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Referendum Giustizia, la Sezione di Palmi della Lista Scopelliti Presidente consegna ben 626 firme

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Reggio Calabria, lì 18 settembre 2013  - Questa mattina, la Sezione di Palmi della Lista Scopelliti Presidente, nelle apicali figure dell'Avv. Giuseppe Saletta e dell'Avv. Antonio Papalia, ha mantenuto fede all'impegno profuso a sostegno della campagna referendaria avviata dai Radicali, consegnando ben 626 firme ad ulteriore riprova di serio e costante lavoro mirato alla modernizzazione dei servizi essenziali che la Nazione deve assicurare ai propri Cittadini.

Il Coordinatore Provinciale, Oreste Romeo, ha espresso viva soddisfazione e profonda gratitudine per l'importante contributo del giovane e dinamico gruppo dirigente della Lista Scopelliti di Palmi, il cui ruolo, vitale e strategico, è stato raggiunto da un altro rilevante e qualificato riconoscimento in occasione del rimpasto deciso dal Sindaco di Palazzo San Nicola.

Con la intelligente e collaudata collaborazione di Antonio Papalia e Gabriele Parisi -prosegue Romeo-Giuseppe Saletta saprà dare, con  passione e senso della prospettiva, un importante contributo anche con le nuove deleghe, strategiche al punto che l'asticella sposta verso l'alto la qualità e la quantità dell'impegno.

Sanità, Difesa del Suolo e Salvaguardia delle Coste, Turismo, Politiche del Lavoro, Legalità, Rapporti con la Stampa, Enti, Istituzioni ed Area Metropolitana, sono le sfide del futuro responsabilmente raccolte dalle espressioni istituzionali di un gruppo giovanissimo e determinato, la cui sola ambizione-conclude il Coordinatore Provinciale degli scopellitiani- è quella di assicurare puntuale, autentica e corretta declinazione alle istanze di sviluppo del Territorio.
 

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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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Manifestazione Reggio Stremata

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L'associazione Prepare for Change ha organizzato un dibattito  aperto  per venerdì 20 settembre 2013 in Piazza Italia a Reggio Calabria a partire dalle ore 17:30 dal titolo " Reggio Stremata, vediamoci chiaro! Un'analisi delle scelte".

All'incontro parteciperanno i consiglieri regionali del Partito Democratico Nino De Gaetano e Demetrio Naccari Carlizzi che si confronteranno con gli ospiti giornalisti che rappresentano le testate della carta stampata Gazzetta del Sud, Il Quotidiano della Calabria, L'Ora della Calabria e il Corriere della Calabria. Sono stati invitati a partecipare ed ad intervenire  anche molti rappresentanti di associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati.

 L'obiettivo è quello di intavolare un confronto- discussione che parte dai fatti e dai documenti che certificano lo stato delle cose nella città di Reggio Calabria sin qui ancora non conosciuti . Da qui partirà un'analisi della situazione  contabile  di partenza a Palazzo San Giorgio  e soprattutto su quanto si deve fare per trovare le migliori soluzioni alla drammatica situazione che vivono i reggini, in termini di fiscalità onerosa, mancanza di servizi e investimenti e dunque di prospettive per il futuro.   Il Forum sarà aperto anche dal punto di vista multimediale e informatico. Chi vorrà infatti potrà inviare domande, considerazioni, proposte, attraverso i social network Facebook e Tweetter agli indirizzi "Reggio.Stremata" e #Reggiostremata. Il modello  di discussione  consentirà una partecipazione attiva a tutti coloro che saranno presenti.


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Cusumano (presidente Crpo) partecipa a manifestazione "Happy Run" a sostegno dei disabili

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Reggio Calabria, 18. 09.2013 - "Il mio vuole essere un appello alla generosità dei calabresi perché venerdì prossimo si trovino numerosi a sposare una causa importante e nobile: quella a sostegno di tanti disabili che, con la loro determinazione e caparbietà, sono da esempio per i nostri giovani, nonché risorsa effettiva della comunità".  
A dirlo, è la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, avvocato Giovanna Cusumano che è impegnata direttamente nella manifestazione in programma appunto venerdì 20 settembre alle ore 21,00 sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. "Si tratta – spiega la presidente- di una vera e propria 'festa' dello sport e del sociale, due aspetti che si coniugano perfettamente e che sono suggellati nello slogan 'Happy Run". L'evento, che nasce da una felice idea di Giusy Versace, vedrà insieme correre e camminare insieme bambini, appassionati e persone diversamente abili. Pertanto, non posso che invitare la popolazione a partecipare con quello spirito solidale che ci contraddistingue".  


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Luigi Palamara
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Scopelliti e Gentile su presenza di Alfano in Calabria

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Scopelliti e Gentile (Pdl): "Presenza di Alfano ulteriore momento qualificante per il Pdl calabrese"
"La presenza del nostro Segretario Nazionale Angelino Alfano è un ulteriore momento qualificante per il Pdl calabrese". Lo affermano, in una nota congiunta, il Coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Scopelliti ed il Vicecoordinatore Vicario Antonio Gentile. "L'appuntamento di sabato prossimo a Lamezia Terme, fortemente voluto dai ragazzi della Giovane Italia – spiegano Scopelliti e Gentile – sarà una occasione di confronto con le nuove generazioni per capire quale sarà l'Italia di domani e per ribadire, in un periodo di antipolitica dilagante, che per il Pdl le problematiche giovanili sono una priorità.

 In Calabria ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fornito ai giovani strumenti concreti per poter operare. Solo per fare qualche esempio, per l'imprenditoria giovanile sono stati messi in campo due bandi da 20 milioni di euro ciascuno, al fine di favorire l'avvio di iniziative da parte di soggetti tra i 18 e i 40 anni per oltre 200 nuove imprese. Nell'ambito delle politiche per l'occupazione, il primo piano del lavoro, finanziato con 110 milioni di euro, ha già fatto registrare dal 2010 ad oggi oltre 3000 nuove assunzioni, per la maggior parte di giovani dai 18 ai 34 anni. Il nuovo piano per l'occupazione, invece, il cui iter si completerà nel 2015, prevede un investimento di 160 milioni di euro e si prefigge di conseguire nuove assunzioni per 15 mila giovani calabresi. In particolare  ben 32 milioni di euro sono destinati all'assunzione di 1600 giovani laureati calabresi di età inferiore ai 35 anni per 32 milioni.

 Per l'alta formazione dal 2010 ad oggi  sono stati impegnati quasi 28 milioni di euro in assegni di ricerca, percorsi linguistici, dottorati e mobilità internazionale, in favore di quasi 3600 beneficiari. Negli ultimi due anni, per la partecipazione a master e dottorati, sono stati già assegnati 19 milioni di euro per oltre 1300 laureati.  Recentemente, inoltre, abbiamo presentato gli interventi di credito sociale, per un totale di 20 milioni di euro, che potranno essere utilizzati dalle famiglie in difficoltà anche, ad esempio, per la formazione dei propri figli. Si tratta di azioni concrete per il futuro dei giovani. In passato – continuano Scopelliti e Gentile – c'è stato un abuso di interventi di mero assistenzialismo e i danni, purtroppo, adesso stanno venendo prepotentemente a galla a distanza di tanti anni.  Oggi il vento è cambiato, c'è finalmente la diffusa consapevolezza che ciascuno di noi è artefice del proprio destino.

 La Calabria è guidata da una classe dirigente che sta pianificando, con un serio impegno quotidiano e nonostante le difficoltà oggettive da superare, le azioni da porre in essere per garantire lo sviluppo del territorio.In quest'ottica, la presenza di Angelino Alfano è fondamentale per vari aspetti. In primo luogo – aggiungono il Presidente Scopelliti ed il Senatore Gentile – per rafforzare il senso di fiducia e speranza dei giovani, che ci supportano attraverso il dialogo, il confronto, le proposte e le critiche costruttive, perché sanno di avere interlocutori qualificati, disponibili e, soprattutto, con la mentalità aperta, capaci di raccogliere le loro istanze e fornire risposte. E' questo l'unico clima da cui può nascere qualcosa di buono e che consente di invertire un trend che, in oltre 40 anni di regionalismo, non ha mai dato risultati. Il Pdl, che in Calabria gode di ottima salute e attraverso le piazze sta parlando direttamente ai cittadini, ha sempre portato avanti gli interessi della gente, con un occhio di riguardo verso le problematiche dei giovani, soprattutto in ambito occupazionale.

 Troppo spesso la politica è stata miope e sorda impegnando i gruppi giovanili in azioni secondarie, senza creare le premesse per una reale prospettiva e, a queste latitudini, lo Stato non sempre è stato presente.  I giovani hanno chiesto al Segretario Nazionale del partito e Vicepremier Angelino Alfano un segnale di attenzione e hanno ricevuto, da parte sua, una immediata apertura al dialogo ed al confronto, secondo i principi fondamentali che stanno alla base del Popolo della Libertà. Quella di Lamezia Terme, quindi, sarà un'occasione per trattare temi di grande attualità, con un occhio di riguardo per le problematiche legate al lavoro. In Calabria c'è bisogno di alimentare l'entusiasmo e utilizzare le diversità facendole emergere e valorizzandole, affinché le tante energie trovino la sintesi in un comune percorso capace, da un lato, di colmare il gap con altre realtà nazionali e, dall'altro, di accompagnare il cammino virtuoso avviato da questa classe dirigente, che si è posto in totale discontinuità con il passato e che oggi sta fornendo risposte importanti.

 Da Angelino Alfano, quindi, arriverà  anche un messaggio di passione e di speranza per i giovani meridionali, insieme alle ricette per far ripartire l'Italia che - vogliamo ribadire - senza la Calabria ed i suoi giovani non potrà mai voltare pagina  e superare questo momento di crisi profonda. Quello di sabato prossimo sarà un altro grande evento per il Pdl calabrese – concludono il Coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Scopelliti ed il Vicecoordinatore Vicario Antonio Gentile – un ulteriore appuntamento per dimostrare chi ha davvero a cuore le sorti della nostra terra e, con coraggio e determinazione, vuole andare avanti insieme ai giovani per cambiare il volto della Calabria".

