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Magnitudo(Ml) 4 - ITALIA - Evento in mare |
Un terremoto di magnitudo(Ml) 4 è avvenuto alle ore 05:20:38 italiane del giorno 23/Dic/2013 (04:20:38 23/Dic/2013 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Stretto_di_Messina. I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo. |
Dati evento | |
Event-ID | 7231295400 |
Magnitudo(Ml) | 4 |
Data-Ora | 23/12/2013 alle 05:20:38 (italiane) 23/12/2013 alle 04:20:38 (UTC) |
Coordinate | 38.186°N, 15.568°E |
Profondità | 7.3 km |
Distretto sismico | Stretto_di_Messina |
Comuni entro i 10Km CAMPO CALABRO (RC) VILLA SAN GIOVANNI (RC) MESSINA (ME) | Comuni tra 10 e 20km CALANNA (RC) FIUMARA (RC) LAGANADI (RC) REGGIO DI CALABRIA (RC) SAN ROBERTO (RC) SANT'ALESSIO IN ASPROMONTE (RC) SCILLA (RC) ITALA (ME) MONFORTE SAN GIORGIO (ME) ROCCAVALDINA (ME) ROMETTA (ME) SAPONARA (ME) SCALETTA ZANCLEA (ME) SPADAFORA (ME) VALDINA (ME) VENETICO (ME) VILLAFRANCA TIRRENA (ME) |
Maggiori informazioni sismiche | |
Mappe | |||
![]() | Il terremoto è stato localizzato con i dati delle stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV (quadrati). La localizzazione epicentrale riportata nella figura e' quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell'INGV e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l'evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete INGV vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nelBollettino della sismicita' italiana. | ||
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Le tre carte mostrano l’attività sismica della regione in tre diversi intervalli temporali. Sinistra: Dall'anno 0 all'anno 2002 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004 CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004): sono rappresentati con i quadrati gialli gli epicentri dei terremoti di Magnitudo Momento pari o superiore a 6; accanto al simbolo l'anno in cui e' avvenuto il terremoto. Centro: La sismicita' localizzata dalla Rete Sismica Nazionale dal 1/1/2003 al 31/12/2008 (Mag>=2.5); la grandezza dei simboli è proporzionale alla magnitudo del terremoto: i colori indicano differenti profondita' degli ipocentri. Destra: La sismicita' rilevata dalla Rete Sismica Nazionale negli ultimi 90 giorni; i dati riportati in questa mappa provengono dalle analisi effettuate nella Sala Sismica dell'INGV subito dopo ogni terremoto e possono quindi contenere piccoli errori. I dati rivisti sono pubblicati con cadenza quindicinale sulle pagine del Bollettino sismico. | |||
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Sinistra: Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005). Destra: Zone sismiche del territorio italiano (2003) - Le zone riportate sono quelle allegate all'Ordinanza PCM 3275 del 20/03/2003. Le variazioni introdotte dalle Regioni sulla base della suddetta Ordinanza e di quanto previsto dall'OPCM 3519/2006, devono essere verificate presso i rispettivi Uffici Regionali. La zona 1 (in rosso) prevede il massimo livello di protezione, la zona 4 il minimo. | |||
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Le tre mappe mostrano i risultati dell'elaborazione denominata ShakeMap per la stima dei parametri di scuotimento del suolo sulla base di dati osservati e delle successive interpolazioni che fanno uso sia di conoscenze sismologiche che di ingegneria sismica. Sinistra: Mappa delle intensita' strumentali. La scala utilizzata e' simile (ma non identica) a quella Mercalli e si basa sui valori registrati di effettivo scuotimento del suolo in termini di picchi di accelerazione e velocita' del suolo. In contrapposizione, la scala delle intensita' Mercalli (e le sue derivate) si basa sugli effetti osservabili che lo scuotimento induce e che viene riportata da un osservatore. Centro: Mappa delle accelerazioni di picco registrate ed espresse in percentuale della accelerazione di gravita' (%g). Destra: Mappa delle velocita' di picco registrate ed espresse in cm/s. |
La marijuana a uso ricreativo sarà legale in Colorado il 1° gennaio. I negozi che hanno presentato la richiesta di autorizzazione per la vendita sono più di cento ma solo 12 punti vendita a Denver riusciranno ad aprire i battenti. L'entrata in vigore della liberalizzazione della marijuana a uso ricreativo è molto attesa e sono previste lunghe code, già dalla notte precedente, per poter acquistarla legalmente con eventuali problemi di sicurezza. La marijuana potrà essere acquistata solo in contanti. Una delle ultime misure approvate è quella che prevede l'abolizione del divieto per gli adulti di fumare nelle proprie verande, che era stato introdotto in novembre per far fronte ai timori legati al fumare in bella vista in pubblico.
