Nel primo tempo ha giocato meglio la squadra di casa, che ha avuto almeno sei-sette palle-goal a disposizione per mettere il risultato in cassaforte. L'eccesso di sicurezza e di sufficienza però sono stati fatali alla formazione di Antonio Chilà, ingiustamente allontanato dall'arbitro. Ha impedito ad un suo giocatore di scagliarsi contro l'arbitro. L'allenatore per proteste. I padroni di casa sono stati padroni del campo per parecchio tempo, impressionando per tenuta atletica e qualità del gioco. Purtroppo il risultato bugiardo li condanna. Demetrio Brancati allarga le braccia sconsolato. Troppi goal 'mangiati'
IL CONDOFURI DISPUTA UNA GROSSA PARTITA, FALLISCE UNA CATERVA DI GOAL E RIESCE PURE A COMBINARE LA FRITTATA. NELLA RIPRESA, UN MOTTA STRATOSFERICO TRASCINATO DAL BOMBER CALLEA E DA 'BERMUDA'-VERDUCI FORTUNATO
Nel secondo tempo è venuto fuori il Motta di Nino Callea e 'la coppia più bella del mondo' Ciccio Arcidiaco e Natale Cogliandro, che ha cominciato a macinare gioco soprattutto sulle fasce. Il 'pendolo del Duomo di Pisa' Fortunato Verduci è stato più devastante del un buco nero del triangolo delle Bermuda. L'intramontabile bomber Callea, ha fatto bum-bum come il vecchio pistolero del Far West…"Dio perdona, Sartana, no!". Nella bufera finale è successo di tutto e di più. Ma il Condofuri ha giocato a perdere. Sebbene l'uomoragno Bruzzese, abbia calato la saracinesca
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (RC)-Quant'è strano il gioco del calcio! Per quello che si è visto nel primo tempo, sembrava che il Condofuri volesse giocare a Tom & Jerry se non a Willy Coyote & Beep Beep. Tutto perfetto, come mister Antonio Stelitano comanda. Gioco sulle fasce, tornanti veloci, diagonali perfette, geometrie disegnate a meraviglia, calcio chiampagne se non con le bollicine. Rhythm and blues,slow fox, swing, chachacha, bachata, macarena, rock and roll…Il Motta è suonato come Archie Moore; si rifugia all'angolo ma non va al tappeto. Anche perché il Condofuri gioca a "tresette a perdere" e si concede licenze poetiche pericolose. Non si possono sbagliare quei goal a porta vuota. Palloni che finivano tutti sull'albero-cannibale, come gli aquiloni di Charlie Brown. La formazione dell'Amendolea, ha disputato un grosso match, ma non raccoglie nemmeno le briciole. Già il pareggio le starebbe stretto. Figurarsi la sconfitta. Pussaviaaaa, ma chit'havvvvistoomaiiii! Diremo di più. Per lunghi tratti del match abbiamo visto un Condofuri a dir poco fantastico. Triangolazione favolose e bombardamento a tappeto con una batteria di obici, mortai e cannoni, come a Forte Tudai sul Cadore. Ma allora!?!?!? Sul nostro taccuino abbiamo annotato almeno sette-otto occasioni da rete a favore della formazione di Limmàra. A parte le due marcature convalidate e le tre annullate per precedente fischio arbitrale. E le splendide parate di Tarzan-Bruzzese, che volava di liana in liana, meglio di Johnny Weissmüller. I bomber avevano le polveri bagnate. Avevano indossato i panni di Rhett Butler, di fronte a Rossella O'Hara…"Francamente me ne infischio" nella celeberrima pellicola "Via col vento". La vittoria? Aspetta e spera. Anzi…"Aspettando Godot"la più celebre opera teatrale di Samuel Beckett. Unico fastidio, un tarlo che scavava gallerie nelle difesa locale. Un certo Fortunato Verduci. Un pendolo del Duomo di Pisa che oscillava avanti ed indietro lungo l'asse maggiore del campo. E sul settore di destra…praterie di Manitù da percorrere a dorso di mustang. Una sorta di buco nero della galassia nana, che inghiottiva i difensori oranges. Poi venne mister Callea, uomo-squadra. Personaggio di grande classe. Croce e delizia degli hooligans e degli skin-heads 'motticiani'. Un goleador capace di sbagliare goal facili facili, ma anche di realizzare reti memorabili. Quand'è ferito nell'orgoglio si trasforma. Diventa feroce come la tigre del Bengala. Quel goal da quaranta metri, solo lui poteva inventarselo. Giù il cappello! Francesco Scordo ha fatto quel che ha potuto e non ha colpe sul passivo e sul risultato negativo. La difesa è andata a caccia di farfalle sotto l'arco di tito, spesso e volentieri. L'estremo difensore condofurese, si è opposto alla grande in almeno un paio di frangenti. Altrimenti il risultato avrebbe assunto una veste ben più penalizzante. Detta così, sembra che in campo ci sia stata una sola squadra, mentre l'altra si limitava a vedersi la partita, ma non è così. Nella ripresa quando i due maghi della panchina Ciccio Arcidiaco e Natale Cogliandro, hanno capito che si potesse fare di più, ha operato un paio di sostituzioni e spostato spregiudicatamente di venti metri il baricentro del fronte a ridosso della trequarti.
