L'INVINCIBILE FEDERICO
Domenico Salvatore
"Mister Volare", direbbe…" Ma come hai fatto?…". Estrapoliamo la domanda, e la giriamo alla dottoressa Teresa Marino, dirigente della scuola media 'F. Jerace ' di Lazzaro, agro di Motta San Giovanni. Non sappiamo se sia stata la fortuna dei novellini, il caso, la coincidenza, il sincronismo, la concomitanza od altra causa. E perché no, la bravura della 'preside'. O più probabilmente la cultura. Sicuramente, il dialogo fra le istituzioni. Scuola e magistratura, ma anche Letteratura, Saggistica, Giornalismo d'inchiesta, Ricerca Storica e quant'altro, si parlano. Non è poco in questa terra, di Calabria, dove i giornali parlano linguaggi diversificati, rispetto agli eventi unici ed univoci e diversi; e si scaglino gli uni contro gli altri. Mettere contemporaneamente, intorno al medesimo tavolo, due personaggi di respiro mondiale, non è impresa facile per nessuno. Federico Cafiero De Raho è il procuratore capo della Repubblica della città di Reggio Calabria, centro principale della 'ndrangheta; se non capitale mondiale della "Gramigna". Antonio Nicàso professore dell'Università di California, è tra i più esperti, se non il massimo esperto di mafia del pianeta. La "patata bollente" del moderatore/trice, è rimbalzata fra le mani della dottoressa Tiziana Cuzzupoli, della Pro Loco motticiana.
In sostituzione della presidentessa Ida Cotrupi, reduce da una convalescenza. Forse, ha frequentato un corso accelerato di training autogeno per controllare bene: ansia, stress ed emozioni. L'anfitrione, pur dotato di un ottimo scilinguagnolo, ha dovuto combattere con la tensione che sfiorava i 380 V. e faceva tremare le vene dei polsi. Tutto sommato è andata a gonfie vele. Un metronomo perfetto, che ha saputo scandire i tempi, in maniera armonica e melodiosa, senza annoiare né infastidire l'uditorio. L'aula magna era strapiena di studenti, di body-guard e qualche giornalista di straforo, Ma non potevamo perdere l'occasione di riabbracciare Antonio Nicàso, "vecchio lupo", nostro compagno di viaggio e d'avventura per diversi anni, Gazzetta del Sud, Oggisud. Sulla prima linea riggitana ai tempi della guerra di mafia; sulla frontiera calabrese nel periodo dell'anonima sequestri. Le solite, ingannevoli pantomime sull'assunzione in redazione, la laurea, la valigia ed i sogni. Il "signor Nessuno", (piccolo corrispondente da Caulonia RC, suo paese di nascita ) diventò un professore dell'Università americana in Canada e Stati Uniti; saggista, giornalista, scrittore, ricercatore, docente e consulente; il massimo esperto di 'Ndrangheta a livello internazionale. Da solo od in coppia con il giudice Nicola Gratteri ed altri, ha scritto tutta una serie di libri, alcuni dei quali sono diventati best-sellers….
Alle origini della 'ndrangheta: la picciotteria (1990); Gli usurpatori e gli usurpati (1990);Deadly Silence: Canadian Mafia Murders (1993);'Ndrangheta: le filiali della mafia calabrese (1994); Io e la mafia: le verità di Giulio Andreotti (1995);Global Mafia: The New World Order of Organized Crime (1995) - tradotto in francese, ungherese, indonesiano, cinese e giapponese;Bloodlines: the rise and the fall of the Mafia's Royal Family (2001), tradotto in francese (Les liens du sang: l'apogée et la chute d'une grande famille de la mafia, 2001);Rocco Perri: The Story of Canada's Most Notorious Bootlegger (2004) - tradotto in italiano (Il Piccolo Gatsby, 2006);Angels, Mobsters and Narco-Terrorists: The Rising Menace of Global Criminal Empires (2005), - tradotto in francese (Trafic de drogue, 2006); Fratelli di sangue (con Nicola Gratteri, 2006);Senza Onore, antologia di testi letterari sulla 'ndrangheta (2007); 'Ndrangheta. Le radici dell'odio (2007);Il Grande Inganno: I disvalori della 'ndrangheta (con Nicola Gratteri e Michele Borrelli, 2008);Fratelli di sangue, Storie, boss e affari della 'ndrangheta, la mafia più potente del mondo (con Nicola Gratteri 2009) - tradotto in olandese (Bloedbroeders, 2009) e spagnolo (Hermanos de Sangre, 2009);
