Per combattere contro l’analfabetismo strumentale e di ritorno, l’anonimato e l’isolamento socioeconomico, politico, sociale, morale e culturale, ma anche per difendere i pochi castellani rimasti avvinghiati come l’edera sotto i merli del castello. Abbastanza impegnata la giuria (Alessandra Panella, Tiziana Biondi, Luigi Sclapari, Filippo Pugliatti e Franca Evoli), nel duro lavoro di selezione dei testi
MONTEBELLO JONICO, FRANCA EVOLI E VINCENZO MALACRINỐ, DUE BALUARDI DELLA CULTURADomenico Salvatore
Non è il Premio Strega, Campiello o Viareggio, ma nel suo piccolo è un …”grande premio”. Un successone di presenze, critica e consensi. Ha voluto vederci chiaro anche il segretario-questore del Consiglio Regionale della Calabria, Giovanni Nucera. L’associazione culturale Nicolaos Arghiropoulos, guidata dal professore Vincenzo Malacrinò, vice, la professoressa Franca Evoli, anche direttrice del Premio, ha coordinato gli altri sodalizi culturali, partecipi dell’iniziativa e rappresentati da: Giovanni Nucera, per l’associazione “Nuovi Sentieri”; Luisa Catanoso Casciano per l‘Anglo-italian Club; il chirurgo dottor Nino Zema per “Storia e Progresso; Tiziana Cannatà per Kiwanis Reghion 2007. Nella sezione “Studenti” si è imposto Giuseppe Fava con la poesia “Finiu ‘a scola. Nel Premio intitolato a ‘don Pippo’ Marcianò, si è imposto Natale Cutrupi, con la poesia “Chista esti ‘a me terra”. Premio speciale delle giuria, a Paolo Federico per una poesia su don Cosimo, “Mi ricordu di tia”. Sul palco pure Miss Italia (Miss Rocchetta Calabria)Elisa Familari ed una chitarrista quindicenne, Benedetta Romeo, enfant-prodige, èmula di Jennifer Batten. Riconoscimento speciale della Giuria a Rocco Criseo (“Vuci da terra mia”); Paolo Lacava (“Nascìa ‘ccà”); Vincenzo Borzumati (” U fidanzamentu”); Giuseppe Malacrinò (“Jhumara ‘i Maddhà’ “); Fortunata Palamara (“ Tin glossa magni, tys Kalavrìa”), Giuseppe Trimarchi (“Una cartolina in bianco e nero”); Antonino Zema (“Arabesque”); Giuseppina Zampaglione (“La vita che scorre”); Leonardo Zampaglione”Lettirudine”); Tiziana Cannatà “Mare all’imbrunire”); Vincenzo Sereti “La sera”.
Spazio ai poeti in erba (Beatrice Romeo con la lirica “L’amore ed il rispetto”; frequenterà la prima media a Melito Porto Salvo, il prossimo settembre). Menzione speciale per le poesie:”Mete ideali” di Claudia Pugliese; ‘A livella internazionali’ di Antonino Pitasi; “Emigranti” di Adele Toscano; “E se un giorno verrà” di Daniela Ferraro. Poesia in lingua italiana:1° Premio Domenico Talladira- Calabria- La vena poetica, attraverso suggestive visioni, esprime un profondo e sincero amore per la propria terra. L’autore illustra con pittoresche immagini ed incisiva capacità descrittiva, l’attaccamento alla propria terra, vista e celebrata con sentita partecipazione emotiva. 2° premio Giuseppe Caruso- “La casa rossa del paese”Il testo poetico descrive efficacemente scene di vita quotidiana vissuta. L’autore riesce a cogliere l’essenza delle abitudini e delle tradizioni che hanno caratterizzato la nostra realtà contadina. 3° premio- Carmela Maria Palumbo- “Estate” Si coglie nella lirica lo struggente rimpianto per una mancata partecipazione attiva allo scorrere del vissuto quotidiano. L’autrice riesce a trasmettere con suggestive immagini, il rassegnato sconforto di un’attesa senza fine. Poesia in vernacolo1° premio Adele Leanza “Nostalgia da me terra”. L’originale componimento poetico comunica, attraveso la padronanza linguistica del dialetto, lo struggente amore per la propria terra e la nostalgia del ritorno. 2° premio - Angelo Riggio “Rresta sempri na rrosa”.
