Calcio giovanile Figc, categoria 'Giovanissimi', semifinale zonale Jonica bassa,15 maggio 2014. Il derby del Basso Jonico, va alla squadra di mister Gianni Verduci, che ha saputo conquistarlo sul campo, in virtù di una maggiore freschezza atletica, di un modulo tattico vincente e dell'agonismo giusto. Ma il bottino poteva essere più pingue se gli avanti fossero meno impetuosi sotto porta. Il risultato, non è stato mai messo in discussione. Una partita giocata a viso aperto, nonostante la netta superiorità tecnica degli ospiti del presidente Claudio Familiari e del parigrado Mimmo Tripodi. Alla fine del sudato match i campioncini si sono abbracciati ed hanno consumato una "spasata" di dolcetti con spumante, offerti dalla squadra sconfitta
VIRTUS SALINE TRAVOLGENTE, BORGO GRECANICO, SOMMERSO DA UNA VALANGA DI PALLONI
La matricola di lusso ha fatto il massimo. Al suo esordio sul proscenio, ha vinto il campionato zonale. Segno che i tecnici Demetrio Romeo, Cormaci, Nastasi e Scopelliti abbiano svolto un grande lavoro. Ma soprattutto gli emissari dell'Udinese Academy, con cui è gemellato. Nonostante l'inferiorità tecnica, i Laurentini, si sono lanciati nella mischia alla ricerca del goal, oggetto del desiderio. Purtroppo l'imprecisione nelle conclusioni a rete, e la sterilità offensiva, non ha favorito la squadra di "Valery Lobanovsky", alias Demetrio Romeo. Ottimo l'arbitraggio del signor Gianluca Raffa di Reggio Calabria. In zona il professor Nino Chilà, esponente della Lega Calcio-FIGC
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (RC)-Si è visto mai che la squadra sconfitta offra bocconcini, mignon, cannoli e viennesi ed un paio di bottiglie di spumante, alla squadra avversaria, se non rivale? Questo è lo stile, inconfondibile ed inimitabile del presidente del Borgo Grecanico, Giovanni Villari. Un 'signore' dei campi di gioco. Un dirigente, attento, vigile, competente e professionale, che tutte le società vorrebbero avere. Stimato e benvoluto. Ma già nella Vallata Bagaladi San Lorenzo, dove esercitò le funzioni di co-presidente, a fianco di Giovanni Maesano ed in ultimo di Giuseppe Maesano, che dopo la fusione (e la confusione) con la Melitese, giocò addirittura in serie D, fu apprezzato in tutta la Calabria ed anche oltre. Un pennacchio che è costato davvero caro, alla società rossoverde. La cancellazione con un colpo di spugna, di due gloriose e blasonate società. Villari aveva messo in vetrina le sue qualità. Unanimemente riconosciute. Tanto che la Lega FIGC, lo premiò con un riconoscimento a livello nazionale e successivamente lo inserì in una Commissione. Il massimo dirigente grecanico ha fatto i complimenti al Saline ed un "Good luck"per il prosieguo. Ma anche ai suoi ragazzi, che alla prima uscita se non esordio, si sono laureati campioni zonali. Acquisendo così, sul campo, il diritto sacrosanto ed inviolabile di sfidare i 'cugini' del Saline. Una società anch'essa blasonata, che ha pure vinto qualcosa a livello nazionale. Da anni la dirige con impareggiabile maestrìa, Claudio Familiari, eroe di tante battaglie nel 'suo' splendido e storico Saline. Ma il tempo passa per tutti e non si vive di soli allori. Nel settore giovanile, il Saline è una delle regine. Una squadra di rango. Questo è certo.
I risultati raggiunti, di cui abbiamo dato cenno, proprio su queste colonne, digitare per vedere e per credere, parlano chiaro, forte e tondo. Non è per caso che arrivino questi successi. I campioni del Saline sono allenati da un trainer giovane, dinamico, competente e professionale. Comunque, una vecchia volpe dei campi di gioco. Di coppe e medaglie, trofei e riconoscimenti ne ha avuti diversi e svariati. Le famiglie della cittadina sono contente e soddisfatte. E continuano ad affidare con stima fiducia e speranza i loro figli, ad una società seria, che ama la legalità e la trasparenza. Consapevoli della certezza, che i loro pupilli, possano continuare ad esercitare il rispetto delle regole, in un ambiente sano, dove il dialogo, il confronto delle idee e la dialettica, non sono un optional, ma una consuetudine. Lo sportivo Demetrio Romeo, trainer di casa, non si nasconde dietro il dito:"Chi mi conosce sa che dica sempre la verità, anche se a volte dolorosa. Sono più forti di noi. Bisogna ammetterlo. Hanno meritato di vincere e di stravincere. Complimenti al Saline ed i suoi tecnici e dirigenti. Hanno svolto un grande lavoro. Gli auguro di cuore, ogni bene". Questo è "Limitri", popolarmente noto come "Valery Lobanowsky"…" Valerij Vasyl'ovyč Lobanovs'kyj (in ucraino: Валерій Васильович Лобановський[?], in russo: Валерий Васильевич Лобановский; Kiev, 6 gennaio 1939 – Zaporižžja, 13 maggio 2002) è stato un calciatore e allenatore di calcio sovietico, dal 1991 ucraino.Fu prima giocatore e poi commissario tecnico della Nazionale sovietica.
