La democrazia sospesa, è diventato la solfa di quest’estate 2013. Un leit-motiv che dalla spiaggia al cocuzzolo della montagna, sta appassionando in una sorta di tormentone estivo, tutte le forze politiche e sociali. Una nenia travolgente, che potrebbe riservare sviluppi imprevedibili
QUELLA “LUNA RIBELLE”, CHE TRADISCE L’INSOFFERENZA DEL POPOLO “RIGGITANO” : LA LEGGE SULLO SCIOGLIMENTO DEI CONSIGLI COMUNALI PER INFILTRAZIONI MAFIOSE Ể OBSOLETA E FATISCENTE, VA MODIFICATA ED AGGIORNATA Domenico Salvatore
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Il decreto Taurianova è obsoleto. La legge sullo scioglimento dei Comuni, Province, Regioni, Usl, Asl, Asp Aziende Ospedaliere ecc. è fatiscente. Non risponde più ai requisiti della società in continua evoluzione. La tiritera va avanti da parecchio tempo. Il mormorio sta diventando rombo di tuono. Il paesone della sterminata Piana di Gioia Tauro, che un giorno portava il suo nome, tenterà ora a far nascere una nuova coscienza civica ed una nuova classe politica, completamente staccata dalla precedente. Di scardinare questo sistema di potere, di schiavitù, di povertà e di fame. Non gli mancano certamente le forze fresche e giovani. Ma non si può fare di tutte le erbe un fascio e gettare tutto alle ortiche; se non l’acqua sporca col bambino dentro. La squadra politica, non può essere smantellata o peggio azzerata. I trainer avveduti, rinnovano il parco giocatori con avvedutezza. I mustang che hanno fatto gavetta ed anticamera, se non le ossa e che scalpitano dentro il korral, in attesa di essere promossi in prima squadra, vanno bene. Gli under 18, di talento, vanno benissimo, ma bisogna cementare con l’Attak ed il silicone, anche i meno giovani che abbiano esperienza, competenza e professionalità da vendere.
Quella, non si compra al supermarket. La si acquisisce con gli anni. Non possono averla sicuramente i così detti “galletti di primo canto” . Ci sembra gratuito e destituito di ogni fondamento, prendersela con la magistratura, la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. La filiera formata da forze di polizia, Prefetto e Ministro degl’Interni e Presidente della Repubblica per la firma finale, funziona. Ciò che non va bene è lo spirito ed il contenuto della Legge. Il suo aggiornamento, modifica e spoliticizzazione non è più differibile o procrastinabile alle calende greche. Sic stanti bus rebus, ne andrà di mezzo la democrazia e la libertà. Non è solo e tanto la durata del commissariamento (mediamente due anni); la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che può arrivare anche a quattro e cinque commissari, se interverranno fattori imprevedibili come: decessi, trasferimenti, dimissioni, malattia, promozioni, impedimenti di altra natura eccetera; il lauto compenso o la rarefazione delle presenze dentro il municipio. Il rapporto tra cittadino ed eletti, stabilito prima, durante e dopo la campagna elettorale, costa fatica e dolore e non può essere rescisso su due piedi L’elettore, sul territorio ha bisogno di assistenza politica, spirituale, sociale, morale ed economica h 24. Una serata indimenticabile e di sapore storico per i personaggi presenti sul proscenio e naturalmente per ciò che è stato detto.