Ogni famiglia potrà coltivare sono 12 piante. Gli elettori del Colorado hanno approvato la legalizzazione della marijuana nel novembre 2012 e negli ultimi sei mesi le autorità hanno cercato di definire le norme per il consumo e la pubblicità.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", dopo l'Uruguay un altro stato seppur non nazionale, si unisce nella strategia dell'antiproibizionismo che sembra essere diventato il nuovo strumento per la lotta alla criminalità e per favorire nuovi introiti per le casse pubbliche data anche la pletora di consumatori in ogni dove a livello mondiale di questo tipo di droghe " leggere ".
Gemellaggio dell' IC "Falcomatà Archi" con la scuola femminile di "Nostra Signora degli Angeli" di Mulot in Kenya all'insegna della solidarietà e dei saperi. Reggio Calabria, 23 dicembre 2013.
Un gemellaggio all'insegna della solidarietà e dei saperi, è stato siglato a Reggio Calabria tra l'Istituto comprensivo "Falcomatà – Archi" e la "Secondary school Our Lady of Angels - Scuola di Nostra Signora degli Angeli" di Marinwk nel Villaggio Mulot del Kenya, centro di istruzione femminile istituito nel 1985 dalla congregazione delle Suore Missionarie del Catechismo.
La collaborazione tra le due scuole avverrà lungo due direttrici: la prima tipicamente educativa, è finalizzata allo scambio formativo tra gli alunni e i docenti delle due scuole, poiché nell'intesa è previsto un collegamento mensile, in teleconferenza via satellite e via web. Secondo aspetto, sarà quello di creare in seno alla scuola reggina un centro per la raccolta di materiale didattico (matite, penne, libri, eccetera) e di fondi per sostenere economicamente le iniziative solidaristiche della missione religiosa nello stato dell'Africa dell'Est. "Raccogliere questi fondi vuol dire dare a queste ragazze africane la possibilità di studiare perché lo studio è strumento di riscatto sociale", ha dichiarato la Superiora Generale Madre Bernardina Perez, presente sabato scorso nel plesso di Santa Caterina, durante la simpatica cerimonia di scambio degli auguri natalizi tra il corpo docente e gli alunni e i loro genitori.
Piena soddisfazione è stata espressa dalla dirigente della scuola reggina, dottoressa Serafina Corrado, convinta "dell'importanza educativa che assume il gemellaggio per i nostri alunni, volto a rafforzare in loro con gesti concreti, i valori della fratellanza tra i popoli, senza differenza di colore della pelle e di religione, della difesa della libertà di pensiero e di espressione, della salvaguardia del diritto all'istruzione scolastica. Impegno formativo e di crescita sociale – ha concluso la dirigente -, che coinvolge anche la componente dei genitori". Il progetto educativo è stato promosso dalle docenti Rory Modafferi e Lorella Emo, ed è stato condiviso dalla Congregazione missionaria che alla cerimonia reggina si è fatta rappresentare dalla Superiora Generale madre Perez, e da suor Fatima, e dal legale rappresentante avvocato Antonio Circosta che ha esposto i progressi che sta registrando una delle iniziative condotte in Kenya grazie al sostegno delle libere donazioni. Si tratta del "Trinity Mission", un ospedale sostenuto dal "Pontificio Consiglio Cor Unum" per offrire alle popolazioni povere del Kenya un'assistenza dignitosa, che nell'ottobre scorso ha inaugurato un primo padiglione con 50 posti letti, dove vengono erogati servizi di ginecologia e pediatria.
Significativo è il fatto che la Congregazione molto attiva in Kenya, ma anche in Madagascar, in Israele, nelle Filippine, in Argentina, nel Messico, nello Stato Usa di New York, e in diversi centri d'Italia (Roma, Milano, Como, e in diversi centri calabresi), è stata fondata 75 anni fa nel piccolo centro di Anoia Superiore in provincia di Reggio da un illuminato sacerdote di Gerocarne, padre Vincenzo Idà.
