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L'Occidente e l'Oriente delle lingue in un Mediterraneo diffuso - Pierfranco Bruni

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L'Occidente e l'Oriente delle lingue in un Mediterraneo diffuso

Pierfranco Bruni



 L'Europa non può che essere sempre più considerata, non soltanto in termini di geografia politica ma soprattutto sul piano dei processi geo - culturali, come l'asse cerniera tra i Paesi del Mediterraneo del Medio Oriente e i Paesi che si intagliano nell'Oceano. Il Mediterraneo congiunge, separa, riunisce storia, cultura, lingue, civiltà. Modelli di diversità che hanno subito e si sono formati attraverso dei processi storici. Il Mediterraneo di Omero è già di per sé una dimensione della diversità della cultura che ha dominato una visione identitaria delle Nazioni in uno spaccato della storia d'Europa dei popoli.
      Il Mediterraneo come valore sancisce il suo riferimento nella tradizione laica omerica e nella tradizione cristiana biblica diventa sempre più un raccordo attraverso le diversità culturali che si rappresentano come espressioni di modelli etici, religiosi, etnici, linguistiche. La lingua è una delle componenti fondamentali che vive all'interno della diversità delle culture. La diversità soprattutto in questa nostra temperie è libertà. Non si può imporre la "percezione della cultura" (Kostas Gasparinatos). Diventerebbe un pericolo, un rischio, una inevitabile incomprensione. Ma non si può neppure dettare la necessità di una libera interazione tra culture nazionali e culture cosiddette "altre" in una Europa dove le diversità occupano lo scenario della vita quotidiana.
      La lingua costituisce, ovvero le lingue costituiscono "anime senza confini e senza delimitazioni, sono riflessi dell'infinito" ha scritto in recente saggio Claude Hagége. E poi aggiunge: "Le lingue non consentono solo di parlare o di scrivere per rappresentare, ben oltre la nostra scomparsa fisica, la nostra storia, ma la contengono. Tutti i filologi, o tutte le persone che nutrono curiosità per le lingue, sanno che in esse si depositano tesori che raccontano l'evoluzione della società e le avventure degli individui. Le espressioni idiomatiche, le parole composte hanno un passato che mette in scena personaggi viventi. La storia delle parole riflette quella delle idee. Se le società non muoiono non è solo grazie agli storici e ai narratori ufficiali, ma anche grazie al fatto che possiedono delle lingue, e dalle lingue sono narrate".
      La diversità linguistica è una ricchezza perché si apre a ventaglio una concezione che ci permette di organizzare una visione del mondo eterogenea. Oggi ci sono circa 5000 lingue in tutto il mondo. Di queste 600 vengono parlate da più di centomila parlanti, 500 sono frequentate da meno  di cento persone. Il novanta per cento delle lingue del mondo viene parlato da circa il cinque per cento di tutta la popolazione del pianeta. Il 32 per cento delle lingue parlate si trovano in Asia, il 30 per cento in Africa, il 19 per cento nelle isole del Pacifico, il 15 per cento nelle Americhe e il 3 per cento in Europa.
      La lingua, dunque, è una componente della diversità soprattutto in una Europa che non si allontana dalla sua reale storia mediterranea. I popoli si incontrano in un tempo che raccoglie le civiltà. E questo tempo non fa altro che restituirci memorie. Memorie che hanno ricostruito fatti in un raccordo con il quotidiano, con la realtà, con la vita stessa dei popoli. Le memorie che ci catturano oggi, pensando a quelle identità che si sono incrociate tra il mare e il deserto nel grande mistero che recita il Mediterraneo, sono destini che provengono da un radicamento che ha posto al centro l'uomo.
      Quello che è accaduto negli Stati Uniti d'America, quello che accade oltre il Mediterraneo e nel suo proprio interno, nasce da una incomprensione che la si può leggere sotto diversi aspetti. Qui c'è la diversità di una cultura che insiste che si fa chiaramente separazione o non separazione. Il punto centrale resta nella indefinibile coscientizzazione di un progetto identitario. L'Occidente e l'Oriente nell'Europa stessa non sono mondi separati l'uno dall'altro o l'uno nell'altro. In molte visioni della vita coincidono. Si integrano perché hanno in comune una dimensione geografica che è il Mediterraneo e che diventa dimensione spirituale dell'essere. C'è un valore trascendentale sul quale avvengono gli scontri che sono conflitti religiosi.
      I popoli vivono la loro durata su tre dimensioni. Quella spirituale (che è quella religiosa). Quella etica. Quella storica. Il senso di una appartenenza si definisce nel sentire di una civiltà. Che non è un sentire astratto ma si base su modelli culturali che si trasformano in modelli di comportamento. Gli usi e i costumi di un popolo, e quindi di una civiltà, la ritualità stessa sono comportamenti derivati da forme di appartenenza ad una radice storico - culturale.
      L'Occidente e l'Oriente in Europa si scontrano su una visione che non è solo culturale tout court ma antropologica, filosofica. Anche il senso del divino assume valenze antropologiche perché la vera separazione dei due mondi si esterna nella rottura dei riti. La concezione della donna, per esempio, è una concezione centrale sia nella cultura occidentale che in quella orientale. Ma muta la funzione che si dà al ruolo della donna. Quindi il problema assume una spaccatura proprio sul piano antropologico perché su alcune linee il cui sentiero è tracciato sul valore della tradizione ci sono delle divaricazioni di fondo. L'Europa, in fondo, vive una contraddizione di Patrie. E la cerniera Mediterraneo gioca una partita il cui coinvolgimento sta alla base di una civiltà che ha radicamenti storici ben precisi.
      La separazione religiosa e antropologica tra le due realtà storiche e culturali esisterà sempre e in questa separazione coesisteranno anche i raccordi, le vicinanze, gli sguardi che ci portano ad una nostalgia tra popoli. Il fatto che in questo momento diventa necessario è quello di allontanarci da qualsiasi strategia omologante sia per ciò che riguarda il mondo occidentale che quello orientale. Ma parlare di Oriente in Europa non significa solo parlare di Islam o di Paesi Arabi. L'Oriente è un crogiolo di civiltà che si tendono le mani e si allontanano.
      La cultura della Cina, per esempio, è abbastanza distante, e le "forme" di questa lontananza le mostra tutte, è una cultura completamente diversa da quella espressa (o di quella che si può leggere nei percorsi simbolici e nei linguaggi religiosi) in una identità arabo - sicula - mediterranea. Eppure quell'Oriente presenta in Europa è una diversità non solo rispetto alla tradizione occidentale ma anche rispetto a quel Mediterraneo omerico nel quale la cultura e la storia bizantina si sono caratterizzati.  C'è, comunque, una storia di rapporti tra Occidente e Oriente in Europa che esula da modelli che le civiltà contemporanee hanno offerto. C'è stato un conflitto all'interno di quel mondo turco - musulmano che ha interessato vasti bacini dei Paesi dell'Asia, dell'Africa e anche dell'Europa non solo Adriatica.
      I Paesi Balcani hanno vissuto un conflitto che è stato di natura spirituale e che ha trovato proprio in Europa e in Italia il suo più importante risvolto. Un esempio perché interessa in modo particolare l'Italia meridionale, quell'Italia che è dentro, appunto, il Mediterraneo. La guerra tra gli Albanesi e i Turchi nella temperie del 1400 racconta uno scontro di civiltà ma anche una precisa scelta. Gli Albanesi, proprio alla fine del 1400, hanno rappresentato un baluardo della cristianità. La difesa della cristianità contro i Turchi e contro l'islamizzazione dei Paesi che ruotavano intorno all'Albania. Uno scontro etico e storico tra musulmani e cristiani.
      L'Albania cristiana si è rivolta proprio all'Italia in quel frangente particolare ed ha trovato qui nel Mediterraneo d'Italia un raccordo di civiltà. Credo, comunque, che il discorso sia diverso rispetto a ciò che accade in questi anni. Vi era la difesa in nome di Cristo. E Skanderbeg era diventato il protettore della cristianità di quei Paesi. Questo è un piccolo spaccato di una realtà storica che va compresa fino in fondo. Ma quella storia ha dato vita ad una cultura della diversità nel contesto italiano, la cui diversità è ricchezza tuttora.
      Il fatto più drammatico è che non abbiamo una conoscenza vera di quelle identità e di quei radicamenti che sono entrati nella cultura occidentale e tutto ci sembra estraneo. Questo sentire estraneo l'altro che abbiamo in casa ce lo fa sentire anche nemico. Qui non si tratta più di una guerra guerreggiata con strumenti offensivi o difensivi. Si tratta piuttosto di attrezzarci non solo su un piano assistenziale ma su un piano che è quello culturale e filosofico.




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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
MNews.IT 

L'Italia , il flop, il morso di Suarez e l'addio al Mondiale.

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MONDIALI: SCONTRI A MONTEVIDEO DOPO PARTITA URUGUAY-ITALIA Dieci arresti e 2 poliziotti feriti nel centro della capitale   - MONTEVIDEO, 24 GIU - La feste «celeste» finisce male oggi nel centro di Montevideo, dove circa 10 mila persone si sono riunite - malgrado la nebbia e il freddo - per seguire la partita Uruguay-Italia a Natal su un maxi scherzo istallato davanti alla sede del comune. Un primo bilancio diffuso dalla polizia è di almeno 10 arresti e numerosi feriti, fra i quali due agenti delle forze di sicurezza. Secondo le prime ricostruzioni della stampa locale, le cose sono andate bene durante la partita: «i tifosi 'celestì si comportavano del tutto normalmente, bevendo mate (infusione locale) o birra e mangiando pop corn o frittelle, tifando per i nostri giocatori ad ogni momento», ha raccontato Federico Cardozo, cronista del quotidiano El Observador. Nonostante la vittoria delll'Uruguay per 1-0, però, la situazione è rapidamente degenerata: la polizia, che teneva sotto controllo la folla dall'Avenida 18 de Julio - l'arteria principale del centro di Montevideo - è dovuta intervenire con forza dopo le numerose denunce di furti fra i tifosi. Lo stesso giornalista Cardozo ha confermato che un borseggiatore gli ha rubato il portafoglio. Con l'intervento degli agenti il clima è diventato violento: fuggi fuggi dei presunti ladri fra la folla, e scontri con la forze dell'ordine: uno dei poliziotti feriti è stato raggiunto da una bottiglia che lo ha ferito e l'altro da una pietra alla testa. Dopo aver arrestato almeno 10 persone, la polizia ha creato un perimetro di sicurezza in modo da permettere il deflusso della folla. 