Un invito a nozze per gli attaccanti condofuresi. Ma l'albero mangia-aquiloni divorava sistematicamente le sfere di cuoio. Favasuli è un signor giocatore, che tutte le squadre vorrebbero avere. Ha classe da vendere, scatto, velocità e potenza, ma anche un tasso di…mangiamento troppo alto. Un po' tutti gli rimproverano di essere poco cinico sotto rete. Dev'essere più concreto e determinato. Ogni cinque occasioni da rete ne mette dentro una. Com'è accaduto al "Saverio Spinella " di Melito, campo di casa del Condofuri. In attesa che il Comune, gli consegni lo stadio da ristrutturare. Il Motta a nostro avviso, si è battuto con una grinta e mordente straordinari. Una gara sofferta soprattutto nella prima frazione di gioco. Ma poi, ha dimostrato di avere carattere e personalità. Come riconoscono Nino Callea, Mimmo Ambrogio, Vincenzo Verduci e Diego Chilà che ha esordito nelle vesti di…assistente di linea dell'arbitro. Il signorFrancesco Azzarà di Reggio Calabria, che non ha influito sul risultato. Il fuoco di sbarramento fatto di cartellini gialli e rossi, è stato necessario per tenere la gara in equilibrio. Non sono state poche, le mischie furibonde, che si sono accese, ai quattro cantoni. I ragazzi della Via Paal, Bruzzese, Caserta, Domenico Calabrò, Nicolò Falduto e Purortì, si sono battuti con il coraggio di Zanna Bianca. Chilà, Giorgio Verduci, Callea, Polito e Fortunato Verduci, con lo spirito di avventura di Indiana Jones e Jim Hawkins. Una nota positiva per il difensore Putortì. Il colllettivo vincente si costruisce anche con le belle individualità. Mentre il presidente Nino Callea, granitico, monolitico e tetragono come capitan Achab, ritto sulla tolda del Pequod aspettava il passaggio di Moby Dick. Nel complesso ci sembra di poter dire, che abbiamo assistito ad una bella gara sul piano atletico-spettacolare e perché no, anche tecnico. Gli ospiti hanno avuto svariate palle-goal per l'eventuale ribaltone; ma non ce n'è stato bisogno. Tante, tantissime emozioni e fremiti, souspence e brividi a tutto spiano. Roba da andare in fibrillazione atriale; o di vedersi saltare il tappo della valvola mitralica. Il cuore dei soupporters, aficionados e teen-agers, sussultava in continuo. I neutrali ( e ce n'erano), non sono rimasti del tutto estranei al contesto. Non scopriamo l'acqua calda, se diciamo che entrambe le formazioni avrebbero potuto vincere questa partita. A bordo campo, a fine gara, i due entourage discettano e filosofeggiano sulla cause della sconfitta e sui meriti della vittoria. Ma non c'è astio. Non c'è rancore. Sebbene non ci sia nessun buon samaritano e nessuno sia disposto a porgere l'altra guancia. Altre volte il Condofuri ha perso malamente in casa, ma ha dovuto pagare pure il fio di due e persino tre espulsioni in una sola partita; a parte i cartellini gialli. Una vera ecatombe. Stavolta l'espulso deve sopportarlo la squadra che ha vinto. Un nome altisonante…"Giorgio Verduci", eroe di mille battaglie. Capita anche ai fuoriclasse. Ma non è tutto rose e fiori. Sotto il successo esterno che vale oro colato si celano i problemi e le lacune. A cominciare dalla difesa, andata spesso in affanno, Ciccio Arcidiaco e Natale Cogliandro, sono felici come due fanciulli dietro l'aquilone sbalzato dal vento; un successo, specialmente in campo esterno va bene, benissimo; ma da domani bisogna rimboccarsi le maniche. Par di capire, che l'ambiente sia rigenerato. Del resto Nino Callea, dopo l'uscita del leggendario Memè Gullì, ha accettato di "tirare la carretta". Per la verità assieme ad altri homines bonae voluntatis. Il presidente è ben disposto a raccogliere la pecorella smarrita ed a macellare il vitello più grasso per il ritorno del figliol prodigo. La casa del Motta, quest'anno è ben solida…."Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". I cicli, come tutti sanno, son fatti per aprirsi e per chiudersi. Le cordate nuove a volte hanno più passione, entusiasmo ed euforìa delle vecchie. Le migliori sono le miste. In maniera che il salto generazionale sia indolore. Il calcio rimane la più bella realtà. Lo sport principe per eccellenza. Non per niente ogni volte tre miliardi di persone si vedono la finalissima in televisione, sui telefonini, sugli i-pad, sui computers, in differita. Resiste agli scandali, al calcio scommesse, all'usura, al tempo ed ai cali di pressione. Uno sport che dà messaggi chiari e veloci. Una cascata di emozioni, pulsioni, palpitazioni. Due giornate sono poche per stabilire chi possa aspirare al salto di categoria con alta percentuale di favore, ma queste due squadre daranno fastidio, questo è certo. La nota positiva è per i giovani di entrambe le formazioni, che stanno dimostrando di meritare le fiducia dei loro dirigenti e tecnici. Visti i chiari di luna economici, le società non possono permettersi il lusso di spese pazze. Nemmeno quelle ordinarie ed inevitabili, se non scontate. I dirigenti sperano sempre che "improvvisamente" arrivi l'exploit fisico, atletico e tecnico di un dato giocatore, in grado di trascinare l'intero comparto. Per fortuna la cosa, non è rara. Ecco perché le società puntano su un ambiente sano ed armonico, a misura di ragazzo, immerso nel verde, nell'ossigeno e nella natura. Dove c'è pace, amore e benevolenza, arrivano i campioni. Questo è lapalissiano. Dove regna la guerra, il disaccordo, odio, astio e rancore, l'unica alternativa all'abisso è il…baratro. Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur.
Domenico Salvatore
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Condofuri-Motta 2-3 domenica 19 ottobre 2014
Il tabellino di Dosa
Condofuri:Scordo I 6, Russo 7, Mesiano I 7, Piacentini 7, Larnè 7, Mafrici I 7, Nucera 7, Chilà 7, Viel 7, Favasuli 8,5, Principato 8
In panchina Santernecchi, Caridi, Nicolò, Mesiano.
Sostituzioni, Mafrici II, Chilà II. Scordo II
Allenatore, Antonio Stelitano 7
Presidente, Antonio Chilà 8,5
Motta:Bruzzese 7, Caserta 9, Domenico Calabrò 9, Nicolò 9, Falduto 9, Putortì 9,5, Chilà 9, Verduci Giorgio 9, Callea 10, Polito 9, Verduci Fortunato 10
In panchina, Placanica, Verduci Vincenzo, Calabrò Carmelo, Porcino
Sostituzioni, Luvarà, Minniti e Calabrò Antonino
Allenatore, Francesco Arcidiaco & Natale Cogliandro10
Presidente, Antonino Callea 10
Marcatori 39 p.t. e 26 s.t. Callea, 26 p.t. Verduci Giorgio per il Motta; 19 p.t. Favasuli, 38 s.t. Scordo A. per il Condofuri
Arbitro, Francesco Azzarà di Reggio Calabria, 8,5
Ammoniti, Nucera, Viel, Favasuli, Chilà e Scordo A per il Condofuri, Putortì, Chilà e Verduci Giorgio per il Motta. Espulso Verduci del Motta per somma di ammonizioni, Allontanati, il presidente e l'allenatore del Condofuri
Angoli, 7-4, punizioni 18-15, rimesse laterali 16-14
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