Quantcast
Channel: MNews.IT
Viewing all 6567 articles
Browse latest View live

Fare il giornalista è come essere SuperMario

$
0
0

E' da un pò che volevo raccontarvi la quotidianità del nostro lavoro. Lavoro fatto sul campo, chiaramente e non dietro la scrivania e davanti al computer.


E' come il videogioco SuperMario. Pronti VIAAAA! Ecco i primi ostacoli. nel Consiglio Regionale della Calabria o porti la pergamena (contratto di lavoro) oppure non entri. Neanche se hai bonus, vite, e jolly. Da qui non si passa.

Capita un incidente? Ecco la Polizia Municipale di Reggio Calabria che apre il gioco. Avanti con gli ostacoli. Parola d'ordine. Chissenefrega. Fa caldo e c'è il sole corra a piedi con macchina fotografica, telecamera e alla fine forse avrà un bonus. Caspita. Partiamo. Arriviamo sul posto. Alt chi è. Bene 300 punti e avanti. Occhio però noi dobbiamo lavorare fai in fretta.

Caspita loro lavorano e noi no. Giusto. Noi giochiamo ad essere SuperMario. Un gioco nuovo. Di Ruolo. Ma non tutti i ruoli vengono rispettati. Bisognerebbe capire chi il "dispensatore libero" di tali direttive. E soprattutto bisognerebbe capire, alla fine del gioco: HO VINTO QUALCHE COSA?

Bene signori, ecco come sono trattati i giornalisti a Reggio Calabria, come dei dementi che infastidiscono chi lavora. A nostro avviso il gioco andrebbe ripensato. Non scordiamoci che c'è in gioco la libertà di informazione, il rispetto dei ruoli, della professione, il rispetto del lavoro altrui e per ultimo educazione e rispetto verso la persona.

Intanto abbiamo finito il primo livello, avanti con il secondo.

Luigi Palamara, alias SuperMario ... senza Bros.

Reggio Calabria, incidente mortale. Un morto e 2 feriti il tragico bilancio

$
0
0
Reggio Calabria 26 luglio 2013 - Incidente mortale sulla Circonvallazione del Porto. Una Mercedes sbatte violentemente contro lo spigolo del gard rail. Impatto violentissimo. Un morto e due feriti il tragico bilancio. Sul posto la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco.
La persona deceduta e' il passeggero anteriore, gli altri due occupanti, un uomo e una donna, hanno riportato gravi ferite. Secondo i primi rilievi dei vigili urbani non vi sarebbero altri mezzi coinvolti nell'incidente.

A breve i dettagli e il video.







La tragedia di Andrea Antonelli: la cronaca di una morte 'annunciata' in un circuito in cui non si doveva correre.

$
0
0

LA TRAGEDIA DI ANDREA ANTONELLI. LA CRONACA DI UNA MORTE 'ANNUNCIATA' IN UN CIRCUITO IN CUI NON SI DOVEVA CORRERE.

AD EMERGERE L'IMPRUDENZA DEGLI ORGANIZZATORI E L'IRRESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE GARA.
Intervento di Mauro Rossato, Presidente della Fondazione Andrea Rossato (per la sicurezza e l'educazione sportiva dei più giovani).

E' morto a 25 anni, all'inizio della sua già brillante carriera su due ruote, nell'età dell'entusiasmo e delle passioni. Ed è proprio praticando la sua passione che Andrea Antonelli ha perso la vita. Una tragedia che, stando ai racconti della cronaca, si sarebbe potuta evitare e che pone ancora una volta sotto i riflettori, purtroppo, le lacune della sicurezza nel mondo dello sport.

Perché domenica a Mosca, le condizioni meteorologiche erano pessime. E il fronte di pioggia non ha permesso al connazionale Lorenzo Zanetti di impedire l'impatto con il corpo di Antonelli, già a terra dopo aver tamponato un altro italiano, Massimo Roccoli.

La speranza, a questo punto, è che il terribile incidente possa condurre ad una concreta riflessione sulla sicurezza in pista e sulle decisioni da prendere ad ogni singola gara – anche se scomode, anche se possono annullare una sfida mondiale tanto attesa – specie quando le condizioni meteo e del manto stradale non sono ideali come nel caso del circuito moscovita, dove anche le vie di fuga non erano adeguate.
A volte, poi, basterebbe ascoltare la voce dei piloti per capire i rischi. Marco Melandri, ad esempio, che domenica a Mosca ha vinto la gara di Superbike, ha detto che i piloti non avrebbero dovuto scendere in pista e che lui stesso, a due giri dalla fine, ha cominciato ad alzare la mano e a chiedere la sospensione della gara per segnalare che c'era troppa pioggia. "Purtroppo – ha dichiarato Melandri – il problema è annoso e parte dal fatto che i piloti non vengono ascoltati dalla direzione di gara".

Del resto, anche per chi di moto e di circuiti non è un esperto, è stato inevitabile non osservare come la pista di Mosca non sembrasse avere un asfalto adeguatamente drenante.
Una polemica diffusa in questi giorni alla quale – sembra – abbiano già risposto i gestori dell'impianto della pista moscovita: "l'asfalto drenante non è stato previsto nel circuito, perché con le infiltrazioni dell'acqua e l'abbassarsi delle temperature in Russia si creperebbe l'intero manto stradale".

Allora, viene da chiedersi, come possono delle persone responsabili di un impianto in cui si corre a 250 chilometri all'ora consentire lo svolgersi di una competizione con una pioggia torrenziale?
Come possono accettare i team che partecipano alla gara una sfida tanto pericolosa per i propri piloti? Vengono messi a conoscenza delle lacune di un circuito sul fronte della sicurezza? Sapevano che a Mosca si correva senza asfalto drenante?

Quella gara, inoltre, non si doveva fare anche perché tutti sapevano che le vie di fuga erano inadeguate per quel tipo di competizione.
Andrea Antonelli, dunque, non è morto per una tragica fatalità, ma per l'imprudenza degli organizzatori e sicuramente per l'irresponsabilità della direzione gara.

Chi afferma - e sono in molti, anche cronisti - che questo sport sia pericoloso e quindi debbano essere accettati tutti i rischi che esso comporta, dimostra una completa ignoranza sulla differenza che c'è tra la pratica di uno sport in condizioni di massima sicurezza e l'entrare in un agone sportivo – soprattutto quando si tratta di uno sport pericoloso – senza alcuna tutela, senza una commissione che valuti di volta in volta le condizioni di un circuito e che abbia il coraggio di annullare una competizione potenzialmente troppo rischiosa. Perché è chiaro – e la morte di Antonelli ne è la più triste e palese conferma – che le passioni sportive praticate senza le adeguate misure di sicurezza possono diventare tragedie.


--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

Condofuri e quei processi flopp! Signor giudice, sono innocente: lo giuro sulla..."Parola d'onore"

$
0
0

Il processo" Konta Korion" alle cosche della 'ndrangheta della Vallata dell'Amendolea. Vince lo Stato per… 24 a 23 Nel mirino dei pp.mm. della DDA reggina, Antonio De Bernardo e Federico Perrone Capano, la cosca Rodà-Casile, che avrebbe condizionato, illecitamente, le attività del Comune di Condofuri, eseguite dagli agenti del Commissariato Condofuri e dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo. In mezzo, pure le 'ndrine Morabito-Bruzzaniti-Palamara di Africo, Maesano-Pangallo-Zavettieri di Roghudi-Roccaforte del Greco, Paviglianiti di San Lorenzo, Vadalà e Talia di Bova Marina. La soddisfazione degli avvocati, compreso Maurizio Punturieri del foro di Reggio Calabria. Dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose, si è proceduto alle nuove elezioni comunali, che hanno premiato una nuova compagine amministrativa, diretta dall'avvocato Salvatore Mafrici. 
CONDOFURI (RC), SIGNOR GIUDICE, VOSTRA ECCELLENZA, VE LO GIURO SULLA …"PAROLA D'ONORE", CHE SONO INNOCENTE. CADE IL REATO DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA
La stangata, nel processo ordinario, ha colpito severamente tuttavia, Giuseppe Poerio (condannato a 10 anni e 1/2 di reclusione), Ernesto Pòntari ( 10 anni di reclusione) Concetto Manti, Pietro Miceli e Filippo Rodà a 9 anni di reclusione). Interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. Sono stati condannati inoltre:Filippo Guglielmini 3 anni e sei mesi; Caterina Iriti 3 anni e sei mesi; Antonio Massimo Miceli 3 anni e sei mesi; Tommaso Miceli senior 3 anni;Tommaso Miceli junior 3 anni;Domenico Caridi 3 anni e quattro mesi; Francesco Timpano, 1 anni e sei mesi; Roberto Caratozzolo, 1 anni e sei mesi;  Gianfranco Aquino, Bruno Bertone, Pietro D'Aguì, Antonio Grasso, Antonio Rocco Ieropoli, Francesco Marzano, Giuseppe Scattareggia, Domenico Stelitano, Leone Violi, 1 anno di reclusione. Non doversi procedere per: Giuseppe Gurnari, Daniele Marcello Nucera, Francesco Pangallo, Calogero Terrana, Bruno Zappavigna, e Ferdinando Zappavigna; e Giuseppe Caruso, per sopravvenuto decesso. Assoluzione completa per: Giovanni Altomonte, Filippo Altomonte, Pietro Bertuca, Leone Caridi, Francesco Cataldo, Angelo Cosentino, Giovanni Gullì, Francesco Gurnari, Pio Legato, Vincenzo Marra, Carmelo Modafferi, Pasquale Modafferi, Antonio Nucera, Giuseppe Nucera, Leonardo Occhibelli,Tommaso Ollio, Giuseppe Perrone, Pietro Praticò, Barbara Rinaldo, Giacomo Scattareggia, Marco Siciliano, Massimo Siciliano, Claudio Sottile, e Demetrio Tripodi. Parti civili: il Ministero degl'Interni, la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria ed il Comune di Condofuri. Soddisfazione degli avvocati Putortì, Mandalari, Gatto, Travia, Alvaro, Staropoli e Condello
 Domenico Salvatore
CONDOFURI (RC)-Il procuratore capo della repubblica di Reggio Calabria del tempo, Giuseppe Pignatone, nell'illustrare l'operazione Kontà Korion-Parola d'onore in parte eseguita dai carabinieri del Comando provinciale ed in parte dalla Polizia di Stato della Questura reggina (Squadra Mobile, diretta dal dottor Renato Cortese, rimase sorpreso e lo confessò candidamente, davanti alle telecamere mobili, al di là dei personaggi, dei contorni dell'indagine….Lo Statuto, le gerarchie,  la Maggiore, la Minore, le cariche, le doti, il battesimo, i kalashnikov, le bombe, la trattativa Stato-mafia  nel suo piccolo, che ha portato allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, gli arresti, i processi in prima istanza ed in seconda.  Strada facendo tuttavia, il processo ha fatto flopp (in parte)! Si sta sgonfiando come pallone punto da uno spillo. I presunti mammasantissima sono già a casa da un pezzo. Così i picciotti e gli sgarristi. Ma non del tutto. C'è chi piange e chi ride. O almeno, piange con un occhio solo. Il p.m. della DDA Antonio Di Bernardo, a conclusione della sua requisitoria  aveva richiesto la condanna degl'imputati, una cinquantina in tutto, per un totale di circa duecentocinquanta anni di carcere.  18 anni di reclusione per Ernesto Pòntari, quattordici anni per Concetto Manti e dodici per Pietro Miceli e Filippo Rodà, ex assessore comunale, 9 anni di reclusione per Giuseppe Poerio e Antonio Nucera, otto anni per Filippo Altomonte, Giovanni Altomonte, Leone Caridi, Francesco Gurnari, Pasquale Modaffari, Carmelo Modaffari, Giuseppe Nucera, Tommaso Ollio e Claudio Sottile, 7 anni  per Domenico Caridi,  sei anni per Tommaso Miceli senior, 5 anni per Tommaso Miceli junior, per Bruno Bertone e Leonardo Occhibelli, 4 anni per Filippo Guglielmini, Caterina Iriti e Massimo Nucera 3 anni per Pietro D'Aguì, Pietro Praticò, Domenico Stelitano e Leone Violi. 

Per reati di natura mafiosa turbativa d'asta; anche l'attività di taglieggiamento nei confronti dei commercianti del paese, nonché l'infiltrazione all'interno delle ditte, soprattutto con riferimento al settore del movimento terra: 2 anni e 6 mesi di reclusione per: Antonio Grasso, Giovanni Gullì, Giuseppe Gurnari, Rocco Antonio Ieropoli, Pio Ligato, Vincenzo Marra, Francesco Marzano, Daniele Marcello Nucera, Francesco Pangallo, Giuseppe Perrone, Barbara Rinaldo, Giacomo Scattareggia, Bruno Zappavigna ed Ernesto Zappavigna, Giuseppe Scattareggia, Gianfranco Aquino, Pietro Bertuca, Roberto Caratozzolo, Francesco Cataldo, Angelo Cosentino, Piero Ferrari, Marco Siciliano, Massimo Siciliano, Calogero Terragana, Francesco Timpano, Michele Timpano, Demetrio Tripodi. La Corte presieduta da Olga Tarzia. Ha inflitto condanne che per la soddisfazione dei legali di fiducia e dei clienti stessi, ma anche dei parenti, amici e conoscenti, non sono arrivate nemmeno al secolo. Sono stati bravi gli avvocati a smontare, se non a sgretolare il castello delle accuse? Ha vinto il diritto e l'innocenza? 