MONDIALI: FLOP BALOTELLI, FANTASMA NEL PAESE DEL CALCIO Ennesima prova incolore, il suo torneo finisce in panchina   - ROMA, 24 GIU - Indisponente, mai pericoloso, molle, polemico e chi più ne ha più ne metta: se questo è Mario Balotelli, centravanti della nazionale italiana, la precoce eliminazione dell'Italia alla fin fine può anche non essere così sorprendente. Era arrivato in Brasile carico a mille e l'esordio boom contro l'Inghilterra aveva anche fatto ben sperare. Ma dopo il doppio flop contro Costa Rica e Uruguay, condito anche da una amarissima sostituzione a metà del primo tempo del match spareggio contro la 'celestè i dubbi su 'supermario-campionè sono più che mai legittimi e d'attualità. Anche oggi a Natal ennesima prestazione da 5 in pagella, con tanto da entrata killer in corso di partita che accende l'allarme rosso sulla panchina azzurra, con l'inevitabile sostituzione e la faccia triste in panchina. All'attivo del n.9 azzurro nei suoi 207' minuti Mondiali (90', 72' e 45'), poca roba: match winner contro l'Inghilterra all'esordio, è vero, ma anche tanti errori sotto porta (letali i due contro i centroamericani sullo 0-0) e il solito nervosismo che gli hanno regalato gli immancabili gialli (che gli avrebbero fatto saltare l'eventuale ottavo di finale). Così oggi, dopo 45 minuti, anche il ct Prandelli ha perso la pazienza, accantonando l'esperimento del doppio centravanti e relegandolo in panca. Insomma, per dirla tutta, l'ennesima figuraccia davanti al pubblico brasiliano che pure lo aveva adottato, incitato, sostenuto e, in qualche caso (vedi pubblico femminile), anche idolatrarlo. I Mondiali 2014 dovevano essere la sua occasione, Natal oggi doveva essere la sua gara. Aveva un unico compito Balotelli: trascinare i compagni di squadra non tanto verso l'Impresa (parliamo sempre di gironi eliminatori), quanto verso una qualificazione a portata di mano. Archivia invece l'ennesima delusione di una stagione partita male e finita peggio. Il gol decisivo contro l'Inghilterra nella partita d'esordio sembrava avesse dato a Supermario le motivazioni giuste per prendersi definitivamente la scena del calcio italiano ed mondiale, la vicinanza di Fanny pareva gli avesse portato equilibrio e serenità nel bad-boy rossonero. Invece, solo un fuoco di paglia. Se in casa azzurra è tempo di bilanci, se Cesare Prandelli ci mette la faccia, per il ragazzo in perenne lite con il mondo, che dribbla più i cinguettii che i giocatori avversari, c'è solo l'ennesima brutta figura, accompagnata dai consueti inquietanti interrogativi sul suo futuro. Anche perchè diventa sempre più difficile collocarlo in campo. Balotelli, lo dicono tutti, è uno straordinario giocatore, ma ibrido. Ci hanno provato in tanti a raddrizzarlo, da Mourinho a Mancini, da Allegri a Seedorf a Prandelli, ma Balotelli, 24 anni il 12 agosto, si avvicina sempre più al profilo di promessa incompiuta, nascosta dietro a quel volto sempre corrucciato, irascibile, isterico e vittimista. Oggi, dopo la debacle, Andrea Pirlo, al passo d'addio alla nazionale, ha chiesto di parlare ai compagni. C'erano tutti tranne lui, solo soletto già sul pullman: metafora di un giocatore decisivo sì, ma a modo suo.

MONDIALI: DA ALLEGRI A MANCINI, ORA È CACCIA AL CT Parte anche corsa Figc:Albertini, Abodi,Tavecchio possibili nomi   - NATAL (BRASILE), 24 GIU - Scatta la caccia al nuovo ct. E in concomitanza parte la corsa elettorale per il nuovo presidente della Federcalcio. L'esito fallimentare del mondiale brasiliano provoca anche un ingorgo 'istituzionalè. Prandelli ha lasciato la panchina azzurra, Abete si è dimesso da presidente federale e dunque decadrà tutto il consiglio federale. Chi sceglierà il nuovo allenatore della nazionale? Abete intende coinvolgere un gruppo ristretto di consiglieri in proroga, in rappresentanza di tutte le componenti, non deciderà in prima persona. Dipendesse da lui, la scelta sarebbe tra Roberto Mancini e Massimiliano Allegri: il primo si è dimesso dal Galatasaray e non ha mai nascosto di sognare la panchina azzurra, il secondo è oramai libero dal Milan ma ancora nel cuore dei suoi vecchi dirigenti. Invece sarà una decisione collegiale. Zaccheroni e Ranieri erano ipotesi circolate prima del rinnovo di Prandelli, ma non sembrano l'ideale per un calcio che dovrà dichiarare la sua voglia di voltare pagina. Sul mercato, poi, c'è anche Luciano Spalletti: una combinazione tra Lippi e Prandelli, carattere e idee. In ogni caso, ci sarà anche il problema economico: Mancini e Spalletti vengono da contratti plurimilionari, per poterli vedere sulla panchina azzurra dovrebbero abbassare le pretese, e anche di molto. La soluzione interna, Di Biagio, appare troppo fragile in un momento come questo. Resta un'ipotesi, assai remota a sentire Prandelli che ha ribadito di non voler fare marcia indietro: per una revoca di dimissioni, servirebbe una sollevazione dell'opinione pubblica, difficile da immaginare con una eliminazione come quella di oggi. Le date della scelta del ct, in ogni caso, si intrecciano con quelle dell'elezione federale: per il ct c'è tempo fino a metà agosto, considerato che il primo impegno è il 9 settembre, Il consiglio Figc che Abete sta per convocare proverà invece a forzare un pò i tempi e a legare all'assemblea statutaria dell'11 agosto anche il rinnovo del governo del calcio. Tutto dipende dal punto a cui stanno le candidature delle diverse componenti. Tavecchio non ha nascosto in passato la sua volontà di candidarsi, conta sui voti della sua Lega Dilettanti che fa numero. Anche Ghirelli, direttore generale della Lega pro un pensiero ce lo sta facendo. Albertini, dimissionario già prima del Mondiale, è un nome candidabile. Molti fanno invece quello di Andrea Abodi, che ha gestito in questi mesi la Lega di B: potrebbe essere il candidato della Lega di A, sempre che i grandi club non abbiano un nome a sorpresa.

MONDIALI:GUARDIAN, SUAREZ AFFONDA I DENTI NELL'ITALIA Il morso a Chiellini in evidenza sulla stampa internazionale - ROMA, 24 GIU - Il più implacabile è il britannico The Guardian: «Luis Suarez affonda i suoi denti nell'Italia, mentre l'Uruguay si qualifica agli ottavi». Il francese L'Equipe, imitato dal belga La Derniere Heure, gli va dietro a ruota: «L'Uruguay più mordente», titola il primo, «L'Italia morsa dall'Uruguay», il secondo. Il morso di Suarez a Chiellini tiene banco anche sulla stampa internazionale online, sia generica sia sportiva, dove l'eliminazione dell'Italia e le conseguenti dimissioni di Cesare Prandelli sono stati a fine giornata tra i titoli principali. The Guardian ce l'ha in particolare con Mario Balotelli, definito «uno sciocco» per aver preso un'ammonizione al 23', eliminandosi dagli ottavi, visto il precedente cartellino giallo. The Telegraph parla di «controversia su un morso contro l'Italia», mentre The Independent, titolando «All bite on the night» (che si potrebbe tradurre semplicemente «un morso nella notte»), si chiede «se Suarez ha di nuovo morso qualcuno», rilevando che «l'Uruguay ce la fa, ma l'attaccante potrebbe essere squalificato». France Football insiste sulle dimissioni del ct Prandelli, dopo il fallimento del suo progetto. Lo spagnolo Marca apre con un sobrio e fattuale «Godin manda a casa l'Italia», e l'altro quotidiano sportivo iberico lo segue: «Un altro gol-miracolo di Godin qualifica l'Uruguay ed elimina l'Italia». Al Camp Nou, Diego Godin fu decisivo il 17 maggio per assegnare la Liga all'Atletico Madrid grazie al suo gol del pareggio contro il Barcellona. Il centrale segnò anche il primo gol della finale di Champions League contro il Real Madrid, vinta alla fin fine dai merengue per 4-1. «Godin jubila a Pirlo», cioè «manda in pensione Pirlo» è il titolo de El Pais. «Non si sa cosa sia - scrive il quotidiano madrileno - nè vuole essere l'Italia, persa a metà del cammino, incapace di decidere tra il gioco e il risultato, senza calcio nè patriottismo, punita dai poteri che hanno dominato per tanto tempo, impassibili di fronte a Buffon e Pirlo, due simboli del calcio che hanno fatto zoppicare in maniera definitiva gli Azzurri».

MONDIALI:TABAREZ DIFENDE SUAREZ,STOP MORALE 4 SOLDI 'Lo prendete di mira,io lo difendo.Mi scoppia il cuore per gioia ) - NATAL (BRASILE), 24 GIU - Oscar Wahsington Tabarez racconta cosa ha provato quando Godin ha messo in rete di testa la palla della qualificazione agli ottavi. «Io ho l'Uruguay dentro, mi è scoppiato il cuore in metto dalla gioia: volevo abbracciare tutti». Ma dopo aver superato la difesa dell'Italia, l'ex tecnico del Milan incassa dai media del suo Paese una serie di elogi con tanto di sottolineature del titolo 'el maestrò, in conferenza stampa contrattacca sul caso Suarez. «Questo è il Mondiale di calcio, non un Mondiale di morale da quattro soldi», sbotta quando per la terza volta un inviato internazionale gli chiede cosa pensi del morso di Suarez a Chiellini. A stuzzicarlo sono soprattutto i media britannici, e all'inviato della Bbc che gli ricorda come il suo attaccante sia recidivo. «Abbiamo cercato di mettere tutto lo sforzo possibile, abbiamo cercato di frenare l'Italia. Abbiamo cercato di cambiare il modo in cui stiamo in campo, per contrastare il loro centrocampo e soprattutto Pirlo. Con gli stessi uomini, abbiamo cambiato formazione. Se c'è una cosa che miei uomini hanno è la versatilità Poi ci sono state circostanze, l'espulsione di Marchisio. E poi entrambe le squadre hanno fatto di tutto. Abbiamo dovuto affrontare la circostanza, abbiamo avuto la fortuna di vincere, il gol è stato bello. È una cosa che non avremmo sognato, prima. Ora cercheremo di rilassarci. Al gol mi sono sentito scoppiare il cuore nel petto: mai allentato la passione che avevano da bambini, non li perdono mai di vista. Sono un prodotto dell'Uruguay, sento necessità di abbracciare chiunque mi stia accanto».

