo le retribuzioni medie dei docenti e del personale della scuola sono cresciute meno dell’inflazione e di tutti gli altri comparti pubblici e privati: tra il 2001 e il 2012 gli stipendi di docenti e Ata si sono innalzati appena del 29,2%, meno del tasso di inflazione effettivo del periodo (31%) e degli altri settori della PA. Basti pensare che nello stesso periodo le busta paga dei dipendenti in forza a Regioni e Autonomie locali sono state incrementate del 41,6%. E quelle di chi opera per le amministrazioni pubbliche centrali del 40,3%. Addirittura nel settore privato manifatturiero hanno fatto riscontrare un aumento del 45,6%.
I dati sono contenuti nell’ultimo Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti , relativo al secondo semestre 2013, pubblicato dall’Aran in queste ore. E rappresentano la conferma di quanto il mestiere dell’insegnante abbia perso prestigio e valore sociale. Nel registrare i rapporti retributivi dei salari pubblici, aggiornati a tutto il 2012, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale per le PA, “conferma il quadro di sostanziale staticità delle retribuzioni su tutti i settori della Pubblica amministrazione, dovuto alle misure di sospensione della contrattazione nazionale e di congelamento delle retribuzioni, introdotte dal 2010 e vigenti anche per l’anno 2014”.
“La dinamica delle retribuzioni pro-capite di fatto, rilevate dall’Istat, riporta per l’intero aggregato relativo alle Amministrazioni pubbliche una crescita sostanzialmente nulla. Il settore privato registra, invece, un andamento in crescita (+1,2%), con importanti differenze al suo interno fra i Servizi vendibili (+0,6%) e le Attività manifatturiere (+2%). Questo quadro – continua l’Aran - è confermato peraltro da tutte le fonti statistiche disponibili, ivi compresi i dati rilevati dalla Ragioneria generale dello Stato attraverso il conto annuale, pure citati nel Rapporto”.
Tutte queste nuove indicazione danno forza a quanto l’Anief sostiene da tempo: la depauperazione dei dipendenti della scuola ha origine lontane, risale ad oltre 20 anni fa. Tutto ha inizio con il “piano” avviato con il D.lgs. 29/1993, poi ribadito con il D.lgs. 165/01 e con il più recente D.lgs. ‘brunettiano’ 150/09: tutti provvedimenti orientati a disinnescare i diritti previsti dai contratti di comparto. E finalizzati a fare spazio, per ragioni di finanza pubblica, alla privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego. Ma l’equiparazione ai contratti privati non c’è mai stata. Non ha nemmeno “retto” l’aumento del costo della vita degli ultimi 12 anni.
Come degli ultimi 5: tra il 2007 e il 2013l’inflazione è salita al 12%, mentre gli aumenti disposti dall’ultimo Ccnl 2006-2009 della scuola si sono fermati all’8%. Con 4 punti, quindi, sotto il costo della vita ed uno in meno di tutto il pubblico impiego (9%). Con il contratto ormai bloccato dal 2009 dalla legge Tremonti (122/2010) e dalla proroga voluta dal Governo Letta (DPR 122/2013), nonostante siano stati pagati gli scatti per il biennio 2010-2011 ma ai valori del 2009, grazie ai tagli di 50.000 posti di lavoro e alla riduzione di un terzo del MOF (- 500 milioni di euro).
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, chiede di compensare questo gap stipendiale rispetto al costo della vita con un indennizzo proporzionale: “se si dovessero adeguare gli stipendi al solo costo dell’inflazione certificata nel periodo 2007-2013– sostiene il sindacalista - bisognerebbe assegnare 93 euro lorde al mese dall’anno 2010. Altro che 80 euro dal prossimo mese di maggio, come ha annunciato il governo: questo comporterebbe un credito in media di 5.000 euro lordi di arretrati a dipendente”.
