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MASSIMA ATTENZIONE PER LA COSTA DI BOCALE
Imminenti i lavori di difesa e ripascimento del litorale
E' stato pubblicato oggi il bando per l'intervento di difesa costiera di un tratto di litorale in località Bocale II, nel Comune di Reggio Calabria. L'appalto, il cui importo complessivo è pari a duecentoottantamila euro finanziato con fondi di Bilancio dell'Ente, consiste nella realizzazione di una batteria di pennelli e nel ripascimento con l'apporto di materiale sabbioso. In particolare è previsto un sistema di quattro pennelli ortogonali alla linea di riva, in materiale lapideo, della lunghezza media di trentacinque metri.
Ottanta sono i giorni utili per l'esecuzione dei lavori dalla data di consegna, mentre l'uno ottobre rappresenta il termine ultimo per presentare le offerte.
L'intervento costituisce un ulteriore avanzamento dell'azione di messa in sicurezza dell'abitato in fregio al litorale nonché di salvaguardia e tutela della costa.
"Il tratto di litorale oggetto dei lavori – dichiara il vicepresidente Giovanni Verduci - è inserito in un più ampio contesto di dissesto costiero che si estende da Saline Joniche a punta Pellaro. Le opere di difesa oggetto di questo intervento – prosegue – costituiscono un passo nella direzione proprio di punta Pellaro, collocandosi a prosecuzione del recente intervento operato sempre dalla Provincia. Consapevoli della criticità del fenomeno erosivo, gli uffici provinciali hanno lavorato senza sosta. La relativa Conferenza dei Servizi è stata indetta la prima settimana di giugno, prima di metà agosto è stato concluso il procedimento e il venti dello stesso mese è stato approvato il progetto definitivo-esecutivo oggetto del bando pubblicato oggi. Ma questo non è tutto – sottolinea Verduci – a brevissimo saranno disposti nuovi lavori e, proprio per fare il punto, la prossima settimana, assieme al Presidente Giuseppe Raffa, convocheremo una conferenza stampa per esporre tutti gli interventi, quelli già realizzati, quelli in fase di progettazione, di appalto o esecuzione, che già interessano o interesseranno tra pochi giorni il tratto da Fornace-Lazzaro a punta Pellaro. Nel dettaglio centoventimila euro sono i lavori già consegnati, quattrocentomila sono stati già impegnati per il bando pubblicato oggi, altri quattrocentomila sono oggetto di un'ulteriore Conferenza dei Servizi. In occasione della conferenza stampa – continua Veduci – sarà inoltre illustrato il progetto redatto dai tecnici provinciali e inserito nel Master Plan approvato in sede di Comitato dell'Autorità di Bacino presieduto dal segretario generale Salvatore Siviglia. Progetto che interesserà l'area Bocale-punta Pellaro e le cui procedure d'appalto sono state già avviate per un importo quasi di due milioni di euro. Sono certo – conclude il vicepresidente – che la strada che abbiamo deciso di percorrere assieme all'Università Mediterranea, all'Autorità di Bacino e alla Regione Calabria ci porterà a conseguire importanti risultati in termini di difesa del nostro territorio".
Reggio Calabria 4 settembre 2013
f.l.
Sull'annuncio della Regione circa l'intesa sul mantenimento del volo diretto per Torino
SOGAS RINGRAZIA, INCASSA E RILANCIA
Porcino: adesso per l'Aeroporto rimuovere le limitazioni
In fondo, era proprio quello che volevamo. Adesso aspettiamo solo che Alitalia riprenda le vendite e le prenotazioni del volo diretto da e per Torino.Questo il primo positivo commento del Presidente della Società di Gestione dell'Aeroporto dello Stretto, Carlo Alberto Porcino, autore proprio nei giorni scorsi di una durissima missiva indirizzata ad Enac e Assaeroporti nella quale si denunciava il gravissimo disagio che la manifesta decisione di Alitalia di sopprimere il volo per Torino avrebbe comportato a migliaia di passeggeri in riva allo Stretto. Proprio da tale iniziativa nacquero le prime reazioni della Politica, fino all'avvenuto incontro risolutivo svoltosi ieri a Roma tra il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e l'Amministratore Delegato Del Torchio.