LASCIA ABETE E CROLLA PALAZZO,ORA POSSO RISPONDERE AI GUFI 'Decisione presa prima Mondiale.È mancato il supporto del Conì - NATAL (BRASILE), 24 GIU - Cade la nazionale, crolla il palazzo del calcio. Anzi, tutto il calcio italiano. Dopo aver annunciato ad Abete e Albertini le sue dimissioni da commissario tecnico, Prandelli ha ascoltato il presidente federale andare anche oltre il suo gesto. «Anche io mi dimetto, e le mie dimissioni sono irrevocabili», l'annuncio del presidente federale dopo l'eliminazione dell'Italia dal Mondiale. Il sottinteso, poi espresso anche esplicitamente, era la speranza che l'addio di Prandelli potesse essere revocato. «No, anche le mie dimissioni sono irrevocabili», ha risposto a breve in conferenza il commissario tecnico. E il doppio addio ha segnato davvero la fine di un'epoca. Finisce dunque l'epoca di Abete, presidente dal 2007 e presente come dirigente «a sette Mondiali». E con lei finisce un'intera era. «Ma bisogna voltare pagina», dicono in coro il presidente e il ct dimissionari. Ora, tra venerdì e lunedì, Abete convocherà il consiglio federale che dovrà prendere atto delle dimissioni di presidente e commissario tecnico. L'organismo che governa il calcio automaticamente decadrà, perchè andrà convocata un'assemblea elettiva per la quale servono i tempi stabiliti da statuto: l'11 agosto era già prevista un'assemblea per modifiche statutarie, se non si farà in tempo per quella data si dovrà slittare a settembre, a campionato in corso. Si porrà poi il problema di chi nomina il nuovo commissario tecnico, la prima partita azzurra è quella di qualificazione a Euro 2016, a inizio settembre. Scontato che non possa essere Abete a decidere, la soluzione che si prospetta è una decisione condivisa con i rappresentanti delle componenti. Ovvero, l'ultima rappresentazione del consociativismo contro il quale si è scagliato oggi Abete. «La mia decisione di lasciare - racconta il presidente dimissionario - era stata presa prima: potete crederci o no, dipende dalla qualità delle persone farlo. I motivi sono tre: personali, per recuperare spazio alla mia vita; professionale, perchè il mio ruolo in federazione è volontaristico; e infine politico». Abete assicura che continuerà a svolgere il suo ruolo di politica sportiva, come vicepresidente Uefa e membro di Giunta Coni. «Avrò l'occasione di aprire la mia rubrica e rispondere ai tanti gufi e uccelli del malaugurio sentiti in questi anni. Alle critiche - la conclusione - sono sempre stato abituato: a certi attacchi, no» Perciò, per non rappresentare «un problema nella costruzione del progetto di rifondazione del calcio italiano di cui Prandelli, a mio avviso, potrà essere ancora il responsabile». Il dito è però puntato contro le Leghe e contro il Coni. «Il problema del nostro mondo è che tutti pensano agli interessi particolari, manca la figura di chi tutela quelli generali: basti pensare che decaduto io e decaduto il consiglio, tutte le componenti rimarranno al loro posto...Sarebbe poi servito - la 'punturà al neopresidente del Coni Giovanni Malagò - un sostegno delle istituzioni sportive, che sinceramente in questi mesi è assolutamente mancato».

L'ADDIO DI PRANDELLI«IO RESPONSABILE MA NON RUBO SOLDI» «Da quando ho firmato contratto attaccato come fossi un partito» (dell'inviato Francesco Grant) (ANSA) - NATAL (BRASILE), 24 GIU - Un addio pieno di amarezza, e al tempo stesso dai toni forti. Cesare Prandelli lascia, e con lui - ma indipendentemente da lui - si dimette anche Giancarlo Abete. E il calcio italiano crolla tutto. Il commissario tecnico ha chiuso la sua esperienza alla guida della nazionale dopo quattro anni, e nonostante un rinnovo appena firmato. Soprattutto, ha chiuso un'intera epoca. Causa il fallimento tecnico del Mondiale concluso dopo sole tre partite, ma non solo. «Siamo l'unica nazionale che parte senza il tifo della sua gente, poi però si chiede col Mondiale di risollevare le sorti della nazione: quando siamo partiti quasi ci vergognavamo di andare al Mondiale», è stato lo sfogo di Prandelli dopo la sconfitta con l'Uruguay. Ma il punto di partenza era stato, in precedenza, l'assunzione di responsabilità e la scelta consequenziale di dire addio all'azzurro. «Il responsabile sono io, il progetto era mio e non è stato un progetto vincente: mi prendo le responsabilità e mi dimetto. E sono dimissioni irrevocabili», l'annuncio del ct. L'uno-due dell'espulsione di Marchisio e del gol di Godin sembrava aver buttato fuori la nazionale del Mondiale, e invece ha aperto ufficialmente la crisi tecnica, oltre a quella politica. Con un gesto semplice e poco consueto, le dimissioni, Prandelli ha di colpo scavalcato i dubbi sulla preparazione, sul ritiro aperto alle famiglie, sul valore di giocatori come Balotelli e sulla gestione di uomini come Cassano. «Abbiamo un problema di qualità: sapevamo che avremmo avuto difficoltà con certe squadre, quelle che non abbiamo avuto contro l'Inghilterra: il nostro calcio non produce più certi tipi di giocatori, e su questi dobbiamo tutti riflettere. Balotelli? Fa parte del progetto, quello in cui mi prendo le responsabilità del fallimento». C«e appena spazio per recriminare per una partita »falsata dall'arbitro«. »L'espulsione di Marchisio è stata clamorosa, era una partita dura ma non da rosso. E su Suarez i guardalinee di solito molto attenti non si sono accorti...A questi livelli - dice amaro - servirebbe la moviola in campo, perchè il calcio è bello quando ci sono due squadre che giocano, e giocano alla pari. Stasera non è stato così. Suarez? - la conclusione - Ci sono i segni dei suoi denti sulla spalla di Chiellini«. Ma Prandelli ammette che quando perdi, nel calcio, le scusanti non servono più. E trasforma la sua assunzione di responsabilità in un duro atto d'accusa al calcio italiano. E anche a tutto ciò che gli ruota intorno. »Da quando ho firmato il rinnovo - confessa pieno di amarezza - qualcosa è cambiato. Hanno cominciato ad attaccarci, come fossimo un partito politico. Ma io non ho mai rubato soldi, si sa che la Figc non prende solo contributi pubblici: pago le tasse e non rubo i soldi pubblici. Certo, la mia decisione non deriva da questo: ma è una considerazione in più...«. Insieme alla consapevolezza, più volte confessata in questi anni, che il calcio italiano sia in un vicolo cieco. »Dobbiamo rifondarlo - il suo messaggio - Bisogna voltare pagina. Partendo dai vivai, e dall'amore per la nazionale. È inutile nasconderlo: l'azzurro non è amato. Siamo partiti per il Brasile con fischi e insulti, quasi ci vergognavamo. Poi però quando entriamo in campo ci chiedono di risollevare le sorti del Paese...«. Poi, l'affondo ai club: »Non c'è collaborazione: basti pensare che abbiamo giocato una partita con la Spagna mercoledì e domenica sera si sono giocati due posticipi di campionato«. Probabile che dalla prossima stagione ci sia uno spettatore in più davanti alla tv. Pieno di amarezza.

MONDIALI: CAPORETTO AZZURRA, TUTTI A CASA Italia sconfitta 1-0 ed eliminata.Si dimettono Prandelli e Abete   (dell'inviato Piercarlo Presutti) (ANSA) - NATAL, 24 GIU - Una Caporetto del pallone azzurro, per restare alla storia patria evocata alla vigilia da Cesare Prandelli: l'Italia perde 1-0 contro l'Uruguay e viene eliminata dai mondiali a capo di una partita di rara bruttezza, una sconfitta che quasi inevitabilmente decapita il calcio italiano. Si dimette il commissario tecnico («Mi prendo le mie responsabilità»), a seguire se ne va per responsabilità diretta in un fallimento, che è epocale e comprende anche le difficoltà dei club a livello europeo, anche il presidente della Figc, Giancarlo Abete («Serve un nuovo modo di governare il calcio»). Non pagano nell'immediato i giocatori, ma per molti di loro, tra i quali per primo Balotelli, la bocciatura brasiliana è un plateale, ulteriore, ridimensionamento. Non c'è un eroe alla Enrico Toti ma nemmeno un onesto guerriero del pallone in questa generazione azzurra: e l'appello ai valori nazionali fatto ieri da Prandelli è risultato oggi paradossale, soprattutto alla luce del fatto che sul piano tecnico tra le due nazionali non esiste paragone. È vero, gli azzurri hanno giocato più di mezz'ora in inferiorità numerica per l'espulsione di Marchisio: ma il cartellino rosso non è del tutto immotivato (quel piede alzato dello juventino è comunque un rischio), e il fatto che a prenderlo sia stato un giocatore che in quasi trecento partite da professionista solo un'altra volta era stato cacciato dall'arbitro non è un'alibi ma semmai una riprova del fatto che con la testa e il cuore, l'Italia era già ripartita nei giorni scorsi dal Brasile. In una partita che è stato un lungo corpo a corpo, la prima colpa dell'Italia è stata quella di non avere cercato seriamente il colpo del ko quando gambe e tecnica la ponevano in posizione di maggiore forza. Invece gli azzurri, tra i quali nella sfida di Natal si sono salvati sostanzialmente solo Verratti e Buffon, hanno ruminato calcio per un'ora. Poi la follia di Marchisio, che è andato con il piede alzato a cercare la gamba di Arevalo in un contrasto in fase offensiva, li ha messi in condizioni di estrema difficoltà fisica. È venuta meno la lucidità, e con essa l'attenzione in fase difensiva. E infatti il gol di testa di Godin è arrivato su angolo, a retroguardia schierata. Ma al di là della gara di Natal, è l'intera spedizione azzurra ad assumere i contorni del fallimento: una illusoria vittoria con gli inglesi in avvio, due sconfitte sostanzialmente senza lampi con il Costarica e l'Uruguay. Prandelli in avvio aveva confermato le indicazioni della vigilia, rivoluzionando sul piano tattico la squadra: difesa a 3 con gli juventini Barzagli, Bonucci e Chiellini, due esterni, Darmian e De Sciglio. A dare i tempi al motore azzurro, i due registi Verratti e Pirlo, affiancati da Marchisio, auspicato mix di fosforo e dinamismo, in avanti la strana coppia Immbile- Balotelli. La risposta del maestro Tabarez era semplice: la «Garra» (la tradizionale forza, umiltà e perseveranza degli uruguayani alla ricerca di un risultato) a pervadere ogni zona del campo, sperando nel colpo della coppia Cavani- Suarez. Il risultato era un primo tempo con il costante controllo del gioco da parte egli azzurri, certo più equilibrati con il nuovo modulo 3-5-2 e anche superiori sul piano tecnico. A gestire il gioco dell'Italia era stavolta più Verratti che Pirlo, fatto sta che se una colpa aveva la squadra di Prandelli era nel non cercare con convinzione il colpo vincente, a lungo assolutamente alla portata visto che soprattutto dietro la pochezza degli avversari era netta. I tempi degli scambi tra Balotelli e Immobile erano assai poco rodati e i due sostanzialmente deludevano: così gli azzurri arrivavano al tiro solo un paio di volte. La prima proprio con una punizione di Pirlo deviata con fatica da Muslera al 12', la seconda a capo di un'azione corale conclusa da un cross di De Sciglio sul quale Immobile andava in maniera goffa, «sbucciando» il pallone che finiva alto. Come il coro «Italia-Italia» che si alzava nonostante tutto dagli spalti, perchè sembrava la certificazione di una superiorità di manovra. E l'Uruguay? Velleitario in un paio di tiracci di Caceres dalla propria metà campo, offriva una sola emozione ai suoi tanti sostenitori sulle tribune: era al 32', quando Buffon era costretto alla doppia uscita su tiro ravvicinato prima di Suarez e poi di Lodeiro. Nella ripresa Prandelli applicava un ulteriore correttivo: fuori Balotelli, mai incisivo, e dentro Parolo con Immobile unica punta. Una furbata di Cavani al 6' (si appoggiava a Chiellini, finiva a terra e chiedeva inutilmente il rigore) poi al 14' Rodriguez scappava a Marchisio e Darmian e dopo scambio con Cavani falliva il colpo del ko. Era un campanello d'allarme e infatti un minuto dopo la gara cambiava volto: Marchisio andava a contrasto con Arevalo tenendo il piede alzato anche se non con la gamba del tutto allungata in un gesto violento: il contatto c'era, l'arbitro Rodrguez optava per l'espulsione. Gli azzurri così venivano condannati a mezz'ora in inferiorità numerica. Pirlo sembrava l'ombra di sè e sbagliava un paio di tocchi oltre a un tiro da fuori. Ci provava allora al 20' Suarez d'esterno destro con gran risposta di Buffon. La gara diventava un assedio, e allora Prandelli toglieva anche Immobile per dare spazio a Cassano. Toccava poi a Thiago Motta, al posto di Verratti che si infortunava in un contrasto. Una testata di Suarez (con l'aggiunta di morso alla spalla) a Chiellini al 34' avrebbe potuto riequilibrare le forze in campo se l'arbitro avesse visto bene l'episodio, invece su angolo dalla destra toccava a Godin di testa mettere in rete. La chiusura era un'agonia azzurra, con Buffon inutilmente a lungo nella metà campo avversaria. L' Italia era fuori dal mondiale per la seconda volta consecutiva già dopo il girone: non succedeva da 48 anni (Cile 1962 e Inghilterra 1966), insomma dalla Corea. Che poi è l'equivalente calcistico di Caporetto

