Intervista del ministro dell'Interno al quotidiano Corriere della Sera. «Mare Nostrum nacque come operazione a tempo». L'Italia proporrà di creare squadre multinazionali ad hoc per mettere a disposizione degli Stati membri uno strumento specifico di scambio di informazioni, con finalità operative
Alfano: «L'Europa risponda, l'Italia non aspetta»
Intervista del ministro dell'Interno al quotidiano Corriere della Sera. «Mare Nostrum nacque come operazione a tempo»di Paolo Conti
L`Italia ha assistito all`ennesima tragedia nel Mediterraneo davanti alle coste libiche, i dispersi sono duecento. Negli ultimi giorni 1.300 persone sono state soccorse nel Canale di Sicilia da Mare Nostrum. Un`emergenza che non si conclude mai. Eppure lei aveva dichiarato finito il compito di Mare Nostrum.
«Solo i ciechi non vedono ciò che sta accadendo: più si aggrava il problema della frontiera del Mediterraneo più si capisce che Mare Nostrum dev`essere sostituita da un`azione europea. L`immigrazione illegale, ma anche e soprattutto la fuga da guerre e persecuzioni, che hanno come teatro il Mediterraneo, non sono una questione italiana: i migranti vogliono andare in Europa. Mare Nostrum nacque come un`operazione a tempo dopo la tragedia di Lampedusa. Ma non possiamo arrivare al secondo anniversario, al 18 ottobre 2015. O la questione viene presa in mano dall`Europa o l`Italia dovrà adottare le proprie decisioni. Purtroppo in Italia le parole di Salvini dimostrano che sta nascendo una brutta destra estrema che non ci piace per linguaggio, contenuti e riferimenti. Noi vogliamo risolvere il problema, altri no, per avere voti».
Quali decisioni?
«Mare Nostrum ha salvato migliala di vite umane. Occorre costruire una proposta alternativa alla quale sto lavorando. La sottoporrò al governo ma è un tema che si pone soltanto dopo una eventuale risposta negativa dell`Unione europea riguardo il subentro a Mare Nostrum. Di certo non possiamo attendere a lungo».
Teme infiltrazioni terroristiche con gli sbarchi?
«Creare una simmetria immigrazione-terrorismo sarebbe tecnicamente sbagliato. E facile immaginare che i jihadisti abbiano mezzi ben più sofisticati che affidarsi agli scafisti. Ma la vigilanza resta altissima: come escludere micro-infiltrazioni o casi individuali? Penso alle scelte estreme di chi potrebbe mescolare radicalismo religioso alla frustrazione e alla delusione rispetto al tipo di vita che si aspettava in Europa».
L`Occidente è in allarme. Quali sono i concreti pericoli che sta correndo l`Italia?
«Abbiamo ben chiaro, e non da oggi, che il nostro territorio, come quello di altri Paesi occidentali impegnati in missioni all`estero, sia esposto alla minaccia del terrorismo politico confessionale, in particolare di quello qaedista. Nella pubblicistica jihadista l`Italia appare più volte come "nemico" sia perché ospita il centro della Cristianità sia per la lotta al terrorismo intemazionale. Non a caso l`Italia è stata "omaggiata" da un riferimento nel primo discorso diffuso dal neocaliffo Al Baghdadi che ha dichiarato "Conquisteremo Roma". Una minaccia sulla quale la vigilanza è altissima».
La coincidenza del semestre italiano di presidenza dell`Unione può aggravare la posizione dell`Italia agli occhi dei terroristi?
«Questa condizione ci responsabilizza ancora di più nel proporre soluzioni a livello dell`Unione. L`Italia proporrà la creazione di squadre multinazionali ad hoc con l`obiettivo di mettere a disposizione degli Stati mèmbri uno strumento specifico di scambi informativi ma con finalità operative».
Il Mattinale di ieri, la nota politica di Forza Italia, le chiede di riferire in Parlamento.
«Pronto a riferire in Parlamento. Il nostro Comitato di analisi strategica antiterrorismo si è riunito 52 volte in un anno, l`ultima due giorni fa».
Può quantificare il numero di terroristi di nazionalità italiana arruolati dal terrorismo nelle schiere dell`Isis? Ci sono donne?
«Mi permetta di non quantificare e di non entrare nei dettagli, per motivi di prudenza istituzionale. I combattenti italiani attivi in Siria sono alcune decine, con un nucleo molto ristretto di ideologi e reclutatori. Ne sono morti già una decina. Siamo in possesso di una lista consolidata dei combattenti di nazionalità italiana. Circa il quadro generale, i pericoli sono tanti».
Quali? Riguardano il nostro territorio?
«C`è il fenomeno dei "foreign fighters", volontari stranieri che si recano all`estero per partecipare alle ostilità. Il loro punto di aggregazione è stato a lungo la Siria, da ultimo l`Iraq. Tornano in Europa, con la loro nazionalità, ricchi di un addestramento militare e ulteriormente radicalizzati, pronti a nuove azioni di proselitismo e all`organizzazione di attentati. Un altro modulo frequente è quello dei "lupi solitari", terroristi slegati da organizzazioni, che realizzano attacchi da soli o con micro-cellule. Sono pronti ad adottare la "strategia dei mille tagli", come l`ha chiamata la rivista online "Inspire" di Al Qaeda, per "dissanguare il nemico fino a farlo morire". L`incitazione riguarda gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e i "Paesi crociati". Per quanto riguarda l`Italia, viene ricordato continuamente il periodo di colonizzazione della Libia. Il problema è che questi individui, i "foreign fighters", circolano liberamente per l'Europa, essendo cittadini dell`Unione... L`Italia ha comunque una quota inferiore a quella di altri Stati».
Come si muoverà l`Italia per difendersi?
«Oltre all`azione dei Servizi di Intelligence, sta lavorando il Comitato di analisi strategica antiterrorismo che offre una sede di valutazone congiunta e di collaborazione tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, agenzie di intelligence e amministrazione penitenziaria. E poi ci sarà la nostra proposta di collaborazione europea, come ho già detto. Bisognerà darsi poi nuovi strumenti. Manca una norma che punisca la partecipazione del singolo al conflitto armato all`estero. E' più facile punire gli arruolatori ma non il singolo».
Conferma che le due volontarie scomparse in Siria, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, non sono nelle mani dell`Isis, come dice la Farnesina?
«Ovviamente vale la parola della Farnesina».