Cosenza, sangue e coltelli (con Nicola Gratteri e Valerio Giardina 2009);La Malapianta (con Nicola Gratteri) – 2010;La mafia spiegata ai ragazzi – 2010; La giustizia è una cosa seria (con Nicola Gratteri) – 2011;La mafia fa schifo (con Nicola Gratteri) – 2011; La mafia spiegata ai ragazzi (con Marco Pignotti) – 2011; Dire e non dire: i dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati (con Nicola Gratteri) – 2012; Made Men, Mafia culture and the Power of Symbols, Rituals, and Mith (with Marcel Danesi) – 2013; Acqua santissima, La Chiesa e la 'Ndrangheta, storie di potere, silenzi e assoluzioni (con Nicola Gratteri) – 2013; Cacciatori di tracce, Storie e tecniche di investigazioni sulla scena del crimine (con Sergio Schiavone) - 2014. I Dik Dik direbbero…'Lasciò il suo paese all'età di vent'anni / con in tasca due soldi e niente di più/aveva una donna che amava da anni/lasciò anche lei per qualcosa di più/Promise a se stesso di non ritornare/al vecchio paese della sua gioventù/dove nessuno voleva sognare/i campi d'arare e niente di più/Cominciò così a fare il vagabondo/girando paesi e città/cercando fortuna in quartieri del mondo/dimenticando la sua povertà/…'La lectio magistralis, era cominciata con l'Inno Nazionale. Un magic-moment, che ha esaltato la bravura del coro scolastico e dei maestri, pardon professori. Ma che ha elettrizzato il procuratore e non solo. Troppa grazia Sant'Antonio! Poi è salita in cattedra la dottoressa Teresa Marino, che non ha chiesto l'aiutino del personal trainer.
Ma stormiva come le fronde allo Zefiro, messaggero di primavera. Tuttavia, il dirigente è riuscito a sua volta a tenere a freno l'emozione, che cavalcava come Xanto, Balio e Pegaso. La 'preside', ha affrontato en passant, il delicato argomento della bellezza. Un mare magnum nel quale è facile naufragare, in mancanza di una cultura di spessore o della disponibilità di tempo materiale necessaria per poter affrontare l'argomento nelle varie sfaccettature. L'uditorio, ha gradito il suo intervento ed il suo senso della bellezza e lo ha sottolineato con un grosso applauso. Ma, che cos'è la bellezza, che filosofi, scrittori, poeti, musicisti, artisti contemplano e traducono nel loro linguaggio? Il solito dilemma: è bello ciò che è bello o ciò che piace? Nel concetto di bellezza, c'azzeccano o no i cinque sensi? C'entrano la virtù e la divinità per delineare la bellezza naturale? L'antica storia di Narciso per esempio tratta la distinzione fra bellezza e vanità… Al riguardo, Kant nella Critica del giudizio, fonte Wikipedia, analizza il bello dandone quattro definizioni, che ne delineano altrettante caratteristiche:il disinteresse: secondo la categoria di qualità un oggetto è bello solo se è tale disinteressatamente quindi non per il suo possesso o per interessi di ordine morale, utilitaristico ma solo per la sua rappresentazione; l'universalità: secondo la quantità il bello è ciò che piace universalmente, condiviso da tutti, senza che sia sottomesso a qualche concetto o ragionamento, ma vissuto spontaneamente come bello;
la finalità senza scopo: secondo la categoria di relazione un oggetto è da considerarsi bello senza che la sua contemplazione sia mirata a uno scopo preciso, ovvero la sua rappresentazione è finalizzata unicamente a se stessa; la necessità: secondo la categoria di modalità è bello qualcosa su cui tutti devono essere d'accordo necessariamente ma non perché può essere spiegato intellettualmente; anzi, Kant pensa che il bello sia qualcosa che si percepisce intuitivamente: non esserci quindi "principi razionali" del gusto, tanto che l'educazione alla bellezza non può essere espressa in un manuale, ma solo attraverso la contemplazione stessa di ciò che è bello. Senza scomodare Aristotele, Platone, Gianbattista Vico sino a Kant...il vero, il fatto, l'arte. Spazio alla tecnologìa. Una piccola ma importante particina, l'hanno avuta gli audiovisivi, con la proiezione di una slide. In aula c'erano ovviamente gl'insegnanti, che hanno lavorato al progetto. Il servizio d'ordine all'esterno era assicurato dalla Polizia e dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo diretta dal capitano Gennaro Cascone, presente alla manifestazione in prima fila; assieme al commissario capo della Polizia di Stato Gesualdo Masciopinto, in rappresentanza del questore di Reggio Calabria, Guido Nicolò Longo, assente per improrogabili impegni istituzionali. La scaletta, prevedeva il saluto del sindaco di Motta San Giovanni, ing. Paolo Laganà.
