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Tribunale di Cinquefrondi, gli avvocati Muscherà e Bellocco tornano alla carica per scongiurarne la chiusura

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Cinquefrondi (Reggio Calabria) 03/09/2013 - Continua la battaglia a favore del tribunale di Cinquefrondi. E' di oggi una lettera, indirizzata congiuntamente all'Ordine degli Avvocati di Palmi ed al Comune di Cinquefrondi, con la quale gli avvocati Antonio Muscherà e Giuseppe Bellocco rivolgono un accorato appello affinché la struttura cinquefrondese non abbia a chiudere. I due legali, nel corso della missiva, giustificano le motivazioni pro-tribunale come un "dovere sentito" in ragione del fatto che questa imminente decisione «mortifica, ulteriormente, l'avvocatura palmese e umilia tutte le popolazioni gravitanti nel circondario» che, già oppresso da problemi di criminalità semplice ed organizzata, vedrebbe mancare un presidio di legalità che serve un territorio di circa 100.000 abitanti. L'invito rivolto alle due istituzioni sollecita una pressione sul Presidente del Tribunale di Palmi il cui intervento risolutorio possa «adottare tutti i provvedimenti, necessari e propedeutici, volti ad utilizzare il Tribunale, per il periodo massimo previsto dalla norma stessa». 


In altre parole, la richiesta dei due avvocati del foro palmese va nella direzione del mantenimento temporaneo degli uffici giudiziari cinquefrondesi facendo ricorso all'avvio di una la procedura eccezionale (di cui all'art. 8 del D.lgs. 155/2012) che ne "ravvisi la presenza di problematiche di natura logistica di tale rilevanza ed eccezionalità da non consentire in alcun modo il trasferimento delle risorse materiali, umane e dei servizi degli uffici giudiziari soppressi entro il 13/9/2013" che, secondo quanto previsto dalla norma medesima, tratterebbe di un tempo comunque non superiore a 5 anni. 


Gli avvocati Muscherà e Bellocco - non nuovi a queste iniziative, che non hanno mancato di produrre polemiche, malumori e qualche mal di pancia all'interno dello stesso Consiglio dell'Ordine palmese – sottolineano l'alto numero di pendenze ancora in trattazione presso il Tribunale di Cinquefrondi (2.500 procedimenti civili e 1.500 penali) nonché l'indice di produttività della sezione pianigiana che, nel solo 2012, ha definito circa 1.100 processi penali ed emesso circa 500 sentenze civili. Inoltre nella missiva essi evidenziano le criticità derivanti dall'eventuale soppressione degli uffici giudiziari cinquefrondesi che spazierebbero dalla logistica, ai parcheggi, sfociando nella impossibilità per Palmi di accogliere, gestire e smaltire un carico aggiuntivo di lavoro considerato "pesante" non avendo, peraltro, neanche pronti locali idonei ed "agibili" per allocare uffici e personale. Nella missiva i due avvocati non fanno mancare una frecciata critica, conseguente al respingimento delle dimissioni del presidente dell'Ordine, avv. Napoli, intesa, quale dissimulato atto di forza e velata messa in minoranza dei loro proponimenti a favore del salvataggio del Tribunale di Cinquefrondi. In particolare, sfiorando la questione, Bellocco e Muscherà, respingono al mittente le accuse circa il «perseguimento di secondi fini e di personalismo e autoreferenzialità», auspicando invece un immediato intervento teso «a scongiurare ben più gravi conseguenze per l'intera categoria e per le popolazioni interessate.» 


Giuseppe Campisi


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Il Liceo Statale “Giuseppe Rechichi” deve avere una sua sede autonoma

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Il Collegio Docenti del Liceo Statale "Giuseppe Rechichi", riunitosi in data 02.09.2013, ha preso in esame l'informativa del Dirigente Scolastico, prof. Giovanni Laruffa, in merito all'indicazione dell'Amministrazione provinciale di Reggio Calabria sulla sistemazione logistica delle studentesse e degli studenti per l'anno scolastico 2013/2014.

L'indicazione è quella di utilizzare l'attuale plesso di via Lombardi ed i locali, realizzati per scuola, che lascia l'Istituto "Renda", in via Vescovo Morabito, che verranno, sin da subito, opportunamente ed adeguatamente ripuliti e rinnovati.

Il D.S. rammenta che gli indirizzi scolastici ubicati a Polistena, ovviamente tranne il Musicale che è allocato a Cinquefrondi e per il quale è in corso di aggiudicazione la gara d'appalto per la costruzione di un nuovo edificio, sono stati negli ultimi 20 anni dislocati su tre plessi, due dei quali abitazioni civili adattati a scuola (quindi situazione di assoluta precarietà e responsabilità, anche penale, più volte segnalata agli organi preposti).

La proposta che come Liceo "Rechichi" avevamo avanzato era quella di mantenere l'attuale sede di via Lombardi e di utilizzare in aggiunta i locali dell'ex Alberghiero, in via F. Ierace, concentrando tutta la Scuola al centro del paese con due plessi a distanza di 100 metri.
Purtroppo, questa legittima e più razionale nostra proposta contrasta con la logica del risparmio a tutti i costi che, ormai da anni colpisce in maniera indiscriminata la Scuola pubblica. 
La Scuola, quindi, non più come centro che eroga servizi ai cittadini, ma alla stregua di una qualsiasi "azienda" che deve risparmiare; secondo questa logica, pertanto, la Provincia che ha sul "groppone" i locali in proprietà dell'ex "Renda" deve utilizzarli per risparmiare fitti.
Il Collegio Docenti evidenzia che bisogna, ad onor del vero, constatare che, anche se i due edifici sono distanti tra loro e quindi si porranno seri problemi di organizzazione per il controllo generale (cambi orari, fermate pullman, ecc.), migliora la pregressa situazione logistica dal momento che da tre punti di erogazione (tre plessi) si passa a due.  

Questo però avvalora sempre più l'idea e l'esigenza impellente che una Scuola, quale il Liceo "Rechichi", che ogni anno aumenta il numero dei suoi iscritti e nel prossimo anno scolastico avrà circa cinquanta (50) alunni in più rispetto al 2012/2013, abbia una sua sede propria           ed unica. 

Ciò significa che l'Amministrazione Provinciale deve porsi il problema di reperire i fondi necessari perché il Liceo Statale "Giuseppe Rechichi" abbia una sua sede autonoma, d'altronde è risaputo che, tra le Scuole Superiori della Provincia di RC, è l'unica che ancora è ridotta in situazione di precarietà.

Il Collegio Docenti, infine, conferma che soluzioni "palliative" che non risolvono alla radice il problema non sono più comprensibili ed accettabili.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Giovanni Laruffa


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Luigi Palamara
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Il bagno di fieno: antidoto antico per sciogliere i muscoli, rendere la pelle più vigorosa e rigenerare il corpo

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Fragranza di fieno

 

Antidoto antico per sciogliere i muscoli, rendere la pelle più vigorosa e rigenerare il corpo. I luoghi migliori in cui lasciarsi andare in un bagno di erbe alpine.

 

Cosa si prova a sdraiarsi in una culla di fieno? Lo sapevano bene gli astuti contadini dell'Alto Adige, che esattamente 100 anni fa, nel 1903, scoprirono che dormire su un giaciglio di fieno rendeva la giornata di lavoro nei campi meno difficile da affrontare. Il bagno di fieno è un antidoto clamoroso per sciogliere le tensioni, per rigenerare il corpo e depurarlo dalle tossine. E poi, migliora l'equilibrio e il metabolismo, rafforza il sistema immunitario, dà sollievo a chi soffre di reumatismi e ti sconvolge per il suo particolare effetto benefico. Se poi, tra le erbe essiccate, che sono di almeno 40 tipologie con i fiori, cresciute nei prati non fertilizzate, ci sono per esempio le essenze dell'arnica, della camomilla, la veronica, la calendula e la genziana, il benessere è assicurato. E profuma. Grazie alle temperature del trattamento, inoltre, la maggiore dilatazione dei pori della pelle permette un'azione super efficace.

 

110 e lode al bagno di fieno

Ai piedi delle imponenti Dolomiti, l'area vacanze Alpe di Siusi (SeiserAlm-Südtirol)festeggia i 110 anni del bagno di fieno. Infatti, nel 1903 il bagno di fieno veniva per la prima volta offerto agli ospiti dell'albergo Heubad (letteralmente bagno di fieno) di Fié allo Sciliar. Tra 350 km di sentieri escursionistici, bellissimi itinerari in bici e tanti rifugi, masi e malghe, l'area vacanze propone piacevoli weekend e offerte nel verde, dove tuffarsi nel profumo fresco dei fiori alpini del bagno di fieno. L'erba utilizzata, di almeno 40 tipologie con i fiori, cresce solo nei prati non fertilizzati e conserva intatte le sue essenze eteriche, super salutari per la pelle. Viene raccolto a 2000 metri di altitudine, tagliato in un'unica volta da metà giugno ad agosto, e dopo l'essiccazione è sottoposto ad un delicato trattamento, per conservarne le qualità. Si può sperimentare un bagno lungo e completo, parziale per mani e piedi, oppure immergersi in più opzioni, tra dolci sensazioni di spensieratezza.

Per informazioni: Alpe di Siusi Marketing

Tel. 0471.709600

E-mail: info@alpedisiusi.info

Sito web: www.alpedisiusi.info

 

 

Una culla vicino al Lago

Nell'abbraccio degli alberi dei boschi, tra le vette delle Vedrette di Reis, appare uno dei più suggestivi laghi alpini dell'Alto Adige, il Lago di Anterselva. Poco distante dal bellissimo comprensorio sciistico ed escursionistico di Plan de Corones, nella Val Pusteria, c'è un luogo che solo a vederlo mette la pace nei sensi. È il Falkensteiner Hotel & SPA Alpenresidenz Anterselva, il cui centro wellness Acquapura SPA riserva numerosissimi ed innovativi trattamenti a base di prodotti naturali come le erbe curative, i bagni di latte e di miele. Ma una culla speciale riempita di fieno vi sorprenderà. Il bagno di fieno scioglie le tensioni, stimola il metabolismo, giova in caso di raffreddamenti, ha effetto depurativo e conferisce nuova vitalità. Particolarmente consigliabile contro i disturbi reumatici ed i blocchi energetici e per una generale depurazione dalle scorie. Svolge anche un benefico effetto decongestionante sul tratto stomaco – intestino (25 minuti, 35 euro).

Per informazioni: Falkensteiner Hotel & SPA Alpenresidenz Anterselva

Obertal,45-39030 Antholz/Anterselva

Tel. 0474. 494520

E-mail: antholz@falkensteiner.com

Sito web: www.falkensteiner.com/it/hotel/antholz

 

Viaggio nel sapere antico

Chiudete gli occhi e tuffatevi tra le fragranze delle erbe essiccate per un viaggio nella storia del fieno. Il Romantik Hotel Santer di Dobbiaco (BZ), nel cuore delle Dolomiti, vicino alle Tre Cime di Lavaredo offre ai suoi ospiti percorsi rigeneranti, nella consapevolezza che il fieno, riscaldato dal corpo, sprigiona oli eterici capaci di sciogliere i muscoli, come avevano capito, a quanto pare, anche gli antichi. Durante le rigide serate di inverno, quando la famiglia si raccoglieva intorno alla stufa, dalla gerla utilizzata per trasportare il fieno, esalavano vapori aromatici che, grazie al calore, rendevano benessere alla schiena riattivano il sistema circolatorio. Oggi l'hotel propone trattamenti alla prodigiosa erba da godersi da soli (38 euro) o in coppia (68 euro). Con il Bagno di fieno classico, si segue la tradizione contadina, per un'esperienza alpina e rivitalizzante, ottima per alleviare dolori reumatici, muscolari e articolari. Con il Bagno nel fieno classico Deluxe, il trattamento è seguito da un distensivo massaggio (25 minuti – 68 euro, 50 minuti-88 euro).