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A scaldare i motori sulla plancia o ponte di comando, il moderatore Nino Coco, ginecologo prestato alla politica, che indossava i talari e l’elmetto alato di Mercurio, tanta passione ed entusiasmo: “Non è un incontro per contestare una decisione del Governo. Ma quando un Comune viene commissariato, al di là dell’operato dei commissari, si rompe il rapporto tra cittadino ed eletti. Purtroppo, oggi tanti Comuni della nostra Provincia, sono in una fase di democrazia sospesa e questo di sicuro non fa bene alla comunità”. Per un saluto istituzionale, il consigliere regionale Candeloro Imbalzano:” Riteniamo che sia dannosa la scelta di fare per forza tabularasa sui territori, imponendo un commissariamento che rischia di mettere fine a quelle giovani forze politiche disponibile ad immolarsi nelle nostre realtà e noi non possiamo permetterci di creare un deserto generalizzato”. Poi è stata la volta del consigliere provinciale, Giuseppe Saletta, che sullo scioglimento “facile e comodo”, se non redditizio degli enti locali, non le manda a dire: “Una volta era considerato l’eccezione oggi è diventato una regola per abbattere una classe politica” . Missili terra-aria della classe Scud e Pershing, sono quelli dell’ex consigliere comunale del PRI, Paolo Ferrara, (omonimo ed omologo del “Giuliano” nazionale, inteso “mister Bretelle Rosse”) attivista del movimento “Liberi di continuare:”Nel 1991 è stato sciolto il Comune di Taurianova e tra i suoi consiglieri vi era proprio Angela Napoli; lei, che si batte contro la ‘ndrangheta. Pensateci bene, oggi si scioglie un Comune, affossando così una comunità, per un grado di parentela ma questo non è un reato”.
Tetragono come capitan Achab sul ponte del Pequod, in attesa di Moby Dick, il coordinatore Provinciale Oreste Romeo, ha scatenato la sua arringa, degna di Perry Mason:”Il nostro obiettivo è di realizzare una larga condivisione in vista dei miglioramenti di cui necessita una legge sin qui rivelatasi disallineata rispetto alla sua ratio ispiratrice. Questo territorio, non presenta una presunta affiliazione di contiguità al fenomeno criminale; fenomeno che si sta contrastando in maniera incisiva. E’ necessario, che il singolo cittadino, abbia un ruolo in vista dell’immediato progetto dell’area metropolitana. Dobbiamo avere la consapevolezza dei limiti dell’antipolitica; la politica, deve riscoprire il ruolo della parte pensante, degli intellettuali; e il gruppo Scopelliti, ha deciso di investire sulle intelligenze del nostro territorio. E’ arrivato il momento di rimodulare una legge, quella sullo scioglimento dei comuni per presunti condizionamenti criminali, che all’interruzione della volontà popolare, talvolta brutale, molto spesso indiscriminata, non fa seguire alcun effetto suscettibile di stimolare apprezzamento e condivisione presso il cittadino comune.
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A causa di questa normativa sono state sacrificate tantissime personalità, che non hanno alcun legame con il mondo criminale, come gli ex sindaci Demetrio Arena e Federico Curatola, che portano addosso, i segni di questa legge”. Dopo questo prologo dei “comuni mortali” sono entrati in scena gli abitanti dell’Olimpo. Immortalità pure per il professore Bruno Chinè, famosissimo assessore provinciale di qualche stagione fa; personaggio noto della Bovalino politica; esponente della buon’anima della “Balena Bianca”, alias lo Scudo Crociato. Chinè, ha messo all’indice la classe burocratica, investita per legge di compiti decisionali; protetta da uno scudo stellare e dal…Signore degli anelli. Meglio che ne” La Terra di Mezzo”; nella regione di Arda, l'universo immaginario fantasy, creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Mentre i poveri sindaci, assessori e consiglieri sono praticamente dei “babbani”. Non possiedono cioè la bacchetta di Sambuco; la bacchetta magica di Harry Potter. Finiscono inevitabilmente nelle grinfie di Voldemort, che può scagliare l’Avada Kedavra e dei Mangiamorte. Chinè si è scagliato contro il titolo V della Costituzione che ha messo la burocrazia fuori controllo:”Non ci può essere democrazia fuori controllo. Ai tempi dell’Impero Romano, il dittatore stava in carica sei mesi, non due anni.