Iniziò ad allenare al Dnipro Dnipropetrovsk nel 1972. In seguito guidò in più riprese la Dinamo Kiev, oltre alla Nazionale ucraina e alla Nazionale sovietica, di cui fu CT ai Mondiali 1986 e 1990 e agli Europei 1988, competizione in cui fu finalista perdente.Carriera. Giocatore. Club. mCominciò come brillante calciatore nel 1955 nella Dinamo Kiev, società nella quale ha sempre vissuto professionalmente e che ha portato ai vertici del calcio europeo.Allenatore. Club. Dopo un'esperienza quadriennale come allenatore del Dnipro Dnipropetrovsk, fonte Wikipedia,nel 1975 fu nominato allenatore della Dinamo Kiev, che allora divenne la prima squadra dell'Unione Sovietica a vincere un trofeo europeo dopo aver sconfitto gli ungheresi del Ferencvaros nella finale della Coppa delle Coppe. Rimase sulla panchina del club di Kiev sino al 1990.Dal 1990 al 1993 fu il commissario tecnico degli Emirati Arabi Uniti, mentre dal 1994 al 1996 allenò il Kuwait. Tornato alla Dinamo Kiev nel gennaio 1997, vi restò sino al 2002, anno della sua morte.Morì il 13 maggio 2002 colpito da un Ictus, destando grande cordoglio. Nella finale di Champions League 2002, disputatasi pochi giorni dopo, venne osservato un minuto di silenzio in suo onore. Nello stesso anno Lobanovski fu insignito del titolo di Eroe d'Ucraina, la più alta onorificenza della nazione.
Anche lo stadio della Dinamo Kiev è stato nominato Stadio Lobanovski in suo onore. Nel 2003 Ševčenko, dopo aver vinto la UEFA Champions League con il Milan, volò a Kiev per omaggiare il suo maestro Lobanovski deponendo sulla sua tomba la propria medaglia.Oltre che per i numerosi successi Lobanovski rimane celebre per il suo approccio scientifico e ferreo alla professione. Portò al Pallone d'oro Oleg Blochin e Igor Belanov. Anche Andrij Ševčenko, vincitore del Pallone d'oro 2004, fu allenato da Lobanovskij nella prima parte della sua carriera.Lo Stadio Dinamo Lobanovski di Kiev porta oggi il suo nome.". Ma i dirigenti ed i tecnici del Saline, rispettano la dignità dell'avversario, chiunque esso sia. Maggiormente i "cugini" del Tuccio, se non dell'Agrifa. I loro commenti a fine gara sono moderati e soft. Parlare della gara a questo punto, sic stantibus rebus, diventa… facile. Ovvero, difficilissimo. Bisognerà pur dire che di regola, chi abbia un centrocampo agile e snello e per dirla tutta efficiente e funzionale, alla fin fine la spunti. Non ci sono stati tatticismi, tipici dei derbies, provocazioni, guerra di nervi, dichiarazioni alla stampa, moine e smancerie. La gara è stata giocata a viso aperto. Come oramai capita di vedere soltanto in questo tipo di campionati. Partenza sprint del Saline che in una mezz'oretta, 'liquida' la pratica e blinda il risultato. Eroe del giorno il bomber Malacrinò, che ha calato un poker d'assi vincente e d'autore.