Per informazioni: Romantik Wellness Hotel Santer

Via Alemagna 4 39034 – Dobbiaco (BZ)

Tel. 0474.972142

E-mail: santer@romantikhotels.com

Sito web: www.romantikhotels.com/Toblach

 

Distesi tra le nuvole

Alle pendici del Monte Rosa, dove dimoravano i Reali di Savoia nel secolo scorso,  il Romantik Hotel Jolanda Sport di Gressoney La Trinitè (AO), permette ai suoi ospiti di "galleggiare tra le nuvole" nell'acqua calda del letto della Principessa Jolanda, dove si ci rilassa completamente e il corpo si abbandona alla forza benefica del fieno. La temperatura arriva fino ai 40 gradi, stimolando la sudorazione e lasciando che le piante officinali contenute nella miscela di erbe nutrano l'epidermide e l'organismo. Il sudore consente il ricambio idrosalino del corpo, la pelle diventa più tonica e liscia. Questa terapia affonda le sue radici nell'usanza dei contadini di riposarsi dalle dure fatiche della giornata dormendo nel fieno tagliato per le mucche, fieno che riusciva a togliere la spossatezza del lavoro nei campi e ridare le forze (50 euro).

Per informazioni: Romantik Hotel Jolanda Sport

11020 Gressoney La Trinitè (AO)

Tel. 0125.366140

E-mail: jolanda@romantikhotels.com 

Sito web: www.romantikhotels.com/Gressoney 

 





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Luigi Palamara
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Il delitto di Sant'Eufemia d'Aspromonte ad una svolta? La 'ndrangheta stavolta, non ci ha messo il becco. Almeno, così pare

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Un ristoratore di 61 anni, Giuseppe Arimare, e' stato ucciso con un colpo di arma da fuoco a Sant'Eufemia d'Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Sull'omicidio, avvenuto in contrada Forestale intorno alle 16.30, indagano i carabinieri della Compagnia di Palmi. Un litigio per futili motivi è stato fatale alla vittima  conosciuta nella cittadina tirrenica con il soprannome "Berlusconi". Interrogato il genero del ristoratore, rimasto ferito
IL DELITTO DI SANT'EUFEMIA OFFRE ELEMENTI NUOVI DI VALUTAZIONE PER ARRIVARE ALLA SOLUZIONE DEL MISTERO: CHE RUOLO HA AVUTO IL GENERO, PRESENTE AL FATTO DI SANGUE? 
Non si tratterebbe, a prima vista, di un agguato di mafia vero e proprio. Al vaglio degl'inquirenti, la disputa su un vitello di cui si parla e la zuffa, che avrebbe anticipato gli spari.La ricostruzione del delitto affidata ai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, guidati dal t.colonnello Michele Miulli, coordinato dal comandante provinciale colonnello Lorenzo Falferi e dal p.m. di turno presso la Procura della Repubblica di Palmi, Francesco Ponzetta, che si muove sotto le direttive del procuratore capo, di Palmi, Giuseppe Creazzo 
Domenico Salvatore
SANT'EUFEMIA D'ASPROMONTE (RC)-La DDA reggina, per ora, non è stata chiamata in causa. Segno, che il delitto, non rientri nella casistica antimafia. Non sarà quindi un p.m del procuratore capo, Federico Cafiero De Raho, ad interessarsi del caso. Così sembra. L'omicidio di Giuseppe Arimare 62 anni, gestore del ristorante "Donna Jolanda, a qualche chilometro di distanza dalla notissima località turistico-montana di Gambarie d'Aspromonte, fa ripiombare nella paura e nello sconcerto, se non nell'insicurezza, il rinomato centro agricolo-pastorale e commerciale, della sterminata Piana di Gioia Tauro. Terra di faide; terra di 'ndrangheta. Anni fa, è stato ammazzato pure il comandante della locale stazione Pasquale Azzolina e ferito il suo vice. Non venne nemmeno risparmiato domenica 13 luglio del 2004 Giuseppe Gioffrè, fuggito a Torino nel 1972 lasciandosi alle spalle la sanguinosa faida di Sant' Eufemia di Aspromonte, ucciso nei giardini di via Mezzaluna a San Mauro Torinese, con cinque proiettili sparati dai killer; di cui uno andato a vuoto. A distanza di quarant' anni. Un colpo in mezzo alla fronte, un altro in mezzo al torace, un terzo al braccio e infine il quarto nella gamba. In Piemonte, l'operazione 'Minotauro' ha chiarito, oltre ogni ragionevole dubbio, insistono i locali della 'ndrangheta, ben collegati con la "Provincia", organo supremo di autogoverno della 'ndrangheta planetaria. 

Magra consolation il ritrovamento della Fiat Uno rubata, usata dai due sicari e poi data alla fiamme, subito dopo il delitto.  I tre figli del pensionato, Giovanni, Maria e Carmela,  non erano più tornati a Sant' Eufemia di Aspromonte. Il padre un paio di volte. Il 22 luglio sempre del 2004, l'agenzia AdnKronos batteva questa notizia…" E' stato ucciso con due colpi di pistola Pietro Araniti, l'imprenditore eliminato questa mattina in Aspromonte. E' stata una vera e propria esecuzione di stampo mafioso. Pietro Araniti che negli anni '80 ha ricoperto il ruolo di consigliere regionale e di assessore regionale all'Urbanistica, ai Trasporti e agli Enti locali della Calabria, dopo essere stato ferito alla spalla, e' stato eliminato con un colpo di pistola alla testa sparato da distanza ravvicinata. Ucciso, in un agguato lungo la strada statale 112 che collega Bagnara Calabra e Sant'Eufemia d'Aspromonte. Pietro Araniti era cugino del boss dell'omonima cosca, Santo, detenuto in regime di 41 bis dopo essere stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Lodovico Ligato. 

Araniti, secondo una prima e sommaria ricostruzione dei fatti da parte dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, sarebbe stato ucciso da una solo persona, che e' entrata in azione, quando l'imprenditore e' sceso dalla sua vettura, per aprire un cancello ed entrare nel cantiere, dove stava realizzando un insediamento turistico-alberghiero; costruzione di un centro di benessere, con annessi campi sportivi, che doveva essere inaugurato nel prossimo mese di settembre. L'assassino, ha avvicinato la vittima e gli ha sparato da una distanza ravvicinata. Secondo quanto si e' appreso, all'omicidio, non avrebbero assistito testimoni. Sant'Eufemia, terra di faida, terra di 'ndrangheta. Senza per questo, criminalizzare la parte sana della cittadina, che è la stragrande maggioranza della popolazione. In passato, la 'ndrangheta ha spogliato il« locale » di Sant'Eufemia d'Aspromonte , perche non aveva impedito il lutto cittadino in onore del comandante di quella stazione dei Carabinieri, Pasquale Azzolina, ucciso in un conflitto a fuoco; e perche alcuni suoi esponenti, avevano partecipato ai funerali del militare. Tornando al delitto di ieri, si tenta, di risalire alle altre persone, che avrebbero assistito al diverbio avvenuto in contrada Forestale. Sebbene, i Carabinieri della Compagnia di Palmi, diretta dal capitano Maurizio De Angelis, stiano orientando le indagini a 360 gradi; come da prassi. Storicamente dunque, anche Sant'Eufemia d'Aspromonte, ha le sue 'ndrine, il suo locale di 'ndrangheta.

Ogni 'ndrina è autonoma sul proprio territorio (74) e su di esso il capobastone, non ha un'altra autorità mafiosa a lui sovraordinata. Per una lunghissima fase storica alla 'ndrangheta e mancata una struttura di comando unitaria come quella esistente in Cosa nostra. Molte'ndrine stabilirono patti federativi tra di loro e si consorziarono per gestire affari di rilevanti dimensioni come il contrabbando di sigarette prima e il traffico di stupefacenti successivamente. Per un lunghissimo periodo storico ci fu la consolidata abitudine della 'ndrangheta di riunirsi, una volta l'anno, presso la zona del Santuario della Madonna di Polsi in territorio del comune di San Luca,nel cuore dell'Aspromonte. Il raduno annuale ha avuto molteplici significati, uno sicuramente di carattere simbolico che ha continuato a vivere anche nel periodo in cui ci sono state le due guerre nella città dello Stretto. La riunione, ha avuto anche un carattere più 'politico', come dimostro lo storico summit del Montalto del 26 ottobre 1969. Il processo instaurato a Locri nel 1970 stabilı che in quell'occasione si era tentato di unificare le varie organizzazioni in un'unica struttura di comando, tentativo che fallı per l'intervento della polizia che interruppe la riunione (75) e che non sarà mai più ripreso perche non incontrava i consensi delle personalità più influenti della 'ndrangheta del tempo. Su quell'incontro, in tempi recenti, ci sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, 

fra cui quelle di Giacomo Lauro,i quali hanno detto che la riunione doveva servire anche per convincere la 'ndrangheta ad allearsi con la destra eversiva impersonata dal principe Junio Valerio Borghese. E non a caso la data della riunione, che tradizionalmente si teneva nel mese di settembre, quell'anno fu spostata e si svolse il giorno dopo un contrastato comizio a Reggio Calabria del principe Borghese. L'iniziativa dell'accordo che snaturava le tradizioni della 'ndrangheta e che per queste ragioni fu osteggiata era patrocinata dai De Stefano che all'epoca non erano stati ancora capaci di costituire una 'ndrina autonoma e facevano parte ancora della cosca Tripodo (76). Della frequenza delle riunioni a Polsi ha parlato il dottor Vincenzo Macrì, rispondendo a domande dei commissari del Gruppo di lavoro i quali chiedevano come mai, pur sapendo di quelle riunioni, le forze dell'ordine non erano in grado di impedirle: "ogni anno abbiamo notizia che si svolgono queste riunioni di 'ndrangheta nella zona di Polsi, pero non e che si tengano sempre nello stesso giorno e sempre nello stesso luogo; noi sappiamo che tra settembre e ottobre in quell'area si svolgono queste riunioni; 

naturalmente cambiano i luoghi,cambiano le date, a volte sono addirittura mascherate da riunioni di pellegrini che vanno al santuario di Polsi durante la festa; quindi ci possono anche essere gli elementi per agire, pero la riunione vera e propria si svolge in maniera clandestina. Due sole volte vi sono state delle irruzioni delle forze dell'ordine: una prima volta al famoso summit di Montalto e un'altra volta alla riunione del ponte di Calanna, perche Domenico Tripodo cerco di trasferire il luogo della riunione dal territorio di San Luca al suo territorio, che e nella zona di Calanna: pero la cosa non riuscì perche a prima volta che tenne questa riunione giunse una 'soffiata' e arrivarono i carabinieri; e per questo poi la riunione tornò sempre in territorio di San Luca". La circostanza del mancato trasferimento da San Luca ad altra località di estremo interesse perché conferma il ruolo che il 'locale'di San Luca ha sempre avuto nella storia della mafia calabrese come custode delle regole e delle tradizioni, come una sorta di 'autorità morale' di tutta le 'ndrine, se fosse lecito riferire questa espressione ad una mafia che pure ha della morale un concetto radicalmente diverso da quello radicato nel senso comune. Alcuni collaboratori di giustizia, sentiti di recente dai magistrati della DDA di Reggio Calabria, hanno insistito sul ruolo del 'locale' di San Luca: "nelle annuali riunioni a Polsi ci sono i rappresentanti di tutti i 'locali' e tra di loro si discute delle attività illegali della organizzazione e di ogni altro problema a questa inerente.


