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Rosarno (RC), spaccio di sostanze stupefacenti: coniugi in manette.

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LEMMA Antonio e CUTRÌ Anna tratti in arresto dai militari della Tenenza di Rosarno e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.


Rosarno (Reggio Calabria) 25 Luglio 2013. All’alba di stamane i militari della Tenenza di Rosarno e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, nel corso di un’operazione predisposta per il contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nel Comune di Rosarno, traevano in arresto i coniugi rosarnesi LEMMA Antonio Cl. 1986 (pregiudicato) e CUTRÌ Anna Cl. 1990 (incensurata).

 Lemma Antonio
Presso l’abitazione dei predetti, in seguito a perquisizione, i militari rinvenivano, abilmente occultati all’interno di un mobile, Nr. 19 grammi di sostanze stupefacente del tipo Cocaina, già suddivisi in dosi e pronti per lo smercio, nonché la somma di Euro 4.000 circa, ritenuta provento di pregressa attività di spaccio.

Lo stupefacente ed il denaro rinvenuti sono stati sequestrati. LEMMA Antonio, su disposizione dell’A.G., è stato quindi tradotto presso il Carcere di Palmi mentre la moglie CUTRÌ Anna è stata condotta presso la sua abitazione in regime di Arresti Domiciliari.







 Cutrì Anna.


Oppido Mamertina, rinvenuta e distrutta piantagione di canapa indiana.

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Dai Carabinieri della Stazione di Castellace di Oppido Mamertina e dallo 'Squadrone Eliportato cacciatori di Calabria'.

Oppido Mamertina (Reggio Calabria)  25 Luglio 2013. Nella mattinata odierna i Carabinieri della Stazione di Castellace di Oppido Mamertina e dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria, nel corso di un ampio servizio volto al contrasto della produzione di sostanze stupefacenti nelle aree rurali del territorio, hanno rinvenuto e distrutto, nel territorio del comune di Oppido Mamertina, frazione Castellace, una piantagione di canapa indiana di circa 50 piante, poste a dimora in  Area Demaniale.

L’operazione di servizio rientra in un più ampio dispositivo di controllo del territorio che vede impegnati i carabinieri del  Comando provinciale di Reggio Calabria nel contrasto alla illegale  produzione di sostanze stupefacenti, fenomeno particolarmente diffuso nel periodo estivo. Sono tuttora in corso approfondite indagini, condotte dai magistrati della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore capo dott. Giuseppe Creazzo, volte ad individuare gli autori del reato.

Tragedia a Santiago de Compostela, in Spagna, deraglia treno, 78 morti: 190 all'ora in curva.

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Il convoglio andava a 190 km/h dove il limite e' di 80. Rajoy: 'Aperte due inchieste'. 143 i feriti.


Tragedia a Santiago de Compostela, in Spagna. Un treno ad alta velocità (Alvia), in arrivo nella citta' della Galizia, e' deragliato mercoledì sera a poca distanza dalla stazione, provocando una strage: il drammatico bilancio delle autorità locali è di almeno 78 morti e 143 feriti, su 222 persone che erano a bordo.

"La tragedia di Compostela - ha affermato il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti - sembra essere associata a una violazione della velocità".

Pochi istanti dopo il disastro, uno dei macchinisti ha ammesso, in una comunicazione via radio con la stazione, che andava "a 190 all'ora. Spero che non ci siano morti - ha detto - perché me li porterei sulla coscienza. Sono umano, sono umano...".

Il limite previsto in quel tratto è di 80 km/h.

Il conducente, un macchinista di 52 anni con molta esperienza, e' stato messo sotto inchiesta formale. L'uomo non ha spiegato il motivo di una velocità così elevata, oltre il doppio di quella prevista in quel tratto, 80 km/h.

Il limite è previsto perché la curva è "chiusa" e si trova subito dopo l'uscita di un tunnel, alla fine di diversi chilometri di rettilineo. Una persona che partecipò nel 2011 al viaggio inaugurale della tratta ha riferito ai media che in corrispondenza della curva il treno ebbe come un sussulto, mentre per gli 80 chilometri precedenti era rimasto stabile.
 
I tecnici della procura, delle ferrovie e del ministero sono al lavoro per accertare le cause che hanno determinato la tragedia: se si tratti di un errore umano, di un guasto tecnico oppure di una coincidenza di entrambe le cose.

Rajoy, due inchieste in corso su incidente - Il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy ha detto che sono in corso due inchieste sull'incidente ferroviario vicino a Santiago de Compostela: una giudiziaria a e una della commissione sugli incidenti ferroviari del ministro delle infrastrutture.

Le due inchieste sono naturalmente coordinate, ha detto Rajoy in Tv

Alla Farnesina non risulta la presenza di un gruppo di italiani sul treno deragliato vicino Santiago de Compostela, come riferito da alcune fonti stampa.L'informazione data da fonti spagnole sulla presenza di un italiano a bordo del treno deragliato vicino Santiago de Compostela è in corso di verifica da parte del ministero degli Esteri italiano.


Fino a questo momento le autorità spagnole non hanno fornito una lista dei passeggeri.

Impressionanti le immagini dell'incidente - tale lo considera per il momento il governo spagnolo - di cui non si conoscono ancora con certezza le cause, avvenuto alle 20.40 locali circa all'imbocco di un viadotto, all'altezza di una curva molto stretta: tutti i 13 vagoni del convoglio, in viaggio fra Madrid e Ferrol con 240 persone a bordo, sono usciti dai binari, schiantandosi con un boato secondo il racconto di testimoni, alcuni dei quali hanno parlato di ''un'esplosione''.

Diversi vagoni si sono piegati su un lato, mentre almeno uno si e' ribaltato e ha preso fuoco. Le prime foto hanno potuto mostrare anche alcuni corpi senza vita coperti alla meno peggio e feriti attorno ai quali si affannavano i soccorritori. Il disastro ha oscurato il giorno d'avvio dei festeggiamenti in vista della ricorrenza di San Giacomo, patrono di Spagna e della Galizia, il cui legame con la città fa di Santiago de Compostela una delle grandi mete del pellegrinaggio cristiano in Europa, con visitatori da mezzo mondo.

La festa cade giovedì 25 luglio, ma é annunciata secondo la tradizione dai rintocchi delle campane della Cattedrale già il 24, alla vigilia, e si doveva protrarre nella notte e poi per un'intera settimana con riti ed eventi: le celebrazioni ovviamente sono state immediatamente cancellate dalle autorità locali, mentre la zona del deragliamento si è subito affollata rapidamente di ambulanze e squadre di soccorso. E' molto probabile che sul treno viaggiassero molti cittadini stranieri.

Drammatiche le prime testimonianze raccolte dai media locali. "Quanti morti che ci sono qui, mio Dio", ha esclamato una donna a Rado Galega nei primi minuti dopo l'accaduto. Mentre il governatore della Galizia, fra i primi a raggiungere il luogo della catastrofe, ha parlato di scene da "girone dantesco". Il bilancio delle vittime viene aggiornato di ora in ora. Il Tribunale della Galizia nella notte fra mercoledì e gioved' parlava di 77 morti e 143 feriti, su 222 persone a bordo: 73 cadaveri recuperati e 4 persone morte in ospedale. Ma pompieri, polizia e forze della sicurezza locale della Galizia sono ancora sul posto, alle prese con i vagoni accartocciati. Sulla zona ha continuato ad addensarsi a lungo una fitta colonna di fumo, mentre arrivavano responsabili di governo e autorità locali a cominciare dal sindaco di Santiago, Angel Curras, e dal ministro dei Lavori pubblici, Ana Pastor.

ROMA, RICERCATA IN CAMPO INTERNAZIONALE PER SOTTRAZIONE DI MINORE, ARRESTATA DAI CARABINIERI.

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SI ERA ALLONTANATA DALL’ABITAZIONE DEL MARITO IN GERMANIA PORTANDO CON SÉ IL FIGLIO DI 4 ANNI.


ROMA 25 Luglio 2013 – Un cittadina romena di 24 anni è stata arrestata dai Carabinieri della Stazione Roma Centocelle in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dal Tribunale di Monaco di Baviera  con l’accusa di sottrazione di minore.

La ragazza, sposata con un cittadino egiziano con cui viveva in Germania, circa 6 mesi fa disse al coniuge che le avrebbe fatto piacere portare il loro bimbo di 4 anni da alcuni suoi parenti in Romania. In realtà il suo piano era ben diverso: invece di andare in Patria, la donna e il bambino hanno fatto rotta verso l’Italia.
Nel frattempo, lei si è costruita una nuova vita, con un nuovo compagno connazionale che faceva da papà adottivo del bambino. La 24enne ha anche trovato lavoro come cameriera in un albergo a Roma.

