Quantcast
Channel: MNews.IT
Viewing all articles
Browse latest Browse all 6567

Roma, catturato dalla Polizia e dallo Sco all'aeroporto internazionale di Fiumicino, il pluripregiudicato Manuel Brunetti, uccise una guardia giurata per rubargli la pistola?

$
0
0

Un pluripregiudicato, Manuel Brunetti, 22 anni, esponente di un gruppo criminale attivo nel centro storico di Napoli, ricercato in ambito internazionale per il reato di omicidio, e' stato arrestato dalla Polizia all' aeroporto di Fiumicino. A catturarlo sono stati investigatori della Squadra Mobile di Napoli e del Servizio Centrale Operativo, coadiuvati dalla Polizia di Frontiera. L'uomo e' accusato dell'omicidio di una guardia giurata avvenuto nel 2009 in via Tribunali a Napoli. Per questo, era stato condannato, a 16 anni di reclusione, per il reato di omicidio e detenzione e porto abusivo di armi
ROMA, ARRESTATO ALL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI FIUMICINO, IL LATITANTE MANUEL BRUNETTI DI 22 ANNI, ACCUSATO DELL'OMICIDIO ( 17 GENNAIO 2009) DELLA GUARDIA GIURATA UMBERTO CONCILIO DI 28 ANNI, RICERCATO ANCHE ALL'ESTERO. STAVA RIENTRANDO CON LA FAMIGLIA, DALLA SPAGNA
Insieme con un collega, aveva appena effettuato un controllo nella sede del Banco di Napoli in Via dei Tribunali, e si stava avvicinando all'auto di servizio per continuare il giro di ispezioni, quando è stato colpito da alcuni colpi di pistola esplosi da vicino da un killer a bordo di un ciclomotore. Era fidanzato e si accingeva a festeggiare il suo compleanno,  in famiglia. Prestava servizio di controllo notturno presso negozi e istituti di credito nella zona del vecchio Tribunale di Napoli. Era stato portato al pronto soccorso dell'ospedale Loreto Mare, per le gravi ferite riportate in un agguato
Domenico Salvatore
ROMA 29 Agosto 2013 - 15:08. Secondo l'accusa, il latitante Manuel Brunetti, di 22 anni, uccise a Napoli, il 17 gennaio del 2009, una guardia giurata, Umberto Concilio di 28 anni, celibe, fidanzato. Il pregiudicato quattro giovani evasi dal carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, il 26 ottobre, dopo una sommossa in cui rimasero feriti tre agenti penitenziari quattro giovani evasi dal carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, il 26 ottobre, dopo una sommossa in cui rimasero feriti tre agenti penitenziari Manuel Brunetti, 18 anni, in attesa di giudizio per omicidio, Marcello Picardi, 19 anni, già condannato per omicidio e stava scontando la pena, Giuliano Landieri, 19 anni, stava scontando la pena per reati di droga, e Giovanni Favarolo, 20 anni, che stava scontando una pena per reati connessi alla legge sulla armi e che sarebbe uscito per fine pena tra tre mesi,il 29 dicembre Resta quindi ancora in fuga solo Manuel Brunetti, 18 anni. arrestato mentre era in auto con una ragazza, non sua parente, in via Camelie nel complesso Villaggio Coppola a Castelvolturno, sul litorale domitio ai confini tra napoletano e casertanra stato assolto in primo grado nonostante il pubblico ministero avesse chiesto 30 anni di carcere. In secondo grado è invece arrivata la condanna a sedici anni, poi la Corte di Cassazione con la conferma. accusato dal pentito Vincenzo De Feo e "inchiodato" dalle intercettazioni ambientali dopo la rapina finita nel sangue, la notte del 17 gennaio del 2009, ai Tribunali, dove venne ammazzato Umberto Concilio, guardia giurata, 28enne del rione Villa, a San Giovanni a Teduccio. 

