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REGGIO CALABRIA. Operazione “Do ut des”: condannati Luciano Lo Giudice e l’ex capitano Spataro Tracuzzi

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REGGIO CALABRIA. Dieci condanne a pene variabili dai 4 ai 20 anni di reclusione sono state inflitte nei confronti di presunti esponenti della cosca Lo Giudice della 'ndrangheta coinvolti nell'inchiesta della Polstato chiamata convenzionalmente "Do Ut Des". Tra i condannati ci sono Luciano Lo Giudice (20 anni), fratello del pentito Antonino, e l'ex capitano dei carabinieri Saverio Spataro Tracuzzi (14 anni, 6 mesi e 600 euro di multa). La sentenza è stata emessa in serata dai giudici del Tribunale (Silvia Capone presidente, Maria Teresa De Pascale e Margherita Amodeo a latere). Sono stati assolti gli imprenditori Enrico Rocco e Antonino Arillotta. L'ex capitano dei carabinieri in forza alla Dia Spadaro Tracuzzi è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L'accusa ha sostenuto che l'ex ufficiale dell'Arma aveva costruito un rapporto di scambio di favori con Luciano Lo Giudice con l'obiettivo di far catturare il boss latitante Pasquale Condello, detto il «supremo», arrestato nel febbraio del 2008. Queste le altre condanne: Antonio Cortese (18 anni di reclusione e 3500 euro di multa); Bruno Stilo e Giuseppe Reliquato (16 anni); Salvatore Pennestrì (13 anni di reclusione e 1400 euro di multa); Fortunato Pennestrì (10 anni); Giuseppe Lo Giudice (7 anni e 6 mesi e 3000 euro di multa); Antonino Spanò (6 anni di reclusione; Giuseppe Cricrì (4 anni e 6 mesi).  Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero della Dda, Beatrice Ronchi, aveva chiesto undici condanne a pene variabili dai sei ai 30 anni di reclusione.  Il Tribunale, su richiesta del pm, ha disposto la trasmissione degli atti alla Dda, per falsa testimonianza, nei confronti dell'ex comandante del Ros di Reggio Calabria, Valerio Giardina e di altri ufficiali e sottufficiali, tutti ascoltati nel corso dell'istruttoria. La cosca della 'ndrangheta dei Lo Giudice è accusata di aver compiuto gli attentati dinamitardi contro la Procura generale. Per queste accuse è in corso il processo davanti ai giudici del Tribunale di Catanzaro.

Pino D'Amico

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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Milazzo, Carabinieri del Nucleo Radiomobile e della Stazione arrestano 3 cittadini rumeni per furto aggravato di 1800 kg di rame all’interno di una ditta.

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Compagnia di Milazzo

Milazzo, Carabinieri del Nucleo Radiomobile e della Stazione arrestano 3 cittadini rumeni per furto aggravato di 1800 kg di rame all'interno di una ditta.

 

La Società "CELGAS"  sita a Milazzo in via Gramsci, nell'ultimo mese aveva registrato già due furti di circa 1700 Kg di rame. A seguito di questo primo furto, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile, guidati dal Maresciallo Capo Angelo Floramo, in perfetta sinergia con i Carabinieri della Stazione di Milazzo, agli ordini del Maresciallo Capo Tommaso La Rosa, cominciavano una serrata attività di indagine, analizzando le tracce lasciate dai ladri di rame, con l'intento di risalire alla loro identità. Alcune notti fa, l'attività di osservazione e vigilanza ad alcuni obiettivi ritenuti "sensibili" dava i suoi frutti. Una pattuglia si accorgeva che degli sconosciuti travisati da passamontagna, avevano parcheggiato un furgone bianco all'esterno,  avevano forzato il cancello d'ingresso della "CELGAS" e si erano introdotti, armati di strumenti da effrazione, all'interno di un capannone. In pochi minuti I Carabinieri del Radiomobile e quelli della Stazione di Milazzo eseguivano un vero e proprio blitz, bloccando in flagranza di reato tre cittadini rumeni:

 

-       MENET DANUL GEORGE, classe 1971, residente a Spadafora, già noto alle Forze di Polizia;

-       PAVEL MARIAN, classe 1991, residente a Spadafora;

-       DOROICAN MIHAI, classe 1988, residente a Messina.

I tre, introdottisi in quell'azienda, avevano già preparato circa 1800 kg di rame, danneggiando più di 10 bobine. I cavi di rame erano stati sapientemente tranciati in pezzi più piccoli, in modo da renderne più facile il trasporto.

I tre venivano tratti in arresto per tentato furto aggravato e danneggiamento in concorso e su disposizione dell'Autorità Giudiziaria venivano ristretti presso le proprie abitazioni in regime di arresti domiciliari. Gli arnesi da scasso e il furgone venivano sottoposti a sequestro, mentre il rame veniva restituito al legittimo proprietario.

I tre arresti sono un importante risultato operativo e gli inquirenti sono fiduciosi che rappresenteranno  un freno al fenomeno dei furti di rame in tutto il comprensorio milazzese. Le indagini continuano, per ricondurre nella responsabilità dei tre, altri furti consumati nei mesi scorsi nella fascia tirrenica.


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Luigi Palamara
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Rizziconi (RC) operazione "Deus", decapitata la cosca Crea, 16 gli arresti

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OPERAZIONE ANTI-'NDRANGHETA "DEUS".
Nella mattinata odierna, a conclusione di una complessa ed articolata attività d'indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato P.S. di Gioia Tauro (RC), con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica, dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 16 persone, per delitti di associazione  mafiosa, in particolare associazione di 'ndrangheta, nella sua articolazione denominata cosca CREA di Rizziconi (RC), oltre che per quelli di estorsione pluriaggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Comunità Europea.




In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l'ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di :
1.        CREA Teodoro detto "'u Murcu" o "'u Toru" o "Dio onnipotente",  nato a Gioia Tauro il 11/04/1939;
2.       CREA Giuseppe, nato a Rizziconi il 23/06/1978, in atto latitante;
3.       CREA Antonio detto "'u Malandrinu", nato a Taurianova il 04/07/1963;
4.       CREA Domenico detto "Scarpa lucida", nato a Rizziconi il 23/10/1954;
5.       CREA Teodoro detto "'u Biondu", nato a Gioia Tauro il 24/01/1967;
6.       RUSSO Domenico detto "'u Malandrinu", nato a Rizziconi il 25/04/1949;
7.       LOMBARDO Osvaldo nato a Montesarchio (BN) il 07/04/1948;
8.       LOMBARDO Giuseppe nato a Reggio Calabria il 24/11/1973;
9.       ALESSI Vincenzo nato a Taurianova il 11/06/1976;
10.  CUTRI' Girolamo nato a Rizziconi il 24/11/1956;
11.    ROTOLO Domenico, nato a Taurianova il 26/11/1974;
per il delitto di cui all'art. 416 bis c.p., il 1°, il 2°, il 3°, il 4°, il 5°, il 6°, il 9°, il 10°, l'11°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. il 7° e l'8°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 629 2° co. In relazione all'art. 628 co. 3° n. 3 e 7 l. 203/91,  il 1°, il 3° ed il 6°;
per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art. 7 L. n. 203/91, il 1° ed il 3°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91,  il 1° ed il 2°

e degli arresti domiciliari nei confronti di:
12.   TORNESE Vincenzo, nato a Rizziconi il 15/05/1962;
13.   ALVARO Maria Grazia, nata a Taurianova il 09/11/1978;
14.   BURZI' Clementina, nata a Rizziconi il 30/09/1951;
15.   CREA Marinella, nata a Gioia Tauro il 27/12/1976;
16.   PERRI Domenico, nato a Rizziconi (RC) il 23.09.1947.
per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art. 7 L. n. 203/91, il 12°, la 14°, la 15° e il 16°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91, la 13a,  la 14a e la 15a.













L'attività di indagine ha evidenziato come la cosca Crea di Rizziconi sia capace di esercitare sul territorio una vera e propria "signoria" non solo nell'esercizio delle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica.     

Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figura, come si è detto,  CREA Teodoro cl. '39, alias "'u Murcu" o "'u Toru" o "Dio onnipotente", capo storico della famiglia, coinvolto nel processo della "Mafia delle tre province" in qualità di boss incontrastato di Rizziconi ed in altri successivi che ne hanno confermato tale ruolo, unitamente a buona parte del suo nucleo familiare: la moglie BURZI' Clementina, i  figli Giuseppe cl. '78, attualmente latitante inserito nell'elenco dei ricercati pericolosi, e Marinella cl. '76, nonché la nuora, moglie del citato latitante, ALVARO Maria Grazia che, tra l'altro, appartiene all'omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli (RC) e zone viciniore, federato ai CREA ed al potente casato dei PIROMALLI di Gioia Tauro (RC).

Nel corso dell'Operazione sono stati arrestati per il reato di associazione mafiosa non solo i componenti dello stretto nucleo familiare del boss CREA Teodoro, ma anche altri esponenti di spicco della 'ndrina, quali CREA Antonio, detto "'u Malandrinu", CREA Domenico, detto "Scarpa lucida" e CREA Teodoro, detto "'u Biondu", tutti legati da vincoli parentali con il suddetto capo dell'organizzazione mafiosa.

Le attività investigative sono iniziate all'indomani delle elezioni amministrative indette per l'elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui partecipava una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità.

Complessivamente, le indagini esperite hanno evidenziato che la menzionata cosca di 'ndrangheta, ricorrendo a minacce ed a veri e propri atti intimidatori, era riuscita a provocare il sostanziale isolamento di un ex Amministratore Comunale, all'evidente scopo di annullarne l'azione politica non gradita, determinando, altresì, attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, lo scioglimento degli organi di governo locali.

A testimonianza del potere espresso dalla cosca sul territorio, è emblematico quanto accaduto in occasione dell'acquisizione da parte di CREA Antonio dello storico palazzo Cordopatri, sito al centro di Rizziconi, che aveva subito dei danni a seguito degli eventi alluvionali del mese di Novembre 2010. Tale edificio, dopo anni di discordie tra i vari comproprietari, veniva acquistato da CREA Antonio detto "'u Malandrinu" ed immediatamente da lui stesso demolito, pur essendo intestato a TORNESE Vincenzo,  consuocero di CREA Antonio detto "'u Malandrinu": a entrambi è contestato il delitto di intestazione fittizia di beni con l'aggravante del metodo mafioso, in quanto il reale ed unico dominus del bene si è rivelato essere proprio il citato CREA.
E' significativo, inoltre, quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza (del valore di ben 300.000 euro annui) presso la centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla ANSALDO ENERGIA di Genova per conto del consorzio RIZZICONI ENERGIA; in tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca CREA, nella persona del latitante CREA Giuseppe, aveva manifestato la ferma intenzione di scalzare la ditta EUROPOL di Reggio Calabria per farvi subentrare la SECURPOL di LOMBARDO Osvaldo e Giuseppe (padre e figlio) di Villa San Giovanni (RC), i quali sono stati arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa per aver contribuito al perseguimento delle finalità della 'ndrina CREA, con specifico riferimento all'assegnazione di appalti nel settore della vigilanza privata.

Per tale vicenda, il 28 agosto 2011, erano stati esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola in cui stazionavano gli addetti alla vigilanza della centrale elettrica; stesso episodio, di gravità maggiore, si verificava a circa tre mesi di distanza dal primo,segnatamenteil 20 novembre 2011, allorché attraverso un kalashnikov venivano indirizzati diversi colpi sempre contro la garitta utilizzata dalla guardia giurata in servizio di vigilanza presso la centrale elettrica (in quest'ultima nell'occasione venivano sequestrati trenta bossoli calibro 7,62X39).