Dopo 6 lunghi mesi di inutili speranze che la donna potesse fare rientro a casa, il marito ha sporto denuncia alle Autorità Tedesche che, in breve tempo, hanno richiesto e ottenuto il mandato d’arresto europeo.

I Carabinieri della Stazione Roma Centocelle, grazie ad un’accurata attività info-investigativa, sono riusciti a risalire al posto di lavoro della donna, dove è stata individuata e fermata. Portata in caserma insieme al nuovo compagno e al bimbo, la cittadina romena è stata arrestata e portata nel carcere di Rebibbia. Il bambino, invece, è stato affidato al padre naturale che, ironia della sorte, si trovava da qualche tempo proprio nella Capitale. Lo stupore e l’emozione sono stati fortissimi quando, nella caserma di via dei Pini, il cittadino egiziano ha potuto riabbracciare il figlioletto.


RUBA 2 IPHONE ALL’APPLE STORE DI PORTE DI ROMA. 16ENNE ROMENO ARRESTATO DAI CARABINIERI.



ROMA – Un 16enne di origini romene è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario per aver rubato due iPhone 5 all’interno dell’Apple Store Porte di Roma. L’episodio è accaduto ieri sera all’interno quando il giovane è entrato nel negozio Apple soffermandosi ad osservare i prodotti esposti ma trattenuti da un cavo “allarmato”. All’improvviso il 16enne, già conosciuto alle forze dell’ordine, ha sradicato i due iPhone 5 e con una mossa fulminea è fuggito. Conseguentemente si è attivato il dispositivo anti furto che ha allertato il personale di vigilanza di tutto il Centro Commerciale. Un addetto alla sicurezza, in servizio presso una delle uscite, ha notato il ladro in fuga ed è riuscito a bloccarlo con la refurtiva del valore di 1.400 euro. I Carabinieri, allertati tramite il 112, sono immediatamente intervenuti ed hanno accompagnato il ladro in caserma. Accusato di furto aggravato, l’arrestato si trova ora presso il Centro di Prima Accoglienza di Via Virginia Agnelli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CONSEGNAVA AI SUPERMERCATI SOLO PARTE DELLA MERCE. AUTOTRASPORTATORE INFEDELE DENUNCIATO DAI CARABINIERI.



ROMA – Un autotrasportatore di 40 anni, dipendente di una nota ditta produttrice di latte, è stato denunciato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma con l’accusa di furto aggravato. I suoi comportamenti erano da tempo osservati dal direttore di un supermercato perché in diverse occasioni l’uomo gli aveva consegnato meno confezioni di latte rispetto a quelle descritte in fattura. Ieri, all’ennesima incongruenza, il direttore ha contattato la ditta fornitrice che non ha saputo dare una spiegazione e così ha chiesto l’intervento dei Carabinieri. I militari sono intervenuti presso il locale commerciale ed hanno accompagnato il dipendente infedele in caserma, ottenendo la sua confessione. 


MAGLIANA - FERMATI CON 100 KG DI RAME NEI TROLLEY. DUE ROM ARRESTATI DAI CARABINIERI.

ROMA – Vanno a spasso con il trolley ma molte volte nascondono refurtiva. Così i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato due Rom di 27 e 40 anni con l’accusa di aver rubato 100 chili di rame. I due, già conosciuti alle forze dell’ordine, sono stati sorpresi dai militari dell’Arma in via Fosso di Papa Leone, alla Magliana, dopo aver fatto razzia di “oro rosso” da una cabina dell’ACEA. I Carabinieri li hanno visti scavalcare la recinzione dell’area privata alzando 2 pesanti trolley e li hanno fermati. All’interno delle valige non c’erano effetti personali ma un quintale di cavi di rame. I due ladri, perquisiti, sono stati trovati in possesso anche di due cesoie utilizzate per tranciare i cavi. La refurtiva è stata restituita al personale dell’ACEA mentre i due arrestati sono strati accompagnati in caserma in attesa di essere processati con il rito per direttissimo.

Mafia: peggiorano condizioni del boss Bernardo Provenzano.

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 Bernardo Provenzano.
Boss ricoverato nel reparto detenuti ospedale Parma.

PALERMO, 25 Luglio 2013 - Peggiorano ulteriormente le condizioni di salute del boss Bernardo Provenzano, ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma dagli inizi di giugno.

Secondo il bollettino medico il capomafia e' ''vigile solo se stimolato.

Il suo eloquio non e' comprensibile, quando e' presente''.

Provenzano, inoltre, e' ''ipocinetico e ha presentato alterazioni dello stato di coscienza con parametri vitali ai limiti''.

Coltivava una piantagione di canapa: 55enne arrestato dai Carabinieri di Giffone.

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PEPE’ Francesco era intento a curare una piantagione di canapa indiana ubicata in località “Sant’Elia”, agro del comune di Galatro.



Giffone 25 Luglio 2013. Nel corso di un servizio di prevenzione e repressione reati in materia di stupefacenti finalizzato alla ricerca di piantagioni di canapa indiana, i militari della Stazione Carabinieri di Giffone traevano in arresto PEPE’ Francesco di anni 55, del luogo, intento a curare una piantagione di canapa indiana ubicata in località “Sant’Elia”, agro del comune di Galatro, distante dal centro abitato di Giffone circa un chilometro, luogo impervio e non facilmente accessibile, in cui venivano rinvenute tre terrazze di medie dimensioni, sulle quali il PEPE’ aveva coltivavano varie piante di canapa indiana irrigate con acqua attinta da un attiguo ruscello. All’interno delle terrazze celate a loro volta all’interno di una folta vegetazione,  venivano contate 33 piante, tutte alte un metro circa.

Le stesse venivano tutte estirpate e distrutte sul posto mediante fuoco, come da disposizione della Procura della Repubblica di Palmi nella persona del Sostituto Procuratore dottor Salvatore Dolce.

La piantagione, come da accertamenti mappali effettuati, veniva attuata dal PEPE’ Francesco in proprietà privata intestata al proprio fratello Salvatore, non convivente. Dopo le formalità di rito il detenuto è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Palmi.

Sequestrati da Dda e Gdf di Milano oltre 16 mln di euro a familiari pregiudicato.

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Operazione Dda e Gdf Milano in Italia e Svizzera.

MILANO 25 Luglio 2013 - Un patrimonio immobiliare e finanziario di oltre 16 milioni di euro: è quanto è stato sequestrato dagli agenti della Direzione Distrettuale Antimafia e della Guardia di Finanza di Milano ai familiari di Salvatore Izzo, pluripregiudicato di origine campana con numerose condanne per contrabbando, riciclaggio, ricettazione e usura. Secondo gli inquirenti, si tratta del frutto di anni di illecite attività di Izzo composto da società, appartamenti, conti correnti e polizze assicurative, sequestrate in Italia e in Svizzera.

Izzo è morto durante il processo nel quale era indagato per usura e riciclaggio, e quindi i beni e i conti sequestrati all'epoca erano destinati ai legittimi eredi, in questo caso ai due figli e la loro madre, a meno di prove certe sulla loro provenienza illecita.

I finanzieri e gli agenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, coordinati dalla dottoressa Alessandra Dolci, hanno quindi ultimato indagini patrimoniali e finanziarie che hanno confermato l'illecita provenienza dei beni già sequestrati, a cui si sono aggiunti ulteriori immobili e conti correnti in Italia ed in Svizzera, risultati anche questi indirettamente riconducibili all'imputato ed ai suoi familiari.

Sono quindi stati sequestrati numerosi edifici, tra cui un albergo a Muggiò (Monza e Brianza) e una villa a Città Sant'Angelo (Pescara), saldi di conto corrente e polizze assicurative per 2 milioni di euro, crediti vantati da Izzo per circa 500 mila euro, somme prestate a commercianti e due società immobiliari di Monza e Milano.

Inoltre, grazie all'eccellente cooperazione tra i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ed i colleghi della Procura svizzera di Lugano, è stato possibile in tempi rapidissimi individuare e sequestrare 2 appartamenti a Coldrerio (Svizzera) e ben 4,8 milioni di euro depositati su conti accesi presso banche di Lugano. Il prossimo mese di ottobre è stata fissata l'udienza durante la quale gli eredi di Izzo, se non riusciranno a smentire le tesi accusatorie, si vedranno definitivamente confiscare tutti i beni, che a quel punto entreranno a tutti gli effetti nelle casse dello Stato.

E' Franco Roberti il nuovo procuratore Nazionale Antimafia.

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 Franco Roberti.
Lo ha eletto il Csm. Roberti, attuale procuratore di Salerno, succede a Piero Grasso.

ROMA, 25 Luglio 2013 - E' Franco Roberti il nuovo procuratore Nazionale Antimafia.

