L'Avvocatessa uccisa, l'alibi del sequestro non convince gl'inquirenti. Sugli abiti dell'omicida, le tracce del sangue della vittima. Nicola Garbino, studente fuoricorso di 36 anni, fermato per l'omicidio di Silvia Gobbato, ha spiegato nel dettaglio ai carabinieri quanto accaduto martedì pomeriggio lungo il tracciato che costeggia il Cormor
IL GIALLO DELL'IPPOVIA VERSO LA SOLUZIONE, DOPO IL FERMO DELL'ASSASSINO, TUTTAVIA, C'Ể QUALCOSA CHE ANCORA NON QUADRA
Domenico Salvatore
Il femminicidio prosegue, senza soluzione di continuità. Ogni giorno, una o due donne, vengono uccise a colpi di pistola o di coltello, se non strangolate. Un macabro bollettino, che indigna e mortifica. Materia per i criminologi, ma anche sociologi, antropologi, giornalisti, giudici, avvocati e via di seguito. Altro che otto marzo, festa della donna, festa delle mimose, emancipazione del cosi detto sesso debole. La donna, purtroppo, nel terzo millennio dell'Era Cristiana, è considerata, ancora un oggetto; un soprammobile, un cagnolino al guinzaglio. Tanto al Sud, che al Nord. Molti casi, sono legati alla satiriasi, una deviazione sessuale caratterizzata da smania di attività sessuale. Poi, c'è il ventaglio delle altre ipotesi-alibi…incompatibilità di carattere; separazione legale; divorzio; gelosia; invidia; mafia;stalting; pedofilia, gli orchi d'internet, le trappole di face book per gl'inesperti, le manie varie ecc. Il Parlamento ha mosso qualche dito per dare una soluzione al problema; sebbene ancora ci sia tanto da lavorare. Alcune normative del legislatore ed altre sentenze della Corte di Cassazione, non proprio azzeccate, unite all'ondata di pornografia degli anni scorsi, hanno favorito l'insorgere di fenomeni deviante, deleteri e deterioranti; una radicalizzazione nel costume, ben difficile da modificare. Serve, una diversa cultura, ma bisogna partire dalle scuole, dalle associazioni, dal volontariato e naturalmente dalla famiglia. Occorre prestare una maggiore attenzione ai soggetti a rischio. La repressione serve a poco. Bisogna insistere invece, sul tasto dei progetti, che abbiano come finalità ed obiettivi, la prevenzione.
La tragica sequenza del delitto, "20 settembre, 17:32. L'assassino, è rimasto nascosto tra gli alberi ai margini dell'ippovia per un paio d'ore, appostato in attesa che passasse una ragazza minuta, sola; qualcuno da sequestrare per poi chiedere un riscatto. Nicola Garbino, studente fuoricorso di 36 anni, fermato per l'omicidio di Silvia Gobbato, ha spiegato nel dettaglio ai carabinieri, quanto accaduto martedì pomeriggio, lungo il tracciato che costeggia il Cormor. Lo ha fatto prima con spontanee dichiarazioni confessorie, anche in un sopralluogo sul posto, poi nell'interrogatorio in presenza dell'avvocato davanti al pm Marco Panzeri. Aveva studiato l'azione nel dettaglio per evitare di essere individuato. E' arrivato a Udine in auto, fonte Ansa, l'ha parcheggiata nei pressi del cimitero, ad alcuni chilometri di distanza, e poi si è recato a Colugna a piedi. Senza cellulare, così che non lo si potesse collocare sulla scena. Si è nascosto tra gli alberi, in un punto che conosceva, dove avrebbe portato una ragazza. Garbino, ha spiegato agli inquirenti, che voleva legare una donna a un albero e chiederne il riscatto utilizzando il cellulare della vittima. Ma non è stata trovata alcuna corda, né a casa né nello zaino. Silvia, sarebbe stata scelta a caso, Garbino non la conosceva: è semplicemente stata la prima a passare sul percorso da sola, correndo piano.