L'indagine ha anche rivelato che la cosca CREA, attraverso minacce anche implicite, nonché con violenza sulle cose, consistita nel taglio di un albero sulla via d'accesso all'abitazione di RUSSO Domenico (cugino omonimo del destinatario dell'o.c.c.), era riuscita nell'intento di costringere il Consigliere Comunale RUSSO Michele a presentare le proprie dimissioni, alle quali si aggiungevano quelle di altri consiglieri comunali, il che determinava lo scioglimento del Consesso Civico; ciò è avvenuto senza alcun tipo di particolare clamore, in ossequio ai diktat della famiglia mafiosa dei CREA che vengono rispettati per quieto vivere o per paura di rappresaglie; in relazione a tale vicenda è contestato a CREA Teodoro cl. '39, CREA Antonio e RUSSO Domenico, il delitto di estorsione aggravata dall'art. 7 della Legge 203/91.

Tra gli arrestati per associazione mafiosa  figurano gli ex Consiglieri Comunali, ALESSI Vincenzo e CUTRI' Girolamo, nonché l'ex Assessore allo Sport ed allo Spettacolo del Comune di Rizziconi, ROTOLO Domenico.

Inoltre, nel corso delle indagini, è stato possibile far luce sulle truffe aggravate contestate a CREA Giuseppe cl. '78, il quale, nonostante lo status di latitante dal 2006, attestava di essere un imprenditore agricolo, senza ovviamente che a ciò corrispondesse l'effettiva attività di coltivazione della terra, così procurandosi un ingiusto profitto, consistito nell'indebita erogazione da parte dell'A.G.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) dei contributi comunitari relativi al P.S.R. (Piano di Sviluppo Rurale) per un totale di € 188.884,66. 

Analogo reato è stato contestato al padre CREA Teodoro, alla madre BURZI' Clementina ed alla sorella Marinella, che si procuravano i contributi dell'A.G.E.A. per un totale di € 48.408,59.

L'Ordinanza contiene il contestuale sequestro preventivo ex art. 321, comma II, c.p.p. ed ex art. 12 sexies del D.L. 1992 nr. 306 della villa della famiglia CREA sita in via Marinella di Rizziconi, nonché del terreno sito in piazza Vittorio Emanuele II di Rizziconi sul quale insisteva il palazzo Cordopatri e di immobili e terreni vari che, all'esito di opportuni accertamenti, sono risultati nella disponibilità di BURZI' Clementina, CREA Teodoro, CREA Giuseppe, CREA Marinella, CREA Antonio, TORNESE Vincenzo e PERRI Domenico per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro. Analogo vincolo del sequestro verrà apposto anche ai conti correnti bancari e  postali nella disponibilità di vari indagati.

Alla fase esecutiva dell'operazione odierna hanno preso parte gli investigatori del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato P.S. di Gioia Tauro, con il concorso di pattuglie automontate dei Commissariati P.S. della provincia reggina, nonché dei Reparti Prevenzione Crimine "Calabria" di Vibo Valentia e Siderno e del Reparto Volo di Reggio Calabria.

Allo stato risulta irreperibile il solo CREA Giuseppe, già latitante dal gennaio 2006.          
             
Reggio Calabria, 4 giugno 2014.


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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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Arrestato Trimboli Domenico

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Nella mattinata del 3 giugno u.s., il latitante TRIMBOLI Domenico, alias Pasquale, nato a Buenos Aires (Argentina) il 23.07.1954, esponente di rilievo della 'ndrangheta ed inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi in Italia, è stato arrestato nel municipio di Caldas, nei pressi di Medellin (Colombia) dal personale del Corpo Tecnico Investigativo (CTI) della Fiscalìa di Bucarananga e dall'Intelligence dell'Esercito colombiano che, su input  della DCSA d'intesa con il ROS dei Carabinieri, stava sviluppando le ricerche coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dr. Federico Cafiero De Raho e dal Proc. Agg. dr. Nicola Gratteri.

Da oltreoceano, il latitante continuava ad organizzare la spedizione di ingenti quantitativi di cocaina verso il mercato europeo ed italiano, in favore delle cosche joniche-reggine.

Latitante dal 2009, quando si sottraeva ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria per traffico di stupefacenti, era inserito nell'elenco dei ricercati pericolosi.

Il provvedimento restrittivo scaturiva dalle indagini condotte dal G.O.A. della Guardia di finanza di Catanzaro che, nell'ambito dell'operazione convenzionalmente denominata "Chiosco grigio" deferiva alla magistratura reggina 35 soggetti, indagati per traffico di sostanze stupefacenti.

L'operazione, così denominata dal luogo, ubicato in Alessandria, ove abitualmente, alcuni degli indagati si davano appuntamento per discutere dei relativi affari illeciti, consentiva di delineare la struttura di un'organizzazione espressione degli interessi di alcune cosche della Locride; il gruppo era ritenuto infatti capace di contatti con esponenti di spicco del traffico internazionale di droga sia in Sud America sia in Medio Oriente. 

Il TRIMBOLI, gravato da precedenti penali per detenzione abusiva di armi, ma soprattutto per traffico di sostanze stupefacenti, già nel 1992, era stato arrestato a Fiumicino (RM), presso l'aeroporto internazionale "Leonardo da Vinci", poiché colpito da un provvedimento di unificazione degli Ordini di esecuzione, emessi dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Assise di Lugano (Svizzera) per espiare pene residue per traffico di stupefacenti.

Qualche anno dopo, nel luglio 1997, a seguito dell'operazione denominata "Domingo", condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria il TRIMBOLI veniva nuovamente arrestato insieme ad altri 14 indagati di origine calabrese e colombiana responsabili di traffico di stupefacenti in esecuzione ad un'o.c.c. in carcere emesso dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria. 

Più recentemente, il TRIMBOLI costituiva l'elemento di raccordo tra i gruppi fornitori colombiani e le cosche jonico-reggine della 'ndrangheta, funzionale al traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sud America all'Europa.

Non appena estradato in Italia, dovrà scontare una condanna, in via definitiva, alla pena di anni 12 di reclusione, 40.000 euro di multa e anni 3 di libertà vigilata, per un cumulo di pene relative a delitti in materia di droga, commessi in Italia ed all'estero. 


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Reggio Calabria: Presentazione Logo Bicentenario fondazione Arma

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In occasione del bicentenario di fondazione dell'Arma dei Carabinieri, per tutto il 2014 sarà visibile il logo celebrativo dell'anniversario sulle "gazzelle" e sulle moto.
Il logo è composto da alcuni segni distintivi dell'Arma: la granata con collo e orecchietta, che reca al centro il monogramma in rilievo formato dalle lettere "RI" (Repubblica Italiana) intrecciate, e sormontata da fiamma.
Il fregio, oltre a essere presente sul berretto di ogni Carabiniere dal 1833, è da sempre emblema di tutti gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri e richiama i concetti di onorabilità cavalleresca e di forma militare. Proprio per ricordare la data di istituzione, la "fiamma" che fuoriesce dalla granata, segno univoco che nell'immaginario collettivo rappresenta l'Arma dei Carabinieri, è composta da 13 o da 7 punte, infatti con le Regie Patenti del 13 luglio 1814 il re di Sardegna Vittorio Emanuele I° di Savoia istituì  i Carabinieri Reali, corpo di militari "per buona condotta e saviezza distinti" con compiti sia civili (ordine pubblico e polizia giudiziaria), che militari ( difesa della patria e polizia militare).
Sotto la fiamma, su lista svolazzante color azzurro scuro, la frase - creata dall'allora capitano Cenisio Fusi in occasione del Centenario dell'Arma e concesso quale motto araldico da Vittorio Emanuele III il 10 novembre 1933 - "Nei secoli fedele" a caratteri maiuscolo in lettere lapidarie romane colore oro spento.
Alla base del logo sono presenti l'anno di fondazione dell'Arma, 1814, e quello del Bicentenario, 2014, e in mezzo un'altra lista con i colori nazionali.
Il logo del bicentenario solcherà anche i cieli, infatti oltre che sugli elicotteri della benemerita anche la flotta "AZ" della compagnia aerea di bandiera esibirà lo stesso emblema ad onore dell'Arma.
Domani 05 giugno, nella tradizionale e suggestiva cornice di Piazza di Siena in Roma, si terranno i festeggiamenti per il bicentenario della fondazione. La data del 5 giugno è stata fissata perché proprio in quel giorno, nel 1920, la Bandiera di Guerra dell'Arma fu insignita della prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'impegno dell'Istituzione nel conflitto mondiale 1915-1918, ed è stata stabilita con una circolare del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri in data 07 aprile 1921. Sempre nella stessa location come di consueto il Reggimento a cavallo si esibirà nel "carosello" rievocazione storica della "Carica di Pastrengo" epica battaglia di cavalleria avvenuta il 30 aprile 1948 nei pressi di Verona nel corso della I guerra di indipendenza.








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Palazzo Campanella, il presidente Talarico dichiara la fine della consiliatura regionale della Calabria

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L'11 GIUGNO LA SEDUTA IN PROROGATIO PER L'ASSESTAMENTO DI BILANCIO 
Palazzo Campanella, il presidente Talarico dichiara la fine della consiliatura regionale della Calabria

"Congedo definitivamente i consiglieri regionali", così il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, ha definitivamente dichiarato chiusa la IX consiliatura regionale per effetto delle dimissioni del Presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti.

Il Consiglio dell'11 giugno per l'approvazione dell'assestamento del Bilancio sarà in regime di prorogatio.

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Assolto Angelo Mannucchi, ex amministratore delegato di Leonia

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ERA STATO ACCUSATO DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA 
Assolto Angelo Mannucchi, ex amministratore delegato di Leonia
Reggio Calabria - Non ha commesso il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, Angelo Mannucchi, ex amministratore delegato di Leonia, la società mista che a Reggio si occupava della raccolta dei rifiuti solidi urbani. La sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato svoltosi a Reggio Calabria.

La Dda aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione e le parti civili un risarcimento per oltre un milione di euro.L'inchiesta era costata l'interdittiva antimafia della Prefettura per la società Calabria Agenda Ambientale, amministrata da Mannucchi e socio privato di Leonia, e lo scioglimento della Leonia per infiltrazioni da parte della Commissione straordinaria di palazzo San Giorgio.

"Questa assoluzione - hanno dichiarato i legali di Mannucchi Ambra Giovine e Sergio Laganà - dà finalmente soddisfazione sul piano personale al nostro assistito".

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Incontro Fincalabra Oo Ss

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Catanzaro 4 giugno 2014 - Con riferimento alla convocazione di Fincalabra per il giorno 4 giugno c.m., cui le scriventi Oo Ss hanno deciso di partecipare, al solo scopo di giungere finalmente ad una positiva e condivisa soluzione della vertenza, dobbiamo evidenziare quanto segue:

·        preso atto delle dichiarazioni del 02/06/2014 con cui due dei componenti del CDA di Fincalabra sostengono che gli altri consiglieri di amministrazione sono decaduti e che conseguentemente nessun accordo può essere validamente stipulato e che al riguardo il Vicepresidente di Fincalabra, su nostra richiesta di chiarimenti, ha sostenuto di essere pienamente legittimato, secondo la normativa vigente;

·       considerato che la delibera di Giunta n. 206 del 19/05/2014 garantisce il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario, previsto dalla L.R. 24/2013 per il trasferimento dei lavoratori da Calabria IT a Fincalabra, cosi come dalla stessa confermato in data odierna;

·         considerato altresì che allo stato attuale Calabria IT gestisce delle commesse di finanza agevolata per conto di Invitalia;

·         tenuto conto che  Fincalabra SpA applica ai suoi dipendenti il CCNL del credito;

·         visto che dopo lunga e articolata discussione la posizione espressa da  Fincalabra in merito alle modalità di trasferimento dei lavoratori non è in alcun modo condivisibile

 

non è stato possibile arrivare ad alcun accordo nonostante l'immediata disponibilità de OO.SS. a discutere

 del futuro piano industriale in quanto sulle richieste delle Oo Ss, sintetizzabili nei punti sottoriportati, si

registrava un netto rifiuto.