Lo ha nominato il Csm. Roberti, attuale procuratore di Salerno, succede a Piero Grasso. ha battuto al ballottaggio il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, che ha ottenuto sei voti.

La Scopelliti Presidente “incassa” l’adesione di Liberi di Ricominciare.

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La stretta di mano tra Paolo Ferrara e S.E. il Prefetto Vittorio Piscitelli.
Alla manifestazione sulle problematiche connesse alla legge sugli scioglimenti. Da San Luca all’incontro col Prefetto Piscitelli. Le strategie del movimento di Paolo Ferrara.

Ricordo ancora gli interminabili preparativi per organizzare l’evento di San Luca lo scorso 2 giugno, ricordo le continue chiamate dalla Questura di Reggio Calabria per monitorare i nostri movimenti, ma di certo non potrò mai scordare le espressioni di gaudio ed i ringraziamenti della popolazione per quello che stavamo facendo per loro. L’evento, definito “antistato”, ha fatto così scalpore al punto da conquistare le prime pagine dei giornali locali e destare il grande interesse di quelli nazionali.


In quell’occasione la politica era assente, in qualche caso anche con giustificazioni quasi scolaresche. Nessun politico ha voluto metterci la faccia, provando almeno a difendere la “dignità” di quella popolazione “vittima di antidemocrazia”. L’unico “highlander” è stato l’amico consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri che, sensibile alla tematica, non solo si è esposto, ma ha compartecipato sin da subito alla realizzazione dell’evento.

Da allora di strada ne abbiamo fatta, da Gioia Tauro a Roccaforte, da Lamberti a Dal Torrione, sino ad arrivare alla fatidica data del 9 luglio quando, alle ore 10:30 insieme ad una delegazione capitanata dal sottoscritto, si è varcato il portone del Palazzo del Governo, incontrando direttamente Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli.

L’incontro è stato molto costruttivo ed ha evidenziando la disponibilità e le grandi doti umane della massima carica del governo territoriale. Dopo circa 3 ore di task-force in perfetta sintonia si convenuto sulle medesime conclusioni: “la legge che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose dovrà essere rivista, ma a cambiarla ci dovrà pensare chi ha il potere legislativo”.

Prima di giungere alla modifica legislativa, noi col movimento, per contribuire alla rivisitazione della normativa, stiamo continuando a portare avanti le nostre iniziative, necessarie a conoscere e studiare le realtà “attenzionate” da decreti di scioglimento, con l’obiettivo di redigere, caso per caso, un “dossier” necessario ad evidenziare le criticità della legge in vigore. Soltanto dopo aver raccolto le esperienze di chi ha “subito” questa legge, sarà possibile evidenziarne realmente le limitazioni e, solo allora, dovrà con forza intervenire il potere legislativo assumendosi le responsabilità di concretizzare le azioni necessarie a ridare pari dignità a tutte quelle realtà vittime di democrazia interrotta.

Ferrara conclude: aderiamo con grande entusiasmo a questa iniziativa fortemente voluta dall’amico Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista Scopelliti Presidente, sensibile sin da subito a questa calda tematica, con l’unico obiettivo di trasmettere a tecnici e legislatori presenti, concrete testimonianze finora raccolte dal movimento durante il suo tour, che evidenziando di già alcune prime incongruenze sulle limitazioni dell’attuale legge.

Azzeccatissima anche la location “Luna Ribelle”: ribelliamoci mettendo in discussione la normativa che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, il cosiddetto decreto “Taurianova” n.164/91 ritenendone necessaria una revisione, viste soprattutto le notevoli e “attuali” limitazioni riguardanti la pluralità di scioglimenti “subiti” da uno stesso ente. Ribelliamoci insieme per ridare serenità agli amministratori attuali e futuri e, soprattutto, ribelliamoci insieme per essere “Liberi di Ricominciare”.

Macroregione della Legalità nel Mezzogiorno.

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 Salvatore Magarò.
Domani pomeriggio, 26 luglio, a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, si riunirà il gruppo di lavoro degli organismi regionali del Sud istituzionalmente finalizzati all’affermazione della legalità.

Reggio Calabria 25 Luglio 2013. Campania, Puglia e Sicilia hanno risposto alla proposta partita dalla Calabria per la costituzione di una Macroregione della Legalità nel Mezzogiorno, con l’obiettivo di attivare insieme stabili, condivise e positive sinergie nelle realtà regionali per il contrasto alle mafie ed alla criminalità organizzata.

E domani pomeriggio, 26 luglio, a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, si riunirà il gruppo di lavoro degli organismi regionali del Sud istituzionalmente finalizzati all’affermazione della legalità.
«E’ la prima iniziativa del genere promossa in Calabria – ha dichiarato Salvatore Magarò, ideatore ed organizzatore dell’incontro – e ringrazio fin d’ora i colleghi delle Assemblee regionali di Campania, Puglia e Sicilia che hanno annunciato il loro intervento alla riunione.

In particolare – ha aggiunto Magarò – oltre la sensibilità dei presidenti Giuseppe Scopelliti e Francesco Talarico, voglio evidenziare quella dell’onorevole Onofrio Introna, presidente  del Consiglio  regionale  della  Puglia, dell’onorevole Nello Musumeci, presidente della Commissione d'inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia e  i colleghi campani, Gianfranco Valiante, presidente della commissione d’inchiesta ‘Anticamorra, per la vigilanza e la difesa contro la criminalità organizzata’ e Antonio Amato, presidente della Commissione speciale sulla ecomafie e il riutilizzo dei beni confiscati». 
I rappresentanti dei consigli regionali di Puglia, Campania e Sicilia saranno accolti alle ore 14.45 presso i locali della Bottega della Legalità.

Subito dopo cominceranno i lavori nell’Aula Commissioni con due punti all’ordine del giorno: Esperienze a confronto e Prospettive di lavoro comune.
La discussione sarà preceduta dagli interventi di saluto del Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti, del Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico e del Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Salvatore Magarò.

Al termine dei lavori, dopo una visita ai Bronzi di Riace, il gruppo di lavoro sarà ospite a Lazzaro del ristorante gourmet “L’Accademia” di Filippo Cogliandro, testimone di giustizia, vittima del racket che con le sue denunce ha consentito l’arresto dei propri estorsori.
Nell’agenda della riunione di domani a Reggio, gli uffici di presidenza degli organismi assembleari istituiti con analoghi fini e obiettivi nelle Regioni del Sud, hanno inserito la creazione di rapporti inter-istituzionali più intensi,  un confronto diretto, proiettato verso una collaborazione concreta sulle iniziative per la legalità ed il contrasto alle presenze del crimine organizzato, la comparazione di legislazioni, apparati normativi ed esperienze compiute o in itinere.

«Dopo aver riscosso man mano attenzione, interesse e adesione, – dice Magarò –  mi sento di poter affermare c’è una sostanziale convergenza sull’idea di lavorare insieme alla preparazione di una Conferenza meridionale,  promossa dal basso, dalle Regioni, sulle presenze del crimine organizzato. Pensiamo a un momento di verifica e riflessione che impegni, sull’obiettivo della piena affermazione della legalità nel Mezzogiorno, le Regioni e tutte le Autonomie locali, le istituzioni, la magistratura, la Chiesa, le Università, i sindacati, i movimenti d’impegno civile e il volontariato.

Analisi e, soprattutto proposte concrete da tradurre in atti e in fatti, ciascuno per le proprie competenze e ognuno con le proprie responsabilità. Si tratta di unire quegli sforzi comuni che sono indispensabili per assicurare al Mezzogiorno un nuova stagione di crescita nella democrazia. E per affermare la libertà da tutte le forme di oppressione e condizionamento che provengono dai poteri criminali».

Saline Joniche (RC) La conferenza stampa dell'A.D. della Re Power Fabio Bocchiola, questa centrale a carbone s'ha da fare, perchè vantaggiosa, 'balla' 1,5 milioni di euro

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L’importantissima riunione è stata organizzata  dai Comitati “Vedere Chiaro” di Saline(Domenico  Foti) e “Trasparenza ” di Motta San Giovanni (Leo Fisani), “Coresvit” (Giancarlo Liberati), “Futuro Sicuro (Paolo Campolo) nei locali del salone parrocchiale della Chiesa dedicata al Santissimo  Salvatore di Saline Joniche. Il dottor Fabio Bocchiola, ha illustrato nei dettagli, le ricadute socio-economiche e occupazionali: oltre 1.600 unità  lavorative, per complessivi un miliardo e duecento milioni. Il 30% dell’area sarà destinata alla centrale e la restante parte alla comunità locale per attività, commercio e turismo. C’è la valutazione del Ministero dell’Ambiente, che attesta che non ci sono elementi di pericolo legati alla presenza di una centrale a carbone. Non promesse, illusioni e parole, ma fatti, concretezza e logicità. Lavoro, sviluppo, opportunità, prospettive per un intero territorio e per la SEI (ovviamente).