La sua reazione, avrebbe scatenato la furia omicida. Secondo gli investigatori, il delitto sarebbe avvenuto in una manciata di minuti, dall'aggressione al trascinamento del corpo nel campo vicino. Proprio un attimo prima, che uno dei testimoni ascoltati dai carabinieri, arrivasse sulla scena, con il cane, e si accorgesse del telefonino, a terra. Alzato lo sguardo intorno, l'uomo ha riferito di aver avuto l'impressione di vedere un'ombra muoversi tra gli alberi. Probabilmente, Garbino che si stava allontanando, il quale ha detto che la sua azione è stata disturbata dall'arrivo di qualcuno. Altrimenti, ha spiegato, avrebbe raccolto il cellulare caduto a terra nella colluttazione. Da quel momento, ha vagato per ore nei campi. Si è sfilato la tuta che indossava sopra altri abiti e l'ha messa nello zaino; insieme con i guanti e il lungo coltello da cucina. Su una felpa e un guanto, che Nicola Garbino indossava martedì, sono state trovate tracce di sangue di Silvia Gobbato. Lo hanno annunciato i carabinieri stamani in conferenza stampa, rendendo noti i risultati di analisi concluse in nottata. Nel guanto destro, è stato trovato sangue della ragazza e di lui, compatibile con una ferita che l'uomo ha sul braccio destro. Nessuna traccia evidente di sangue sul coltello, che sarebbe però stato lavato; per evidenziare eventuali presenze, occorrerà sottoporlo a esami più approfondito.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Garbino avrebbe compiuto l'omicidio, indossando una tuta sopra i vestiti e un paio di guanti in pile. Abiti che, insieme con il coltello - che ha una lama lunga 25/30 centimetri - avrebbe lasciato in uno zaino nei campi, poco dopo aver commesso l'assassinio e aver vagato nella zona. Ieri mattina, Garbino sarebbe tornato nell'area, avrebbe recuperato lo zaino con dentro abiti e arma, ma avrebbe incontrato i carabinieri. Gli investigatori, hanno accertato che tuta e guanti sono di sua proprietà. Il coltello, sarebbe stato invece bonificato o lavato, forse nel vicino torrente Cormor. Su di esso, sono state invece trovate tracce di fango. L'arma, sarà sottoposta ad esami più approfonditi - per i quali è necessaria l'autorizzazione di un magistrato - per stabilire, se ci siano su di esso anche tracce di sangue. Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, starebbero verificando l'eventualità che Nicola Garbino, abbia agito per un movente diverso da quello da lui stesso denunciato, cioè il sequestro di persona a fine di riscatto. Secondo alcune fonti, le modalità dell'azione dell' uomo non convincerebbero del tutto gli investigatori: non si esclude, che Garbino possa aver agito per altri scopi, ad esempio di natura sessuale. Indagini mirano a verificare eventuali coinvolgimenti di Garbino in episodi di esibizionismo in passato.
La soddisfazione, per la rapidità d'azione con cui si è arrivati alla soluzione del caso, è accompagnata, nei pensieri del Procuratore capo di Udine Antonio Biancardi, da "una grande amarezza e inquietudine per una situazione che si sta deteriorando, con soggetti che apparentemente tranquilli compiono atti così orrendi". La Procura, contesta a Nicola Garbino l'accusa di omicidio volontario. "Il collega Marco Panzeri probabilmente contesterà anche le aggravanti dei motivi abietti e futili e della crudeltà". L'importante, per il Procuratore capo, è che in casi come questi, "o come nel delitto Burgato di Lignano Sabbiadoro, venga eliminata la possibilità, di concedere attenuanti di qualsiasi genere; perché persone che uccidono in questa maniera, con tale efferatezza, non meritano nessuna attenuante".
La disgrazia, ha provocato un'ondata di sdegno ed indignazione, angoscia e turbamento in tutto il Paese. Un fiore di primavera appassito; una vita spezzata. Una giovinezza negata. Silvia, una ragazza piena di vita, di attese e di entusiasmo, stroncata sul più bello, senza un perché. Una fine terribile, che ha sconvolto la famiglia e la vita degli amici, se non della comunità. L'immortale Giacomo Leopardi canterebbe…." Che pensieri soavi,/che speranze, che cori, o Silvia mia!/Quale allor ci apparia/la vita umana e il fato!/Quando sovviemmi di cotanta speme,/un affetto mi preme/acerbo e sconsolato,/e tornami a doler di mia sventura./O natura, o natura,/perché non rendi poi/quel che prometti allor? perché di tanto/inganni i figli tuoi?/ …. Questo è il mondo? Questi/i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi,/onde cotanto ragionammo insieme?/questa la sorte delle umane genti?/All'apparir del vero/tu, misera, cadesti: e con la mano/la fredda morte ed una tomba ignuda/mostravi di lontano./. L'eccesso di maschilismo, non facilita la soluzione del problema, d'accordo. La donna tuttavia, pur avendo conquistato un ruolo di fulcro all'interno della famiglia, deve avere più equilibrio, prudenza e senso della realtà. Alfine di armonizzare ed ottimizzare il rapporto di coppia. Per una fruizione più funzionale, efficiente ed efficace del partner e dei figli. Il carrierismo,( e la mancanza di tolleranza e sopportazione, che sono due valori morali importanti, imprudentemente relegati in sordina) non è la sola devastante causa, dello sfacelo della famiglia. Domenico Salvatore