TWEET MONDIALI: 'DRACULÀ SUAREZ È SUPERSTAR Come Tyson contro Holyfield, c'è chi chiede radiazione a vita  - ROMA, 24 GIU - Suarez vampiro superstar su Twitter. In pochi minuti il morso inflitto dal Pistolero a Giorgio Chiellini nell'incontro dei Mondiali tra Italia e Uruguay che ha sancito l'eliminazione degli Azzurri, ha fatto il giro del mondo ed è diventato virale sui social network. Si va dal fotomontaggio del Pistolero con i dentoni alla Dracula, all'attaccante che d'ora in poi dovrà scendere in campo col collarino di plastica, simile a quelli che i cani devono portare per evitare di grattarsi. C'è anche, su Betfair, Luis Suarez in veste di Hannibal Lecter, o anche chi ricorda Mike Tyson, il pugile che nel 1997 a Las Vegas tentò di strappare un orecchio al suo avversario campione del mondo Evander Holyfield, scandalizzando il mondo intero, e vedendosi revocata la sua licenza da pugile, oltre ad essere sanzionato con una multa di 3 milioni di dollari. Su Twitter, Hargreaves Island, suggerisce a Suarez di «mangiare una barretta energetica, per non trasformarti in Mike Tyson quando sei affamato». Sempre sul social network il centrocampista della nazionale algerina Adlène Guedioura è stato tra i primi ad intervenire, con due cinguettii di seguito. Prima «Suarez Vampiro». Poi: «È vaccinato Suarez? Sono seriamente preoccupato per Chiellini». L'account britannico GeniusFootball ha chiesto addirittura ai suoi follower di ritwittare un messaggio che ipotizza una squalifica per due anni al Pistolero, «se pensate che a Suarez debba essere proibito per sempre di giocare a calcio». Sul caso Suarez è intervenuto infine anche l'ex campione di tennis statunitense John McEnroe, ritirando fuori la sua famosa frase rivolta agli arbitri, da lui quasi sistematicamente contestati in tutti i torni del Grande Slam: «Suarez, you cannot be serious!!!, Suarez, non sta facendo sul serio!!!.

MONDIALI: BUFFON SCELTO UOMO PARTITA DI ITALIA-URUGUAY (ANSA) - ROMA, 24 GIU - Nonostante la sconfitta per 1-0 con l'Uruguay e l'eliminazione dal Mondiale, il portiere dell'Italia Gianluigi Buffon è stato scelto e premiato dalla Fifa come 'uomo partità dell'incontro giocato questa sera allo Stadio das Dunas di Natal.

MONDIALI: STAMPA BAIRES,«HANNIBAL LECTER O HANNIBAL SUAREZ?»  - BUENOS AIRES, 24 GIU - «Hannibal Lecter o Hannibal Suarez?»: il quotidiano sportivo argentino Olè va subito al punto sulla morso del 'pistolero Luis' a Chiellini, vicenda ripresa anche da altri quotidiani latinoamericani. «A quanto pare - afferma Olè - Suarez è rimasto segnato dal celebre personaggio della finzione diventato famoso nel film 'Il silenzio degli innocentì, a causa - tra l'altro - dei suoi attacchi cannibali». «È vero, Suarez non ha mangiato nessuno, ma ha aggredito con un 'mordiscon' (morso) Chiellini proprio un minuto prima della rete di Diego Godin: è scampato al cartellino rosso perchè - ricorda il giornale - non è stato visto nè dall'arbitro nè dall'assistente». Il 'mordiscò dell'attaccante uruguaiano è d'altra parte in evidenza sulla home page del quotidiano Clarin. E sulle reti sociali 'viaggianò in queste ore numerosi commenti e foto ironici sulla vicenda.

MONDIALI: MORSO SUAREZ, FIFA APRE INCHIESTA  - NATAL, 24 GIU - «La Fifa sentirà i direttori di gara e metterà insieme gli elementi necessari e poi prenderà una decisione per fare una valutazione sul caso del presunto morso di Suarez a Chiellini durante Italia-Uruguay». Lo ha annunciato la responsabile della comunicazione della Fifa, Segolene Valentin

MONDIALI: PIÙ VAMPIRO CHE PISTOLERO,SUAREZ MORDE ANCORA Chiellini il terzo finito sotto denti attaccante dell'Uruguay  - ROMA, 24 GIU - Altro che 'Pistolerò. Luis Suarez contro l'Italia spara a salve, non incide nel successo dell'Uruguay che elimina gli Azzurri dal Mondiale, ma in compenso si ricorda benissimo del suo 'viziò di mordere gli avversari. Stavolta il malcapitato a finire sotto i denti dell'attaccante del Liverpool è Giorgio Chiellini, roccioso difensore con una carriera già ricca di scontri rudi ma ancora vergine dal punto di vista dei morsi. Il centrale della Juventus, però, doveva forse aspettarselo visto che un vecchio adagio recita chiaramente 'non c'è due senza trè. La prima 'vittimà di Suarez, d'altronde, è datata novembre 2010. Quando ancora indossava la maglia dell'Ajax morse al collo il centrocampista del Psv Eindhoven, Otman Bakkal, e fu squalificato per sette turni. Uno stop che alla luce dei fatti, oltre a valergli l'appellativo di 'vampirò, è servito a ben poco. Nell'aprile dello scorso anno, infatti, il centravanti ha conquistato nuovamente gli onori della cronaca finendo sulle pagine dei tabloid britannici con tanto di fotomontaggi con annessa museruola (in perfetto stile Hannibal Lecter) dopo aver addentato il braccio del difensore Ivanovic del Chelsea. Suarez si era scusato per il suo gesto via Twitter, ed infatti Ivanovic non aveva sporto denuncia. Gesto che - proprio come nel caso di Chiellini - era sfuggito in campo alla terna arbitrale. Grazie all'uso delle immagini televisive, però, l'uruguaiano si beccò successivamente un'altra lunga squalifica di ben 10 giornate. Oltre ai tanti gol segnati in carriera, insomma, Suarez vanta sul curriculum anche una serie di atteggiamenti tutt'altro che sportivi (in lista anche le frasi razziste all'indirizzo di Evra). E adesso starà alla Fifa visionare le immagini e decidere come sanzionare il giocatore che rischia seriamente di saltare gli ottavi di finale appena conquistati a spese dell'Italia.

MONDIALI: FESTA URUGUAY, «EROICI CON ITALIA,ANDREMO LONTANO» Montevideo 'Celestè.Morso Suarez? «È il momento della fiesta»  - MONTEVIDEO, 24 (ANSA) - Un boato, la gente impazzita, l'impresa raggiunta: così Montevideo festeggia la vittoria della nazionale con l'Italia. In una nebbiosa giornata invernale, i tifosi si sono subito radunati nei principali punti della città del Plata dove si celebrano risultati sportivi e politici, tra i quali in alcuni tratti della 'ramblà, il bel lungomare della capitale, e la grande Avenida 18 De Julio, da dove sono subito partiti i caroselli e i clackson delle auto. Ormai da giorni, molte auto sono addobbate con le bandiere uruguaiane e celesti. Altre hanno le immagini del 'Pistolerò Suarez e di Edinson Cavani. Invece di Luis Suarez, questa volta l'eroe è Diego Godin, l'autore del gol di testa - anzi - di spalla, sottolineano tanti tifosi e i media. Per ora a Montevideo si parla d'altra parte poco del morso di Suarez a Chiellini: questa in Uruguay è la serata (la partita è iniziata alle 13 ora locale) della 'fiestà, o meglio del 'fieston', come raccontano tanti tifosi su twitter. Non è così invece sulla stampa, visto per esempio che El Pais, principale quotidiano 'uruguayò, sottolinea nella sua home page «l'incertezza esistente sul fatto se Suarez sarà oppure no sanzionato» dalla Fifa. «Epici, ancora una volta», taglia d'altra parte corto El Observador, mentre altri titoli sono scritti in parte in italiano, per esempio «La Celeste va 'lontanò».

MONDIALI:STAMPA URUGUAY;MORSO,«A SUAREZ È SCAPPATA LA BOCCA» «Recidivo», casi Liverpool e Ajax. Timori intervento Fifa  - MONTEVIDEO, 24 GIU - La stampa di Montevideo non esclude che la Fifa possa intervenire per il comportamento di Luis Suarez commentando le accuse per il morso al difensore Giorgio Chiellini. «A Suarez, si afferma, gli è scappata la bocca». «Oggi Suarez è stato recidivo», affermano i media, senza escludere che a seguito di un intervento della Fifa Suarez possa essere escluso nella partita degli ottavi con la Colombia al Maracanà: «per l'Uruguay, si afferma, questa sarebbe la peggior notizia». Secondo il quotidiano El Pais, «a Luis è scappata la bocca», mentre altri media ricordano la maxi-sanzione (dieci giornate) inflitta nell'aprile scorso all'attaccante del Liverpool a causa del morso dato durante un incontro della Premier League al difensore del Chelsea Branislav Ivanovic. Nel 2010, il comitato disciplinario della federcalcio olandese lo sanziono d'altra parte con otto giornate a causa di un episodio simile quando Suarez giocava nell'Ajax: in quell'occasione la 'vittimà del morso alla spalla fu il centrocampista del Psv, Otman Bakkal. Nella vicina Buenos Aires, il quotidiano sportivo Olè titola «Hannibal Suarez»


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Luigi Palamara
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Reggio Calabria: Riflessioni Giuseppe Falcomatà. Soppressione sedi Tar e Scuola Superiore P.A.

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Soppressione sedi Tar e Scuola Superiore P.A.