 Ogni 'locale', riconosce di versare una piccola percentuale degli introiti illeciti al 'principale' di San Luca, come riconoscimento di atavica supremazia ed in quanto rappresenta nel gergo 'La Mamma' di tutti gli affiliati" (77). Ancora piu` importante e` il fatto, ricordato dal dottor Macrı`, che"a queste riunioni partecipano i rappresentanti dei 'locali' calabresi, ma anche i rappresentanti della Lombardia, del Piemonte, nonche i rappresentanti della 'ndrangheta residenti fuori Italia: addirittura arrivano dall'Australia, dal Canada e da ogni altra parte del mondo". Anche da Milano, fonte www.camera.it arriva una conferma di questa prassi. Ne ha parlato il dottor Spataro: "quanto alla presenza di leaders'ndranghetisti del Nord nelle famose riunioni del santuario di Polsi, certamente queste presenze si sono registrate negli anni passati (il collaboratore Zagari, che a mio avviso e` storicamente molto importante per conoscere l'impianto della 'ndrangheta nel Nord Italia, parla di queste presenze risalenti agli anni Settanta), ma io ritengo che forse oramai tali riunioni non si svolgano piu e che, anche negli ultimi tempi, avevano una ragione d'essere piu` folcloristica che effettiva. 

Posso sicuramente citare alcuni leaders della 'ndrangheta lombarda: Di Giovine, per la sua presenza all'epoca, ma anche Antonio Papalia, Franco Trovato e Domenico Paviglianiti erano senz'altro collocabili nei massimi vertici nazionali della 'ndrangheta. Su questo non vi può essere dubbio. Forse le riunioni nel Santuario ormai non hanno piu`senso, ma certamente, se dovessimo individuare dei vertici assoluti nella 'ndrangheta, tra questi potremmo e dovremmo collocare necessariamente quelli operanti al Nord". Dunque, i capi dei 'locali' delle 'ndrine, che operano al Nord partecipano ai raduni annuali. Cio` significa che, per quanto forti epotenti essi possano essere, devono comunque rapportarsi, o dar conto, alla casa madre che continua a rimanere in Calabria. Gli stessi nomi citati dal dottor Spataro indubbiamente rappresentano personaggi di rilievo e di sicuro spessore criminale, e confermano il fatto che i capi più importanti dei 'locali', sono dislocati oramai da lungo tempo al Nord. E di un certo interesse la circostanza che in Lombardia la cosca che era diretta da Giuseppe Mazzaferro avesse l'abitudine di riunire una volta l'anno i suoi numerosi affiliati sparsi in tutta la regione. Anche in questo caso la riunione, che aveva carattere regionale,coincideva con una ricorrenza religiosa, l'ultimo sabato prima del venerdı` santo. 

In questa occasione ogni 'locale' mandava due rappresentanti, generalmente il 'capo locale' e il 'capo società. Era un modo per ricordare simbolicamente e per rinnovare le riunioni di Polsi (78) ". I Procuratori capo della Repubblica a più riprese ed in diversa sede, hanno sollecitato la collaborazione del cittadino. Come pure i Questori ed i Prefetti. Il peso delle indagini non può pesare solo ed unicamente sulle spale delle forze di polizia. Il cittadino stesso deve difendere e tutelare i beni più preziosi come la libertà e la democrazia, seriamente minacciati. Il muro di omertà, che cuce le bocche a doppia mandata per paura di rappresaglie e vendette, prima o poi dovrà cadere. Domenico Salvatore




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Rappoccio, dal "primo dei non eletti" uno squallido tentativo di incollarsi ad una poltrona a tutti i costi

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Di seguito la nota diffusa dal consigliere regionale Antonio Rappoccio - 

Reggio Calabria - In merito alla questione sollevata dal "primo dei non eletti - cittadino esemplare e candidato al San Giorgino d'oro",  in una lettera di fuoco  destinata al Quirinale, rivolgendosi al  presidente Napolitano per la mancata sospensione del sottoscritto, ritengo opportuno fare alcune precisazioni. Sono stato rimesso in libertà lo scorso 11 luglio, dal Presidente del Collegio giudicante, con il parere favorevole della Procura, per insussistenza delle esigenze cautelari dopo aver vissuto una carcerazione preventiva, custodia in carcere e  arresti domiciliari, le mie dimissioni presentate giorno 25 luglio c.a. e protocollate lo stesso giorno a partire dal 24 settembre c.a., vogliono rappresentare  una risposta alla dignità e al rispetto per le Istituzioni che ho sempre avuto. 

La scelta di dimettermi adesso e non prima era dettata dal fatto che questi sono atti e decisioni che vanno prese in piena libertà mentale che fisica; una scelta condivisa dal noto professionista e mio  legale di fiducia Giacomo Iaria. L'aver ripristinato l'esilio politico per allontanarmi dalla mia terra è un atto che subisco, nel rispetto che ho della magistratura, alla quale ho sempre dato e darò la massima  fiducia, ricordando a me stesso che la Procura in tempi non lontani, aveva già scritto che il reato di associazione per delinquere semplice non esisteva, come ha ribadito più volte dinanzi al Tribunale della Libertà il Sostituto Procuratore dott. Stefano Musolino e il  Procuratore Capo della Dda di Reggio Calabria dell'epoca Dott. Ottavio Sferlazza e Dott. Giuseppe Pignatone. 

Se dovessi decidere di ritirare le mie dimissioni, come richiesto da tanti, potrei farlo solo in un caso, saper che lo stato di diritto da me sempre rispettato sia parimenti valutato da chi non ha saputo mantenere identico rigore valutativo sarebbe, dunque, il caso di non scomodare né il Presidente della Repubblica, né il Sommo Pontefice che hanno di certo problemi ben più seri da affrontare che uno squallido tentativo di incollarsi ad una poltrona a tutti i costi.

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Luigi Palamara
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Federalismo italiano a senso unico - Colombo Clerici :Prima di pensare alla tassazione federale occorre rivedere il rapporto con lo Stato.

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Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:


« Il sistema fiscale federale suppone una equiparazione dei territori sul piano del rapporto con lo stato centrale.

Non puo' funzionare quando alla base ci sono le asimmetrie ed i disallineamenti che si registrano nel nostro Paese.

Le vicende di questi giorni relative ai problemi del bilancio del Comune di Milano lo dimostrano.

In altri termini, non e' pensabile che in alcune regioni ( come indica il dato del residuo fiscale ) si debba finanziare il sistema-Paese, e parallelamente la fiscalita' locale sia affidata ai Comuni costretti dallo Stato a tener alto il carico fiscale per compensare i tagli dei trasferimenti che lo Stato  pratica.

Come andra' a finire se la service tax dovra' esser concepita ed attuata in questa logica? »
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Luigi Palamara
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Le notizie del giorno 4 settembre 2013

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 SIRIA: OBAMA INCASSA SÌ REPUBBLICANO A ATTACCO, MA ONU FRENA ACCORDO IN SENATO USA: LIMITE 90 GIORNI E NO TRUPPE DI TERRA Obama incassa il sì repubblicano all'attacco in Siria: la bozza approvata in commissione al Senato prevede un limite di 90 giorni e il no alle truppe di terra. Il presidente Usa parlerà oggi da Stoccolma. Ban Ki-moon frena però sull'intervento. Oggi i campioni raccolti dagli ispettori Onu arriveranno ai laboratori. A Parigi riunione del Parlamento sulla crisi siriana ---. 

BERLUSCONI,SCHIFANI:SE GIUDIZIO SARÀ POLITICO STOP A GOVERNO BOTTA RISPOSTA RENZI-BERSANI: 'SPOMPATÒ, 'NON HA CONTENUTÌ Sale la tensione sul caso Berlusconi. L'Ufficio di presidenza si pronuncerà oggi su tempi e durata dei lavori della Giunta delle elezioni del Senato. Poi riunione dei senatori Pdl. Se sarà un giudizio politico stop al governo, minaccia Schifani. Nel Pd botta e risposta tra Bersani e Renzi: l'ex segretario era spompato, dice il sindaco; non ha contenuti, replica lui. ---.

OCSE: PIL ITALIA 2013 NEGATIVO, È L'UNICO TRA PAESI AVANZATI EUROZONA IN RIPRESA MA ANCORA RISCHI SU DEBITO E BANCHE Secondo l'Ocse, l'Italia nel 2013 sarà l'unico Paese del G7 ancora in recessione. In ripresa l'Eurozona, ma restano i rischi su debito e banche. Oggi il dato del Pil dell'aera euro nel secondo trimestre. A San Pietroburgo riunione dei viceministri delle Finanze e degli sherpa del G20. Dagli Usa attesi i dati sulla bilancia commerciale a luglio e il Beige Book della Fed. ---. 

BRASILIANA UCCISA, OGGI CONVALIDA FERMO DATORE LAVORO GIALLO A FIRENZE, ATTESA AUTOPSIA SU TURISTA AMERICANA È atteso oggi dal gip per la convalida del fermo il 32enne accusato d'aver strangolato la 29enne brasiliana sua dipendente e che avrebbe aspettato un figlio da lui. L'uomo è sposato e già padre di due bimbe. A Firenze oggi l'autopsia sul corpo della turista americana trovata morta in un palazzo di lusso. Nel Casertano ritrovato il corpo di una donna col cranio sfondato. ---. 

MICROSOFT ACCELERA SU MOBILE E COMPRA I CELLULARI NOKIA BALLMER: OPERAZIONE CI DÀ MUSCOLI. FORSE ELOP AL SUO POSTO Microsoft scommette su Nokia: con un'operazione da 5,44 miliardi di euro in contanti, Redmond porta a casa i cellulari della società finlandese e spiana la strada per la rincorsa a Samsung ed Apple. Ora avremo muscoli in più, ha commentato l'ad di Microsoft Steve Ballmer. Intanto Stephen Elop lascia la guida di Nokia e si prepara all'ascesa alla società di Redmond. ---. 

VENEZIA: OGGI AMELIO CON 'INTREPIDÒ E DOCUMENTARIO FEMEN IERI BUU E APPLAUSI PER SCARLETT, BELLISSIMA ALIENA Gianni Amelio in gara con 'L'intrepidò e le Femen fuori concorso col documentario 'Ukrania ne bordel' saranno tra i protagonisti di oggi alla Mostra del cinema di Venezia. Ieri buu ma anche applausi per la bellissima aliena Scarlet Johansson, con 'Under the skin'. Una bomba di pace tra ebrei e arabi: così Amos Gitai ha definito ieri il suo 'Ana Arabià.