Le indagini presentavano qualche crepa? O sono intervenute nuove disposizioni di legge? Il Gup Tommasina Cotroneo, il 2 ottobre 2011, aveva avuto la mano pesante nell'altro troncone, il processo col rito abbreviato…Francesco Bruzzese 10 anni (16 anni); Concetto Bruno Candito 9 anni 4 mesi (20 anni); Domenico Foti 8 anni e 8 mesi (12 anni); Carmelo Manti 8 anni (14 anni); Lorenzo Fascì 7 anni e 4 mesi (12 anni); Giorgio Macrì 7 anni e 4 mesi (10 anni); Maurizio Iaria 7 anni e 8 mesi (14 anni); Daniele Filippo Poerio 7 anni (14 anni); Antonino Altomonte  6 anni (8 anni) (9 anni); Pietro Casili 6 anni e 8 mesi (9 anni); Antonino Casili 6 anni e 8 mesi; Filippo Antonio Poerio 6 anni (8 anni); Carmelo Modaffari 6 anni (8 anni); Raffaele Nucera 6 anni (8 anni); Pietro Poerio 6 anni (8 anni); Leo Romeo 6 anni (8 anni); Vincenzo Stilo 6 anni (8 anni); Giuseppe Vitale 6 anni (8 anni); Francesco Ollio 6 anni (8 anni); Pasquale Caridi 2 anni e 4 mesi e 300 euro di multa (10 anni); Francesco Frisina 6 mesi e 400 euro (1 anno 2 mesi e 600 euro di multa); Giuseppe Frisina 6 mesi e 400 euro (1 anno 2 mesi e 600 euro di multa), Assolti: Valter Tedesco (4 anni), Rocco Guerrisi (1 anno 2 mesi e 600 euro di multa), Salvatore Lo Prete (1 anno 2 mesi e 600 euro di multa), Domenico Romeo (1 anno 2 mesi e 600 euro di multa) e Leone Modaffari (8 anni). Tre operazioni ('Konta Korion, Parola d'onore ed Eldorado') o quattro…"Alta tensione, Cartaruga", per dimostrare che la 'ndrangheta a Condofuri c'è e sia operativa. Ma gl'imputati non la pensano così. Gli avvocati? 

A prescindere, devono difendere e patrocinare. Devono stare con i diritti degl'indagati; sottostare al diritto. Un imperativo categorico, al quale, non possono sottrarsi per loro stessa scelta di vita. A Condofuri, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, sono state ristabilite le garanzie costituzionali. A palazzo "San Domenico" è tornato un altro sindaco. L'avvocato, Salvatore Mafrici e la sua giovane, dinamica e variegata amministrazione. La società civile? C'è e si muove. Associazionismo, volontariato, la Chiesa, la scuola. Ma la DDA, non ha mai abbassato la guardia. Nemmeno i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Dia e la Guardia di Finanza. Non soltanto con i sequestri e la confisca di ingenti patrimoni economici, beni mobili ed immobili: ville, palazzi, centri commerciali, appartamenti, corposi conti in banca ed alla posta, miliardi di euri nelle banche estere, parchi macchine e motociclette, yacht, panfili, roba griffata, vacanze extralusso nei paradisi artificiali…  ma con arresti, processi e condanne.  Benchè non sia tutto oro quello che luce. Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere. A volte, ci sono i… fiaschi ed i granchi. Bisogna ammetterlo, sia pure malvolentieri ed a denti stretti; ed avere il coraggio civile e morale di passare all'incasso del "rospo". Tuttavia, non può essere sempre e comunque lo Stato a  cavare le castagne dal fuoco con la "zampa di gatto"; questo è lapalissiano. .Domenico Salvatore
 

I vertici delle Commissioni regionali antimafia del Sud nell'Aula di Palazzo Campanella

$
0
0

Reggio Calabria, 27. 07.2013 - Nelle scuole di tutt'Italia scoccherà l'"ora della legalità" (da istituire con una proposta di legge d'iniziativa delle Regioni del Sud);  per le aziende ci sarà un "rating antimafia", per favorire le imprese che rispettano maggiormente legalità e trasparenza, con un sistema di "premialità" nei bandi pubblici; le certificazioni antimafia rilasciate dalle Prefetture dovranno essere più tempestive, certe ed esaustive a garanzia delle scelte degli amministratori locali; nel Mezzogiorno saranno promosse iniziative comuni e condivise contro le "ecomafie", per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, in particolare in materia di trasporto e smaltimento dei rifiuti pericolosi e di gestione delle discariche.
Sono questi alcuni degli obiettivi qualificanti indicati nell'agenda di lavoro approvata ieri sera a Reggio, a Palazzo Campanella, dalla prima riunione dei vertici degli organismi regionali del Mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) istituzionalmente finalizzati all'affermazione della legalità e al contrasto alla criminalità organizzata. Nel documento, che ha definito una traccia di lavoro per i prossimi mesi, compaiono altri obiettivi quali un "Progetto sperimentale"  interregionale per un utilizzo degli immobili e dei beni confiscati alla mafia finalizzato a programmi di solidarietà sociale e per l'inserimento lavorativo di persone prive di occupazione e quello dell'avvio di una Scuola Meridionale di formazione per la Pubblica Amministrazione  con una "specializzazione" sul tema della trasparenza e della prassi antimafia.
Ai lavori, che si sono conclusi in serata, hanno partecipato il presidente della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia,  l'on. Nello Musumeci e i vicepresidenti, on.li Salvatore Cordaro, Fabrizio Ferrandelli e Gianluca Miccichè, il presidente della commissione d'inchiesta 'Anticamorra, per la vigilanza e la difesa contro la criminalità organizzata' del Consiglio regionale campano, Gianfranco Valiante, il vicepresidente Angelo Marino e il presidente della Commissione speciale sulle ecomafie e il riutilizzo dei beni confiscati, Antonio Amato e, per l'Assemblea regionale Calabrese, il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, Salvatore Magarò,  gli altri componenti della Commissione, i consiglieri Tilde Minasi, Damiano Guagliardi e  Gesuele Vilasi e , in rappresentanza della Presidenza del Consiglio regionale e del Governatore Scopelliti, il vicepresidente dell'Assemblea, Alessandro Nicolò.
Al termine dell'incontro, oltre ad approvare il piano di lavoro, gli Uffici di presidenza  delle Commissioni contro le mafie del Sud, hanno deciso di costituire stabilmente il Coordinamento interregionale  e di affidarne la responsabilità a Salvatore Magarò. 
"Un'iniziativa, che non ha precedenti, pienamente riuscita – sottolinea Salvatore Magarò –.  L'obiettivo è stato centrato in pieno grazie all'impegno corale e pienamente condiviso, dei colleghi delle altre Regioni e della Commissione che mi onoro di presiedere, che hanno fornito contributi di alto livello politico-culturale e confermato passione e impegno civile. Quella che abbiamo definito la 'Macroregione della legalità', è nata per volontà di tutti e finalmente si è data certezza e stabilità alla collaborazione concreta delle Assemblee regionali del Sud sulle iniziative per la legalità ed il contrasto alle presenze del crimine organizzato. Il prossimo appuntamento, è stato già deciso, sarà a Palermo alla ripresa dopo la pausa estiva".  

--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

TRULLO, PICCHIA E MINACCIA LA MOGLIE CON UN COLTELLO: ARRESTATO DAI CARABINIERI.

$
0
0
 PICCHIA E  MINACCIA LA MOGLIE CON UN COLTELLO LUNGO MEZZO METRO 
 
DAVANTI AI FIGLI MINORENNI, 41ENNE ROMENO ARRESTATO DAI CARABINIERI.



ROMA 27 Luglio 2013 – Minuti di paura la scorsa notte al Trullo dove un 41enne, romeno, ha aggredito la moglie e minacciata con un coltello lungo circa 50 centimetri, per poi essere arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur.

L’episodio è accaduto in un’abitazione di via Monte delle Capre dove l’uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine, è rientrato a casa dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo e per futili motivi ha inscenato una lite verbale contro la moglie, connazionale di 35 anni.

Il diverbio è degenerato e il 41enne ha aggredito la moglie minacciandola con un grosso coltello lungo mezzo metro, il tutto davanti ai figli di 8 e 10 anni. La donna, riuscita a sfuggire dalle grinfie del suo aguzzino, ha chiesto aiuto al 112.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur sono immediatamente intervenuti presso l’abitazione ma, l’uomo, visibilmente in stato di ebbrezza, aveva nascosto l’arma.

Su indicazione della donna i militari sono riusciti a recuperare e sequestrare il coltello mentre, l’uomo, è stato ammanettato ed accompagnato in caserma.

L’arrestato, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, è stato tradotto presso il carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Per la donna e i figli fortunatamente solo tanta paura.


OSTIA – NATANTE ALLA DERIVA INVIA “SOS” CON RICHIESTA DI SOCCORSO.
MOTOVEDETTA DEI CARABINIERI INTERVIENE E RIMORCHIA IMBARCAZIONE DI 12 METRI.


OSTIA – Nel corso di attività di pattugliamento in mare da parte della Motovedetta “Chionna” dei Carabinieri della Compagnia di Ostia, i militari hanno risposto ad una segnalazione di “SOS” lanciato da una imbarcazione rimasta alla deriva a 6 chilometri dalla costa di Torvajanica. In pochi minuti la Motovedetta dei Carabinieri ha raggiunto l’imbarcazione, di 12 metri, con a bordo due persone straniere, che a causa di un’avaria ai motori era rimasta alla deriva. I militari dopo aver prestato i primi soccorsi alla coppia, visibilmente scossa, hanno trainato la barca fino al porto di Ostia.

ROMA – RICATTATO DA UNA PROSTITUTA CHIEDE AIUTO AI CARABINIERI CHE L’ARRESTANO PER ESTORSIONE.


ROMA – I Carabinieri della Stazione di Ariccia hanno arrestato una prostituta di origini serbe di 38 anni, già conosciuta alle forze dell’ordine, con l’accusa di estorsione. La donna era riuscita ad “ammaliare” a tal punto un suo cliente che questi era disposto a pagare le sue prestazioni il doppio di quello inizialmente pattuito. I due, con il passare del tempo, erano diventati così “intimi” da scambiarsi addirittura il numero di cellulare. Da qui in poi, è iniziato l’incubo: la donna, fiutato l’affare e approfittando della bontà d’animo del suo cliente “speciale”, ha man mano iniziato a pretendere dall’uomo tariffe sempre più alte. Quando la vittima, all’ennesimo rincaro, si è rifiutato di pagare, la prostituta ha iniziato a tempestarlo di SMS e telefonate minacciose a qualsiasi ora del giorno e della notte, arrivando fino a millantare l’esistenza di un fantomatico video in cui era stato ripreso in sua compagnia durante uno dei passati rapporti. Il cliente, esasperato dalle continue vessazioni, si è rivolto ai Carabinieri della Stazione di Ariccia, dove risiede, che, organizzato un mirato servizio di appostamento, hanno bloccato la donna mentre ritirava l’ennesima busta contenente i soldi richiesti. La 38enne è stata portata nel carcere di Rebibbia, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

FERENTINO – PER NON PAGARE LE FATTTURE TELEFONICHE DI 300 MILA EURO DENUNCIA AI CARABINIERI DI ESSERE STATA TRUFFATA. SMASCHERATA E DENUNCIATA DAI CARABINIERI.

FERENTINO – I Carabinieri della Stazione di Ferentino a conclusione di un’attività di indagine hanno denunciato a piede libero un’imprenditrice, 41enne, della provincia di Frosinone, per simulazione di reato e truffa. La donna titolare ed amministratrice di una società con sede a Roma, nel quartiere della Magliana, si era presentata dai Carabinieri qualche mese fa denunciando una truffa ai suoi danni. L’imprenditrice ha raccontato di essere stata contattata da una società telefonica multinazionale, la quale le comunicava che non erano state ancora saldate fatture relative a 12 utenze telefoniche, tutti contratti telefonici a nome della Società di cui è titolare, per un ammontare di circa 300 mila euro. I militari dopo aver raccolto la denuncia per truffa ai danni della 41enne hanno avviato gli accertamenti, scoprendo che era stata proprio lei a stipulare i contratti e che, probabilmente per non pagare il conto troppo “salato”, aveva escogitato lo stratagemma. La truffatrice oltre a saldare le fatture dovrà rispondere di truffa e simulazione di reato.

EVADE DUE VOLTE IN UN DUE GIORNI DAGLI ARRESTI DOMICILIARI.45ENNE AFFILIATO AL CLAN CASAMONICA, ARRESTATO DAI CARABINIERI.


ROMA – Giovedì scorso, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Vergata nel corso di alcuni controlli del territorio, hanno arrestato un pregiudicato romano di 45 anni, con l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari. L’uomo, affiliato al noto clan dei Casamonica, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ha deciso senza aver chiesto nessuna autorizzazione, di farsi due passi a piedi tra le vie del quartiere. I militari transitando in via Torre dello Stinco lo hanno notato e conoscendolo molto bene hanno deciso di fermarto per un controllo. Quella boccata d’aria fatta a suo dire per l’eccessivo caldo in casa, gli è costata davvero cara. Il 45enne è stato ammanettato e portato in caserma, il giorno seguente dopo essere stato giudicato con il rito per direttissima è stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari. Ieri, gli stessi Carabinieri sono andati a casa per controllarlo ma lo hanno di nuovo “pizzicato” fuori la sua abitazione e lo hanno arrestato nonostante avesse opposto resistenza ai militari. Questa volta, l’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Identificato il responsabile del furto di un computer e del denaro delle offerte della chiesa di San Rocco di Cittanova.

$
0
0
Personale del Commissariato di P.S.di Cittanova (RC).
Da personale del Commissariato di P.S. Deferito all’autorità giudiziaria, in stato di libertà, L.M. classe ’78.


Reggio Calabria 27 Luglio 2013. Nella giornata di ieri, nell’ambito delle attività d’indagine finalizzate all’individuazione degli autori del furto di un computer e del denaro delle offerte della chiesa di San Rocco di Cittanova, avvenuto il decorso 22 luglio, personale del Commissariato di P.S. di quel centro ha identificato e deferito all’autorità giudiziaria, in stato di libertà, L.M., classe ’78, ritenuto il responsabile del fatto-reato in questione.

Il computer, rinvenuto presso l’abitazione dell’autore, è stato restituito al parroco.

ISOLA DI CAPO RIZZUTO (KR): 25ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.

$
0
0
DETENEVA ILLEGALMENTE UNA PISTOLA CLANDESTINA E 14 GRAMMI DI COCAINA.

Isola di Capo Rizzuto (Crotone) 27 Luglio 2013. Nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Isola di Capo Rizzuto hanno tratto in arresto, in flagranza di reato per detenzione illegale di arma clandestina e detenzione ai fini di spaccio di “cocaina” :

PAPALEO Santo Claudio, cl. 1988, operaio originario di Isola di Capo Rizzuto.

In particolare, i Militari della Stazione, nel corso di un mirato servizio finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in armi e munizioni, effettuavano un’accurata perquisizione locale effettuata presso la sua abitazione, rinvenendo, ben occultate all’interno di un marsupio trovato nella della propria autovettura VW Golf:

Una pistola clandestina senza marca e matricola, oleata e perfettamente funzionante;
16 munizioni calibro 9mm;
14 grammi di stupefacente del tipo “cocaina”;
25 compresse di “Mylicongas Simeticone”,  medicinale utilizzato come sostanza da taglio per la cocaina.