Finiamola con i nuovi “Missi dominici”. Nel Sacro Romano Impero i missi dominici (sing. missus dominicus) erano funzionari che l'imperatore inviava come suoi rappresentanti nelle varie parti dell'impero. Erano sempre nominati in coppia, fonte Wikipedia, un ecclesiastico (vescovo o abate) e un laico (conte o duca) scelti di solito tra gli appartenenti alla corte imperiale (Palatium), e venivano inviati in una circoscrizione dell'impero (missiaticum) che dovevano visitare.In ogni località i missi dovevano tenere un'assemblea di tutti gli uomini liberi, nel corso della quale veniva solennemente giurata fedeltà all'imperatore, venivano pubblicati i capitolari e venivano raccolte le lamentele sull'operato dei funzionari imperiali.I missi, inoltre, presiedevano i processi per i fatti più gravi; nominavano gli scabini; svolgevano indagini sulla riscossione delle imposte, sulla moneta falsa, sulla manutenzione delle strade, sulla conservazione delle proprietà imperiali e sulla gestione delle chiese; vigilavano sui funzionari imperiali (tra i quali erano ancora compresi i conti e i duchi) e li potevano revocare; vigilavano sul clero e sull'osservanza dei precetti religiosi (anche da parte dei laici); raccoglievano le suppliche delle vedove e degli orfani; potevano emanare ordini a privati, funzionari pubblici e al clero (compresi i vescovi) la cui inosservanza, in virtù del banno regio, comportava l'applicazione di sanzioni pecuniarie. Il vate di Bova Marina, professore Pasquino Crupi, l’ultimo dei Mohicani della letteratura calabrese, ha precisato al preambolo (dichiarazione di principio), di non riscontrare difficoltà a partecipare ad un pubblico dibattito con la lista Scopelliti:” Sono di idee comuniste ma non c’è steccato.
Tutti i Governi, sono stati nemici del Mezzogiorno. Nessuno dei problemi afferenti alla Questione Meridionale contrabbandata per “Questione criminale”, sono stati risolti”. E cita i vari meridionalisti… Pasquale Villari, Gaetano Salvemini, don Luigi Sturzo, Benedetto Croce che conoscevano bene le problematiche del periodo postunitario connesse all'integrazione del Mezzogiorno d'Italia nel contesto politico, economico e culturale, originatosi nel nuovo Stato unitario. A partire dall’istruzione inadeguata caratterizzata dalla scarsa formazione civica degli insegnanti e dall'agricoltura arretrata. Crupi, lancia dalla sua rampa mobile semovente, un missile contro il professore Ernesto Galli della Loggia che, a suo dire, in occasione del sequestro di Cesare Casella, in mano all’anonima sequestri calabrese per circa due anni, propose al Governo, una legge speciale per la Locride; ed uno, contro la trilogia che presiede allo scioglimento (Maresciallo, Prefetto, Ministro degl’Interni). Ma Giustino Fortunato deputato, poi senatore del Regno d'Italia, non mancò di evidenziare, come l'Unità d'Italia, fosse stata la rovina economica del Mezzogiorno. Per Pasquino Crupi, ci sono delle responsabilità nel settore della stampa: ci sono giornalisti che pur di veder citato il loro nome sui giornali… Ed ancora: le opposizioni, all’interno dei consigli comunali, non compiono il loro dovere come la legge e la morale richiedono.