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Luigi Palamara
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Videomessaggio di Silvio Berlusconi, il testo integrale

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Care amiche, cari amici,
voglio parlarvi con la sincerità con cui ognuno di noi parla alle persone alle quali vuole bene quando bisogna prendere una decisione importante che riguarda la nostra famiglia. Che si fa in questi casi? Ci si guarda negli occhi, ci si dice la verità e si cerca insieme la strada migliore.
Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione che uccide le aziende, che toglie lavoro ai giovani, che angoscia i genitori, che minaccia il nostro benessere e il nostro futuro.
Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica è eccessivo: occorre imboccare la strada maestra del liberalismo che, quando è stata percorsa, ha sempre prodotto risultati positivi in tutti i Paesi dell’Occidente: qual è questa strada? Meno Stato, meno spesa pubblica, meno tasse. Con la sinistra al potere, il programma sarebbe invece, come sempre, altre tasse, un’imposta patrimoniale sui nostri risparmi, un costo più elevato dello Stato e di tutti i servizi pubblici.
I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, proposte che saranno principalmente volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese.
Ma devo ricordare che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare il Paese, prima tra tutte quella della giustizia.
E proprio per la giustizia, diciamoci la verità, siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto, siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercé di una magistratura politicizzata, una magistratura che, unica tra le magistrature dei Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità, di una totale impunità. Questa magistratura, per la prevalenza acquisita da un suo settore, Magistratura Democratica, si è trasformata da “Ordine” dello Stato, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un “Potere” dello Stato, anzi in un “Contropotere” in grado di condizionare il Potere legislativo e il Potere esecutivo e si è data come missione, quella – è una loro dichiarazione – di realizzare “la via giudiziaria” al socialismo.
Questa magistratura, dopo aver eliminato nel ’92 – ’93 i cinque partiti democratici che ci avevano governati per cinquant’anni, credeva di aver spianato definitivamente la strada del potere alla sinistra.
Successe invece quel che sapete: un estraneo alla politica, un certo Silvio Berlusconi, scese in campo, sconfisse la gioiosa macchina da guerra della sinistra, e in due mesi portò i moderati al governo.
Ero io.
Subito, anzi immediatamente, i P.M. e i giudici legati alla sinistra e in particolare quelli di Magistratura Democratica si scatenarono contro di me e mi inviarono un avviso di garanzia accusandomi di un reato da cui sarei stato assolto, con formula piena, sette anni dopo.
Cadde così il governo, ma da quel momento fino ad oggi mi sono stati rovesciati addosso, incredibilmente, senza alcun fondamento nella realtà, 50 processi che hanno infangato la mia immagine e mi hanno tolto tempo, tanto tempo, serenità e ingenti risorse economiche.
Hanno frugato ignobilmente e morbosamente nel mio privato, hanno messo a rischio le mie aziende senza alcun riguardo per le migliaia di persone serie ed oneste che vi lavorano, hanno aggredito il mio patrimonio con una sentenza completamente infondata, che ha riconosciuto a un noto, molto noto, sostenitore della sinistra una somma quattro volte superiore al valore delle mie quote, con dei pretesti hanno attaccato me, la mia famiglia, i miei collaboratori, i miei amici e perfino i miei ospiti.
Ed ora, dopo 41 processi che si sono conclusi, loro malgrado, senza alcuna condanna, si illudono di essere riusciti ad estromettermi dalla vita politica, con una sentenza che è politica, che è mostruosa, ma che potrebbe non essere definitiva come invece vuol far credere la sinistra, perché nei tempi giusti, nei tempi opportuni, mi batterò per ottenerne la revisione in Italia e in Europa.
Per arrivare a condannarmi si sono assicurati la maggioranza nei collegi che mi hanno giudicato, si sono impadroniti di questi collegi, si sono inventati un nuovo reato, quello di “ideatore di un sistema di frode fiscale”, senza nessuna prova, calpestando ogni mio diritto alla difesa, rifiutandosi di ascoltare 171 testimoni a mio favore, sottraendomi da ultimo, con un ben costruito espediente, al mio giudice naturale, cioè a una delle Sezioni ordinarie della Cassazione, che mi avevano già assolto, la seconda e la terza, due volte, su fatti analoghi negando – cito tra virgolette – “l’esistenza in capo a Silvio Berlusconi di reali poteri gestori della società Mediaset”.
Sfidando la verità, sfidando il ridicolo, sono riusciti a condannarmi a quattro anni di carcere e soprattutto all’interdizione dai pubblici uffici, per una presunta ma inesistente evasione dello zero virgola, rispetto agli oltre 10 miliardi, ripeto 10 miliardi di euro, quasi ventimila miliardi di vecchie lire, versati allo Stato, dal ’94 ad oggi, dal gruppo che ho fondato.
Sono dunque passati vent’anni da quando decisi di scendere in campo.
Allora dissi che lo facevo per un Paese che amavo.
Lo amo ancora, questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni, una grande amarezza, e nonostante l’indignazione per quest’ultima sentenza paradossale, perché, voglio ripeterlo ancora, con forza,
“io non ho commesso alcun reato,
io non sono colpevole di alcunché,
io sono innocente,
io sono assolutamente innocente”.

Ho dedicato l’intera seconda parte della mia vita, quella che dovrebbe servire a raccogliere i frutti del proprio lavoro, al bene comune.
E sono davvero convinto di aver fatto del bene all’Italia, da imprenditore, da uomo di sport, da uomo di Stato.

Per il mio impegno ho pagato e sto pagando un prezzo altissimo, ma ho l’orgoglio di aver impedito la conquista definitiva del potere alla sinistra, a questa sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia, che non è mai riuscita a diventare socialdemocratica, che è rimasta sempre la stessa: la sinistra dell’invidia, del risentimento e dell’odio.

Devo confessare che sono orgoglioso, molto orgoglioso, di questo mio risultato.
Proprio per questo, adesso, insistono nel togliermi di mezzo con un’aggressione scientifica, pianificata, violenta del loro braccio giudiziario, visto che non sono stati capaci di farlo con gli strumenti della democrazia.

Per questo, adesso, sono qui per chiedere a voi, a ciascuno di voi, di aprire gli occhi, di reagire e di scendere in campo per combattere questa sinistra e per combattere l’uso della giustizia a fini di lotta politica, questo male che ha già cambiato e vuole ancora cambiare la storia della nostra Repubblica.
Non vogliamo e non possiamo permettere che l’Italia resti rinchiusa nella gabbia di una giustizia malata, che lascia tutti i giorni i suoi segni sulla carne viva dei milioni di italiani che sono coinvolti in un processo civile o penale. È come per una brutta malattia: uno dice “a me non capiterà”, ma poi, se ti arriva addosso, entri in un girone infernale da cui è difficile uscire.

Per questo dico a tutti voi, agli italiani onesti, per bene, di buon senso: reagite, protestate, fatevi sentire. Avete il dovere di fare qualcosa di forte e di grande per uscire dalla situazione in cui ci hanno precipitati.

So bene, quanto sia forte e motivata la vostra sfiducia, la vostra nausea verso la politica, verso “questa” politica fatta di scandali, di liti in tv, di una inconcludenza e di un qualunquismo senza contenuti: una politica che sembra un mondo a parte, di profittatori e di mestieranti drammaticamente lontani dalla vita reale.

Ma nonostante questo, ed anzi proprio per questo, occorre che noi tutti ci occupiamo della politica. È sporca? Ma se la lasci a chi la sta sporcando, sarà sempre più sporca… Non te ne vuoi occupare? Ma è la politica stessa che si occuperà comunque di te, della tua vita, della tua famiglia, del tuo lavoro, del tuo futuro.

È arrivato quindi davvero il momento di svegliarci, di preoccuparci, di ribellarci, di indignarci, di reagire, di farci sentire.
È arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili, gli italiani che amano l’Italia e che amano la libertà, devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente.
Per questo credo che la cosa migliore da fare sia quella di riprendere in mano la bandiera di Forza Italia.

Perché Forza Italia non è un partito, non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti.
Perché Forza Italia è l’Italia delle donne e degli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi.
Perché Forza Italia è la vittoria dell’amore sull’invidia e sull’odio.
Perché Forza Italia difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.
Perché Forza Italia sa bene che lo Stato deve essere al servizio dei cittadini e non invece i cittadini al servizio dello Stato.

Perché Forza Italia è l’ultima chiamata prima della catastrofe.
È l’ultima chiamata per gli italiani che sentono che il nostro benessere, la nostra democrazia, la nostra libertà sono in pericolo e rendono indispensabile un nuovo, più forte e più vasto impegno.
Forza Italia sarà un vero grande movimento degli elettori, dei cittadini, di chi vorrà diventarne protagonista.

Una forza che può e che deve conquistare la maggioranza dei consensi perché, vi ricordo, che solo con una vera e autonoma maggioranza in Parlamento si può davvero fare del bene all’Italia, per tornare ad essere una vera democrazia e per liberarci dall’oppressione giudiziaria, per liberarci dall’oppressione fiscale, per liberarci dall’oppressione burocratica.

Per questo vi dico: scendete in campo anche voi.
Per questo ti dico: scendi in campo anche tu, con Forza Italia.
Diventa anche tu un missionario di libertà, diffondi i nostri valori e i nostri programmi, partecipa ai nostri convegni e alle nostre manifestazioni, impegnati nelle prossime campagne elettorali e magari anche nelle sezioni elettorali per evitare che ci vengano sottratti troppi voti, come purtroppo è sempre accaduto.

Voglio ripeterlo ancora: in questo momento, nella drammatica situazione in cui siamo, ogni persona consapevole e responsabile che vuol continuare a vivere in Italia ha il dovere di occuparsi direttamente del nostro comune destino.