I necessari processi di semplificazione e di governo della spesa, se non hanno l'obiettivo di un recupero dell'efficienza rischiano di paralizzare il comparto giustizia.
Pertanto, senza giri di parole, l'idea di chiudere la sezione reggina del TAR Calabria è semplicemente incomprensibile. Non produrrà, infatti, nessun risparmio, anzi farà lievitare i costi. Il personale dovrà essere trasferito altrove, come pure i magistrati. La sede, un palazzo storico nel cuore della città, appartiene al Demanio dello Stato e, quindi, non genera costi per l'affitto!
Questa decisione avrà soltanto effetti negativi a cascata per i cittadini e le imprese, in termini di aumento delle spese (oltre quelle già importanti del giudizio amministrativo) per recarsi al Tar di Catanzaro, per il personale e i giudici che dovranno trasferirsi (o viaggiare) con tutte le conseguenze che ne discendono.
Non si possono fare tagli con la scure. Tra l'altro, la sezione staccata del Tar di Reggio ha oltre quattromila ricorsi pendenti e circa ottocento nuovi ricorsi l'anno. Questo ingente numero, sommato agli altri, ingesserebbe del tutto l'attività della giustizia amministrativa.
Parimenti, è sempre più crescente la preoccupazione circa la soppressione della sede distaccata della Scuola Nazionale dell'Amministrazione di Reggio.
L'azione formativa che la SNA ha svolto nel tempo, ha soddisfatto non soltanto i bisogni formativi delle amministrazioni del Mezzogiorno, ma ha contribuito al miglioramento organizzativo e gestionale delle amministrazioni coinvolte.
La salvaguardia della permanenza sul territorio e  la valorizzazione della sede della SNA di Reggio Calabria, sono condizioni fondamentali per garantire la prosecuzione dell'attività formativa e di ricerca, quale preziosa fonte di sapere ed esperienza, che devono accompagnare, in maniera efficiente ed efficace, il processo di rinnovamento della Pubblica Amministrazione tanto auspicato dal Governo.
Reggio città Metropolitana non potrà privarsi di questi due punti di riferimento.
Oltre alla solidarietà, sarebbe opportuno che questa giusta protesta, condivisa già nei giorni scorsi da diverse parti politiche, trovasse un unico forte comun denominatore che è quello della difesa di due istituzioni fondamentali per la città.

Giuseppe Falcomatà
Candidato Sindaco Primarie Csx
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Condofuri, il ritorno del 'maresciallo Rocca' alias Carlo Livia, comandante della stazione

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Il brillante sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri si segnala sempre e comunque per il suo fiuto di segugio. Scoperti alcuni fucili mitragliatori compreso un A 47 il famigerato Kalashnikov
CONDOFURI (RC), IL "MARESCIALLO ROCCA" ALIAS CARLO LIVIA, SCOVA UN ALTRO ARSENALE
Domenico Salvatore


CONDOFURI (Reggio Calabria) A San Carlo di Condofuri c'è una Caserma dei Carabinieri, quanto mai efficiente, efficace e funzionale, oggi diretta dal maresciallo capo Carlo Livia;visitata pure qualche anno fa, dal generale di Corpo d'Armata, con incarico speciale, Sergio Siracusa, comandante nazionale dei Carabinieri, che ebbe modo di complimentarsi con il personale della Caserma di Condofuri, trasferita a San Carlo e con il suo comandante. Tanti gli episodi di cronaca nera, che l'hanno visto protagonista nel prevenire e qualche volta reprimere delitti e reati contro il patrimonio e la persona. Compreso un omicidio consumato in un bar della frazione San Carlo proprio di fronte alla chiesa, vittima il giovane Leonardo Modafferi, incensurato barista, 36 anni, ucciso il 22 ottobre 2007, a colpi di fucile caricato a lupara, da Giuseppe Rodà di anni 53, reo confesso, arrestato a tempo di record dal maresciallo Carlo Livia. Oltre alla stazione dei Carabinieri su Condofuri insiste anche un Commissariato della Polizia di Stato, il segno che il territorio dello hinterland sia abbastanza 'movimentato'. Nella stazione dei sequestri, il locale di 'ndrangheta di Condofuri, fu attenzionato dalle forze di polizia; al centro di un paio di rapimenti e di alcuni omicidi. Anche in epoca recente, Condofuri è stato interessato da due operazioni della DDA di Reggio Calabria'Konta Korion-Parola d'onore ed Eldorado'. Non solo, il Comune venne sciolto per infiltrazioni mafiose. Poi gli elettori sono tornati alle urne ed è stata ripristinata l'agibilità democratica. 

Nuovo sindaco (l'avvocato Salvatore  Mafrici) e nuovo Consiglio Comunale. Il ritrovamento di quest'arsenale, desta qualche preoccupazione, anche perché oltre alle lupare e fucili sono state trovate altre armi micidiali, come il famigerato fucile mitragliatore Kalashnikov ed una mitraglietta Uzi di fabbricazione israeliana. C'è un riarmo delle cosche, in vista di uno scontro armato? Rimase sorpreso e lo confessò candidamente, in piena conferenza stampa, il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. Ma a Condofuri i locali di mafia sono sempre esistiti, storia alla mano. Il cartello dei Casile-Rodà, ma anche altri boss della 'ndrangheta. La politica non è indenne. Arrestati in epoche diverse, sindaci, vicesindaci, assessori e consiglieri. Altri amministratori hanno avuto conti aperti con la Giustizia. Il comandante della stazione, maresciallo maggiore Carlo Livia, occhio di falco e fiuto di segugio, che si muove sotto le direttive del capitano  Gennaro Cascone, comandante della Compagnia di Melito di Porto Salvo, ha avuto modo di evidenziare le sue qualità, capacità ed abilità professionali e l'esperienza al servizio dell'Arma e del territorio. I Carabinieri e per la verità anche la Polizia di Stato, in questa fase diretta dal vice-questore aggiunto Enrico Palermo, sul territorio, stanno svolgendo un lavoro d'intelligence, assai valido. Almeno non si segnalano faide sanguinarie per la conquista del territorio.

Domenico Salvatore

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Reggio Calabria, attività promosse dal settore politiche ambientali

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Reggio calabria 25 giugno 2014 - Tra le diverse attività promosse  a favore della  tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, il Settore Politiche ambientali  del Comune di Reggio Calabria sta procedendo all'affidamento del servizio di decespugliamento e taglio del manto erboso nelle aree verdi e del servizio di pulizia delle medesime aree di pertinenza, mediante convenzionamento con Cooperative sociali di tipo B.

Nelle more della formalizzazione delle convenzioni, le Cooperative "Bruzia Multiservice", "Le Rasole", "Massimo Chillino", "SELA", "In Circolo" e "ROM 1995", coinvolte in entrambi i servizi, su impulso della Commissione straordinaria e  di concerto con la dr.ssa Carmen Stracuzza, dirigente del settore, hanno previsto di realizzare, in modo assolutamente volontario, nelle giornate del 27 e 28 giugno, la pulizia straordinaria delle aiuole del Lungomare Falcomatà.

"Ciò consentirà di stimolare il senso civico della cittadinanza- ha dichiarato il Prefetto Gaetano Chiusolo, coordinatore della Commissione straordinaria-  ed inviare  un forte segnale alla collettività, chiamata a partecipare attivamente alla rinascita della città, salvaguardando il più possibile lo splendido scenario offerto dal "più bel chilometro d'Italia".
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Luigi Palamara
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TERMINI IMERESE: CARABINIERI ARRESTANO DUE GIOVANI PER FURTO.

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È incessante l'attività di contrasto al fenomeno dei reati predatori posta in essere dai Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese. Ieri pomeriggio due ladri sono finiti nelle maglie sempre più fitte della rete di controlli organizzati dai Carabinieri per garantire la sicurezza dei cittadini.
Erano le 14.00 circa, di un afoso pomeriggio di prima estate nella zona dell'agglomerato industriale di Termini Imerese, quando il comportamento anomalo di BRANCATO Ottavio, classe '65 e BELLAVILLE Maurizio, classe '77, entrambi termitani, ha attirato l'attenzione di una pattuglia dei Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia di Termini Imerese che svolgeva normale servizio di pattugliamento proprio nella zona industriale. I militari hanno pertanto deciso di osservare a distanza, da una posizione defilata, i comportamenti  dei due e quando si sono accorti che gli stessi si erano introdotti furtivamente all'interno dello stabilimento in liquidazione "FOOD LINE S.r.l.", già operante nel settore della produzione, confezionamento e surgelazione di prodotti dolciari, rosticceria e gelateria, hanno deciso di avvicinarsi.
Non appena i due giovani sono usciti dalla predetta azienda ed avevano iniziato a caricare il bagagliaio dell'autovettura in loro possesso di materiale elettrico vario, precedentemente asportato dai capannoni della predetta azienda, ormai non più in attività, sono intervenuti bloccandoli e dichiarandoli in stato di arresto per il reato di furto aggravato in concorso.
La successiva perquisizione all'interno dell'autovettura consentiva di recuperare tutta la refurtiva e gli attrezzi utilizzati dagli stessi per asportare il materiale elettrico, tra i quali un seghetto ed una serie di tenaglie, cacciaviti e cutters, quest'ultimi utilissimi per sguainare i fili elettrici e ricavarci il rame nudo.
Espletate le formalità di rito, BRANCATO Ottavio e BELLAVILLE Maurizio venivano tradotti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazione in attesa del giudizio con rito per direttissima disposto dall'Autorità Giudiziaria e svoltosi nel corso della mattinata di ieri presso il Tribunale di Termini Imerese.
Il giudice convalidava l'arresto e disponeva nei confronti di BRANCATO Ottavio l'obbligo di dimora a Termini Imerese e nei confronti di BELLAVILLE Maurizio l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria in attesa dell'udienza fissata per il 03.07.2014.
Palermo, 25 giugno 2014





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Messina: Carabinieri continuano il contrasto al fenomeno del commercio ambulante abusivo.

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Compagnia di Messina centro

Messina: Carabinieri continuano il contrasto al fenomeno del commercio ambulante abusivo.
Dopo i controlli dei giorni precedenti concentrati principalmente nella zona sud della città, i Carabinieri della Compagnia di Messina Centro hanno deciso di scendere in campo per cercare di trovare una soluzione al problema atavico del commercio abusivo ambulante per le vie della città. La situazione insostenibile venutasi a creare nel corso del tempo in merito a questo fenomeno richiede, infatti, un intervento risolutivo e concreto da parte delle forze dell'Ordine, che a più riprese stanno cercando di intervenire in maniera risoluta per porre fine a questo serio problema.
Totale disinteresse per le minime ed elementari norme igienico-sanitarie; banchi posizionati non solo sui marciapiedi, ma anche in mezzo alla strada, occupando abusivamente il suolo pubblico e creando gravi intralci alla circolazione sia dei pedoni che dei veicoli; assoluto e completo disinteresse nei confronti di licenze, autorizzazioni, concessioni e tasse, che cittadini onesti pagano ogni giorno: sono queste solo alcune delle ragioni che hanno portato la cittadinanza intera a mal tollerare questa incresciosa criticità cittadina.
Per questi motivi, è così scattata, alle nove della mattina di martedì 24 giugno 2014, l'operazione di controllo a tappeto di tutti i venditori ambulanti della zona di Camaro superiore, nei pressi del mercato Zaera, condotta dalle Stazioni Carabinieri di Camaro-Superiore ed Arcivescovado, con la collaborazione della Sezione Annona della Polizia Municipale del Comune di Messina.
I controlli hanno portato diversi risultati:  contravvenzione a 12 persone per mancato possesso dell'autorizzazione alla vendita al dettaglio di prodotti ortofrutticoli; sequestro amministrativo di 12000 kg di merce, per un valore di circa 10000 euro. Alla maggior parte degli abusivi sanzionati sono stati altresì sequestrati i furgoni utilizzati per trasportare e vendere la merce, in quanto quasi tutti erano privi di copertura assicurativa.
L'operazione, proseguita fino alle ore 14:00, in poche ore ha consentito di sgomberare le vie e le zone limitrofe a viale Europa e viale Italia; sono state sgomberate tutte le postazioni di vendita abusive, che creavano notevoli disagi a tutti i cittadini. Al contrario, la merce sequestrata, dopo essere stata controllata da personale specializzato, è stata interamente devoluta in beneficienza alla mensa dei poveri dell'istituto "Cristo Re".