Arrivati a questo punto – prosegue Porcino - speriamodi poter presto aprire un sereno tavolo di discussione con Alitalia per trattare in modo complessivo su tutti i servizi e le problematiche che l'Aeroporto dello Stretto si trascina dietro ormai da tempo per intensificare il fondamentale rapporto di partnership tra la scrivente Società di Gestione con l'ormai ex compagnia di bandiera. Proprio in tale direzione intenderemo muoverci come Sogas alla ricerca di soluzioni condivise che finalmente vedano garantito in pieno il totale ruolo che per legge ci compete nella gestione operativa dello scalo.
Sta di fatto - sottolinea Porcino – che l'intesa di massima raggiunta con Alitalia, come annunciato da parte della Regione, che prevede anche la prosecuzione del collegamento diretto dall'Aeroporto dello Stretto da e verso l'Aeroporto di Torino Caselle è decisamente una notizia rassicurante per la nostra Società di Gestione ma, soprattutto, per le migliaia di passeggeri interessati a questa tratta. Speriamo adesso decidano di aprire nuove tratte ma soprattutto finisca la politica dei tagli selvaggi.
Dalle reazioni avute da parte della politica in questa vicenda– conclude Porcino – ritengo che sia emerso chiaramente quanti in città ed in Calabria hanno davvero a cuore le sorti dell'Aeroporto di Reggio Calabria. Spiace dover constatare che ancora esiste qualche persona assolutamente disinformata sulle attività che svolgiamo che si lascia andare a critiche assolutamente prive di fondamento che si contraddicono anche solo semplicemente osservando la realtà dei fatti.
Ad ogni modo adesso ci godiamo il buon risultato raggiunto e per questo, a nome di Sogas, ringrazio quanti hanno sentito di intervenire pubblicamente in difesa dell'Aeroporto. Per continuare a difendere gli interessi del nostro aeroporto e di quanti ogni giorno qui operano e scelgono di viaggiare, adesso non fermiamoci qui, occorre chiedere a gran voce ad Enac di decidere in fretta e di rimuovere le anacronistiche limitazioni tecnico – operative che non hanno più senso di esistere e, purtroppo, ancora oggi penalizzano l'Aeroporto dello Stretto.
SCUOLA – Parte il nuovo anno con centinaia di istituti senza dirigenti e mille vincitori del concorso che rimangono a casa
Dei 2.386 posti come capo d'istituto messi a concorso dal Miur, ad oggi ne sono stati assunti solo 1.402: a 984 per il secondo anno è stato chiesto di attendere. Malgrado i posti fossero vacanti.
I paradossi della scuola italiana non sembrano finire mai. Alla vigilia del nuovo anno scolastico - domani si inizia in Trentino Alto Adige – diverse centinaia di scuole rimarranno senza dirigente scolastico. Nei giorni scorsi il quotidiano specializzato "Italia Oggi" riportava che oltre 1.100 scuole inizieranno l'anno scolastico senza il loro capo d'istituto; altre 600 scuole, sottodimensionate, saranno affidate per la legge sul "dimensionamento" in reggenze; ulteriori centinaia rimarranno prive, per vari motivi, del loro dirigente. Ora l'Anief scopre che per tamponare la situazione non occorre alcun decreto d'urgenza di inizio anno. Ma bastava immettere in ruolo tutti i vincitori del concorso a cattedra indetto con D.D.G. del 13 luglio 2011.