Io sarò sempre con voi, al vostro fianco, decaduto o no. Si può far politica anche senza essere in Parlamento. Non è il seggio che fa un leader, ma è il consenso popolare, il vostro consenso. Quel consenso che non mi è mai mancato e che, ne sono sicuro, non mi mancherà neppure in futuro. Anche se, dovete esserne certi, continueranno a tentare di eliminare dalla scena politica, privandolo dei suoi diritti politici e addirittura della sua libertà personale, il leader dei moderati, quegli italiani liberi che, voglio sottolinearlo, sono da sempre la maggioranza del Paese e lo saranno ancora se sapranno finalmente restare uniti.

Sono convinto che mi state dando ragione, sono convinto che condividete questo mio allarme, sono convinto che saprete rispondere a questo mio appello, che è prima di tutto una testimonianza di amore per la nostra Italia.

E dunque: Forza Italia! Forza Italia! Forza Italia! Viva l’Italia, viva la libertà: la libertà è l’essenza dell’uomo e Dio creando l’uomo, l’ha voluto libero.

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Luigi Palamara
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Da Ambrosetti European House Forum-Workshop Cernobbio 2013 Achille Colombo Clerici : 100 milioni di Turisti mondiale da conquistare - Giornale del Popolo di Lugano. Intervista 18 settembre 2013

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ACHILLE COLOMBO CLERICI Le prospettive comuni in vista dell`Expo 2015

Ecco 100 milioni di nuovi
turisti da «conquistare»

Quest`anno nel mondo si arriverà al record di 1,1 miliardi di turisti.
Per il 2015 si prevede un aumento di cui potranno beneficiare, in primo luogo, l`Italia e certo la Svizzera...

di CORRADO BIANCHI PORRO

Achille Colombo Clerici ha presentato a Cernobbio (qualche giorno fa ne ha parlato a Lugano col sindaco Borradori) una ricerca effettuata da Cescat, Assoedilizia e
Istituto Europa-Asia secondo cui ci sono nel mondo almeno 100 milioni di nuovi turisti da conquistare per il 2015. Nonostante la crisi, spiega Achille Colombo Clerici, i flussi turistici
mondiali si avvicineranno quest`anno alla soglia record di un miliardo e 100 milioni di unità (+75 milioni rispetto all`anno precedente e +120 rispetto al 2011). C`è un
trend continuo di crescita a livello mondiale assai sensibile. Da qui all`appuntamento di Expo 2015, che è di comune interesse per l`Italia e la Svizzera la quale, come confinante, più di ogni altra nazione è coinvolta nella logica di questo momento di comunicazione al mondo, «abbiamo la prospettiva di 100 milioni di nuovi turisti che si affacciano sul mercato internazionale». E una grandissima opportunità per le nostre economie. L`impegno prioritario dovrebbe infatti essere quello di conquistare la maggior fetta di tale flusso che si affaccia. Io, spiega, son convinto che crescita del turismo e quella economica vadano di pari passo. In questo mondo dell`immagine, la prosperità del turismo è un fattore di grandissima attrattività come biglietto da visita. Si attraggono anche gli investimenti e si genera competitività. La Svizzera, sottolinea il presidente, è oggi giudicata il Paese maggiormente competitivo a livello internazionale. Vi è infatti una mentalità diffusa a livello di coscienza della gente circa il rispetto della cosa comune, il bene collettivo nel rispetto della diversità che è la via per arrivare al bene particolare.
Laddove vi siano invece delle fughe in avanti e si cerchi il bene privato rispetto a quello generale, si ingenerano circoli viziosi.

 Anche il turismo d`affari? Nella cifra descritta, c`è dentro di tutto, anche quello commerciale, congressuale. Pure in Italia registriamo una forte crescita nel turismo congressuale, come voi a Davos, Ginevra. Qui a Cernobbio
ci è stata posta la domanda da un cinese: «Perché queste zone bellissime in cui gli orientali verrebbero a frotte, non vedono la presenza di un asiatico?». Il fatto è che ciò si colloca in una condizione generale di gestione del turismo. Il turismo infatti va «guidato». È quanto sta facendo benissimo la Svizzera che, in vista dell`Expo, cerca di «guidare» i flussi turistici. Essi si guidano con i grandi accordi a livello internazionale tra i tour operator, la politica delle compagnie di bandiera, non si guidano - mi si perdoni - facendo la pubblicità. Poi, se dobbiamo parlare dell`Europa, dobbiamo commentare che qualche Paese egemonizza la politica. Purtroppo l`Italia è un po` un fanalino di coda in questa logica e si trova oggi in sofferenza. L`Italia infatti non sta certo egemonizzando la politica europea in campo turistico. Lo stanno facendo altri.
Così si finisce per marginalizzarsi a dispetto dei patrimoni ambientali, storici, culturali che non temono confronti. Ritornando alla Svizzera, essa sta facendo un`operazione di grandissimo significato. Cercare di agganciarsi all`Expo gestendo i flussi finalizzati anche a illustrare le proprie opportunità, è segnale di chiaroveggenza. Quando si conquistano flussi turistici, ci si conquista una dote, sottolinea Achille Colombo Clerici. Il flusso turistico, se ben guidato, amplia la visuale delle opportunità. Il flusso turistico è in crescita e «contagia» l`attrattività.
Se posso fare un appunto, a fronte di una grande crescita degli investimenti in Engadina, vedo che là il turismo si sta marginalizzando pur in presenza di un`eccellenza di una conurbazione che si estende per 40 chilometri, forse l`unica realtà di questo genere in tutto il mondo. Ma bisogna sempre dare al turismo contenuti e prospettive.

Foto. : Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e Istituto Europa Asia.


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Il giornalista, i professori e i moralisti ... di giornata

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Reggio Calabria 18 settembre 2013 - Mi ero ripromesso di non fare polemiche, ma è più forte di me. Leggere certe cose poi mi fa imbestialire. Prendere in giro se stessi pensando di prendere in giro la gente è arte insopportabile.

Da un lato si condanna e dall'altro si giustifica e in mezzo una bella lezioncina. Alto GIORNALISMO quello di Davide Varì dell'Ora della Calabria. Una lezioncina fine a se stessa che sarebbe stato meglio tenere entro le quattro mura della sua redazione.

Eppure il nostro mitico Varì vuole strafare, entra in merito e stramerita il ruolo di "professorino".

Primo strafalcione.
Fatti suoi: facebook è il salotto di casa e ognuno, nel proprio salotto, è libero di fare e dire ciò che meglio crede.

Ma caro Davide in che mondo vive? A chi la vuole dare da bere? Si rende conto di quello che scrive? Facebook luogo privato? Zona franca per sparare cazzate? Approfondisca meglio. Vedrà che rimarrà deluso delle sue convinzioni fuorvianti per chi (i pochi) la legge.

E poi ancora non soddisfatto il nostro mitico Davide va giù duro: Ma una parte della politica reggina ha preso la palla al balzo e ha iniziato un vero e proprio tiro al piccione.

Non ho capito bene? Esprimere dissenso verso un'opinione è tiro al piccione? Indignarsi per uno scivolone è tiro al piccione? Suvvia Varì, siamo seri. la contestazione letta e proveniente da vari politici mi è sembrata lecita e dentro "il vaso".

Non contento il "collega" Varì cerca di condizionare anche l'ordine dei giornalisti, articolando un ragionamento infantile e improduttivo. Poi ecco la chicca finale.

Il Varì riduce e sintetizza il tutto e mette due schieramenti in campo. Giustizialisti e garantisti, e pensate un pò, anche qua non ne azzecca una. Mischia concetti e crea confusione. Vede streghe ovunque, vede una Calabria con l'informazione che arranca, come se fosse una novità. Davide Varì ma dove vivi, e soprattutto questo voler mischiare giustificazioni con prese di posizione che diavolo di significato hanno? Ma chi te lo ha fatto fare? Stare zitti no EH!!!?

La libertà è anche questa, sottolineare un messaggio a nostro parere ... di giornata e confuso.

Saludos

Luigi Palamara

N.B. Per i nostri lettori. A scanso di equivoci, Facebook non è il salotto privato di casa. Occhio a ciò che dite, potrà essere usato contro di voi.

Il giornalista, il vescovo e la libertà di stampa
Ho una profonda ammirazione per monsignor Morosini. Di più: penso che il nuovo vescovo di Reggio sia uno dei pochissimi personaggi pubblici calabresi ad aver affondato le mani nelle viscere di questa terra con coraggio, dedizione e amore. Nei giorni scorsi Morosini ha detto una cosa sacrosanta: la giustizia non è infallibile e la dignità di un uomo accusato di mafia va tutelata fino alla fine del processo. Punto. Detto questo, l’assalto al collega Giuseppe Baldessarro che ha duramente criticato le parole di Morosini, è inaccettabile e ben descrive il clima che si respira in questa terra. Baldessarro è uno dei più noti e bravi cronisti di giudiziaria e sul suo profilo facebook ha usato parole volgari nei confronti del vescovo. 

Fatti suoi: facebook è il salotto di casa e ognuno, nel proprio salotto, è libero di fare e dire ciò che meglio crede. Ma una parte della politica reggina ha preso la palla al balzo e ha iniziato un vero e proprio tiro al piccione. Addirittura c’è chi ha chiesto all’ordine dei giornalisti duri provvedimenti disciplinari. Siamo alla follia. Si respira una brutta aria per la libertà di stampa qui in Calabria. Un’aria pesante. 

C’è chi vorrebbe giornalisti addomesticati, mansueti e proni ai vari poteri.  Ma il giornalismo è un’altra cosa, anzi, è l’esatto contrario: è l’esercizio permanente della libertà ed è il diritto anzi, il dovere di critica continua ai poteri. Ai poteri di ogni tipo: quello politico, quello giudiziario, quello economico e, perché no, quello di santa romana Chiesa. C’è una deriva giustizialista qui in Calabria, questo è fuori di dubbio, ma la battaglia non si vince con la caccia alle streghe -  né i giustizialisti né i garantisti sono streghe. Per quel che mi riguarda non condivido una sola virgola di quel che ha scritto Baldessarro ma è vitale difendere la sua libertà. Perché la sua libertà è anche la nostra libertà.