Per lui il pm della Procura minorile, la dottoressa Patrizia Tedeschi, in prima grado aveva chiesta una condanna a 30 anni di reclusione, il massimo per un minorenne, e Brunetti aveva 17 anni quando fu accusato di aver commesso la sanguinosa rapina, richiesta a 21 anni in secondo grado dal procuratore generale. L'accusa più pesante contro Manuel Brunetti era rappresentata dalle dichiarazioni del pentito Vincenzo De Feo, nipote di un boss del clan Contini, arrestato il 7 agosto dello scorso anno dopo l'omicidio di Gaetano Montanino, un'altra guardia giurata, al quale i banditi avevano tentato di portare via la pistola di ordinanza la sera del 4 agosto in piazza del Carmine. Nel conflitto a fuoco che derivò dalla reazione dei vigilanti rimasero feriti un collega di Montanino e il rapinatore Davide Cella. Arrestato all'aeroporto internazionale di Fiumicino; rientrava dalla Spagna con la famiglia. La cattura, è stata eseguita dagl'investigatori della Squadra Mobile di Napoli, oggi,  diretta dal responsabile Andrea Curtale e del servizio centrale operativo della Polizia di Stato, diretto dal primo dirigente Maria Luisa Pellizzari, coadiuvati dalla polizia di frontiera. Manuel Brunetti, è' stato catturato questa mattina  29 agosto 2013, presso l'aeroporto romano di Fiumicino; era ricercato dal 2011 in ambito internazionale per l'omicidio di una guardia giurata a Napoli. La comunicazione, in una nota, della Polizia di Stato precisando che l'arresto e' stato effettuato dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli, insieme alla polizia di frontiera. 

Due anni fa, per sottrarsi all'esecuzione di una sentenza di condanna a 16 anni di reclusione, per il reato di omicidio e detenzione e porto abusivi di armi, Manuel Brunetti, esponente di un gruppo criminale operante nell'area del centro storico di Napoli, si era infatti reso irreperibile. Secondo l'accusa,  è l'autore materiale dell'efferato omicidio, nel gennaio 2009, di Concilio Umberto, guardia giurata , presso 'La Vigilante'di 28 anni, ucciso mentre era in servizio di vigilanza nei pressi di una filiale di un istituto bancario del centro di Napoli. In via Concezio Muzi, nel centro storico di Napoli domenica 18 gennaio 2009; il ferito, venne trasportato all'ospedale Loreto Mare, in coma; morirà egli, all'alba.Concilio, insieme con un collega, aveva appena effettuato un controllo nella sede del Banco di Napoli in Via dei Tribunali, e si stava avvicinando all'auto di servizio per continuare il giro di ispezioni, quando é stato avvicinato da due giovani centauri, in sella ad un ciclomotore, si sono avvicinati alla macchina. Uno dei due killers, senza proferir parola, gli ha puntato la pistola alla testa ed esploso diversi colpi. La guardia giurata in extremis aveva tentato di sottrarsi al suo destino con una manovra improbabile. Ma alcuni colpi di cui uno alla testa, erano andati a bersaglio. Le sue condizioni, erano peggiorate con il passare delle ore ed all'alba era morto. 

I primi rilievi ed indagini sono stati effettuati dalla SIS, assieme alla Squadra Mobile di Napoli, allora diretta Sul luogo dell'agguato la polizia scientifica ha fattto i rilievi. Le indagini sono affidate alla squadra mobile, in quel tempo diretta dal vicequestore aggiunto Vittorio Pisani,  scivolato sulla buccia di banana dei pentiti pilotati e prezzolati. Solerti funzionari dello Stato passarono dall'osanna al crucifige e Pisani, finì nell'inferno dantesco. Palate di fango contro uno dei più fedeli servitori dello Stato che aveva inferto colpi mortali alla Piovra partenopea. Ultimo dei quali, la cattura del capo dei capi della Camorra napoletana, "don Michè" Zagarìa, primula di Casapesenna, stanato dal bunker sotterraneo. Ma prima ancora, aveva catturato il mammasantissima della Camorra,  Antonio Iovine, "appena 31 anni, primula rossa" del clan dei Casalesi;  uno dei capi del clan che fu di "Sandokhan. Era stato catturato il 17 novembre 2010, dopo quasi 15 anni di latitanza. Già uno dei capi del cartello casalese, la potente organizzazione camorristica della provincia di Caserta.Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, in quel tempo, diretta da Vittorio Pisani, l'avevano "pizzicato", dopo averlo cercato per mezzo mondo, mentre si nascondeva nell'abitazione di un "anonimo" muratore di Casal di Principe, nella palazzina abusiva di due piani, poco prima delle 16; protetto da una rete di amici e fiancheggiatori che ne coprivano le tracce, dopo ogni passaggio; non   oppose  resistenza, salvo un timido tentativo di dileguarsi attraverso i tetti. Antonio Iovine"O' Ninno",  boss che era riuscito a sottrarsi a magistratura e forze dell'ordine. Gestore, fra l'altro, della famosa discoteca capitolina "Gilda" e del rinomato ristorante di pesce (e luogo d'incontro per politici, affaristi ed esponenti della criminalità), "Il Destriero". 

