Attività operativa 2013 del Comando Provinciale
Impegnativa e fruttuosa l’attività operativa nell’anno appena trascorso in tutta la Provincia di Reggio Calabria grazie ai Comandi Stazione presenti su tutto il territorio provinciale ed al Nucleo investigativo, coordinati dal Comando Provinciale.
Reggio Calabria – Il 2013 è stato un anno di lavoro intenso per gli uomini del Corpo Forestale dello Stato operativi quotidianamente su tutto il territorio di Reggio e provincia.
Prevenzione generale, tagli abusivi dei boschi, coltivazione di Cannabis, abbandono incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi, gestione irregolare delle attività estrattive lungo i tratti medio vallivi dei torrenti, bracconaggio, abusivismo edilizio, forte incremento dei controlli nel settore agro-alimentare, gestione illecita di rifiuti costituiti da materiale ferroso, incendi boschivi, sono le attività che hanno maggiormente impegnato gli uomini dei Comandi Stazione del CFS, coordinati dal Comando Provinciale.
Nel corso del 2013 sono stati effettuati complessivamente poco più di 9000 controlli, nei quali è stata verificata la posizione di circa 4000 persone e 1400 autoveicoli.
Il personale dei Reparti territoriali, inoltre, ha effettuato poco più di 2.100 interventi a seguito di segnalazioni e denunce pervenute alla Centrale Operative per il tramite del numero di emergenza 1515.
Nel settore dello smaltimento illecito dei rifiuti, soprattutto di quelli ferrosi, il contrasto alle attività di traffici illeciti si è caratterizzato per il salto qualitativo dell’attività investigativa condotta dal NIPAF (Nucleo Investigativo Polizia Ambientale e Forestale) del Comando Provinciale, sotto il coordinamento della D.D.A. della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, anche in materia di reati inerenti alla normativa fiscale. A tal proposito, a seguito di un’accurata attività d’indagine, si è proceduto al sequestro di quattro aziende che gestivano illegalmente rifiuti speciali pericolosi e demolizione di veicoli fuori uso.
Per quanto riguarda il settore del furto di rame, è stata attuata una campagna di controlli, anche in collaborazione con altre forze di polizia, finalizzata alla prevenzione e repressione, con sequestro di una notevole quantità di materiale oggetto di attività furtiva, soprattutto ai danni dell’ENEL.
In questo ambito, di notevole rilievo l’operazione denominata “Oro Rosso”, portata a termine nel mese di settembre, condotta dal NIPAF in sinergia con i Comandi Stazione operanti nella Piana di Gioia Tauro e diretta dalla Procura di Palmi, con la collaborazione dei vertici ENEL, per smantellare una delle più importanti centrali di ricettazione di rame di provenienza illecita operanti nella provincia di Reggio Calabria (nello specifico cavi di rame provenienti dalle linee elettriche).
L’operazione “Oro Rosso” ha visto l’arresto di due soggetti e il sequestro di una grossa azienda con un patrimonio valutato alcuni milioni di euro.
Altra importante attività, volta al contrasto della criminalità organizzata, è stata quella finalizzata alla repressione di alcuni fenomeni illeciti nel settore agro-ambientale, fra cui il cosiddetto fenomeno delle “Vacche Sacre”: la riproduzione incontrollata del bestiame ed il loro pascolo indiscriminato, che invade a volte le proprietà private, provocano infatti non solo notevoli danni alle colture, ma anche l’intralcio di sedi stradali e percorsi ferroviari, mettendo a serio rischio l’incolumità pubblica.
Altro dato da non sottovalutare riguarda il fenomeno connesso alla macellazione clandestina e alla vendita al dettaglio di carni prive di controlli veterinari e sanitari in genere. In tal senso sono stati effettuati numerosi controlli all’intera filiera, unitamente al personale veterinario dell’ASP di Reggio Calabria.
Per quanto concerne l’antibracconaggio è stata condotta un’importante operazione in collaborazione con il Nucleo Operativo Antibracconaggio dell’Ispettorato generale del Corpo forestale. L’attività investigativa ha portato al sequestro di oltre 700 esemplari di fauna selvatica protetta, costituita da mammiferi, rettili ed uccelli, nonché alla denuncia a piede libero di un soggetto che svolgeva abusivamente l’attività di imbalsamatore. Gli animali sequestrati, in parte imbalsamati ed in parte congelati, appartenevano per lo più a specie di fauna protetta, considerata non cacciabile.
In ambito venatorio sono stati eseguiti accertamenti di violazioni amministrative, riguardanti prevalentemente il possesso dei documenti necessari per il corretto esercizio della caccia e del rispetto di altre disposizioni di legge.
Per gli illeciti penali si è trattato di fenomeni di bracconaggio, quali l’utilizzo di richiami di tipo vietato o di reti ed altre attrezzature per l’esercizio dell’uccellagione. Complessivamente sono state redatte 51 Comunicazioni di notizia di reato, denunciate 46 persone, sequestrati 40 fucili, 2 trappole, 8 reti, 56 animali vivi, 759 animali morti e 24 richiami acustici.