Il giornalista Giuseppe Pedà presidente delle Ferrovie della Calabria

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Pubblicista dal 1997, ha 40 anni. Le congratulazioni di Carlo Parisi (Fnsi) e Alessandro Nicolò (Consiglio Regionale)
Il giornalista Pedà presidente delle Ferrovie della Calabria

REGGIO CALABRIA – Giuseppe Pedà, coordinatore nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio e giornalista pubblicista iscritto all'Ordine e al Sindacato Giornalisti della Calabria, è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione delle Ferrovie della Calabria, del quale faceva parte dal marzo 2012.
Nato a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, il 10 gennaio 1973, è laureato in Economia e Commercio e revisore ufficiale dei conti, è sposato ed ha due figli.
Giornalista pubblicista dal 18 ottobre 1997, è imprenditore nel settore della distribuzione carburanti e della ristorazione veloce.

"Vive congratulazioni a Giuseppe Pedà, per il prestigioso incarico che giunge a coronamento del salvataggio delle Ferrovie della Calabria dal fallimento", vengono espresse dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi, secondo il quale "con la guida e l'indiscussa professionalità del neo presidente, l'importante servizio potrà certamente registrare un importante rilancio in una regione che, sopratutto negli ultimi anni, in materia di trasporti ha registrato solo tagli sia in termini occupazionali che di servizio".

Dal canto suo, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Alessandro Nicolò, ha dichiarato che "l'elezione di Giuseppe Pedà a presidente delle Ferrovie della Calabria è un indubbio segnale di grande attenzione per rilanciare efficacemente l'ente e potenziarne le attività".
"Giuseppe Pedà – sottolinea Nicolò – vanta una professionalità di assoluto valore maturata nel corso di tanti anni che lo hanno visto tra i protagonisti nazionali del più ristretto gruppo dirigente di Confcommercio. La sua esperienza di imprenditore e di attento conoscitore delle dinamiche istituzionali, costituiscono una base solida per guardare con positivi motivi di speranza ad un'azione manageriale in grado di offrire quel ventaglio di prospettive capace di recuperare la mission di «Ferrovie della Calabria», affinchè questa importante infrastruttura, che negli anni passati ha svolto un'efficace servizio per le popolazioni della Piana di Gioia Tauro, torni ad assolvere quella funzione che tanto ha contribuito ad assicurare la pluralità dei sistemi di mobilità, soprattutto a servizio delle famiglie e del mondo studentesco".

"Ferrovie della Calabria, con i suoi nuovi vertici, sarà chiamata inoltre – conclude Alessandro Nicolò – a compiti nuovi, ad affrontare i grandi temi legati alla intermodalità ed alla connessione con l'area portuale di Gioia Tauro su cui la Regione ha programmato straordinari interventi con l'obiettivo di una efficace integrazione del porto con il territorio pianigiano e con il resto della Calabria, allargando così le opportunità di avviare iniziative imprenditoriali con la creazione di nuovi posti di lavoro".
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Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi?

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L'Avvocatessa uccisa, l'alibi del sequestro non convince gl'inquirenti. Sugli abiti dell'omicida, le tracce del sangue della vittima. Nicola Garbino, studente fuoricorso di 36 anni, fermato per l'omicidio di Silvia Gobbato, ha spiegato nel dettaglio ai carabinieri quanto accaduto martedì pomeriggio lungo il tracciato che costeggia il Cormor
IL GIALLO DELL'IPPOVIA VERSO LA SOLUZIONE, DOPO IL FERMO DELL'ASSASSINO,  TUTTAVIA, C'Ể QUALCOSA CHE ANCORA NON QUADRA
Domenico Salvatore

Il femminicidio prosegue, senza soluzione di continuità. Ogni giorno, una o due donne, vengono uccise a colpi di pistola o di coltello, se non strangolate. Un macabro bollettino, che indigna e mortifica. Materia per i criminologi, ma anche sociologi, antropologi, giornalisti, giudici, avvocati e via di seguito. Altro che otto marzo, festa della donna, festa delle mimose, emancipazione del cosi detto sesso debole. La donna, purtroppo, nel terzo millennio dell'Era Cristiana, è considerata, ancora un oggetto; un soprammobile, un cagnolino al guinzaglio. Tanto al Sud, che al Nord. Molti casi, sono legati alla satiriasi, una deviazione sessuale caratterizzata da smania di attività sessuale. Poi, c'è il ventaglio delle altre ipotesi-alibi…incompatibilità di carattere; separazione legale; divorzio; gelosia; invidia; mafia;stalting; pedofilia, gli orchi d'internet, le trappole di face book per gl'inesperti, le manie varie ecc. Il Parlamento ha mosso qualche dito per dare una soluzione al problema; sebbene ancora ci sia tanto da lavorare. Alcune normative del legislatore ed altre sentenze della Corte di Cassazione, non proprio azzeccate, unite all'ondata di pornografia degli anni scorsi, hanno favorito l'insorgere di fenomeni deviante, deleteri e deterioranti; una radicalizzazione nel costume, ben difficile da modificare. Serve, una diversa cultura, ma bisogna partire dalle scuole, dalle associazioni, dal volontariato e naturalmente dalla famiglia. Occorre prestare una maggiore attenzione ai soggetti a rischio. La repressione serve a poco. Bisogna insistere invece, sul tasto dei progetti, che abbiano come finalità ed obiettivi, la prevenzione.


La tragica sequenza del delitto, "20 settembre, 17:32. L'assassino, è rimasto nascosto tra gli alberi ai margini dell'ippovia per un paio d'ore, appostato in attesa che passasse una ragazza minuta, sola; qualcuno da sequestrare per poi chiedere un riscatto. Nicola Garbino, studente fuoricorso di 36 anni, fermato per l'omicidio di Silvia Gobbato, ha spiegato nel dettaglio ai carabinieri, quanto accaduto martedì pomeriggio, lungo il tracciato che costeggia il Cormor. Lo ha fatto prima con spontanee dichiarazioni confessorie, anche in un sopralluogo sul posto, poi nell'interrogatorio in presenza dell'avvocato davanti al pm Marco Panzeri. Aveva studiato l'azione nel dettaglio per evitare di essere individuato. E' arrivato a Udine in auto, fonte Ansa, l'ha parcheggiata nei pressi del cimitero, ad alcuni chilometri di distanza, e poi si è recato a Colugna a piedi. Senza cellulare, così che non lo si potesse collocare sulla scena. Si è nascosto tra gli alberi, in un punto che conosceva, dove avrebbe portato una ragazza. Garbino, ha spiegato agli inquirenti, che voleva legare una donna a un albero e chiederne il riscatto utilizzando il cellulare della vittima. Ma non è stata trovata alcuna corda, né a casa né nello zaino. Silvia, sarebbe stata scelta a caso, Garbino non la conosceva: è semplicemente stata la prima a passare sul percorso da sola, correndo piano.

La sua reazione, avrebbe scatenato la furia omicida. Secondo gli investigatori, il delitto sarebbe avvenuto in una manciata di minuti, dall'aggressione al trascinamento del corpo nel campo vicino. Proprio un attimo prima, che uno dei testimoni ascoltati dai carabinieri, arrivasse sulla scena, con il cane, e si accorgesse del telefonino, a terra. Alzato lo sguardo intorno, l'uomo ha riferito di aver avuto l'impressione di vedere un'ombra muoversi tra gli alberi. Probabilmente, Garbino che si stava allontanando, il quale ha detto che la sua azione è stata disturbata dall'arrivo di qualcuno. Altrimenti, ha spiegato, avrebbe raccolto il cellulare caduto a terra nella colluttazione. Da quel momento, ha vagato per ore nei campi. Si è sfilato la tuta che indossava sopra altri abiti e l'ha messa nello zaino; insieme con i guanti e il lungo coltello da cucina. Su una felpa e un guanto, che Nicola Garbino indossava martedì, sono state trovate tracce di sangue di Silvia Gobbato. Lo hanno annunciato i carabinieri stamani in conferenza stampa, rendendo noti i risultati di analisi concluse in nottata. Nel guanto destro, è stato trovato sangue della ragazza e di lui, compatibile con una ferita che l'uomo ha sul braccio destro. Nessuna traccia evidente di sangue sul coltello, che sarebbe però stato lavato; per evidenziare eventuali presenze, occorrerà sottoporlo a esami più approfondito.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Garbino avrebbe compiuto l'omicidio, indossando una tuta sopra i vestiti e un paio di guanti in pile. Abiti che, insieme con il coltello - che ha una lama lunga 25/30 centimetri - avrebbe lasciato in uno zaino nei campi, poco dopo aver commesso l'assassinio e aver vagato nella zona. Ieri mattina, Garbino sarebbe tornato nell'area, avrebbe recuperato lo zaino con dentro abiti e arma, ma avrebbe incontrato i carabinieri. Gli investigatori, hanno accertato che tuta e guanti sono di sua proprietà. Il coltello, sarebbe stato invece bonificato o lavato, forse nel vicino torrente Cormor. Su di esso, sono state invece trovate tracce di fango. L'arma, sarà sottoposta ad esami più approfonditi - per i quali è necessaria l'autorizzazione di un magistrato - per stabilire, se ci siano su di esso anche tracce di sangue. Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, starebbero verificando l'eventualità che Nicola Garbino, abbia agito per un movente diverso da quello da lui stesso denunciato, cioè il sequestro di persona a fine di riscatto. Secondo alcune fonti, le modalità dell'azione dell' uomo non convincerebbero del tutto gli investigatori: non si esclude, che Garbino possa aver agito per altri scopi, ad esempio di natura sessuale. Indagini mirano a verificare eventuali coinvolgimenti di Garbino in episodi di esibizionismo in passato. 