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862

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Vibo Valentia, le minacce al procuratore capo della repubblica Mario Spagnuolo, Giullemani dal soldato Ryan

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Avrebbero scritto su muro città ''Spagnuolo vattene o morirai'.'La Procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio di Andrea Mantella, 41 anni, e Domenico Macri' (27), per minacce aggravate dalle finalita' mafiose nei confronti del procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo. L'udienza davanti al gip è fissata al 9 ottobre. Per il pm Vincenzo Montemurro, Mantella, sarebbe il mandante e Macrì l'esecutore delle scritte apparse sui muri del centro di Vibo Valentia il 6 marzo del 2010 con la frase ''Spagnuolo vattene o morirai''. Quel principio naturale di coordinazione e di armonia nei rapporti umani
QUELLE SCANDALOSE MINACCE AL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA DI VIBO VALENTIA, MARIO SPAGNUOLO, CAMPIONE DELLA GIUSTIZIA, "GIULLEMANI DAL SOLDATO RYAN"
Domenico Salvatore


Per fortuna c'è, chi ancora, creda nella Costituzione e nei principi di eguaglianza, democrazia, giustizia e libertà in essa racchiusi. Chi faccia scudo, difesa, riparo e palizzata, contro le pesanti minacce rivolte dalla criminalità organizzata contro i giudici. Riteniamo che la società civile e le Istituzioni debbano reagire e stringersi attorno ai destinatari di queste minacce; contro questi tentativi di isolamento. L'attacco delle cosche mafiose ed i tentativi di delegittimazione da parte di pezzi delle Istituzioni contro i più esposti, mettono in serio pericolo la vita di queste persone, indispensabili per l'ordine e la democrazia. La presa di coscienza, salverà capra e cavoli. Vale ancora, il principio dell'uguaglianza di tutti, davanti alla legge. La conoscenza del bene e del male per comportarsi di conseguenza. La soggettività, l'autoconsapevolezza, la conoscenza e la capacità di individuare le relazioni tra sé e il proprio ambiente circostante; e la facoltà di interagire con esso. Le frequenti minacce contro la magistratura, non possono lasciare indifferente, la così detta società civile. Le continue intimidazioni contro i giudici, non debbono lasciare senza risposta efficiente ed efficace, il così detto consorzio civile. Essi sono i custodi della Legge. 

Lasciamo stare per ora il capitolo della "schegge impazzite". Non prendiamo ad esempio qualche giudice "ballerino", ma semmai la stragrande maggioranza dei magistrati, che sono: seri, incorruttibili, terzi, equilibrati, con la schiena dritta,"veramente" capaci di amministrare la Giustizia; degni figli della "culla del diritto". Non possono essere sempre e comunque le sole "Agende Rosse" di Salvatore Borsellino; il Comitato "Scorta Civica"; l'Associazione  "Familiari delle Vittime di Via dei Georgofili" e l'Associazione Nazionale "Familiari Vittime di Mafia", a  cavare le castagne dal fuoco con la zampa di gatto. Sebbene abbiano cercato di risvegliare le coscienze. Il termine giudice (dal latino iudex, derivato da ius, 'diritto', e dicere, 'dire, pronunziare'), in diritto, ha una doppia accezione, indicando sia l'organo che esercita la giurisdizione, sia la persona fisica titolare di quest'organo (ossia il funzionario). La giurisdizione, è la potestà di applicare il diritto oggettivo, interpretandone le norme e rendendole operanti nel caso concreto, per risolvere le controversie in posizione di terzietà, ossia di indipendenza rispetto alle parti e di indifferenza riguardo all'esito della controversia. Il procedimento attraverso il quale il giudice esercita la funzione giurisdizionale è detto processo. Negli ordinamenti dove vige la separazione dei poteri, i giudici costituiscono uno dei tre poteri dello stato: il potere giudiziario. La funzione giurisdizionale può essere presente anche in ordinamenti non statali: hanno, ad esempio, propri giudici l'ordinamento sportivo, quello della Chiesa cattolica e di altre confessioni religiose, gli ordinamenti di partiti, sindacati e altre associazioni, persino gli ordinamenti di certe organizzazioni criminali. 

Esistono anche organi giurisdizionali internazionali o sovranazionali, dotati di differenti gradi di autorità, chiamati quasi sempre a risolvere controversie relative all'interpretazione e all'applicazione dei trattati e del diritto internazionale. Il potere di decidere sulla controversia spetta al giudice in virtù del pubblico ufficio che ricopre; questo lo distingue dall'arbitro che, invece, risolve la controversia con il potere attribuitogli dalle parti. Di conseguenza, l'atto con il quale il giudice decide la controversia, fonte Wikipedia, la sentenza, s'impone alle parti in quanto provvedimento autoritativo, laddove l'atto con il quale decide l'arbitro, il lodo, trae la sua forza vincolante solo dal consenso delle parti, a meno che non intervenga un provvedimento del giudice (detto exequatur) che gli attribuisca efficacia di sentenza". Non passa giorno, senza che un giudice, la Corte dei Conti, il CSM, la Corte di Cassazione, la Corte d'Assise, la Corte d'Appello, venga criticato, esaminato, valutato, giudicato, biasimato e rimproverato. Nei casi estremi, anche attaccato ferocemente, "inquisito",  valutato, messo in croce. Un calvario, che francamente, non ce la sentiamo di condividere. Intendiamoci, non vogliamo ledere qui, il diritto sacrosanto ed inalienabile del cittadino, che magari si vede calpestati i suoi di diritti. Non abbiamo l'arroganza di orientare nessuno, per carità. Non indossiamo i panni del buon samaritano. 

Non abbiamo nessuna pecorella smarrita da recuperare. Ma una riflessione, dentro l'alveo della correttezza civile e morale, possiamo farla, questo non ce lo impedirà mai nessuno. Un giudice, chiunque esso sia, singolo o collegiale, non potrà mai essere "sereno", sentendosi tallonare, inseguire, pedinare, braccare ed incalzare con epiteti, frasi ingiuriose, civiltà della diffidenza e del sospetto, interviste e dichiarazioni alla stampa, nei convegni, nelle tavole rotonde, nelle assemblee, de visu; dentro e fuori del Tribunale. Senza "serenità" non si va da nessuna parte, questo è certo. Non si tratta di...bonus, malus, peius. Piuttosto il diritto di critica, diventa persecuzione, se non manìa. Senza invocare il fumus persecutionis, si tratta di un viziaccio brutto e cattivo, se non perverso. Un giudice, non può tapparsi le orecchie, che sono il suo modus udendi. Non può tapparsi gli occhi, che sono il suo modus operandi. Non può tapparsi la bocca, che è il suo modus vivendi, il mezzo e lo strumento necessario per esercitare il suo mestiere-professione-lavoro…'Quel che è vero è sempre vero, da qualunque bocca esca'. Un giudice studia sui libri almeno per trent'anni. A parte i master, le specializzazioni, i corsi para e post universitari, i concorsi, ma poi da uditore fanno la trafila, prima di giungere al fatidico giorno del processo e vero e proprio. Giustizia, senso di onestà, correttezza e non lesività del prossimo;in  un dovere e in un diritto che coinvolge chiunque appartenga a una certa comunità. 

La giustizia, per sé, per gli altri e per chiunque, si traduce comunque in un dovere e in un diritto, che coinvolge chiunque appartenga a una certa comunità, in senso riduttivo, e ogni persona umana in generale, in senso estensivo. La giustizia, è la costante e perpetua volontà, tradotta in azione, di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; questo è l'ufficio, deontologico e inviolabile, che il magistrato preposto deve porre in atto nei luoghi deputati a rendere giustizia: i tribunali. La giustizia, che è messa in atto sempre come volontà del popolo, è anche azione repressiva, potere legittimo di tutelare i diritti di tutti, quindi rendere a ognuno, nelle circostanze riconosciute, di accordare giustizia ascoltando richieste per essa e in nome di essa accordando ciò che è giusto quando è dovuto e a chi è dovuto. La negazione della giustizia, ovvero la mancata applicazione dei criteri di è l'ingiustizia, con diversi gradi di gravità della sua realizzazione a danno di una o più persone. Ed i giudici che hanno tradito la toga, la Bandiera, la dignità?  L'ultimo giudice preso di mira dalla 'ndrangheta, è Mario Spagnuolo, coraggioso procuratore capo della Repubblica di Vibo Valentia. Uno dei più attivi e dinamici del Distretto di Catanzaro. Ma anche uno dei magistrati più preparati. Era in corsa per diventare Procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria. Numerosi, gli attestati di solidarietà e le espressioni di condanna per il vile gesto.
Domenico Salvatore

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Calabria BBB+...quel sogno di mezza estate, stare alla pari con la Lombardia

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Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi, nell'arringa in Cassazione al processo Mediaset ha detto:"Non c'è reato. Chiedo che la sentenza venga annullata perchè il fatto così come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non è reato, è penalmente irrilevante. Questo   è un quesito che rimetto alla Corte. Se manca il contrasto con una disposizione antielusiva, l'abuso è penalmente irrilevante. Potrà anche esserci un'elusione gigantesca, ma non siamo nell'ambito dell'illecito penale , ma di fronte ad un illecito di tipo amministrativo e tributari.
Il rebus Berlusconi e l'asino di Buridano 
Domenico Salvatore

I giornali cartacei, ma anche quelli on line che, in precedenza, avevano assunto una posizione forcaiola, negli ultimi giorni, sono meno giustizialisti. Se venisse condannato Berlusconi, non troverebbero un'alternativa altrettanto redditizia e sarebbero costretti a ripiegare, se non a chiudere. Come altre illustri testate, che in nome del pennacchio hanno mandato tutto a carte quarant'otto. Ma ci vuole equilibrio in ogni cosa. Altrimenti il rischio grosso e non calcolato, è quello di finire gambe all'aria. Ad eccezione delle "schegge impazzite", che continuano a tenere schiacciato l'acceleratore sul…"Berlusconi delinquente, arrestatelo". Non potrebbero più titolare ogni giorno su Berlusconi. Cosa, che gli ha consentito finora, di intascare lauti compensi. Il PD lacerato e dilaniato al suo interno, è sull'orlo di una crisi di nervi e rischia la secessione.  Il neo segretario Guglielmo Ettore Epifani, che ha preso il posto di Pierluigi Bersani è riuscito miracolosamente a tenere a bada la conservazione reazionaria, di cui è diretta emanazione, ma lo scissionista Matteo Renzi, deputato e sindaco di Firenze, che ha conquistato la fama di "rottamatore" vuole spazzare via  la vecchia guardia, compresi D'Alema e la Bindy; ha fatto discutere il suo pranzo ad Arcore con Silvio Berlusconi. 