Nel corso della perquisizione, i Militari rinvenivano in un cassetto altresì la somma contante di 590 Euro, suddivisa in vari tagli, verosimilmente ritenuta provento dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

Pertanto l’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato immediatamente condotto presso il carcere di Catanzaro – Siano, a disposizione in attesa dell’udienza di convalida.

Continua incessante l’attività di prevenzione e repressione dei reati in materia di armi e stupefacenti condotta dalla Compagnia Carabinieri di Crotone, sempre attenta a garantire una efficace e maggiore sicurezza reale e percepita per i cittadini.

Reggio Calabria, l’assessore Fedele ha presentato “Un treno d’a … mare”.

$
0
0
 L’assessore regionale ai trasporti Luigi Fedele.
L’assessore regionale ai trasporti Luigi Fedele, nel corso di un incontro che si è svolto stamattina presso la Stazione C.le di Reggio Calabria, ha presentato - informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta -  l’iniziativa “Un treno d’a…mare”, il servizio che permetterà ai giovani minori di anni venticinque di avere accesso gratuito sui treni in circolazione.


Reggio Calabria 27 Luglio 2013. Anche quest’anno, l’Assessorato regionale ai Trasporti, attraverso un accordo stipulato con Trenitalia, ha inteso attuare l’iniziativa, che avrà validità fino al 31 agosto 2013, al fine di incrementare il più possibile l’utilizzo di servizi ferroviari lungo le direttrici più critiche, di ridurre l’incidentalità stradale e, al contempo, di limitare in modo consistente i frequenti ingorghi di automezzi sulle vie d’accesso alle località turistiche costiere.

“Abbiamo deciso - ha dichiarato l’assessore Fedele - di ripetere l’esperienza di “Un treno d’a…mare” a seguito del grande successo che ha riscosso lo scorso anno.

Nel periodo estivo, infatti, sono sempre più frequenti i fenomeni di congestione delle infrastrutture stradali al servizio delle località turistiche, principalmente dovuti ai flussi dalle più importanti aree urbane verso le limitrofe località costiere.

L’assessorato che dirigo, anche su input del presidente Scopelliti, intende incoraggiare il più possibile l’uso del trasporto pubblico locale per raggiungere località a vocazione turistica stagionale lungo la costa tirrenica e ionica, sia per decongestionare il traffico su gomma che per ridurre l’affollamento stradale lungo le principali arterie”.

In base al contratto sottoscritto, quindi, da sabato 27 luglio e fino al 31 agosto 2013, i giovani minori di anni 25 avranno accesso gratuito sui treni in circolazione.

Sarà, infatti, necessario esporre un documento di identità direttamente a bordo del treno per usufruire dei biglietti andata/ritorno gratuiti, disponibili fino ad esaurimento, per ognuna delle seguenti tratte: Reggio Calabria – Rosarno, Reggio Calabria – Melito P.S., Crotone – Sibari, Cosenza – Paola, Catanzaro – Soverato, Lamezia Terme – Ricadi.

Sulla fiancata delle carrozze dei treni individuati sarà esposto, inoltre, un logo condiviso fra la Regione e Trenitalia che caratterizza la promozione dell’iniziativa ma la gratuità del servizio sarà estesa anche ai convogli non contrassegnati dal logo promozionale.

Infine, l’assessore Fedele, accompagnato dal dirigente del settore trasporti, Giuseppe Pavone, da Reggio Calabria ha proseguito il viaggio, a bordo del treno, fino alla stazione ferroviaria di Annà di Melito Porto Salvo.

n.l.

A Reggio Calabria esiste una informazione manipolata?

$
0
0
Reggio Calabria - Il fuori tema della serata alla Luna Ribelle lo ha proposto il Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti.

"Io dico che i reggini vogliono sapere chi sono i giornalisti che manipolano l'informazione in città. Io però vorrei capire chi sono i pupi, e pure chi sono i pupari"

E ancora tuona il Governatore della Calabria:
"Esce di tutto qualsiasi vicenda ce la troviamo sui giornali. Ora noi dobbiamo sapere, voi dovete sapere, tutti i reggini vogliono sapere, avendolo letto, di questa benedetta relazione della Squadra Mobile di Reggio Calabria, che dice che in questa città ci sono cinque o sei giornalisti che sono oggetto di indagine".

Pallone Tonfiato di professione
Affermazioni chiare, domande lecite alle quali anche noi vorremmo delle risposte. A chi fa comodo ciò? Perchè nulla trapela? Siamo curiosi di sapere i colleghi accusati di tale infamia. E soprattutto perchè e a che fine? Interessi personali o semplici delatori?

In altri nazioni tutto ciò avrebbe portato ad un pressing mediatico nazionale imponente. Perchè allora questo silenzio? Se così fosse tali professionisti continuano a manipolare (o ad essere manipolati) l'informazione? Situazione davvero inquietante.

Noi nel nostro piccolo mal digeriamo tale situazione. Vuoi perchè per noi è una missione fare informazione, raccontare i fatti, o forse perchè essendo troppo piccoli non rappresentiamo gli interessi di nessuno e nessuno ci chiede o ci ha mai chiesto di. Che dire? Il campo è talmente minato che è difficile muoversi.

Un paio di cose però vogliamo dirle. I quotidiani locali certo non brillano per precisione. Strafalcioni, errori di grammatica, sono la regola quotidiana. E questi sono degli indicatori di scarsa attenzione e professionalità. Come è possibile che i professionisti (?) della comunicazione consentano che ciò accada?

E' davvero penoso, mortificante e deprimente ritrovarsi tutti i giorni cantonate clamorose. Una Festa di Madonna raccontata con dovizia di particolari e mai esistita. Persone date per morte, ma fortunatamente ancora vive. E di questo ne abbiamo ampia documentazione (anni di archivio) disponibile qualora ce ne fosse bisogno. Insomma parlare di informazione trash a Reggio Calabria non è solo una prerogativa del Governatore della Calabria.

Termini inventati, periodi sgrammaticati, con spazio tempo tutto da interpretare, didascalie inappropriate, parole inventate; per non parlare delle fotografie "rubate" senza alcuna autorizzazione. Corrispondenti non pagati da anni, 100 euro ogni 6 mesi quando va bene. Controlli fiscali inesistenti. Eppure basterebbe prendere gli articoli firmati da ogni singolo corrispondente e verificare se per ognuno vi è corrispettivo. Notizie spazzatura. Vuoti da riempire. Veline. Agenzie. Di tutto di più. Di meno per il lettore sovrano.

Poi se a questo aggiungiamo che ci sono indagini in corso perchè alcuni giornalisti avrebbero manipolato l'informazione, il quadro deprimente è completato. Nessuna credibilità. Nessuna professionalità. Solo servilismo e approssimazione?

Ci sono poi alcuni giornalisti (o presunti tali e ne abbiamo un ampio elenco) talmente invidiosi di quello che facciamo che se potessero ci farebbero sparire dalla faccia della terra. Invidiosi? Mediocri?

Il degrado di una città a volte corrisponde anche con la mediocrità (ad essere magnanimi) dell'informazione. A Reggio Calabria questo connubio sembra trovare riscontro nell'Informativa della Squadra Mobile, e per quanto ci riguarda trova riscontro quotidiano nelle schifezze che leggiamo e negli atteggiamenti che notiamo.

Non ci risulta che in città e tantomeno in provincia esistano dei Montanelli, ma solo delle comparse con ruoli non appropriati, manipolati e gonfiati (come dei palloni). Questo è la nostra opinione e non pretendiamo che venga spacciata per realtà assoluta.


Luigi Palamara, un lettore attento ed esigente.


DALLA LEGGE PICA ALLA LEGGE SULLO SCIOGLIMENTO DEI COMUNI PER MAFIA

$
0
0
DALLA LEGGE PICA ALLA LEGGE SULLO SCIOGLIMENTO

DEI COMUNI PER MAFIA


Con queste parole potremmo, con buona approssimazione, interpretare il pensiero che animò Giuseppe Pica, classe 1813, allorquando nell’agosto 1863 dovette affrontare la “Questione Meridionale: “Il Mezzogiorno è un grande corpo criminale e bisogna sanarlo con la più dura cura. Occorre un istituto speciale, una legge eccezionale, onde attuare una grande opera di chirurgia governativa fatta di amputazioni totali, di radicali punizioni”.


La presenza di un carattere calcolatamente diffamatorio nei confronti del Mezzogiorno è ancora perdurante nel 1926, come rileva Antonio Gramsci (classe 1891) quando avverte l’avanzata di una aberrante ideologia ormai diffusa presso la “illuminata” civiltà del nord d’Italia, secondo cui: “Il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce più rapidi progressi allo sviluppo civile dell’Italia; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale …”. Molti altri, e fino al primo cinquantennio del 1900, dovranno testimoniare simili e più dure menzogne nei confronti del sud.


Ma non è tanto la severità delle diffamazioni ad impressionarmi, né la ragionata malignità di quei pensieri; sarebbe un facile uffizio, infatti, smentirli citando i nostri campioni di intelletto e di filosofia, di cultura e di scienza, e in ogni epoca; come altrettanto semplice sarebbe controbattere elencando i massimi servigi offerti dal sud alla prima Italia … Ma non mi ripiegherò sulla retorica, poiché sono a tutti noi noti i peccati e le menzogne di certa storiografia.


Non sono dunque tali parole di disprezzo ad attraversarmi, quanto il fatto che queste indegne sentenze segnarono l’avvio d’un metodo, d’una ragione, d’un protocollo secondo cui avviare un processo di deformazione della storia per asservirla ad un potere che per la prima volta sanciva che la “questione meridionale”, declinata anche come “questione criminale del Mezzogiorno” poteva risolversi “non già modificando lo stato delle cose coi mezzi preventivi d’una coscienza nazionale, bensì coi ferri del chirurgo che estirpa col fuoco senza domandarsi da dove si è generato il male” (Pasquale Villari, classe 1827).


V’è un’altra questione sulla quale conviene meditare: col geniale provvedimento della Legge Pica il particolare veniva assimilato al tutto, l’individuo alla moltitudine; il crimine, da allora, non sarebbe stato più ricondotto alla responsabilità di uno o di pochi criminali, ma a tutto il corpo sociale, a tutto il Meridione, partendo dall’assunto, anch’esso geniale, che uno bastava per infettare tutti.


Si faceva strada, insomma, un lessema sul quale, dopo molti anni, si sarebbe arrotolata la lingua di molti: questo lessema è “contiguità”.

Contiguità significa “prossimità”, “vicinanza”, come una cosa che accostandosi ad un’altra la sfiora, la tocca.

Si tratta di un termine assai “liquido” che implica, in un tempo, interrelazioni e correlazioni, singolarità e unità complessiva. Come l’acqua! Essa, infatti, non è altro che una tale moltitudine di particelle, sebbene ciascuna delle quali non ha legamento né unione con le altre se non di pura approssimazione e di contatto, di contiguità.


La nostra comunità, sulla pianura liquida del Mediterraneo, si è sempre raggruppata in alleanze di sistemi contigui; con essi si inverò il successo di una civiltà composta dalla comunanza di culture, di istinti e di intuizioni, che garantirono quell’immensa opera di dialogo tra razze e religioni, con cui formammo un grande aggregato di popoli diversi e affini, con cui parlammo l’unica lingua in Europa e nel Mediterraneo capace di creare un legame, un genio, uno stile e un centro immutabile: la Calabria, Reggio!


Fu proprio la contiguità a creare la nostra civiltà aperta, troppo aperta. Il 3 luglio 2013, a Bova Marina, un intellettuale Comunista, Pasquino Crupi, classe 1940, che mi accolse tra i vapori di un sigaro e il profumo di centinaia di libri accatastati, sospesi e animati, mi disse che la Calabria, semmai, dovrebbe chiudersi e sarebbe l’ora che ad aprirsi fossero, finalmente, il Nord Italia e l’Europa. Dagli scritti di Pasquino Crupi io attinsi, per la prima volta, i termini della “questione meridionale”, che oggi utilizzo pel mio ragionamento.


Comprendete, allora, come la “contiguità” è grandiosa e drammatica allo stesso tempo.


E’ grandiosa perché quella contiguità di sistemi fece nascere un sistema antico e codificato di simboli, un vero e proprio spirito collettivo all’interno del nostro stesso corpo sociale. Di questo sistema facemmo poi una tradizione, la rappresentazione dei sentimenti comuni e più estremi, fino alla elaborazione del dolore e della festa. Simboli e gesti e rappresentazioni che per lungo tempo resistettero alle articolazioni del linguaggio e anticiparono anche la parola, meno comunicativa.


E’ drammatica perché codici e simboli nati da quella contiguità di popoli, storie e culture, furono utilizzati per realizzare un alto grado di coerenza interna con cui comunicare “messaggi” con facilità, gestire silenzi, utilizzare legami spirituali, manipolare a proprio uso un inventario di segni. Nacque un “metalinguaggio”, a volte deteriore, che è quello utilizzato “per dire e non dire”, “essere senza apparire”.


Sono due mondi, questi, che si toccano, si accostano; è quello criminale, più interessato a realizzare alleanze e individuare spazi di azione, a cercare un contatto, e si avvicina a quell’altro senza dare riferimenti, come un virus che muti forma per non farsi riconoscere dall’organismo che lo riceverà.


Quale il rimedio?


Uno dei più rappresentativi intellettuali della cultura europea, Umberto Eco, ci dice che occorre “ridurre le nostre frequentazioni … anche se il nostro sospetto [dell’altro] può essere ingiusto”.


E’ questa la soluzione corretta e matura per la crescita di una coscienza alta e collettiva? O, piuttosto, il consiglio che ci viene dato dall’intellettuale non conduce verso una crisi della religiosità della vita che vede nel “prossimo tuo” il nemico?


Su questi temi vorremmo che noi ci interrogassimo.