La soddisfazione, per la rapidità d'azione con cui si è arrivati alla soluzione del caso, è accompagnata, nei pensieri del Procuratore capo di Udine Antonio Biancardi, da "una grande amarezza e inquietudine per una situazione che si sta deteriorando, con soggetti che apparentemente tranquilli compiono atti così orrendi". La Procura, contesta a Nicola Garbino l'accusa di omicidio volontario. "Il collega Marco Panzeri probabilmente contesterà anche le aggravanti dei motivi abietti e futili e della crudeltà". L'importante, per il Procuratore capo, è che in casi come questi, "o come nel delitto Burgato di Lignano Sabbiadoro, venga eliminata la possibilità, di concedere attenuanti di qualsiasi genere; perché persone che uccidono in questa maniera, con tale efferatezza, non meritano nessuna attenuante".  

La disgrazia, ha provocato un'ondata di sdegno ed indignazione, angoscia e turbamento in tutto il Paese. Un fiore di primavera appassito; una vita spezzata. Una giovinezza negata. Silvia, una ragazza piena di vita, di attese e di entusiasmo, stroncata sul più bello, senza un perché. Una fine terribile, che ha sconvolto la famiglia e la vita degli amici, se non della comunità. L'immortale Giacomo Leopardi canterebbe…." Che pensieri soavi,/che speranze, che cori, o Silvia mia!/Quale allor ci apparia/la vita umana e il fato!/Quando sovviemmi di cotanta speme,/un affetto mi preme/acerbo e sconsolato,/e tornami a doler di mia sventura./O natura, o natura,/perché non rendi poi/quel che prometti allor? perché di tanto/inganni i figli tuoi?/ …. Questo è il mondo? Questi/i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi,/onde cotanto ragionammo insieme?/questa la sorte delle umane genti?/All'apparir del vero/tu, misera, cadesti: e con la mano/la fredda morte ed una tomba ignuda/mostravi di lontano./. L'eccesso di maschilismo, non facilita la soluzione del problema, d'accordo. La donna tuttavia, pur avendo conquistato un ruolo di fulcro all'interno della famiglia, deve avere più equilibrio, prudenza e senso della realtà. Alfine di armonizzare ed ottimizzare il rapporto di coppia. Per una  fruizione più funzionale, efficiente ed efficace del partner e dei figli. Il carrierismo,( e la mancanza di tolleranza e sopportazione, che sono due valori morali importanti, imprudentemente relegati in sordina) non è la sola devastante causa, dello sfacelo della famiglia. Domenico Salvatore


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Arrestato in Olanda il boss della ndrangheta Francesco Nirta

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E' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio Pizzata
'ndrangheta, arrestato in Olanda in boss Francesco Nirta
Uno dei protagonisti della faida di San Luca, Francesco Nirta, è stato arrestato in Olanda, in un sobborgo di Utrecht. Era ricercato dal 2007. L'uomo, 39 anni, considerato tra i dieci latitanti più pericolosi, è stato condannato all'ergastolo per l' omicidio di Bruno Pizzata

Amsterdam, 21 Settembre 2013

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Uno dei protagonisti della faida di San Luca, Francesco Nirta, è stato arrestato in Olanda, in un sobborgo di Utrecht. Era ricercato dal 2007. L'uomo, 39 anni, considerato tra i dieci latitanti più pericolosi, è stato condannato all'ergastolo per l' omicidio di Bruno Pizzata. Familiare di persone coinvolte nella strage di Duisburg, non vi fu direttamente implicato.

La polizia olandese è arrivata a lui grazie alle informazioni raccolte dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della polizia italiana, che erano sulle tracce del latitante da una quindicina di giorni. 

L'uomo fa parte della famiglia Nirta-Strangio, ma non è coinvolto nella strage di Duisburg, avvenuta la notte di Ferragosto del 2007 ed in cui furono uccise sei persone ritenute vicine alla cosca dei Pelle-Vottari. 

Nirta è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Bruno Pizzata, ucciso nelle campagne di Casignana il 4 gennaio del 2007. La sentenza fu emessa il 12 luglio del 2011 dalla Corte d'assise di Locri che condannò, con la stessa pronuncia, altre sette persone al carcere a vita, tra cui Giovanni Strangio, ritenuto l'ideatore ed uno degli esecutori materiale della strage di Duisburg. 

L'omicidio di Bruno Pizzata, avvenuto nell'ambito della faida di San Luca tra i Nirta-Strangio, da una parte, ed i Pelle-Vottari, dall'altra, fu commesso per vendicare la strage di Natale 2006 in cui fu uccisa Maria Strangio e restarono ferite altre cinque persone, tra cui un bambino. Tra i feriti anche il marito di Maria Strangio, Giovanni Luca, ed il fratello Francesco, che è la persona arrestate in Olanda. Proprio l'assassinio di Maria Strangio fu la causa scatenante della strage di Duisburg. Giovanni Strangio, accusato di essere stato l'ideatore ed uno degli esecutori della strage, è il cugino di Maria Strangio. La strage di Natale rappresentò, a sua volta, la vendetta per l'agguato subito da Francesco Pelle, alias ''Ciccio Pakistan'', avvenuto nel luglio precedente.

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Un sommergibile a spasso per lo Stretto di Messina

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Reggio Calabria 21 settembre 2013 - Avvistato ieri nelle acque dello Stretto di Messina un sommergibile, sembrerebbe di nazionalità turca e prodotto in Italia.

Dopo gli squali (bufala?) di questa estate adesso è la volta di un "pesce metallico". Cosa accade nelle acque dello Stretto? Passeggiate di routine o altro?

Stiamo approfondendo.

Foto di Daniela De Blasio

Omicidio Brancaleone, continuano le indagini

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Nel pomeriggio del 20.09.2013, personale del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Locri, della Compagnia di Bianco e della Stazione Carabinieri di Brancaleone, con il supporto specialistico di militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, ha effettuato un'"ispezione dei luoghi" in località Pantano Piccolo di Brancaleone, dove il 16 settembre scorso era stato rinvenuto il cadavere della 41enne KUROPYATNIYK Tetyana: all'attività, delegata dal dottor Luigi D'ALESSIO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, ha preso parte l'indagato BEVILACQUA Gianluca, assistito dal difensore di fiducia Avv. LA TORRE.

Nel corso delle operazioni, iniziate alle ore 16.00 e protrattesi per circa un'ora, sono stati capillarmente ispezionati i luoghi teatro dell'efferato crimine insieme al BEVILACQUA, che ne ha puntualmente ricostruito ogni fase, descrivendone i c.d. "connotati spazio-temporali".
Nel corso delle attività, nascosti nelle fitte sterpaglie, sono stati rinvenuti un blocco di cemento di forma cubica irregolare pesante quasi 10 chili (indicato dal BEVILACQUA come l'arma del delitto) con evidenti tracce ematiche - ancorché ancora presunte in attesa della conferma degli esami di laboratorio -, la camicetta indossata dalla vittima al momento dell'aggressione e lo zainetto con gli effetti personali della donna. Il tutto è stato sequestrato per i successivi esami di laboratorio che effettueranno i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.
Le indagini comunque non si fermano.


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Siderno, arrestato un carrozziere

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All'alba di ieri 20.9.2013, i Carabinieri della Compagnia di Locri, con il supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria del G.O.C. di Vibo Valentia, ieri mattina, nell'ambito di un vasto servizio di controllo del territorio svolto per contrastare la recrudescenza di furti d'armi avvenuti recentemente nella zona, nonché prevenire il fenomeno delle rapine, hanno effettuato 7 perquisizioni domiciliari tra i Comuni di Siderno, Locri e Sant'Ilario dello Ionio, nonché effettuato - con il supporto di un velivolo AB 412 del Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia - numerosi posti di controllo in tutta la giurisdizione, identificando 96 persone. 

Nella circostanza, i militari dell'Arma:
hanno arrestato Mario GERASOLO, carrozziere quarantenne di Siderno, per detenzione illegale di armi, sorpreso nella sua abitazione in possesso di un revolver Smith & Wesson cal. 3,57 Magnum con la matricola abrasa (foto allegata). La potente arma, carica e pronta all'uso, era nascosta avvolta  in un fazzoletto di stoffa all'interno di un armadio a muro, presente in un bagno, nel fondo di un'intercapedine. Al termine delle formalità di rito, l'uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Locri, mentre l'arma, sequestrata insieme ai 6 proiettili che conteneva, sarà inviata presso il Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina per i successivi accertamenti tecnici volti a ripristinare il numero di matricola e risalire al reale proprietario, nonchè a verificarne l'eventuale utilizzo in altri reati;
rinvenuto, nelle campagne di Platì, grazie ancora all'ausilio del sopramenzionato mezzo aereo, due piantagioni di cannabis indica, per un totale di 218 rigogliose piante alte circa 2 metri (alcune superano i 3 metri foto in allegato). Dopo averle estirpate e catalogate, I Carabinieri operanti le hanno dato fuoco, conservandone una decina per i consueti esami di laboratorio. Sono in corso accertamenti per verificare i coltivatori di tali "piazzole".


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Preso in Olanda il latitante di ‘ndrangheta NIRTA Francesco.

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Catturato in Olanda il pericolosissimo ricercato della 'ndrangheta calabrese NIRTA Francesco, nato a Locri (RC) il 08.01.1974, inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità (ex "elenco dei 30"), stilato dal Ministero dell'Interno. 

 

L'importante risultato è il frutto di laboriose ed accurate investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e di una incessante cooperazione internazionale tra la Polizia di Stato Italiana e quella Olandese, tramite le rete organizzativa dell'INTERPOL.

 

Il NIRTA Francesco, figlio di NIRTA Giuseppe cl. '40, alias "'U Versu",  "capobastone" dell'omonima famiglia, è stato sorpreso nel pomeriggio di ieri, intorno alle ore 14, a Nieuwegwin (NL),cittadina olandese sita nel distretto di Utrecht,mentre si trovava all'interno di un appartamento assieme ad altri quattro soggetti, fra cui un calabrese di nome PASQUALONE Denis, nato a Cinquefrondi (RC) il 16.07.1985, residente ad Anoia (RC) in via Tommaso Gulli nr. 8, tutti tratti in arresto. 