Si è spesso trovato in contrapposizione con i sindacati e ha sovente rimarcato la questione dell'inoperosità di una parte degli impiegati nella pubblica amministrazione; il Pd dovrebbe maggiormente guardare al futuro, alle proposte e alle idee, anziché parlare in "politichese" e inseguire le alleanze "contro qualcuno; è favorevole al ricambio generazionale della classe dirigente tramite l'uso di elezioni primarie Nel suo programma,  c'erano la diminuzione delle tasse per il lavoro dipendente con aumento di 100 euro dello stipendio netto in busta paga, da finanziarsi tramite il taglio del 15% delle spese della pubblica amministrazione; raggiungere la copertura degli asili nido per i bimbi italiani al 40% entro il 2018, che indirettamente costituirebbe un incentivo all'occupazione femminile e la creazione di potenziali 450000 posti di lavoro; il sostegno creditizio alla piccola e media impresa da finanziarsi tramite il ricollocamento dei fondi europei; diritti civili per le coppie omosessuali sul modello delle civil partnership inglesi; aggiornamento alla normativa europea della legge 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale; divorzio veloce se consensuale e se i coniugi non hanno avuto figli; l'introduzione di una serie di meccanismi volti ad attirare in Italia investimenti esteri , come agevolazioni fiscali per i primi anni di insediamento; lotta alla corruzione con l'introduzione di pene più severe; lotta all'evasione fiscale concentrata sui grandi evasori e gli evasori totali; abolizione o riduzione drastica dei rimborsi ai partiti; diminuzione delle indennità dei politici e del numero dei parlamentari sul modello dei provvedimenti presi dal Presidente della Repubblica francese François Holland. Ma se nel PD siano l'un contro l'altro armato, anche perché una parte vede l'alleanza con il Pdl, come fumo negli occhi, in casa Pdl, le cose non vanno meglio. 

Dopo l'impennata di Gianfranco Fini e la levata di scudi dei suoi ex colonnelli, ma soprattutto degli attuali falchi, che non condividevano la scelta di Berlusconi di puntare sul delfino Angelino Alfano, il peso della tregua è caduto interamente sulle colombe. Ma i falchi non vedono nemmeno di buon occhio, l'alleanza con il Pdl. L'improvvisa, ma prevedibile alleanza PD-Pdl è stata la pietra tombale per il duopolio o bipartitismo. Intanto sulla scena nazionale è apparso il"Grillo parlante" come spesso viene indicato soprattutto dalla satira, Giuseppe Piero Grillo; "Beppe" per gli amici, con il Movimento 5 Stelle. Mario Monti, ha fatto l'avanzata francese e la ritirata spagnola. Si è candidato a premier da presidente del Consiglio in carica, ma il popolo, non lo ha votato. Altre considerazioni? Se Silvio Berlusconi venisse condannato, il PD non sopporterebbe l'idea di  un'alleanza con il Pdl; con il leader del partito  di coalizione arrestato se non condannato. Già i falchi di Epifani, avevano dovuto ingoiare il rospo dell'alleanza, a denti stretti. L'eventuale condanna, potrebbe diventare la goccia che fa traboccare il vaso. Sarebbe la fine dell'esperimento governativo. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, confermato per il secondo settennio consecutivo, che ha benedetto l'unione; se non favorito e stimolato, sarebbe costretto a cambiare le carte in tavola. Nell'autunno nero come il carbone, sarebbe costretto a riprendere le consultazioni, per ricercare una nuova soluzione. 

Magari con un altri parner, che sarebbe inevitabilmente 5 Stelle di Grillo. Il leader, potrebbe alzare la posta in palio. Porre dei limiti, imporre delle scelte. Fare la voce e la parte del leone. I due partiti di maggioranza, potrebbero accordarsi per sciogliere le Camere ed andare a nuove elezioni. Ma a chi converrebbe una simile rischiosa soluzione? A tutti ed a nessuno! Chi sta in sella, non vuole essere disarcionato. Non prima della scadenza dei cinque anni. Il tempo per maturare la pensione. Ci sono le matricole, ma anche i veterani, che sanno bene di rischiare di non essere confermati; forse, neppure di essere candidati. Sono la maggioranza. Sono la conservazione reazionaria. Il tradizionalismo. Lo scontro, per ora virtuale, è titanico. Domanda. Con quale sistema elettorale, si andrebbe a votare? In autunno od in primavera. Chi guiderebbe il governissimo balneare, se non governo tecnico? E gli elettori esasperati, amareggiati e delusi, ma non rassegnati? L'astensionismo, che ha già raggiunto picchi altissimi, potrebbe sfondare il plafond "minato" e finora blindato.E Berlusconi? Il leader azzurro, ha già dichiarato urbi et orbi, che non farà la fine di Bettino Craxi. Se condannato, non scapperà. Andrà in prigione, ma non chiederà l'assegnazione ai servizi sociali o gli arresti domiciliari. Infine ci sono le ipotesi giuridiche. La condanna e l'interdizione. Solo la condanna. La condanna con una piccola interdizione. 

Il rinvio alla Corte d'Appello per un nuovo giudizio. L'assoluzione piena. Tutte soluzioni, che comunque presterebbero il fianco alla critica ed alle polemiche infinite.La fine dell'asino di Buridano (o "Paradosso dell'asino") è un apologo tradizionalmente attribuito al filosofo Giovanni Buridano. L'apologo narra come un asino posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali  e alla stessa distanza non sa scegliere quale iniziare a mangiare morendo di fame nell'incertezza. Una ventina di anni fa Piero Ottone su "La Repubblica scriveva un editoriale dal titolo "L'enigma Berlusconi",  che sembra essere attuale " IL BERLUSCONI di Palazzo Chigi, per me, è un enigma. Pur conoscendolo bene, stento a capire perché si comporta così; stento a capire perché stia sperperando ogni giorno, con ogni mossa, la più grande occasione della sua vita; perché stia diventando, con pervicacia, il peggior nemico di se stesso. Che ci siano ombre nel suo passato, lo sappiamo; lo abbiamo sempre saputo. Per avere successo, per conseguire l' obiettivo immediato, Berlusconi era disposto a prendere qualsiasi scorciatoia. Ricordiamo il sodalizio con Bettino Craxi, un uomo politico la cui corruzione era nota a tutti, certamente anche a lui; ricordiamo le pressioni sul parlamento, affinché non legiferasse in materia televisiva; non dimentichiamo il sotterfugio della vendita del Giornale al fratello Paolo, per sfuggire alle norme di legge sulle concentrazioni editoriali; e via di questo passo. 

Ma succede di rado che si possano accumulare grandi fortune, partendo da zero, senza una buona dose di spregiudicatezza. La spregiudicatezza di Berlusconi aveva un suo marchio di affabilità, di buona cera, tipica del venditore simpatico e astuto, sempre di buon umore; sotto l' affabilità si avvertiva anche il sottofondo di un' indole buona, generosa verso il prossimo. Gli è sempre piaciuto mostrarsi più furbo degli altri, spingersi fino ai limiti del possibile e farla franca: se poi non ci riusciva, se era colto in fallo, liquidava l' episodio con una battuta e con una risata. Anche per questo, anche per quel suo modo di fare tipico del venditore, non ha mai avuto la soddisfazione di essere preso sul serio, non ha mai goduto la reputazione alla quale riteneva, per i suoi successi, di avere diritto. Accumulava miliardi, conquistava l' etere nazionale con le televisioni, cercava di invadere la Francia, la Germania, la Spagna, e agli occhi della gente, anche di quella gente che era ben disposta verso di lui, restava una macchietta. Nell' estate del 1993 decise di entrare in politica; all' inizio del ' 94 rese pubblico il suo proposito, e scese in campo. Anche nella campagna elettorale ha fatto il furbo, su vasta scala. 

Ha finto di staccarsi dalla Fininvest, cedendo la presidenza al suo miglior amico, ma le sue reti televisive hanno continuato a fare propaganda per lui, in modo spudorato. Fede e Ferrara, Funari e Medail, Liguori e Sgarbi hanno imperversato ogni giorno ai microfoni della Fininvest. Alla fine è avvenuto il miracolo: Berlusconi ha vinto, ha conquistato Palazzo Chigi. ED E' A PARTIRE da quel momento che mi aspettavo, francamente, un Berlusconi diverso. Pensavo: quest' uomo ha avuto sempre successo, e forse gli abbiamo fatto un torto quando non lo abbiamo preso abbastanza sul serio. Ha creato le imprese; ha fatto i soldi: ha dimostrato di essere un grande uomo d' affari. Adesso è a Palazzo Chigi; è il presidente del Consiglio. Quale può dunque essere, ora, il suo obiettivo? Non gli importerà certo di dare qualche vantaggio aggiuntivo alle sue centoquaranta società, non certo di procurargli qualche miliardo di utile in più. Neanche può essere la sua ambizione quella di prendere qualche vendetta contro i nemici o i concorrenti di ieri. Oggi il suo traguardo, pensavo, può essere uno solo: quello di dimostrarsi un grande uomo di governo, diciamo pure uno statista, capace di prendere in mano un' Italia in grame condizioni, e di redimerla. Tale mi sembrava che dovesse essere il suo traguardo. Come uomo d' affari aveva passato il suo esame, e non aveva più niente da temere (anche perché le banche creditrici della Fininvest, fattore di rischio fino a ieri, difficilmente avrebbero importunato un imprenditore che è presidente del Consiglio). 

Ora doveva passare l' esame di statista: circondandosi di uomini rispettati e autorevoli, e sfoggiando come loro leader doti di serenità, di saggezza, di equilibrio, soprattutto di fair play, che è la dote di cui gli italiani hanno maggior bisogno. Smettiamola di fare i furbi, smettiamola di cercare scorciatoie, pensavo che Berlusconi avrebbe detto ai connazionali. Diventiamo una buona volta europei. Ecco, guardate: io, presidente del Consiglio, vi do l' esempio. TUTTI, amici e oppositori, avremmo applaudito; tutti avremmo dimenticato, come sempre succede, le ombre del passato, i peccati di ieri. E chi avrebbe mai pensato al conflitto di interessi, se Berlusconi avesse dimenticato la Fininvest? Un segno premonitore, che non prometteva niente di buono, si è avuto per la verità quando Berlusconi ha fatto le sue nomine governative, dando vita, per la prima volta in Italia, anzi per la prima volta in un grande paese occidentale, a un governo-azienda; e dando spazio a uomini che proprio esemplari non sono. Ma lui, almeno lui, non si sarebbe comportato da vero uomo di governo? Non avrebbe voltato pagina? Non aveva detto lui stesso agli amici che ci avrebbe sorpreso con la sua nuova vita? Che avrebbe avuto "una vita eroica"? 

Purtroppo la pagina non l' ha voltata; e da quando è a Palazzo Chigi infila una gaffe dopo l' altra, con conseguenze gravi per il paese, senza dubbio, ma gravi anche per lui. La sostituzione degli amministratori della Rai prima della naturale scadenza; il decreto Biondi sulla carcerazione preventiva; gli attacchi violenti contro i giudici, cosa mai vista da parte di un presidente del Consiglio: perché lo ha fatto? Ora Umberto Bossi parla di un decreto sui diritti d' autore favorevole alla sua casa editrice, la Mondadori: ce n' era proprio bisogno? L' esempio più recente è il più istruttivo. L' utilità degli spot televisivi per rafforzare il governo è assai dubbio; gli italiani sono scettici, di fronte a certa pubblicità tendono a ridere piuttosto che a lasciarsi convincere. Ma nella legge Mammì c' è un certo comma che parla di spot di pubblica utilità: perché non approfittarne? Perché non estenderne il significato, stravolgendone l' intenzione, per fare un' ennesima furbata? Quando la preda è davanti agli occhi, è difficile resistere alla tentazione di allungare la mano per ghermirla. Poi il danno si rivela infinitamente maggiore di quello che poteva essere, se andava bene, il vantaggio. Ma perché non tentare, ancora una volta, di farla franca? Ho detto che Berlusconi è un enigma: è il peggior nemico di se stesso. 