La lirica è un inno all’amore materno, espresso attraverso immagini dense di grazia e il sapiente utilizzo dei mezzi espressivi dialettali. 3° premio - Rocco Nassi Terra ‘i Reami Targa. L’elaborato poetico presenta uno spaccato di vita locale che rievoca nella lingua dialettale, gli antichi fasti della Calabria visitata dal pittore poeta Edward Lear. Narrativa Breve 1° premio- Vincenzo Moschella “C’era una volta”. La narrazione tratteggia con struggente nostalgia, il profondo legame affettivo tra padre e figlio che ha segnato l’infanzia dell’autore in maniera indelebile, lasciando nel suo cuore un vuoto incolmabile. L’uso sapiente delle metafore rende efficacemente l’altalena dei ricordi tra passato e presente. 2° premio -Carla Spinella “Una vittoriosa sconfitta” Targa. Il testo con efficacia descrittiva affronta una tematica di dolorosa attualità, presentandola nei suoi risvolti più toccanti e profondi. 3° premio -Denise Caruso “Germogli nel deserto”. La narrazione descrive in maniera incisiva, una realtà triste e dolorosa dove, talvolta la violenza improvvisa, falcia le speranze e i sogni dell’infanzia. Poesia in lingua greco- calabra.Vincitrice: Maria Natalia Iiriti ” I limbizimeni” ( gli innamorati). La lirica celebra il sentimento eterno ed universale dell’amore attraverso efficaci metafore e ardite immagini paniche che esaltano la dimensione onirica del mondo degli innamorati. Premio Speciale “ Filippo Marcianò”, Natale Cutrupi “ Chista esti a me terra”
Attraverso suggestivi richiami alla terra d’origine, l’autore celebra il variegato paesaggio calabrese e le sue bellezze storico-architettoniche , rivelando profonda conoscenza del territorio e sviscerato amore per le proprie radici.Vincitore sezione studenti : Giuseppe Fava “ Finiu a scola” Targa. La lirica esprime con un linguaggio divertente, leggero e fanciullesco l’esperienza e la fatica affrontata dallo studente durante l’anno scolastico e il miraggio del meritato riposo estivo. Premio Speciale della giuria Paolo Federico- “ Mi ricordu di tia” Targa. Il testo poetico rievoca compiutamente la figura del parroco don Cosimo Latella che, nel corso della sua attività pastorale, svolta anche a Montebello, ha operato sempre con grande spirito di sacrificio, adoperandosi in maniera indefessa, per il bene della comunità, secondo i dettami evangelici. L’autore sottolinea il rapporto carismatico intercorso con il sacerdote, determinante per la sua crescita umana e spirituale. Ha funzionato bene la macchina del Premio di poesia. L’uditorio, ha potuto seguire la manifestazione, comodamente seduto sulle bianche poltroncine e sui bizoli a latere. L’impianto vice era (quasi) perfetto. Non è mancata la folata di vento maligna, che ha sballottolato lo schermo, su cui dovevano essere proiettate le immagini e qualche raro filmato su don Cosimo Latella; il compianto ‘curato di campagna’, che sapeva coniugare il Vangelo con la così detta ‘modernità. Trasferito ad Annà ed a Melito ed infine a San Leo, dove purtroppo è deceduto.
Ma è veramente difficile per non dire impossibile, dimenticare l’ex rettore del Santuario della Madonna di Porto Salvo, cappellano-padre spirituale dell’ospedale civile “Tiberio Evoli”. I suoi sermoni schietti e sinceri, infarciti con una sana ironìa, alla presenza di migliaia di fedeli mariani e marianisti osannanti. Più di uno aumma umma, ci spiffera …”Con Don Cosimo abbiamo sbagliato, Dio e la Madonna, ci perdonino!”. Lacrime di coccodrillo. Matteo ricorda…” Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli .”. Si sono spellate le mani gli spettatori presenti, per la parte riservata all’intermezzo musicale che ha visto protagonisti:Benedetta Romeo, una ragazzina di quindici anni, studentessa del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e del Conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, accompagnata dal maestro Vincenzo Magale; la studentessa universitaria Dominella Battaglia, che sta per laurearsi in pianoforte; Adele Leanza che ha cantato un paio di brani di musica leggera; il tenore, maestro Paolo Federico e la soprano Maria Labate che hanno cantato in coppia e singolarmente, mandando in estasi il pubblico locale.