In alcuni casi è stato contestato il porto abusivo di fucile da caccia con matricole abrase utilizzate per l’uccisione del falco pecchiaiolo (adorno), oltre che di altri migratori, che attraversano i territori della provincia durante la migrazione.
Molti i controlli effettuati anche presso esercizi commerciali fissi ed itineranti destinati alla vendita di esemplari di animali d’affezione che rientrano nella normativa CITES, e quindi sottoposti ad un particolare regime di protezione, in collaborazione anche con altre forze di polizia e con il personale medico veterinario dell’A.S.P.
A seguito di tale attività, oltre a contestazioni inerenti l’esercizio abusivo della professione di veterinario, un soggetto è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione per fini di vendita di esemplari di fauna appartenenti a specie particolarmente protette ai sensi della CITES, in applicazione della Convenzione di Washington sul commercio di animali e piante minacciate d’estinzione.
In campo urbanistico, le attività di controllo hanno portato al deferimento di 27 soggetti ed al sequestro di diversi immobili, in 23 distinte operazioni. In una di queste, sono state sequestrate due lussuose ville nel territorio del comune di Scilla, costruite su un area di notevole pregio ambientale e naturalistico.
Nel settore della gestione dell’attività estrattiva sono stati eseguiti accurati controlli che hanno condotto alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria di 18 persone ed al sequestro di aree di scavo e di numerosi mezzi pesanti idonei all’attività di estrazione.
Notevole è stata l’attività rivolta alla prevenzione e repressione della produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel mese di agosto, personale del NIPAF, unitamente a quello dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità, a seguito di una intensa attività di controllo del territorio, ha rinvenuto diverse piantagioni di cannabis nelle zone impervie dell’Aspromonte jonico, coltivazioni che avrebbero portato alla criminalità locale notevoli guadagni.
Nel settore delle illecite utilizzazioni boschive, sono stati tratti in arresto quattro soggetti dipendenti di una ditta del settore, sorpresi ad eseguire tagli all’interno di una vasta area boscata di rilevante pregio naturalistico e, soprattutto, idrogeologico, causando inoltre un danno economico di migliaia di euro. Agli stessi è stato contestato il reato di furto aggravato e danneggiamento.
Complessivamente, nel settore, sono state elevate 57 sanzioni amministrative per un importo pari ad euro 88.500 e 14 comunicazioni di notizie di reato.
Particolare attenzione è stata anche rivolta alla prevenzione e repressione degli incendi boschivi. In questo campo, il Comando Stazione di Melito Porto Salvo, dopo un’attenta attività investigativa e durante lo svolgimento dell’attività di controllo del territorio finalizzata a tale scopo, ha tratto in arresto un pastore per avere provocato intenzionalmente un incendio boschivo; soggetto che peraltro già in passato era stato sorpreso ad appiccare il fuoco in una zona boscata. Il processo, già conclusosi nel suo primo grado di giudizio, ha visto la condanna dell’incendiario a tre anni di reclusione, oltre ad altre pene accessorie.
Imponente attività di controllo è stata effettuata presso tutte le categorie di operatori della filiera agroalimentare con verifiche alla produzione, trasformazione ed alla vendita finale dei prodotti, con riferimento ai prodotti a marchio tutelato (DOP, IGP, STG).
Duecento controlli hanno interessato la corretta etichettatura degli alimenti e la rintracciabilità obbligatoria degli stessi e sono state elevate sanzioni amministrative per circa 146.000 euro.
Durante lo svolgimento di tale attività volta alla tutela dei consumatori e delle produzioni agroalimentari di qualità, dopo un’intensa attività investigativa, personale del NAF - Nucleo Agroalimentare Forestale ha effettuato controlli presso un’azienda operante nella produzione di concentrati di succhi di frutta, dove è stato accertato che ingenti quantitativi di concentrato di succo d’arancia e di derivati dalla polpa di arancia di origine estera venivano rivenduti fraudolentemente sia sul mercato nazionale che estero come prodotti di origine italiana. Al responsabile è stato contestato il reato di frode in commercio e falso in atto pubblico per aver dichiarato un’origine dei prodotti venduti diversa da quella reale. Nella stessa azienda inoltre sono stati rinvenuti concentrati di frutta in pessime condizioni di conservazione.
Sono state individuate attività illecite nella gestione dello scarico di acque reflue provenienti da insediamenti abitativi, nonché lo scarico di rifiuti liquidi da parte di aziende agrumarie. Inoltre nel corso dei controlli presso alcuni depuratori comunali è stata contestata l’illecita gestione di rifiuti.
Nell’ambito dell’attività del Corpo Forestale dello Stato della provincia reggina, è da sottolineare la sinergia investigativa ed operativa con le altre forze di polizia e con il personale afferente ad altre strutture del Corpo distribuite capillarmente anche in altre province della regione, come Catanzaro e Vibo Valentia.
La conoscenza, il costante ed accurato controllo del territorio da parte degli uomini e delle donne del Corpo Forestale dello Stato, consente non solo di prevenire e reprimere reati di natura ambientale ma anche di dare un importante contributo alla prevenzione generale e repressione di illeciti ai danni del patrimonio personale.