“Tuttavia, se si dovessero rapportare gli stipendi a quelli dei docenti Ocde, a parità di lavoro nelle superiori, da quando è stato bloccato il contratto, - continua Pacifico - la cifra quintuplica perché a fine carriera gli stipendi dei nostri insegnanti sono inferiori di 8.000 euro. Ecco perché gli 80 euro promessi dal Governo non bastano. Il credito a dipendente diventa quindi, solo per gli ultimi 5 anni, di 25mila euro. Complessivamente, per pagare anche i soli arretrati servirebbero subito 5 miliardi di euro”.
Ma non è finita. Perché se si considera che il 60% del personale della scuola è over 50, si comprende come la categoria sia la più maltrattata d’Europa. Non stiamo parlando dei 100.000 euro lordi annui dei colleghi del Lussemburgo o delle 50.000 sterline degli inglesi: lo stipendio medio dei docenti italiani (neanche 30.000 euro lordi) è sceso di mille euro negli ultimi sei anni e tutto per colpa del blocco dei contratti nel pubblico impiego. Una scelta, purtroppo, condivisa da diverse organizzazioni sindacali che hanno firmato nel febbraio 2011 un’intesa con il Governo per applicare la riforma Brunetta (d.lgs. 150/2009) già dal prossimo rinnovo contrattuale e cancellare gli stessi scatti di anzianità, e che sembra condivisa dal nuovo ministro Giannini che ha più volte dichiarato di voler abbandonare il sistema della progressione di carriera per anzianità (scatti) per finanziare con il fondo d’istituto, oggi ridotto di un terzo rispetto al 2010, il merito di qualcuno, sempre che trovi i soldi (nuovi tagli) e un sistema oggettivo di valutazione.
In conclusione, lo stipendio base del personale della scuola non è sufficiente rispetto all’aumento del costo della vita, è inadeguato per come la funzione è percepita negli altri Paesi economicamente sviluppati ed è persino regredito in termini di potere d’acquisto. “Per tutte queste ragioni– conclude Pacifico – Anief ha deciso di adire la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per tutelare non soltanto il diritto a un contratto, al lavoro e a una giusta retribuzione ma anche alla parità di trattamento tra i lavoratori italiani ed europei. Esiste anche un’Europa dei Diritti e non soltanto del pareggio di bilancio”.
Per informazioni sul ricorso basta scrivere a r.stipendio@anief.net.
Per approfondimenti:
Il Rapporto semestrale Aran sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti 2-2013
Gli stipendi degli insegnanti sono i più bassi di tutta la PA: superati anche dall’inflazione
Gli stipendi più leggeri sono quelli della scuola
1 aprile 2014
La settimana al Polivalente, tra teatro, musica e poesia
Ancora un cartellone ricco di arte e intrattenimento al Centro Polivalente per i giovani/Caffè delle Arti.
La settimana nei locali di via Fontana Vecchia ripartirà giovedì 3 aprile alle h. 21.00, all’insegna della grande musica d’autore in compagnia di Sara Velardo, musicista reggina, attualmente in tour per presentare il nuovo album “Polvere e Gas”, nei locali di tutta Italia.
L’EP, registrato e prodotto da Simone Momo Riva (Naif Herin, Il Fieno) presso il TdE studio di Aosta, contiene 6 tracce fresche, tra il pop e il cantautorato più classico, ma con uno sguardo attento alla realtà specie quella della sua terra d’origine e della macchia criminale che purtroppo la rende famosa nel mondo.
Non a caso, il primo singolo, “Ndrangheta”, presentato in occasione della Costituzione del Presidio di Libera “Paolo Bagnato”, nel 10° anniversario dalla sua uccisione, ottiene da subito le attenzioni della stampa su scala nazionale, con recensioni e interviste su riviste di varia natura e la presentazione del video del singolo in questione, con il quale Sara vince il premio nazionale Musica Contro le Mafie.
Una piccola vittoria, per quanto importantissima, per la giovane cantautrice, che pubblica nel novembre 2013 il secondo singolo, “Il Mio Amore Immenso”, ancora una volta concentrato su una tematica di grande interesse sociale: l’omofobia, la paura del diverso. Armata di chitarra, voce e volontà, Sara affronta con l’ironia e la leggerezza ormai marchio di fabbrica delle sue canzoni, la vita che ha sempre vissuto.