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Seveso. Squadre di Protezione civile e Polizia locale sul posto, il fiume e' esondato

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Milano, 25 giugno 2014 - Intorno alle 10 di stamane il fiume Seveso è esondato in zona Niguarda ed è immediatamente entrato in azione il protocollo di procedure del Comune di Milano.

Sul posto sono presenti le squadre di Protezione civile, MM servizi idrici, Amsa e Polizia locale. Sono presenti per verificare la situazione anche l'assessore alla Sicurezza e Coesione civile, Polizia locale e  Protezione civile Marco Granelli e il comandante della Polizia locale Tullio Mastrangelo.

Da ieri la Centrale Operativa della Protezione civile monitora la situazione ed erano già state chiuse le paratoie del canale scolmatore di Nord Ovest a Palazzolo Milanese  per deviare le acque del Seveso ma in seguito alle violente piogge di stamane il fiume è uscito dall'alveo e in alcune strade della zona di Niguarda l'acqua raggiunge i 20 centimetri. 

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Campo scuola di atletica, incontro tra il Presidente Praticò e il mondo dell’atletica

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Campo scuola di atletica, incontro tra
il Presidente Praticò e il mondo dell'atletica


La Provincia rassicura: domani l'arrivo degli spogliatoi mobili. Fronte compatto di famiglie, atleti, società e federazione assieme al Coni regionale e provinciale

Si è svolta questo pomeriggio nella sede del Coni Calabria, una riunione tra il Presidente del comitato olimpico regionale Mimmo Praticò e le famiglie reggine fruitrici del campo scuola di atletica del rione Modena.  
L'incontro, al quale hanno partecipato anche i dirigenti della Fidal (il Presidente regionale Ignazio Vita e il Presidente provinciale Luigi Gangemi), i rappresentati delle società di atletica e il delegato provinciale del Coni Antonio Laganà, è stato fortemente voluto dai genitori che hanno chiesto a gran voce di conoscere i tempi tecnici di riapertura della struttura sportiva e quali siano le singole azioni che gli enti preposti intendono attuare in merito.
"Le vostre istanze – ha dichiarato Mimmo Praticò – sono state il fulcro del mio lavoro degli ultimi mesi. Mi sono rivolto in prima persona, non solo agli enti pubblici territoriali ma  anche al Coni nazionale. Ho cercato sempre di essere collaborativo e partecipe indipendentemente dal mio interlocutore, poiché l'essenziale per me e per tutto il comitato olimpico calabrese è risolvere il problema. Il campo Coni – ha chiosato il Presidente Praticò - deve essere riaperto al più presto".
Desiderio che ha accomunato  tutti i presenti alla riunione, durante la quale è stato contattato anche il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, che nei giorni scorsi si era detto pronto ad aiutare il Comune per velocizzare l'iter di riapertura della struttura.
Il Presidente Raffa ha assicurato che già domani mattina saranno installati gli spogliatoi mobili mentre venerdì arriveranno a Modena le docce e i servizi igienici. Si dovrà attendere qualche giorno in più solo per l'infermeria, richiesta appositamente dal Comune.
Annotata la positiva notizia i genitori presenti ed i rappresentati delle società sportive di atletica hanno sottolineato che il prossimo step da vagliare e monitorare costantemente sarà la ristrutturazione del campo scuola.
Su questo fronte il Presidente del Coni Calabria Mimmo Praticò ha garantito il supporto dell'ente alle famiglie e alle società reggine e si è detto pronto ad intervenire nelle forme più opportune qualora le attese legate ai tempi e agli impegni delle istituzioni venissero meno.

Reggio Calabria 25 giugno 2014 
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RAFFA SULLE TARIFFE RIFIUTI

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PER  IL PAREGGIO DI BILANCIO DELLA REGIONE EVITARE L'AUMENTO DELLE TARIFFE SUI RIFIUTI E TROVARE RISORSE  ATTRAVERSO TAGLI E RECUPERI DA ALTRI SETTORI


Reggio Calabria 25 giugno 2014 - "Se l'aumento delle tariffe sui rifiuti, così come  giustificato  dall'assessore regionale Pugliano nel corso dell'incontro con i sindaci è legato al pareggio di bilancio  che gli enti devono garantire, è un'idea davvero assurda  che  provoca un vero e proprio salasso al bilancio delle famiglie calabresi.  La strategia del trasferimento  dei rifiuti fuori regione  è un costo che non può essere, in nome dei conti in pareggio,  scaricato sui sindaci e di conseguenza sui cittadini". Lo ha affermato il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, al termine dell'incontro che i sindaci calabresi hanno avuto a palazzo Campanella con l'assessore Pugliano e con il presidente del Consiglio Franco Talarico.
 "In mancanza  di un politica di riordino e dell'approvazione di una legge d'ambito – ha detto ancora Raffa - ho rivolto un invito al Consiglio e alla  Giunta regionale, soprattutto perché si tratta dell'ambiente e della tutela del territorio, di rivedere gli aumenti  già decisi per  raggiungere il pareggio di bilancio attraverso tagli e  recupero di somme da altri settori, evitando di far gravare  sui calabresi, già sofferenti per la grave crisi economica in atto,  il costo di un servizio  di primaria importanza".
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Cinquefrondi, Cascarano vede Sarica. Il punto su strutture sanitarie e Villa Elisa

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Cinquefrondi (Reggio Calabria) – Si è tenuto in Comune un incontro istituzionale tra il sindaco ed il  Commissario Straordinario dell'ASP, dott. Francesco Sarica, per affrontare i temi dell'offerta sanitaria distribuita sul territorio nell'ambito dei servizi di competenza dedicati all'ampio bacino locale (composto da più di 13 comuni, ndr) da parte delle strutture ubicate a Cinquefrondi. 

Il Centro di Salute Mentale, il Servizio di assistenza domiciliare (ADI), l'Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) unitamente all'Unità di Valutazione Geriatrica svolgono, infatti, un ruolo essenziale per tutta una serie di patologie che interessano molti pazienti non autosufficienti. Al centro dei colloqui il continuo invecchiamento della popolazione, l'aumento delle patologie croniche nonché l'incremento preoccupante delle degenerazioni tumorali. 

Il sindaco - oltre a  chiedere all'alto funzionario di consolidare le strutture presenti, mettendole al riparo da accorpamenti selvaggi quando non  immotivati e di integrare le dotazioni organiche falcidiate da pensionamenti e blocco delle assunzioni – ha inoltre rappresentato la disponibilità all'utilizzo di nuovi locali di proprietà che potrebbero in futuro ospitare, in un unico raggruppamento,  gli studi associati dei medici di medicina generale, la guardia medica, le visite specialistiche, un centro prelievi ed altri servizi sanitari di base previsti dal Decreto Balduzzi, denominati Unità Complesse di Cure Primarie. Infine, attenzione è stata dedicata anche al caso della Clinica Villa Elisa, storica struttura sanitaria privata convenzionata, verso cui il Commissario Sarica ha confermato l'impegno di smobilizzo dei crediti vantati dalla S.p.A.

Giuseppe Campisi  

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Expo diventa "pop" grazie ad “Expop 2014”, la vetrina di progetti ideata per migliorare la vita di Milano

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Semafori musicali, taxi rosa, lampioni volanti: 13 idee di persone che vivono in città più altre 10 fornite da studenti di tutto il mondo per rendere Milano capitale dei progetti visionari
Del Corno: "Expop fa appello allo straordinario talento creativo della nostra città per proporre nuovi scenari di un futuro prossimo" 


Milano, 25 giugno 2014 – Si svolgerà  giovedì 26, dalle ore 10 alle 21, presso il Vivaio Riva, di fronte a via Arena 7, la terza edizione 2014 di  EXPOP – Expo becomes Pop, l'iniziativa ideata dall'associazione Vivaio con l'obiettivo di migliorare, grazie a nuovi progetti visionari,  la qualità della vita a Milano e nelle grandi città in genere.

Sono ventitré le proposte che l'associazione Vivaio ha raccolto per Expop 2014. Obiettivo di Expop è aggiungere una dimensione "pop" a Expo: così come Expo è una vetrina di progetti internazionali, così Expop vuole essere un'occasione per fare di Milano la capitale internazionale di idee visionarie, in grado di stupire il mondo.

Dieci dei ventitré progetti selezionati sono proposti dai giovani studenti di tutto il mondo aderenti ad Aiesec, la più grande associazione giovanile a livello internazionale che promuove leadership e talento attraverso programmi di scambio - studio e lavoro - e presente in 113 paesi. Aiesec ha raccolto idee per Milano capitale internazionale di innovazione provenienti da Ucraina, Egitto, Grecia, Indonesia, Canada, Messico.

Gli altri progetti nascono per iniziativa di professionisti, artisti, imprenditori che, a vario titolo, partecipano alle attività dell'associazione Vivaio, che promuove il rilancio di Milano come capitale mondiale della cultura, della qualità del vivere e delle imprese innovative.

"Expop 2014 è già di per sé un'idea visionaria, che fa appello allo straordinario talento creativo della nostra città per proporre nuovi scenari di un futuro ormai prossimo  – ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Perché Expo è anche questo: una straordinaria opportunità per mettere in vetrina la nostra capacità di produrre idee, la nostra attitudine ad essere avanguardia".

La partecipazione a Expop è libera e gratuita: tutti possono intervenire, votare il progetto migliore della terza edizione e venire coinvolti nella sua realizzazione.
L'appuntamento è per il 26 giugno al Vivaio Riva (di fronte a via Arena 7) per scoprire e votare i progetti più visionari di Expop 2014.