Il timore di essere “contigui”, proprio a causa della mancanza di precisi riferimenti rispetto a cui identificarsi e contrapporsi, temiamo possa alterare il senso stesso della nostra collettività. Questo timore condurrebbe a interiorizzare un sentimento di pre-paura, un atteggiamento pre-omertoso, di astensione e di dissociazione dai rapporti umani, di alterazione di un’etica e di una fisionomia collettiva. Ciascuno di noi diverrebbe giudice, indagatore e investigatore in proprio, classificatore; ciascuno di noi, divenuto arbitro preventivo del bene e del male, creerebbe un proprio criterio per giudicare provenienze e parentele; analizzerebbe, insomma, con l’uso di un proprio formulario, ogni conversazione o stretta di mano alla ricerca di un doppio senso, di un indizio, di un gesto da radiografare che possa dirci la storia della persona che abbiamo davanti. Ma quand’anche scoprissimo, grazie alla nostra investigazione, che la persona a cui stringemmo la mano era indegna, potrebbe essere troppo tardi per dirci estranei da essa. Qualcuno ci avrà visto con essa al caffè. Se ciò avviene, allora dovremmo ammettere che ci troviamo davanti ad una “patologia sociale”.


Riteniamo, invece, che sia necessario creare un modello sociale di tipo inclusivo, privo di vuoti, in cui le diverse strutture della Democrazia e dello Stato non si “studino a distanza” per attendere l’una l’errore dell’altra, ma si assistano, ciascuna coi propri ruoli e competenze. Se ciò fosse avvenuto, allora si sarebbe realizzato nel suo significato più pieno un “provvedimento preventivo” per evitare più gravi conseguenze. Ma poiché ciò non è avvenuto, lo scioglimento del Comune di Reggio, al di là di ogni analisi esegetica, non può non dirsi “sanzionatorio”, visto che sospende l’Istituto della Democrazia senza che si sia attivato preliminarmente alcun meccanismo monitorio.


Il rafforzamento delle strutture democratiche, la collaborazione tra esse e le agenzie culturali presenti sul territorio possono costituire la nuova tensione morale della nostra città per avviare un processo di identificazione e di contrapposizione rispetto ai fenomeni sociali che tendono a disgregare o contaminare le espressioni e i luoghi della Democrazia.


E’ questo, allora, il momento dell’impegno più alto. Non possiamo non pensare alle irripetibili opportunità che la storia si appresta a consegnare alla nostra città, nella prospettiva dell’Italia, del Mediterraneo e dell’Europa, in cui Reggio dovrà interpretare, a brevissimo, il ruolo primario della metropoli.


A questo alto uffizio chiamammo più volte gli intellettuali, poiché la raccomandazione che noi facciamo ad essi non è tanto l’aderenza al reale, quanto l’interpretazione d’una visione che, attingendo da questo, conduca verso l’idea di qualcosa che non s’è ancora veduto o ascoltato, verso un presupposto sociale. Cosa naturale in un luogo, quale l’Italia, dove la cultura e l’arte esistono come motivo di vita e come formatrici di opinioni. L’intellettuale, poi, conosce l’inizio o la fine dell’epoca in cui vive, i suoi elementi effimeri, i sintomi contingenti, e li supera. Il tempo dell’intellettuale non è il nostro tempo; egli parla dei secoli, anticipa la storia e i fenomeni; egli, ancora, è un intermediario tra noi e la storia, crea dalla parte il tutto e qualcosa dell’immanente dal provvisorio.



Sono trascorsi circa 3 millenni da quando, da questo stesso luogo, un poeta, il più sacro tra i poeti, il reggino Ibico, innalzava al cielo i versi per la mia città. Come lui, questa sera, voglio elevare queste parole, per la madre, per la nostra patria, per Reggio.


Giuseppe Bombino

ALLARME CARONTE: DAGLI ESPERTI IL DECALOGO PER BAMBINI, DONNE, ANZIANI E SPORTIVI A RISCHIO DISIDRATAZIONE.

$
0
0
allarme CARONTE: bambini, donne, anziani e sportivi a rischio disidratazione

Affaticamento, senso di nausea e complicazioni digestive per gli anziani; colpo di calore per gli sportivi; perdita di concentrazione e di attenzione per i bambini. Per battere l'anticiclone che infiammera' l'Italia ecco i consigli degli esperti

Caronte è alle porte e, oltre a far boccheggiare, porterà con sé rischi soprattutto per la salute e il benessere del corpo. Per battere l'anticiclone africano e' importante una corretta idratazione, soprattutto per alcune categorie delicate come donne, anziani, bambini e sportiviinesperti. Concentrazione, performancefisiche, affaticamento, senso di nausea e nei casi peggiori tachicardia e ipertensione sono i rischi piu' importanti legati alla disidratazione: per questo ogni categoria deve bere in relazione all'eta' e alle condizioni psicofisiche del proprio organismo. Ecco alcuni pratici consigli e un prontuario di quanta acqua e' opportuna bere.

E' quanto riporta In a Bottle (www.inabottle.it), il water magazine online dedicato all'acqua, in uno speciale sui rimedi per battere le insidie di Caronte per la salute e il benessere della persona.

Senso di affaticamento; mal di testa e perdita della capacita' di concentrazione; arrossamento della pelle; senso di nausea, vomito e perdita dell'appetito; costipazione e complicazionidigestive. Sono questi i molteplici sintomi della disidratazione negli anziani, i soggetti piu' a rischio anche a causa di alcuni fattori fisiologici legati all'eta'. "Tutti i soggetti anziani dovrebbero bere almeno 1,5-2,0 litri di acqua al giorno per evitare la disidratazione e questo obiettivo deve essere raggiunto indipendentemente dal senso della sete –  afferma il Prof. Giuseppe Paolisso, Preside della Facolta' di Medicina e Chirurgia della Seconda Universita' degli Studi di Napoli, e Presidente della Societa' italiana di Gerontologia e Geriatria– Nei periodi particolarmente caldi si puo' anche arrivare a 3.0 litri al giorno. Con il caldo oltre a perdere liquidi si perdono anche sali minerali. E' bene ripristinare anche il patrimonio dei sali minerali nelle giuste quantita'. Consigliate sono anche le acque minerali a residuo fisso medio /basso e l' incremento dell'utilizzo di molta frutta e verdura che permette di re-integrare la giusta dose ed il giusto mix di sali minerali.
Perdita di attenzione, difficolta' a mantenere la concentrazione e irrequietezza sono i primi sintomi da disidratazione a cui bisogna prestare attenzione per i bambini. Il pediatra Giuseppe Felice spiega il ruolo fondamentale di una corretta idratazione: "Una corretta idratazione nei piu' piccoli e' essenziale. Essendo piu' delicato il rapporto tra acqua ed elettroliti fornire loro la giusta combinazione di acqua e sali minerali diventa una condizione importantissima per il benessere psico-fisico. Il corretto apporto idrico favorisce anche la concentrazione nelle attivita' scolastiche ed intellettuali, attenua la tensione e migliora l'apprendimento. Tra i sei e gli undici anni i bambini dovrebbero bere all'incirca 1,8/2 litri d'acqua al giorno". Inoltre anche il Natural Hydration Council di Londra ha rilevato come una buona idratazione aumenta considerevolmente le capacita' cognitive, la memoria visiva ed in generale tutte le attivita' intellettuali dei piu' piccoli.
Ma anche le donne in gravidanza sono altamente a rischio. Il corpo contiene circa 5 litri d'acqua e, durante la gravidanza arriva fino a 6 a causa dell'aumento del sangue necessario al formarsi della nuova vita. La dottoressa Mira Aubuchon, professore assistente del dipartimento di ostetricia e Ginecologia al Missouri Center for Reproductive Medicine and Fertility, spiega come il sangue sia veicolo di nutrimento per il feto in via di sviluppo e di come il corpo della mamma debba di conseguenza essere ben  idratato cosi' da favorire al meglio questo passaggio di sostanze. Bere acqua durante la gravidanza aiuta inoltre a mantenere costante la temperatura corporea favorendo un costante raffreddamento del corpo. Infine, mantenendo il corpo in uno stato di idratazione costante si contribuisce a ridurre notevolmente il mal di testa tipico della gravidanza.

Anche gli sportivi, specie se inesperti, possono subire contraccolpi negativi dal grande caldo di questi giorni. Il colpo di calore e' una pericolosa insidia da evitare. L'University Medical Center di Ohio spiega come puo' verificarsi questo inconveniente: questo fenomeno e' dovuto a un incremento repentino della temperatura che comporta l'arresto della sudorazione, l'alterazione dei meccanismi legati alla termoregolazione, disidratazione cutanea. Per evitare queste spiacevoli conseguenze dovute allo stress sportivo unito al clima estivo, per l'atleta e' essenziale una corretta idratazione. Afferma il personal trainer Francesco Picelli Fiore: "Il corpo quando esegue uno sforzo o dell'attivita' fisica in generale,  si surriscalda e l'acqua oltre a refrigerare l'organismo, reintegra quella persa durante gli sforzi, garantendo la corretta idratazione di tutto il corpo. Se teniamo presente che il nostro corpo e' prevalentemente composto da acqua ci rendiamo conto di quanto sia importante questo liquido per contrastare l'invecchiamento delle nostre cellule. Bere e' quindi importantissimo, e consiglio sempre di bere molto sia prima che dopo l'allenamento e se necessario anche durante".
IL DECALOGO
  1. Per evitare la disidratazione, bere almeno 1,5-2,0 litri di acqua al giorno

  1. Evitare l'esposizione all'aria aperta nelle ore piu' calde

  1. Bere prevalentemente acque minerali a residuo fisso medio /basso

  1. Cercare di mantenere la giusta temperatura all'interno dell'ambiente domestico e di lavoro.

  1. Per reintegrare la perdita di Sali minerali, occorre consumare molta frutta e verdura
  2. Fare attenzione ad adottare un regime alimentare leggero
  3. Se si e' fuori casa, indossare un abbigliamento leggero e proteggersi dai raggi solari
  4. Per le donne in gravidanza, bere molta acqua aiuta a mantenere costante la temperatura corporea, favorendo un costante raffreddamento del corpo
  5. Conservare correttamente gli alimenti
    10. Per gli sportivi e chi fa attivita' fisica, occorre bere molto sia prima che dopo  l'allenamento e se necessario anche durante





--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

TERMINI IMERESE (PA): EVADE DAI DOMICILIARI PER INCONTRARE UNA RAGAZZA. ARRESTATO DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA CITTADINA.

$
0
0
TERMINI IMERESE (PA): EVADE DAI DOMICILIARI PER INCONTRARE UNA RAGAZZA. ARRESTATO DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA CITTADINA.

 

Dall'inizio della stagione estiva, numerosi sono i servizi effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese al fine di vigilare sul rispetto dei provvedimenti adottati nei confronti di persone sottoposte a misure di prevenzione, che, immancabilmente violano. Questo tipo di servizi si traducono praticamente in ripetuti controlli svolti nel corso di ogni singolo servizio perlustrativo del territorio nei confronti dei molteplici soggetti sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, della detenzione domiciliare o anche alle sole misure di prevenzione personali. Nel tardo pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese hanno tratto in arrestato CATALANOUmberto, ventunenne termitano, sottoposto al regime degli arresti domiciliari per vari reati.

I militari, dopo aver più volte tentato di bussare alla porta invano, constatavano l'assenza dello stesso dalla propria abitazione, dalla quale se ne era allontanato volontariamente senza giustificato motivo, privo dell'autorizzazione dell'A.G.. Pertanto, immediatamente, attraverso il coinvolgimento di tutte le pattuglie impiegate nei servizi di controllo del territorio e sotto il coordinamento della Centrale Operativa, venivano avviate le ricerche del prevenuto, rintracciato poco dopo nelle vicinanze dell'abitazione, nel mentre cercava di farvi rientro furtivamente.

Alla vista dei Carabinieri lo stesso, palesemente affaticato dalla corsa fatta per rientrare a casa, riferiva che si era allontanato dalla propria abitazione per incontrarsi con la fidanzata, venendo così tratto in arresto nella flagranza di reato.

In sede di giudizio direttissimo svoltosi nel corso della mattinata di oggi, il Tribunale di Termini Imerese convalidava l'arresto e disponeva nuovamente nei confronti del CATALANOUmberto, la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa dell'udienza dibattimentale fissata per il mese di ottobre.

Palermo, 27 luglio 2013

 




--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

Coni Calabria, iniziative per il rilancio delle politiche giovanili

$
0
0
Il Coni Calabria per il rilancio delle politiche giovanili
Il presidente Mimmo Praticò: «Il Comitato olimpico regionale avvierà un nuovo percorso di coinvolgimento dei ragazzi nelle attività sportive»

I giovani saranno sempre più protagonisti di un percorso di crescita incentrato sui valori dello sport, del rispetto delle regole e della sana competizione. Un obiettivo, il rilancio delle politiche giovanili, su cui il Coni Calabria intende imprimere una netta accelerazione attraverso progetti e iniziative che sono in corso di programmazione.
«Fin dai prossimi mesi, dopo aver naturalmente coinvolto i competenti organismi del Coni tra cui la giunta, il consiglio e i delegati provinciali, mi piacerebbe che il Comitato olimpico regionale avviasse un percorso per gettare le basi di tali progetti. Tra le altre iniziative, vorrei porne al centro della nostra azione una che coinvolga gli oratori, che sono luoghi di aggregazione per eccellenza, presidi di ascolto di istanze e bisogni in un territorio complesso come il nostro, in cui le fasce deboli rimangono troppo spesso ai margini».
Con queste parole il presidente regionale Mimmo Praticò evidenzia la centralità di un progetto in cui lo sport calabrese dovrà rivestire un ruolo sempre più propositivo nella promozione di politiche giovanili attive nel mondo dello sport.
In particolare, sul mondo degli oratori, Praticò ritiene che esistano le condizioni per «un progetto in grado di abbracciare un numero importante e ampio di giovani». 
«Se le istituzioni sportive interessate aderissero insieme (soprattutto gli enti di promozione sportiva, e mi preme sottolineare il buon lavoro fatto dal Centro sportivo italiano), ritengo che si potrebbe realizzare un lavoro "a tappeto" sul territorio».
In questa direzione Praticò, già promotore di numerosi protocolli d'intesa con enti e associazioni, proprio allo scopo di coinvolgere il maggior numero di giovani, ribadisce che «l'attenzione verso gli oratori e il mondo cattolico appare doverosa, oltre che strategica, per l'avvio di una larga azione sinergica che veda protagoniste le istituzioni preposte e le agenzie educative del territorio. Solo attraverso una chiara e condivisa visione prospettica, il mondo dello sport sarà in condizione di offrire un servizio efficace alla comunità, garantendo a tutti i giovani, nessuno escluso, un pieno coinvolgimento. Questo tema – dice ancora il Presidente – è decisivo in un momento come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da una crisi che, prima ancora che economica, è di valori e di punti di riferimento. La Chiesa, l'oratorio, il mondo dello sport sono, assieme alla famiglia e al mondo della scuola, tra i pochi baluardi rimasti per evitare una deriva assoluta sul piano etico e comportamentale. Vogliamo che i nostri ragazzi crescano in maniera sana sia dal punto di vista fisico, sia sotto il profilo educativo.
Al tempo stesso, siamo fermamente convinti che, grazie alla Chiesa che guarda al prossimo con spirito di carità cristiana, sia necessario proseguire quel processo di nuova inclusione sociale e di rieducazione verso i giovani che hanno fatto i conti con problemi di varia natura: in questo senso, è da anni ormai che il Coni Calabria crede nel rapporto con la Chiesa e con il mondo cattolico, avendo sostenuto sempre, in ogni occasione, tutti i progetti e le iniziative realizzate con gli oratori». 
Il ruolo e la valenza educativa delle attività sportive sono sempre alla base delle iniziative del Coni Calabria. «Sono convinto che lo sport debba e possa rappresentare un'opportunità di crescita sana e di conseguimento del benessere psicofisico per i giovani che vivono quotidianamente situazioni di disagio. Giovani spesso vittime del fenomeno della dispersione scolastica o comunque esposti, nei contesti in cui crescono, al rischio di percorsi devianti. Inoltre – aggiunge il presidente Praticò – l'attività sportiva rappresenta un saldo punto di riferimento specie in un contesto sociale che vede i nostri ragazzi sempre più assuefatti ad un clima di incertezza e precarietà. Il lavoro del Coni Calabria proseguirà sulle orme tracciate a livello nazionale come lo stesso presidente, Giovanni Malagò, non ha mancato di ribadire fin dal momento della sua elezione, evidenziando la centralità del ruolo degli oratori come qualificati centri di aggregazione sociale.
Consentire ai ragazzi di conoscersi, frequentarsi, fare quadrato attorno alla bandiera dei valori e dei princìpi della Chiesa è in linea con la mission del Coni». Per raggiungere questi obiettivi, conclude il presidente Praticò, potrebbe svolgere un ruolo importante «l'acquisizione di impianti mobili, che rientrano nell'ambito delle progettualità portate avanti dal Coni Calabria, attraverso i quali l'oratorio potrebbe rappresentare un eccellente punto d'incontro per avvicinare i giovani allo sport».