 

La localizzazione del ricercato è stata possibile solo grazie a prolungati servizi di osservazione e pedinamento svolti in piena collaborazione tra la Squadra Mobile di Reggio Calabria, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, la Squadra Mobile di Milano ed un apposito team investigativo allestito dal collaterale organo di Polizia del luogo specializzato nella ricerca di latitanti.

 

Non appena raccolti una serie di consistenti elementi che facevano ritenere probabile la presenza del latitante calabrese all'interno dell'appartamento sito a  Nieuwegwin (NL), è stato predisposto un blitz con l'impiego di numerosi uomini e mezzi che ha sortito gli esiti sperati da lungo tempo. 

 

Nel corso dell'operazione di Polizia è stato sequestrato un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina pari a 40 kg.

 

Il NIRTA Francesco balzò agli "onori delle cronache" già nel febbraio del 1998, allorquando venne tratto in arresto a Pisa, nell'ambito dell'operazione "Trina", poiché trovato in possesso di circa 10 kg di cocaina, fatti per i quali è stato condannato in via definitiva a sette anni di reclusione.

 

Successivamente, nel 2007, è stato colpito dall'Ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 1895/07 R.G.N.R./D.D.A. e nr. 3440/07 R.G./G.I.P. e n. 56/07 R.O.C.C. D.D.A., emessa in data 17.09.2007 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (Operazione "Fehida I"), scaturita dalle indagini successive alla c.d. "Strage di Natale", avvenuta a San Luca (RC) il 25.12.2006, nel cortile dell'abitazione dello stesso NIRTA.

 

Come si ricorderà, in tale episodio delittuoso, i killer della 'ndrina dei PELLE/VOTTARI freddarono, a colpi di micidiali armi da fuoco, la cognata STRANGIO Maria, nata a Locri (RC) il 10.06.1973 e ferirono ben quattro persone, tra cui un bambino di tenera età STRANGIO Domenico, lo stesso NIRTA Francesco ed il fratello NIRTA Giovanni Luca[1].

 

Le indagini avviate a seguito del grave fatto appena citato consentivano di acclarare pesanti responsabilità penali a carico del NIRTA Francesco, il quale, in data 12.07.2011, veniva condannato, in primo grado, alla pena dell'ergastolo per associazione di tipo mafioso, omicidio aggravato e detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo.

 

In particolare, l'odierno arrestato è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di PIZZATA Bruno, affiliato alla cosca VOTTARI-PELLE-ROMEO (fatto avvenuto a Casignana, provincia di Reggio Calabria, il 4.01.2007), perché agendo con premeditazione e per motivi abietti di vendetta e supremazia mafiosa, in concorso morale e materiale col padre, il fratello Giovanni Luca ed il cognato ROMEO Sebastiano, esplodeva all'indirizzo della vittima numerosissimi colpi di arma da fuoco che lo attingevano alla regione occipitale del capo ed alla schiena.

 

Dal 30.08.2007, il citato provvedimento giudiziario emesso nei confronti di NIRTA Francesco aveva ricevuto l'estensione delle ricerche in campo internazionale.

 

La cosca NIRTA "Versu" è attualmente federata con la cosca STRANGIO alias "Ianchi" contrapposte alle cosche rivali dei PELLE "Vancheddu" – VOTTARI "Frunzu", nell'annosa "Faida di San Luca" che ha mietuto decine di morti ammazzati in questa provincia dal 1991.

 

Essa culminava nella "Strage di Natale" del 25 dicembre 2006 opera dei PELLE-VOTTARI in cui rimase uccisa STRANGIO Maria, nata a Locri (RC) il 10.06.1973, cognata dell'ormai ex ricercato NIRTA ed in quella di Duisburg (D) del 15 agosto 2007 che costituisce la reazione ordita dalla cosca avversa[2].

 

Riguardo all'inquadramento del NIRTA Francesco nei fatti di Duisburg del 15 agosto del 2007, si sottolinea che, sebbene a suo carico, non siano state, al momento, riscontrate responsabilità dirette, egli, già dai giorni successivi alla "Strage del Natale" del 2006, si era reso volontariamente irreperibile.

 

L'azione di contrasto della Polizia di Stato e della Magistratura è stata sempre puntuale nei confronti dei latitanti della cosca di San Luca.  Infatti, due dei più efferati killer, NIRTA Giuseppe e Giovanni STRANGIO, vennero arrestati, sempre in Olanda, il primo nel novembre 2008 nella città di Amstelweeng ed il secondo – assieme al cognato latitante ROMEO Francesco – nella città di Diem nel marzo 2009.

Da ultimo, il 20 aprile di quest'anno la Squadra Mobile di Reggio Calabria e quella di Alessandria, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, aveva assestato un altro colpo durissimo alla citata cosca di 'ndrangheta, localizzando, a Castelnuovo Scrivia (AL), STRANGIO Sebastiano nato a Locri (RC) il 13.02.1975, appartenente alla omonima famiglia di San Luca (RC), fratello di Maria, uccisa nella cd. "Strage di Natale".

 

Il NIRTA, l'ultimo latitante sfuggito all'operazione "Fehida I", verrà estradato in Italia non appena ultimate le relative procedure internazionali curate dall'Autorità giudiziaria procedente.  

 

Reggio Calabria, 21 Settembre 2013.



[1]              Nato a Locri (RC) il 18.10.1969;

[2]              Alle ore 02,24 del 15 agosto 2007, in Duisburg (Germania), Muellheimerstrasse, venivano assassinati MARMO Marco, nato a Locri in data 11.07.1982, PERGOLA Francesco, nato a Locri il 18.07.1985, VENTURI Tommaso Francesco nato in Germania il 14.08.1989, PERGOLA Marco, nato a Locri il 13.09.1987, GIORGI Francesco, nato a Locri il 25.08.1990 e STRANGIO Sebastiano, nato a Locri il 05.12.1968. Da una prima ricostruzione effettuata dalla polizia tedesca, gli stessi venivano attinti da numerosi colpi di arma da fuoco (sul posto venivano repertati 54 colpi calibro 9) mentre si trovavano all'esterno del ristorante "da Bruno" a bordo dell'autovettura Wolksvagen Golf, in uso a MARMO Marco e di un furgone Opel Combo.

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Io tradizionalista e cristiano non mi “sorride” l'intervista di Papa Francesco. Resto ai piedi di Gesù e lungo le lettere di Paolo... Mio caro Tonino... di Pierfranco Bruni

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Siamo figli di un altro tempo. O questo tempo non ci appartiene, o noi siamo altro rispetto a ciò che ci cammina accanto. Quello che ci cammina dentro è nostro. È il destino nei nostri voli della memoria. Aquile che provengono da lontano. Noi siamo altro e non possiamo confrontarci con questa mediocrità, miseria, nulla. Tutto ciò che ci passa davanti lo abbiamo già vissuto e superato. Rubo, mio caro Tonino, una ennesima espressione ad uno dei miei maestri, Cesare Pavese.

Attraversiamo una esistenza che non ha bisogno di maestri. Generazioni che usano il termine anche di "intellettuale" ma confondono il mistero con la ragione, la storia con la cronaca, la filosofia con la leggerezza del pensiero.

Non ti scrivo una lettera. Ma cerco di non essere malinconico riflettendo sui dettagli che abbiamo raccolto nella nostra conversazione. Hai tu ragione (che brutto termine il concetto di ragione: non fa parte del nostro viaggio), ho io ragione nel condividere che la mediocrità è il passaggio, inevitabile, di questo tempo devastato, devastante, impraticabile, per noi, che, comunque, ci tocca almeno osservare.

Io oramai faccio l'elogio dell'esilio e della solitudine. Un esilio volontario. Perché gli altri esistono ma non hanno la forza del confronto con le nostre storie. Non parlo di questioni politiche. Ormai anche queste restano ancorate alla lezione di stile e di coerenza dei nostri padri. Parlo di altro. Forse faccio anche qui letteratura. Ma siamo altro.

Ci siamo telefonati mentre rileggevo per la terza volta l'intervista a Papa Francesco (su "La Civiltà Cattolica). Il Papa della modernità. Più volte si è aperto un dialogo su temi tra cristianità e laicità, giocando sulla testimonianza dell'uomo finito o sull'anticristo, sulle uscite di sicurezza o sugli sciamani. Più volte non ci siamo contraddetti e ci siamo guardati nel cuore. Ma per ben tre volte non sono riuscito a capire i "nessi" religiosi (io preferisco dire cristiani) e filosofici dell'intervista del Papa, tranne se non si pone al centro la consueta contraddizione cattolica e la confusione gesuitica tra fede e ragione.

Non pensare, mio caro Tonino, che io sia diventato, come molti sono convinti, un ateo. No. Lo sai bene. Sono semplicemente un non moderno. Ed essere non moderno, in questa modernità, significa anche non appartenere alla confusione tra fede e ragione. Io appartengo alla tradizione pre - conciliare e il sorriso di Papa Francesco non mi dice nulla.

Fede e ragione non sono in contrapposizione. La fede è un fatto. La ragione è un altro fatto ma non possiamo metterli in un abbraccio. La fede è nel mistero – miracolo. La ragione è nella razionalità. Non si incontrano. Non sono in contrapposizione. Sono due aspetti diversi. Anche sul piano filosofico sono due filosofie abbastanza diverse. Lo sono per una concezione a – priori della vita. Lo sono per una centralità della metafisica da una parte con tutta la sua tradizione. E per la centralità della meta-storia dall'altra. Questo significa che non mi riguarda la contrapposizione perché sono due vie completamente separate.

