Reggio Calabria – E' giunta notizia dell'esclusione dei commi dal 133 al 137 del c.d. "Maxiemendamento" alla legge di stabilità che – in buona sostanza - trattavano della sorte dei precari calabresi. A riferirlo in una nota il consigliere provinciale reggino Giuseppe Longo. Una frustata, che – tradotta – significa il sostanziale rigetto delle istanze del territorio ma dell'intera platea dei precari regionali che vedono così svanire ogni possibilità concreta per addivenire alla risolutiva stabilizzazione lavorativa. E dire che il provvedimento aveva ricevuto il sostanziale via libera della Commissione Bilancio su proposta dei parlamentari di Sel – interessati del problema direttamente dagli stessi precari, in occasione di una recente visita in Calabria di qualche settimana addietro - e che doveva essere il preludio ad un parere favorevole anche in aula col placet del Governo (che non c'è stato) il cui passaggio doveva rivelarsi una mera formalità. Invece, il colpo di scena, che lascia assolutamente l'amaro in bocca ai circa 5000 precari calabresi che tanto avevano confidato in un possibile consolidamento dei propri rapporti di lavoro. Di tutte le misure proposte è rimasta in piedi solo quella concernente la copertura finanziaria relativa agli indennizzi arretrati su cui peraltro Longo aggiunge sibillino « la Regione aveva già ricevuto un finanziamento statale salvo poi mancarne l'erogazione». Un altro sberleffo – l'ennesimo – a danno della Calabria su cui il consigliere di Prc si pronuncia battagliero rispetto «all'inedia della Regione e del Governo e se le battaglie parlamentari – aggiunge - si sono rivelate ancora una volta vane allora solo una grande mobilitazione potrà portare l'attenzione della politica sui grandi problemi irrisolti della nostra terra».
Giuseppe Campisi