Di lui, si aveva solamente una foto in bianco e nero; scattata prima del 5 dicembre 1995, quando per sfuggire alle condanne inflitte dal processo "Spartacus", il 19 giugno 2008, decise di darsi alla macchia.  Carriera criminale,  quando non era ancora ventenne  iniziata, sotto l'ala protettrice del padre spirituale del clan, Antonio Bardellino originario di San Cipriano D'Aversa, lo stesso paese di Iovine, boss di spessore criminale, nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia, che fece il voltagabbana col suo maestro; l'eliminazione di Bardellino, fu voluta, se non organizzata e comunque favorita, anche da Vincenzo De Falco, Mario Iovine e, soprattutto, Francesco Schiavone detto "Sandokan",  Pasquale Galasso, Angelo Moccia e Ferdinando Cesarano; uno dei pochi, assieme a Carmine Alfieri,in grado di respingere l'avanzata della NCO di Raffaele Cutolo.   Bardellino, che riuscì anche a spezzare il potere del capintesta Lorenzo Nuvoletta di Marano. Il boss Antonio Iovine, ovviamente era ben sorretto dalla moglie, Enrichetta Avallone, arrestata in un appartamento di Trentola Ducenta. Suo fratello Carmine venne ucciso nel 1994; sua sorella Anna è stata arrestata per estorsione; suo parente, era anche Mario Iovine, inteso "Rififì", fedelissimo di Antonio Bardellino, ucciso in Brasile nel 1991; colpito dall'ordinanza "Galassia" che nel 2008 portò alla cattura di oltre 50 affiliati. 

La Camorra non poteva sopportare il dirigente della Squadra Mobile e giurò di "farlo fuori", in qualche modo. Col pettegolezzo mirato ed il "mormorìo", ma soprattutto con la delazione. E se non bastassero, anche con il…"sacrificio" di un paio di pentiti.  Vittorio Pisani, aveva sostenuto, invano, di non aver ricevuto mai, nemmeno un centesimo dal capo della camorra Salvatore Lo Russo, suo confidente. Perché, sapeva bene, che con gente di quella risma, che vende alla Giustizia: parenti, compari e comparielli, sarebbe stato meglio mantenere le distanze.  E fu il Calvario, non solo mediatico, prima dell'assoluzione. Con la doppia archiviazione disposta dal gip partenopeo, cadono due delle più aberranti contestazioni. Data la caratura del personaggio, tutti i conti bancari, postali, assicurativi, borsistici, amministrativi eccetera, sono stati passati al setaccio e le indagini condotte con un rigore scientifico davvero eccezionale. Tutto regolare, tutto liscio. Il GIP partenopeo ha decretato l'archiviazione dell'accusa perché non c'è la minima prova che Lo Russo, abbia detto la verità. Ma torniamo ora alla cattura del latitante, Manuel Brunetti. Gli agenti della squadra mobile della Questura di Napoli, non si dicono del tutto certi, che ci sia un tentativo di rapina dietro l'uccisione della guardia giurata. Il vigilantes, Umberto Concilio, è stato raggiunto da  alcuni colpi di pistola, anche alla testa.  