Io credo nel miracolo. Mai alla ragione. Poi bisognerebbe essere chiari e forse anche sinceri. L'intervista di Papa Francesco, (perchè non riesce a convincermi? Io o so perchè) mette in discussione la tradizione paolina. Poniamo questa volta a confronto una delle Lettere di San Paolo, magari quella prima ai Romani, con l'intervista. Paolo è riuscito ad esser contemporaneo. Non moderno. Contemporaneo in un contesto ben definito e la sua Parola può essere messa certamente in discussione, ma bisogna avere il coraggio di dirlo. Bisogna dire che il Cristianesimo di San Paolo non è più quello di Papa Francesco. Gli altri possono giustificare tutto. Io resto nella mia stanza e so guardare anche dalla finestra.

Il discorso qui finirebbe, anzi si troncherebbe. Ma non si può continuare nella confusione di leggere le lettere paoline con la mediocrità della modernità. Si tratta di comprendere filosofie di vita, ma anche di non intrecciare storie religiose in un tempo dilatato.
Io continuo a credere nel Miracolo, nella Grazia, nel Mistero. Continuo a credere alla Cristocentricità, che non è modernità ma Tradizione. Questo può significare che non sono nella Chiesa. Non lo sono. Ma in Cristo sì.

Caro Tonino, noi siamo altro proprio perché le ferite del pensare e del mistero appartengono ai Padri del Deserto e questa società, come mi hai detto tu, del gossip a tutti i costi, è un luogo, appunto, della ragione nella quale non ci identifichiamo.

D'altronde noi siamo briganti alla Ninco Nanco e restiamo ancorati all'ultima Regina del Sud. Ma quale modernità può sconfiggere la nostra nobiltà? Sì, avevamo tentato di credere a Papa Francesco ma le sue parole, personalmente, mi hanno sempre più allontanato dal mondo cattolico. Cosa significa questo? Un mondo si è disfatto, si è sgretolato, si è annientato perché intorno ai temi della Fede e della Ragione si muove la modernità.

Non si possono catturare le generazioni con uno sbandamento filosofico. Purtroppo si insiste su tale questione. La Ragione ci fa intravedere una Terra Promessa? La Ragione ci fa credere a un Dio assoluto? La Ragione ci fa entrare nell'orizzonte della Grazia? Simone Weil è una camminatrice tra gli scogli del coraggio, come lo è stato il giovane Robert Brasillach che davanti al plotone di morte pregava Cristo intrecciandolo tra le sue mani e portandolo sempre tra le pareti del cuore.

Questo mondo non ci appartiene. Vuoi sapere l'ultima confusione, vedi, caro Tonino, non sono entrato nel campo della politica o delle ideologie, che stilla questa mediocrità del nostro tempo?
Bene. L'altro giorno in prima pagina su "Avvenire" si pubblicizzava un libro dal titolo "Una lacrima mi ha salvato" e si riportava un virgolettato: "I medici stavano per staccare la spina ma io ero viva e sentivo tutto".

Cosa è stata quella lacrima? Il segno della Ragione o la Grazia del Mistero – Miracolo (non vi permettete di dire che faccio confusione tra mistero e miracolo o grazia: conosco bene le distinzioni e le armonie). Nello stesso quotidiano, alla prima pagina cultura, in una intervista, il filosofo Vittorio Hosle affermava: "L'idea che la fede è in opposizione alla ragione non fa bene alla religione. Prima di tutto, la ragione rimane il tribunale che deve arbitrare i conflitti tra religione e tradizioni diverse, e in più in un mondo dominato dalla scienza l'opposizione alla ragione condanna la religione all'isolamento. Per fortuna c'è una forte tradizione razionalista che insiste sulla necessità di un principio razionale e morale del mondo – nomino sola la tradizione inaugurata da Platone ed Aristotele e continuata dall'idealismo tedesco" ("Avvenire", 20 settembre 2013, pag. 23).

Nulla di male nelle parole del filosofo che recita il trionfo dell'Illuminismo e del Razionalismo (ma cosa è stato l'Illuminismo? Il mondo cattolico dovrebbe rispondere...). Vogliamo renderci conto che la Fede è altro? O no? Ma il punto, caro Tonino non sta qui. Vittorio Hosle è stato nominato da Papa Francesco Accademico alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Mi pare di aver detto tutto. Siamo in pieno Razionalismo, l'Illuminismo ha preso il sopravvento, Papa Francesco sorride nel nome della Rivoluzione cattolica mentre noi tradizionalisti non smettiamo di credere in Dio Patria e Famiglia oltre ad essere antiabortisti, a favole della salvezza della vita sino all'accanimento cercando sempre di allontanare la morte, non condividiamo il modello delle unioni omosessuali e così via di seguito.

Non siamo moderni e con questo tempo che ci vive non abbiamo nulla più a che fare, ma restiamo con il nostro esilio non da isolati ma da uomini liberi. Io sempre in Cristo e tu in Nietzsche? Dio lo hanno ucciso. E sai chi lo ha ucciso? Ma ricordati che non siamo mai dei perdenti!

Pierfranco Bruni

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Riforma del Condominio - CORSI ASSOEDILIZIA - LIBRO Wolters Kluwer/Assoedilizia - Quesiti - Gli autori Achille Colombo Clerici, Nicola Assini, Marco Marchiani

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Domanda– Ho chiesto più volte all'amministratore di avere una copia dell'estratto conto della Banca per controllare le uscite e i pagamenti, ma non me lo dà perché dice che c'è la privacy. Ha ragione?

Risposta – Poter avere copia dei documenti condominiali, compreso l'estratto conto bancario, è un diritto dei singoli condomini, sancito dall'art. 1129, ovviamente a spese del richiedente.
Quindi la sua richiesta deve essere soddisfatta e all'interno del condominio non opera alcuna privacy perché i dati relativi sono di interesse generale.
E la mancata consegna dei documenti stessi può costituire motivo di revoca dell'amministratore.


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PALERMO: IDRAULICO ARRESTATO DAI CARABINIERI PERCHE' SORPRESO A ESEGUIRE DUE ALLACCI ABUSIVI ALLA RETE IDRICA PUBBLICA.

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PALERMO: IDRAULICO  ARRESTATO DAI CARABINIERI PERCHE' SORPRESO A ESEGUIRE DUE ALLACCI ABUSIVI ALLA RETE IDRICA PUBBLICA.

 

Nel tardo pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, nel corso di un servizio di  controllo del territorio, hanno tratto in arresto con l'accusa di tentato furto aggravato, MIGLIARBA Michele, nato a Palermo, classe 1966, pregiudicato.

L'uomo è stato sorpreso mentre realizzava illecitamente un allaccio alla condotta idrica pubblica sita in via Tommaso de Vigilia a favore di due abitazioni distinte ubicate in quella via.

La pattuglia dei Carabinieri, giunta sul posto, ha individuato a distanza l'uomo che, posto al centro strada, era chinato a terra, con in mano una mazzola ed una martellina da muratore.

L'uomo, alla vista dei Carabinieri, si alzava repentinamente, lasciando a terra gli attrezzi e, salendo a bordo di un motociclo Piaggio Vespa, con il quale si allontanava frettolosamente tra i vicoli stretti ma i militari dell'Arma riuscivano comunque ad annotare la targa ed è bastato un controllo in banca dati per risalire al conduttore ed individuare l'uomo identificato in  MIGLIARBA Michele.

I Carabinieri, in via Tommaso de Vigilia, hanno constato la presenza di un tubo in polietilene che fuoriusciva dal manto stradale e precisamente da una buca di circa 40 centimetri  di larghezza, riempita con cemento ancora fresco. Dalla buca partiva una traccia nel manto stradale per un paio di metri che continuava sul marciapiede per altri due metri , riempita sempre con cemento fresco. La traccia, si protraeva lungo il muro per un'altezza di un metro e mezzo, dove fuoriuscivano due tubi di multistrato incanalato  che entravano in altrettante abitazioni poste al piano terra.

Le abitazioni in questione venivano alimentate illegalmente dalla rete idrica pubblica. Pertanto, si richiedeva l'intervento di personale specializzato della società A.M.A.P., che, con l'ausilio di un escavatore dopo aver praticato un foro, accertavano che il tubo di polietilene era stato allacciato alla condotta idrica,  interrompendo così il flusso d'acqua nelle due abitazioni private.

Sul luogo, inoltre, sono state posto sotto sequestro, materiale ed attrezzatura varia ( raccordi idraulici, cazzuole, un martello, una tronchesa, etc.) utilizzata dall'idraulico per l'allaccio abusivo.

Il MIGLIARBAMichele è stato dichiarato in arresto per tentato furto aggravato e giudicato con rito direttissimo.

Dopo la convalida dell'arresto, il predetto è stato rimesso in libertà in attesa del processo.

Palermo, 21 settembre 2013

 

 




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Milano, arrestati 3 reggini

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Reggio Calabria-I Carabinieri di Reggio Calabria e Milano al termine di una serrata e complessa attività investigativa riescono ad identificare ed arrestare gli autori della rapina al negozio "Splendidi Splendenti" di Gallico effettuata il 14 settembre 2013. Tre i reggini arrestati, due gia' si erano allontanati da Reggio Calabria e sono stati arrestati a Milano.

Avevano pensato ad ogni dettaglio organizzativo, si erano mossi a bordo di un autovettura risultata successivamente oggetto di furto, avevano compiuto un assalto vero e proprio all'esercizio commerciale "Splendidi e Splendenti" di Gallico, quando era in pieno svolgimento nella città, la festa della Madonna. Dalle immagini del sistema di videosorveglianza che saranno esaminate dopo il colpo emerge che i malviventi, evidenziano un perfetto addestramento e una conoscenza dei luoghi, in pochi secondi riescono a portare via un bottino di duemila euro che rappresentava l'incasso del negozio. I clienti in quel momento presenti nel negozio, rimangono atterriti dinanzi ai rapinatori e  poi terrorizzati scappano, tra i malcapitati anche un bimbo che spaventato corre dalla mamma. 