EXPOP - Mostra/vetrina di progetti visionari –
Giovedì 26 giugno presso il Vivaio Riva, via Arena  7 Milano, ore 10 - 21
Per informazioni:
Web: http://www.expop.org
Fanpage: www.facebook.com/Expop
Twitter: @Vivaio_Expop
Email: info@associazionevivaio.it


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Luigi Palamara
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ECCELLENZE CALABRESI PREMIATE ALLA XXIII EDIZIONE DELL’EVENTO “LA CALABRIA NEL MONDO”

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ASP CATANZARO: IL DOTT. GERARDO MANCUSO TRA LE ECCELLENZE CALABRESI PREMIATE ALLA XXIII EDIZIONE DELL'EVENTO "LA CALABRIA NEL MONDO"

(ASP) - Catanzaro, 25 giugno 2014 – Un significativo premio alla carriera, per l'"Alta professionalità medica nella gestione sanitaria"è stato assegnato al Dott. Gerardo Mancuso, Direttore Generale dell'ASP di Catanzaro, nel corso della cerimonia per la XXIII edizione del Premio Internazionale "La Calabria nel Mondo", che si tenuta a Roma, giovedì 19 Giugno, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, alla presenza di numerose autorità e personalità del mondo delle istituzioni, della politica e della cultura.
L'importante riconoscimento al Dott. Mancuso è stato conferito con la seguente motivazione: "La specializzazione in Medicina Interna ha sicuramente ispirato e motivato anche gli importanti impegni amministrativi cui è stato chiamato nel corso degli ultimi anni. Dalla corsia all'organizzazione e gestione sanitaria: un percorso non facile e, soprattutto, carico di responsabilità, che ha saputo affrontare con determinazione, serietà e competenza. Un ruolo che ha premiato e valorizza un'alta professionalità e una profonda conoscenza della gestione sanitaria, con l'occhio attento del medico."
Il C3 International, Centro Culturale Calabrese - associazione internazionale con sede a Roma, che si prefigge di coagulare forze e intelligenze della politica e dell'economia, contribuendo all'azione di promozione e sviluppo del Mezzogiorno - organizza ogni anno il Premio per consegnare il riconoscimento ai calabresi che onorano la propria regione nel mondo, "con la convinzione – come ha dichiarato il suo Presidente e fondatore, Peppino Accroglianò, Cavaliere di Gran Croce – che la valorizzazione del territorio e la conseguente crescita economica possano essere tenute sotto la spinta propulsiva della cultura".
Insieme al Dott. Mancuso sono state premiate quest'anno altre 22 eccellenze calabresi presenti in Italia e nel mondo, appartenenti a diversi ambiti professionali e che si sono distinte per il prestigioso contributo reso alla propria terra di origine: un ambasciatore, un medico ricercatore, docenti universitari, imprenditori, caporedattori, manager aziendali, il dirigente della DIA, un Arcivescovo.
Gerardo Mancuso,  laureato in Medicina e Chirurgia e Specializzato in Medicina Interna con lode, possiede il titolo di management in sanità, è Direttore della Unità Operativa di Medicina Interna del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme ed attualmente svolge la funzione di Direttore Generale della Azienda sanitaria di Catanzaro. Il suo curriculum è ricco di attività in primis scientifiche ricoprendo prestigiosi incarichi, tra gli altri Presidente Regionale della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), Consigliere Nazionale della SIMI. La sua attività professionale di internista lo ha proiettato in una dimensione nazionale, considerato un autorevole riferimento della specialità, tanto da essere stato incaricato come responsabile della Formazione a distanza della SIMI, ha redatto linee guide cliniche ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche alcune redatte su prestigiose riviste impattate contribuendo anche all'avanzamento delle conoscenze scientifiche. Autore di trias multicentrici e di attività di sperimentazione scientifica. Membro di comitati etici e di comitati budget. E' anche consigliere del direttivo di presidenza di Federsanità e ha fatto parte del tavolo Stato Regioni sulla organizzazione ospedaliera. Fondatore di numerose Associazioni, culturali, scientifiche e professionali è stato anche segretario Nazionale dell'Associazione giovani Medici.
Una cena di gala con numerosi ospiti, nella sontuosa cornice di Villa Brancaccio, ha concluso i festeggiamenti dei premiati.


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BOVALINO. Al Comune disposto l'accesso ispettivo antimafia

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prefetto Claudio Sammartino
BOVALINO (Reggio Calabria) 25 giugno 2014. Su delega del ministro dell'Interno, il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha disposto un accesso ispettivo antimafia presso il Comune al fine di compiere accertamenti ed approfondimenti mirati allo scopo di verificare se emergano forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso o similare che determinano o abbiano determinato un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli Organi elettivi ed amministrativi e che compromettano il buon andamento e l'imparzialità della Amministrazione comunale. L'accesso verrà effettuato da una Commissione appositamente nominata, presieduta dal viceprefetto Francesco Antonio Cappetta, vicario della Prefettura di Foggia e composta dalla dottoressa Maria Laura Tortorella, funzionario economico finanziario presso la Prefettura di Reggio Calabria e dal tenente Fortunato Suriano, in forza al Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria. L'accesso ispettivo dovrà essere perfezionato entro tre mesi prorogabili di ulteriori tre qualora necessario.

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Ex ecomostro. Milano premiata da Legambiente per la rinascita dell’area con 265 mila metri quadrati di verde - CON GALLERY FOTOGRAFICA "COM'ERA, COM'È"

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De Cesaris: "In 150 giorni abbiamo cancellato in collaborazione con Beni Stabili uno scempio durato 23 anni: oggi Milano ha un nuovo parco e una vasta area agricolo-naturalistica sul Lambro"




Milano, 25 giugno 2014 – Il Comune di Milano è stato premiato da Legambiente con il riconoscimento nazionale "Sterminata Bellezza" per la demolizione dell'ecomostro nel parco Agricolo Sud – lo scheletro dell'albergo dei Mondiali di Italia '90, divenuto un simbolo degli scempi urbanistici nel nostro Paese – e per la riqualificazione paesaggistica e ambientale dell'intera area. In totale, 265 mila metri quadrati di verde sono stati restituiti alla città, con un parco pubblico attrezzato (15 mila metri quadrati) per i bambini, le scuole, le famiglie, nuovi terreni per l'agricoltura (130 mila metri quadrati) e un'ampia fascia di riqualificazione naturalistica lungo il fiume Lambro (120 mila metri quadrati) caratterizzata da percorsi ciclopedonali.

Un progetto e un intervento capaci di promuovere sviluppo sostenibile, partecipazione e sensibilità pubblica verso i valori del paesaggio, una buona pratica riproponibile anche in altri contesti europei: questa la motivazione con cui Legambiente ha premiato il Comune di Milano.
 
"Ha vinto la qualità dell'ambiente e del paesaggio, che abbiamo restituito al territorio in un percorso di collaborazione virtuosa pubblico-privato e di condivisione con la Zona, i cittadini, le associazioni – ha detto la vicesindaco con delega all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris –. In 150 giorni, il tempo necessario per demolire i 180 mila metri cubi di cemento dell'ecomostro, siamo riusciti a cancellare uno scempio di Milano durato quasi un quarto di secolo, facendo rinascere l'area intorno a tre valori: fruizione pubblica, agricoltura, natura".

"Abbiamo sottratto al degrado e all'abbandono una bellissima ansa fluviale affacciata sul Lambro, nel parco Agricolo Sud, che molti consideravano ormai irrimediabilmente compromessa – ha spiegato la vicesindaco De Cesaris –: l'abbiamo tutelata e valorizzata con il parco urbano Vittorini, il recupero di nuovi terreni per l'agricoltura, la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio a beneficio dei quartieri circostanti e dell'intera collettività. Oggi la città ha un nuovo polmone verde grande come 36 campi di calcio che, insieme ai parchi Lambro, Forlanini e Monlué, costituisce l'ossatura di una rete ecologica lungo tutto il Lambro in territorio comunale".

"Voglio dedicare questo premio – ha concluso De Cesaris – ai cittadini, alle associazioni, a Beni Stabili e agli uffici, che hanno lavorato con grande impegno e fatica per il raggiungimento di questo risultato".

La costruzione dell'ex albergo Monlué di sette piani e 300 stanze era stata avviata nel 1989, grazie a una normativa molto permissiva e derogatoria adottata per i Mondiali di calcio di Italia '90. I lavori si erano però arenati, impedendo così di terminare l'edificio in tempo per i Mondiali. Venuto meno il presupposto per usufruire della deroga normativa, l'intero immobile era diventato abusivo ed è rimasto in stato di degrado e abbandono per 23 anni, con problemi per la stessa sicurezza degli abitanti della zona. L'ecomostro ha rappresentato uno degli esempi più eclatanti di architettura incompiuta sul territorio milanese, una vera e propria ferita nel paesaggio a sud est della città, ben visibile anche dalla tangenziale.
 
L'abbattimento, deciso da Palazzo Marino nel novembre 2011, è stato completato in appena 150 giorni nel 2012. Questo risultato è stato possibile grazie a un accordo innovativo tra il Comune di Milano e Beni Stabili Siiq, proprietario della struttura: quest'ultimo ha sostenuto interamente gli oneri della demolizione, a fronte di un cambio di destinazione d'uso su un altro immobile a Milano. Dalla demolizione sono state recuperate 850 tonnellate di materiale ferroso, con un'evidente attenzione all'ambiente che ha caratterizzato ogni fase dell'intervento

In totale, 265.000 metri quadrati di aree (di cui 38.000 occupati dal sedime dell'ex ecomostro) sono stati sottoposti a riqualificazione, destinandoli all'attività agricola, al rafforzamento naturalistico delle sponde fluviali e alla riconnessione con il quartiere di Ponte Lambro, mediante la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali in fase di attuazione e di un parco pubblico lungo via Vittorini aperto lo scorso dicembre, con quasi duecento nuove piante, un'area giochi per i bambini, un'area cani, percorsi per camminare e andare in bicicletta.  

Il "disegno" di tutta l'area e la definizione di nuovi servizi ambientali e fruitivi a supporto del quartiere sono frutto di un lungo lavoro di partecipazione e condivisione con i cittadini, il Consiglio di Zona 4, il Laboratorio di Quartiere di Ponte Lambro. Inoltre, un gruppo di lavoro di cui fanno parte gli agricoltori, ERSAF, Politecnico di Milano, Legambiente, Parco Agricolo Sud Milano, WWF Sud Milanese, ha definito un impianto naturalistico per l'area.

Com'era, com'è: in allegato le fotografie
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Polistena, esordio del circolo Ecodem della Piana. La "green policy" secondo i democratici

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Polistena (Reggio Calabria) – Conferenza stampa di presentazione degli Ecodem, corrente marcatamente ecologista del Partito Democratico che sarà presente con una propria sede anche nel territorio della piana di Gioia Tauro. E' stata Polistena la città prescelta per l'investitura a ruolo di punto di riferimento per il gruppo sul territorio che, seppur presente già dal 2007, «può contare già sull'adesione di circa un centinaio di parlamentari, da Realacci a Chiara Braga – ha riferito Italo Reale, presidente regionale degli ecologisti democratici - che poi rappresentano quella matrice ambientalista già espressione di trascorse realtà come la Margherita, il cui unico obiettivo è far comprendere, anche all'interno del PD, che la politica ambientalista deve essere collocata necessariamente al primo posto per poter costruire nel paese uno sviluppo sostenibile». Una componente ecologista non dissociata dal corpo del partito ma anzi propositiva sui temi ambientali con l'impronta del cosiddetto "ambientalismo scientifico", rigoroso quanto incisivo. «L'ambientalismo del fare – ha aggiunto Enzo Reda, della direzione nazionale del partito – del si e del no pronunciati detti quando servono. Una realtà viva che si sta animando nelle diverse provincie calabresi e che ora si arricchisce del presidio nell'area pianigiana con un partito che viaggia sospinto verso il  rinnovamento e che ha necessariamente bisogno del nostro apporto innovativo se vuole accettare le sfide quotidiane che il tempo corrente impone». 