Labecom
Reggio Calabria, 27/07/2013

--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

PROCESSIONE UNICA IN ITALIA CON 26 STATUE DEI SANTI VENERATI IN CITTA’ - ECCO LA FESTA PATRONALE 2013 DI SANTA MARINA VERGINE A POLISTENA (RC)

$
0
0
PROCESSIONE UNICA IN ITALIA CON 26 STATUE DEI SANTI VENERATI IN CITTA'
ECCO LA FESTA PATRONALE 2013 DI SANTA MARINA VERGINE A POLISTENA (RC)
Il 3 e 4 agosto 2013 si terrà a Polistena (RC) la festa di Santa Marina Vergine Protettrice della città da epoca immemorabile; l'origine della festa con la "Teoria dei santi" (ovvero 26 statue dei santi venerati in città) è da identificarsi nell'epoca del terremoto del 1783 che distrusse l'intera cittadina provocando oltre 2000 vittime su circa 5000 abitanti; poco tempo dopo, quando il popolo di Polistena si riprese da questa calamità ha avuto la necessità di ricorrere all'intercessione della Santa Patrona e di tutti i santi presenti nella cittadina, portandoli in gran festa per le vie del paese.
Questa suggestiva processione fu praticata sino agli anni '60; solo quarant'anni dopo, era il 1998, la festa con la "Teoria dei Santi" fu ripristinata grazie alla volontà dell'Arciprete Don Giuseppe Demasi e da un comitato composto da fedeli che ancor oggi continua a sostenere questa importante tradizione.
Come in passato (la prima domenica d'agosto) la statua della Santa Patrona, si fa precedere in processione da una lunga Teoria di Santi (26 statue), accompagnata dalle autorità civili e religiose, dalle quattro confraternite, dalle bande musicali e da migliaia di fedeli e visitatori. La caratteristica processione parte dal Duomo intitolato alla Santa Vergine di Bitinia, e prosegue nelle vie della città sino ad arrivare al culmine in piazza della Repubblica dove le statue in base alla chiesa di appartenenza si dividono, alcune proseguono alla Chiesa della SS. Immacolata, altre si dirigono alle chiese del SS. Rosario e di San Francesco da Paola, le altre si portano verso la chiesa della SS. Trinità e verso il Duomo.
Tale processione che avverrà quest'anno il 4 agosto al termine della Concelebrazione Eucaristica delle 19.30, è accompagnata dai festeggiamenti civili nei giorni 3 e 4 agosto con il seguente programma:
Sabato 3 agosto - Piazza della Repubblica
Ore 21,15 In tour per i campi della legalità di E!STATE LIBERI!
"(IN)CANTO CIVILE" (Storie di Note-Musica & Ideali) - Concerto del cantautore Alfonso De Pietro
Ore 22,30 PADRE PINO PUGLISI 3P... il prete dei giovani per i giovani! MUSICAL a cura del CGS Life
A conclusione: Breve dibattito e testimonianze
Domenica 4 agosto - Piazza della Repubblica
Ore 23.00 Concerto di ALMA FOLK ...magiche serate popolari
A seguire artistico spettacolo pirotecnico sul Piazzale della Trinità.
Polistena, 27 luglio 2013
--
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

MNews.IT
www.mnews.it

TweetYou. It e penso a te. la nuova idea.
www.tweetyou.it

Marina di Gioiosa (rc), Ma lo Stato, ha "disturbato" la trattativa a...Circolo formato?

$
0
0

Si è concluso con 19 condanne a pene variabili da un anno e sei mesi a 19 anni e 8 assoluzioni il processo davanti al Tribunale di Locri scaturito dall'operazione ''Circolo formato'' contro presunti vertici e affiliati alla cosca Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e di reati in materia di droga. Tra i condannati figurano l'ex sindaco Rocco Femia, due ex assessori e il presunto boss Ernesto Mazzaferro. Femia è stato condannato a 10 anni, mentre i due ex assessori, Rocco Agostino e Vincenzo Ieraci, rispettivamente, a 7 e 9 anni e 4 mesi. Dopo l'arresto di sindaco ed assessori, a Marina di Gioiosa Ionica fu nominata una commissione prefettizia e poi l'ente fu sciolto per presunte ingerenze della criminalità organizzata. Il comune è tutt'ora retto dai commissari. La pena più alta, 21 anni, è stata inflitta a Domenico Agostino, mentre Mazzaferro è stato condannato a 18 anni. Complessivamente i giudici del Tribunale di Locri hanno emesso condanne per complessivi 204 anni e tre mesi contro una richiesta della Dda di Reggio Calabria di 369 anni e 6 mesi. L'operazione, condotta a maggio 2011 dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinata dalla Dda reggina, fu chiamata ''Circolo formato'' poiché, durante le indagini, una squadra della polizia fu direttamente testimone di un battesimo di 'ndrangheta. Altri imputati coinvolti nell'operazione sono stati giudicati dal gup di Reggio Calabria con un procedimento con rito.   

MARINA DI GIOIOSA, CONDANNATO A DIECI ANNI DI RECLUSIONE, IL SINDACO ROCCO FEMIA, DUE ASSESSORI ED IL PRESUNTO MAMMASANTISSIMA DELLA 'NDRANGHETA ERNESTO MAZZAFERRO
Le condanne del collegio giudicante, presieduto dal giudice Amelia Monteleone:Domenico Agostino 21 anni (30); Giuseppe Tuccio 18 anni e 2 mesi (27);  Ernesto Mazzaferro 18 anni (24); Fabio Agostino 17 anni (30); Francesco Ieraci 15 anni e 6 mesi (24);  Francesco Salvatore Mazzaferro15 anni (15); Cosimo Agostino 14 anni 3 mesi (richiesti 15 anni);  Nicola Pignatelli 13 anni e 6 mesi (15);  Rocco Piero Mazzaferro11 anni (12);  Rocco Femia 10 anni (12);  Vincenzo Agostino 9 anni e 6 mesi (10) ; Vincenzo Ieraci 9 anni e 4 mesi (8); Giuseppe Agostino 7 anni (8);  Massimiliano Agostino 7 anni (8);  Rocco Agostino7 anni (8);  Francesco Agostino 6 anni (9);  Franco Avenoso, poliziotto della sala operativa del Commissariato di Siderno, 2 anni (3);    Salvatore Larosa 1 anno e 6 mesi (4 anni e 6 mesi);  Giuseppe Aquino1 anno e 6 mesi (2)...E le assoluzioni per:  Arturo Mittica (21);  Gianluca Manno (20);  Salvatore Lucà (18); Giuseppe Coco (richiesti 12 anni); Vincenzo Primerano (10); Giuseppe Sfara (10);Vincenzo Mazzaferro (8);  Daniele Tassone (6). Composte le reazioni alla sentenza degl'imputati e dei parenti
Domenico Salvatore
MARINA DI GIOIOSA-Tempi duri, tempi di processi per i sindaci od ex sindaci arrestati. Per fatti di mafia o di altra natura. Ne è passata di acqua sotto i ponti…. -Bruno Fortugno (Calanna-Greco Francesco e Giuseppe); Alessandro Figliomeni (Siderno-Commisso); Gesualdo Costantino (Melito Porto Salvo-Iamonte); Francesco Marra (Sant'Alessio in A. clan del comprensorio di Villa San Giovanni); Carlo Martelli, ( Rosarno-Pesce, Bellocco, Ascone, Pisano; Giorgio Dal Torrione (Gioia Tauro- Piromalli, Molè; Rocco Femia (-Marina di Gioiosa-Aquino-Coluccio, Mazzaferro, Ursino; Francesco Mittiga  e Aurelio Antonio (-Platì Barbaro,Trimboli, Marando); Pasquale Antonio Marafioti ( Seminara-Gioffrè, Santaiti, Bruzzise); Carmelo Buggè ex sindaco di Seminara-Gioffrè, Santaiti, Bruzzise); Beniamino Alessio (Molochio, clan di Taurianova); Bruno Bova (Ardore-Varacalli); Santi Zappalà (Bagnara Calabra- Tripodi, Caratozzolo, Bova, Cambareri, Occhiuto, Surace, Laurendi, in contatto con il locale di Scilla: Nasone, Gaietti, Creazzo, Moio e quello di Villa San Giovanni-Campo Calabro-Fiumara: Famiglie Bertuca, Bellantoni, Imerti, Greco, Bueti e Garofalo; Pietro Crinò (Casignana- Trimboli, Marando; Vincenzo Ielo (Staiti, Mollica, De Maria); Michele Altamura sindaco di (Gerocarne-Altamura); Agatino Licandro inteso Titti, sindaco di Reggio Calabria (De Stefano-Imerti); Pasquale Basile, sindaco di Scalea (Muto, Stummo, Valente). La Giustizia sta usando il pugno di ferro con gli ex amministratori, che si sono piegati allo strapotere, alle lusinghe, ai ricatti, alle minacce, alla corruzione dei capibastone. Uno spaccato, di infiltrazione malavitosa molto radicata. 

Non è la trattativa Stato-mafia, O.K.  il famigerato "Pactum sceleris"; sebbene il processo a carico del generale Mori e del colonnello Obinu per la mancata cattura di Provenzano, nel 1995, abbia mandato assolti i due imputati,  ma nel suo piccolo, qualcosa che gli assomiglia. Il processo "Circolo Formato" ha chiarito molte zone d'ombra  sull'abitazione di campagna riconducibile a Rocco Mazzaferro, dove si sarebbero svolte riunioni di sodali dell'omonima consorteria e persino battesimi di 'ndrangheta per l'ingresso di nuovi accoliti.  Il sovrintendente Paolo Puzo  rispondendo alle domande del pm Paolo Sirleo, ha raccontato in aula, come nel corso delle indagini, gli agenti del commissariato di Siderno, nel novembre del 2008, fossero giunti all'osservatorio strategico di contrada San Pietro. Nella casa della madre del presunto boss Rocco Mazzaferro, si erano riuniti una cinquantina di persone. Il top secondo il giudice Salvatore Boemi, che diresse per anni la DDA di Reggio Calabria. In conferenza stampa, il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, del tempo, Giuseppe Pignatone e l'aggiunto Nicola Gratteri, spiegarono bene, tutti i passaggi ed i dettagli della relativa, omonima operazione DDA. Rocco Femia, ex sindaco di Marina di Gioiosa, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso sostenuto dai suoi legali di fiducia avv. Sandro Furfaro e avv. Francesco Macrì, si è difeso coi denti e con le unghie dinanzi al Tribunale di Locri. 

Lo farà maggiormente in Appello, a sostegno delle sue tesi. Ha risposto a tutte le domande del pm della DDA, Paolo Sirleo, ed al collegio penale, chiamato a giudicarlo. L'ex sindaco, inteso "Pichetta" secondo le risultanze investigative, avrebbe vinto le elezioni amministrative del 13 e del 14 aprile del 2008  grazie all'appoggio del clan Mazzaferro. In campo anche l'altro clan di 'ndrangheta. Quello degli Aquino con un'altra lista risultata soccombente per poche decine di voti. Non mancano nemmeno in questa'operazione, i traditori della divisa, se non della Bandiera e del Corpo, "beccato" dai suoi stessi compagni della Squadra Mobile, in illo tempore diretta dal dottor Renato Cortese, oggi a Roma e del Commissariato di Siderno. C'era stata Giovedì 27 Settembre 2012, l'appendice del processo col rito abbreviato. Il gup Tommasina Cotroneo,  aveva condannato: Rocco Totino 18 anni e 8 mesi di reclusione; Rocco Mazzaferro 16 anni; Domenico Tarzia 15 anni; Luca Mazzaferro 14 anni, 5 mesi e 10 giorni; Salvatore Frasca a 13 anni; Guerino Mazzaferro 12 anni e 8 mesi; Silvano Pugliese 12 anni; Vincenzo Gargiulo 11 anni, 1 mese e 10 giorni; Salvatore Novembre 11 anni, 10 mesi e 20 giorni; Vincenzo Commisso a 10 anni; Giuseppe Oppedisano 10 anni; Giuseppe Pugliese 8 anni; Francesco Marrapodi 6 anni e 6 mesi; Raffaele Scali 6 anni; Salvatore Coluccio 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. 