Vengono da subito avviate serrate attività di ricerche in tutta la città con l'impiego di numerose pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria, coadiuvati dalla Compagnia di Intervento Operativo del 12° Btg. Carabinieri di Palermo. Sono proprio i militari della CIO che rinvengono poco dopo un'autovettura bruciata. Dagli accertamenti tecnici sulla vettura in questione si comprende sin da subito che potrebbe trattarsi dell'auto utilizzata dai rapinatori. Intorno a questa scoperta lavorano i militari del NORM della Compagnia reggina e in tal modo riescono a risalire al proprietario il quale aveva denunciato il furto della stessa. Scattano subito le indagini effettuate sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Le prime risultanze consentono di stringere il cerchio intorno a tre giovani di Reggio Calabria con numerosi precedenti, alcuni specifici. 

L'indagine subisce una accelerazione allorquando gli inquirenti comprendono che due dei tre malviventi si sono allontanati dalla città, verosimilmente perché sentivano la pressione nei loro confronti da parte dei carabinieri. La necessità di evitare di perdere le tracce dei malviventi spinge gli inquirenti ad accelerare le indagini consistite in accurata analisi dei fotogrammi della rapina, con la ricostruzione del profilo criminale degli indagati. Vista la situazione di pericolo di fuga dei malviventi alla luce del grave quadro indiziario presentato dagli investigatori della Compagnia di Reggio Calabria, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria nella persona del Sost. Proc. Dr. Rosario FERRACANE, titolare delle indagini emetteva a carico dei tre indagati un decreto di fermo di indiziato di delitto per il reato di rapina a mano armata in concorso continuata ed aggravata. I destinatari dei provvedimenti sono SANTORO Davide, reggino, pregiudicato, classe 90, MIRANDOLI Oberto Alessandro, classe 84, reggino, pregiudicato e IELO Francesco, classe 94, reggino, pregiudicato. I tre  a viso coperto, si erano introdotti nell'esercizio commerciale pistole in pugno terrorizzando tutti i presenti. 

A questo punto sono state diramate le ricerche di MIRANDOLI e IELO in ambito nazionale e la capillarità dei presidi dell'Arma ha svolto un ruolo fondamentale nelle indagini consentendo di individuare i due nel Comune di Nova Milanese. Gli uomini delle Compagnia Carabinieri di Desio, in provincia di Milano, e di Reggio Calabria, in perfetta sinergia hanno quindi localizzato e fermato, nella giornata di venerdì i tre destinatari dei provvedimenti. Le successive perquisizioni hanno consentito di rinvenire, a casa di SANTORO, gli indumenti utilizzati per compiere la rapina e soprattutto le due pistole, risultate essere delle scacciacani abilmente modificate per sembrare in tutto e per tutto delle armi vere. La celerità delle indagini e l'impegno profuso dai Carabinieri ha quindi consentito di individuare, a distanza di pochissimi giorni, gli autori dell'ennesima rapina consumata in questo centro. Questi fermi vanno inquadrati nell'attività di intensificazione del controllo del territorio, disposta dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, che aveva già portato, circa un mese fa, all'arresto in flagranza di altri due pericolosi rapinatori, i gemelli MODAFFERI, colti all'esterno di un esercizio commerciale dopo che avevano messo a segno una rapina armi in pugno.
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Calabria, bilancio; Mancini, pagamenti settimanali effettuati dalla ragioneria della Regione

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La Ragioneria generale della Regione Calabria - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta - ha effettuato nella settimana pagamenti per un importo complessivo di circa undici milioni di euro. Con un versamento di quattro milioni e mezzo di euro prosegue l'erogazione delle anticipazioni a vantaggio dei comuni beneficiari dei finanziamenti dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale. 

Questa la distribuzione dei fondi PISL: 128.000 euro al Comune di Bisignano; 102.000 euro al Comune di Cirò; 72.000 a Drapia; 80.000 al Comune di Maida; 80.000 al Comune di Martirano; 120.000 al Comune di Morano calabro; 120.000 Nocera Terinese; 82.000 a Petilia Policastro; 128.000 a Pietrafitta; 140.000 a Roccella Jonica, 80.000 a San Marco Argentano; 100.000 euro a Scilla; 74.000 al Comune di terranova da Sibari; 102.000 a Umbriatico; 83.000 al Comune di Acquaformosa; 83.000 ad Alessandria del Carretto; 58.000 al Comune di Andali; 36.000 euro a Belcastro; 76.000 a Bova; 64.000 a Bruzzano Zeffirio; 70.000 euro al Comune di Calanna; 86.000 a Calopezzati; 39.000 al Comune di Camini; 50.000 a Capistrano; 66.000 al Comune di Cervicati; 77.000 a Colosimi; 160.000 euro a Cosoleto; 80.000 a Dasà; 89.000 a Domanico; 58.000 a Gagliato; 80.000 a Laganadi; 49.000 al Comune di Laino Castello; 60.000 a Martirano Lombardo; 60.000 al Comune di Miglierina; 59.000 a Motta S.Lucia; 99.000 euro a Panettieri; 80.000 a Pazzano; 75.000 a Pedivigliano; 33.000 a Petrizzi; 41.000 a Polia; 86.000 al comune di San Basile; 70.000 euro a San Cosmo Albanese; 220.000 San Nicola dell'Alto; 30.000 al Comune di San Procopio; 80.000 a Sangineto; 79.000 a Scido; 64.000 a Serrata; 124.000 a Simbrario; 47.000 a Stignano; 60.000 euro a Torre Ruggiero;  380.000 euro al Comune di Umbriatico e 53.000 euro al Comune di Vallelonga.

La Ragioneria ha poi effettuato un pagamento di circa tre milioni e mezzo che sono destinati al comparto sanitario calabrese e indirizzati, tra l'altro, alle Aziende Ospedaliere (189.684 euro all'Ao di Catanzaro; 154.172 euro all'Ao cosentina; 40.179 euro all'Ao Mater Domini di Catanzaro e 308.543 all'Ao di Reggio Calabria) e alle Aziende Sanitarie (82.290 euro all'Asp di Catanzaro; 117.500 euro all'Asp di Cosenza; 23.309 all'Asp di Crotone; 82.771 all'Asp di Reggio e 41.280 all'Asp di Vibo), all'Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro (468.000 euro) e alle Aziende che gestiscono il servizio di elisoccorso (Elilombarda srl, 433.766 euro; Elitaliana spa, 1.095.214 euro; Inaer Aviaton Italia Spa, 433.766 euro).

Risorse per 315.000 euro vengono destinate al Fondo Unico della Cultura: 40.000 euro vengono pagati all'Amministrazione Provinciale di Catanzaro; 14.286 euro al Comune di Acri; 49.017 euro ad Altomonte; 9.100 ad Antonimina; 16.145 euro a Brancaleone; 20.000 a Cassano allo Ionio; 20.000 a Catanzaro; 16.000 a Francavilla Marittima; 595.000 a Gioiosa Jonica; 3.981 a Gizzeria; 22.260 a Rovito; 20.180 a Santa Severina; 14.286 euro a Squillace; 18.965 a Vaccarizzo Albanese; 3.080 euro a Verbicaro; 20.000 a Gerace; 14.986 Serra San Bruno; 389 euro a Trebisacce e 12.664 al Comune di Palmi.

Infine, informa la Ragioneria, circa 1.900.000 euro sono stati versati per Por Fse 2007/2014 e circa 400.000 euro vengono utilizzati per pagamenti vari e Por Fesr 2007/2013 per i settori Agricoltura e Lavori pubblici. Tutti i pagamenti sono stati effettuati senza intaccare il plafond annuale fissato dalle norme che regolano il patto di stabilità.
"Cerchiamo di affrontare le difficoltà oggettive di questo delicato momento storico - ha commentato l'Assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini - offrendo risposte puntuali allle famiglie, alle imprese e agli enti locali calabresi".n.l.

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Il “Renda” di Polistena al Quirinale per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico

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Il "Renda" di Polistena al Quirinale per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico
21 Settembre 2013 - 
POLISTENA (Reggio Calabria)  - L'Istituto professionale "Giuseppe Renda" di Polistena parteciperà alla cerimonia d'inaugurazione del nuovo anno scolastico che si svolgerà a Roma lunedì 23 settembre nel Cortile d'Onore del Quirinale. L'evento vedrà la partecipazione di 3000 studenti e docenti provenienti dalle scuole che si sono maggiormente distinte nella realizzazione di progetti di significativo rilievo sui grandi temi della partecipazione attiva alla vita della scuola, dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e dell'intercultura. Alla cerimonia parteciperà una delegazione composta dalla dirigente scolastica dott.ssa Lina Zaccheria, il segretario della scuola Ettore Fieramosca, il docente Roberto Montagnese, il dott. Tommaso Aquino delegato scuola di Confindustria Reggio Calabria e cinque studenti in rappresentanza sia del settore servizi per l'enogastronomia e per l'ospitalità alberghiera e sia del settore servizi per la promozione commerciale e pubblicitaria. 

La cerimonia, presieduta dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e dal ministro dell'Università e della ricerca Maria Chiara Carrozza, sarà trasmessa in diretta alle 16,45 su Rai Uno nella trasmissione "Tutti a scuola" condotta da Fabrizio Frizzi. Ospiti della manifestazione Claudio Baglioni e Chiara, i musicisti Solis String Quartet, gli attori Luca Zingaretti e Flavio Insinna, gli sportivi Arianna Errigo Campionessa del mondo di scherna nel 2013, Tania Cagnotto prima donna ad aver conquistato una medaglia mondiale nei tuffi e il calciatore del Milan El Shaarawy. "La manifestazione –sottolinea la preside del Renda Lina Zaccheria- oltre a ricordare la centralità del ruolo svolto dalla scuola nella formazione e nell'educazione dei giovani alla vita sociale del nostro Paese, vuole porre l'attenzione sulle nuove iniziative che saranno promosse per incentivare l'eccellenza e premiare le capacità degli alunni maggiormente meritevoli".

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