Ma a pensarci bene anche l' enigma si spiega. Nessuno si libera della propria natura. Per essere uomo di governo, magari statista, occorrono conoscenze, esperienza, cultura; occorre senso dello Stato; ma occorre soprattutto una certa natura, una certa mentalità, un modo di essere e di pensare, che è connaturato in ciascuno di noi, e da cui non possiamo affrancarci. Ognuno ha i suoi limiti, e quale che sia la sua carriera, i limiti rimangono. Silvio Berlusconi, anche se diventerà imperatore della Cina, sarà sempre lo stesso."
L'ansa è illuminante…"E' attesa per giovedi'  pomeriggio la sentenza del processo Mediaset. Intorno a mezzogiorno, il collegio tornerà a riunirsi in camera di consiglio dopo aver tenuto una breve udienza, alle 10, per altre cause già fissate.
Ghedini, processo vissuto su filo prescrizione  - ''Questo è un processo vissuto sempre sul filo della prescrizione, come se si dovesse prescrivere un giorno per l'altro''. Lo ha sottolineato uno dei legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, nelle battute iniziali della sua arringa in Cassazione nel corso dell'udienza per il processo Mediaset. ''Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio'', ha detto Ghedini nella sua arringa in Cassazione.
Coppi,Cav. doveva essere assolto in I grado - ''Ci aspettavamo l'assoluzione di Berlusconi fin dal primo grado'': lo ha detto il professor Franco Coppi, legale dell'ex premier, in uno dei passaggi della sua arringa. Per Coppi in questo processo c'è stato un ''rigetto immotivato delle richieste difensive'' e la sentenza d'appello ''è caratterizzata dal pregiudizio'' verso Berlusconi.

"Chiedo che la sentenza venga annullata perché il fatto così come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non è reato, è penalmente irrilevante". Lo ha detto Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi nell'arringa in Cassazione al processo Mediaset. Coppi ha fatto esplicito riferimento a pronunciamenti della Cassazione Civile e della Cassazione Penale per circoscrivere un punto, e cioè se ci si trovi o meno di fronte ad una condotta penalmente rilevante. "Questo - ha detto - è un quesito che rimetto alla Corte. Se manca il contrasto con una disposizione antielusiva, l'abuso è penalmente irrilevante - ha spiegato l'avvocato -. Potrà anche esserci un'elusione gigantesca, ma non siamo nell'ambito dell'illecito penale", ma di fronte ad un illecito "di tipo amministrativo e tributario".
Brunetta, sulla sentenza Cassazione sono ottimista - ''Il Tribunale di Milano, così fondamentalista, così assoluto nelle proprie tetragone definizioni, un errore l'ha fatto. L'ha detto il procuratore generale di Cassazione: cinque anni di interdizione dai pubblici uffici erano sbagliati, troppi, non erano motivati. La legge prevede da uno a tre anni e quindi se dovevano essere cinque dovevano essere motivati. Da questo punto di vista almeno uno spiraglio''. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, intervenendo a ''Radio Anch'io'', su Radio Uno. ''Io sono ottimista - sottolinea poi Brunetta - perché credo nella giustizia, credo in tante persone perbene che compongono l'ordine della magistratura, credo nelle regole, credo nella legge, non mi piace la giustizia politicizzata''.
Gelmini, alternativa a Berlusconi è Berlusconi - "Nessuna sentenza può privare Berlusconi della leadership confermata da milioni di elettori. L'alternativa a Berlusconi è Berlusconi". Lo afferma Mariastella Gelmini, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera.
Coppi, Berlusconi qui non verrà - "Berlusconi qui? No, non si farà vedere, non ha motivo di venire qui". Lo ha detto Franco Coppi, il legale dell'ex premier, a margine dell'udienza in Cassazione sul processo Mediaset rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se fosse possibile che Berlusconi si presentasse in Cassazione.
Coppi, pg non ha preso di petto motivi ricorso - "La requisitoria non mi pare abbia preso di petto i nostri motivi di ricorso, ha più che altro ripercorso il processo". Lo ha detto in Cassazione, Franco Coppi, uno dei legali di Silvio Berlusconi, a margine dell'udienza sul progetto Mediaset. Interpellato sui tempi della sua arringa, Coppi ha aggiunto: "Non credo di parlare due ore, parlerò circa un'ora e mezza".


Pg Ciani, discussione può finire stasera - "In teoria la discussione delle arringhe degli avvocati può concludersi anche stasera e penso che domani potrebbe terminare la camera di consiglio per la decisione del processo Mediaset, ma questo dipende anche da quanto parleranno gli avvocati". Lo ha detto il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, parlando a margine dell'udienza Mediaset, dopo essere entrato nell'aula dove è in corso il dibattimento per chiamare fuori il sostituto procuratore Antonio Mura.
 "Siamo un pò tutti sottoposti a stress questi giorni" ha scherzato con i cronisti il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, parlando a margine del processo.
Pg Ciani, verdetto? Non faccio l'indovino - Ciani non si sbilancia in previsioni sul verdetto dell'udienza Mediaset: "Bisognerà vedere come il collegio giudicante interpreterà quanto ha sostenuto nella sua requisitoria di ieri il rappresentante della procura, Antonio Mura. Io non faccio l'indovino".
'Controllato' il binocolo del disegnatore Vincino - Ha destato qualche preoccupazione tra le forze dell'ordine il binocolo usato dal vignettista Vincino, in aula nella sezione feriale della Cassazione al processo Mediaset, per guardare più da vicino il collegio giudicante. Il disegnatore de Il Fatto e de Il Foglio e' stato raggiunto, sul loggione laterale dove sedeva, da un carabiniere che ha constatato che il suo binocolo era 'innocuo'. Quindi ha ripreso tranquillamente a lavorare alle sue 'caricature', tra le quali quelle di alcuni carabinieri presenti in aula, che le hanno molto apprezzate.


Lupi, noi responsabili, spero anche Pd - "Mi auguro che Berlusconi non venga condannato, che prevalga il diritto e il senso di responsabilità. E che si mantengano i nervi saldi". È quanto dichiara Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, intervistato in Transatlantico dalle telecamere di IntelligoNews (www.intelligonews.it). "Al di là della sentenza non credo possano esserci ripercussioni sull'esecutivo", continua l'esponente del Pdl. E aggiunge: "Questo governo è nato grazie al senso di responsabilità di Pdl, Pd e Scelta Civica. Mi auguro che questo atteggiamento continui (al di là dell'esito nella sentenza, ndr) e che le dinamiche interne ai partiti non si proiettino all'esterno - continua Lupi - a discapito del governo e quindi del Paese e della stabilità delle istituzioni, perché senza queste condizioni fondamentali la crisi economica non si risolverà mai", ha concluso."
Domenico Salvatore


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Iniziativa Anpi 8 settembre 2013

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         Anpinforma   

 

Carissime/i,

come avevo già anticipato, l'attività della nostra associazione riprende, dopo la pausa estiva, con l'inizio di settembre.

Questi gli appuntamenti ai quali vi chiedo di partecipare:

*    Venerdì 6 settembre 2013 anniversario della strage avvenuta il 6 settembre del '43 all'interno dell'abitato di Rizziconi; una delegazione dell'ANPI di Reggio Calabria parteciperà all'iniziativa promossa dall'Amministrazione Comunale di Rizziconi con inizio alle ore 18.00; partiremo da Reggio alle ore 16.30 (appuntamento allo svincolo autostradale di via Lia); coloro che intendono partecipare dovranno dare comunicazione ai numeri 329 18330503738195944 entro le ore 21.00 di giovedì 5 settembre;

 

*   Domenica 8 settembre 2013, alle ore 18.00, presso la Sala riunioni di via XXIV Maggio 6/a, proiezione del film "Tutti a casa" di Luigi Comencini, iniziativa programmata in occasione del 70° anniversario dell'8 settembre 1943.

 

Saluti partigiani,

Il Presidente del Comitato Provinciale

Sandro Vitale

 

P. s. – Si allega locandina iniziativa dell' 8 settembre 2013

 



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Luigi Palamara
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Conclusione lavori comitato eutanasia legale

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Il Comitato promotore raccolta firme

"Eutanasia legale e testamento biologico"

 di Reggio Calabria

 

comunica

 

la conclusione dell'iniziativa popolare di raccolta firme che ha riscosso un notevole successo.

Questo comitato si è costituito il 14 giugno 2013 a sostegno di una causa che riteneva di grande spessore sociale in quanto oltre la raccolta firme d'iniziativa popolare per un progetto di legge particolarmente forte ed emotivo come l'eutanasia, voleva anche sensibilizzare chi si approcciava all'argomento per la prima volta rendendone la giusta lettura:

 

una scelta di libertà dell'individuo di disporre della propria persona.

 

Il comitato inizialmente ha raccolto un folto gruppo di volontari,  la difficoltà della raccolta firme ha fatto desistere molti di loro che si sono ritirati, subito rimpiazzati da forze giovani , volenterose e motivate.

Il comitato ha anche accolto fra i suoi componenti due ragazzi che individualmente avevano già iniziato una piccola raccolta firme sin da aprile, facendola propria.

Molte sono state le difficoltà e gli ostacoli che giornalmente si sono incontrati, ci sono state offese, ma  anche grosse soddisfazioni, il contatto umano  ha lasciato delle sensazioni indescrivibili rendendo questa esperienza unica.

Grazie a tutti coloro che hanno consapevolmente apposto la propria firma, il risultato ottenuto ci ha inorgoglito e soddisfatto pienamente.

 Sì, perchè ogni firma che abbiamo avuto era "motivata" e le motivazioni erano innumerevoli, a volte esperienze personali con malati terminali, altre, la maggior parte, desiderio di libertà.
Per molti quella firma ha significato la speranza che le cose possano ancora essere cambiate, speranza in un futuro diverso dove l'uomo con i suoi bisogni primari è al centro dell'interesse generale.
E' venuto il povero e il ricco, malati e non, di destra e di sinistra, tutti convinti.

Le firme valide  raccolte da questo Comitato sono  1197.

Grande risultato!!!

Ringraziamo chi ha partecipato con calore ed affetto a questa raccolta dando tanta dignità alla nostra Città.

Ringraziamo la stampa che ci ha sostenuto e in particolare l'avv. Giuseppe Cilione che con la sensibilità dei suoi articoli ha reso l'argomento meno cruento.

Ringraziamo i due consiglieri provinciali che hanno autenticato le firme raccolte dal comitato nella persona di dr. Pierpaolo Zavettieri per le firme raccolte dal comitato e dr. Giuseppe Longo per le firme che erano già state raccolte inizialmente dai ragazzi che si sono associati poi al comitato.

Ringraziamo l'Ufficio elettorale di Reggio Calabria nella persona della d.ssa Tartamella per la disponibilità, la solerzia e la cortesia che ci ha permesso di accelerare l'invio all'Associazione Luca Coscioni delle ultime firme raccolte.

Le energie messe insieme dal comitato per l'eutanasia legale proseguiranno ancora a supporto dell'iter parlamentare affinchè questo primo passo di civiltà si traduca in un impegno continuo a favore della libertà di scelta e della piena tutela dei diritti dei cittadini.