Il Borgo Grecanico, non poteva fare la partita, visto il divario dei valori in campo. Ha balbettato qualcosa. C'ha messo nella partita perfino più grinta di quanto Emilio Salgari abbia instillato in Yanez de Gomera. Ha provato a gonfiare i muscoli ed a digrignare i denti, ma non era il fantasma del Louvre e di sicuro, non aveva i denti aguzzi di Zanna Bianca; ha schierato una difesa come al solito impostata su: Hannouit, Mafrici, Cleter, Ramingo, Zerbi, Manganaro. Lasciando il compito di rendersi pericolosi e di pungere ai vari: Iamonte, Tripodi, Caserta, Custoza, Principato. E poi anche: Borrello, Squillaci, Falcone, Iachino, Larnè, Squillaci, Gurnari. La Virtus Saline, si difendeva, termine anacronistico, con un pacchetto arretrato, oramai collaudato: Rosaniti, Iannò, Benedetto Samuele, Zampaglione, Benedetto Vincenzo, Mallimaci. Nessun problema per l'incolumità della cotenna. Se non qualche scaramuccia alla camomilla, un tiro sbilenco, una "telefonata", peraltro ben sedata sulla trequarti. In avanti, Palumbo, Fallara, Verduci, Malacrinò e Tripodi, ben disposti sulla scacchiera e messi in fila dal 'Pifferaio magico", hanno combinato sfracelli. Sebbene i vari Foti Leo, Foti Carmelo, Sclapari, Maciol e Foti Alberto, non siano rimasti con le mani in mano. La goleada è vistosa, ma, ci può stare. Il Borgo Grecanico, ha pagato lo scotto del noviziato.
Un rodaggio necessario per diventare domani, una squadra di peso e di statura. Si direbbe, una tappa obbligata. Tutto qui. Non è il caso di strapparsi i capelli, né di lacerarsi le vesti. Il suo premio comunque l'ha conquistato. Al primo anno è arrivata a vincere il suo girone. Un collettivo di tutto rispetto, in cui s'incastonano belle individualità, apprezzate a livello nazionale. Troppa grazia Sant'Antonio. Un tesoro di Alì Babà che Gianni Villari & company si tengono ben stretto. I ragazzi della Via Paal stanno crescendo in fretta. Un bel quadretto. Uno, perde e non s'arrabbia. Anzi fa i complimenti all'avversario. L'altro l'abbraccia, sorride e gli fa gli auguri. Di sicuro, non sono …Peppone e don Camillo… "Peppone: Mi dia quella lampada! Don Camillo: Beh, compagno comandi come un padrone capitalista, guarda che ti denuncio alla cellula veh. Peppone: Se fossi il suo padrone lei peserebbe venti chili di meno! Don Camillo: Ah sfido, non mangerei che correnti d'aria! Peppone: No, la farei lavorare, lei non lavora che con la bocca: oremus, vobiscum... non si fa certo venire il mal di reni lei, eh? Don Camillo: Mo stai zitto, ma tu non ti fai certo venire il mal di testa veh, buono a niente! ".
I così detti "grandi", se non adulti, guardano confusi, quella scena che contrasta con quelle della violenza negli stadi; che stride con i comportamenti facinorosi, brutali ed aggressivi; prima di entrare sul prato per abbracciare i vincitori, divorare di baci i figli, schioccare un buffetto, battere un cinque, ammiccare, strusciare. Insegnano ed imparano…Docendo discimus… Sull'erba artificiale del "Saverio Spinella", c'è anche un personaggio di peso e statura, Antonio Cormaci ex portiere della Gioventù Melitese dell'avvocato Antonio Neri. Allenatore di spessore, grande amante della psicologìa applicata, senza scomodare Sigmund Freud. Lo si trova spesso nei panni del "Grillo parlante"…"Vi dirò dunque, ragazzi, che mentre il povero Geppetto era condotto senza sua colpa in prigione, quel monello di Pinocchio, rimasto libero dalle grinfie del carabiniere, se la dava a gambe giú attraverso ai campi, per far piú presto a tornarsene a casa; e nella gran furia del correre saltava greppi altissimi, siepi di pruni e fossi pieni d'acqua, tale e quale come avrebbe potuto fare un capretto o un leprottino inseguito dai cacciatori.Giunto dinanzi a casa, trovò l'uscio di strada socchiuso. Lo spinse, entrò dentro, e appena ebbe messo tanto di paletto, si gettò a sedere per terra, lasciando andare un gran sospirone di contentezza.Ma quella contentezza durò poco, perché sentí nella stanza qualcuno che fece:
— Crí-crí-crí!
— Chi è che mi chiama? — disse Pinocchio tutto impaurito.
— Sono io! —Pinocchio si voltò, e vide un grosso grillo che saliva lentamente su su per il muro.
— Dimmi, Grillo, e tu chi sei?