 

a)      trasferimento dei lavoratori senza soluzione di continuità, e senza discriminazioni, applicando loro il contratto del credito, a tutela di eventuali trasferimenti futuri vista l'esistenza di Fincalabra servizi srl, della quale si auspica l'immediata chiusura;

 

b)      che la modalità del passaggio dei lavoratori a Fincalabra SpA sia la cessione di ramo d'azienda, allo scopo di garantire continuità operativa alle commesse di derivazione Invitalia ed in particolare alla gestione del Titolo II del D.Lgs 185/2000, che garantisce un fatturato di circa 3 mln di euro all'anno;

 

Tutto quanto premesso, ha indotto le OO.SS a rigettare le proposte presentate da Fincalabra in quanto non chiariscono le modalità di trasferimento dei lavoratori avendo la stessa dichiarato che ancora le varie ipotesi sono al vaglio (se trattasi di licenziamento e riassunzione la controparte non ha voluto dare risposte in merito) nonché a rigettare la possibilità di applicare il contratto dei servizi in quanto penalizzante dal punto di vista contributivo e normativo.

Inoltre si vuole evitare la possibilità che il titolo II Dlgs 185/2000 non venga più assegnato a Fincalabra spa, con una netta perdita economica  per la Regione Calabria.

 

In ultimo da Fincalabra  veniva rigettata anche la proposta di firmare un accordo che prevedeva il passaggio dei lavoratori con il contratto del credito e, nello stesso accordo, le Oo. Ss si impegnavano a discutere l'eventuale diminuzione dei livelli di inquadramento.

 

Considerato che giorno 16 giugno p.v. saranno effettivi i licenziamenti di 132 lavoratori da anni proficuamente impegnati in attività di sviluppo locale e territoriale, che pur avanzando alcune mensilità salariali, hanno responsabilmente continuato a garantire tutte le attività in essere, si richiede, un Suo pronto intervento atto ad assicurare continuità lavorativa ed occupazionale ai dipendenti  di Calabria IT, una governance reale ed effettiva a Fincalabra, per dare piena ed immediata
applicazione alla L. R. 24/2013.

In considerazione della convocazione per giorno 6 p.v., con richiesta di spostamento a lunedì 9 da parte della Fiba CISL,
visto l'impossibilità della stessa a partecipare per impegni precedentemente assunti, si richiede la Sua presenza a detta riunione.

 

 

Segreterie regionali di categoria

Fisac CGIL Fiba CISL Uilca UIL

 



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CERIMONIA CONSEGNA BORSE DI STUDIO ANTONINO SCOPELLITI

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Al liceo scientifico "L. da Vinci" la XVII Edizione della consegna delle Borse di studio intitolate alla memoria del giudice "Antonino Scopelliti"

I valori della giustizia, della solidarietà e dell'equità sociale, al centro degli elaborati degli studenti che hanno partecipato al concorso indetto dal plesso scolastico reggino.

La XVII edizione della cerimonia di consegna delle Borse di studio "Antonio Scopelliti" , si svolgerà venerdì 6 giugno (ore 16:00), presso l'aula Magna del liceo scientifico "Leonardo da Vinci". L'incontro promosso dal Dirigente Scolastico Giuseppina Princi, su volere della famiglia del compianto giudice, è finalizzato all'attribuzione di Borse di studio intitolate al Magistrato reggino Antonino Scopelliti, ucciso dalla mafia il 9 agosto 1991. Il concorso ha coinvolto gli Istituti di secondo grado della Provincia di Reggio Calabria. I temi sono stati esaminati da una Commissione di docenti del liceo presieduta dal Dirigente Scolastico. Le Borse di studio sono state erogate dalla famiglia Scopelliti, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria e dall'Ufficio della Consigliera di parità della Provincia di Reggio Calabria. In apertura  Giuseppina Princi, Dirigente Scolastico del liceo scientifico "L. Da Vinci",  illustrerà il progetto che ha visto l'istituto, quale punto di riferimento nella promozione della cultura della legalità, della solidarietà e dell'equità sociale. La scuola, in quanto agenzia educativa, insieme alla famiglia e le associazioni, nelle sue diverse articolazioni e segmenti, è uno strumento, ma anche un luogo in cui diffondere i valori della giustizia, della vicinanza e della parità sociale, proprio perché la stessa è improntata ad offrire opportunità alternative a quelle criminali, formando e indirizzando i ragazzi nel percorso umano e professionale. Alla cerimonia interverranno: Giuseppe Raffa, Presidente Provincia Reggio Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore alla cultura e legalità Provincia Reggio Calabria, Gaetano Chiusolo, Commissario Prefettizio comune di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, Prefetto di Reggio Calabria, Guido Longo, Questore di Reggio Calabria, Giovanna Cusumano, Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità, Daniela De Blasio, Consigliera di parità Provincia di Reggio Calabria, Pasquale Catanoso, Rettore Università Mediterranea. Inoltre, sono previste due relazioni, la prima dell'avvocato Natale Polimeni, difensore parte civile della famiglia Scopelliti, sul tema "Giudicare Ieri" , mentre Tommasina Cotronei, Magistrato presso la Corte D'Appello del Tribunale Reggio Calabria, relazionerà sul tema "Giudicare Oggi". Le conclusioni saranno affidate a Federico Cafiero De Raho, Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria. I lavori saranno moderati dalla giornalista Daniela Gangemi. Sono previsti alcuni intermezzi musicali, con l'esibizione del Coro del Liceo "Be Free" , diretto dal  docente e Maestro Maria Luisa Fiore, e un Concerto da Camera.

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Luigi Palamara
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Il PD giovanile della zona grecanica tra Scilla (conservazione) e Cariddi (revisionismo) s'interroga sul futuro

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Allo hotel Tito Serranò, sulla Via Nazionale , di fronte al Comune di Melito Porto Salvo. Coordinati da Nino Castorina ed Alex Tripodi. Al tavolo, pure il sindaco di Bagaladi, ingegnere Santo Monorchio, Giuseppe Zavettieri e Rosario Branca, che ha ricordato brevemente la figura del suo maestro Pasquino Crupi,  professore, giornalista, scrittore, meridionalista, saggista

I GIOVANI DEL PD, AREA GRECANICA, CAVALCANO L'ONDA LUNGA DEL RENZISMO E CHIEDONO UN RINNOVAMENTO REALE

Domenico Salvatore

Quando Matteo Renzi allora sindaco di Firenze, venne in Calabria per le primarie, fiumane di giovani scesero in piazza per vedere, sentire e toccare il nuovo mago di Hamelin, che predicava la rottamazione come metodo per arrivare al potere e metteva tutti in fila, meglio del pifferaio magico. Un sistema rivoluzionario se non revisionista che faceva a pugni con la conservazione reazionaria. Dejà vu! Ogni new generation, presenta il suo  politic appeal  e non c'è politically correct che tenga. In sostanza lo scontro fra vecchia e nuova guardia. Un salto generazionale. Un ricambio e via di questo passo. Il vecchio, all'origine era un giovane che sgomitava per avere spazio, urlava, gridava, scendeva in piazza, affiggeva manifesti di notte e di giorno, andava in giro a fare l'agit prop, si scaldava facilmente; chi tifava per Antonio Gramsci e chi per Dolores Ibarruri, intesa la Pasionaria. Il giovane, se avrà fortuna d'invecchiare, diventerà a sua volta un conservatore. Bolscevichi, menscevichi…Marx, Lenin, Stalin, Kruscev, Breznev, Gorbaciov, Yeltsin, Medvedev, Putin…Togliatti, Longo, Natta, Berlinguer, Occhetto, D'Alema, Veltroni, Franceschini, Fassino, Bersani, Renzi… Te la do io la dittatura del proletariato, don Camillo e Peppone. Renzi in Calabria si è reso conto delle disastrose condizioni della regione e sopra il vaso di Pandora ci mise il coperchio  con un ministro calabrese, Maria Carmela Lanzetta. L'ex sindaco di Monasterace subì diversi attentati di stampo mafioso.

 

Non tutti i mali, vengono per nuocere. Un battage insperato per la sua scalata al potere. L'occasione giusta per capire come mai in Calabria si passasse da un commissariamento all'altro. Con una facilità a dir poco irrisoria. I risultati purtroppo sono stati prossimo allo zero. L'epopea scopellitiana, approfittò delle divisioni, separazioni, disgregazioni, scissioni, frammentazioni e polverizzazioni, ma anche dell'arroganza e presunzione di una classe politica raffazzonata e rattoppata alla meno peggio, (che si opponeva alla politica ed al Centrodestra con la via giudiziaria ed una (parte)stampa distorta e contorta, poco attenta e smaccatamente di sinistra o fiancheggiatrice) per fare il vuoto e azzerare, annientare ed annichilire gli ultimi avamposti del pur glorioso PCI, poi PDS, quindi Ds ed infine PD. Una serie marchiana di errori se non orrori, consentì al Centrodestra che pareva morto e sepolto di risorgere dalle sue stesse ceneri, come l'araba fenice e di conquistare una dopo l'altra, le roccaforti del Centrosinistra…Comune, Provincia, Regione. Non solo. Una condotta a dir poco pressapochista,  approssimativista e qualunquista, miope e perdente, consentì agli scopellitiani di consolidare il potere. E ci volevano altro, al di là degli esiti nei vari appelli, che un paio di processi per scalzare il leader incontrastato Giuseppe Scopelliti ex MSI, ex Alleanza Nazionale, ex Forza Italia, ora targato NCD di Angelino Alfano. Comunque 'parcheggiarlo' in attesa di nuovi risvolti. Sebbene alle Europee abbia fatto ploff. Nonostante la pur vistosa affermazione nei consensi. Ma d'ora in avanti, ci saranno altre opportunità. Le elezioni comunali, le regionali e le politiche. Una ruota elettorale che macina dodici mesi all'anno. Come i nostri lettori sanno, non facciamo il tifo per il Centrodestra e nemmeno per il Centrosinistra. Senza voler scimmiottare Marco Catone il Censore ci limitiamo ad esprimere di volta in volta la nostra opinione. Scripta manent, verba volant.

 

Nell'ottica dell'alternanza democratica, avevamo espresso i nostri dubbi sulle mosse della Sinistra calabrese. A nostro avviso non era pronta a riprendersi il timone. E non lo è nemmeno ora. Questa è la nostra opinione, per carità. La notiamo per esempio nelle assemblee aperte. Scarsa affluenza di iscritti e simpatizzanti. Scarso spazio ai giovani ed al rinnovamento reale. Le satrapie rosse, ma non chiamatele oligarchie e conventicole varie, si chiudono a riccio, per difendere le varie prebende. I commissari vari avevano predicato (nel deserto): largo ai giovani; disponibilità al rinnovamento. Tutto fumo e niente arrosto. Ma non è, fumus persecutionis. Ci tornano alla mente le dichiarazioni del partigiano "Calabria", alias professore Antonio Familiari, nell'auditorium San Giuseppe: "Melito non è libera; Melito è asservita e schiavizzata; il voto è vincolato dalle organizzazioni mafiose. Serve una nuova coscienza ed il senso di responsabilità" Dopo il primo scioglimento. Poi venne il secondo ed il terzo. Veramente c'era anche un quarto scioglimento sempre per mafia. Ma venne insabbiato. Il PCI poi PDS, Ds e PD, non si strappò i capelli, né si lacerò le vesti. Manifesti e dazebao non ne abbiamo visti e nemmeno dichiarazioni alla stampa. E men che meno assemblee. Né prima, né durante e né dopo. Zero e porto zero.

 

Eppure, Melito Porto Salvo, è il più grosso centro fra Reggio Calabria e Locri. Quasi quindicimila abitanti. Unico centro dell'Area Grecanica, che nei censimenti della popolazione abbia fatto registrare un incremento; lento ma graduale Dovrebbe essere capofila del rinnovamento sociale, morale, politico e culturale dello hinterland. Il combustibile del rinnovamento dovrebbe essere la comunicazione libera, autonoma ed indipendente. Sebbene l'informazione, come abbiamo più volte detto e scritto, ancora non decolla, vincolata da lacci e lacciuoli, come la cronaca ha più volte segnalato. Niente inchieste sconce e scomode; nessuna crociata, nemmeno contro l'amianto che da decenni soffoca e paralizza la città. Silenzio quasi assoluto se non 'assordante' su tumori e leucemie ed altre malattie correlate. Per decenni lo scrivente ha scritto articoli a perdere sull'ospedale di Melito, sollecitando la realizzazione di nuovi padiglioni ed il rinnovamento dei vecchi; sottolineando i pericoli di una potenziale chiusura…'Domenico ma che scrivi, sempre 'fesserie', l'ospedale gode ottima salute e tra poco festeggerà i suoi primi cento anni…'. I bastian contrari e gli uccelli del malaugurio, hanno continuato a gufare; la macchina del fango ha continuato imperterrita a lanciare palate di melma e poltiglia.