Ordinato sacerdote nel 1935 e parroco nel 1937, due anni dopo, padre Idà ha avviato un piccolo nucleo di giovani donne di Anoia, dodici ragazze col nome di "Ostie Viventi" consacrate alla vita eucaristica e all'apostolato catechistico che negli anni hanno visto crescere la famiglia religiosa in maniera imponente, tanto da contare oggi numerosi centri missionari.
Ed in Kenya, a Mulot, proveniente dalla missione che ha sede nella provincia contadina del Messico meridionale di Oaxaca, dal 1985 opera una suora che sta incidendo profondamente nel cambio di mentalità fra le ragazze africane e nelle loro famiglie.
Si chiama suor Maria de Los Angeles Vasquez, e ha rivoluzionato la vita delle tribù locali riuscendo a evitare a centinaia ragazze il rito della circoncisione femminile, sostituendolo con il rito cattolico della Cresima. Il primo ritiro fatto da un gruppo di ragazze keniote, due settimane di preparazione alla Cresima, porta la data del 16 dicembre del 1995. Da allora la cerimonia si svolge ogni primo gennaio.. "In questo gennaio – dice madre Bernandina Perez – festeggeremo i primi 75 anni di fondazione della nostra Congregazione, con una significativa cerimonia che riceverà una particolare attenzione anche da parte del Governo centrale del Kenya verso questo tipo di sperimentazione che vuole contrastare un fenomeno ancora diffuso, e contro cui sono sempre molte di più le ragazze e le famiglie che si rifiutano di sottostare preferendo la Cresima".
p. Dirigente Scolastico
Dott.ssa Serafina Corrado
E' STATO RICORDATO QUESTA MATTINA A ROMA IL GENERALE DEI CARABINIERI ENRICO GALVALIGI, UCCISO LA SERA DEL 31 DICEMBRE DEL 1980 DA UN COMMANDO DI TERRORISTI.
IN OCCASIONE DEL 33° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE, E' STATA DEPOSTA UNA CORONA NEL QUARTIERE ARDEATINO NELLA PIAZZA A LUI INTITOLATA.
ROMA - Si è svolta questa mattina una cerimonia commemorativa in occasione del 33° anniversario della morte del Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, nella piazza a lui intitolata, nel quartiere Ardeatino a Roma. Dopo gli onori militari resi dalla Guardia d'Onore, il Colonnello Salvatore Luongo, Comandante Provinciale di Roma ha deposto, a nome dell'Arma dei Carabinieri, una corona di alloro alla lapide che ricorda l'evento. Presenti il figlio del Generale Galvaligi, Paolo, Colonnello dei Carabinieri, e il Questore di Roma, Dott. Fulvio Della Rocca. Don Gabriele Castelli, cappellano militare della Legione Carabinieri "Lazio", ha poi imposto la benedizione seguita dalla preghiera del Carabiniere.
Nato a Solbiate Arno (Varese), l'11 ottobre del 1920, il Generale Enrico Galvaligi fu ucciso la sera del 31 dicembre del 1980 da un commando di terroristi. Galvaligi all'epoca era vice direttore dell'Ufficio per il coordinamento dei servizi di sicurezza nelle carceri e fu stretto collaboratore del Generale Dalla Chiesa prima e del Generale Risi, successivamente. La sera del 31 dicembre mentre stava rientrando con la moglie dalla Messa in parrocchia vicino casa, avvicinandolo con la scusa della consegna di un pacco, due terroristi gli esplosero contro cinque colpi d'arma da fuoco. Il generale Galvaligi è stato insignito di Medaglia d'Oro al Valor Civile, alla memoria, con la seguente motivazione:
"Addetto all'Ufficio di Coordinamento dei servizi di sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro l'intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo in difesa delle istituzioni e nell'interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d'arma da fuoco esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività".
un profeta nel mondo occidentale che vive il simbolo e il sacro
di Micol Bruni
Gioacchino da Fiore è una presenza costante nella storia della cristianità. Utopia, eresia, viaggio nella religiosità. Un viaggio profetico che ha tante avventure da raccontare. Ma Gioacchino è un modello che caratterizza tutti i processi culturali che ha poi l'identità cristiana e di fede in tutti i secoli successivi in una dimensione in cui ricerca della fede significa anche ricerca di una centralità dei valori della profezia.