Quindi l'ambiente come fulcro attorno al quale coagulare le forze sane della società per dare più forza al PD. «L'associazione Progetto Polistena ha inteso mettere a disposizione la propria sede per dare un contributo fattivo a questo progetto – ha concluso Michele Spanò, responsabile Ecodem per la Piana – con lo scopo di focalizzare al meglio i problemi del territorio della provincia. Pian piano ci stiamo strutturando nel circondario provinciale raccogliendo le adesioni di quanti ci hanno espresso il desiderio di affrontare queste problematiche ambientali che sono state sinora alquanto sottovalutate coinvolgendo forze nuove, lontane dalla politica, ma che da profondi conoscitori della materia saranno in grado di dare un apporto significativo sulle questioni da affrontare». Dunque fonti rinnovabili, raccolta differenziata, città a misura di bambino ma anche impianti fotovoltaici ed abusivismo edilizio, sul quale, «ci siamo fottuti il territorio» – ribadisce senza mezzi termini Reale, raccogliendo l'unanime approvazione – saranno i cavalli di battaglia degli Ecodem pianigiani che pur chiarendo di non voler praticare alcuna "invasione di campo", assicurandosi la necessaria agibilità politica all'interno del perimetro del partito, non vogliono d'altro canto lasciarsi sfuggire l'occasione di praticare una "green policy" intesa quale politica del futuro al servizio dei cittadini. «Perché l'avvento di Renzi lo dimostra chiaramente, chiosa Spanò: la politica sta cambiando e la società nella sua interezza deve saper cogliere questa ventata di rinnovamento».

Giuseppe Campisi             

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Presentazione libro Giuseppe Falcomatà

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Reggio Calabria - Sabato 28 giugno, alle ore 11 presso i locali della segreteria di Giuseppe Falcomatà (di fronte magazzini Boom), si terrà la presentazione del libro- intervista di Giuseppe Falcomatà, "Un passo alla Svolta", Città del Sole edizioni. Il libro, scritto a quattro mani con Carmine Fotia, giornalista e direttore del Romanista, racconta con coraggio cosa vuol dire crescere essendo figli di un "mito", di un padre, Italo, dedito alla città e perciò strappato agli affetti e alla vita, rimproverando alla politica, da lui tanto amata, di averne causato la morte (per leucemia), dopo averlo contrastato, infangato, isolato. 

Nell'intervista Falcomatà, racconta come, avendo questa grande figura incombente alle sue spalle, non avrebbe mai potuto candidarsi alla politica e tantomeno candidarsi a Sindaco per la sua città, come ha deciso di fare, senza fare i conti con quell'eredità, dal punto di vista personale, prima ancora che pubblico. È un libro in cui emerge il rapporto con il padre, attraverso il racconto di episodi di vita quotidiana familiari felici e tristi, come l'attentato subito nel 1997, passando per episodi scolastici e poi universitari, fino all'inizio della carriera politica di Giuseppe; ma è anche un libro politico perché rimette la persona al centro e sembra dire: diffidate dei politici che appaiono privi di emozioni, questi sono la morte della politica e della speranza. La politica può tornare ad essere umana se si libera da ogni impostazione tecnocratica, se ritorna ad essere lo strumento di riscatto dall'oppressione dei più forti. 

Del resto abbiamo bisogno, per costruire il nostro futuro, di politici che sappiamo attingere alla propria umanità per mettersi nei panni dell'altro.
Giuseppe, nel momento in cui sceglie di candidarsi a Sindaco, lo fa come richiamo al vissuto migliore della città e mai come una sorta di predestinazione, il legame cui vuole richiamarsi, non è soltanto alla figura del padre, ma soprattutto ad un periodo nel quale Reggio è riuscita a diventare protagonista del proprio destino. E cerca di riproporla come sfida alla Reggio di oggi, alla ricerca del riscatto da una stagione che l'ha risucchiata in un abisso di perversione e malaffare. Vuole riproporla ai giovani che ne hanno sentito parlare dai loro genitori o dai fratelli maggiori. La mette nelle loro mani per riappropriarsene e reinventarla. Per questo motivo affronta varie tematiche: dalla necessità di "educare alla bellezza la gente", passando per la racconta differenziata, in una città che si avvia ad essere città Metropolitana; all'importanza che Reggio debba essere culla della cultura partendo dalla riapertura dei teatri, fino al miglioramento dell'università reggina. E tanto altro ancora.

Come lui stesso dichiara nella lunga intervista: «C'è già una Reggio fuori da queste stanze che crede in questa politica, una Reggio che è ricca di entusiasmo, che ha voglia di mettersi in gioco e assumere su di sé la sfida del cambiamento, si tratta semplicemente di darle la possibilità di farlo. Si tratta di dare ognuno il meglio di noi». Un passo alla volta, "Un passo alla svolta".
Alla presentazione saranno presenti Carmine Fotia e Giuseppe Falcomatà, insieme al giornalista ed editore della Città del Sole edizioni, Franco Arcidiaco.
I cittadini tutti e le testate giornalistiche, sono invitati a partecipare.

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RAI2: CHLOE TRA SEDUZIONE E INGANNO CON JULIANNE MOORE

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Giovedì 26 giugno alle 21.05 su Rai2 va in onda il film "Chloe tra seduzione e inganno" con Julianne Moore, Liam Neeson e Amanda Seyfried. Catherine è inquieta. Ginecologa di successo, madre di un adolescente e moglie di un professore, sta organizzando una festa a sorpresa per il compleanno del marito David. La stessa sera però David perde il volo da New York per tornare a casa, e non arriverà in tempo alla festa. L'indomani mattina, Catherine, scopre un sms mandato da una delle studentesse al telefono di David, e i suoi timori aumentano. Due settimane dopo la festa a sorpresa, Catherine e David sono a cena con amici, Catherine si alza per andare in bagno e fa conoscenza con una donna giovane e molto sexy, Chloe. Catherine torna al tavolo e comincia ad osservare Chloe che si avvicina ad un uomo d'affari più anziano di lei. Tornando a casa in macchina, Catherine chiede a David se ha perso volutamente il suo volo da New York per rimanere a bere con gli amici. Quando il marito le risponde che non è così, lei si convince di averlo colto in flagrante. Certa più che mai che David abbia un'amante, Catherine rintraccia Chloe, la escort, e la ingaggia per mettere alla prova la fedeltà di David. Presto si ritrova in una trappola fatta di desiderio sessuale ed inizia un percorso che anziché aiutare, metterà in pericolo la sua famiglia...

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RAI1: ALGERIA E RUSSIA PER UN POSTO AGLI OTTAVI

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Giovedì 26 giugno a Curitiba,  Algeria e Russia si giocheranno l'accesso agli ottavi di finale. In attesa del fischio d'inizio della partita, questa la programmazione Rai della giornata. Si comincia alle 11.05 su RaiSport 1 (canale 57 DTT) con Giovanna Carollo alla conduzione di "Mattina Mondiale". Con lei in studio Marino Bartoletti, Enrico Varriale e l'attore Maurizio Mattioli. I telespettatori potranno interagire durante il talk, attraverso collegamenti telefonici in diretta (numero verde: 800 550 701), grazie ai principali social network, Skype (raisport01) oppure inviando una e-mail a mattinamondiale@rai.it. Alle 15.00, sempre su RaiSport 1, appuntamento con la rubrica  "Pomeriggio Mondiale", condotta da Monica Matano e Paolo Paganini, per approfondire tutti i temi del Mondiale. Al talk parteciperanno Bruno Giordano, Italo Cucci, Sergio Brio, Aldo Dolcetti e Carlo Longhi.
Alle 17.00, su Rai2, Sabrina Gandolfi condurrà "Dribbling Mondiale" con la partecipazione di Alessandro Vocalelli e Fabrizio Failla. Servizi, interviste esclusive e tutte le ultime notizie dal Brasile. Su Rai1, a partire dalle 20.35, nuovo appuntamento con "Diario Mondiale". In studio, insieme alla conduttrice Paola Ferrari, saranno presenti Marco Civoli e Carlo Paris per approfondire in tempo reale la giornata brasiliana.
Su Rai1 e RaiHD (canale 501 DTT) dalle 22.00, dopo un ampio pre partita, diretta di Algeria – Russia con telecronaca di Marco Lollobrigida. Per una telecronaca 'alternativa' del match appuntamento, a partire dalle 21.20 su RaiSport 1, con "Maxinho do Brazil" condotto da Max Giusti con la partecipazione di Marco Civoli e Vincenzo D'Amico. Ospite d'eccezione Carlo Freccero.
Dalle 24.05 ampio post partita su Rai1 con "Notti Mondiali" condotto da  Andrea Fusco e Simona Rolandi per rivivere le emozioni del match e commentare i principali temi della rassegna mondiale. Interverranno nella puntata Gianni Cerqueti, Marco Tardelli, Adriano Bacconi e Xavier Jacobelli. A seguire, Enrico Varriale sarà al timone del "Processo al Mondiale". Ospiti della puntata: Gianluca Zambrotta, Ivan Zazzaroni, Massimo Caputi e il cantante Antonio Maggio.
I telespettatori potranno interagire con i programmi attraverso i principali social network (Twitter: @raisportweb – Facebook: facebook.com/raispo 

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RAI3: PANE, AMORE E GELOSIA CON GINA LOLLOBRIGIDA

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Giovedì 26 giugno alle 21.05 su Rai3 va in onda la commedia di Luigi Comencini "Pane, amore e gelosia" con Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Tina Pica e Marisa Merlini. Il maresciallo dei carabinieri Antonio Carotenuto, avendo deciso di sposare l'ostetrica del paese, Annarella, che è una ragazza madre, deve rassegnare le dimissioni, intanto il carabiniere Pietro Stelluti, promesso alla "Bersagliera", viene trasferito ad altro comando. Prima di partire Stelluti raccomanda la fidanzata a Carotenuto, e questo fa nascere molte chiacchiere, tanto più che la Bersagliera va a servizio in casa del maresciallo. Le chiacchiere giungono alle orecchie di Annarella e Pietro che diventano entrambi gelosi. Quando un giorno Annarella sorprende Antonio mentre balla, ad una festa, con la "Bersagliera", gli fa una scenata. In quel momento sopraggiunge Pietro che rompe il fidanzamento e per questo viene trasferito nuovamente in paese. Nel frattempo arriva in paese il seduttore di Annarella che, pentito, vuole sposare l'ostetrica e riconoscere il bambino. Il maresciallo vorrebbe opporsi; ma il parroco lo convince a rinunciare alle sue pretese. La "Bersagliera", accusata ingiustamente, vorrebbe unirsi ad una compagnia di guitti; ma alla fine fa la pace con il suo carabiniere. Annarella sposerà il seduttore: al giungere di una nuova ostetrica il cuore del maresciallo si riapre alla speranza.

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