 

Ricordiamo con orrore pure, quando si raccoglievano le firme, per 'cacciare' il corrispondente e la serie di attentati, minacce, ricatti, lettere anonime, pacche equivoche sulla spalla…"Ma chi te lo fa fare, lascia stare che hai famiglia…; calci misteriosi negli stinchi nelle riunioni affollate, al chiuso, dove non si può saltare, né correre o scansarsi.  E le telefonatine alla redazione…"Questo corrispondente, mi sta distruggendo la carriera, cacciatelo o non compriamo più il giornale all'edicola". Il corrispondente, quasi mai veniva tutelato e difeso. Mica si potevano perdere gli avvisi di gara, le pubblicità istituzionali e quelle commerciali. Così,  diventava inevitabile emigrare su altre testate; ecco "Il Tempo" pagine regionali; ecco La 'Tribuna del Mezzogiorno'; poi Giornale di Calabria versione Piero Ardenti e Giacomo Mancini;  ed ancora 'La Gazzetta del Sud', anche 'Oggisud' ed "Il Quotidiano della Calabria". Qualcosina su 'Calabria Ora'. Ed una serie interminabile di settimanali, tipo: Oggisud, Tribuna Calabria, l'Avvenire di Calabria, il Crotonese, RTM Notizie ecc.; quindicinali, mensili, l'Agenzia Ansa, la RAI di Cosenza e le radio libere (almeno tre o quattro) e le antenne televisive libere o private (quattro o cinque), Redattore, caposervizi e pure direttore responsabile di diverse testate regolarmente registrate al Tribunale di Reggio Calabria (Il Provinciale, Delia Polis, Melitoonline).

 

Una riunione importante quella dei giovani Ds dell'Area Grecanica. Al tavolo, c'era il sindaco di Bagaladi neo eletto Santo Monorchio. Una vita nel PCI e successive modifiche ed integrazioni. Ed anche i giovani rampanti Tripodi, Branca, Castorina e Zavettieri. Nel dibattito è intervenuto pure l'ex presidente del Consiglio intercomunale della Comunità Montana e l'ex presidente del Consiglio Comunale di Melito, Salvatore Giuseppe "Totò" Minniti, anche capogruppo nel civico consesso melitese. Dall'altra parte una sparuta rappresentanza, appena visibile. Il sindaco di Bagaladi, ha spronato i giovani a tenere duro e portare avanti le loro istanze sacrosante ed inalienabili. Tanti i temi trattati, sia pure en passant. Dall'ospedale alla sanità zonale; dalla centrale a carbone, ribattezzata la' fabbrica dei veleni' con annesso porto delle nebbie alla viabilità interna ed esterna; sino alla disoccupazione che in Calabria è del 70% fra i giovani. Sul tappeto, pure la bretella di scorrimento veloce Melito-Bagaladi, stranamente finita nel dimenticatoio, nonostante fosse APQ ed il problema della criminalità organizzata, ma non chiamatela 'ndrangheta.

 

Minniti, concorda con Castorina sulla necessità di formare una nuova classe politica, ma ha ribadito con forza che l'imperativo categorico debba essere il primato della politica. Mimmo Scambia, ha spezzato una lancia in favore dell'ospedale:  "Speriamo che i nuovi interlocutori che verranno, rilancino la sanità comprensoriale e che salvino l'ospedale dall'implosione. Il nosocomio è per Melito come la Fiat per Torino. Molti punti vendita sul Corso Garibaldi hanno chiuso i battenti per la crisi, ma soprattutto per la (quasi) chiusura dell'ospedale, ridotto a pelle ed ossa, se non a pane ed acqua." Poi hanno parlato i giovani. Giuseppe Zavettieri ha ricordato l'opera ed il messaggio di Padre Puglisi ed il generale Michelangelo Azzarà ex re della comunicazione (radio, televisione, squadra di calcio, giornali ecc.); in aula c'era la vedova, Pina Costantino. Una riunione importante che comunque evidenzia la difficoltà del rinnovamento. Nel dibattito, ha trovato spazio la figura dell'ex segretario nazionale Enrico Berlinguer. Scardinare la conservazione, non sarà facile, ma bisogna almeno provarci. In questo momento storico, la via maestra è stata tracciata Matteo da Renzi, inteso 'Il rottamatore', cha ha fatto il pieno di consensi in campo nazionale ed europeo, se non mondiale. Sembra l'inizio di una nuova era, non solo politica. Sebbene sia ancora presto per impelagarci in previsioni ed ipoteche, che potrebbero essere smentite dai fatti. C'è tanta, tantissima carne al fuoco. Speriamo che non finisca tutto in fumo e niente arrosto. 


Domenico Salvatore

 


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Polistena, i democratici della Piana in riunione operativa. Al via un workshop con Martina

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Polistena (Reggio Calabria) - Valorizzazione ed utilizzazione del Porto oltre il trashipment, agricoltura, turismo ed attività culturali ma anche sanità del comprensorio e definizione della problematica rifiuti tossici su cui la gente pretende opportuna chiarezza. Questi i temi principali dibattuti nel corso della riunione del Coordinamento del Partito Democratico della Piana di Gioia Tauro convocato dal segretario Michele Galimi che ha altresì esaminato i dati delle risultanze elettorali che hanno visto la prepotente affermazione dei democratici in quasi tutti i comuni del comprensorio. Un incontro aperto dove si sono attenzionate anche le questioni relative alle infrastrutture viarie di interconnessione tra i vari comuni pianigiani e quelle legate ai temi della legalità e dell'ordine pubblico esprimendo vicinanza a magistratura e forze dell'ordine per il lavoro egregio portato avanti seppur tra mille difficoltà, nel contempo auspicando una indispensabile una mobilitazione popolare per sconfiggere le organizzazioni malavitose radicate sul territorio. I lavori - conclusi dal vice segretario Provinciale, Giovanni Laruffa – hanno catalizzato l'attenzione circa l'urgenza di costituire a breve un esecutivo tematico che possa affrontare i problemi ancora irrisolti dei cittadini della Piana incominciando dalla promozione di un apposito workshop sull'agricoltura – che conterà sulle professionalità esistenti nel partito, oltre che quelle universitarie e delle associazioni di categoria – beneficiando anche della presenza di Maurizio Martina, Ministro per l'Agricoltura.

  

Giuseppe Campisi



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BICENTENARIO DI FONDAZIONE DELL'ARMA DEI CARABINIERI - MOSTRE A TEMA IN PIAZZA DEL POPOLO E PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA.

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ROMA – Nell'ambito delle celebrazioni per il Bicentenario di Fondazione dell'Arma dei Carabinieri, nella giornata di oggi e di domani, anche a Piazza del Popolo e Piazza San Lorenzo in Lucina, dove sono dislocate le sedi storiche, rispettivamente, del Comando Legione "Lazio" e del Comando Provinciale di Roma, si respira aria di festa. Per l'occasione sono state allestite a piazza del Popolo una mostra statica di mezzi storici dell'Arma; a piazza San Lorenzo in Lucina una mostra di mezzi di ieri e di oggi, una mostra di uniformi storiche dei Carabinieri. Sempre presso il Comando Provinciale viene proiettata una folta sequenza di foto che ritraggono i Carabinieri negli ultimi 50 anni, dei reporter romani Rino Barillari, Mario Proto e Mario De Renzis. In alcune vetrine della piazza e di via dei Condotti è possibile inoltre ammirare alcune pregiatissime uniformi storiche allestite per l'occasione.

Domani alle 10,30, per i Carabinieri e loro famiglie, Sua Santità Francesco, terrà un'udienza straordinaria in Piazza San Pietro, preceduta dalla Santa Messa celebrata dall'Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia, S.E.R.ma Mons. Santo Marcianò;

Sempre domani, alle 20,00, in Piazza del Popolo, si terrà un Concerto della Banda Musicale dell'Arma dei Carabinieri, diretta dal maestro Ten.Col. Massimo Martinelli.



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On. Giovanni Toti - Elezioni Europee - felicitazioni/congratulazioni di Achille Colombo Clerici

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Il Presidente di Assoedilizia e Vice Presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici ha inviato all'On. Giovanni Toti , capolista per Forza Italia nella Circoscrizione 1-Nord Ovest, le più vive congratulazioni per il brillante risultato conseguito - prima per numero di preferenze  - nella tornata elettorale delle Europee. Nei giorni precedenti le elezioni Colombo Clerici aveva incontrato l'allora candidato al  quale aveva fatto presente la necessità, da parte degli organismi comunitari, di una maggiore attenzione all'economia immobiliare italiana che condiziona la ripresa del Paese.
A s s o e d i l i z i a
 Property Owners Association Milan Italy



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200° ANNUALE DI FONDAZIONE DELL'ARMA DEI CARABINIERI

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Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri

V Reparto - SM 

 
Roma, 5 giugno 2014

 

200° ANNUALE DI FONDAZIONE DELL'ARMA DEI CARABINIERI

 

 

Oggi, 5 giugno, ricorre il Bicentenario della Fondazione dell'Arma dei Carabinieri.

Nella mattinata, all'interno del Salone di Rappresentanza della Caserma Hazon, sede del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale Leonardo Gallitelli consegnerà il "Premio Annuale" ai sottonotati Comandanti di Stazione:

 

-        Lgt. Antonio VITALE, Cte della Stazione di Orbassano (TO);

-        Lgt. Michele LAI, Cte della Stazione di Serravalle Scrivia (AL);

-        Lgt. Felice PURCARO, Cte della Stazione di Bagnolo Mella (BS);

-        Lgt. Domenico PISANI, Cte della Stazione di Albate (CO);

-        Lgt. Andrea Carmelo FERLITO, Cte della Stazione di Genova San Teodoro e Scali (GE);

-        Lgt. Giancarlo MERLI, Cte della Stazione di Padova Prato della Valle (PD);

-        Lgt. Edoardo Giovanni FORNAS, Cte della Stazione di San Michele Extra (VR);

-        Lgt. Giuseppe LUCCHESE, Cte della Stazione di Gaggio Montano (BO);

-        Lgt. Clemente PIERANTOZZI, Cte della Stazione di Bellaria Igea Marina (RN);

-        Mar.A.s.UPS Andreas RAFFL, Cte della Stazione di Appiano (BZ);

-        Lgt. Sandro OTTAVIANI, Cte della Stazione di Roma Piazza Farnese (RM);

-        Mar. A. s.UPS Michele DI STOLA, Cte della Stazione di Roma Tor Bella Monaca (RM);

-        Lgt. Giuseppe MAIO, Cte della Stazione di Nuoro;

-        Mar.A.s.UPS Giuseppe LUCCHESI, Cte della Stazione di Gramolazzo (LU);

-        Mar.A.s.UPS Antonello PANNACCIO, Cte della Stazione di Saltara (PU);

-        Lgt. Antonio COVUCCIA, Cte della Stazione di Napoli-Chiaia (NA);

-        Mar.A.s.UPS. Baldassarre NERO, Cte della Stazione di Macerata Campania (CE);

-        Mar.A.s.UPS Roberto RUOTOLO, Cte della Stazione di Trinitapoli (FG);

-        Lgt. Antonio TRICARICO, Cte della Stazione di Silvi Marina (TE);

-        Mar. Ca. Giuseppe SCIALPI, Cte della Stazione di Bernalda (MT);

-        Mar. Ca. Vito LOIUDICE, Cte della Stazione di San Luca (RC);

-        Lgt. Giovanni CALABRIA, Cte della Stazione di Palmi (RC);

-        Mar.A.s.UPS. Filippo BATTAGLIA, Cte della Stazione di Tortorici (ME);

-        Mar.A.s.UPS Giovanni GIRGENTI, Cte della Stazione di Palermo Oreto;

-        Lgt. Francesco VILLARI, Cte della Stazione di Lipari (ME).