Sabato 5 aprile alle h. 22.00, protagonista la musica estemporanea con l’appuntamento mensile all’insegna della Jam Session, mentre domenica 6 aprile il connubio tra musica e teatro sarà protagonista alle h. 18.00, con il nuovo spettacolo a cura della Compagnia del Teatro di Mù, dal titolo “Gli uomini di Fabrizio”, per la regia di Salvatore Emilio Corea, ovviamente nel Politeatro “IL Minore”: dopo il viaggio attraverso le donne citate dal grande poeta e musicista genovese, all’interno delle sue canzoni, si riparte dalle figure maschili, emblematici dell’indulgenza amorevole che Faber, ha sempre avuto nei confronti dell’umanità.
La musica ancora protagonista a chiudere la settimana sempre domenica, alle h.22.00, con i Gulìa Zero, giovane band della provincia che propone cover di musica italiana di genere pop-rock. Dopo una perentesi di live estivi nell'anno appena trascorso, la band si è stabilizzata con la formazione attuale, che prevede un cantante (Dario Costa), due chitarre (Alfredo Ferrarelli e Domenico Santoro), un bassista e un batterista che vanno a completare la sezione ritmica (rispettivamente Michele Aulicino e Roberto Venutelli).
Il nome della band, è un'espressione dialettale che significa letteralmente "Voglia Zero", ed è scaturito dall'utilizzo della stessa in precedenti esperienze con colleghi, appunto, con poca voglia di suonare. La band è infatti a lavoro anche su brani inediti. L'intenzione dei Gulìa Zero! è passare un paio d'ore di musica assieme a tutti coloro i quali si vorranno unire ai live, divertendosi e, ci si augura, facendo divertire."
Siglata l'intesa Comune Polistena - ASP sull'immobile di via Turati
E' stato sottoscritto nella sede dell'ASP di Reggio Calabria, il protocollo di intesa che impegna il Comune di Polistena e l'Azienda Sanitaria sull'utilizzo dei locali di comunali via Turati.
Il Sindaco dott. Michele Tripodi e il Commissario dell'ASP dott. Franco Sarica hanno firmato la convenzione che, secondo le indicazioni della delibera del Consiglio Comunale di Polistena n. 39 del 14/10/2013, assegna i locali comunali di via Turati in uso gratuito all'ASP, al fine di trasferirvi definitivamente il SUEM 118 e i poliambulatori, al momento impropriamente collocati nello stabile di Villa Italia sempre di proprietà del Comune.
Il Sindaco ed il Commissario hanno pure discusso di problematiche riguardanti l'ospedale di Polistena, rinnovando l'impegno comune per il suo rilancio anche attraverso il progetto in cantiere che prevede la realizzazione della pista dell'elisoccorso, utile a tutti i cittadini del comprensorio e strumento efficace per migliorare il diritto alla salute nella Piana di Gioia Tauro.
Il Sindaco Michele Tripodi ha dichiarato: "Con la collocazione a via Turati dei nuovi servizi sanitari, si punta a migliorare sul territorio la sanità pubblica, che a nostro avviso rappresenta un bene primario irrinunciabile. Concentrare una serie di attività sanitarie a via Turati, tra cui Suem 118, farmacia comunale, poliambulatori e UVM, costituisce una scelta strategica che farà della struttura di via Turati un centro sanitario di riferimento a supporto dell'ospedale.
Il risultato raggiunto è un buon punto di partenza per riaffermare l'impegno a difesa della sanità pubblica sul territorio, al contempo la nuova collocazione restituisce dignità agli operatori e migliora la qualità dei servizi sanitari complementari offerti ai cittadini di Polistena e della Piana. Una volta compiuto il trasferimento degli uffici attualmente collocati a Villa Italia e liberati i locali, potranno essere assegnate le case popolari agli aventi diritto, sino ad oggi impedita per discutibili scelte dei nostri predecessori. Ora l'ulteriore impegno è quello di accelerare nell'iter per la costruzione dell'eliporto ai fini del rilancio dell'ospedale di Polistena, obiettivo quest'ultimo, che oltre ad essere indicato nella programmazione regionale trova sostegno e condivisione anche da parte dell'attuale direzione dell'ASP".