Dei 2.386 posti come capo d'istituto messi a concorso dal Miur, ad oggi ne sono stati assunti solo 1.402: a 984 per il secondo anno consecutivo è stato chiesto di attendere. Eppure i posti vacanti ci sono. Perché, altrimenti, non vi sarebbero tante scuole senza dirigente. Con i direttori degli Uffici scolastici regionali costretti ad affidarle in reggenza, a dirigenti quindi già titolari di almeno un altro istituto. Violando, in tal modo, gli articoli 16 e 19 del bando di concorso, dove è riportato che "i candidati utilmente collocati in graduatoria, in relazione al numero dei posti messi a concorso, sono dichiarati vincitori" e che "hanno titolo ad essere assunti in servizio in qualità di dirigente scolastico con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, nel limite dei posti effettivamente vacanti e disponibili annualmente".
"Tutto nasce– spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – dalla pessima gestione del concorso per dirigenti scolastici, che avrebbe dovuto selezionare oltre 2mila nuovi presidi, ma che a due anni di distanza ha prodotto una mole di contenziosi da guinness dei primati. Con 8mila ricorrenti che attendono gli esiti della giustizia. Con le procedure concorsuali da rifare in Lombardia e ancora ad alto rischio rifacimento anche in altre regioni".
"Ora– continua Pacifico - è vero che il reclutamento è stato rallentato per l'attivazione dei vari ricorsi. In Lombardia, in particolare, un errore nella scelta delle buste contenenti il cartoncino con i dati personali dei candidati ha causato l'annullamento di alcune fasi del concorso, che andranno così rifatte. Ma, senza arrivare all'approvazione di un decreto d'urgenza da parte del Consiglio dei ministri, sarebbe bastato che l'amministrazione avesse consentito l'assunzione di tutti i vincitori dei concorsi. Vi sono infatti regioni, solo sfiorate dai ricorsi, dove la metà degli idonei sta ancora aspettando. Basta dire che, complessivamente, mettendo a confronto i posti banditi con le assunzioni svolte nell'ultimo biennio, rimangono ancora da immettere in ruolo il 41,2% dei nuovi dirigenti".
A rendere la situazione ancora più problematica c'è poi l'assurda insistenza del Miur ad opporsi al pagamento dell'indennità relativa alle funzioni superiori ricoperte dagli 8mila docenti vicari dei dirigenti scolastici: di recente, dopoquello di Milano, anche il Tribunale di Lavoro di Frosinone ha confermato la tesi prodotta oltre un anno e mezzo fa dall'Anief (che su questo diritto leso ha presentato formale ricorso, avviando un'azione legale al giudice del lavoro).
Con l'anno scolastico ormai alle porte, l'Anief ribadisce al Ministro dell'Istruzione che non avrebbe quindi senso limitarsi a sanare la situazione della Lombardia: "serve una soluzione politica– spiega ancora Pacifico – perché gli errori sono stati fatti anche altrove. Occorre quindi far ripetere le prove a tutti i ricorrenti (c'è un ricorso dell'Anief pendente per oltre 2mila ricorrenti che attendono risposte dalla giustizia italiana). E, nel frattempo, procedere al veloce assorbimento dei candidati idonei che hanno dimostrato di meritare la dirigenza superando le verifiche, scritte e orali, cui sono stati sottoposti negli ultimi due anni".
