Adam Kramer, membro del Data Science team del social Network, Facebook aveva motivato la sua scelta di lavorare nel gruppo cosi: "I DATI di Facebook rappresentano il più ampio studio sul campo nella storia del mondo".
È stato pubblicato uno studio su Proceedings of the national academy of sciences condotto dagli studiosi della University of California e della Cornell. Questi dati pubblicati mettono in evidenza come tutti noi che abbiamo un profilo social, siamo influenzati emotivamente, da ciò che gli altri postano sulla propria bacheca. Così facendo siamo sollecitati a rimanere sulla stessa linea emotiva e magari condividere argomenti simili o foto che evochino stesse emozioni.
Sono stati condotti due i test nel gennaio 2012 proprio per verificare la contagiosità degli stati d'animo. I ricercatori hanno lavorato sotto la guida di Kramer che hanno modificato la durata e l'esposizione ai post dei propri amici, che commentavano positivamente o meno.
Un software di analisi testuale, il Linguistic inquiry and word count, ha deciso quali aggiornamenti di stato far visualizzare. Tutto questo per la durata di una settimana. Sono stati 689mila account inclusi nell'esperimento.
Per la sociologia e' una manna , ma e' anche sconcertante, anche se, diciamo la verita', Positanonews e altre testate lo sanno . posti una notizia di un certo tipo e si suscitano determinate reazioni ed emozioni, ma addirittura alterare i post per studiare le reazioni no, Repubblica Tecnologia ha fatto un servizio interessante che vi proponiamo "I DATI di Facebook rappresentano il più ampio studio sul campo nella storia del mondo". Forse con un pizzico di esagerazione, ma in fondo cogliendo nel segno, Adam Kramer - membro del Data science team del social network - aveva spiegato anni fa la scelta di entrare nel gruppo californiano. Lo studio appena pubblicato suProceedings of the national academy of sciences e condotto insieme ad altri scienziati della University of California e della Cornell gli dà ragione. È infatti attraverso quella sterminata arena sociale planetaria che ha potuto dare sostanza a ciò che in molti sospettavano: ciò che gli altri postano su Facebook, e che noi visualizziamo in bacheca, ci influenza emotivamente. Tanto da spingerci, nel periodo successivo, a pubblicare a nostra volta contenuti sulla stessa lunghezza d'onda. O meglio, ad allinearci al clima che si respira sulla nostra newsfeed.
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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