Ed assolto:Domenico Aquino (perche' il fatto non sussiste), Riccardo Gargiulo (perche' il fatto non sussiste) e Antonio Morello (per non aver commesso il fatto). Le reazioni alla sentenza, nonostante il solleone africano, mozzi il fiato, sono composte e variegate. L'emozione è forte e tracima incontenibile. Inevitabile la furtiva lacrima, la rabbia, l'amarezza, la delusione e l'ira funesta dei condannati. Euforia, felicità ed allegria, invece, debordano dai visi degli assolti. Sebbene stravolti dalla canicola rovente. Stesso discorso per gli avvocati, che comunque attendono di conoscere il dispositivo, prima di annunciare il ricorso in Appello. Non lo dicono, ma tutto sommato sembrano (in parte) soddisfatti per l'esito del processo. Le cose, si erano messe decisamente male per alcuni imputati, detenuti nelle carceri di Catanzaro, Reggio Calabria e Palmi, che rischiavano grosso. Una mazzata per dirla papale papale. L'agguerrito collegio difensivo è riuscito a rosicchiare oltre un secolo e mezzo complessivo. Addirittura l'assoluzione per alcuni imputati, con un gravame sul groppone, di venti anni. Una gioia infinita per imputati, avvocati e parenti. Anche questa sentenza, come tutti i verdetti, è stata variamente commentata dagli addetti ai lavori, e non. 

Cala il sipario. Gli avvocati hanno lavorato sodo, come i negri nelle piantagioni di tabacco, canna da zucchero, cacao, caffè e cotone  in Alabama, Mississipi, Louisiana, Florida. Rimbalzare come palla di gomma da una Casa Circondariale all'altra, trasformate in  province del Camerun, non è stato affatto facile. Sono gl'inconvenienti del mestiere. Sono i globe-trotter del diritto, che devono misurarsi alla pari con i giudici e tentare di smontare il castello delle accuse Un mestiere, professione o lavoro, duro, rigoroso e severo. Appena appena mitigato dai (sia pure) lauti compensi. Trent'anni di studi; ma poi, la trafila delle specializzazioni, masters, aggiornamenti, seminari, meeting e chi più ne ha più ne metta. L'operazione-processo "Circolo formato" (e le altre), ha chiarito, al di là di ogni altra considerazione, che a Marina di Gioiosa ( ed a Gioiosa Jonica), comandino le "famiglie" e loro alleati… dei Mazzaferro, degli Aquino, dei Macrì, degli Ursino, dei Coluccio, dei Belfiore, dei De Masi, dei Gallizzi, degli Jerinò, dei Sainato, dei Loccisano, degli Scali(Antonio, Natale e Vincenzo), dei Roccisano, degli Schirripa, dei Lucà (Francesco, Nicola e Giuseppe) e via di sèguito. A volte uniti, altre disuniti, compartecipi o rivali, alleati od avversari. Dipende dalla leadership del capobastone del turn-over; dai matrimoni incrociati; dai comparati (Battesimo, Prima Comunione, Cresima, Matrimonio ecc.);  dall'interesse comune per un dato business; dalle feste patronali con processione e da ogni altro momento della vita pubblica ed a volte privata. I funerali? Possono dividere, ma anche unire. La piccola rivincita dei "grandi vecchi o dei saggi compari", che si sono "ritirati in buon ordine", senza essere mai "posati". 
Domenico Salvatore 


Giornalisti: fare luce sul “chiodo fisso” di Scopelliti

$
0
0

Carlo Parisi (Fnsi): “Questura e Procure chiariscano o smentiscano le gravi affermazioni del presidente della Giunta Regionale”

Giornalisti: fare luce sul “chiodo fisso” di Scopelliti


REGGIO CALABRIA – “C’è una informativa della Squadra Mobile di Reggio Calabria, che è stata depositata, sulla gestione dell’informazione da parte di alcuni giornalisti, credo cinque o sei, che fanno informazione in maniera poco corretta”. Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, stamane a Reggio Calabria.

“Probabilmente – ha aggiunto – si tratta, si dice, di una informazione manipolata o condizionata da non so che cosa. Io ho detto che vorrei tanto sapere, intanto chi sono i «pupi», se ci sono questi soggetti, e ovviamente se ci sono anche i «pupari».
Ho chiesto di sapere – ha detto ancora Scopelliti rivolto ai giornalisti – se anche voi avete carte, visto che avete sempre carte ed informazioni, perché la cosa strana che abbiamo appreso, è che l’indagine è a Catanzaro. Non so se l’indagine è chiusa o è ancora aperta. Non ho idea di nulla. Però proprio in quel contesto, un’iniziativa pubblica della Lista «Scopelliti Presidente», ho voluto fortemente dire queste cose perché ritengo che sia giusto e doveroso capire tutti quanti noi, ed i reggini, che cosa succede in questa città e se veramente c’è una cosa così inquietante”.
“Avevamo captato – ha proseguito Scopelliti – in questi anni qualcosa. Però se c’è veramente una indagine, una informativa, indipendentemente da come andrà, noi vorremmo sapere, perché già il fatto stesso che ci sia stata un’indagine su queste vicende è una cosa forte.
Vuol dire che c’è una parte dell’informazione che riguarda un gruppo di persone impegnate a manipolarla. Io lo ritengo un fatto grave. Si spiegherebbero tante cose. E anche i reggini, un giorno, potrebbero comprendere molte cose di questi ultimi anni.
Siamo tutti interessati a capire chi sono, perché, se è vero, e tutto il resto. Che è vero, mi pare di capire, è sicuro perché uno degli interessati lo scrive pure, da qualche parte. Io l’ho appreso così. Quindi anch’io sono molto curioso”. (Ansa)

***

Sulla vicenda, resa nota dall’Ansa, il direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, chiama in causa il Sindacato Giornalisti della Calabria, affermando che “Scopelliti denuncia un fatto molto grave e fa bene a chiedere che venga fatta chiarezza. A questo punto – aggiunge Pollichieni – è inevitabile, prima che auspicabile, che il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti si attivino al più presto per verificare quanto, ribadiamo, giustamente denunciato dal presidente della Regione”.
“Anche il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e quello di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dovranno fare in modo – conclude Pollichieni – che le indagini e i riscontri siano rapidi quanto più possibile”.

***

Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi, sulla vicenda ricorda che “mezze informazioni, ma soprattutto allusioni non fanno altro che alimentare il già avvelenato clima di sospetto che caratterizza una regione che non ha certo bisogno di ulteriori dubbi, ma di certezze”.

“Il ragionamento di Scopelliti è, ovviamente, condivisibile in tema di ricerca della verità, ma evidenza chiaramente una palese contraddizione. Il presidente della Giunta regionale, infatti, usa senza remore un presente categorico sia per annunciare che «c’è una informativa della Squadra Mobile di Reggio Calabria, che è stata depositata, sulla gestione dell’informazione da parte di alcuni giornalisti, credo cinque o sei, che fanno informazione in maniera poco corretta», sia per concludere «che è vero, mi pare di capire, è sicuro». Ma, insomma, l’ha letta o non l’ha letta? E, se non l’ha letta, come fa ad avere tante certezze? Nomi, infatti, non ne fa e, quanto ai fatti, li affida al condizionale ipotizzando un complotto ordito ai danni della città di Reggio Calabria, con tanto di “pupi” e “pupari”.

“E’ davvero singolare – osserva Parisi – che chi riferisce con certezza l’esistenza di un’informativa “depositata”, non ne conosca il contenuto e gli eventuali soggetti coinvolti. La regola aurea delle cinque W non può rappresentare un obbligo per i giornalisti ed un optional per chi se ne serve quantomeno per veicolare ipotesi”.
“In ogni caso, – sottolinea Parisi – il ruolo rivestito dal soggetto che l’ha pronunciata, il presidente della Giunta regionale della Calabria, impone  la massima e, soprattutto, immediata chiarezza. Da parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria e delle Procure di Catanzaro e Reggio Calabria. Per confermare la notizia che – se vera – impone immediati provvedimenti nei confronti di quanti utilizzerebbero la professione giornalistica per scopi, oltre che eticamente e deontologicamente scorretti, di rilevanza penale; o – in caso contrario – per smentirla seccamente. In quest’ultima ipotesi, naturalmente, usando lo stesso metro invocato nei confronti dei presunti «manipolatori dell’informazione». La legge è uguale per tutti”.

Fonte: Giornalisti Calabria

Cascarano replica: «abbiamo migliorato la vita ai cinquefrondesi». Sul Pd e Rinascita: «sono il passato»

$
0
0
Il Sindaco di Cinquefrondi, Marco Cascarano
Cinquefrondi (Reggio Calabria) - 27 luglio 2013.  Pedemontana, opere pubbliche, estate cinquefrondese ma anche l’inevitabile rendez-vous agli avversari del Pd e di Rinascita, qualificati politicamente come innocui. Questo, in sintesi, il panorama che è venuto fuori dalle domande rivolte al sindaco Marco Cascarano, che scalda i motori per un nuovo mandato. Con in tasca un convincimento che non passerà di certo inosservato, quando, analizzando l’operato della sua amministrazione dice: «abbiamo migliorato la vita ai cinquefrondesi».
   
Sindaco, vivremo abbastanza per vedere davvero ultimata questa pedemontana di cui si è parlato l’altro giorno durante l’incontro con il presidente Raffa? E sul versante espropri si riuscirà a risolvere definitivamente le pendenze?


Il riavvio dei lavori dopo 20 anni di cattiva politica rappresenta una grande conquista, soprattutto per i cittadini a cui verrà riconsegnata un opera che consentirà lo sviluppo del territorio oltreché la viabilità. Anche per gli espropri credo che siamo arrivati alla chiusura in positivo della vicenda. Tutto questo grazie all’impegno nostro, del presidente Raffa e dei tecnici.


E’ vero – come si sussurra – che la presunta accelerazione amministrativa, tradotta nella politica degli annunci, sia solo un tentativo fumoso finalizzato però alle prossime elezioni?


Non si tratta di semplici annunci. Piuttosto si tratta di concretizzare opere e realizzazioni che nessuno, prima d’ora, ha messo in campo. Solo i miracoli sono alternativi a queste necessarie procedure per attuare le opere. Io lo definirei il periodo della raccolta dopo la semina, resa possibile ad una formidabile squadra di governo. E per le elezioni mi pare ci sia ancora un po’ di tempo…

L’offerta culturale e ludica in cartellone per l’Estate Cinquefrondese non sembra raccogliere i favori di tutti, tanto che l’iniziativa – almeno finora – pare stia stentando a decollare…


Non sono d’accordo. Abbiamo fatto ed offerto quanto di meglio e le presenze della gente, dei giovani soprattutto, lo testimoniano. Lo denota anche la presenza di cittadini di paesi limitrofi. E, sono particolarmente grato a tutte le associazioni che si sono impegnate con noi per favorire la riuscita del programma. Il resto sono solo chiacchiere denigratorie che non ci interessano.


Tante polemiche per l’iniziativa “Borgo Futuro” di Rinascita. Il quartiere era davvero in condizioni pessime; ora obiettivamente ha un altro aspetto. E’ parso che ogni amministratore – chiunque abbia governato il paese finora – abbia giocato, su questo tema, al ribasso, facendo a scarica barile. Intanto ai fatti c’è passata Rinascita. Cosa ne pensa?


Se la valuto come operazione di volontariato puro ritengo si tratti di una cosa positiva. Sa la valuto per quella che è stata – una pura e semplice operazione di ritorno elettorale – allora la mia valutazione è negativa. Non dimentichiamoci che questa - assieme a tante altre - è una delle vergogne politiche che abbiamo ereditato, oltre ai debiti, ovviamente, anche da chi si è impegnato a ripulire la zona. E dovevano farlo prima, quando amministravano: sarebbero stati più credibili. Adesso attraverso questo impegno si sono eretti a fare i capipopolo. Non c’era il bisogno di una nuova armata Brancaleone. Noi, al contrario e senza clamori, ci siamo impegnati seriamente a riqualificare il quartiere con una operazione di progettazione imminente che coinvolgerà addirittura l’università.


Prossimamente il Pd pare che sarà in piazza per sensibilizzare le istituzioni circa il recupero della SP 5 e per riprendere e sollecitare un percorso di valorizzazione della nostra montagna. Ritiene che, come amministrazione, abbiate sottovalutato questa risorsa - a costo zero – non sfruttandola adeguatamente?

Sarebbe bello poter fare tutto e di più. Ma chi amministra deve far fronte alla scarsità delle risorse. Per quanto ne so, la prossima settimana il presidente della provincia credo che discuterà anche di questo tema con i tecnici. Ritengo che chi ha governato in passato – in tempi vacche grasse – debba fare un grosso mea culpa anche sulla mancata valorizzazione di queste risorse. Noi abbiamo preferito investire quel poco che c’era sull’autonomia idrica, l’illuminazione pubblica, la videosorveglianza e la questione ambientale, ad esempio. Ed i cittadini se ne sono resi conto.


Dunque, il Pd vi accusa di inconsistenza; Rinascita – da sempre critica nei vostri confronti – sta lavorando sul territorio. Non crede di perdere terreno nei confronti delle opposizioni? Secondo lei sarebbe davvero impossibile un percorso amministrativo sinergico e collaborativo anche con le minoranze?


Veda, credo che Galimi ed il Pd rappresentino il passato remoto della politica e Conia con Rinascita, quello prossimo. Noi rappresentiamo il presente ed il futuro. Costoro in concreto non hanno prodotto nulla se non vaniloqui. Noi il consenso ce lo siamo guadagnato con i fatti e lo stiamo, semmai, aumentando. Ce lo riconosce la gente. Collaborare pienamente non è possibile proprio per diversità di vedute se non su grandi temi condivisi e circoscritti come sta accadendo per il tribunale.


Parliamo di sicurezza. Su questo versante, si sente di dire che Cinquefrondi è un paese sicuro? Quelli accaduti sono solo “episodi isolati e sporadici? Per correggere queste distorsioni dalla legalità si potrebbe fare di più? Cosa si sente di dire ai cittadini in merito?


Per quanto fatto e per quanto stanno ancora facendo ringrazio pubblicamente Prefettura e forze dell’ordine. Che Cinquefrondi sia un paese sicuro non lo dico io ma lo certificano i dati. Questo non significa aver debellato definitivamente la delinquenza ma aver contribuito a migliorare la vita alla cittadinanza. Lo dimostra l’investimento sulla videosorveglianza. I reati sono diminuiti del 50-60% durante il nostro amministrare. Noi siamo sempre in prima fila a dimostrare vicinanza a chi subisce deprecando con forza i fatti criminali.