Ernesto Buonaiuti in un suo saggio dedicato al De articulis fidei di Gioacchino daFiore ha sottolineato: "E se i pontefici romani si sbarazzarono del gravoso onere della potestà politica e ne delegarono il mandato agli imperatori, lo fecero unicamente per non mescolare la milizia di Dio alla burocrazia temporale. Ma il gesto di Costantino, innalzante il pontificato dalla condizione di soggetto e di minorato a dignità di potenza e di comando, fu, oltre tutto, un meraviglioso gesto simbolico, prefigurante il momento in cui, alla fine del mondo, il Signore Gesù avrebbe trionfalmente e definitivamente sottoposte tutte le nemiche autorità della terra, ai propri piedi".
In un quadro in cui le tragedie dominano lo scenario si ha bisogno di ritrovare l'identità del sacro. L'uomo deve superare le burocrazie temporali e i popoli non hanno soltanto la necessità di affidarsi alla democrazia o alle democrazie ma devono recuperare la solidarietà dell'unione che significa legittimare un futuro grazie ad una eredità che non può che leggersi nel testo messianico della rivelazione.
Viviamo un passaggio epocale che viene ad essere contrassegnato da un rapporto tra il contemporaneo e il moderno. In questo rapporto si inseriscono le tracce tematiche che hanno caratterizzato il tempo delle civiltà e lo hanno innescato nelle evoluzioni delle culture. Il contemporaneo e il moderno ormai fanno parte della nostra esistenza del presente e nel presente. Si riscoprono i luoghi e i personaggi si rileggono nella loro storica fisionomia.
L'intellettuale è un giocoliere che sa stare al gioco e i filosofi esteti ridisegnano il cerchio mentre i teologi discutono sull'avventura di Dio e i religiosi pongono la questione della riappropriazione del mistero. In questo nostro tempo c'è una leggerezza delle idee che va di pari passo con il pensiero debole. Il moderno e il contemporaneo si servono di questi modelli che sono i testimoni della stagione delle ideologie.
Siamo attratti dal crepuscolo delle ideologie perché veniamo attraversati costantemente dalla debolezza o dalla necessità del contemporaneo. Il senso religioso è senza ideologia perché è nel di dentro dei segreti che il mistero si rivela. Rivelandosi ci permette di scoprire o riscoprire il valore della vita, i sentieri che si intrecciano nelle culture, i significati del sacro.
Un interlocutore che ritorna a dialogare tra il moderno e il contemporaneo, pur essendo antico, è Gioacchino da Fiore. Perché, ci si chiederà, riproporre Gioacchino da Fiore in un clima di confusioni radicali e di post – determinismo ideologico? Questo tempo che consuma tutto come potrà dialogare con l'abate cistercense che
visse tra il 1135 e il 1202?
Nella cultura occidentale l'abate calabrese resta una figura centrale. Ed è tale sia per gli scritti che ha lasciato sia per i suoi comportamenti che sono sempre oscillati
tra l'eretico e l'utopico. E' certamente uno dei filosofi che ha fatto da apri pista per le problematiche che ha messo in moto una temperie di conflitti e di contraddizioni etiche, morali ed esistenziali.
Importante resta il testo di Gioacchino da Fiore dal titolo Agli Ebrei (Rubettino). Ovvero: Adversus Judaeos . E' curato da Massimo Iiritano con presentazione di Bruno Forte. Un testo interessante che viene tradotto per la prima volta in italiano. Si pone un fattore culturale ma anche religioso. La cultura e la fede non sono due percorsi paralleli ma si intrecciano e si dichiarano in un unico obiettivo che è quello del superamento di ogni modernismo.
Il tempo della ciclicità è in Gioacchino da Fiore una motivazione storica e culturale che ha dei presupposti profondamente religiosi. Le sue tre grandi età sono una manifestazione che caratterizzerà tutto lo svolgersi della filosofia vichiana e i relativi orientamenti della critica sul mito, sul tempo della memoria, sulla rivelazione mistica.
Gioacchino da Fiore nel Liber concordiae Novi ac Veteris Testamenti offre la meditazione sulla ciclicità. Le età sono gli "stati del mondo". E' proprio in questo libro che l'abate dichiara: "Il primo è quello in cui siamo vissuti sotto la legge; il secondo è quello in cui viviamo sotto la grazia; il terzo, il cui avvento è prossimo, è quello in cui vivremo in uno stato di grazia più perfetta".