 



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Tribunale Rossano, quinto bollettino medico

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Informazione & Comunicazione



Tribunale, quinto bollettino medico


"Al controllo odierno e ormai al quarto giorno di sciopero della fame, i manifestanti presentano condizioni cardiovascolari soddisfacenti, tuttavia clinicamente è apprezzabile astenia psico-fisica e, contemporaneamente, i valori glicemici restano a livelli medio-bassi. In particolare, nella mattinata odierna tali valori sono arrivati ai limiti della sopportabilità; pertanto, sotto la prospettiva di un ricovero coatto, i manifestanti si sono convinti ad assumere soluzioni isotoniche energetiche con presenza di glucosio. Tale assunzione ha determinato un innalzamento dei valori medesimi riportando il tutto ad una condizione di sicurezza. Il sottoscritto ha invitato l'ingegnere Stasi e l'avvocato Mitidieri ad assumere almeno per tre volte al giorno soluzioni glucosate".

Dottor Ermanno Marino 




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FESTA REGIONALE SLOW FOOD CALABRIA

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La festa regionale di Slow Food Calabria è un momento di piacevole confronto importante e significativo per la nostra Associazione e per il nostro territorio. Un'idea originale che si pone come obiettivo di coinvolgere tutte le realtà e le iniziative della nostra regione: Condotte, Comunità del Cibo, Presìdi, Produttori, Operatori e Aziende. Gli stessi avranno l'opportunità di ritrovarsi tutti assieme a questo appuntamento, ricco di gioia di vivere e di fare, per confrontarsi, scambiarsi idee e progetti e riflettere, anche con le Istituzioni, sul presente e sul futuro della nostra Associazione. Questa seconda edizione della Festa, affidata per l'organizzazione alla Condotta Slow Food Reggio Calabria Area Grecanica, con la speciale collaborazione della Condotta Slow Food Messina Valdemone, propone un programma ricco e articolato che cerca di mettere assieme momenti ludici, gastronomici e culturali, sempre all'insegna del piacere "buono, pulito e giusto".

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Reggio Calabria, 7 gli arresti per ndrangheta

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'NDRANGHETA: MONOPOLIO COSCA SU APPALTI PUBBLICI, ARRESTI Operazione Polizia nel Reggino. Infiltrazioni in economia legale - REGGIO CALABRIA, 4 settembre 2013 - Un'operazione della squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco è in corso per l'arresto di sette presunti appartenenti alla cosca Alvaro operante a Sinopoli, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Cosoleto e Delianuova, accusati di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni. Dalle indagini sarebbe emerso un vero e proprio monopolio nella gestione di appalti pubblici con amministratori locali ed imprenditori compiacenti, oltre una serie di interessi illeciti e di infiltrazioni in settori dell'economia legale.

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NDRANGHETA: APPALTI; ARRESTATO EX SINDACO COMUNE SAN PROCOPIO - REGGIO CALABRIA, 4 settembre 2013 - In seguito all'arresto di Palermo, il Comune di San Procopio fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose, nel dicembre 2010, dal Consiglio dei Ministri. I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono accusati di essere inseriti a pieno titolo nella cosca degli Alvaro. In particolare sarebbe stato proprio grazie alla loro attività che la 'ndrina riusciva ad ottenere gli appalti. I provvedimenti restrittivi eseguiti stamani sono stati emessi dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha coordinato le indagini. 

L'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo, di 52 anni, due imprenditori ed un commerciante figurano tra le sette persone arrestate dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di Roma nell'ambito di un'operazione contro la cosca Alvaro. Palermo era già stato arrestato nel giugno del 2010 nell'operazione 'Metà, condotta contro le cosche di Reggio e della provincia. L'ex sindaco è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia di Cosimo Alvaro, ritenuto il capo cosca. 

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Reggio Calabria, arrestato l'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo.

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'NDRANGHETA: APPALTI; ARRESTATO EX SINDACO COMUNE SAN PROCOPIO - REGGIO CALABRIA, 4 settembre 2013 - In seguito all'arresto di Palermo, il Comune di San Procopio fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose, nel dicembre 2010, dal Consiglio dei Ministri. I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono accusati di essere inseriti a pieno titolo nella cosca degli Alvaro. In particolare sarebbe stato proprio grazie alla loro attività che la 'ndrina riusciva ad ottenere gli appalti. I provvedimenti restrittivi eseguiti stamani sono stati emessi dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia che ha coordinato le indagini. 

L'ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo, di 52 anni, due imprenditori ed un commerciante figurano tra le sette persone arrestate dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di Roma nell'ambito di un'operazione contro la cosca Alvaro. Palermo era già stato arrestato nel giugno del 2010 nell'operazione 'Metà, condotta contro le cosche di Reggio e della provincia. L'ex sindaco è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia di Cosimo Alvaro, ritenuto il capo cosca.


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Elezioni Ordine Architetti di Reggio Calabria

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ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI 
DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA


A seguito delle elezioni svoltesi nei giorni 1 e 2 luglio 2013, il giorno lunedì 2 settembre 2013 si è insediato il nuovo Consiglio dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Reggio Calabria per il quadriennio 2013-2017.
L'appuntamento elettorale ha fatto registrare il raggiungimento del quorum già fin dalla prima votazione, hanno infatti votato in due giorni 1177 iscritti provenienti da tutta la provincia di Reggio Calabria, segno di grande senso di appartenenza della categoria e di volontà di partecipazione.
A seguito dello scrutinio, durato 20 ore circa (era possibile esprimere fino a 15 preferenze) sono stati proclamati eletti i seguenti 15 consiglieri (14 nella sezione A ed uno nella sezione B):
Nella sezione "A"
MALARA Paolo con voti 794, DATTOLA Santina 766, DE STEFANO Patrizia 763, GALLETTA Paolo 685, DE LEO Giuseppe 674, CORIGLIANO Domenico 672, BRUZZI' Beatrice 672, ABBIA Maria 671, ZITO Rocco Vito 648, VERMIGLIO Santo Salvatore 644, MELIA Pasquale 622, RICORDO Vincenzo 618, GRECO Salvatore 618, SARACENO Paolo Carmelo 595, 
e nella sezione "B"
INFORTUNA Margherita Carmela con voti 656.
Ha prevalso in blocco il raggruppamento dell'uscente Presidente Paolo Malara e ben 5 sono state le donne elette, per un rinnovamento del consiglio pari al 40% rispetto al precedente.
Il nuovo Consiglio, nella sua prima seduta ha eletto Presidente l'Arch. Paolo Malara (riconfermato), Segretario l'Arch. Patrizia De Stefano, e Tesoriere l'Arch. Santina Dattola, altra riconferma. 
Reggio Calabria, 03 settembre 2013                                                                               



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PALERMO: OPERAZIONE DEI CARABINIERI DEL NUCLEO INVESTIGATIVO DI PALERMO, SEQUESTRATI 100 CHILI DI HASHISH.

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PALERMO: OPERAZIONE DEI CARABINIERI DEL NUCLEO INVESTIGATIVO DI PALERMO, SEQUESTRATI 100 CHILI DI HASHISH.
 
Stanotte sono scattate le manette per POLLASTRO Gennaro, autotrasportatore nato a Giugliano in Campania (NA) classe 1965.
L'uomo è stato bloccato sull'autostrada A20 Messina - Palermo all'altezza di svincolo di Castelbuono, mentre era alla guida di un mezzo pesante allestito per il trasporto di legna.
L'intervento, scaturito da una segnalazione anonima, trovava riscontro nella perquisizione veicolare: infatti all'interno del vano posteriore, carico di legna, venivano rinvenuti 1000 panetti di sostanza stupefacente del tipo hashish, per un peso complessivo di 100 Kg., porzionabili in decine e decine di migliaia di dosi (atteso l'elevato principio attivo riscontrato da un primo accertamento tossicologico) per un valore al dettaglio di circa 1.000.000 di € (atteso l'elevato principio attivo riscontrato da un primo accertamento tossicologico).
Il fare dell'uomo, evidentemente nervoso, confermava quanto segnalato ai Carabinieri che, pur non rinvenendo nulla ad un primo controllo, approfondivano le ricerche con l'ausilio di un'unità cinofila antidroga che permetteva di localizzare lo stupefacente ben celato sotto un ammasso di legna.
Per le modalità di confezionamento, sembrerebbe provenire dai "Cartelli di Scampia".
Sono in corso indagini finalizzate all'individuazione dei canali di smercio della "roba".
Palermo, 4 settembre 2013




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Carabinieri di Palmi fermano autori omicidio ARIMARE

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Omicidio ARMARE Giuseppe

 

 

Alle prime luci dell'alba, i Carabinieri della Compagnia di Palmi hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi in data 04.09.2013, nei confronti di 3 soggetti, responsabili a vario titolo dell'omicidio in concorso di ARIMARE Giuseppe e del tentato omicidio in concorso di PRINCI Bernardo, genero della vittima, perpetrati a Sant'Eufemia d'Aspromonte lo scorso 2 settembre.

Maggiori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa, che sarà tenuta presso la Procura della Repubblica di Palmi alle ore 15.30dal Procuratore della Repubblica di Palmi, dott. Giuseppe Creazzo.

 

Reggio Calabria, 4 settembre 2013.

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Operazione "Xenopolis", 7 arresti tra ndranghetisti, imprenditori e politici

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OPERAZIONE “XENOPOLIS



OGGETTO: Reggio Calabria, operazione della Polizia di Stato nei confronti della cosca di ‘ndranghetadegli ALVARO, operante nella Piana di Gioia Tauro.






La Squadra Mobile di Reggio Calabria ed il Servizio Centrale Operativo di Roma, a conclusione di una articolata attività investigativa, coordinata dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, hanno condotto stamane una vasta Operazione di Polizia nei confronti di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta degli ALVARO, operante nei territori di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Cosoleto, Delianuova ed altrove, disvelando un intreccio esistente tra mafia, politica ed appalti.   


In particolare, sono state eseguite a nr. 7 Ordinanze di custodia cautelare (nr. 6 in carcere e nr. 1 di arresti domiciliari), emesse dal G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti dei sottoelencati soggetti, l’ultimo dei quali è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari:










1.      ALVARO Cosimo, nato a Sinopoli (RC) il 25.04.1964, alias “Pelliccia”, già detenuto;

2.      ALVARO Antonio, nato a Sinopoli (RC) il 11.04.1966;

3.      ALVARO Domenico, nato a Taurianova (RC) il 01.12.1977;

4.      PALERMO Rocco, nato San Procopio (RC) il 25.06.1961;

5.      ITALIANO Giasone, nato a Delianuova (RC) il 16.10.1969;

6.      LAURENDI Domenico, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 07.10.1969;

7.      OCCHIUTO Carmelo Giuseppe, nato a Sinopoli (RC) il 01.05.1968.


Le attività investigative, svolte con il supporto di attività tecniche di intercettazione avviate nei confronti di personaggi appartenenti al gruppo familiare al cui vertice era posta la figura di ALVARO Domenico cl. ‘24, alias “U giannazzu” deceduto nell’estate del 2010, nonché dei suoi due figli, Cosimo cl. ’64 alias “Pelliccia” ed Antonio cl. ’66 (i quali, a seguito della sua morte, hanno assunto le redini della famiglia), permettevano di far luce non solo sulla piena operatività della summenzionata famiglia di ‘ndrangheta, ma soprattutto sui rapporti con imprenditori ed esponenti politici degli enti locali che ne assecondavano gli anzidetti interessi ricadenti in vari settori produttivi dell’economia legale, alterando la libera concorrenza fra le imprese. 