Ascolti, la critica che più di sovente le viene rivolta è quella di predicare unità apparente salvo poi ritrovarsi – suo malgrado – a guidare una compagine, sfilacciata e con qualche crepa all’interno, che appare lontana dai bisogni reali del paese. E di lei personalmente, che sia un accentratore verticista. Come  replica?


C’è qualcuno a cui, so, farebbe piacere vederci divisi. Stiano tranquilli: non è e non sarà così. Ad oggi, non ho registrato un solo caso di dissenso interno. La nostra compagine è stabile e ben equilibrata. E comunque come ho sempre detto, il motore trainante della coalizione è il Pdl di cui io sono il riferimento che ha forza e numeri per fare bene. In ogni caso, ciò che ci lega è un programma e chi non lo dovesse condividere sa bene qual è la porta. Per quanto mi riguarda poi io le scelte le condivido e garantisco pluralismo. Non ho lamentele o segnali che  giungono in senso opposto.


Oggi, a distanza di circa tre anni e mezzo e superato ampiamente il giro di boa – secondo lei – Cinquefrondi ed i cinquefrondesi stanno meglio o peggio di prima del vostro insediamento?


Rimango sgomento se solo ricordo a me stesso i debiti ed i disastri che abbiamo trovato una volta insediatici. Praticamente prima di noi si viveva alla giornata, senza alcuna programmazione. Oggi non solo stanno per partire le nuove opere che innoveranno il paese (villa comunale, campo sportivo, sistemazione scuole, etc), con in testa il liceo musicale per cui sono stanziati circa 3 milioni di €, ma posso affermare – senza tema di smentita - che Cinquefrondi è tornato ad essere davvero protagonista nel panorama del comprensorio. Veda, con noi hanno aperto più di venti nuove attività commerciali, di proprietà soprattutto di giovani. Poi non dimentichiamo che ci siamo dovuti confrontare, oltre che con i problemi ereditati, anche con le difficoltà della crisi e con la penuria della spending review. Nonostante ciò, nel complesso, posso affermare che con il nostro operato amministrativo la qualità della vita per i cittadini è di molto migliorata, rispetto al passato.


Alla luce di quanto svolto sin qui e col senno di poi, rifarebbe la scelta di candidarsi a sindaco? E, per essere più chiari, la rifarà?



Mi ritengo molto onorato di poter rappresentare la comunità nella quale sono cresciuto socialmente e politicamente e fare il sindaco è per chiunque una grande responsabilità. Rifarei ciò che ho fatto, perché tirando le somme, valuto di aver contribuito positivamente alla mia comunità. Il fatto di ricandidarmi è una possibilità legata al compimento del programma che vede come ultimo tassello l’approvazione del P.S.C., uno strumento urbanistico innovativo per  Cinquefrondi che permetterà crescita equilibrata ed equità sociale a differenza del semplice piano di fabbricazione ora in vigore. Per questo ho dato mandato ai tecnici di provvedere tramite bando entro 10-12 mesi… Peraltro, al momento, non vedo altri possibili pretendenti. E, comunque, per le future elezioni, non sono certo né il Pd né Rinascita a preoccuparmi… 


Giuseppe Campisi

Io per amarti cosa farei

$
0
0

“Io per amarti” ti porterò una collana di stelleperché gli uomini veri sanno amare con i coglioni e non con i pantalonida una lezione di Franco Califano

di Pierfranco Bruni

Io per amarti cosa farei? Tu sei la donna che vorrei anche se non so come andrà a finire. Ma cosa farò anche se farò di più, anche se farò le cose che non ho fatto mai. E poi, e poi le parole incrociano la musica e la musica nelle parole è una danza che muove le corde del cuore mentre sulle rughe delle mie mani tu mi reciti le voci di altri appuntamenti, altri incontri, altri abbracci che stringeranno il cuore tuo all’anima mia.

Un Franco Califano che tocca i tasti con il vento delle parole scritte con l’eros nella sensualità dello sguardo e degli sguardi che scavano con i lunghi baci tra bocche che si cercano e labbra che rimangono nella stretta di un amore indivisibile ma che si legge nell’impossibile viaggio di un insieme che è impraticabile. Ma c’è.

Questo amore così tenero e così passionale che si incastra felicemente nella sensualità dei giorni e delle notti, nelle fughe e nei viaggi. Ma sì. Perché non ho mai amato così. Con questa dolce intensità che non ha teorie, ma solo sensazioni, percezioni, eros tra le pieghe dei corpi che si intrecciano incontrandosi. Dimmi cosa vuoi. Perché cambio tutta la vita mia.
E rubo così i versi al Califfo che mi recita la ribellione e il mio essere in rivolta con i pescatori di dubbio o i venditori di vuoto perché gli uomini, quelli veri, non sono dei pantaloni falsi e ipocriti, che camminano lungo le strade del nulla cercando, non guardando negli occhi, l’apparenza. Non si gioca mai con il tempo perché il tempo potrebbe darci illusioni e nonostante tutto bisogna saper raccogliere i fiori sul davanzale dei giorni per non perdersi in un sorriso smarrito.

Io per amarti cosa farei? Mi insidiano le parole di Franco ma io vivo di segreti e di misteri in un mio mondo che è immaginario  e non immaginabile, ma è grande perché dentro questo mondo c’è anche il mondo del mio amore, di questo amore attento e distratto, di questo amore che è spazio ma è cerchio, di questo amore che si fa bellezza anche tra le ombre perché è dentro le ombre che si catturano i fili di una luce che diventa immensa, grandiosa, solare.
Io per amarti cosa farei? Senza di te ci sono orgasmi da poco perché io ti vivo con la passione nei secoli e non potrei capire una vita lontana da te. Invitami, donna mia, a raccontarti la luna o a portarti tutte le stelle del dieci di agosto. Questo amore che graffia il mio fascino è custodito come una rosa bianca o un petalo rosso nascosto in una stanza buia e il brillio del rosso riempie i corpi di una straordinaria passione. Non è cosa da poco.

In questo mio saltellare tra le parole di Franco Califano c’è la straordinaria passione delle pietre preziose che i mercanti regalano e non vendono, che i mercanti legano tra le dita dell’amore. Ma cosa dici? Come è possibile scordare le tue gambe incorniciate alle mie, i tuoi abbracci, le tue natiche e le tue carnose labbra.
Cosa racconto? La mia pazzia? O questa mia pazzia è un amore travolgente che i mercanti come me sanno raccogliere stella dopo stella per farne una collana tra sesso e poesia. Dimmelo ancora che per me credi ancora nell’amore. Dimmelo senza fermarti, senza farti travolgere da un’onda, dimmelo ancora perché raccoglierò tutte le stelle e ti amerò con il tuo mistero caldo nei giorni che verranno per non stracciare mai i giorni che sono stati.
Raccontami che per me hai fatto pazzie ed io non smetterò di darti l’anima d’ora in poi con gli appunti sul cuore che decifrano il nostro destino anche se quando la musica finisce noi sempre ci saremo nella danza dell’infinito. Il mio sapore è il tuo sapore. Il tuo sapore è nel mio far l’amore.

Io per amarti, dunque?

“Io che ti aspetto da una vita/ora non posso buttar via/l'occasione che tu mi dai/di stare insieme a te./Io per amarti rinnegherei/le convinzioni mie di libertà./Io cambierei, ce la farei ad esser quello che non hai avuto mai./Io per chiamarti amore mio/comincerei ad esser solo tuo/dimmi che vuoi che questo sia/e cambio tutta la vita mia” (da  “Io per amarti”).
Dimmi cosa vuoi ma non lasciarti andare mai alla persuasione senza amore, tienimi con te fino a quando amore ci sarà. E fino a quando ci sarà amore io di te farò il mio incanto.
Sempre e solo te ricorderò e mi starai dentro, e mi prenderai per mano portandomi in punta di matita dentro la tua anima e sul tuo corpo come sigillo, sfiorando le vite e vivendo il sogno senza mai strapazzarsi, anche se è straziarsi amarti e non averti e cercarti sul fondo scala dei tuoi occhi (da “Appunti sull’anima”), vivendo l’attimo come se fosse il sempre.
Io per amarti cancellerei tutte le storie per lasciare  soltanto la nostra unica storia. Ti porterò una collana di stelle, solo per te, amore mio, per viverti nel mistero caldo che tu cogli.

Cosa è stato, allora, per me Califano. Un poeta. Semplicemente un poeta. Forse da poeta ha recitato la sua vita come ognuno di noi ha bisogno di teatro e di scenografia. La sceneggiatura la cuciamo giorno dopo giorno sulle linee del nostro corpo e nel labirinto della nostra mente. Ma per amarti c’è bisogno di pazienza e solo così è possibile viverti come bellezza e malinconia, perché quando ci sei sei tu a raccogliere il tutto e quando manchi c’è la tua assenza che io raccolgo anche se in ogni tuo distacco cerco di raccontarti con il ricordo, ma il sonno mi rapisce come le stelle che rubano alla notte il buio.

Quando ci sei tu sei con me e quando non ci sei tu non sei con me, anche se insieme siamo sempre in questo “tempo piccolo” che si dilata negli spazi dei nostri appuntamenti.
Così ho inseguito le parole di Califano per ricongiungermi tra il ribelle che sono stato e l’uomo in rivolta che sono e che resterò sempre anche quando sulle mie mani stanche si poseranno soltanto le pieghe.

Già, il Califano di una poesia frammentata è il poeta maledetto che vive dentro di me, amato e detestato ma che ama sa amare e non detesta fregandosene di chi usa il casco dell’invidia idiota, perché so che gli uomini veri non si vedono dai pantaloni ma dai coglioni. “UOMINI/e non puoi mancare tu/nell'elenco di chi è stato meritevole./No, non sono i pantaloni a fare gli uomini/se son vuoti di coglioni, sono inutili/ci son tante cose da salvare/chi rinuncia è un traditore” (da “Uomini”).

Il rebus dei Consigli comunali sciolti per mafia, quella democrazia, sospesa fra la terra ed il cielo

$
0
0
La democrazia sospesa, è diventato la solfa di quest’estate 2013. Un leit-motiv che dalla spiaggia al cocuzzolo della montagna, sta appassionando in una sorta di tormentone estivo, tutte le forze politiche e sociali. Una nenia travolgente, che potrebbe riservare sviluppi imprevedibili

QUELLA “LUNA RIBELLE”, CHE TRADISCE L’INSOFFERENZA DEL POPOLO “RIGGITANO” : LA LEGGE SULLO SCIOGLIMENTO DEI CONSIGLI COMUNALI PER INFILTRAZIONI MAFIOSE Ể OBSOLETA E FATISCENTE, VA MODIFICATA ED AGGIORNATA  
Domenico Salvatore

Il decreto Taurianova è obsoleto. La legge sullo scioglimento dei Comuni, Province, Regioni, Usl, Asl, Asp Aziende Ospedaliere ecc. è fatiscente. Non risponde più   ai requisiti della società in continua evoluzione. La tiritera va avanti da parecchio tempo. Il mormorio sta diventando rombo di tuono. Il paesone della sterminata Piana di Gioia Tauro, che un giorno portava il suo nome, tenterà ora a far nascere una nuova coscienza civica ed una nuova classe politica, completamente staccata dalla precedente. Di scardinare questo sistema di potere, di schiavitù, di povertà e di fame. Non gli mancano certamente le forze fresche e giovani. Ma non si può fare di tutte le erbe un fascio e gettare tutto alle ortiche; se non l’acqua sporca col bambino dentro. La squadra politica, non può essere smantellata o peggio azzerata. I trainer avveduti, rinnovano il parco giocatori con avvedutezza. I mustang che hanno fatto gavetta ed anticamera, se non le ossa e che scalpitano dentro il korral, in attesa di essere promossi in prima squadra, vanno bene. Gli under 18, di talento, vanno benissimo, ma bisogna cementare con l’Attak ed il silicone, anche i meno giovani che abbiano esperienza, competenza e professionalità da vendere.



Quella, non si compra al supermarket. La si acquisisce con gli anni. Non possono averla sicuramente i così detti “galletti di primo canto” .  Ci sembra gratuito e destituito di ogni fondamento, prendersela con la magistratura, la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. La filiera formata da forze di polizia, Prefetto e Ministro degl’Interni e Presidente della Repubblica per la firma finale, funziona. Ciò che non va bene è lo spirito ed il contenuto della Legge. Il suo aggiornamento, modifica e spoliticizzazione non è più differibile o procrastinabile alle calende greche. Sic stanti bus rebus, ne andrà di mezzo la democrazia e la libertà. Non è solo e tanto la durata del commissariamento (mediamente due anni); la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che può arrivare anche a quattro e cinque commissari, se interverranno fattori imprevedibili come: decessi, trasferimenti, dimissioni, malattia, promozioni, impedimenti di altra natura eccetera; il lauto compenso o la rarefazione delle presenze dentro il municipio. Il rapporto tra cittadino ed eletti, stabilito prima, durante e dopo la campagna elettorale, costa fatica e dolore e non può essere rescisso su due piedi L’elettore, sul territorio ha bisogno di assistenza politica, spirituale, sociale, morale ed economica h 24. Una serata indimenticabile e di sapore storico per i personaggi presenti sul proscenio e naturalmente per ciò che è stato detto.

A scaldare i motori sulla plancia o ponte di comando, il moderatore Nino Coco, ginecologo prestato alla politica, che indossava i talari e l’elmetto alato di Mercurio, tanta passione ed entusiasmo: “Non è un incontro per contestare una decisione del Governo. Ma quando un Comune viene commissariato, al di là dell’operato dei commissari, si rompe il rapporto tra cittadino ed eletti. Purtroppo, oggi tanti Comuni della nostra Provincia, sono in una fase di democrazia sospesa e questo di sicuro non fa bene alla comunità”. Per un saluto istituzionale, il consigliere regionale Candeloro Imbalzano:” Riteniamo che sia dannosa la scelta di fare per forza tabularasa sui territori, imponendo un commissariamento che rischia di mettere fine a quelle giovani forze politiche disponibile ad immolarsi nelle nostre realtà e noi non possiamo permetterci di creare un deserto generalizzato”. Poi è stata la volta del consigliere provinciale, Giuseppe Saletta, che sullo scioglimento “facile e comodo”, se non redditizio degli enti locali, non le manda a dire: “Una volta era considerato l’eccezione oggi è diventato una regola per abbattere una classe politica” . Missili terra-aria della classe Scud e Pershing, sono quelli dell’ex consigliere comunale del PRI, Paolo Ferrara, (omonimo ed omologo del “Giuliano” nazionale, inteso “mister Bretelle Rosse”) attivista del movimento “Liberi di continuare:”Nel 1991 è stato sciolto il Comune di Taurianova e tra i suoi consiglieri vi era proprio Angela Napoli; lei, che si batte contro la ‘ndrangheta. Pensateci bene, oggi si scioglie un Comune, affossando così una comunità, per un grado di parentela ma questo non è un reato”.