— Io sono il Grillo-parlante, e abito in questa stanza da piú di cent'anni.
— Oggi però questa stanza è mia — disse il burattino — e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito, senza nemmeno voltarti indietro.
— Io non me ne anderò di qui, — rispose il Grillo — se prima non ti avrò detto una gran verità.
— Dimmela e spicciati.
— Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori, e che abbandonano capricciosamente la casa paterna. Non avranno mai bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente.
— Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace: ma io so che domani, all'alba, voglio andarmene di qui, perché se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire mi manderanno a scuola, e per amore o per forza mi toccherà a studiare; e io, a dirtela in confidenza, di studiare non ne ho punto voglia, e mi diverto piú a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido.
— Povero grullerello! Ma non sai che, facendo cosí, diventerai da grande un bellissimo somaro, e che tutti si piglieranno gioco di te?
— Chetati, Grillaccio del mal'augurio! — gridò Pinocchio.
Ma il Grillo, che era paziente e filosofo, invece di aversi a male di questa impertinenza, continuò con lo stesso tono di voce:
— E se non ti garba di andare a scuola, perché non impari almeno un mestiere, tanto da guadagnarti onestamente un pezzo di pane?
— Vuoi che te lo dica? — replicò Pinocchio, che cominciava a perdere la pazienza. — Fra i mestieri del mondo non ce n'è che uno solo che veramente mi vada a genio.
— E questo mestiere sarebbe?
— Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.
— Per tua regola — disse il Grillo-parlante con la sua solita calma — tutti quelli che fanno codesto mestiere, finiscono quasi sempre allo spedale o in prigione.
— Bada, Grillaccio del mal'augurio!... se mi monta la bizza, guai a te!...
— Povero Pinocchio! mi fai proprio compassione!...
— Perché ti faccio compassione?
— Perché sei un burattino e, quel che è peggio, perché hai la testa di legno. —…". Un giorno la Cenerentola Borgo Grecanico, diventerà principessa ed imparerà ad ascoltare di più e meglio i consigli dei Sette Nani. Grimilde, la strega di Biancaneve, non riuscirà ad avvelenare le mele. La squadra di Gianni Villari, Correrà velocemente senza calzare gli 'stivali delle sette leghe'; e più rapidamente del Gatto fiabesco. Cappuccetto Rosso diventato adulto, non avrà più paura del lupo cattivo. Il Brutto Anatroccolo diventerà cigno reale. Come disse Eduardo De Filippo:" Ha da passà 'a nuttata".
Ma non è mai facile insegnare agli allievi come sbollire, smaltire la sbornia della sconfitta. Cormaci non ha mai risposto come Rhett Butler a Rossella O'Hara in "Via col vento"…'Francamente me ne infischio'. Semmai, con la meno gettonata, benchè celeberrima risposta di Vivien Leigh, a Clark Gable:" Dopotutto, domani è un altro giorno!". A bordo campo compiaciuto e soddisfatto l'inviato speciale della Figc-Lega Calcio, professore Nino Chilà, stringeva mani a distesa e prendeva nota, della correttezza e sportività di tutti, ma anche del popolo melitoto. Una bella paginetta deamicissiana.
Domenico Salvatore
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Il tabellino di Dosa
Borgo Grecanico: Hannouit 6, Mafrici 6, Cleter 6, Ramingo 6, Zerbi 6, Manganaro 6, Iamonte 6, Tripodi 6, Caserta 6, Custoza 6, Principato 6
In panchina, Nucera
Sostituzioni, Borrello, Squillaci, Falcone, Iachino, Larnè, Squillaci, Gurnari
Allenatore, Demetrio Romeo, 7
Presidente, Gianni Villari, 10
Virtus Saline: Rosaniti 7, Iannò 8, Benedetto Samuele 8, Zampaglione 8, Benedetto Vincenzo 8, Mallimaci 9, Palumbo 8, Fallara 8, Verduci 9, Malacrinò 10, Tripodi 9
In panchina, Provazza
Sostituzioni, Foti Leo, Foti Carmelo, Sclapari, Maciol, Foti Alberto
Allenatore, Giovanni Verduci, 10
Presidente, Claudio Familiari e Domenico Tripodi, 10
Marcatori)°, 9°, 24°, 35° p.t. 26° s.t.Malacrinò, 10° s.t. Mallimaci, 22° s.t. Tripodi, 30° s.t. Verduci
Arbitro, Gianluca Raffa di Reggio Calabria, 9
Note, angoli 2-4, punizioni 12-15, rimesse laterali 13Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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