REGIONE | POSTI CONCORSO DS MESSI A CONCORSO CON D.D.G 13.7.2013 | VINCITORI ASSUNTI NEL 2012 | VINCITORI ASSUNTI NEL 2013 | TOTALE ASSUNTI NEL BIENNIO 2012/2013 | NUMERO VINCITORI ANCORA DA ASSUMERE | % VINCITORI ANCORA DA ASSUMERE |
ABRUZZO | 68 | 0 | 36 | 36 | 32 | 47,1 |
BASILICATA | 42 | 22 | 16 | 38 | 4 | 9,5 |
CALABRIA | 108 | 0 | 32 | 32 | 76 | 70,4 |
CAMPANIA | 224 | 0 | 36 | 36 | 188 | 83,9 |
EMILIA ROMAGNA | 153 | 153 | 0 | 153 | 0 | 0,0 |
FRIULI VENEZIA GIULIA | 46 | 23 | 11 | 34 | 12 | 26,1 |
LAZIO | 215 | 77 | 64 | 141 | 74 | 34,4 |
LIGURIA | 72 | 69 | 3 | 72 | 0 | 0,0 |
LOMBARDIA | 355 | 0 | 0 | 0 | 355 | 100,0 |
MARCHE | 53 | 29 | 14 | 43 | 10 | 18,9 |
MOLISE | 16 | 0 | 0 | 0 | 16 | 100,0 |
PIEMONTE | 172 | 172 | 0 | 172 | 0 | 0,0 |
PUGLIA | 236 | 35 | 89 | 124 | 112 | 47,5 |
SARDEGNA | 87 | 16 | 22 | 38 | 49 | 56,3 |
SICILIA | 237 | 0 | 181 | 181 | 56 | 23,6 |
TOSCANA | 112 | 106 | 6 | 112 | 0 | 0,0 |
UMBRIA | 35 | 28 | 7 | 35 | 0 | 0,0 |
VENETO | 155 | 115 | 40 | 155 | 0 | 0,0 |
TOTALE | 2.386 | 845 | 557 | 1.402 | 984 | 41,2 |
4 settembre 2013
Vibo Valentia, 04 settembre 2013
GDF: Sequestrati l'equivalente di 3 campi da calcio coltivati a canapa indiana nella locride, e un locale di 15 mq con 13 kg di sostanza stupefacente essiccata.
Sullo sviluppo di un'autonoma attività info-investigativa militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Roccella Jonica, in zona Crochi, contrada Obile nel comune di Caulonia (RC), sono riusciti ad individuare e sequestrare, in mezzo ad alberi di alto fusto, una piantagione di 1000 piante di canapa indiana, già alte circa due metri e mezzo e quindi pronte per la raccolta, di cui 300 di tipo "skunk" e 700 di tipo "indica", su un terrazzamento, di circa 1500 mq. Durante la perlustrazione, i militari delle Fiamme Gialle hanno scoperto e sequestrato un locale, di circa 15 mq, adibito ad essiccatoio con 13 Kg di sostanza stupefacente già essiccata.
La predetta piantagione, era accuratamente occultata tra vegetazione ed arbusti, su terreno demaniale ed in una zona particolarmente impervia.
Un elicottero della Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha effettuato una ricognizione della zona per individuare altre coltivazioni della specie, con esito negativo.
Facendo una stima dell'area sequestrata, la stessa è l'equivalente di quasi tre campi di calcio.
Le piante di canapa di tipo "skunk", sono un incrocio tra la qualità sativa e quella indica, attualmente una delle varietà più costose (circa 25.000,00 euro al KG) e nocive al mondo. Alcuni studi hanno evidenziato che la skunk sia 20 o 30 volte più potente delle vecchie varietà.
Su indicazioni dell'Autorità Giudiziaria di turno presso il Tribunale di Locri, si procedeva alla quantificazione delle piante di canapa rinvenute, alla loro estirpazione ed alla successiva distruzione delle stesse, mediante fuoco controllato, previa conservazione di parte di esse per le successive analisi chimico-qualitative.
Veniva, inoltre, individuato, sequestrato e distrutto un complesso ed articolato sistema di irrigazione costituito da tubi in polietilene nero per l'innaffiamento delle stesse.
La sostanza stupefacente ricavata, qualora commercializzata, avrebbe fruttato guadagni illeciti sino al valore di euro 4.000.000,00.
Sono in corso le indagini per risalire ai responsabili dell'illecita coltivazione.