Il primo cittadino "motticiano, non si è limitato ai soliti, scontati, inevitabili, doverosi saluti di facciata. Ha sottolineato le battaglie negli anni, del suo Comune, a sostegno della legalità. Compresa la costituzione di parte civile nei processi mafiosi. Ha ricordato pure, la decisione di assegnare un bene immobile sequestrato alla mafia che sarà consegnato ad una famiglia, che casa non ha. Laganà ha parlato brevemente, quasi en passant di Mauro Rostagno; un sociologo e giornalista italiano. Cresciuto a Torino in una famiglia di umili origini, muore a 46 anni in Sicilia, vittima di un agguato mafioso. Oltre alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, vennero acquisiti i risultati di una perizia balistica che accertò che Rostagno venne ucciso con lo stesso fucile impiegato per eliminare il poliziotto Giuseppe Montalto nel 1995 e per compiere altri omicidi di mafia nella provincia di Trapani; come esecutore materiale del delitto Montalto era già stato condannato in via definitiva Vito Mazzara, capo della cosca di Valderice e strettamente legato al boss Vincenzo Virga: per queste ragioni, nel 2009 venne inviato un mandato di custodia cautelare in carcere per Virga e Mazzara, accusati di essere rispettivamente il mandante e uno degli esecutori materiali del delitto Rostagno.
A Trapani, dal febbraio 2011, è stato riaperto ed è tuttora in corso, il processo per la morte di Rostagno, dopo 23 anni dall'uccisione del giornalista per mano mafiosa. E di Peppino Impastato, giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978. Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent'anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo. Qualche battuta , pure su Peppino Impastato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato; nacque a Cinisi (Palermo) nel 1948, in una famiglia mafiosa.
Tiziana Cuzzupoli, ha presentato ovviamente anche l'altro personaggio dello storico pomeriggio, il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho… Entra in Magistratura nel 1977, Pubblico Ministero a Milano e dal 1984 a Napoli, ha condotto numerose battaglie giudiziarie contro la Camorra, in particolare contro il Clan dei Casalesi facendo catturare numerosi latitanti e coordinando un pool di magistrati che ha indagato sulle cosche del casertano; negli anni 1990 e 2000 ha fatto parte del pool che ha coordinato le indagini contro il clan camorristico dei casalesi, attività investigativa che poi è sfociata nel famoso Processo Spartacus dove De Raho ha rappresentato la pubblica accusa facendo condannare centinaia di camorristi. Dal 2006 al 13 marzo 2013 è stato Procuratore aggiunto di Napoli; Il 13 marzo 2013 il plenum del CSM nomina, con 12 voti a favore contro gli 8 del procuratore di Caltagirone Francesco Paolo Giordano, De Raho nuovo procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Il 4 maggio 2013 ha ricevuto il premio Gerbera Gialla per la giustizia, consegnatogli a Reggio Calabria dall'associazione antimafia Riferimenti. Scriveva Pino D'Amico su ReggioPress…giovedì 11 aprile 2013… Si è insediato il procuratore capo Federico Cafiero De Raho, stamani, nelle funzioni di Procuratore della Repubblica. La presa di possesso del nuovo ufficio è avvenuta al termine di una breve cerimonia, tenutasi negli uffici giudiziari del Cedir e presieduta da Luciano Gerardis, presidente del Tribunale. Il neo procuratore capo, ha poi salutato le autorità cittadine e della provincia, tra cui il prefetto Vittorio Piscitelli, il vice direttore generale della Pubblica sicurezza e direttore centrale della Polizia criminale, prefetto Francesco Cirillo, il primo presidente della Corte d'Appello Giovanni Battista Macrì, il procuratore generale Salvatore Di Landro e il prefetto Vincenzo Panico, coordinatore della Commissione Straordinaria del Comune di Reggio Calabria, il sostituto procuratore della Dna compente per il Distretto reggino Francesco Curcio nell'auditorium "Gianni Versace".