 

In serata, nella splendida cornice di Piazza di Siena, avrà luogo una solenne cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio dei Ministri, Dott. Matteo Renzi, del Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Luigi Binelli Mantelli, e del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli.

La manifestazione, dopo la consegna della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia alla Bandiera di Guerra dell'Arma e delle "Ricompense" ai Carabinieri maggiormente distintisi nelle attività di servizio, terminerà con lo Storico Carosello Equestre eseguito dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo per rievocare la gloriosa "Carica di Pastrengo" del 1848. L'esibizione sarà accompagnata dalle note della Banda dell'Arma e delle Fanfare della Legione Allievi Carabinieri di Roma e del 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo.

La manifestazione potrà essere seguita in diretta su maxischermi montati in Piazza del Popolo, sul canale SKY TG24 active, nonchè sui siti www.carabinieri.it, www.rai.it e, per la visione su palmari e smartphone, mobile.carabinieri.it. La differita sarà inoltre trasmessa il 6 giugno, dalle ore 15:00, su RAI 1.

 




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CALABRIA, SANTELLI: "SCOPELLITI IN FORZA ITALIA? NON MI RISULTA"

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"Non esiste alcuna interlocuzione in atto per l'ingresso di Peppe Scopelliti in Forza Italia. Quanto è stato riportato da alcuni organi d'informazione su questo tema non mi risulta affatto". Lo afferma la coordinatrice regionale degli azzurri, Jole Santelli. "Peraltro – aggiunge la parlamentare - non vedo Scopelliti da prima delle elezioni europee e, nel corso di una recente conferenza stampa, è stato lui stesso a spiegare che il suo leader è Alfano. Il nostro, invece, si chiama Berlusconi". 

Cosenza, 5 giugno 2014


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RAI2: GRAN FINALE THE VOICE OF ITALY 2014

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Grande attesa giovedì 5 giugno, alle 21.10 su Rai2,  per la puntata conclusiva della seconda edizione "The  Voice Of Italy" in diretta dagli Studi del Centro di produzione Rai di via Mecenate a Milano, condotta da Federico Russo e dalla V-Reporter, Valentina Correani. Ospiti in studio i 5 SECOND OF SUMMER, boy band pop punk australiana con il brano "Don't Stop" e i britannici CLEAN BANDIT con il singolo "Rather Be".
I quattro finalisti, Tommaso Pini (Firenze) del team di Raffaella Carrà, Giorgia Pino (Casarano - Lecce) del team di Noemi, Suor Cristina Scuccia (Comiso - Ragusa) del team di J-AX e Giacomo Voli (Correggio - Reggio Emilia) del team di Piero Pelù, si affronteranno per l'ultima volta sul palco e dovranno dimostrare le doti acquisite durante il percorso che li ha portati alla finale.
Le 4 Voci si sfideranno l'una contro l'altra, in più esibizioni canore compreso il brano inedito, da soli, con i Coach o con gli ospiti del programma, accompagnate dal vivo dalla band composta da 12 elementi. Al termine delle performance, il voto del pubblico determinerà il vincitore. Il pubblico potrà esprimere la propria preferenza nel corso della puntata tramite televoto (894.001 da numero fisso, 475.475.1 con sms). I risultati di queste votazioni saranno sommati ai risultati delle votazioni settimanali aperte al termine della semifinale di mercoledì scorso.
Nel corso della serata la V-Reporter Valentina Correani, dalla Web Room di "The Voice Of Italy", ospiterà i cantanti subito dopo le esibizioni e interagirà in diretta con il pubblico attraverso il sito ufficiale www.thevoiceofitaly.rai.it, il profilo twitter @thevoice_italy, hashtag ufficiale #tvoi e la pagina Facebook www.facebook.com/Thevoiceufficiale.  Commenti in diretta anche su Radio2 Rai con Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini.
Sul sito ufficiale www.thevoiceofitaly.rai.it, cliccando sul link Cubomusica, la piattaforma dedicata alla musica digitale di Telecom Italia, si possono ascoltare in esclusiva streaming tutte le migliori esibizioni di questa edizione di "The Voice of Italy.

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RAI 4: AL VIA LA SECONDA STAGIONE DI LASKO

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Prende il via la seconda stagione di "Lasko", ideata e sviluppata dal tedesco Hermann Joha, già mente di successi televisivi come Squadra Speciale Cobra 11  e Il clown. Lasko è una serie d'azione e avventura, nel solco di quel ricco immaginario pop che lega religione e mistero e che, nell'ultimo decennio, ha trovato il suo campione nel Dan Brown de Il codice da Vinci.
Protagonista della serie è un ex-soldato tedesco (Mathis Landwehr), entrato nell'ordine monastico-militare del 'Pugnus Dei' dopo aver vissuto in prima persona gli orrori della guerra in Kosovo. Anche in questo nuovo abito, Lasko continua a praticare arti marziali e tecniche di combattimento, trovandosi presto in prima linea nel secolare scontro tra il suo ordine – fondato nel X secolo – e la misteriosa Loggia Ares, un'organizzazione segreta infiltrata tra le più alte gerarchie del cattolicesimo.
Nel primo episodio in onda giovedì 5 giugno alle 21.10 su Rai4  dal titolo Quattro biografie,  l'ispettore Clarissa De Angelo chiede aiuto a Lasko per risolvere il caso di un cardinale archivista del Vaticano, ucciso durante un tentativo di furto.
A seguire l'episodio intitolato Contro il tempo.

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RAI3: QUEL GRAN PEZZO DELL’ITALIA, LA SINISTRA A 360 GRADI

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Nuovo appuntamento con "Quel gran pezzo dell'Italia", la trasmissione condotta da Riccardo Bocca, in onda giovedì 5 maggio alle 23.00 su Rai3. La cronistoria – anche gloriosa, ma spesso malinconica e sempre necessariamente ironica – della sinistra italiana e delle sue molte trasformazioni, dal PCI di Togliatti al PD di Renzi, attraverso le vittorie più importanti, le sconfitte più cocenti, i compromessi più sofferti.  Ospite della puntata Giuliano Ferrara. Scrive Edmondo Berselli: "La prima cosa che la sinistra deve fare è imparare a dire la verità. Il che non è semplice, perché la sinistra crede di essere la verità, e quindi non sente il bisogno di dirla. Bisognerebbe riconoscere – noi sinistrati, noi sinistrorsi, noi sinistronzi - che, tranne in rari casi, di sinistra o di destra non si diventa. Al massimo si vede qualche transito da sinistra a destra, nel nome della legge secondo cui si nasce incendiari e si muore pompieri. Ma rivolto a sinistra è il cuore, da sinistra parte il tiro mancino dei geni del calcio, sinistra è l'eccentricità beffarda, l'ironia priva di rispetto per il sacro e il profano, il dribbling a rientrare, la finta assassina al Maracanà, la smorzata irridente a Wimbledon. Quindi è inutile lamentarsi: sinistri si nasce. E anch'io, modestamente, lo nacqui." Dice Riccardo Bocca: "Non è vero che la sinistra è per definizione contraddittoria e incapace di parlare al Paese. C'è sempre l'autolesionismo, a garantire il peggio."

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Cronaca dalla provincia di Reggio Calabria del 5 giugno 2014

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Siderno:

-       Si fingono poliziotti, due disoccupati vengono denunciati dai veri Carabinieri.

I Carabinieri della locale Stazione, con il supporto dei colleghi della Radiomobile della Compagnia di Locri, hanno deferito in stato di libertà un 36enne e un 22 del posto, entrambi disoccupati, sorpresi nei pressi di quel lungomare verso le 2200 di ieri, poco dopo essersi qualificati come agenti di polizia con un cittadino che, alla guida della propria auto, li aveva sorpassati a loro dire illegittimamente e ponendo in essere una condotta pericolosa.

L'immediato intervento dei militari dell'Arma, chiamati dall'interessato a mezzo del numero d'emergenza "112" ha permesso d'intercettare i prevenuti, trovati in possesso di una placca identificativa del tipo in uso agli agenti della Polizia Penitenziaria, nella circostanza sequestrata, e di appurare che, al momento del controllo, i due finti poliziotti avevano chiesto alla persona cui era stato intimato l'"Alt", di corrispondere 50 €uro in cambio della mancata contestazione delle infrazioni al Codice della Strada contestategli poco prima. Da qui la denuncia per usurpazione di titoli e tentata truffa aggravata.

-       Denunciati 4 cittadini di nazionalità indiana per rissa, lesioni e porto abusivo di oggetti atti a offendere, nonché ubriachezza molesta.

Ieri, a conclusione delle indagini esperite, i Carabinieri della locale Stazione hanno deferito in stato di libertà 4 immigrati indiani, di età compresa fra i 31 e i 40 anni, tre dei quali clandestini, resisi protagonisti di una violenta lite legata probabilmente a una somma di denaro che l'unico dei quattro in regola con le norme di soggiorno non avrebbe voluto elargire "a titolo di aiuto" ai suoi connazionali. Il tutto è avvenuto poco dopo la mezzanotte del 2 giugno scorso, quando i 3 irregolari, pesantemente ubriachi, si sono recati in Via Cimato di Siderno, a casa del quarto personaggio di questa vicenda. Dalle parole ai fatti il passo è stato brevissimo. Sedata la rissa, segnalata da alcuni cittadini sul numero di pronto intervento 112, i Carabinieri hanno anche sequestrato un bastone di legno, lungo 150 centimetri, utilizzato nella zuffa. Prima di essere condotti in caserma, per gli accertamenti di rito, i quattro indiani sono stati medicati presso il Pronto Soccorso di Locri, venendo riscontrati affetti da diverse ferite e microfratture. Per i 3 clandestini sono state anche avviate le procedure per l'espulsione dal territorio nazionale.

-       Denunciata una persona per ricettazione.

Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Siderno hanno denunciato un 43 enne di origine georgiana ma da tempo regolarmente residente in Italia per ricettazione. Sottoposto a controllo nei pressi di un esercizio commerciale dove era stato visto dai militari muoversi con atteggiamento sospetto, l'uomo è stato trovato in possesso di un costoso telefono cellulare di cui ne era stato denunciato il furto nel mese di gennaio scorso.

-       Arrestata una persona per guida senza patente.

Sempre nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Siderno hanno tratto in arresto un 40enne del luogo. Nei confronti dell'uomo i militari hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catanzaro, a seguito della condanna a un mese di detenzione domiciliare. L'uomo, nel mese di luglio 2007, era stato sorpreso a Soverato circolare alla guida di un automezzo ancorchè non avesse mai conseguito la patente di guida.

 

Brancaleone. Arrestata una persona per maltrattamenti in famiglia.

Ieri è stato convalidato l'arresto operato in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Brancaleone nella sera del 2 giugno scorso, allorquando essi sono intervenuti presso un'abitazione di quel centro, dove Zied Chouchen, un 32enne di origine tunisina da tempo residente in Italia, per l'ennesima volta stava maltrattando la convivente romena, 40enne. Nella circostanza, i Carabinieri hanno accertato che gli episodi di violenza perpetrati dall'uomo nei confronti della donna si susseguivano sin dal novembre dello scorso anno e sono culminati nell'ennesima aggressione avvenuta nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, cui l'immediato intervento dei Carabinieri ha posto termine.

È quello della Legge 15.10.2013, n. 119, recante "disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere", un formidabile strumento apprestato dall'Ordinamento che garantisce maggiore protezione alle donne e contrasta, e se possibile previene, un fenomeno odioso e intollerabile. Infatti, al di là dell'inasprimento delle pene di 1/3 [se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in stato di gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente)], la legge prevede, tra l'altro, l'"arresto obbligatorio" in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking, nonché l'"allontanamento del coniuge violento dalla casa familiare" (che potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico), l'"irrevocabilità" della querela per violenza e maltrattamenti (sottraendo, di fatto, la vittima dal rischio di una nuova intimidazione tendente a fargliela ritirare) e il "patrocinio legale gratuito" per le vittime che non si possono permettere un avvocato.

