Continua, a cura dell’ANPI di Reggio Calabria, la Rassegna “Cinema e Resistenza”. Lunedì 14 aprile 2014 sarà presentato il film di Daniele Lucchetti “I piccoli maestri”.
Lunedì 14 aprile 2014, alle ore 20.00 sarà presentato, presso la sala ANPI/Athena Teatro, il film “Piccoli Maestri” di Daniele Lucchetti e tratto dall'omonimo romanzo di Luigi Meneghello.
Trama
Autunno 1943, Gigi e Lelio, lettere, Enrico e Simonetta, ingegneria, e Bene, medicina, partono per l'altopiano di Asiago con l'obiettivo di opporsi all'invasione nazista dell'Italia. Inizia così, sulle montagne di casa, la guerra originale di chi, ancora fresco di letture crociane, cita Mazzini e identifica il nemico con la retorica. La piccola "banda dei perchè" combatte una battaglia originale, ma la guerra, quella vera, sarà per loro una secchiata d'acqua gelata. "I piccoli maestri" sono eroi che non si prendono sul serio, sono i partigiani-artigiani, antifascisti e antiretorici, che durante gli orrori della guerra perderanno qualcosa e impareranno tantissimo. Dopo la liberazione capiranno di aver vissuto l'esperienza più importante della loro vita, ma di aver perso per sempre la spensieratezza dei vent'anni.
Un breve commento (Stefano Agnelli)
Per molti anni l’opera di Luigi Meneghello è stata sottovalutata da pubblico e critica. Stessa sorte è toccata al libro I piccoli maestri, da cui Daniele Lucchetti ha tratto, negli anni Novanta, il film omonimo, che racconta dell’esperienza partigiana dello scrittore veneto, allora studente universitario. Nelle antologie scolastiche comparivano più spesso brani da L’Agnese va a morire di Renata Viganò, da Il sentiero dei nidi di ragno diItalo Calvino, dal Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio o da La ragazza di Bube diCarlo Cassola. Mi sono chiesto molte volte, perché un libro così ricco e ben scritto come quello di Meneghello, sia passato quasi sotto silenzio e non abbia avuto la fama e i riconoscimenti che merita. La ragione sta forse nel modo tutto particolare cheMeneghello e i suoi compagni avevano di condurre la guerra partigiana - Lucchetti, nella sua trasposizione cinematografica, lo ha reso in modo eccellente – un modo che era, almeno all’inizio dell’esperienza, quasi scanzonato. Infatti, la voglia e l’entusiasmo, che spinsero questi giovani universitari vicentini, a lasciare gli studi per intraprendere la guerra partigiana sull’altopiano di Asiago, li rendeva quanto mai ingenui, anche se volenterosi di imparare. Libro e film descrivono molto bene lo stato di grazia in cui si trovavano, avendo, come avevano, la netta percezione che un’epoca stesse per finire e che il mondo nuovo doveva farsi con il contributo di tutti, rimettendo in discussione ogni cosa: dal linguaggio (“questa è retorica”, diranno i personaggi accusandone l’uso), alle gerarchie sociali. Erano le idee di quel partito di cui, confesso, oggi farei volentieri parte: il Partito d’Azione, a torto considerato “minore” e purtroppo scioltosi prematuramente. Un partito a cui appartenevano uomini illustri, da Emilio Lussu a Natalia Ginzburg, capaci di un afflato veramente democratico, che si trovò senza una collocazione precisa, stretto com’era tra i due grandi partiti che andranno poi a comporre, a guerre finita, il fronte popolare, ovvero il partito comunista e il partito socialista, guidati rispettivamente da Palmiro Togliatti e Pietro Nenni.
Nel film di Lucchetti il partito d’azione è rappresentato dal personaggio di Toni Giuriola, interpretato da Paolini, che forma la banda partigiana con l’autorizzazione del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, non dimentichiamolo), attorno alla voglia di discutere ogni cosa, di liberarsi dal peso delle gerarchie e della retorica che vent’anni di fascismo avevano reso intollerabili. Ben più organizzati appaiono nel film, i partigiani affiliati al partito comunista, che non a caso scambiano i nostri per “badogliani” (cioè monarchici, quasi una rarità nelle formazioni partigiane); ma ciò che univa gli uni e gli altri era l’avversione al nazi-fascismo, la consapevolezza e la voglia di sostenere valori opposti. Il comandante “Zelin” , questo il nome di battaglia del protagonista, interpretato da Stefano Accorsi, attraversa una sorta di percorso catartico, di rinascita, quando, dopo essere sfuggito ad un rastrellamento, ed avere visto le barbarie fasciste (i partigiani impiccati), arriva a concepire la lotta partigiana con dignità e rispetto per la vita. Lo dimostra la scena in cui riprende meravigliato un compagno (il “Marietto”), che voleva fucilare tutti i parenti di quanti avevano aderito al fascismo. “Fucilali con la penna, se proprio li vuoi fucilare”, dirà infatti all’amico, invitandolo a tracciare segni di elisione sopra l’elenco di nomi da lui approntato.
Uccidere per il semplice gusto di farlo apparteneva soltanto ai torturatori ed ai membri delle squadre fasciste. Non è ammesso nemmeno nei confronti del nemico inerme: come dimostra l’enorme carico emotivo che devono superare per uccidere la spia tedesca, o la scena in cui spaventano un notabile fascista, leggendogli la condanna a morte mentre uno di loro se ne sta con una pala in mano, per poi risparmiarlo.
Il film si chiude con l’arrivo di una colonna inglese che arriva a città (Padova) già liberata, con la morte di uno dei loro compagni (“Bene”), e con il ritrovamento di Marietto, arrestato dai fascisti dopo un attentato fallito, scampato alle torture. Un finale in cui Zelin, rispondendo alla domanda di un ufficiale inglese, dirà in tono ironico, di sé e dei propri compagni: “just a fuckin’ bandit” (ovvero, siamo “solo dei fottuti banditi”), quasi presagendo il giudizio riduttivo che alcuni daranno, di quella stagione unica e irripetibile. Sfociata poi nel momento di massima intesa tra le forze del CLN, ovvero l’assemblea costituente, capace di produrre un documento di tale bellezza ed equità, da essere ancora attuale. Certo è che, nel commemorare oggi l’anniversario della liberazione, vorrei davvero ce ne fossero ancora in giro lo spirito democratico di quei “fuckin’ bandit”.
Reggio Calabria 12 aprile 2014
Comitato Provinciale ANPI
Reggio Calabria
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
MNews.IT | Stadio Online, le notizie sportive | Giochi Gratis | Calabria 24Ore .IT | NewsOn24.IT