Sarebbe bello se il "saggio" Napolitano si svegliasse dal sonno polifasico che sembra avvolgerlo ciclicamente, avuto riguardo della veneranda età, e facesse valere la golden share sulla base della quale ha spinto, se non quando addirittura tifato, per la nascita del governo delle "larghe attese", ora evidentemente sempre più disattese. L'Italia pur avendo optato, già nel lontano 1946, per la forma repubblicana che concluse, abolendole definitivamente, le stagioni monarchiche, ha forzosamente asservito una certa forma di impiego della costituzione – quasi come ineludibile costrizione istituzionale – all'impiego d'un governo del Presidente del quale, giunti al punto, non s'è capito a quale Presidente facesse davvero riferimento.
In ogni caso, pare sia venuta l'ora di estrarre quell'impolverato cartellino rosso sedimentato nel taschino e prendere atto che questa forzatura istituzionale è stata inutile ai cittadini o utile lo era solo a finalizzare in rete l'assist del "più cittadino" Berlusconi, che, con i suoi giannizzeri, s'era preparato, post-sentenza, atteso che di ciò che il Paese aveva – ed ha - davvero bisogno - in primis il cambio della legge elettorale - è stato fatto poco e niente, ed il poco prodotto è stato fatto pure in maniera abbastanza raffazzonata, col principio dell'ex post più che dell'ex ante e sotto costante ricatto. Ricatto a cui doverosamente ci si deve sottrarre per evitare un pericoloso precedente. Non è - perché non lo era - possibile accettare di legare al doppio filo delle sole voglie berlusconiane la vita di un governo emergenziale che, basandosi più sulla fragilità della buona volontà dei singoli che non sulle fondamenta di un accordo chiaro ed inviolabile, già nato monco dell'indispensabile requisito della libertà di azione, si è – e si era - rivelato nutrimento abbastanza indigesto da far metabolizzare agli italiani. La spropositata fiducia riposta dal canuto Presidente della Repubblica – che non può considerarsi esattamente uno sprovveduto sempliciotto di passaggio al palazzo del Quirinale – nelle prevedibili quanto anteposte viziate intenzioni di almeno una parte politica, prudenza avrebbe consigliato innestare cautelativamente quantomeno una clausola di salvaguardia, ben irrefutabile, all'ardua prova a cui stava per sottoporre il malaccorto giovane Letta.
Ora, che le malcelate intenzioni di data parte politica stanno irresponsabilmente per tradursi in "messa in opera" a seguito di una sentenza terza della Corte Costituzionale che ha sancito determinati lumi giudiziari, dipanandone la prima di una lunga serie di matasse ancora di là dal venire dal personale ginepraio del cavaliere di Arcore, sarebbe opportuno scoraggiare l'intrapresa di simili iniziative sfoderando l'arma più potente ancora in mano all'anziano capo dello Stato: agitare lo spettro dello scioglimento anticipato delle camere, poi attuandolo attraverso la remissione del mandato del premier. In questo modo giocherebbe d'anticipo facendo, in un sol colpo, non solo scacco matto dell'ordito ricatto di Berlusconi ed i suoi pasdaran, vanificandone i contenuti, ma anche piazza pulita di una classe dirigente che non ha saputo cogliere lo spunto per attualizzare nel momento più vivo del bisogno, realizzandoli, le vere necessità di questo Paese e dei suoi troppe volte bistrattati cittadini. Dimettendosi anch'egli – un minuto dopo – aver rinnovato i due rami del parlamento. Ovviamente.