FABIO BOCCHIOLA AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RE POWER, CHE HA ILLUSTRATO IL PROGETTO ED I VANTAGGI, RITIENE CHE QUESTA CENTRALE A CARBONE S’HA DA FARE, NON SOLO PER I LIVELLI OCCUPAZIONALI, MA ANCHE PER IL PROGRESSO SOCIO-ECONOMICO

SEI S.p.A., società di progetto controllata da Repower, sta pianificando in zona Saline Joniche, 2 × 660 MW: (Calabria, Italia) la costruzione di una centrale a carbone su un terreno industriale abbandonato. Da più di cento anni, Repower è un gruppo internazionale attivo e figura in Svizzera tra i maggiori operatori elettrici. Repower ha in organico circa 760 dipendenti cui si aggiungono una trentina di apprendisti. In Italia sono attivi per la società anche 450 consulenti. Una società la SEI S.p.A. che da 7 anni lotta per investire nella realizzazione di una centrale elettrica a carbone quasi un miliardo e mezzo di euro. In aula pure l’ing.Alberto Santillo, Davide Damiani, Diego Mezzadri ed Andrea Bordogna ed il console svizzero Renato Vitetta
Domenico Salvatore



MONTEBELLO JONICO (Saline) - Centrale a carbone a Saline Joniche, frazione marina del comune di Montebello Jonico. Un leit motiv che richiama inevitabilmente le battaglie fatte e vinte a Gioia Tauro. Memoria minuitur nisi eam exerceas. Uno scontro titanico tra favorevoli e contrari; ottimisti e pessimisti, che dura da anni. E chissà ancora quanti ne vedremo passare, prima che si arrivi alla parola “fine della storia”, in un senso o nell’altro. Ci sono illustri precedenti in proposito. Molti lettori e cittadini, sanno poco o niente della Liquichimica Biosintesi spa e delle Officine Grandi Riparazioni della ferrovie dello Stato. Ribattezzate…” Fabbriche fantasma; colossi dai piedi di argilla; monumenti di archeologia moderna; industrie dello spreco; opifici dei sogni e delle illusioni perdute” e giù di questo tono. Sono costate allo Stato ed ai contribuenti, migliaia di miliardi delle vecchie lire, ma non hanno mai aperto i battenti. Non hanno mai prodotto niente. A parte” i giochi di prestigio” ed il balletto della compravendita. Anzi qualcosa sì. I contributi, utili per far maturare la pensione a centinaia di lavoratori in cassa integrazione. Senza aver mai lavorato al ciclo produttivo, neppure per un giorno. Qualcheduno sibila…”Non preoccupatevi, lo stabilimento, un altro, verrà realizzato, perché non c’è due senza tre, ma poi, farà la stessa fine degli altri”. E qualche altro…La Regione Calabria, non darà mai il placet definitivo e vincolante. La Provincia, nemmeno ed il Comune neanche; non vogliamo la centrale. Se “veramente” Re Power volesse investire, non mancherebbero certamente i progetti alternativi e sostenibili”.

Non mancano i toni allarmistici…”La Centrale a carbone è cancerogena. Le polveri sottili ci uccideranno. E la CO2 dove la mettiamo? Inoltre, prima è andato perso il gelsomino ed ora rischia la stessa fine il bergamotto; poi, sarà la volta dell’olivicoltura; per non parlare del turismo, che rischia il disastro”. Nel frattempo è partito il ventaglio dei ricorsi al TAR.  Quindi, ci sarà il Consiglio di Stato, l’arbitrato, il Presidente della Repubblica e così via. I contrari, Legambiente su tutti, non solo non rallentano la presa, ma tengono alta la tensione. Sempre pronta a coordinare i sit-in, la protesta di piazza, gli scioperi e tutte le altri iniziative a sostegno della vertenza. Intanto, se ne sono volati almeno sette di ‘annetti’, da quando se ne parla. E la fatidica “prima pietra”, è di là da venire. Fin qui i contrari, che comunque sono stati tenuti fuori dal salone parrocchiale; diverso trattamento hanno ricevuto i favorevoli, alle assemblee dei contrari e non c’era verso di zittirli (le relative immagini, sono in nostro possesso). I favorevoli alla centrale, ovviamente, sono arciconvinti di farcela a vincere la loro battaglia. Sono tanti, tantissimi. Galvanizzati dalle associazioni, Comitati, enti o gruppi…“Vedere Chiaro” di Saline (Domenico  Foti) e “Trasparenza ” di Motta San Giovanni (Leo Fisani), “Coresvit” (Giancarlo Liberati) di Melito Porto Salvo, “Futuro Sicuro (Paolo Campolo) di Bocale. Non possiamo perdere quest’altro treno.

I nostri figli, non ce lo perdonerebbero. Hai visto mai, che qualche sceicco petroliere, spenda un centesimo per il Mezzogiorno, per la Calabria, per la provincia, per il comprensorio? Ma quando mai !?!?!?Ci hanno tolto pure quello che avevamo. Pure la speranza hanno ucciso. Ma come, una società privata vuole spendere un miliardo e mezzo di euri e tutti a Saline e noi li cacciamo via a pedate, invece di stendere tappeti di fiori, al loro passaggio  ed aiutarli in tutti i modi possibili ed immaginabili a fare presto? Visti anche, i chiari di luna, tempi di vacche  magre, spighe vuote, pauperismo ed austerity…. Consigli per gli acquisti o avvisi per i naviganti…Melitoonline-Mnews.it non sposa la causa di nessuno, come tutti hanno oramai capito. Scripta manent, verba volant. Si limiterà, a fare da cassa di risonanza, com’è giusto che sia. Continuerà ad ospiterà le idee, opinioni, tesi, antitesi, sintesi ed ipotesi sia dei favorevoli, che dei contrari. Riteniamo che il dialogo, sia il sale della democrazia. Non chiuderemo le porte in faccia a nessuno….Porta patens esto. Nulli claudatur honesto…. Questa porta resti aperta. Non sia chiusa a nessun uomo onesto. Ma poi, non abbiamo questo potere che alcuni millantano strumentalmente, di poter deviare il corso del destino. Non pensiamo di esercitare alcun carisma. Vogliamo fare informazione cultura ed opinione, ma non è facile nella res nullius di Calabria; dove il giornalista viene visto come fumo negli occhi;  dove l’omertà che cuce le bocche a doppia mandata per paura di rappresaglie, vendette anche trasversali, reazioni inconsulte ecc regna sovrana; dove il giornalista, se tenta di essere autonomo, indipendente ed almeno equidistante, sono …cavoli suoi; dove ognuno vorrebbe servirsi del giornalista per i suoi inconfessabili scopi; se non recondite ragioni, che la ragione non conosce.

Il prezzo da pagare lo sanno tutti qual è, a sfogliare la cronache…faro della motoretta divelto; ruote dello scooter tagliate, fanali dell’autovettura rotti, fiancata ammaccata, vetri fracassati e perfino la macchina sparata, se non bruciata o rubata; telefonatine equivoche, lettere minatorie, ‘mbasciate doppiogiochiste  perfino l’aggressione fisica, il danneggiamento degli strumenti del mestiere, furti in casa anche di armi, pressioni squallide e vergognose, boicottaggi, intralci, impedimenti e sabotaggi sulle fonti d’informazione. Tutte cose, episodi e vicende, che lo scrivente, conosce bene per averli vissuti sulla sua pelle. Anche per questo, dopo 50 anni di stampa, (quotidiani, agenzie di stampa, radio e televisione, giornali on line ecc,) è ancora fermo al punto di partenza. Accettando le proposte…”vantaggiose”, avremmo fatto carriera e saremmo oggi… “utili idioti e servi sciocchi”; schiavi del potere, servi del sistema, giannizzeri, galoppini e portaborse. Non chiamateli sciacquini capo, Frankstein o zombies. Ma va bene così.

Non siamo in vendita e non abbiamo padrini né padroni. Questo è certo! A Bagaladi ci dicevano.”Sei venduto con la Melitese!”. Ed a Melito? “Sei venduto col Bagaladi!”. Ed in politica?...a turn-over…”Sei venduto con… il PCI, con la DC, con il PSI, con il MSI, PLI, PRI, PSDI”…Senza scomodare il mitico Rino Gaetano.

