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Cosa è il senso di colpa nella coscienza dell'uomo contemporaneo... di Micol Bruni

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Cosa è il senso di colpa nella coscienza dell'uomo contemporaneo...
DI MICOL BRUNI


Ci sono generazioni che hanno convissuto con il mito della "giovinezza" e con il senso di morte. Generazioni che hanno attraversato il Novecento. Un secolo che non è di mezzo. Ma un secolo ultimo di un'epoca il cui futuro si è frammentato avvolgendo e sgomitolando il resto di vite  e di esistenze danzanti sulla corda di un circo immaginario qual è la storia fatta con il pensiero soltanto e non con il fatto. Tra il sentiero della giovinezza e il sentimento di morte si intrappola il senso di colpa.
Ma cosa é il senso di colpa nella coscienza degli uomini. Ha radici radicanti nella storia e  in uno status politico ma anche definizioni che toccano la corda dell'esistenza. L'esistenza è una parola vana pronunciata senza un effetto immediato nella consapevolezza. Ma senza la presenza della storia non si spiegherebbe il valore e la essenza del concetto di giovinezza.
Così senza il tempo della sconfitta non avrebbe senso il Timor panico che si aggira intorno alla presenza stessa del morire. Le culture hanno sempre raccontato questo binomio di spazio nel tempo. La giovinezza potrebbe perdere l'ardore di una fedeltà al tempo per farsi occasione di spazio.
Il senso di colpa così scovolerebbe in un agguato tragico  - romantico. Le culture penetrano i linguaggi delle letterature e si fanno memoria antropologica. Non si può leggere una letteratura senza la metafora preveggente della profezia antropologica. In fondo una antropologia della civiltà dell'umanesimo strappa il velame al relativismo per farsi filosofia dei linguaggi dell'anima.
C'e sempre un linguaggio dell'anima nella scrittura del senso onirico. Il tempo, negli scritti di Giuseppe Berto, si scontra con le praterie dello spazio e di lascia vivere come fosse una fantasia un mistero un segreto. O soltanto un fantasma. I fantasmi ci camminano nell'anima prima di essere immaginario.
Nel momento in cui diventano immaginario sono già immagine.nel momento che assumono la visione dell'immagine diventa difficile sradicarle dallo sguardo ma anche dall'anima.
Cosa è allora la giovinezza che ha sradicato il tempo e si è  fatta spazio? Il senso di colpa di colpa diventa agonia e quindi entra nella stanza del tragico facendone la sua abitazione.
La letteratura impossessandosi di questi due telecamere del cuore sprigiona tutta la sua tensione in in atto che è passione. Ina terribile passione. Ina tremenda passione. Una orribile passione e pulsione: il suicidio.
Letteratura e suicidio. Per essere realizzata questa avventura nel destino c'è  bisogno del personaggio, dei personaggi e della recita. Così il teatro  è la recita dell'esistente. La letteratura nel racconto suicida è infarcita di personaggi che vivono il tragico e il tragico non è soltanto il nichilismo puro ma è il viaggio nell'intreccio dell'al di là del bene e del male.
Il mito della giovinezza è nell'archetipo della nostalgia. Il senso di colpa è l'agonia del tragico nel precipitati della disperazione. I personaggi non raccontano. Sono il racconto. Il male oscuro resta comunque una metafora e una realtà in quella metafisica che lega lo spazio del tempo inesorabile con lo spazio infinito.
Ma è il sogno che scava nonostante la costante del senso di morte che rende possibile tutto ciò si credeva impossibile. Il senso di colpa attraversa la contemporaneità.



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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT

Cell.: +39 338 10 30 287
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