Successivamente, nella stessa sala, il dottor Federico Cafiero De Raho, introdotto dal presidente del Tribunale Luciano Geradis, e alla presenza del procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza, ha incontrato i rappresentanti della stampa. "Il percorso che si è aperto è importante, opereremo al meglio, senza dubbio, con una squadra come quella che esiste, i successi arriveranno. - ha detto il procuratore capo - Sono un uomo dello Stato e l'obbligatorietà dell'azione penale è un precetto costituzionale, l'uguaglianza di tutti davanti alla legge è un precetto costituzionale e noi osserviamo innanzitutto la legge. "La legge non si intimidisce mai, così come la giustizia. Di magistrati comunque passano e ne arrivano sempre di migliori". Così il procuratore Federico Cafiero de Raho ha risposto alle domande dei cronisti sulle intimidazioni ai magistrati reggini. Il nuovo procuratore ha poi aggiunto che è necessario "riuscire a cogliere gli stessi successi e tentare di dare la massima fiducia a tutti. Fare in modo che le associazioni possano operare, che i giovani siano vicini alla Giustizia e che la cultura della legalità si impadronisca totalmente di questo territorio". Seguiamo questo integerrimo rappresentante della Giustizia italiana da diversi anni. In maggior parte sulla stampa nazionale…Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 ore, Famiglia Cristiana, L'Espresso ecc. Ma poi, su internet. Ci siamo occupati anche noi, da sette anni on line, delle operazioni storiche a Napoli effettuate dalla DDA da lui diretta. Famosa fu la sua netta opposizione allo sdoppiamento della DDA (con l'ipotesi "azzardata" di Napoli Nord).Due personaggi di successo si diceva e di respiro planetario. Ma non per caso, né per avventura. Frutto del loro destino, della loro fortuna, Unusquisque faber est fortunae suae?
Della loro intelligenza e del loro impegno, della loro ambizione, del loro ingegno? Il successo dei due è dovuto a nostro avviso in maggior parte al carisma ed alla comunicabilità; a parte s'intende la cultura, il loro patrimonio lessicale, il sapere, la nozione, la metodologìa. Sanno ammaliare meglio di Mandrake ed il mago di Hamelin. De Raho…Voi dite: abbiamo l'onore di. Ma nooooo, l'onore è mio. Mi ringraziate? Noooo sono io che ringrazio voi. Già mi avete emozionato con l'Inno Nazionale. Entrando poi in argomento Cafiero De Raho ha ricordato che il bene bisogna ripeterlo. Il male mai. 'Imparate a giudicare l'uomo dal suo Q.I. dalla testa, dal pensiero, dalla mente. Non dalla statura'. Celiando aggiunge… 'Io, per esempio mi sento…invincibile'. La scuola è importante perché educa l'uomo ed il cittadino. La vita in se stessa, non è l'unico bene. Ci sono i valori morali ed ideali. La mafia o uccide od infanga, ma spesso usa entrambe le armi. Una cosa è certa. La mafia si fonda sull'omertà e finisce, quando finisce l'omertà. De Raho ha sottolineato che l'uomo nasca libero; l'uomo è uomo perché è libero. Oggi, non ci sono schiavi. La libertà è più importante. Oggi non ci sono schiavi. Ci sono persone perbene e persone che non lo sono. Bisogna difenderla coi denti e con le unghie…
Vim vi repellere licet (è lecito respingere la violenza con la violenza); esprime un antico principio di diritto, noto anche come legittima difesa, che consente ad un soggetto che subisce una offesa ingiusta di difendere i propri diritti con l'uso della forza, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Anche il Codice Penale all'art. 52 prevede che "non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa". Il moderatore/trice, ancora non dà la parola al professore Antonio Nicaso. Prima c'è l'importantissima parentesi del testimone di giustizia, Filippo Cogliandro, che ha raccontato la sua odissea. Galeotta fu la richiesta del camorrista si sgarro… "Fai un'offerta per i cugini" quantificabile in trecento euro iniziali…la richiesta del famigerato pizzo, tangente o mazzetta:"I miei figli e parenti, che si sono dichiarati pronti a lottare al mio fianco, non mi avrebbero mai perdonato una simile follìa. Regalare la mia libertà e quella dei parenti su un piatto d'argento a malavitosi che non hanno mai lavorato in vita loro e vivono a scrocco sulle spalle della comunità. Non me la sono sentita.