La speranza che la sparatoria e quindi la morte della guardia giurata Umberto Concilio, potrebbe essere stata ripresa dalle telecamere del Banco di Napoli, non fu vana. I suoi colleghi lo rimproveravano per la sua bontà. Umberto Concilio, lavorava come guardia giurata, all'Istituto 'La Vigilante' di Napoli, da due anni. I colleghi, lo ricordavano così:" Era così buono, da essere sprecato, a fare il vigilantes. Era un gran lavoratore, sempre disponibile durante la notte; tra un controllo ed un altro ci portava sempre caffé e cornetti. Noi, lo sgridavamo, gli dicevamo che non doveva spendere soldi per noi, ma lui continuava a farlo, aveva sempre un pensiero carino per tutti noi".  La Giustizia è lenta a volte, ma arriva (quasi) sempre a colpire l'obiettivo. Il lancio dell'Ansa come di consueto è illuminante…"Un pluripregiudicato, Manuel Brunetti, 22 anni, esponente di un gruppo criminale attivo nel centro storico di Napoli, ricercato in ambito internazionale per il reato di omicidio, e' stato arrestato dalla Polizia all' aeroporto di Fiumicino.A catturarlo sono stati investigatori della Squadra Mobile di Napoli e del Servizio Centrale Operativo, coadiuvati dalla Polizia di Frontiera. L'uomo e' accusato dell'omicidio di una guardia giurata avvenuto nel 2009 in via Tribunali a Napoli.Brunetti, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio era latitante dal 2011. All'epoca dell'omicidio era minorenne. 

E' stato fermato sull'aereo appena atterrato, proveniente dalla Spagna, dagli uomini della squadra mobile di Napoli e del Servizio centrale operativo, che erano sulle sue tracce da oltre un anno. L'uomo era con i suoi familiari e viaggiava con un documento falso. Secondo le indagini, Brunetti avrebbe freddato con un colpo di pistola alla testa la guardia giurata, in servizio davanti ad una banca nel centro di Napoli. Il movente dell'omicidio non è mai stato chiarito ma secondo gli investigatori i killer - Brunetti era con un complice - hanno agito per punire qualche sgarbo commesso da Concilio. Il latitante non sarebbe un appartenente ai clan camorristici ma sarebbe un esponente di quei gruppi criminali che agiscono come cani sciolti nelle zone del centro di Napoli che una volta erano controllate dai Giuliano". 

 Il 12 aprile 2012, Manuel Brunetti, all'epoca dell'omicidio, era minorenne, per cui gli era stato attribuito l'appellativo di "killer ragazzino"; assolto in primo grado, con formula piena, nonostante la Procura avesse chiesto la condanna a trent'anni, era stato condannato in appello, dai giudici del Tribunale dei Minori di Napoli, a 16 anni di reclusione. Poi, la Corte di Cassazione aveva confermato. Con l'accusa  di aver ucciso Umberto Concilio, una guardia giurata, che faceva servizio in via Pietro Colletta, nella zona del vecchio tribunale di Napoli. Manuel Brunetti. Inoltre, contro Brunetti, c'erano le ricostruzioni di un collaboratore di giustizia, Vincenzo De Feo, a sua volta rapinatore "seriale", nipote di un boss del clan Contini, coinvolto nella morte di un'altra guardia giurata, Gaetano Montanino; e alcune intercettazioni ambientali.  



Il 26 ottobre, quattro detenuti:Manuel Brunetti, 18 anni, in attesa di giudizio per omicidio; Marcello Picardi, 19 anni, già condannato per omicidio e stava scontando la pena; Giuliano Landieri, 19 anni, stava scontando la pena per reati di droga, e Giovanni Favarolo, 20 anni, che stava scontando una pena per reati connessi alla legge sulla armi e che sarebbe uscito per fine pena tra tre mesi, il 29 dicembre, dopo una sommossa, in cui rimasero feriti tre agenti penitenziari,  riuscirono ad evadere. Tre dei quattro giovani evasi dal carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, il 26 ottobre, furono ripresi dagli agenti, coordinati dagli Ispettori Marotta e Pirozzi, o si sono consegnati. L'auto, rubata dopo al fuga dai 4, è stata infatti ritrovata alle porte di Napoli. In fuga, rimase solo Manuel Brunetti, 18 anni; ricercato internazionalmente, il pregiudicato campano, è considerato anche esponente di spicco di un gruppo criminale, attivo nel centro storico del capoluogo partenopeo. Ma poi, venne arrestato anche lui dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli coordinata dal primo dirigente Vittorio Pisani, in località Villaggio Coppola Pineta mare, in Viale delle Camelie; Nell'abitazione, dove l'evaso aveva trovato rifugio.
Domenico Salvatore


MNews.IT
www.mnews.it

Stadio Online, le notizie sportive

Giochi Gratis

Calabria 24Ore .IT

NewsOn24.IT

Viewing all articles
Browse latest Browse all 6567

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>