 

 

 

 

 

San Luca. Arrestato il sorvegliato speciale Sebastiano Nirta, cl. 1968,per detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo. 

Alle prime luci dell'alba, i Carabinieri della Stazione di San Luca (RC) hanno dato esecuzione a un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte di Appello di Reggio Calabria – Ufficio esecuzioni penali, traendo in arresto Sebastiano Nirta, cl. 1968, bracciante agricolo e sorvegliato speciale di p.s., dovendo egli scontare una pena di 2 anni di reclusione per il commesso tra San Luca e Carinola (Ce) il 17.05.2007.

L'odierno arrestato è stato coinvolto nelle indagini relative alla faida di San Luca che ha visto contrapposte dal 1991, le famiglie Nirta – Strangio e Pelle – Vottari e nell'ambito delle quali è stato indagato e successivamente assolto dalla Corte di Assise di Locri l'1.12.2013 anche suo fratello, Giuseppe alias "Charlie", tutt'ora detenuto per associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti, ritenuto inizialmente uno degli esecutori della nota strage di Duisburg del 15.08.2007, culmine della faida.

Il reato contestato a Nirta Sebastiano, per il quale oggi si è proceduto all'arresto, risale alla primavera 2007, allorquando è stato appurato che egli, ancorchè ristretto presso il carcere di Carinola (CE) per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ha dato prova di avere nella propria disponibilità, in San Luca, alcune armi (una corta ed una lunga), di cui altri soggetti ne facevano richiesta.

L'arrestato, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Locri, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria mandante.

 

 

 

 

Bianco. Denunciate due persone per violazione delle norme in materia ambientale.

Nella mattinata di ieri, 03 giugno, i Carabinieri della Stazione di Bianco, hanno denunciato due persone del luogo per violazione delle norme in materia ambientale. Al termine di alcuni controlli presso esercizi commerciali della zona, i Carabinieri hanno accertato che i due uomini , titolari di due distinte attività, avevano scaricato acque reflue industriali in mancanza della prevista autorizzazione rilasciata dal locale Municipio.

 

Sant'Agata del Bianco. Denunciata una persona per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità.

Ieri 3 giugno, i Carabinieri della Stazione di Caraffa del Bianco hanno denunciato un 64enne del luogo in quanto lo stesso, nonostante l'ordine di sospensione dei lavori emesso dal locale municipio, ha continuato a eseguire interventi edilizi abusivi in uno stabile di sua proprietà, per cui era stato già denunciato per abusivismo edilizio, che di conseguenza è stato posto sotto sequestro.

 

Africo. Denunciata una persona per guida senza patente

Ieri 3 giugno i Carabinieri della Stazione di Africo hanno denunciato un 27enne del luogo per guida senza patente, dopo averlo sorpreso alla guida di un motociclo senza aver mai conseguito il documento di guida. Il mezzo è stato posto sotto sequestro.

 

Marina di Gioiosa Jonica. Arrestato  Femia Domenico, cl. 1939. Dovrà scontare una pena di 1 anno, 5 mesi e 13 giorni per ricettazione, detenzione abusiva di armi, detenzione illegale di armi, e porto di arma clandestina.

Ieri sera, i Carabinieri della locale Stazione, in ottemperanza alla revoca del decreto di sospensione dell'ordine di esecuzione per la carcerazione e il ripristino dell'ordine medesimo emessa dalla procura della repubblica presso il tribunale ordinario di Locri – ufficio esecuzioni penali, hanno tratto in arresto Femia Domenico, pensionato 75enne, ritenuto affiliato alla 'ndrangheta nella sua articolazione locale denominata cosca Aquino-Coluccio operante in Marina di Gioiosa Jonica, il quale dovrà scontare la pena residua della reclusione di 1 anno, 5 mesi e 13 giorni 13, in esecuzione di una sentenza pronunciata il 13.5.2009 dal G.I.P. presso il Tribunale Ordinario di Locri, confermata il 7.3.2012 dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria - sezione penale e divenuta definitiva il 13.2.2014.

L'uomo, che al momento dell'arresto ha accusato un malore e pertanto è stato condotto precauzionalmente in ambulanza presso l'ospedale di Locri, dove si trova ricoverato e piantonato presso quel Reparto di Cardiologia, è risultato responsabile di ricettazione, detenzione abusiva di armi, detenzione illegale di armi, e porto di arma clandestina commessi

il 5.9.2008, in Contrada Calcinara di Roccella Jonica dove i Carabinieri di quella Compagnia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori del Gruppo Operativo Calabria di stanza in Vibo Valentia, nell'ambito di un servizio finalizzato alla ricerca del latitante Coluccio Salvatore, cl. 67, all'epoca inserito in quello che era l'"elenco dei 100 catturandi più pericolosi per fatti di Criminalità Organizzata ed altri gravi delitti", a seguito di una perquisizione domiciliare effettuata presso un complesso residenziale di circa 1.000 metri quadri, di proprietà dello stesso Femia, rinvennero un bunker in perfetto stato di manutenzione, costituito da un vano dell'ampiezza di mt. 1,50 di larghezza per mt. 2,5 di lunghezza per mt. 2,5 di altezza, ricavato dietro la parete di un locale adibito a dispensa, sito al pian terreno dietro il vano cucina. Al manufatto, dotato di corrente elettrica ed impianto d'illuminazione ed aerazione, con all'interno una branda e un materasso, si poteva accedere attraverso l'azionamento di un congegno meccanico costituito da un cavo d'acciaio che, scorrendo su delle apposite guide, consentiva dal bagno poco distante di comandare a distanza l'apertura a scatto della serratura. Nel prosieguo della perquisizione, all'interno della camera da letto, dietro una finta presa elettrica a muro, veniva poi rinvenuta una pistola semiautomatica marca Beretta, mod. 70, con matricola abrasa, cal. 7,65, perfettamente funzionante, completa di 2 serbatoi della capacità di 8 colpi ciascuno e di 31 cartucce.

Una volta dimesso, l'uomo verrà tradotto presso la Casa Circondariale di Locri, dove espierà la pena.

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
MNews.IT 

Operazione 'Deus' della DDA reggina eseguita dalla Polstato e dallo SCO, ma a Rizziconi, comanda "Domineddio" alias Teodoro Crea?

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Le Ordinanze di Cu.ca.ca. a firma del p.m. e gip sono state disposte per il presunto padrino Teodoro Crea, 75 anni, detto 'U Murcu' o 'U Toru' o 'Dio onnipotente'; Giuseppe Crea (36), suo figlio, attualmente latitante; l'altro figlio di Teodoro, Antonio Crea (51), inteso 'Uu Malandrinu'; Domenico Crea (60), detto 'Scarpa lucida'; Teodoro Crea (47), nipote del capofamiglia, detto 'U Biondu'; Domenico Russo (65), detto 'U Malandrinu'; Osvaldo Lombardo (66); Giuseppe Lombardo (41); Vincenzo Alessi (38); Girolamo Cutrì (58); Domenico Rotolo (40). Vincenzo Alessi e Domenico Rotolo sono stati rispettivamente assessore e consigliere comunale di Rizziconi nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2011, quando il Consiglio fu sciolto per le dimissioni del sindaco e di nove assessori. Mentre Girolamo Cutrì, è stato consigliere comunale nella precedente  Consiliatura. L'accusa per i 3 ex amministratori comunali  è di associazione mafiosa. Agli arresti domiciliari, invece è stata concessa a: Vincenzo Tornese (52); Maria Grazia Alvaro (36), moglie di Giuseppe Crea; Clementina Burzì (63), moglie di Teodoro; Marinella Crea (38); Domenico Perri (67). Tante volte i sindaci sono stati accusati di fare il doppiogioco o di non denunciare. La cronaca ci ha chiarito pure che vi siano dei sindaci, organici delle cosche, regolarmente eletti, ma anche perseguiti, denunciati, arrestati, processati ed incarcerati. La denuncia di un sindaco Antonino Bartuccio, fa scoprire gli affari della cosca con il comune.  Quando era alla guida dell'amministrazione di Rizziconi, ha svelato le infiltrazioni criminali; il Comune fu sciolto due volte per mafia: nel 1995 e nel 2000.E ora è scattato il blitz che ha portato all'arresto, tra gli altri, di tre ex amministratori comunali di Rizziconi,  accusati di essersi alleati con la cosca di 'ndrangheta per frenare l'azione politica del sindaco. Accusati di aver favorito gli interessi della 'ndrangheta facendo pressioni sul sindaco dell'epoca.

 

OPERAZIONE "DEUS", DELLA DDA DI REGGIO CALABRIA, ESEGUITA DALLA POLIZIA DI STATO, QUESTURA, COMMISSARIATO DI GIOIA TAURO E SCO, MA A RIZZICONI COMANDA IL…"PADRETERNO", "DOMINEDDIO" O "DIO OMMIPOTENTE"? LE ESPLOSIVE DICHIARAZIONI-DENUNCIA DEL SINDACO-CORAGGIO ANTONINO BARTUCCIO. INVECE DI METTERSI LA CODA FRA LE GAMBE ED UBBIDIRE COME UN COGNOLINO AL GUINZAGLIO AL MAMMASANTISSIMA DELLA 'NDRANGHETA TEODORO CREA, È ANDATO DRITTO DRITTO ALLA POLIZIA A VUOTARE IL SACCO SULLE ANGHERIE E LE VESSAZIONI, I SOPRUSI E LE TIRANNIE

Domenico Salvatore

La 'ndrangheta a Rizziconi, ha una grossa tradizione che affonda negli anni. Ben prima della Seconda Guerra Mondiale. Quasi a formare un tutt'uno con Gioia Tauro, Comune confinante. Sia pure ogni clan sul proprio territorio e con le sue competenze; le 'ndrine come tutti sanno funzionano in senso orizzontale. Sebbene, da qualche lustro, funzioni, una Commissione Provinciale in senso verticale. Con il distinguo per il capo dei capi detto anche Capocrimine, che però non è il capo assoluto della 'Gramigna', ma il custode delle regole, una sorta di primus inter pares; della ratifica delle 'doti' decisa dalle varie  cosche, locali, corone, collegi, distretti e mandamenti. La Provincia, hanno chiarito i pentiti come l'ex padrino Nino Belmonte, killer assieme a Panaja del capo dei capi della 'Provincia Lombardia' CarmiNuzzo Novella, inteso 'lo scissionista' ed i Procuratori Capo della Repubblica e della DDA. La Provincia, organo supremo di autogoverno della 'ndrangheta, è gestita in forma collegiale. Padrino riconosciuto dell'Onorata Società, di Rizziconi, era stato per tantissimi anni (42 da latitante in prevalenza all' estero; arrestato dai carabinieri di Polistena (Reggio Calabria) all' ospedale "Santa Maria degli Ungheresi" di Polistena il 29 dicembre del 2001. Avrebbe anche fatto parte della Legione Straniera; illazione, che necessita di qualche conferma ufficiale.

 

Intanto si erano fatti sotto i Crea del padrino Teodoro…'signore e padrone delle terre e delle persone…inteso 'Domineddio', ma c'è chi lo chiama 'Padreterno' e perfino 'Dio Onnipotente'. Tutti epiteti che scaturiscono dall'ambiente. Ma talora, compaiono sui comunicati ufficiali delle forze di polizia. Fece sbottare il procuratore capo della Repubblica facente funzioni Francesco Scuderi…"E' incredibile che a distanza di 30 anni personaggi come Teodoro Crea dettino ancora legge nel loro territorio. O si cambia registro, evitando abbattimenti di pena tra il primo grado di giudizio e quelli successivi, oppure lo Stato potrà vincere qualche battaglia, ma perderà certo la guerra". Ma Antonio De Curtis, il leggendario "Totò" in 'A Livella' cantò…"Ma chi te cride d'essere... nu ddio?/ Ccà dinto, 'o vvuò capì, ca simmo eguale?.../ ... Morto si' tu e muorto so' pur'io;/ognuno comme a 'n'ato è tale e qquale."-/…". La cosca, retta e diretta dal mammasantissima Teodoro Crea e suoi accoliti è posta ai vertici della criminalità organizzata calabrese sin dagli anni Settanta. Legata e collegata ai Piromalli di Gioia Tauro, agli Alvaro di Sinopoli, ai Santaiti di Seminara, ai Rugolo-Mammoliti di Castellace ed ai Pesce di Rosarno. In conferenza stampa il Procuratore, ha citato i vari Pasquale Inzitari, Rosario Vasta, Ferdinando De Marte, titolari della ditta Devin spa, invischiati nell'operazione "Saline". Lo scenario è stato dipinto in maniera chiara dai collaboratori di giustizia.