Non solo non ho pagato, ma sono andato dai Carabinieri a fare la denuncia, raccontando per filo e per segno, fatti, nomi, circostanze e tutti gli altri dettagli utili alle indagini. In calce, la mia firma ben leggibile e la testimonianza in Tribunale soprattutto assicurata; perché quella è importantissima. Sono convinto che se tutti i commercianti, gl'imprenditori i tourist operator, gestori ecc. e le altre figure connesse, faranno come me, la mafia verrà battuta. E soprattutto dobbiamo difendere la libertà e la democrazia, che sono veramente in pericolo. Io la mafia nella mia terra non la voglio e combatterò, perché ciò sarà un sicuro investimento sulla libertà, che non ha prezzo. Non voglio emigrare. Invece resterò nella mia terra che tanto amo e continuerò a parlare del bello, del territorio, della cucina e della legalità. Non finirò mai di ringraziare pure don Luigi Ciotti, che mia ha sorretto, sostenuto ed incoraggiato. Ringrazio anche il Comando Generale dell'Arma Benemerita dei Carabinieri; il Comando Provinciale. In modo particolare, il capitano Gennaro Cascone, comandante della Compagnia di Melito Porto Salvo, che sono vicini a me, alla mia famiglia, alla mia attività". Curiosa fu la modalità della notizia… Un giornale:"Un italiano si ribella al pizzo"; un altro giornale:" un calabrese, si ribella al pizzo". Una terza testata:" Un ristoratore della provincia di Reggio si rifiuta di pagare la 'mazzetta'". Un quarto giornale:"Vive sulla Costa Jonica il ristoratore che si rifiutò di pagare la tangente alla cosca dei Barreca".
Un quinto giornale, scrisse che il ristoratore fosse del comune di Motta San Giovanni. E solo un sesto quotidiano, precisò che fosse di Lazzaro e tutti capirono che quel ristoratore si chiamasse, Filippo Cogliandro. L'omertà dei giornali? Ma di che cosa stiamo parlando?
Poi è stata la volta del professore Antonio Nicaso che ha raccontato la sua vita e le sue esperienze private e professionali al servizio dell'uomo e del cittadino, della libertà e della democrazia e di tutti gli altri valori morali ed ideali, che hanno mosso i suoi passi. Piccolo corrispondente di Caulonia, alto Jonio reggino, per diverse testate giornalistiche. Le solite promesse da marinaio, di farlo entrare in redazione. Uno stipendio sicuro per non abbandonare la Calabria. Invece niente di niente. Solo inganni e falsità L'amarezza e la delusione, la rabbia, il dispiacere, la collera e la valigia. Un futuro incerto ed insicuro, tutto da inventare. Partire da zero, in…" terra straniera Quanta malinconia!/ Quando ci salutammo, non so perché/ tu mi gettasti un bacio e fuggisti via,/ eppure adesso, te lo confesso,/ non penso a te ... /Non li ricordo più quegli occhi belli/ pieni di luce calda ed infinita.../ Mi son dimenticato i tuoi capelli/ e la boccuccia ch'era la mia vita./ Ma sogno notte e dì la mia casetta,/ la mia vecchietta che sempre aspetta.../ L'amore del paese e della mamma/ è una gran fiamma che brucia il cuor!/Questa tristezza, questa nostalgia/ sono il ricordo dell'Italia mia!.../".
La fortuna lo ha aiutato, unusquisque faber est fortunae suae, ma lui ci ha messo tutto se stesso, la sua classe, la sua intelligenza, il suo savoir-faire. Niente e nessuno gli hanno regalato nulla. La tenacia, la caparbietà, la cicciutaggine, ostinazione e testardaggine, caratteristiche del calabrese, sono state la sua arma migliore. Anni ed anni di studio matto e disperato sui libri, negli uffici a spulciare carte, con la pazienza certosina di San Francesco. Non si arriva per caso al successo; né con una sonora pedatona sul posteriore. Senza i "numeri" di fondo, l'ossatura, la gavetta, anni di sacrifici, privazioni, umiliazioni, rinunce non si va da nessuna parte. Mentre altri stavano in vacanza a sollazzarsi…Acapulco, Copa Cabana, Miami Beach, Seychelles, Sharm El Sheik, Maldive, Costiera amalfitana, Isole Eolia o Lipari, Versilia, Rimini, Riccione o altri paradisi artificiali della Polinesia, il "povero" Nicàso, oppresso dalla canicola rovente, trovava refrigerio e spulciava le sudate carte in qualche scantinato. Un servizio di smisurato valore culturale, si dirà. Fra comprensibili ristrettezze economiche e disagi morali, sociali, spirituali. Poi finalmente, il raggio di sole illuminante. La pista giusta. La strada maestra. La giusta ricompensa sacrosanta per 'l'uomo con la valigia'.