Giuseppe Campisi
DIMEZZATI I 663 NOMINATIVI CHE CONCORRONO A DIRETTORE GENERALE NEL LAZIO
"Si sta procedendo a una prima 'scrematura' del listone di potenziali direttori generali di Asl e ospedali del Lazio, ma nulla trapela dalle stanze dei bottoni". Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che aggiunge: "I cittadini comuni possono credere alla tanto sbandierata trasparenza, all'imparzialità, alla valutazione secondo competenza o si stanno seguendo sempre le solite procedure? A nessun comune mortale è dato sapere. Si è parlato di intervento della misteriosa Agenas– Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, organo del ministero della Salute – che ha, tra i suoi compiti, la valutazione dei livelli di assistenza, la rilevazione e l'analisi dei costi nonché le proposte per l'organizzazione dei servizi sanitari, il monitoraggio dei tempi di attesa e la diffusione dei sistemi per la sicurezza delle cure. In un primo momento si pensava spettasse all'Agenzia la scelta poi, come si è affrettato a precisare il presidente Giovanni Bissoni, la stessa ha soltanto una posizione marginale in tutto l'iter di nomina, in quanto ad essa compete soltanto l'individuazione dei membri della commissione che sceglierà i manager. Una presa di distanza da tutta la procedura?" si chiede Maritato che chiosa: "I cittadini non tollerano più questi giochi di prestigio verbali, che tendono, grazie alla politica dell'annuncio, a presentare una realtà edulcorata rispetto ai fatti. Si renda pubblica la sezione A.di.ge. (Albo dei direttori generali) del sito della Regione Lazio, questa è vera trasparenza".
Roma, 05 settembre 2013
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05 settembre 2013
Nel corso del periodo di gestione commissariale del Comune di Reggio Calabria abbiamo richiesto e sollecitato in più occasioni un incontro per rappresentare le precarie ed insostenibili condizioni in cui siamo costretti ad operare e per conoscere quali interventi erano stati attivati dall'amministrazione al fine di : a - completare i lavori del centro agro alimentare; b - regolarizzare la posizione degli attuali operatori; c - costituire il soggetto preposto alla gestione della struttura mercatale; d - avviare misure di sostegno agli operatori perchè affrontino la difficile fase di avvio dell'attività nel nuovo sito e per incoraggiare la presenza della grande distribuzione e di altri settori complementari al commercio dell'ortofrutta.
Nessun riscontro è stato dato alle nostre pressanti richieste che hanno avuto eco anche sulla stampa locale.
La vicenda presenta inquietanti aspetti.
A valutarla sotto il profilo sociale non vi è dubbio che l'operato della Pubblica Amministrazione è criminogeno con ipotizzabili responsabilità penali soprattutto la dove fosse attendibile il contenuto della relazione della commissione di accesso che ha prodotto lo scioglimento del Consiglio Comunale di Reggio Calabria.
Infatti la Commissione di accesso rileva, a pagina 71 della relazione, che gli assegnatari dei magazzini di via Aspromonte si erano trasferiti autonomamente ed arbitrariamente presso la nuova area mercatale alla fine del mese di novembre 2011 ed addebita alla Amministrazione Comunale dell'epoca la responsabilità di non avere assunto tempestivamente alcun provvedimento in merito a tale vicenda palesemente illegale.
La relazione della commissione sottolinea, inoltre, come sia grave il comportamento della Amministrazione che soltanto nel maggio 2012 avvia procedure negoziate, per l'espletamento dei lavori di completamento dell'area mercatale di "Mortara di Pellaro", che qualifica di estrema urgenza pur se a distanza di molto tempo dal trasferimento di fatto degli operatori.
Rileva, ancora, che alcuni operatori commerciali risultano contigui a sodalizi criminali attivi in città.
Tale presunta acquiescenza della Amministrazione Comunale, verso attività e situazioni illegali, concorre a sanzionare l'istituzione comunale con la pena dello "scioglimento" ed i suoi rappresentanti con la declaratoria di incandidabilità.
La terna commissariale quali interventi ha adottato, a distanza di quasi un anno dal suo insediamento, per ripristinare la legalità?
Nessuno!
Ancora una volta la colpevole tolleranza di una situazione illegale si ritorce in un danno irreversibile per la categoria dei commercianti ortofrutticoli e produce il messaggio che per necessità si può vivere ed operare nella illegalità.
Un comportamento che oggi non siamo più disposti, Noi operatori, ad accettare.