Quindi è andato all’ambone il…possente Zeus, padre di tutti gli dèi, da tutta la corte riconosciuto come un leader di caratura nazionale. Prima di entrare in argomento, dalla batteria di Giuseppe Scopelliti, sono partiti in rapida sequenza…” botti, mortaretti, petardi, castagnole, nacchere, sandokhan, bombe di maradona, ordigni e granate”, contro i giornalisti, che manipolano l’informazione. Scopelliti, sotto le telecamere mobili, ha parlato di cinque o sei giornalisti, che manipolerebbero l’informazione calabrese e reggina. A suo dire, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, avrebbe indagato sui “pupi”. Ci sono anche i “pupari”? L’inchiesta sarebbe nelle mani della Procura di Catanzaro …Pietro Aiello, deve apprendere “dagli on line”, di essere indagato? Ma Scopelliti, ovviamente, non fa i nomi dei giornali, né dei giornalisti. Sebbene, più volte li abbia citati, durante la campagna elettorale e nei convegni, tavole rotonde e meeting. Ma non può gridare allo scandalo. Da che mondo è mondo, i potenti, non hanno avuto mai un ottimo rapporto con la comunicazione.
Altro discorso è la malafede, l’imbroglio, la corruzione, l’ignoranza, la disinformazione, l’inquinamento delle notizie e via di sèguito. L’onda dei ricordi lo incalza. Rammenta le battaglie in città, a Catanzaro e soprattutto la candidatura al consiglio comunale di Platì. Il Governatore se la prende con la burocrazia, che dovrebbe servire il popolo e la collettività. In un altro “passaggio” cita il gravissimo fatto di sangue avvenuto lunedi' 16 novembre 1998 alle ore 19,30 c contro il dottor Carlo Colella, stimato medico specialista della citta', dirigente nazionale dello SDI, persona di grande pulizia morale; uno sconosciuto a viso scoperto all'uscita dal proprio studio medico "gambizzò " il professionista, con tre colpi di pistola sparati a bruciapelo e con cinica freddezza in presenza della moglie. Cita il defunto senatore Ciccio Franco, a cui è intitolata l’Arena sul Lungomare.”Soleva ripetere che…”Il peggior sindaco è migliore del miglio commissario”. La spada di Damocle dello scioglimento dei consigli comunali non fa dormire sonni tranquilli a sindaci, assessori e consiglieri che appaiono inquieti e terrorizzati. C’è gente che cammina con il certificato penale in tasca”.
Il presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bonvino, non “vede” di buon occhio la parolina “contiguità”, che fa capolino nei momenti topici ed ha stigmatizzato il comportamento repressorio dello Stato, già a partire dalla Legge Pica. Il professore Alberto Panuccio presidente dell’Ordine degli Avvocati, che ha tirato fuori tutta una serie di elementi, dati e numeri di natura giuridica…” Il Consiglio di Stato (sezione terza) con la sentenza n.00126/2013 ha deciso che il consiglio comunale di Bordighera non andava sciolto per infiltrazioni mafiose; i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso, presentato dall’ ex Sindaco Giovanni Bosio e dalla sua ex maggioranza consiliare, contro la sentenza di primo grado del Tar Lazio che aveva confermato i rilievi del Ministero dell’Interno circa la sussistenza dei presupposti per procedere allo scioglimento delle ente locale ex art. 143 d.lgs. 267/2000….Molto seguito l’intervento lucido efficiente ed efficace del senatore Renato Meduri, che ha rivisitato il modo di fare politica negli Anni Settanta, Ottanta e Novanta. Quei simpatici scontri con i comunisti Biagio Canale e Ciccio Simonetti. Meduri, ricorda che anche negli Anni Settanta fu sospesa la democrazia. Il segretario nazionale del MSI, Giorgio Almirante, ha potuto parlare, ma solamente a Villa San Giovanni. I processi vennero spostati a Potenza e Salerno.