Vicende che i lettori sovrani conoscono bene per averle estrapolate dai libri che Antonio Nicaso ha scritto a due ed a quattro mani con altri; ma che , ascoltate dalla viva voce del protagonista hanno ben altro sapore. In mezzo, anche l'intervento, della presidente della Commissione regionale Pari Opportunità avv. Giovanna Cusumano, che ha portato il suo contributo alla discussione, sempre puntuale e tempestivo ma anche pertinente ed inerente, efficace e funzionale. Poi le domande per i due…"Procuratore De Raho, dall'11 aprile dello scorso anno si trova a dirigere una Procura al quanto delicata. Lei stesso ha affermato durante la cerimonia formale di insediamento "con i colleghi condividerò il mio impegno costante al contrasto della criminalità organizzata" Qual è a suo avviso la strada da percorrere al fine di estirpare definitivamente i condizionamenti mafiosi?...Un pentito, nel suo memoriale, ha riferito di voler ritrattare le sue dichiarazioni sostenendo di essere stato manovrato dai magistrati della Dda di Reggio Calabria, definiti "una cricca di burattinai", Procuratore De Raho non crede che ormai la mafia o la 'ndrangheta si stiano muovendo utilizzando strategie particolarmente raffinate e tra questa c'è anche quella che vuole provocare separazioni o divisioni tra coloro che la contrastano?...
Nel territorio di Reggio Calabria la 'ndrangheta subisce colpi durissimi da parte dello Stato e reagisce con vari atti, l'ultimo in ordine di tempo il ritrovamento dell'arsenale nella Piana di Gioia Tauro. Per l'occasione c'è stato un vertice fra lei ed il ministro Alfano con l'obiettivo di analizzare l'escalation della 'ndrangheta, ma anche una valutazione complessiva sulla situazione della criminalità organizzata in Calabria, senza dimenticare lo stato di salute degli enti locali che continuano a registrare infiltrazioni e collusioni con la stessa 'ndrangheta. Perché ancora ciò accade? Come bisogna intervenire?...Procuratore De Raho, lei in più occasioni ha esortato gl'imprenditori in modo particolare a denunciare e a non piegarsi alle estorsioni delle cosche. Coscienza economica e coscienza civile devono sovrapporsi. Può essere questa a suo avviso la giusta strada da percorrere per essere più ottimisti sul futuro di Reggio? " Ad alcune domande poste dai vari Consolato Marcianò, Beatrice Campolo, Alice Ligato, Adriana Caserta, ha risposto De Raho; ad altre, Nicàso. Son venuti fuori interessanti fatti, riportati dalla cronaca ma sconosciuti agli studenti distratti…5 tonnellate di cocaina sequestrate al megaporto di Gioia Tauro, negli ultimi due anni chissà quante ne sono uscite senza essere state scoperte. Sul riciclaggio del denaro sporco Nicaso, ( è vero o no, che sia tifoso del Milan?) precisa:" Prima bisognava seguire il denaro; ora non si sposta più. Non è facile scoprire gl'inghippi.
Anche perché vi sono banche off-shore, che non chiedono la provenienza, né gl'interessa più di tanto. Sulla nuova Legge sullo scambio di voti, il professore sibila: fatta la legge trovato l'inganno. Qualcosa si sta muovendo, ma non siamo al top. Nicaso, vuole smentire il miti degli uomini d'onore. Ma quando mai!?!? Sono piuttosto uomini del disonore, ladri di galline che ammazzano donne e bambini a colpi di lupara e pistole o scariche di mitraglietta. Film come "Il Padrino" che si sono sostituiti al filone western. Si è parlato di Placido Rizzotto. Un sindacalista italiano, venne rapito e ucciso da Cosa Nostra nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, per il suo impegno a favore del movimento contadino per l'occupazione delle terre. Mentre veniva assassinato, il pastorello Giuseppe Letizia assistette al suo omicidio di nascosto e vide in faccia gli assassini. Per questo venne ucciso con un'iniezione letale, fattagli dal boss e dottore Michele Navarra (il mandante del delitto di Placido Rizzotto.