E l'analisi continua su una triplice valenza. E si ha: scienza, sapienza, intelletto. Così di seguito sino ad arrivare agli ultimi stati che ci danno questo quadro: "Il primo riguarda il periodo di settuagesima, il secondo quello della quaresima, il terzo le feste pasquali. Il primo stato appartiene dunque al Padre, che è autore di tutte le cose; il secondo al Figlio, che si è degnato di condividere il nostro fango; il terzo allo Spirito Santo, di cui dice l'Apostolo: 'Dove c'è lo Spirito del Signore, ivi è la libertà'".
Infatti le tre età sono riassumibili in questa sfera: l'età del Padre, l'età del Figlio, l'età finale dello Spirito. Nel corpus di questo viaggio c'è l'intelligenza spirituale la cui figura dell'angelo assurge a simbolo. Anche qui si dimostrano e si manifestano gli intrecci ciclici. Nell'Expositio in Apocalypsym si legge: "Nella terra, che è l'elemento inferiore, si designa la lettera dell'Antico Testamento, nel mare la lettera del Nuovo Testamento, nell'iride, che compare in mezzo alle nuvole del cielo, il significato spirituale, che scaturisce dall'uno e dall'altro".
La terra e il mare sono non solo elementi partecipativi nella ciclicità del confronto tra tempo e civiltà. Sono portatori di identità e di appartenenza. E proprio per questo Gioacchino da Fiore costituisce il "proposito" di un radicamento che trova nell'Antico e nel Nuovo Testamento la Redenzione che ci farà approdare ad nuova Era. La religiosità senza il mistero non avrebbe senso.
Ma lo stesso viaggio messianico si legge nelle metafore della terra e del mare. Ovvero dell'acqua e del deserto. Sono questi i due principi fondanti che ci conducono verso una rivelazione che non può essere soltanto storia ma soprattutto fede. Lo svolgersi di questa attesa messianica ci avvicina non alla realtà storica ma alla memoria che è lo svolgersi di una rivoluzione cristiana. In questa dimensione di fede il dibattito tra modernità e contemporaneismo è una chiave di lettura fondamentale per afferrare l'importanza del cristianesimo nell'età attuale e diventa necessaria alla luce dell'offerta problematica che ne fa Gioacchino da Fiore. Una chiave di lettura che deriva da due riferimenti centrali. Il simbolo e il sacro.
Ha scritto giustamente Ernesto Buonaiuti: "Impazientemente proteso verso la veniente libertà dello spirito, Gioacchino intende così il mondo delle realtà trascendentali, come il passato rivelato e storico, quali immense e dense parabole, di cui occorre cogliere i significati riposti e i valori tipici. Tutto, nella parola di Dio affidata alla Scrittura… deve essere inteso come una tessitura prodigiosa di simboli e di sacramenti, la cui realtà non velata sarà posseduta unicamente nel nuovo regno Spirito, mentre finora è rimasta oscura e indecifrata".
I simboli e le metafore circondano tutta l'opera dell'abate calabrese. Alla incombente visione di attualizzare il moderno, nel suo contesto storico e nella nostra realtà epocale, si contrappone la visione del "sempre" attraverso il messaggio della evangelizzazione che Gioacchino propone costantemente anche alla luce dei continui sdradicamenti che hanno attanagliato tutte le civiltà e tutte le età. Ci sarebbe bisogno di ridare voce al pensiero metafisico della contemplazione per riconquistare il senso che manca a questo tempo di perdute memorie e di facili euforie.
La profezia non è un miraggio. E' la metafora che si racconta nella nostalgia del futuro. Pietro De Leo in Gioacchino da Fiore Aspetti inediti della vita e delle opere ha sottolineato: "Modello o no, Gioacchino fu l'abate asceta di un ordine profetico, proiettato nei tempi escatologici, più che in quest'età che li precede. Gioacchino abate appare per questo un precursore, anche se per molti aspetti la sua vita e il suo messaggio costituiscono ancora oggi un problema".
Forse fu un eretico. Ma di una eresia di cui questo nostro tempo ha perso il valore. Le sue utopie sono state sconfitte dalla burocrazia del potere. Come avvenne per Dante, di cui il legame con l'abate è una testimonianza spirituale ed etica, l'eresia e l'utopia rappresentarono un modello di vita. Ma sia Dante che Gioacchino oggi non sono moderni o contemporanei o attuali. Sono i profeti che hanno disegnato le immagini nelle quali ci perdiamo. Sono la nostra essenza nell'assenza di valori condivisi.