Ma non abbiamo la benché minima intenzione di offendere l’intelligenza del dottor Fabio Bocchiola. Uno dei manager più stimati e preparati, se l’ippocampo ancora funzioni e non siamo in preda al delirium tremens. Il curriculum vitae parla da sé. Laurea in Economia e Commercio; Dipl. in pianoforte a Brescia. Dal 2002 Rezia Energia Italia S.p.A. (oggi Repower Italia S.p.A.). Dal 2010 membro della Direzione di Repower. Responsabile Repower Italia Principali attività precedenti EnBW, responsabile vendite (2000 – 2002); Edison, key account manager (1996 – 1999);Aster, assistente responsabile d'esercizio (1995 – 1996; Dalkia, responsabile regionale Centro e Sud Italia, con un anno di esperienza in Francia (1990 – 1995). Funzioni permanenti in importanti gruppi d'interesse. Membro del Comitato di Energia Concorrente; Membro della Commissione consultiva della Camera di Commercio Svizzera in Italia. Di sparare a zero sulla SEI, sulla Re Power & company, non ci passa neppure per l’anticamera del cervello. Solo perché, ce lo abbia chiesto tizio e caio. Non è nel nostro stile. Una critica, anche forte, la nostra opinione sic et simpliciter, se  fosse necessaria, la faremmo. Ma questo, è un altro paio di maniche…”




Quante falsità! Sono stato accusato pure, di aver fatto cadere enti locali; di dialogare con emissari mafiosi; di essere responsabile della morìa di pesci; di bluffare sugl’investimenti-fantasma. Tutte falsità inattendibili e burgiarde. I nostri progetti hanno tutti i requisiti di legge e sono redatti alla luce del sole. Hanno il plauso della triennale di Milano; del Ministero dell’Ambiente; del Ministero dei Beni Culturali, della Presidenza del Consiglio. Ma quello contrario della Regione. Aspettiamo da sette anni, che qualche Governatore della Calabria si degni di riceverci, di ascoltarci; poi potrà prendere tutte le decisioni che vorrà. Trentamila euri per il porto di Saline stanziati dalla Provincia, ci fanno sorridere. Il nostro investimento  complessivo, è di un miliardo e mezzo di euri. Altrove l’ho detto e qui, lo confermo. Che cosa hanno fatto ‘lor signori’ per la Calabria, per il comprensorio di Saline Joniche, in questi sette anni? ”…” Zero assoluto. Niente, mischiato con il nulla, sbotta un signore coi capelli brizzolati al centro dell’auditorium; è una storia che va avanti dagli Anni Settanta. Vogliono continuare a tenerci con gli occhi bendati, schiavi con il guinzaglio sul collo. Una città dormitorio; un comodato d’uso gratuito, serbatoio di voti elettorali nelle favelas, coree e banlieu.

Ma ora, basta!”. Melitoonline-Mnews.it, non è favorevole, né contrario. Non ci sarebbe bisogno e necessità di ribadirlo e confermarlo, chi ci segue, lo sa bene. Il suo compito, è quello di ospitare le opinioni; di fare cultura ed informazione. Siamo aperti al dialogo ed al confronto delle idee. Accettiamo ben volentieri le critiche, pur se aspre, quando siano costruttive. Diciamo sempre no, alle palate di fango, prerogativa irrinunciabile dei depravati, dissociati, pantoclasti, schizofrenici, degenerati e corrotti. Una fauna torbida, abituata a sguazzare nel pantano e nella palude. Il dottor Bocchiola, ha sciorinato le cifre a sostegno della sua ben articolata, pregnante, efficace ed efficiente relazione, a portata di tutte le orecchie. Ha detto pure, che la tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, saranno rispettati. Questo è certo. Nel cantiere, per la costruzione della Centrale a carbone, lavoreranno almeno 850 persone. A regime, 140;  indotto diretto 160; indotto indiretto 180. Per un totale di 480 unità lavorative.

Il porto, verrà rimodulato. Rispondendo alla sfilza di domande (anche le più scomode, fuorvianti ed alla sans façon, ecco lo stile del menager), Bocchiola, ha detto che  all’esterno del porto, funzionerà un apposito terminale per le navi carbonifere. All’interno del porto, ci sarà posto per 400 barche. Frutto di investimenti milionari, non di…30 mila euri. Una riqualificazione, che consentirà un decollo turistico notevole. Con benefici, la famosa “ricaduta economica in termini d’immagine” per tutto il comprensorio. Un bel quadretto. Unica nota stonata, l’accesso negato alle altre associazioni; sebbene, chiaramente contrarie alla centrale a carbone, che a sentire un noto addetto ai lavori, avrebbero rispettato la democrazia e la libertà d’opinione di tutti e di ciascuno; nell’ottica del dialogo e del confronto. Opinione rispettabile, sebbene le “schegge impazzite”, non manchino proprio da nessuna parte. Il dialogo a distanza continua. Sotto a chi tocca. Domenico Salvatore







Antonio Rappoccio si dimette ... il 24 settembre 2013

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Regioni: Calabria; revoca domiciliari, reintegrato consigliere Subito dopo ha presentato dimissioni. Atti acquisiti da finanza.


REGGIO CALABRIA, 25 luglio 2013 - E' stato reintegrato nel Consiglio regionale della Calabria Antonio Rappoccio, sospeso dopo essere stato arrestato nell'agosto dello scorso anno, poi posto ai domiciliari e recentemente liberato una volta essere stato rinviato a giudizio per associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato. Subito dopo, Rappoccio, eletto nella lista ''Insieme per la Calabria'', ha depositato le sue dimissioni a far data dal 24 settembre, il giorno prima dell'inizio del suo processo. Sia la delibera di reintegro che le dimissioni sono state acquisite dalla guardia di finanza. Un'acquisizione che, secondo quanto si e' appreso, e' stata fatta a scopo conoscitivo.

Rappoccio e' accusato di avere ideato un meccanismo che gli avrebbe consentito di essere eletto, grazie anche alla costituzione di societa' fantasma con cui avrebbe promesso posti di lavoro in cambio del voto. Il 17 luglio scorso, due giorni dopo la domanda di reintegro, il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ed il pm Stefano Musolino avevano chiesto al Tribunale - Sezione penale il ripristino per Rappoccio degli arresti domiciliari o, in subordine, il divieto di dimora. Richiesta che e' stata respinta tre giorni fa dai giudici secondo i quali ''allo stato non e' fornita la prova che Rappoccio abbia occupato nuovamente il seggio al Consiglio regionale, fermo restando il quadro di gravita' indiziaria a carico dell'imputato''.



De Raho e Musolino hanno quindi presentato un ricorso al Tribunale del riesame, che ha fissato l'udienza per il 7 agosto. Oggi Rappoccio, incontrando i giornalisti insieme al suo legale, l'avv. Giacomo Iaria, ha detto di avere presentato le dimissioni ''dal 24 settembre poiche' dal 25 settembre iniziera' il mio processo e nel frattempo mi asterro' da ogni attivita' istituzionale''.

''Oggi in Italia - ha detto Iaria - si puo' parlare di un caso Rappoccio. Dico questo perche' la sua vicenda giudiziaria rivela anormalita'. Rispettiamo il lavoro della magistratura, ma non possiamo non sottolineare l'esistenza di elementi poco chiari. Come non cogliere che a Rappoccio e' stata revocata la misura della custodia cautelare con parere favorevole della Procura, salvo poi il ricorso di qualche giorno dopo in cui si scrive che lo Stato di diritto esclude che Rappoccio possa tornare ad occupare il suo posto di consigliere regionale?''.

I video della conferenza stampa con l'intervista ad Antonio Rappoccio a cura di MNews.IT





Pedemontana della Piana, Raffa rassicura: «Presto il via agli appalti». E Cascarano avverte: «Lo svincolo a Cinquefrondi, senza passi indietro»

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Cinquefrondi (Reggio Calabria), 25/07/2013 - L’intervento del presidente Raffa a Cinquefrondi presso la mediateca comunale “Creazzo” per discutere della Pedemontana e più specificamente del tratto lotto di collegamento tra Cinquefrondi-S.Giorgio Morgeto, è stato il momento per rendicontare circa il futuro prossimo di una infrastruttura praticamente ferma da circa 20 anni in ragione di un contenzioso che, in un domino di responsabilità, ha visto la pubblica amministrazione infilarsi da capo a piedi nei gineprai giudiziari e pagarne pesantemente dazio.