 

Tra cui: Paolo Iannò, Saverio Mammoliti, Girolamo Biagio Bruzzese, Elio Ascone. Prerogativa di ogni 'ndrina, 'famiglia', clan o cosca, se non 'fibbia'è il controllo asfissiante, capillare del territorio. Gli occhi della 'ndrangheta o 'guardiani del faro della 'gramigna' si spostano sulle strade e vie cittadine su macchine-civetta e scooter se non motorini vari, ma anche a piedi. Nulla viene lasciato al caso. A parte i fiancheggiatori, i simpatizzanti, i doppiogiochisti e traditori ecc. Sebbene questo discorso, funzioni anche dall'altra parte, purtroppo. Ma non chiamateli confidenti e malandrini. Quante divise e toghe sono state sporcate. Chi controlla il territorio, controlla pure le attività lecite ed illecite… Contrabbando, contraffazione di moneta, caporalato, narcotraffico. traffico e spaccio di droga al dettaglio, frode, traffico di armi. traffico di pietre preziose e gioielli. Rapine nei tabacchini, farmacie, distributori di benzina, gioiellerie, super-market ed a furgoni portavalori. Scippi e furti (notturni e diurni di autotreni, macchine, in abitazione). Racket delle estorsioni. Racket della prostituzione. Usura (prestito di denaro a strozzo). Riciclaggio del denaro sporco. Videopoker. Scommesse clandestine al totonero, lottonero ecc. anche sui cavalli e sui cani. Gioco d'azzardo. Traffico d'uranio. Traffico di plutonio. Traffico di rifiuti (RSU, scorie atomiche, radioattive ed ospedaliere). Traffico di boat-people.

 

 

 

Manodopera clandestina. Appalti, Sub-appalti in autostrada. Infiltrazioni negli enti locali. Comitati d'affari pubblici o privati. Attentati vari e sparatine. Sequestro di persona a scopo di estorsione. Truffe all'Inail, all'Aima ed alla Ue. Scatole cinesi per scambio o sostituzione di persona. Controllo del mercato nero della manodopera. Mafia rurale e terriera. Controllo e condizionamento delle candidature nelle elezioni comunali, provinciali e regionali ecc, truffe sui fondi Cee. Rifornimenti di biglietti ai bagarini, furto e ricettazione, assalti armati ai furgoni portavalori. Ciclo o filiera del cemento e della costruzione. Ciclo e riciclaggio dei rifiuti urbani e tossici. Movimento terra.   Costruzioni edili attraverso piccole aziende a non elevato contenuto tecnologico, che si avvalgono della compiacenza di assessori ed amministratori locali amici. La 'ndrangheta controlla: autorimesse e commercio di automobili; bar, panetterie, pizzerie, rosticcerie, locali di ristorazione;

 

sale videogiochi, sale scommesse e finanziarie; stoccaggio e smaltimento rifiuti; discoteche, sale bingo, locali da ballo, night clubs e simili (che implicano possibilità di conseguire ingenti incassi e di fare "girare" droga; società di trasporti; distributori stradali di carburante; servizi di facchinaggio e pulizia; servizi alberghieri; centri commerciali; centri residenziali, società di servizi, in specifico, quelle di pulizia e facchinaggio, voto di scambio, traffico di carburanti e via di seguito ecc. I Comuni, stanno diventando un loro monopolio. La Commissione Parlamentare Antimafia, la Procura Nazionale, le relazioni annuali all'apertura dell'Anno Giudiziario e quelle della Questura, dei Comandi Provinciali dei Carabinieri della Guardia di Finanza, DIA e CFS, libri, riviste e giornali, radio e televisione, hanno chiarito, ben oltre ogni ragionevole dubbio, quale sia la filosofia che animi la 'ndrangheta. Alla luce dell'infinita serie di attentati ai vari sindaci, assessori, consiglieri, segretari dei partiti, del sindacato e perfino l'uomo della strada, imprenditori, giornalisti, funzionari, esponenti o rappresentanti di enti, associazioni e società civile. Dapprima nell'ordine delle decine, poi centinaia ed oggi, migliaia. Tanto che i Ministri degl'Interni, abbiano ricevuto dettagliati rapporti al riguardo. Anzi di più.

 

Sono venuti loro stessi a Reggio Calabria per sincerarsi, de visu, dell'andazzo, dell'andamento e dell'andatura. Dallo Stretto a Castrovillari; dall'Aspromonte alle Serre e da La Sila al Pollino, da un mare all'altro, la cronaca segnala tutto un mare magnum di attentati, sparatine, bombe, tritolo, kalashikov, lupare, mitragliette e pistole. Una sequenza stressante e preoccupante. Lo Stato vigila e controlla. Ha mandato altri 800 servitori dello Stato, per fronteggiare meglio il fenomeno mafioso. Qui, c'è la vera 'ndrangheta allo stato puro ha detto il questore Guido Nicolò Longo, riferendosi ai clan di 'ndrangheta dei Crea. Quando le vittime non si piegavano gli uomini del clan tiravano fuori i kalashnikov. Come a novembre del 2011, quando la 'ndrangheta aveva deciso di prendersi il servizio di vigilanza della centrale elettrica a turbogas di Rizziconi e non riuscendoci aveva fatto fuoco contro la guardiola nella quale si trovavano le guardie giurate. Decideva il clan chi dovesse fare carriera dentro il Comune; chi dovesse vincere i concorsi per esempio per geometra; chi, in caso di necessità, dovese dimettersi da assessore o da consigliere. Poi c'è il luogo comune dei terreni edificabili Pretendevano, che i loro terreni, diventassero  'costruibili'. Insomma, "Io ti do il posto dentro il Comune e dentro il Consiglio Comunale o la Giunta e tu mi restituisci il favore, se e quando te lo chiedo".

 

Rifiutarsi di obbedire come cane al guinzaglio, significa scavarsi la fossa con la proprie mani. Ma il sindaco Antonio Bartuccio è un uomo libero e non ha vincoli, lacci e lacciuoli di nessun tipo. Non ha difficoltà alcuna a denunciare tutto alla Polizia di Stato. Cosa questa, che dovrebbero fare tutti i sindaci, assessori e consiglieri, come ha sollecitato più volte il procuratore capo della repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho; ma per la verità anche, insistentemente il questore Guido Nicolò Longo. Tutti personaggi, che in precedenza sono riusciti a piegare la Camorra. Senza nulla togliere al vicequestore aggiunto Angelo Morabito. dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Gioia Tauro. Per intenderci l'ex dirigente della Squadra Mobile di Caserta, che ha arrestato il capo dei capi del Clan dei Casalesi, "don Michele" Zagaria ed altri camorristi del calibro di Mario Caterino. La 'ndrangheta di Rizziconi, come detto, è stata da sempre popolata di personaggi 'calibro novanta'. Michelangelo Franconieri, di 72 anniricercato dal 1959 per omicidio, associazione per delinquere e armi inteso 'La Primula Rossa' che aveva vinto la faida con i Ferraro. A parte la parentesi della faida fra i Maisano e gli Stillittano (Domenico Maisano, inteso "La Belva di Drosi"). Località, faide e situazioni, che il capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro, conosce a mena dito.

 

Avendo lavorato nei Commissariati di Siderno, Cittanova e Gioia Tauro, se non ricordiamo male.  Certamente ricordiamo la mancata strage di Monasterace. Un agguato davanti alla discoteca con 3 feriti gravi. Villeggianti, napoletani di Portici, che uscivano dalla discoteca "La Racchetta" di Monasterace. Epilogo di una rissa  all' interno della discoteca Giuseppe Attanasi, 25 anni, Ciro Scuotto, 24 anni; suo fratello, Pasquale, di 22 anni. Gli uomini del vicedirigente Semeraro bloccarono una Fiat-Panda  a bordo Antonio Ali' , Claudio Ali' e Vincenzo Ali'; furono trovati  due fucili con le canne segate e due pistole Raccontano Nicola Gratteri e Antonio Nicàso in "Fratelli di sangue", Pellegrini Editore che a Rizziconi, i Crea siano arrivati al potere assoluto, dopo aver sconfitto i rivali Ascone, nella solita faida finalizzata al controllo del territorio e di converso, di tutte le attività lecite ed illecite. Nella vicina Gioia Tauro, andava in onda la faida fra i Gerace ed gl'Italiano; e più tardi fra i Piromalli ed i Tripodi. I Piromalli ed i Carlino  che stavano a Rizziconi. I Piromalli ed i Raso. I Piromalli ed i Furfaro ecc. Intorno ai Piromalli ruotavano le famiglie dei Molè, Copelli, Gangemi, Sillittano, Stanganelli, Delfino Il capostipite della famiglia fu Gioacchino Piromalli (30), nato nell'ultimo quarto dell'Ottocento e morto a metà degli anni cinquanta del Novecento.

 

A succedergli, secondo l'antica tradizione della 'Ndrangheta, fu un altro familiare, il figlio Girolamo – il mitico don Mommo Piromalli che, armato di mitra e di fucili a ripetizione, assaltò le abitazioni della contrastata famiglia Carlino con l'intento di sterminarla". I Carlino erano considerati responsabili dell'uccisione di Antonio Piromalli, fratello di don Mommo. ecero un patto con le ndrine dei Pescet, Mancuso, De Stefano, Mammoliti e Avignone. In conferenza stampa sia pure di sguincio è stata 'toccata' la vicenda di Pasquale Inzitari, contitolare del centro commerciale , "Il Porto degli Ulivi", (collocato sulla Statale 111, nel territorio di Rizziconi), posto sotto sequestro dall'autorità giudiziaria, vicesindaco di Rizziconi e consigliere provinciale,  candidato al Senato per l'Udc. L'imprenditore, in prima istanza, venne condannato a cinque anni a quattro mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. La mafia aveva pensato di ucciderlo, per tutta una storia di cui hanno parlato i giornali; ma poi, mentre lui era ristretto in galera, a rimetterci la pelle, fu suo figlio Francesco Maria Inzitari, di 18 anni, ucciso la sera del 5 dicembre 2009, a Taurianova (Reggio Calabria) a colpi di pistola calibro 9x21 esplosi da due sconosciuti, mentre stava entrando nella pizzeria 'El Peyotè', forse per una vendetta trasversale.

 

Di Rizziconi era pure un altro imprenditore del settore-abbigliamento, Nino Princi, cognato di Pasquale Inzitari. Princi, saltò in aria con la sua macchina: una Mercedes "R" capacità 2.057 litri,   color nero metallizzato la mattina del 26 aprile 2008 nel cortile di casa sua, lungo la statale "111", nel cuore di GioiaTauro. Per quasi due settimane Princi l'ex vicepresidente dell'Us Catanzaro,   ha lottato ancora per la vita agli Ospedali Riuniti. Ma il pomeriggio del 7 maggio 2008,   all'età di 45 anni,  ha finito di…'mangiare pane'. Il 7 maggio la Dia di Reggio Calabria, in collaborazione con Squadra mobile e carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, arrestò l'imprenditore Pasquale Inzitari e Domenico "Mico" Rugolo, presunto capo dell'omonima cosca di Castellace. Altre faide incrociate tra i Piromalli ed i Molè o vendetta personale? Nel frattempo il legislatore approvò altre leggi per il sequestro e la confisca anche se i destinatari nel frattempo fossero passati a miglior vita. Le imprese di cui Antonino Princi era titolare insieme al fratello Natale, sono state definite "imprese mafiose". Antonino Princi era il genero di Domenico Rugolo, di Oppido Mamertina, arrestato nel maggio 2008 nell'operazione Saline condotta dalla Dia e poi assolto in appello.