Polistena (Reggio Calabria) lì 01/04/2014
Ben 170 mila candidati potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti quasi sicuramente tra il 10 aprile e il 9 maggio. In arrivo un’altra battaglia legale per la decisione del Miur di respingere le richieste di inserimento da parte di 12 mila nuovi abilitati con TFA, di 70 mila con titoli di servizio e abilitandi PAS, di 55 mila diplomati magistrali e alcune migliaia di idonei al concorso a cattedra.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): stavolta le esclusioni potrebbero superare le 140 mila richieste. È assurdo che per loro debba essere il tribunale a decidere e non il legislatore, ma i diritti professionali vanno tutelati.
SCUOLA – In arrivo il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie, interessati 310 mila insegnanti precari
Ben 170 mila candidati potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti quasi sicuramente tra il 10 aprile e il 9 maggio. In arrivo un’altra battaglia legale per la decisione del Miur di respingere le richieste di inserimento da parte di 12 mila nuovi abilitati con TFA, di 70 mila con titoli di servizio e abilitandi PAS, di 55 mila diplomati magistrali e alcune migliaia di idonei al concorso a cattedra.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): stavolta le esclusioni potrebbero superare le 140 mila richieste. È assurdo che per loro debba essere il tribunale a decidere e non il legislatore, ma i diritti professionali vanno tutelati.
Il Ministero dell’Istruzione si appresta a pubblicare il decreto per l'aggiornamento delle Graduatorie degli insegnanti precari della scuola, utile per il periodo 2014–2017. Al provvedimento sono interessati circa 310 mila precari: 170mila già inseriti, cui si aggiungono altri 140 mila aspiranti tra neo abilitati, diplomati magistrali e idonei all’ultimo concorso a cattedra. Ai sindacati è stato comunicato che i candidati potranno inserire on line i titoli di studio e i servizi svolti già nei prossimi giorni: quasi sicuramente tra il 10 aprile e il 9 maggio.
Una volta definite, le graduatorie provinciali saranno valide per conferire le supplenze annuali (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (con scadenza al 30 giugno) nel prossimo anno scolastico e nei due successivi. Verranno inoltre utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo sui posti annualmente autorizzati (l’altra metà è riservata ai vincitori di concorso). E qui sta il punto. Perché il Miur si ostina a respingere dalle GaE i 12 mila nuovi abilitati TFA, i 70 mila con titoli di servizio e abilitandi PAS.
Il Ministero dell’Istruzione continua, inspiegabilmente, a prendere tempo sui 55 mila diplomati magistrali, malgrado da alcuni mesi il Consiglio di Stato si sia espresso chiaramente in merito. Come non apre le porte a migliaia di idonei al concorso a cattedra non assunti, che tra un paio d'anni si ritroveranno per strada, per mancanza di posti liberi, dopo aver vinto una dura procedura selettiva.Poche, inoltre, le novità regolamentari previste: le tabelle di valutazione dei titoli rimangono, infatti, pressoché immutate rispetto all’ultimo aggiornamento.
Sarà sempre possibile cambiare provincia. E, salvo colpi a sorpresa, chi lo richiederà dovrebbe essere collocato nella corrispondente fascia di appartenenza con il punteggio spettante, eventualmente aggiornato. Mentre chi non presenta la domanda verrà depennato. Inoltre, lamancata presentazione della domanda comporterà l’automatica cancellazione definitiva degli aspiranti docenti. Come non è previsto il reinserimento di coloro che sono stati esclusi per non aver presentato la domanda di aggiornamento nelle precedenti occasioni. Contro tutte queste esclusioni illegittime il sindacato è pronto a ricorrere: negli ultimi tempi tanti giudici del lavoro hanno già dato ragione al sindacato.