Tetragono come capitan Achab sul ponte del Pequod, in attesa di Moby Dick, il coordinatore Provinciale Oreste Romeo, ha scatenato la sua arringa, degna di Perry Mason:”Il nostro obiettivo è di realizzare una larga condivisione in vista dei miglioramenti di cui necessita una legge sin qui rivelatasi disallineata rispetto alla sua ratio ispiratrice. Questo territorio, non presenta una presunta affiliazione di contiguità al fenomeno criminale; fenomeno che si sta contrastando in maniera incisiva. E’ necessario, che il singolo cittadino, abbia un ruolo in vista dell’immediato progetto dell’area metropolitana. Dobbiamo avere la consapevolezza dei limiti dell’antipolitica; la politica, deve riscoprire il ruolo della parte pensante, degli intellettuali; e il gruppo Scopelliti, ha deciso di investire sulle intelligenze del nostro territorio. E’ arrivato il momento di rimodulare una legge, quella sullo scioglimento dei comuni per presunti condizionamenti criminali, che all’interruzione della volontà popolare, talvolta brutale, molto spesso  indiscriminata, non fa seguire alcun effetto suscettibile di stimolare apprezzamento e condivisione presso il cittadino comune.

A causa di questa normativa sono state sacrificate tantissime personalità, che non hanno alcun legame con il mondo criminale, come gli ex sindaci Demetrio Arena e Federico Curatola, che portano addosso, i segni di questa legge”. Dopo questo prologo dei “comuni mortali” sono entrati in scena gli abitanti dell’Olimpo. Immortalità pure per il professore Bruno Chinè, famosissimo assessore provinciale di qualche stagione fa; personaggio noto della Bovalino politica; esponente della buon’anima della “Balena Bianca”, alias lo Scudo Crociato. Chinè, ha messo all’indice la classe burocratica, investita per legge di compiti decisionali; protetta da uno scudo stellare e dal…Signore degli anelli. Meglio che ne” La Terra di Mezzo”; nella regione di Arda, l'universo immaginario fantasy, creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Mentre i poveri sindaci, assessori e consiglieri sono praticamente dei “babbani”. Non possiedono cioè la bacchetta di Sambuco; la bacchetta magica di Harry Potter. Finiscono inevitabilmente nelle grinfie di Voldemort, che può scagliare l’Avada Kedavra e dei Mangiamorte. Chinè si è scagliato contro il titolo V della Costituzione che ha messo la burocrazia fuori controllo:”Non ci può essere democrazia fuori controllo. Ai tempi dell’Impero Romano, il dittatore stava in carica sei mesi, non due anni.

Finiamola con i nuovi “Missi dominici”. Nel Sacro Romano Impero i missi dominici (sing. missus dominicus) erano funzionari che l'imperatore inviava come suoi rappresentanti nelle varie parti dell'impero. Erano sempre nominati in coppia, fonte Wikipedia, un ecclesiastico (vescovo o abate) e un laico (conte o duca) scelti di solito tra gli appartenenti alla corte imperiale (Palatium), e venivano inviati in una circoscrizione dell'impero (missiaticum) che dovevano visitare.In ogni località i missi dovevano tenere un'assemblea di tutti gli uomini liberi, nel corso della quale veniva solennemente giurata fedeltà all'imperatore, venivano pubblicati i capitolari e venivano raccolte le lamentele sull'operato dei funzionari imperiali.I missi, inoltre, presiedevano i processi per i fatti più gravi; nominavano gli scabini; svolgevano indagini sulla riscossione delle imposte, sulla moneta falsa, sulla manutenzione delle strade, sulla conservazione delle proprietà imperiali e sulla gestione delle chiese; vigilavano sui funzionari imperiali (tra i quali erano ancora compresi i conti e i duchi) e li potevano revocare; vigilavano sul clero e sull'osservanza dei precetti religiosi (anche da parte dei laici); raccoglievano le suppliche delle vedove e degli orfani; potevano emanare ordini a privati, funzionari pubblici e al clero (compresi i vescovi) la cui inosservanza, in virtù del banno regio, comportava l'applicazione di sanzioni pecuniarie. Il vate di Bova Marina, professore Pasquino Crupi, l’ultimo dei Mohicani della letteratura calabrese, ha precisato al preambolo (dichiarazione di principio), di non riscontrare difficoltà a partecipare ad un pubblico dibattito con la lista Scopelliti:” Sono di idee comuniste ma non c’è steccato.

Tutti i Governi, sono stati nemici del Mezzogiorno. Nessuno dei problemi afferenti alla Questione Meridionale contrabbandata per “Questione criminale”, sono stati risolti”. E cita i vari meridionalisti… Pasquale Villari, Gaetano Salvemini, don Luigi Sturzo, Benedetto Croce che conoscevano bene le problematiche del periodo postunitario connesse all'integrazione del Mezzogiorno d'Italia nel contesto politico, economico e culturale, originatosi nel nuovo Stato unitario. A partire dall’istruzione inadeguata caratterizzata dalla scarsa formazione civica degli insegnanti e dall'agricoltura arretrata. Crupi, lancia dalla sua rampa mobile semovente, un missile contro il professore Ernesto Galli della Loggia che, a suo dire, in occasione del sequestro di Cesare Casella, in mano all’anonima sequestri calabrese per circa due anni, propose al Governo, una legge speciale per la Locride; ed uno, contro la trilogia che presiede allo scioglimento (Maresciallo, Prefetto, Ministro degl’Interni). Ma Giustino Fortunato deputato, poi senatore del Regno d'Italia,  non mancò di evidenziare, come l'Unità d'Italia, fosse stata la rovina economica del Mezzogiorno. Per Pasquino Crupi, ci sono delle responsabilità nel settore della stampa: ci sono giornalisti che pur di veder citato il loro nome sui giornali… Ed ancora: le opposizioni, all’interno dei consigli comunali, non compiono il loro dovere come la legge e la morale richiedono.

Quindi è andato all’ambone il…possente Zeus, padre di tutti gli dèi, da tutta la corte riconosciuto come un leader di caratura nazionale. Prima di entrare in argomento, dalla batteria di Giuseppe Scopelliti, sono partiti in rapida sequenza…” botti, mortaretti, petardi, castagnole, nacchere, sandokhan, bombe di maradona, ordigni e granate”, contro i giornalisti, che manipolano l’informazione. Scopelliti, sotto le telecamere mobili, ha parlato di cinque o sei giornalisti, che manipolerebbero  l’informazione calabrese e reggina. A suo dire, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, avrebbe indagato sui “pupi”. Ci sono anche i “pupari”? L’inchiesta sarebbe nelle mani della Procura di Catanzaro …Pietro Aiello, deve apprendere “dagli on line”, di essere indagato? Ma Scopelliti, ovviamente, non fa i nomi dei giornali, né dei giornalisti. Sebbene, più volte li abbia citati, durante la campagna elettorale e nei convegni, tavole rotonde e meeting. Ma non può gridare allo scandalo. Da che mondo è mondo, i potenti, non hanno avuto mai un ottimo rapporto con la comunicazione.

Altro discorso è la malafede, l’imbroglio, la corruzione, l’ignoranza, la disinformazione, l’inquinamento delle notizie e via di sèguito. L’onda dei ricordi lo incalza. Rammenta le battaglie in città, a Catanzaro e soprattutto la candidatura al consiglio comunale di Platì. Il Governatore se la prende con la burocrazia, che dovrebbe servire il popolo e la collettività. In un altro “passaggio” cita il gravissimo fatto di sangue avvenuto lunedi' 16 novembre 1998 alle ore 19,30 c contro il dottor Carlo Colella, stimato medico specialista della citta', dirigente nazionale dello SDI, persona di grande pulizia morale; uno sconosciuto a viso scoperto all'uscita dal proprio studio medico  "gambizzò " il professionista, con tre colpi di pistola sparati a bruciapelo e con cinica freddezza in presenza della moglie. Cita il defunto senatore Ciccio Franco, a cui è intitolata l’Arena sul Lungomare.”Soleva ripetere che…”Il peggior sindaco è migliore del miglio commissario”. La spada di Damocle dello scioglimento dei consigli comunali non fa dormire sonni tranquilli a sindaci, assessori e consiglieri che appaiono inquieti e terrorizzati. C’è gente che cammina con il certificato penale in tasca”.

Il presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bonvino, non “vede” di buon occhio la parolina “contiguità”, che fa capolino nei momenti topici ed ha stigmatizzato il comportamento repressorio dello Stato, già a partire dalla Legge Pica. Il professore Alberto Panuccio presidente dell’Ordine degli Avvocati, che ha tirato fuori tutta una serie di elementi, dati e numeri di natura giuridica…” Il Consiglio di Stato (sezione terza) con la sentenza n.00126/2013 ha deciso che il consiglio comunale di Bordighera non andava sciolto per infiltrazioni mafiose; i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso, presentato dall’ ex Sindaco Giovanni Bosio e dalla sua ex maggioranza consiliare, contro la sentenza di primo grado del Tar Lazio che aveva confermato i rilievi del Ministero dell’Interno circa la sussistenza dei presupposti per procedere allo scioglimento delle ente locale ex art. 143 d.lgs. 267/2000….Molto seguito l’intervento lucido efficiente ed efficace del senatore Renato Meduri, che ha rivisitato il modo di fare politica negli Anni Settanta, Ottanta e Novanta. Quei simpatici scontri con i comunisti Biagio Canale e Ciccio Simonetti. Meduri, ricorda che anche negli Anni Settanta fu sospesa la democrazia. Il segretario nazionale del MSI, Giorgio Almirante, ha potuto parlare, ma solamente a Villa San Giovanni. I processi vennero spostati a Potenza e Salerno.

Calvario fisico, spirituale e morale; inferno dantesco per i poveri reggini. Di ‘rischio democrazia’ ha parlato il senatore Giovanni Bilardi:”I cittadini, impauriti e sfiduciati, preferiscono gli “arresti domiciliari. La cosa più difficile oggi è fare il sindaco, l’assessore, il consigliere. Faccio appello al Governatore, uno dei pochi politici di caratura nazionale, affinchè, porti avanti le istanze degli amministratori e degli elettori, nelle sedi competenti. La Legge sullo scioglimento dei Consigli Comunali, va modificata ed aggiornata”. Si è parlato nelle more del trasferimento, al Ministero degl’Interni, del dottor Vincenzo Panico. Promoveatur ut amoveatur, oppure viene riconosciuta la professionalità, competenza ed esperienza dell’alto funzionario della Prefettura? In sala, si è visto pure l’ex sindaco, Demetrio Arena e tanti sindaci, che aspettavano di capire gli orientamenti ed il trend. Fare il sindaco non è gratificante, facile, appagante e nemmeno comodo. Forse, neppure bello. Domenico Salvatore

Il Ferrara pensiero…
per organizzare l’evento di San Luca lo scorso 2 giugno, ricordo le continue chiamate dalla Questura di Reggio Calabria per monitorare i nostri movimenti, ma di certo non potrò mai scordare le espressioni di gaudio ed i ringraziamenti della popolazione per quello che stavamo facendo per loro. L’evento, definito “antistato”, ha fatto così scalpore al punto da conquistare le prime pagine dei giornali locali e destare il grande interesse di quelli nazionali. In quell’occasione la politica era assente, in qualche caso anche con giustificazioni quasi scolaresche. Nessun politico ha voluto metterci la faccia, provando almeno a difendere la “dignità” di quella popolazione “vittima di antidemocrazia”. L’unico “highlander” è stato l’amico consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri che, sensibile alla tematica, non solo si è esposto, ma ha compartecipato sin da subito alla realizzazione dell’evento. Da allora di strada ne abbiamo fatta, da Gioia Tauro a Roccaforte, da Lamberti a Dal Torrione, sino ad arrivare alla fatidica data del 9 luglio quando, alle ore 10:30 insieme ad una delegazione capitanata dal sottoscritto, si è varcato il portone del Palazzo del Governo, incontrando direttamente Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli.
L’incontro è stato molto costruttivo ed ha evidenziando la disponibilità e le grandi doti umane della massima carica del governo territoriale. Dopo circa 3 ore di task-force in perfetta sintonia si convenuto sulle medesime conclusioni: “la legge che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose dovrà essere rivista, ma a cambiarla ci dovrà pensare chi ha il potere legislativo”.Prima di giungere alla modifica legislativa, noi col movimento, per contribuire alla rivisitazione della normativa, stiamo continuando a portare avanti le nostre iniziative, necessarie a conoscere e studiare le realtà “attenzionate” da decreti di scioglimento, con l’obiettivo di redigere, caso per caso, un “dossier” necessario ad evidenziare le criticità della legge in vigore. Soltanto dopo aver raccolto le esperienze di chi ha “subito” questa legge, sarà possibile evidenziarne realmente le limitazioni e, solo allora, dovrà con forza intervenire il potere legislativo assumendosi le responsabilità di concretizzare le azioni necessarie a ridare pari dignità a tutte quelle realtà vittime di democrazia interrotta.Ferrara conclude: aderiamo con grande entusiasmo a questa iniziativa fortemente voluta dall’amico Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista Scopelliti Presidente, sensibile sin da subito a questa calda tematica, con l’unico obiettivo di trasmettere a tecnici e legislatori presenti, concrete testimonianze finora raccolte dal movimento durante il suo tour, che evidenziando di già alcune prime incongruenze sulle limitazioni dell’attuale legge. Azzeccatissima anche la location “Luna Ribelle”: ribelliamoci mettendo in discussione la normativa che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, il cosiddetto decreto “Taurianova” n.164/91 ritenendone necessaria una revisione, viste soprattutto le notevoli e “attuali” limitazioni riguardanti la pluralità di scioglimenti “subiti” da uno stesso ente. Ribelliamoci insieme per ridare serenità agli amministratori attuali e futuri e, soprattutto, ribelliamoci insieme per essere “Liberi di Ricominciare
Domenico Salvatore
Viewing all 6567 articles
Browse latest View live