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"La bellezza ci salverà". Incontro sulla bellezza di Reggio Calabria

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Dostoevskij nel suo celebre romanzo L’idiota, scriveva “la bellezza salverà il mondo”, questo concetto viene espresso più volte dal principe Miskin protagonista del romanzo che non pronuncia mai questa frase direttamente, ma ogni volta gli interlocutori la riferiscono per sentito dire: “è vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?”
Per chi non avesse letto il romanzo, il protagonista è un principe che appare sin da subito buono, troppo buono, un salvatore, e quindi la bellezza viene associata al bene, ancora oggi spesso accade così, di conseguenza se bellezza è uguale al bene, il brutto è uguale al male. Ma sarà vero che la bellezza possa salvare il mondo?
Si augurano di sì e sono convinti che ciò possa accadere, i ragazzi dell’associazione culturale “Start Out”, che ieri pomeriggio presso la Sala Conferenza del palazzo della Provincia di Reggio Calabria, hanno organizzato una conferenza-dibattito dal titolo “La bellezza ci salverà. Oltre il degrado per una Reggio bella e possibile”. «La bellezza ci salverà è un’affermazione», come ha spiegato Franco Arcidiaco «io avrei messo un punto interrogativo, ma i giovani non hanno voluto, perché sono convinti sia così, quindi vuole essere un segno di speranza» ed ha poi aggiunto «ho avuto più volte l’opportunità di andar via, ma non sono mai riuscito a staccarmi definitivamente da questa terra che è la mia terra». Arcidiaco ha anche citato una dichiarazione dell’attuale Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia che per molti anni ha militato a Reggio ottenendo numerosi risultati contro la criminalità organizzata reggina, Roberto Pennisi che parlando di Reggio disse: “Sino a quando questa città avrà l’aspetto esteriore di un centro abitato appena sottoposto a bombardamento, e non si capirà che ciò è stato voluto ed è voluto dalla ‘ndrangheta proprio perché anche guardandosi intorno il cittadino non avesse la sensazione di essere tale, né sentisse alcuno stimolo per diventarlo, ancora una volta dovremo ripetere di aver fallito”. Oggi per fortuna ci sono molti giovani che amano la loro terra e che non voglio andarsene, ma vogliono cambiarla. 
Il tema del dibattito appare mai attuale come adesso dato il degrado in cui versa la nostra città: non solo a causa dei cumuli di spazzatura che troviamo per le strade, ma anche e soprattutto per le numerose abitazioni non finite e per le opere pubbliche non compiute e lasciate al degrado. 
Numeroso il pubblico presente che ha ascoltato con partecipazione i numerosi interventi. A coordinare i lavori, Franco Arcidiaco, editore della Città del Sole edizioni e Gaetano Giandoriggio, segretario dell’associazione “Start Out”. 
Ad aprire l’incontro un video tratto dal film “I cento passi”: «non ci vuole niente a distruggere la bellezza, bisogna aiutare la gente a riconoscerla, a difenderla» dice Peppino Impastato. Ed è vero: i reggini non si rendono conto della bellezza della loro città, perché danno per scontato il panorama che hanno sullo Stretto di Messina, ma nulla deve essere dato per scontato, soprattutto nella nostra città dove tutti sono pronti a distruggere anziché costruire. 
Ad intervenire il professore del dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Daniele Colistra, il quale ha dichiarato «il terremoto del 1908 ha distrutto la città, nei cento anni che si sono susseguiti non sono stati apportati miglioramenti, anzi viviamo ancora come se fosse un continuo terremoto». 
A parlare anche la professoressa Francesca Saffioti, che insegna filosofia e storia al liceo di Locri e che presso Architettura dell’Università Mediterranea, insegna Estetica, la quale ha dichiarato «la salvezza è legata etimologicamente all’incontrarsi, è una potenzialità e le città che si affacciano sul Mediterraneo rispecchiano l’intreccio dell’incontro tra spazio privato e spazio pubblico» ed ha poi proseguito «mitologicamente la bellezza è figlia della povertà, è necessario ritrovare la bellezza laddove è residuale, la nostra città è piena di ricchezze, la bellezza è anche comportamento etico che implica la condivisione con gli altri, non è un canone è una relazione». 
Marcello Sestito professore di Composizione architettonica presso il Dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea, ha affermato che «sì la bellezza ci salverà. Ma chi salverà il bello? Chi produce il bello».
L’artista reggino Umberto Lo Presti, che ha tenuto una mostra in questi giorni presso il Palazzo della Provincia, ha fatto presente che anche se ci sono numerosi mostri architettonici, si possono utilizzare diversamente, rendere belli «Messina, è stata oggetto di ricostruzione dal degrado, attraverso la street art». La street art, arte di strada o arte urbana, è arte che si manifesta in luoghi pubblici con le tecniche più disparate, sembra un buon modo per abbellire le nostre città. 
Si è parlato anche delle recenti dichiarazioni di Gian Antonio Stella al Festival di Sanremo «ha ragione Monsignor Giancarlo Bregantini che è stato vescovo di Locri a lungo che dice che un ragazzo che cresce in un posto brutto è più facile che cresca brutto, le mafie hanno bisogno del brutto, del degrado, dell’immondizia, perché se tu vivi in un posto che già è un orrore dal punto di vista paesaggistico senti meno l’orrore del degrado anche morale, etico, il degrado estetico deve essere accompagnato, riscattarlo vuol dire riscattare tutte e due le cose». Diverse le opinioni da parte dei presenti, ma c’è da dire che il problema principale dei reggini è che quando qualcuno tocca la nostra terra, ci arrabbiamo, ma noi possiamo criticarla, possiamo parlare male, possiamo distruggerla.
Presente anche Tonino Perna, attuale assessore alla cultura di Messina, originario di Reggio Calabria, professore di Sociologia economica presso l’Università di Messina e di Istituzioni di economia presso Architettura dell’Università Mediterranea, che Arcidiaco ha definito «specialista in missioni impossibili». Perna ha dichiarato «noi abbiamo fatto di tutto per distruggere i nostri luoghi, Reggio è l’unica città dove vi è questo senso del non finito, ma bisogna capire che si può migliorare un posto. Si può ripartire con un piano di riqualificazione anche dove vi è degrado».
I giovani ci credono, per questo motivo forse sarebbe necessario che i cittadini reggini, iniziassero ad essere più sensibili, a non abbandonarsi al degrado, ma ad agire, magari iniziando a finire le abitazioni non finite, a non gettare le carte per terra, a raccogliere gli escrementi dei propri cani, forse c’è bisogno di sensibilizzare la cittadinanza al culto della bellezza. È vero che la politica per certi versi è assente, ma laddove non arriva la politica, il cittadino può arrivarci da solo, la nostra città ha molte potenzialità, ma sembra che il cittadino reggino, faccia di tutto per oscurarle.


Valentina Raffa


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