Non siamo più disponibili ad essere vittime e corresponsabili di situazioni che portano al degrado sociale ed economico della nostra città ed alla rovina delle nostre aziende.
Altro fatto grave ed inspiegabile è rappresentato dalla decisione dell'amministrazione comunale di destinare la struttura di via Aspromonte ad altre funzioni privando, così, la città di spazi destinati alle attività commerciali all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli ed imponendo, nei fatti, l'utilizzo illegale della struttura di Mortara.
Una tale decisione ha interrotto formalmente un servizio pubblico determinando omissioni riguardanti doveri di controllo e vigilanza volti alla tutela della concorrenza e della sicurezza alimentare oltre ad avere violato un rapporto contrattuale con le aziende ivi operanti.
Invero il servizio pubblico, il cui regolamento è stato adottato con deliberazionedel Commissario Prefettizio n. 699 del 13 agosto 1959, era di fatto insufficiente ed inadeguato tant'è che da oltre venti anni l'Amministrazione Comunale cerca soluzioni alternative attraverso la costruzione di una nuova struttura in contrada Mortara.
La storia di un appalto del 1996 che prevedeva un importo complessivo a base d'asta di euro 22 milioni, di un rapporto rescisso nel 2010 quando erano stati realizzati soltanto il 40% dei lavori, di un arbitrato che riconosce alla ditta appaltatrice la somma di euro 26 milioni oltre ad altrettanti già incassati negli anni, di una grande opera incompiuta alla cui ombra si è consumato un ingente sperpero di danaro pubblico.
Il tutto mentre la fatiscente struttura di via Aspromonte peggiorava al punto da divenire invivibile.
Le condizioni di inidoneità della stessa vengono acclarate dalla delibera di Giunta comunale n.105 del 18 marzo 2011 approvata dal Consiglio Comunale con delibera n. 28 del 29 giugno 2010. Infatti nella parte motiva della delibera si legge che la struttura "presenta insufficienza degli spazi mercatali e carenze strutturali e sanitarie che rendono problematico l'espletamento delle operazioni commerciali aggravate dalla circostanza che, insistendo su un'area a ridosso del centro storico cittadino, si generano difficoltà viarie di accesso e di sosta dei mezzi adibiti al conferimento e dei mezzi degli acquirenti che hanno determinato l'allontanamento dei flussi commerciali verso altri centri meglio organizzati dal punto di vista strutturale e logistico, con conseguente grave danno economico per gli operatori economici del mercato" tanto da rendere "oneroso ed antieconomico qualsiasi intervento di riqualificazione complessiva dell'attuale struttura". Ed è la stessa Giunta Comunale che con delibera n. 27 del 24 febbraio 2011 nel riproporre l'esezione del canone per l'anno 2011, ribadiva le motivazioni della deliberazione dell'anno precedente ed affermava che tanto veniva disposto perché era prossimo "il trasferimento presso la nuova struttura mercatale di Mortara".
Le aziende degli operatori mercatali reggini per le riconosciute responsabilità della Amministrazione Comunale hanno subito danni economici rilevanti al punto che i loro bilanci, ormai da anni costantemente passivi, hanno determinato fallimenti, cessazione e/o ridimensionamento delle attività con grave pregiudizio dei patrimoni personali dei titolari.
L'economia cittadina ed i consumatori pagano anche loro il prezzo della dissennata gestione di un servizio pubblico comunale allo stato attuale formalmente sospeso e con i dipendenti comunali preposti alla gestione del servizio, inattivi.
Per queste valutazioni gli operatori:
- proclamano lo stato di agitazione al fine di attivare ogni utile iniziativa perché in tempi brevissimi si ponga fine alle attuali condizioni di abusivismo;
- decidono di adire le vie legali per ottenere il risarcimento dei danni subiti;
- promuovono una serie di incontri con la Regione, la Provincia, la Camera di Commercio e la Prefettura le cui risultanze verranno sottoposte al vaglio dell'assemblea per le ulteriori determinazioni.