Raffa è stato chiaro: «questa è un opera di ingegneria sociale e non solo di ingegneria civile, poiché restituisce ad una fascia importante di territorio provinciale il diritto alla mobilità che finora è stato limitato se non addirittura negato in zone che particolarmente soffrono lo sviluppo» ed ancora, «specialmente in un momento in cui soggetti come Anas, Alitalia e Ferrovie non prestano la giusta attenzione alla mobilità de i cittadini della provincia» ecco l’impegno per «velocizzare l’iter di competenza per accelerare il più possibile l’appalto dell’opera» che ha già incamerato i pareri approvativi mancando solo la VIA regionale, che dovrebbe arrivare a breve per permettere di appaltare il progetto dal costo relativo di 21,40 mnl/€ entro fine anno, ma soprattutto per non perdere i finanziamenti ministeriali già stanziati dall’allora governo Prodi per le opere di viabilità secondaria (circa 16 mln/€, a cui appunto si aggiungono circa 3 mln/€ di fondi residui dell'appalto iniziale ed 1,7 mln/€ di fondi del bilancio provinciale).

Opera che – val bene ricordarlo – in tutta la sua ampiezza consta di circa 35 km di tracciato, interessa una quindicina di comuni del comprensorio pianigiano e che dovrebbe impegnare una somma complessiva di 252,2 milioni di € (praticamente in media 7,20 mln€ a km). Ed il tratto cinquefrondese è risultato particolarmente travagliato con una storia tutta italiana, per come raccontato in maniera piuttosto prolissa dall’ing. Condò, pianificatore dell’opera, fatta di una progettazione di fine anni ’80, l’avvio nel 1992 e lo stop nel 1993 con relative controversie che hanno visto contrapporsi interessi privati a quelli pubblici con quest’ultimi, peraltro come detto, risultati soggiacenti in sede giudiziaria. Dopo di che il nulla, il vuoto assoluto. Piloni cabrati al cielo a rimiarar le stelle, alla stregua di caduche colonne greche, ed a certificare l’insipienza degli amministratori che non hanno saputo, allora per ora, valorizzare una infrastruttura chiave non solo per i comuni attraversati. E di tanto ha riferito Giancarlo Raso che ha parlato senza mezzi termini di «gente che su questa incompiuta ci ha speculato» lasciando strascichi controversi soprattutto con gli espropriati, i quali ancora attendono d’essere liquidati per intero, facendosi promotore per l’attivazione di tutte le procedure necessarie alla risoluzione delle recriminazioni dichiarandosi pronti - come amministrazione comunale - a ricorrere anche «all’aiuto della magistratura, perché chi ha sbagliato deve pagare».

Di «situazioni paradossali» che hanno minato il territorio sia sotto il profilo infrastrutturale che economico ha discusso anche l’assessore al ramo Maurizio Bellocco auspicando che tutti i vincoli burocratici che bloccano la ripresa dei lavori possano dirsi superati, grazie alla sinergia comune-provincia, cosicché in tempi celeri si possa procedere al definitivo avvio degli appalti. E piuttosto battagliero è parso anche il sindaco Marco Cascarano riverberando causticamente di dover «dare un giudizio politico negativo al contesto stesso dell’opera, poiché con la sua realizzazione per tempo si poteva garantire già da oltre 20 anni lo sviluppo del territorio» e nel contempo volendo porre l’accento su come per torti altrui «oggi consegniamo opere vecchie, progettate dalle precedenti classi dirigenti, i cui ritardi ne rivelano solo la vergogna politica».

Ma di più ha fatto lanciando un monito riguardo il progetto: «noi vogliamo lo svincolo a Cinquefrondi. Non accetteremo di pagare più di quanto abbiamo pagato e non faremo sconti a qualche collega sindaco – ha tuonato - facendo passi indietro». Parole che sembravano indirizzate al convitato di pietra, il sindaco di Polistena, mentre in sala erano anche presenti i sindaci di Terranova Sappo Minulio, Foti, e di San Giorgio Morgeto, Cleri. E dunque, chi ha orecchi per intendere… Giuseppe Campisi

Lamezia. 65 arresti fra cui politici e avvocati

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'Ndrangheta: 65 arresti Lamezia, politici e avvocati Operazione polizia. Contestati anche omicidi guerra di mafia   - LAMEZIA TERME (CATANZARO), 26 luglio 2013 - Una operazione della Polizia di Catanzaro e' in corso a Lamezia Terme per l'arresto di 65 persone. Tra gli indagati e gli arrestati ci sono anche politici, imprenditori, avvocati, medici e appartenenti alla Polizia penitenziaria.

Con gli arresti, dicono gli investigatori, saranno annientate le cosche di Lamezia. A numerosi arrestati, oltre al reato di associazione mafiosa, sono stati contestati diversi omicidi verificatisi in una guerra di mafia svoltasi tra il 2005 ed il 2011.

'Ndrangheta: arresti; truffe assicurazioni per acquisto armi La cosca Giampa' di Lamezia Terme, per finanziare gli acquisti di armi e stupefacenti, nonche' per garantire il pagamento degli stipendi agli affiliati, aveva creato un vorticoso sistema di truffe assicurative, avvalendosi della collaborazione di un gruppo composto da assicuratori, periti, carrozzieri, medici e avvocati. E' quanto emerso dalle indagini della Polizia di Stato, che stamani hanno portato all'arresto di 65 persone. Dalle indagini e' emerso anche che dal sistema-truffe arrivavano nelle casse della cosca, ogni anno, milioni di euro, di cui beneficiavano anche i professionisti che concorrevano con la cosca.

'Ndrangheta: arresti; indagato in liberta' politico nazionale Bloccato ex consigliere provinciale Catanzaro  - Un politico della provincia di Catanzaro di livello nazionale, del quale non e' stato ancora fatto il nome, e' indagato nell'ambito dell'inchiesta Perseo della Dda di Catanzaro che stamani ha portato all'arresto, a Lamezia Terme, di 65 persone. Tra gli arrestati figura l'ex consigliere provinciale e attuale vice presidente della Sacal, la societa' di gestione dell'aeroporto lametino, Gianpaolo Bevilacqua, del Pdl.

'Ndrangheta:arresti;a legale contestato voto scambio mafioso  - Ad uno degli avvocati arrestati stamani nell'ambito dell'inchiesta Perseo coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dalla Polizia, e' stato contestato anche lo scambio elettorale politico-mafioso. Secondo l'accusa, il legale avrebbe finanziato la cosca Giampa' di Lamezia Terme attraverso un suo autorevole referente per ottenere voti alle elezioni amministrative del Comune di Lamezia Terme del 2010.

'NDRANGHETA: BLITZ POLIZIA CATANZARO, 65 ARRESTATI TRA CUI POLITICI E AVVOCATI - E' in corso una vasta operazione antimafia della polizia di Catanzaro, con la quale saranno annientate le cosche di Lamezia Terme (Catanzaro). Sessantacinque le persone colpite da arresti. Tra gli indagati e gli arrestati anche numerosi politici, imprenditori, avvocati, medici e appartenenti alla polizia penitenziaria. A numerosi arrestati, oltre al reato di associazione mafiosa, sono stati contestati diversi omicidi verificatisi in una cruenta guerra di mafia svoltasi tra il 2005 ed il 2011 in Lamezia Terme nonche' diverse centinaia di episodi estorsivi nei confronti di attivita' imprenditoriali e commerciali. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terra' in Questura alle ore 11.30.

'NDRANGHETA: BLITZ CATANZARO, TRUFFE ASSICURATIVE PER FINANZIARE ACQUISTO ARMI   - La cosca Giampa' per finanziare gli acquisti di armi e stupefacenti, nonche' per garantire il pagamento degli stipendi ai numerosi affiliati, aveva creato un vorticoso sistema di truffe assicurative avvalendosi della collaborazione di un gruppo composto da assicuratori, periti, carrozzieri, medici e avvocati, tutti arrestati dalla polizia. E' quanto emerso nel corso delle indagini dell'operazione antimafia effettuata dagli agenti di Catanzaro sul territorio di Lamezia Terme. Dalle indagini e' emerso che dal sistema-truffe arrivavano nelle casse della cosca, ogni anno, milioni di euro di cui beneficiavano anche i professionisti che concorrevano con la cosca. 

Catanzaro, operazione Perseo, arrestati 5 imprenditori affiliati alla ndrangheta

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Guardia di finanza:operazione “Perseo”. Arrestati cinque imprenditori affiliati alla ‘ndrangheta e sequestrati beni per 1.200.000 euro.

Nelle prime ore di stamani, militari del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, coordinati dalla procura della repubblica di Catanzaro – d.d.a –, hanno arrestato 5 imprenditori affiliati alla ‘ndrangheta lametina, sequestrando beni per un valore complessivo di circa 1.200.000 euro.

L’attività di polizia giudiziaria, innestata nella più ampia operazione di polizia giudiziaria denominata convenzionalmente “perseo”, è stata eseguita simultaneamente alla squadra mobile della polizia di stato di catanzaro.

I reati contestati dai finanzieri spaziano dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, alla ricettazione, fino al possesso di materiali esplodenti.

