RUBY: ATTESA PER LE 13 SENTENZA BERLUSCONI Giudici appello in camera di consiglio- È attesa attorno alle 13 la sentenza del processo d'appello sul caso Ruby in corso a Milano e nel quale Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile. I giudici sono entrati in camera di consiglio dopo brevi repliche di accusa e difesa. Il pg aveva chiesto la conferma dei 7 anni inflitti in primo grado.
CASO RUBY: GIUDICI IN CAMERA DI CONSIGLIO, VERDETTO ALLE ORE 13 =
Milano, 18 luglio 2014 - I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano sono in camera di consiglio per decidere sulle sorti del processo Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Dopo brevi repliche e controrepliche, il collegio presieduto da Enrico Tranfa ha dato appuntamento alle parti per le ore 13 per la lettura del dispositivo
Nell'udienza di oggi il sostituto procuratore generale Piero De Petris ha replicato a uno dei punti discussi nell'arringa difensiva relativo a una sentenza della Corte europea del 2006 in merito all'inutilizzabilità dei tabulati telefonici, per cui l'acquisizione dei dati «nel nostro ordinamento avviene attraverso un provvedimento dell'autorità giudiziaria per il quale c'è il vincolo di motivazione e che viene poi sottoposto al controllo del giudice». Per l'avvocato Filippo Dinacci invece la Corte europea fissa in modo fermo i criteri per cui possano essere acquisiti e se si introduce «una riserva di legge tutti ciò che non è previsto è vietato», dunque i tabulati per i reati contestati all'ex premier non devono essere presi in esame dai giudici. L'accusa, nelle sua arringa, aveva chiesto la conferma della pena a sette anni inflitta in primo grado, mentre la difesa replica con una serie di questioni, tra cui quella della competenza territoriale, e chiede l'assoluzione dell'imputato. I giudici usciranno o con un provvedimento con cui si decide la riapertura del dibattimento oppure, ipotesi decisamente più probabile, con una sentenza.
Nel primo processo in cui l'ex premier si trova senza lo 'status' di parlamentare, dopo la condanna definitiva per frode fiscale e l'affidamento ai servizi sociali nella struttura per anziani e disabili a Cesano Boscone, il rischio per l'agibilità politica di Berlusconi è alto. Oggi i giudici potrebbero confermare la sentenza oppure riformarla parzialmente. Con la condanna definitiva per il processo Ruby, l'ex premier vedrebbe cadere l'indulto che gli era stato concesso nel processo per i diritti tv, dunque lo sconto di tre anni verrebbe cancellato e la somma algebrica delle due condanne, pari a dieci anni, andrebbe scontata ai domiciliari vista l'età di Berlusconi, il quale compirà 78 anni a settembre. Nel caso in cui fosse riconosciuta la concussione (6 anni in primo grado) poco cambierebbe per l'ex premier, diverso invece il caso contrario: la pena massima per i rapporti con Ruby era di tre anni, all'epoca dei fatti. Una condanna ad almeno due anni sarebbe sufficiente a cancellare l'indulto del processo diritti tv, ma in primo grado i giudici hanno condannato Berlusconi solo a un anno di carcere per questo reato e visto che la Procura non ha fatto appello, pare non sia possibile aumentarla
CASO RUBY: GIUDICI IN CAMERA DI CONSIGLIO, VERDETTO ALLE ORE 13 =
Milano, 18 luglio 2014 - I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano sono in camera di consiglio per decidere sulle sorti del processo Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Dopo brevi repliche e controrepliche, il collegio presieduto da Enrico Tranfa ha dato appuntamento alle parti per le ore 13 per la lettura del dispositivo
Nell'udienza di oggi il sostituto procuratore generale Piero De Petris ha replicato a uno dei punti discussi nell'arringa difensiva relativo a una sentenza della Corte europea del 2006 in merito all'inutilizzabilità dei tabulati telefonici, per cui l'acquisizione dei dati «nel nostro ordinamento avviene attraverso un provvedimento dell'autorità giudiziaria per il quale c'è il vincolo di motivazione e che viene poi sottoposto al controllo del giudice». Per l'avvocato Filippo Dinacci invece la Corte europea fissa in modo fermo i criteri per cui possano essere acquisiti e se si introduce «una riserva di legge tutti ciò che non è previsto è vietato», dunque i tabulati per i reati contestati all'ex premier non devono essere presi in esame dai giudici. L'accusa, nelle sua arringa, aveva chiesto la conferma della pena a sette anni inflitta in primo grado, mentre la difesa replica con una serie di questioni, tra cui quella della competenza territoriale, e chiede l'assoluzione dell'imputato. I giudici usciranno o con un provvedimento con cui si decide la riapertura del dibattimento oppure, ipotesi decisamente più probabile, con una sentenza.
Nel primo processo in cui l'ex premier si trova senza lo 'status' di parlamentare, dopo la condanna definitiva per frode fiscale e l'affidamento ai servizi sociali nella struttura per anziani e disabili a Cesano Boscone, il rischio per l'agibilità politica di Berlusconi è alto. Oggi i giudici potrebbero confermare la sentenza oppure riformarla parzialmente. Con la condanna definitiva per il processo Ruby, l'ex premier vedrebbe cadere l'indulto che gli era stato concesso nel processo per i diritti tv, dunque lo sconto di tre anni verrebbe cancellato e la somma algebrica delle due condanne, pari a dieci anni, andrebbe scontata ai domiciliari vista l'età di Berlusconi, il quale compirà 78 anni a settembre. Nel caso in cui fosse riconosciuta la concussione (6 anni in primo grado) poco cambierebbe per l'ex premier, diverso invece il caso contrario: la pena massima per i rapporti con Ruby era di tre anni, all'epoca dei fatti. Una condanna ad almeno due anni sarebbe sufficiente a cancellare l'indulto del processo diritti tv, ma in primo grado i giudici hanno condannato Berlusconi solo a un anno di carcere per questo reato e visto che la Procura non ha fatto appello, pare non sia possibile aumentarla