“L’attesa per l’emanazione del decreto è tanta – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché dopo la bocciatura di alcune mozioni in Parlamento attraverso cui si sarebbe voluto aprire le graduatorie ai nuovi abilitati e agli idonei ai concorsi, a quanto ci risulta, si continua a perpetrare nella scelta incoerente e irragionevole di tenere esclusi delle supplenze annuali e dalla stabilizzazione 140 mila precari meritevoli. Vale la pena ricordare che quasi tutti sono stati selezionati, formati e abilitati presso università statali. I rimanenti hanno vinto un concorso pubblico che dà diretto accesso al ruolo. Ma invece di dare loro il via libera per inserirsi nelle graduatorie pre-ruolo, come anche previsto dal nuovo Regolamento sulla formazione iniziale al fine di migliorare lo standard qualitativo del servizio nazionale di istruzione, cosa si fa? Si decide di continuare a negare un diritto professionale sacrosanto”.
"Contro l’esclusione dalle GaE il sindacato è pronto a ricorrere – continua il presidente Anief – : ancora una volta potrebbe così essere il tribunale a decidere al posto del legislatore. È una pratica assurda in uno stato civile e moderno, alla quale però il giovane sindacato è costretto a ricorrere, visto che l’amministrazione continua a fare ostruzione nei confronti di tantissimi docenti precari. La maggior parte dei quali, ricordiamo, per abilitarsi ha speso fino a 4mila euro. Quella assunta dal Ministro – conclude Pacifico – è una scelta in spregio al buon senso. Oltre che ai diritti dei cittadini italiani e alle leggi comunitarie”.
Per approfondimenti:
Graduatorie ad esaurimento 2014 17: chi non presenta la domanda sarà depennato
La bozza del decreto ministeriale per l'aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento 2014 17
1 aprile 2014
BAGNARA: Grande successo per “L'artisti a Bagnara e...”
Grande successo per la Quinta Edizione della mostra d'arte calabrese “L'artisti a Bagnara e...” promossa dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso, svoltasi sabato 29 marzo a Bagnara Calabra. Una vera e propria panoramica del fermento culturale presente nel territorio calabrese, che ha visto come protagonisti diversi artisti e letterati alle prese con pittura, scultura, ceramica, fotografia, bricolage, intaglio del legno o del marmo, storia, musica, letteratura, danza, teatro.
Cominciato in ritardo per problemi tecnici dell'ultim'ora e per una iniziale esigua affluenza, l'evento è stato improvvisamente investito da una fiumana di gente che, quasi a perdi fiato, ha gareggiato caoticamente con gli altri per assistere agli appuntamenti previsti nel programma e ammirare con attenzione le opere esibite dagli artisti partecipanti, ossia Alessandro Allegra, Alessandra Ienco, Alessandra Palamara, Antonio Barresi, Carmelo Zoccali, Enzo Catania, Gianluca Chininea, Il Falco, La Regina, Mimma Esposito, Pasquale Ferrara, Katia Gramuglia, Nunzio Rizzo.
Conosciuti rapidamente questi ultimi e inaugurata la mostra, la presidente Mimma Garoffolo e il sindaco Cesare Zappia hanno consegnato un riconoscimento per il fotografo Francesco Gioffré, ritirato dalle figlie Maria Carmela e Maria Rosaria, per la sua grande capacità di immortalare la storia nel Novecento bagnarese e calabrese nell'attimo di uno scatto e con la sua poliedrica vena artistica e sperimentale.