Momento toccante quando sono apparsi sullo sfondo i boat-people, extracomunitari, vu’ cumprà o migrantes. Sono stati chiamati sul palco ed abbracciati come fratelli. L’ apostolo Giovanni dice: "Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede". E Matteo…”Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente...Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Un’interprete, ha tradotto in simultanea le loro parole e sono scrosciati gli applausi a scena aperta. Il momento politico è stato affidato all’onorevole Giovanni Nucera, segretario-questore del Consiglio Regionale della Calabria; comunque un personaggio, notoriamente vicino alla Chiesa ed ai giovani, che ha dato atto all’associazione “Nicolaos Arghiropoulos” di aver saputo dare il giusto impulso alla cultura ed all’arte. Nucera, ha riconosciuto il ruolo importante del sacerdote scomparso. Montebello Jonico, patria di tantissimi illustri figli, diventato una ghost town, si anima dunque nelle serate agostane e spera di non morire d’inedia…la noia, l’abbandono, il niente son la tua malattia, paese mio ti lascio e vado via, che sarà, che sarà, che sarà…
Complimenti e congratulation hanno ricevuto nel parterre a fine manifestazione, la professoressa Franca Evoli, maestosa come la fatina di Pinocchio ed il professore Vincenzo Malacrinò (scrittore-giornalista e saggista), reduce di un’iniziativa letteraria, di cui vi riferiremo a parte. Nelle more, il maestro Paolo Federico, ha ricordato brevemente, dedicandogli pure una canzone, il mitico Antonio “Totò” Tripodi, che aveva la bottega, dirimpetto al municipio; il classico personaggio buono di borgata, amico del popolo, venditore ambulante e fisso, che ha vestito intere generazioni e fornito il corredo matrimoniale minimo, alle giovani coppie; quando ancora non c’era la strada rotabile ( risaliva pure la fiumara del Sant’Elia a dorso di asino), “cu’ sordi e senza sordi”. La professoressa, ha espresso tre desideri al Genio della Lampada di Aladino:che Montebello non muoia; che il Premio, non muoia; che la generosità del popolo, non muoia. Su quest’onda è sintonizzato il professore Vincenzo Malacrinò, che comunque è riuscito a mettere in fila indiana parecchi amanti della cultura, meglio del mago di Hamelin. Sognano di vedere brulicare le strade e le piazze (come le “furmiculi du ruvulu’i “Finimundu”). Due benemeriti della cultura, che si stanno cimentando pure nelle vesti di talent-scouts.
Quei tempi di auge, degli arciprete don Domenico Sciarrone e don Rosario Caratozzolo, quando Montebello Jonico era caput mundi; se non l’ombelico del mondo. Aveva pure, la Scuola di Avviamento Professionale e l’Esattoria Comunale. I disfattisti ed i fatalisti, fecero la fine dei pifferi di montagna, che andarono per suonare, ma…furono suonati. La descrivevano come una città dolente…”Per me si va ne la città dolente,/per me si va ne l'etterno dolore,/per me si va tra la perduta gente./Giustizia mosse il mio alto fattore:/fecemi la divina potestate,/la somma sapienza e 'l primo amore;/dinanzi a me non fuor cose create/se non etterne, e io etterno duro./Lasciate ogni speranza, voi ch' intrate./ …”. Qui, non è il regno delle tenebre dell’ignoranza; sprofondo Medioevo, feudalesimo. Qui, ci sono i lumi del nuovo illuminismo, che intendono opporre i lumi della ragione, all’analfabetismo strumentale e di ritorno. Ha vinto la semplicità, imperativo categorico di papa Francesco. Ha vinto il desiderio di riscatto, di rivalsa, di rinnovamento. I soci coordinati dal professore Vincenzo Malacrinò e dalla professoressa Franca Evoli, non abbassano la guardia, vigilano e sorvegliano. …” e ritorna un'altra estate ricomincia un altro amore/sul tuo viso da inventare/carezze da rubare e da restituire/quando torna un'altra estate/sei il ritratto dell'amore/questa volta siamo noi/tocchiamo ferro, vuoi,/che non finisca mai/”. Un’estate che prelude alla nuova “primavera montebellese”( La gente non si accorge se è estate o inverno quando è felice. Anton Čechov). Domenico Salvatore