 

Anche i pentiti Saverio MAMMOLITI e Girolamo BRUZZESE confermavano il compito determinante di Antonino PRINCI nel "lavare" i soldi del suocero e nel reinvestirli in attività redditizie, apparentemente legali.  "Blitz della polizia contro la cosca Crea di Rizziconi: la squadra mobile di Reggio Calabria e il Servizio centrale operativo ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Dda di Reggio Calabria. Tra i destinatari, oltre al capo famiglia Teodoro Crea, di 65 anni, anche la moglie i figli e la nuora. Sarebbero coinvolti anche tre politici locali, che negli anni hanno rivestito ruoli chiave nell'amministrazione di Rizziconi. Il comune di Rizziconi, fonte Ansa, è da anni al centro di forti ingerenze della 'Ndrangheta e fu sciolto per mafia nel 1995 e nel 2000. Nel 2011 ci furono invece le dimissioni del sindaco e di 9 consiglieri che avevano denunciato infiltrazioni delle cosche nella pubblica amministrazione. Le accuse ipotizzate a vario titolo nei confronti degli arrestati sono associazione di tipo mafioso, estorsione e intestazione fittizia di beni. Al centro dell'indagine, secondo quando si apprende, vi sarebbero una serie di condizionamenti nella pubblica amministrazione, estorsioni, appalti e frodi alla comunità europea.

 

Uno dei figli del presunto boss Teodoro Crea, Giuseppe, di 36 anni, destinatario di un provvedimento cautelare, è tuttora latitante. I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 a Reggio Calabria, alla quale parteciperanno il procuratore Federico Cafiero de Raho, il direttore del Servizio centrale operativo Raffaele Grassi, il capo della squadra mobile di Reggio Calabria Gennaro Semeraro e il capo della I divisione dello Sco Andrea Grassi. Il procuratore capo della DDA reggina, Federico Cafiero de Raho parlando di  Antonino Bartuccio  ha detto:"Un primo cittadino che ha interpretato a fondo il suo ruolo e non si è piegato alla prepotenza delle cosche . Un politico che stava cercando di cambiare il suo paese. E ci stava quasi riuscendo se non si fosse messa di mezzo la cosca dei Crea.  Il sindaco Bartuccio, ha collaborato pienamente alle indagini, e lo Stato deve difenderlo Da oggi è sotto protezione". Il comunicato stampa ufficiale della Polstato…"Nella mattinata odierna, a conclusione di una complessa ed articolata attività d'indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato P.S. di Gioia Tauro (RC), con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica,

 

dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 16 persone, per delitti di associazione  mafiosa, in particolare associazione di 'ndrangheta, nella sua articolazione denominata cosca CREA di Rizziconi (RC), oltre che per quelli di estorsione pluriaggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Comunità Europea.In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l'ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di :

1.        CREA Teodoro detto "'u Murcu" o "'u Toru" o "Dio onnipotente",  nato a Gioia Tauro il 11/04/1939;

2.       CREA Giuseppe, nato a Rizziconi il 23/06/1978, in atto latitante;

3.       CREA Antonio detto "'u Malandrinu", nato a Taurianova il 04/07/1963;

4.       CREA Domenico detto "Scarpa lucida", nato a Rizziconi il 23/10/1954;

5.       CREA Teodoro detto "'u Biondu", nato a Gioia Tauro il 24/01/1967;

6.       RUSSO Domenico detto "'u Malandrinu", nato a Rizziconi il 25/04/1949;

7.       LOMBARDO Osvaldo nato a Montesarchio (BN) il 07/04/1948;

8.       LOMBARDO Giuseppe nato a Reggio Calabria il 24/11/1973;

9.       ALESSI Vincenzo nato a Taurianova il 11/06/1976;

10.  CUTRI' Girolamo nato a Rizziconi il 24/11/1956;

11.    ROTOLO Domenico, nato a Taurianova il 26/11/1974;

per il delitto di cui all'art. 416 bis c.p., il 1°, il 2°, il 3°, il 4°, il 5°, il 6°, il 9°, il 10°, l'11°;

per il delitto di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. il 7° e l'8°;

per il delitto di cui agli artt. 110, 629 2° co. In relazione all'art. 628 co. 3° n. 3 e 7 l. 203/91,  il 1°, il 3° ed il 6°;

per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art. 7 L. n. 203/91, il 1° ed il 3°;

per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91,  il 1° ed il 2°

e degli arresti domiciliari nei confronti di:

12.   TORNESE Vincenzo, nato a Rizziconi il 15/05/1962;

13.   ALVARO Maria Grazia, nata a Taurianova il 09/11/1978;

14.   BURZI' Clementina, nata a Rizziconi il 30/09/1951;

15.   CREA Marinella, nata a Gioia Tauro il 27/12/1976;

16.   PERRI Domenico, nato a Rizziconi (RC) il 23.09.1947.

per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art. 7 L. n. 203/91, il 12°, la 14°, la 15° e il 16°;

per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91, la 13a,  la 14a e la 15a.

L'attività di indagine ha evidenziato come la cosca Crea di Rizziconi sia capace di esercitare sul territorio una vera e propria "signoria"  non solo nell'esercizio delle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica.Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figura, come si è detto,  CREA Teodoro cl. '39, alias "'u Murcu" o "'u Toru" o "Dio onnipotente", capo storico della famiglia, coinvolto nel processo della "Mafia delle tre province" in qualità di boss incontrastato di Rizziconi ed in altri successivi che ne hanno confermato tale ruolo, unitamente a buona parte del suo nucleo familiare: la moglie BURZI' Clementina, i  figli Giuseppe cl. '78, attualmente latitante inserito nell'elenco dei ricercati pericolosi, e Marinella cl. '76, nonché la nuora, moglie del citato latitante, ALVARO Maria Grazia che, tra l'altro, appartiene all'omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli (RC) e zone viciniore, federato ai CREA ed al potente casato dei PIROMALLI di Gioia Tauro (RC).Nel corso dell'Operazione sono stati arrestati per il reato di associazione mafiosa non solo i componenti dello stretto nucleo familiare del boss CREA Teodoro, ma anche altri esponenti di spicco della 'ndrina, quali CREA Antonio, detto "'u Malandrinu", CREA Domenico, detto "Scarpa lucida" e CREA Teodoro, detto "'u Biondu", tutti legati da vincoli parentali con il suddetto capo dell'organizzazione mafiosa.Le attività investigative sono iniziate all'indomani delle elezioni amministrative indette per l'elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui partecipava una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità.

 

Complessivamente, le indagini esperite hanno evidenziato che la menzionata cosca di 'ndrangheta, ricorrendo a minacce ed a veri e propri atti intimidatori, era riuscita a provocare il sostanziale isolamento di un ex Amministratore Comunale, all'evidente scopo di annullarne l'azione politica non gradita, determinando, altresì, attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, lo scioglimento degli organi di governo locali.A testimonianza del potere espresso dalla cosca sul territorio, è emblematico quanto accaduto in occasione dell'acquisizione da parte di CREA Antonio dello storico palazzo Cordopatri, sito al centro di Rizziconi, che aveva subito dei danni a seguito degli eventi alluvionali del mese di Novembre 2010. Tale edificio, dopo anni di discordie tra i vari comproprietari, veniva acquistato da CREA Antonio detto "'u Malandrinu" ed immediatamente da lui stesso demolito, pur essendo intestato a TORNESE Vincenzo,  consuocero di CREA Antonio detto "'u Malandrinu": a entrambi è contestato il delitto di intestazione fittizia di beni con l'aggravante del metodo mafioso, in quanto il reale ed unico dominus del bene si è rivelato essere proprio il citato CREA.E' significativo, inoltre, quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza (del valore di ben 300.000 euro annui) presso la centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla ANSALDO ENERGIA di Genova per conto del consorzio RIZZICONI ENERGIA; in tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca CREA, nella persona del latitante CREA Giuseppe, aveva manifestato la ferma intenzione di scalzare la ditta EUROPOL di Reggio Calabria per farvi subentrare la SECURPOL di LOMBARDO Osvaldo e Giuseppe (padre e figlio) di Villa San Giovanni (RC),

 

i quali sono stati arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa per aver contribuito al perseguimento delle finalità della 'ndrina CREA, con specifico riferimento all'assegnazione di appalti nel settore della vigilanza privata.Per tale vicenda, il 28 agosto 2011, erano stati esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola in cui stazionavano gli addetti alla vigilanza della centrale elettrica; stesso episodio, di gravità maggiore, si verificava a circa tre mesi di distanza dal primo, segnatamente il 20 novembre 2011, allorché attraverso un kalashnikov venivano indirizzati diversi colpi sempre contro la garitta utilizzata dalla guardia giurata in servizio di vigilanza presso la centrale elettrica (in quest'ultima nell'occasione venivano sequestrati trenta bossoli calibro 7,62X39).L'indagine ha anche rivelato che la cosca CREA, attraverso minacce anche implicite, nonché con violenza sulle cose, consistita nel taglio di un albero sulla via d'accesso all'abitazione di RUSSO Domenico (cugino omonimo del destinatario dell'o.c.c.), era riuscita nell'intento di costringere il Consigliere Comunale RUSSO Michele a presentare le proprie dimissioni, alle quali si aggiungevano quelle di altri consiglieri comunali, il che determinava lo scioglimento del Consesso Civico; ciò è avvenuto senza alcun tipo di particolare clamore, in ossequio ai diktat della famiglia mafiosa dei CREA che vengono rispettati per quieto vivere o per paura di rappresaglie;

 

in relazione a tale vicenda è contestato a CREA Teodoro cl. '39, CREA Antonio e RUSSO Domenico, il delitto di estorsione aggravata dall'art. 7 della Legge 203/91.Tra gli arrestati per associazione mafiosa  figurano gli ex Consiglieri Comunali, ALESSI Vincenzo e CUTRI' Girolamo, nonché l'ex Assessore allo Sport ed allo Spettacolo del Comune di Rizziconi, ROTOLO Domenico.Inoltre, nel corso delle indagini, è stato possibile far luce sulle truffe aggravate contestate a CREA Giuseppe cl. '78, il quale, nonostante lo status di latitante dal 2006, attestava di essere un imprenditore agricolo, senza ovviamente che a ciò corrispondesse l'effettiva attività di coltivazione della terra, così procurandosi un ingiusto profitto, consistito nell'indebita erogazione da parte dell'A.G.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) dei contributi comunitari relativi al P.S.R. (Piano di Sviluppo Rurale) per un totale di € 188.884,66. Analogo reato è stato contestato al padre CREA Teodoro, alla madre BURZI' Clementina ed alla sorella Marinella, che si procuravano i contributi dell'A.G.E.A. per un totale di € 48.408,59.L'Ordinanza contiene il contestuale sequestro preventivo ex art. 321, comma II, c.p.p. ed ex art. 12 sexies del D.L. 1992 nr. 306 della villa della famiglia CREA sita in via Marinella di Rizziconi,

 

nonché del terreno sito in piazza Vittorio Emanuele II di Rizziconi sul quale insisteva il palazzo Cordopatri e di immobili e terreni vari che, all'esito di opportuni accertamenti, sono risultati nella disponibilità di BURZI' Clementina, CREA Teodoro, CREA Giuseppe, CREA Marinella, CREA Antonio, TORNESE Vincenzo e PERRI Domenico per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro. Analogo vincolo del sequestro verrà apposto anche ai conti correnti bancari e  postali nella disponibilità di vari indagati.Alla fase esecutiva dell'operazione odierna hanno preso parte gli investigatori del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato P.S. di Gioia Tauro, con il concorso di pattuglie automontate dei Commissariati P.S. della provincia reggina, nonché dei Reparti Prevenzione Crimine "Calabria" di Vibo Valentia e Siderno e del Reparto Volo di Reggio Calabria.Allo stato risulta irreperibile il solo CREA Giuseppe, già latitante dal gennaio 2006." Domenico Salvatore          


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