Nei confronti di due degli imprenditori, operanti nel settore dell’edilizia, è stato stigmatizzato, oltre al reato di associazione di tipo mafioso, il reimpiego di valori di provenienza illecita. E’ stato infatti acclarato che impiegavano in attività economiche edili il denaro provento delle attività usurarie svolte dai sodali della cosca di ‘ndrangheta, soprattutto mediante l’acquisto di terreni, che procedevano a “lottizzare” e ad edificare, per la successiva cessione a terzi estranei all’organizzazione delinquenziale. Sono stati svolti nei loro confronti anche accertamenti patrimoniali, individuando beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa  € 1.200.000, sottoposti a sequestro.

Un terzo imprenditore, anch’esso operante nel contesto dell’edilizia, ha partecipato all’associazione criminale con il compito, tra gli altri, di custodire e investire denaro della cosca, avviando imprese edili per conto della medesima organizzazione. Inoltre lo stesso è accusato di estorsione, per aver indebitamente preteso somme di denaro da altri imprenditori, nonché ricettazione, per aver custodito un motociclo di provenienza furtiva, consegnandolo successivamente ad un “gruppo di fuoco” dell’organizzazione criminale, al fine di perpetrare un omicidio.

Un ulteriore imprenditore, operante nel settore della fabbricazione di artifizi pirotecnici, ha fornito in varie occasioni esplosivo a diverse cosche di ‘ndrangheta,  che lo hanno utilizzato per compiere danneggiamenti a fini estorsivi a danno di altri imprenditori ovvero contro organizzazioni criminali contrapposte.

Infine, un commerciante di abbigliamento si è visto attribuire le accuse di ricettazione e favoreggiamento personale, per avere fornito appoggio logistico alla cosca di ‘ndrangheta, per la quale occultava e custodiva automezzi rubati da utilizzare anche in azioni criminali nei confronti di affiliati a cosche avversarie.

Il sequestro di beni odierno (pari, come accennato, a circa 1.200.000 euro) “completa” ed integra quello eseguito, nei mesi scorsi, dagli stessi militari del gruppo di lamezia terme nel corso dell’ operazione “medusa“, in cui furono appresi beni illecitamente accumulati dalla medesima consorteria criminale per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro.


#101calabrie: successo oltre ogni aspettativa per i primi 30 tweet della campagna social di Calabresi Creativi

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Grande successo per la campagna #101calabrie ad un mese dal lancio

Oltre 30 giorni di "cinguetii" per omaggiare i luoghi più suggestivi della Calabria, uno straordinario successo di pubblico. A poco più di un mese dal suo lancio #101calabrie, la nuova campagna social promossa da Calabresi Creativi, ha già raccolto interesse e sostegno oltre ogni ottimistica previsione, con più di 8mila accessi alle pagine web dell'iniziativa e centinaia tra re-tweet e condivisioni su social network. "Siamo stati presi in contropiede dal calore e l'entusiasmo con cui il popolo della rete ha risposto alla nostra campagna", ha commentato il presidente di Calabresi Creativi Domenico Rositano presentando un primo bilancio della campagna. "Speriamo, nel nostro piccolo, di aver concretamente contribuito alla visibilità delle tante bellezze di cui fa incetta la nostra regione".
Per tutto l'arco dell'estate, Calabresi Creativi ha deciso di suggerire ogni giorno via Twitter un luogo diverso della Calabria da visitare accostandolo all'hashtag #101calabrie. Ciascun tweet racchiude un'istantanea visiva e/o testuale del luogo suggerito e rimanderà con un link ad una sua breve descrizione e ad altre immagini.  Al termine della campagna, saranno proprio "101" gli scorci di Calabria "cinguettati" da Calabresi Creativi.
I primi 30 cinguettii hanno puntato lo sguardo su luoghi o monumenti che non hanno certo bisogno di presentazioni come il lungomare di Reggio Calabria o la Cattolica di Stilo. Ma d'altro canto la campagna ha anche dato spazio alla miriade di "bellezze" meno note eppure altrettanto significative: dalla grotta del Romito che accoglie una delle più antiche testimonianze dell'arte preistorica in Italia al castello di Roseto Capospulico, famoso per aver ospitato la Sacra Sindone. "Il riscontro avuto fin qui ci spinge a continuare il nostro viaggio "social" della Calabria con ancor più entusiasmo", ha dichiarato Rositano "sperando che anche i turisti che si apprestano a passare le loro vacanze in Calabria twittano foto e momenti suggestivi della nostra regione usando #101calabrie".
Fondata nel 2011 da 4 giovanissimi professionisti calabresi, l'associazione Calabresi Creativi si è data come missione di importare e diffondere in Calabria idee ad alto contenuto d'innovazione per contribuire al suo sviluppo territoriale. L'associazione è al momento impegnata nell'implementazione


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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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SCUOLA – In arrivo un anno scolastico all’insegna del caos: un istituto su quattro sarà senza dirigente

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SCUOLA – In arrivo un anno scolastico all'insegna del caos: un istituto su quattro sarà senza dirigente

 

Agli inspiegabili ritardi sulle assunzioni e di conseguenza sul conferimento di 100mila supplenze, ora si aggiunge il problema del concorso per 2.386 nuovi dirigenti: sei regioni rimangono "appese" alle sentenze dei giudici, con 2mila scuole su 8mila orfane da settembre del loro capo d'istituto e affidate in reggenza.

 

Anief-Confedir: risolvere l'emergenza in Lombardia non basta, come sostiene il Ministro. Urge più che mai una soluzione politica per tutto il territorio nazionale.

 

L'anno scolastico 2013/2014 sarà uno dei più caotici degli ultimi decenni: dopo aver ravvisato la mancanza di posti liberi per i vincitori del concorso per diversi degli 11.542 nuovi docenti, a causa del taglio agli organici e della riforma Fornero, e il mancato decreto autorizzatorio per l'assunzione dei già pochi 15mila precari, con 100mila supplenti costretti a cambiare più volte le scuole assegnate, ora scopriamo che a settembre un istituto su quattro sarà privo del proprio dirigente scolastico. E che altrettante scuole dovranno mettere a disposizione il proprio capo d'istituto per le reggenze. Tutto per colpa della pessima gestione del concorso per dirigenti scolastici, che avrebbe dovuto selezionare 2.386 nuovi presidi, ma che a due anni di distanza ha prodotto una mole di contenziosi da guinness dei primati. Con 8mila ricorrenti che attendono gli esiti della giustizia e le procedure concorsuali a rischio rifacimento in almeno cinque regioni.

 

Il risultato di questa situazione è che dal prossimo 1° settembre oltre 1.100 istituti inizieranno l'anno scolastico senza dirigente scolastico. Altre 600 scuole, sottodimensionate, saranno affidate per la legge sul "dimensionamento" in reggenza. E ulteriori centinaia rimarranno prive, per vari motivi, del loro capo d'istituto. Lo stesso Ministro Carrozza, nel corso di un question time, il 24 luglio ha ammesso che in Campania si è in attesa di una pronuncia cautelare; in Abruzzo è arrivata solo una sentenza di primo grado; in Molise è pendente il giudizio di appello, con lo slittamento delle prove a dopo l'estate; in Toscana il Consiglio di Stato, su richiesta del Ministero, ha sospeso la sentenza di primo grado e per conoscere il destino dei ricorsi bisognerà attendere l'autunno.

 

Si attende, inoltre, la sentenza del Consiglio di Stato per le irregolarità ravvisate nel concorso della Calabria. Poi c'è la Lombardia, dove, dopo l'annullamento degli scritti, a seguito della sentenza n. 03747/2013 (sezione sesta), sempre da parte del Consiglio di Stato, ha costretto i responsabili dell'Usr a svolgere l'imbarazzante operazione di sostituzione delle buste oggetto di contestazione e che di ricostituzione dei plichi riguardanti le prove scritte del concorso per selezionare 355 nuovi ds.

 

"Il Ministro– sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – prenda atto di essere subentrato a gestire un concorso gestito male sin dall'inizio, con migliaia di candidati che sono ricorsi al Tar perché l'amministrazione ha sommato errori su errori. Ad iniziare dalla realizzazione di migliaia di quiz sbagliati. L'Anief, pertanto, ribadisce l'esigenza di attuare il prima possibile una soluzione politica: Carrozza deve trovare il coraggio per procedere alla rinnovazione dell'intera procedura concorsuale. Inficiata sin dalle prove preselettive".

 

"Chiediamo al Ministro– continua Pacifico – di adottare, come primo responsabile del Miur, una risposta adeguata alle necessità che si sono venute a determinare a seguito del concorso: l'ex Ministro Gelmini, infatti, si limitò ad eliminare, a pochi giorni dalla prova preselettiva, i già tanti test preselettivi errati, mediamente uno ogni sei. Ma poi i partecipanti alla prova del 12 ottobre 2011 ravvisarono la presenza di diversi altri quesiti errati. L'Anief lo denunciò subito: quelle prove andavano rifatte".