Calvario fisico, spirituale e morale; inferno dantesco per i poveri reggini. Di ‘rischio democrazia’ ha parlato il senatore Giovanni Bilardi:”I cittadini, impauriti e sfiduciati, preferiscono gli “arresti domiciliari. La cosa più difficile oggi è fare il sindaco, l’assessore, il consigliere. Faccio appello al Governatore, uno dei pochi politici di caratura nazionale, affinchè, porti avanti le istanze degli amministratori e degli elettori, nelle sedi competenti. La Legge sullo scioglimento dei Consigli Comunali, va modificata ed aggiornata”. Si è parlato nelle more del trasferimento, al Ministero degl’Interni, del dottor Vincenzo Panico. Promoveatur ut amoveatur, oppure viene riconosciuta la professionalità, competenza ed esperienza dell’alto funzionario della Prefettura? In sala, si è visto pure l’ex sindaco, Demetrio Arena e tanti sindaci, che aspettavano di capire gli orientamenti ed il trend. Fare il sindaco non è gratificante, facile, appagante e nemmeno comodo. Forse, neppure bello. Domenico Salvatore
Il Ferrara pensiero…per organizzare l’evento di San Luca lo scorso 2 giugno, ricordo le continue chiamate dalla Questura di Reggio Calabria per monitorare i nostri movimenti, ma di certo non potrò mai scordare le espressioni di gaudio ed i ringraziamenti della popolazione per quello che stavamo facendo per loro. L’evento, definito “antistato”, ha fatto così scalpore al punto da conquistare le prime pagine dei giornali locali e destare il grande interesse di quelli nazionali. In quell’occasione la politica era assente, in qualche caso anche con giustificazioni quasi scolaresche. Nessun politico ha voluto metterci la faccia, provando almeno a difendere la “dignità” di quella popolazione “vittima di antidemocrazia”. L’unico “highlander” è stato l’amico consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri che, sensibile alla tematica, non solo si è esposto, ma ha compartecipato sin da subito alla realizzazione dell’evento. Da allora di strada ne abbiamo fatta, da Gioia Tauro a Roccaforte, da Lamberti a Dal Torrione, sino ad arrivare alla fatidica data del 9 luglio quando, alle ore 10:30 insieme ad una delegazione capitanata dal sottoscritto, si è varcato il portone del Palazzo del Governo, incontrando direttamente Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli.
L’incontro è stato molto costruttivo ed ha evidenziando la disponibilità e le grandi doti umane della massima carica del governo territoriale. Dopo circa 3 ore di task-force in perfetta sintonia si convenuto sulle medesime conclusioni: “la legge che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose dovrà essere rivista, ma a cambiarla ci dovrà pensare chi ha il potere legislativo”.Prima di giungere alla modifica legislativa, noi col movimento, per contribuire alla rivisitazione della normativa, stiamo continuando a portare avanti le nostre iniziative, necessarie a conoscere e studiare le realtà “attenzionate” da decreti di scioglimento, con l’obiettivo di redigere, caso per caso, un “dossier” necessario ad evidenziare le criticità della legge in vigore. Soltanto dopo aver raccolto le esperienze di chi ha “subito” questa legge, sarà possibile evidenziarne realmente le limitazioni e, solo allora, dovrà con forza intervenire il potere legislativo assumendosi le responsabilità di concretizzare le azioni necessarie a ridare pari dignità a tutte quelle realtà vittime di democrazia interrotta.Ferrara conclude: aderiamo con grande entusiasmo a questa iniziativa fortemente voluta dall’amico Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista Scopelliti Presidente, sensibile sin da subito a questa calda tematica, con l’unico obiettivo di trasmettere a tecnici e legislatori presenti, concrete testimonianze finora raccolte dal movimento durante il suo tour, che evidenziando di già alcune prime incongruenze sulle limitazioni dell’attuale legge. Azzeccatissima anche la location “Luna Ribelle”: ribelliamoci mettendo in discussione la normativa che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, il cosiddetto decreto “Taurianova” n.164/91 ritenendone necessaria una revisione, viste soprattutto le notevoli e “attuali” limitazioni riguardanti la pluralità di scioglimenti “subiti” da uno stesso ente. Ribelliamoci insieme per ridare serenità agli amministratori attuali e futuri e, soprattutto, ribelliamoci insieme per essere “Liberi di Ricominciare
Domenico Salvatore