Si è passati poi alla proiezione del docu-film “La città perduta. Seminara, per secoli protagonista nella storia”, un gioiello riecheggiante ancora il glorioso passato della nostra terra e che merita l'attenzione di tutte le autorità e gli enti competenti per la formazione storico-culturale delle nuove generazioni e per il rilancio economico-turistico calabrese, seguito da un dibattito in compagnia dello scrittore Santo Gioffré e dello studioso di storia locale Domenico Cambareri, coordinati dallo scrittore e ricercatore Natale Zappalà; i tre, soffermandosi su aneddoti significativi attinti dal passato, hanno sottolineato l’importanza di conoscere e valorizzare il patrimonio storico-culturale locale, per comprendere oggigiorno la propria identità calabrese.
Cominciando a deliziare il palato con kebab e vino locale, si è dato spazio quindi alla letteratura con la presentazione di Reggio è un blues di Antonio Calabrò, coadiuvato dall'editore Salvatore Bellantone, dal giornalista e studioso di storia locale Domenico Forgione e dalla Bad Chili Blues Band, in formazione light con Domenico Canale, Rodolfo Megale e Antonio Moscato. Accesa la celebre luce della conoscenza della lanterna di Disoblio Edizioni, Domenico Forgione si è addentrato nel testo mettendone in risalto l'essenza, vale a dire il racconto coraggioso e sofferente dei drammi, delle storture, delle storie e delle bellezze dimenticate da una popolazione decadente e impoverita dalla crisi economica e dei valori, dalla criminalità e da un modo di pensare ormai quasi rassegnato, nella quale però cresce il germe della speranza e della rinascita, simboleggiata dal corteo di protesta contro il rogo del Museo dello Strumento Musicale. Disgrazie e speranza raccontate dall'autore, Antonio Calabrò, sulle note del blues della Bad Chili, elencando, come è solito fare ironicamente, i pregi e i difetti di una Calabria che soltanto a partire dalla consapevolezza di essi può rinascere; consapevolezza che scotta, brucia come la fiamma stessa della lanterna nel momento in cui la si accende, ma che può offrire l'occasione di illuminare il futuro della nostra terra e dei suoi figli, a patto che si accetti il dolore della sua scottatura iniziale.
Bellissime le coreografie “The Mask” e “I pagliacci” delle ragazze della Scuola di Danza “Ariadne” della maestra Idelma di Rago e della figlia Carmela Caratozzolo, che hanno invitato simbolicamente a togliersi le maschere che la società di massa e dei consumi ha piazzato sulle facce di ognuno di noi per renderci schiavi, perché, guardandosi allo specchio, ci si rende conto di essere soltanto dei buffoni rispetto ai nostri antenati e ai valori umani ereditati nella nostra coscienza.
Divertentissimi i ragazzi della Compagnia Teatrale “Argos”, i quali, con la commedia brillante “U figghjiu masculu” e con la potenza della risata – strumento terapeutico, catartico e in grado di mettere a mettere a soqquadro la serietà moderna – hanno fatto capire quanto è importante la comunicazione con altri, la parola, in un'epoca in cui si parla e si comunica continuamente e, il più delle volte, ci si fraintende, generando situazioni al limite della ragione; ciò perché ognuno, solitario con i propri problemi, è ormai abituato ad ascoltare soltanto se stesso e a comprendere della parola altrui soltanto quello che il proprio egocentrismo e la propria sofferenza gli fanno sentire. Ma ridendo delle disgrazie altrui, per mezzo dell'arte teatrale, si può capire quanto è importante ridere di se stessi e dei propri limiti e quanto è determinante nella relazione con l'altro e nella formazione di una nuova comunità rieducarsi tutti alla buona comunicazione.
Immancabile la presenza dell'emittente radiofonica Radiobagnaraweb che ha trasmesso in diretta streaming tutto l'evento, consentendo anche a coloro che erano assenti per ragioni di salute o di distanza geografica di allietarsi per una sera, con un mix di sano cibo per la mente e per lo spirito, in compagnia di tanti amici che, nel proprio piccolo, cercano di fare qualcosa di buono per se stessi, per gli altri e per coloro che verranno, in una terra che attraversa tante difficoltà ma che ha in seno le potenzialità per decidere la propria fortuna futura, facoltà nelle quali, uno alla volta, si spera cominceranno credere tanti altri.