 

Anche il seguito del concorso ha presentato non pochi problemi. Ad iniziare dai procedimenti di valutazione delle prove scritte. Passando per le buste contenenti i dati personali dei candidati. Sino alle clamorose denunce sulla presenza di membri delle commissioni del concorso in stato di incompatibilità rispetto a quanto previsto dal bando. Con la magistratura penale che, a tal proposito, si sta occupando della rilevazione di eventuali reati.

 

"Per questi motivi– spiega ancora il sindacalista Anief-Confedir - il Ministro deve il prima possibile convincersi che l'esito del concorso per dirigenti non è ormai più legato all'esito dei singoli contenziosi. Ma occorre un provvedimento d'urgenza per riparare alla cattiva gestione di tutta la procedura. In caso contrario si metterebbe a repentaglio l'avvio del nuovo anno scolastico".

 

Non convince davvero la risposta della Carrozza al question time, con prima firmataria la capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera, Maria Coscia, secondo la quale, alla luce dei tanti contenziosi in atto, il Governo deve provvedere "ad adottare le misure necessarie per superare questo stallo che può compromettere la funzionalità di molte scuole nonché il regolare avvio del prossimo anno scolastico": Secondo il Ministro, infatti, il Miur avrebbe da preoccuparsi solo dello stato del contenzioso in Lombardia, mentre nelle altre regioni interessate "il numero dei posti a concorso o di quelli disponibili in organico è molto limitato, sicché - ha detto Carrozza - gli effetti del contenzioso descritto sono ridotti".

 

"Ma non avrebbe senso– ribatte Pacifico – limitarsi a sanare la situazione della Lombardia: gli errori sono stati fatti anche altrove e se qui i posti sono numericamente ridotti non c'entra nulla con il danno comunque arrecato a migliaia di partecipanti. Per questo occorre far ripetere le prove a tutti i ricorrenti. E, nel frattempo, procedere all'assorbimento dei candidati idonei che hanno dimostrato di meritare la dirigenza superando le verifiche, scritte e orali, cui sono stati sottoposti negli ultimi due anni".

 

26 luglio 2013                                      
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Luigi Palamara
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Caso Rappoccio, Chizzoniti: ''Dimissioni paradossali che rispondono a strategia infantile''

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Reggio Calabria 26 luglio 2013 - ''Le paradossali dimissioni con decorrenza 24 settembre andante, quindi con efficacia insolitamente differita, formalizzate dal Consigliere Regionale Antonio Rappoccio da poco reintegrato, ubbidiscono ad una strategia infantile che insulta l’intelligenza anche un bambino ancorché palesemente finalizzata a bizantineggiare in un arco temporale fra l’altro scandito dall’udienza del T.D.L. già fissata per il 07.08.2013. nel contempo oltraggiano il Consiglio Regionale perché legittimano la consumazione di una moltitudine di reati della cui reiterazione nessun Magistrato coinvolto inquirente o giudicante, si è minimamente preoccupato, sdoganando spericolatamente un Consigliere che si è esaltato strumentalizzando cinicamente il dramma della disoccupazione giovanile''.

Lo afferma in una nota l'avvocato Aurelio Chizzoniti, grande accusatore e ormai ex consigliere regionale per via del reintegro di Rappoccio. Per l'ex presidente della Commissione di Vigilanza ''Si è superato ogni limite ed oggi in sospetta quanto insolita versione francescana volta a sterilizzare il ripristino della misura cautelare frettolosamente revocata lo stesso rinuncia ai rimborsi (quali?) dopo aver saccheggiato almeno 70.000.00 € del gruppo, facendosi, altresì, rimborsare più volte le stesse spese e soprattutto gli stessi biglietti aerei. Il predetto, chiede spudoratamente comprensione – ma soltanto per due mesi – perché libero…… di ricominciare. A questo punto - prosegue la nota di Chizzoniti - bisogna capire se è un KamiKaze oppure se ritiene di poter contare su sponde affidabili in ambienti, per fortuna minoritari ed eclettici, della Magistratura giudicante. Un fatto è certo: l’escarcerazione di Rappoccio lambisce il modello tecnico di cui all’art. 379 c.p. (favoreggiamento reale) e più di un Magistrato dovrà dare conto per questa stravagante quanto risibile goliardata. Qualcosa di simile - conclude - è avvenuta quando un Ministro della Sanità tempo fa dichiarò fuori legge taluni coloranti utilizzati in articoli commestibili aggiungendo: “Sono nocivi per la salute. E’ vietato il commercio però a far data dal primo gennaio del prossimo anno! Un tale Assessore della Giunta Arena che di nome fa Luigi Tuccio si dimise per via di una para-suocera! Rara avis e da santificare senza se e senza ma!''

OSTIA, MARINO: LOTTA A MAFIA PRIORITA' COMUNE.

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OSTIA, MARINO: LOTTA A MAFIA PRIORITA' COMUNE.

DA 10 GIORNI AVVIATA REVISIONE AFFIDAMENTI E PRESTAZIONI

"Desidero esprimere grande soddisfazione per l'operazione della Squadra Mobile di Roma che questa mattina ha portato all'arresto di ben 51 appartenenti ai gruppi criminali legati alle famiglie Fasciani, Triassi e  D'Agati. Una cupola mafiosa che da anni si era infiltrata nel tessuto produttivo e sociale della Capitale, gestendo soprattutto i propri traffici sul litorale di Ostia attraverso una lucida spartizione del territorio e una pianificazione di interventi e omicidi. Ostia è un'area cittadina importante e vitale alla quale questa amministrazione ha dato sin da subito un segnale di aiuto e attenzione. Lo scorso 17 luglio io stesso sono andato nel X Municipio per testimoniare al presidente Andrea Tassone la ferma intenzione di Roma Capitale di sgominare il malaffare, contribuendo ad accendere i riflettori su una realtà da troppo tempo lasciata alla mercé di gruppi criminali. Negli ultimi 10 giorni ho avviato una revisione puntuale di tutti gli affidamenti di prestazioni e servizi nel X Municipio, avvenuti per conto del Comune negli anni passati, al fine di evidenziare elementi di criticità. Ringrazio tutte le forze dell'ordine e ogni singolo agente impegnato in questa operazione. La legalità è il presupposto indispensabile per la convivenza civile e per una città moderna ed europea". Lo afferma il sindaco di Roma, Ignazio Marino.

 




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Duomo di Milano - Appello ai Milanesi per il sostegno al restauro - Assoedilizia e Associazione Amici di Milano

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RESTAURO DEL DUOMO DI MILANO: COLOMBO CLERICI
ACCOGLIE E RILANCIA L'APPELLO DI CALOIA
PER TROVARE I FONDI CHE MANCANO (13 MILIONI)
 
 
Mancano altri 13 milioni di euro per completare, entro Expo 2015, i restauri del Duomo di Milano: 12 cantieri, tra la Guglia Maggiore, i quattro gugliotti, le 129 guglie minori, le falconature e il rifacimento delle campate di copertura del tetto, al lavoro oltre cento tra scultori, tecnici e operai specializzati, diretti dall'ingegnere Benigno Moerlin Visconti Castiglioni.

"I fondi pubblici si sono praticamente azzerati, gli introiti di una serie di attività avviate – tra cui "Adotta una Guglia" (2 milioni e mezzo raccolti finora), i concerti, i cartelloni pubblicitari ed altro ancora – non sono sufficienti" lamenta il presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo (la più antica azienda della città che proprio nel 2013 compie 625 anni) Angelo Caloia:

 "Occorre il contributo, anche di un solo euro, di ogni milanese".


Accoglie e rilancia l'appello il presidente di Assoedilizia, dell'Associazione Amici di Milano e dell'Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici:

"Il Duomo appartiene storicamente ai milanesi: e' un figlio adottivo dei milanesi e come ogni figlio comporta l'impegno a sostenerlo per tutta la vita".

Tale impegno è di dimensioni impressionanti: la semplice manutenzione ordinaria costa 20 milioni l'anno.

Ma è anche vero che il Duomo ripaga i milanesi anche da un punto di vista economico: secondo uno studio della Camera di Commercio di Monza e Brianza e di Anholt Brand Index, il brand Milano vale 400 miliardi di euro, il Duomo incide con un valore pari a 82 miliardi.

Durante i sei mesi di Expo sono attese 20 milioni di persone; e diversi milioni di loro visiteranno il monumento-simbolo della città. 



Foto:

- Colombo Clerici con Angelo Caloia

- I lavori in corso, di restauro del Duomo : foto del 16 luglio 2013



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