Il 9 marzo 2012 l'esame del DNA, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il 7 luglio 2009 dopo una lunga e difficile indagine condotta dagli uomini della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato PS di Corleone, all'interno di una foiba di Rocca Busambra a Corleone appartengono a Placido. I resti sono stati recuperati da personale specializzato per interventi speleologici del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Palermo. Il 16 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri ha deciso i Funerali di Stato per Placido Rizzotto, svolti a Corleone il 24 maggio 2012 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo, ha accolto con grande soddisfazione la notizia. "Si chiude un mistero italiano che abbiamo chiesto di risolvere allo Stato. Già ci avevano provato i carabinieri con altri resti trovati nelle foibe, ma la comparazione del Dna non diede esito positivo. La famiglia, dopo tanti anni, avrà finalmente una tomba su cui piangere". Nelle more il procuratore ha sganciato alcuni missili terra-aria dalla sua rampa semovente, contro la stampa locale che, non sempre, scrive né denuncia i fatti così come sono. Ma quella nazionale non esalta per precisione dei fatti. Anzi: non è raro il caso, in cui, li stravolga completamente. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, ma par di capire che l'ultimo articolo del Corriere della Sera, non sia stato di suo gradimento… Ogni procuratore ha il suo fascino.
A questo, per quanto di nostra competenza, gli riconosciamo, dialogo, confronto, dialettica, senso della comunicazione, efficienza, funzionalità, praticità, disponibilità ad uscire fuori dagli angusti àmbiti del suo ufficio. E soprattutto, ottimismo sino al midollo osseo. Non solo nella lotta alla mafia. Non si sottrae alla battuta:" Appena arrivato a Reggio Calabria, un invito di cortesia al ristorante, da parte dei colleghi, era pure scontato, se non inevitabile…Entriamo, ci sediamo ed aspettiamo. Dopo un poco arriva un cameriere…-Signori buonasera, hanno prenotato? -I tavoli sono tutti vuoti…-No sono tutti prenotati ! Dopo un po'…-Vediamo se riusciamo a trovare qualche angolo…Quei tavoli, sono rimasti "disoccupati", anche quando siamo andati via. Reggio è staccato dall'Italia, sibila De Raho. Bisogna tentare di ricongiungerlo. Da Napoli, città dalla quale provengo per Reggio Calabria non ci sono voli. E nemmeno le navi. Bisogna scegliere fra treno, mediamente 4-5 ore; oppure la macchina. Ma come tutti sanno l'autostrada arriva sino a Salerno". Da Salerno in poi la si può chiamare come si voglia. L'allora ministro dei LL. PP. Antonio Di Pietro la bollò…"La mulattiera d'Italia". Ed ancora De Raho:" A me, piace assai il teatro ma non mi sembra che funzioni molto bene" . Il pomeriggio, volge al termine. C'è spazio per le foto e le dichiarazioni alla stampa e qualche intervistina; ma anche per l'autografo di Nicaso, sul libro, una stretta di mano, una pacca, un batticinque. Sono persone garbate, cortesi, umili.
Ragazzi della porta accanto, compagni di muretto e di giochi. Non sembrano quei giganti, che campeggiano sui mass-media e nelle loro sedi di competenza come l'Università americana e la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la più gettonata su scala internazionale. Puoi andare là, stringergli la mano, fare la battuta. La preside a bordo campo, serafica come Beatrice, passeggia sull'Empireo; tre metri sopra il decimo cielo. La dignità glielo impedisce, ma le verrebbe voglia di darsi un pizzicotto sull'avambraccio; forse nell'iperuranio si è chiesto:sogno o son desta? Tiene un premio ch'era follia sperar. Come bigliettino da visita è davvero beneaugurante. Ma la cultura, sposta le montagne. Questo è certo! O no? Al di là delle dichiarazioni di circostanza, rimane il dato di fondo: l'educazione alla legalità che parte dalla famiglia, si concretizza nella scuola e si esplica nella società.
Domenico Salvatore