I primi sei soggetti sono accusati di aver fatto parte stabilmente dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, presente principalmente sul territorio della provincia di Reggio Calabria, costituita da molte decine di locali, articolata nei tre mandamenti con organo di vertice denominato “Provincia” ed, in particolare, ALVARO Antonio, ALVARO Cosimo, ALVARO Domenico LAURENDI Domenico e PALERMO Rocco della sua articolazione territoriale denominata “cosca ALVARO”, operante prevalentemente nelle zone di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte Cosoleto, San Procopio e località limitrofe, mentre l’ITALIANO Giasone dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta intesa nel suo complesso e della locale operante nel territorio di Delianuova.


Il personaggio di maggior spessore criminale è, senz’altro, l’ALVARO Cosimocl. ‘64, attualmente detenuto a seguito della sua cattura avvenuta in data 14.07.2011 da personale di questa Squadra Mobile, dopo un periodo di latitanza di circa un anno, in un casolare di contrada Cirello del Comune di Rizziconi (RC). All’epoca egli era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 09.06.2010, nell’ambito dell’Operazione “Meta” per i reati di estorsione aggravata dall’art. 7 della legge 203/91, intestazione fittizia di beni, associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Elemento di primo piano della cosca ALVARO, il predetto aveva già trascorso in precedenza un altro periodo di latitanza per sfuggire all’esecuzione di una ordinanza emessa dal G.I.P. di Palmi per traffico di sostanze stupefacenti, reato per il quale veniva condannato, in via definitiva, alla pena di sei anni di reclusione.


Nelle odierne indagini, al predetto vengono contestate condotte finalizzate al controllo delle attività imprenditoriali di Reggio Calabria, luogo dove aveva deciso di eleggere domicilio dal 2006 al 2009, in quanto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con divieto di soggiorno a Sinopoli. Difatti, a Reggio Calabria, l’ALVARO si era inserito nelle attività economiche della città, occupandosi della gestione del bar Crystal, sito in via Quartiere militare nr. 36/38 (zona Cardinale Portanuova), intestato fittiziamente all’imprenditore LAURENDI Domenico.


Al fratello del sopracitato Cosimo, ALVARO Antonio cl. ‘66, titolare della ditta individuale “Edil Trasporti Legna”, viene contestato l’aver svolto, in concorso con gli imprenditori ITALIANO Giasone e LAURENDI Domenico, attività volte al controllo delle attività imprenditoriali nella provincia di Reggio Calabria, non solo nel settore dell’edilizia e della manutenzione stradale, ma anche dei lavori sulla rete del gas, aggiudicati con contratto d’appalto della Regione Calabria dalla ditta “METANGAS dei fratelli VENNERI srl” con sede legale a Rende (CS), specializzata nella progettazione, costruzione, assistenza e gestione delle suddette reti; a tal proposito, si evidenzia che l’ALVARO, non potendo direttamente concorrere ai lavori sulla rete del gas, era riuscito tramite ITALIANO Giasone, in maniera occulta e con metodi tipicamente mafiosi, a trarre illeciti guadagni dall’esecuzione delle opere in parola, attraverso sub-appalti o l’impiego di operai “sponsorizzati” dalla medesima cosca.


E’ altresì emblematico quanto emerso sull’appalto bandito dalla Provincia di Reggio Calabria, pari a circa 20.000.000 di euro, riguardante la manutenzione triennale dell’intera rete viaria provinciale di circa 200 km, in merito al quale il LAURENDI era riuscito ad inserirsi tramite un sub-appalto che prevedeva, secondo una logica di “spartizione” tra imprese, i lavori di pulizia e manutenzione della zona tirrenica della provincia reggina.  


L’attività d’indagine ha permesso di accertare che il LAURENDI intratteneva rapporti di frequentazione con esponenti politici locali dai quali trarre vantaggio per la sua attività imprenditoriale. Il meccanismo è quello del cd. “tesseramento”, attraverso il quale il politico locale richiede ad un imprenditore, il quale a sua volta può contare su significative aderenze con soggetti legati alla criminalità organizzata, di fornirgli una “dote” necessaria di tessere di partito, in maniera tale da poter aver un “peso” per essere scelto tra i candidati alle elezioni. 


Nel caso di specie, l’opera di reperimento delle tessere è stata svolta dall’ALVARO Antonio, a sostegno di esponenti politici locali, al fine di favorirne la candidatura ed è stato in contatto con il Sindaco pro-tempore del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco[1], al fine di condizionarne le scelte politiche.


Difatti, le pressioni sugli esponenti dell’Amministrazione comunale si sono concretizzate in un reale condizionamento da parte degli esponenti della potente ‘ndrinadegli ALVARO; uno di essi, ALVARO Domenico cl. ’77, figlio di Nicola cl. ’46[2], induceva il sindaco pro-tempore del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco a meditare sull’opportunità di dimettersi dalla carica a causa dell’aggiudicazione dell’appalto bandito dal Comune per la riqualificazione del centro storico ad una ditta diversa rispetto a quella caldeggiata da una fazione della medesima consorteria mafiosa facente capo agli ALVARO alias “Carni i cani”. Solo attraverso l’intervento “autorevole” di ALVARO Antonio cl. ’66, richiesto dall’ex Sindaco, si metterà termine al dissidio che stava per insorgere attorno ai suddetti lavori di riqualificazione del centro storico di San Procopio.   


Anche per tale fatto, l’ex Sindaco del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco cl. ’61è accusato di associazione mafiosa per aver svolto, nella sua qualità di pubblico ufficiale durante il periodo del mandato elettorale, attività diretta a favorire gli interessi della cosca ALVARO, fornendo indicazioni ai soggetti sopra citati circa l’imminente pubblicazione dei bandi di appalto del Comune e, segnatamente, asservendo la propria carica istituzionale agli interessi della cosca.


Quando agli imprenditori ITALIANO Giasone cl. ’69 e LAURENDI Domenico cl. ’69, giova mettere in risalto cheil primoè legato alla criminalità organizzata anche in virtù dei precedenti penali del padre ITALIANO Giuseppeantonio cl. ’31, esponente di vertice dell’omonima cosca fino alla sua morte avvenuta nel 2010, mentre il secondo, già accusato di associazione mafiosa, viene ritenuto vicino alla cosca degli ALVARO.


Nel corso delle investigazioni, sono state riscontrate, altresì, violazioni degli art. 12 quinquies della Legge 7 Agosto 1992 nr. 356 e 7 della Legge 12 Luglio 1991 nr. 203, in quanto OCCHIUTO Carmelo Giuseppe cl. ’68, in concorso col cugino ALVARO Antonio, riceveva in locazione l’intestazione e la gestione del ristorante-pizzeria “IL TOCCO DI BACCO” sito a Villa San Giovanni (RC), località Cannitello (RC).


Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.



Reggio Calabria, 4 Settembre 2013.





[1] Nell’anno 2007 veniva eletto Sindaco di San Procopio quale rappresentante di una lista civica, ottenendo un risultato plebiscitario. Decadeva dalla carica a seguito di scioglimento dell’ente locale per infiltrazioni mafiose nel dicembre del 2010;
[2] Tratto in arresto per associazione mafiosa nell’Operazione “Prima”.

Arrestato il latitante BRUZZESE Carmelo

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Arresto del latitante BRUZZESE Carmelo


Personale dell'IMMIGRATION canadese ha tratto in arresto, a Toronto, il latitante BRUZZESE Carmelo in esito ad un mandato di cattura per violazione alla legge canadese sull'immigrazione.
Il predetto, ricercato a seguito dell'ordinanza cautelare n. 57-63-65/10 O.C.C., 1389/08 R.G.N.R.DDA e 1172/09 R.G.I.P. emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria nell'ambito della nota operazione IL CRIMINE, convalidando il precedente decreto di fermo eseguito il precedente 12.7.2010, è stato localizzato dal ROS dei Carabinieri in collaborazione con l'Arma territoriale, in Canada, a seguito di indagini disposte, dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria (Proc. Dott. Cafiero De Raho, Proc. Agg. Dott. Nicola Gratteri e Sost. Proc. Dott. Paolo Sirleo).

Una volta localizzato nella città canadese, le competenti Autorità, non potendo eseguire la misura cautelare emessa dal GIP di Reggio Calabria, in cui al BRUZZESE veniva contestata la violazione dell'art. 416 bis C.P. ed, in particolare, di essere uno dei promotori e rappresentanti di vertice dell'organizzazione mafiosa denominata 'Ndrangheta, hanno avviato verifiche finalizzate ad accertare l'attuale pericolosità del BRUZZESE per il territorio canadese (fase prodromica all'avvio del procedimento di espulsione), richiedendo la collaborazione del ROS e del Servizio di Cooperazione Internazionale.

In tale ambito, in data 16 maggio u.s., presso l'ambasciata canadese di Roma, un ufficiale del ROS, previa autorizzazione della magistratura requirente, alla presenza di funzionari della 2^ Divisione Interpol e della citata ambasciata, ha sostenuto una testimonianza in video – conferenza con rappresentanti dell'IMMIGRATION canadese, nel corso della quale ha sinteticamente esposto gli elementi alla base del citato provvedimento cautelare a carico di BRUZZESE Carmelo e del suo ruolo in seno all'organizzazione così come emerso dagli atti dell'operazione IL CRIMINE. Tale testimonianza ha costituito elemento fondante l'emissione del provvedimento di cattura emesso in Canada nei confronti del predetto.

Nell'ambito dell'indagine IL CRIMINE, condotta tra il 2008 ed il 2010, il BRUZZESE era, infatti, stato individuato quale esponente di vertice dell'organizzazione mafiosa denominata 'ndrangheta, in virtù della carica di capo del LOCALE di Grotteria. In particolare, nel corso del procedimento, è emerso che egli partecipò ad alcune delle più importanti riunioni – incontri che condussero alla nomina del Capo Crimine OPPEDISANO Domenico, operando in stretto raccordo con il sidernese COMMISSO Giuseppe (ù Mastro) ed AQUINO Rocco, quest'ultimo capo locale di Marina di Gioiosa Jonica (RC), anch'egli fuggito alla cattura in data 12.7.2010 e poi arrestato dal ROS, dall'Arma Territoriale e dallo Squadrone Cacciatori di Calabria in data 10.2.2012, così come i suoi due fratelli, anch'essi latitanti, AQUINO Giuseppe e Domenico, rispettivamente arrestati, sempre a Marina di Gioiosa Jonica (RC), in data 31.7.2012 ed in data 14.9.2012.

Il BRUZZESE, per quanto emerso dalle citate indagini, aveva, inoltre, un ruolo centrale nei rapporti tra le strutture 'ndranghetistiche operanti in Calabria e quelle attive in Lombardia ed in Piemonte, venendo coinvolto, proprio in ragione del suo ruolo apicale in seno all'organizzazione, nelle decisione di maggior rilievo per quelle articolazioni, nonchè per le nuove affiliazioni.
L'intervento condotto dalle Autorità canadesi che costituisce una prima fase di un procedimento di espulsione che prevede, in Canada, un'udienza di convalida prevista per i prossimi giorni ed una successiva fase dibattimentale, rappresenta la continuazione della cooperazione avviata tra il ROS, la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, di intesa con la Procura Nazionale Antimafia ed il Servizio di Cooperazione con le competenti Autorità di polizia canadesi che, già nell'agosto del 2008, aveva consentito la localizzazione a Toronto (Canada) ed il conseguente arresto del latitante COLUCCIO Giuseppe (all'epoca inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità), legato al BRUZZESE da vincoli di parentela acquisita. 

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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